giovedì 27 febbraio 2020

I PREFERITI DI FEBBRAIO 2020

Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese



Cari lettori,
eccoci giunti al termine del mese di febbraio!
Come ogni mese, ricapitoliamo insieme tutto quello che mi è piaciuto, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese



A Milano è autunno inoltrato e, dopo le disavventure capitate alla famiglia Giorgi (narrate ne "Il diario segreto del cuore"), per la casa di ringhiera sembra esserci un periodo di tranquillità: come sempre nel caso dei romanzi di Recami, però, le apparenze ingannano!

Il manovale Antonio ha lasciato la stravagante casalinga Erika ed ha portato a casa Yutta, una splendida giovane donna tedesca, che ama fare esercizi ginnici sul ballatoio, per la gioia di tutti gli uomini della casa di ringhiera, in particolare dello sposatissimo architetto du Vivier, che inizia a comportarsi come Christian De Sica nei cinepanettoni, e del Luis De Angelis. 
Quest’ultimo, ex tassista ottantenne innamorato della sua auto, ha avuto in eredità dal defunto Consonni un cagnolino, Max, che spesso aizza contro il nipote Daniel, un ventottenne sfaccendato e sempre in cerca di soldi. 
Lo spettacolo viene osservato da una sempre più indispettita signorina Mattei-Ferri: ella, infatti, ha dovuto concedere un ottimo stipendio e contributi pensionistici al suo badante, il signor Claudio Giorgi, che ha scoperto il suo segreto, ma non ha la minima intenzione di continuare a spendere così tanto e medita vendetta. Per cacciare via Giorgi decide di avvalersi della banda di ragazzini peruviani (tanto amici di Enrico, il nipotino del Consonni), mentre, a piano terra, una serie di operai di origine cinese entra ed esce misteriosamente dai locali della signora Xing.

Nel frattempo, a Camogli, la professoressa Angela Mattioli, ex compagna del Consonni, vive ormai da mesi in un piacevole appartamento insieme ad Alberto Scevola, un tranquillo pensionato. Ella, però, è costretta a lasciarlo solo per tornare nella casa di ringhiera e sbrigare alcune pratiche burocratiche. 
Il povero Scevola, che è relegato in Liguria per degli ottimi motivi, ma, in bassa stagione, circondato da milanesi in pensione, sta iniziando a stufarsi, scopre per caso che una parete del suo appartamento fa un curioso rumore...e, una volta smantellata, essa si rivela una copertura per uno sgabuzzino che nasconde qualcosa del tutto imprevedibile!

Se a Camogli si fanno incredibili scoperte, a Milano non ci si rilassa di certo: il ritorno della professoressa Mattioli fa scattare sull’attenti la Mattei-Ferri; in casa del Luis De Angelis iniziano ad accadere eventi spaventosi, che fanno quasi pensare ad una presenza demoniaca; il piccolo Enrico, nipote del Consonni, che non si rassegna alla morte del nonno ed è convinto che egli sia ancora vivo, decide di compiere un viaggio per raggiungerlo.


Ormai molti di voi sapranno che sono una fan della serie della Casa di ringhiera (della quale ho parlato più nel dettaglio qui) e che, in occasione di un firmacopie, ho anche incontrato l’autore.

La verità su Amedeo Consonni era particolarmente atteso da noi lettori: dopo Morte di un ex tappezziere, infatti, molti di noi si erano interrogati sul destino del Consonni, protagonista della serie, pensionato con la passione della cronaca nera, particolarmente propenso a finire nei guai, morto in oscure circostanze dopo un conflitto a fuoco. Come annunciato dal titolo del romanzo, finalmente, in queste pagine, la verità viene svelata… e sono certa che non deluderà chi, come me, ha seguito tutte le disavventure di questo signore così intrepido!


La qualità migliore di questo romanzo, già presente in altre opere di Recami ma qui particolarmente evidente, è il fatto che non appartenga ad un unico genere: in esso, infatti, ci sono elementi fantasy, horror, mitologici, romance, storici, mistery, thriller e tanto altro ancora. Questo, a mio parere, rende la serie molto originale rispetto a tanti gialli più tradizionali.



Il film del mese


Martin Eden è un povero marinaio che vive nella Napoli degli anni ‘30: è quasi analfabeta, ama viaggiare sul suo peschereccio e godersi la vita con semplicità. Una mattina, mentre dorme nella sua barca, viene svegliato da delle grida: si tratta di un ragazzo che sta subendo un’aggressione. Intervenuto per difenderlo, egli si rende conto che la vittima è un giovane di buona famiglia, che gli offre il pranzo per sdebitarsi.

Per la prima volta, Martin si trova in una casa alto-borghese, una splendida villa con giardino, mobili antichi ed una grandissima libreria. Come egli stesso confessa nel corso del pranzo, egli, segretamente, ha sempre desiderato avere un’istruzione, e resta affascinato dall’ambiente raffinato in cui sembra vivere la famiglia che ha appena conosciuto. In particolare, egli si sente fortemente attratto da Elena, la sorella del ragazzo che ha soccorso. 


Martin chiede ad Elena di aiutarlo a prendere la licenza elementare e, tra una lettura in biblioteca ed una lezione d’arte nel giardino, la ragazza inizia a ricambiare il suo sentimento. Sfortunatamente, nonostante l’impegno, l’esame non va bene, e Martin, invece di riprendere la sua vita di sempre, inizia a coltivare una nuova ambizione: quella di diventare scrittore. Egli ha da tempo dei racconti nel cassetto, ma sono fortemente malinconici, intimisti, diversi dai canoni del tempo. Le storie che Martin racconta sono struggenti e poetiche, ma non incontrano i gusti del pubblico, e la maggior parte dei periodici si rifiuta di pubblicarle e le restituisce al mittente.

Con il tempo, Martin si rende conto che la famiglia di Elena non è più così bendisposta nei suoi confronti come sembrava essere all’inizio, perché, se un conto è un’amicizia “proletaria” che fa fare bella figura ai figli, un altro è tentare di entrare in famiglia come fidanzato ufficiale. Con suo grande sconforto, egli nota che Elena stessa è sempre più combattuta tra l’amore che dice di provare per lui ed il volere dei suoi genitori, che tentano più volte di farle conoscere dei “buoni partiti”.

Martin, tuttavia, non perde la sua determinazione, ed un giorno, inaspettatamente, ci sono le prime gratificazioni… ma più il successo si fa tangibile, più la felicità si allontana.


Martin Eden è un’opera di un regista italiano, Pietro Marcello, che propone una versione nostrana del noto romanzo di Jack London. La regia è d’autore, e si vede: tante inquadrature sembrano quasi documentaristiche, la fotografia è raffinata e più volte vengono inseriti spezzoni di vecchi filmati amatoriali, che ritraggono dei popolani di Napoli all’inizio del XX secolo.

Questo film è noto anche perché Luca Marinelli, che interpreta il protagonista, ha vinto la Coppa Volpi come miglior attore al Festival del Cinema di Venezia. Ammetto di non aver visto i film che in quell’occasione erano stati concorrenti, ma non ho potuto non apprezzare quella che è sicuramente una delle migliori performance dell’attore, bravissimo nell’interpretare ascesa e declino di un personaggio che, inseguendo un sogno, perde inevitabilmente se stesso.



La musica del mese


Una cantante che mi capita spesso di ascoltare è Selena Gomez. Ella purtroppo si è presa una lunga pausa (principalmente per motivi di salute) dopo il disco del 2015 Revival, il mio preferito tra i suoi.

Qualche tempo fa è uscito il suo nuovo disco Rare, nel quale ella si racconta, secondo me, con grande onestà e coraggio. I temi più spinosi che vengono affrontati nei testi di queste sue nuove canzoni sono due: la sua battaglia contro il lupus ed il trapianto di reni, e la fine di una relazione importante (probabilmente con Justin Bieber, attualmente sposato con un’altra donna del mondo dello spettacolo).


L’album è preceduto dal singolo Lose you to love me, un lento dalla melodia struggente che parla proprio della rinascita dopo la fine di un amore:


Tu hai promesso il mondo e ci sono cascata
ti ho messo al primo posto e tu l’hai adorato
hai acceso dei fuochi nella mia foresta
ed hai lasciato che bruciassero
hai cantato sopra al mio ritornello perché non era tuo…
Ho visto i segni e li ho ignorati
avevo gli occhiali rosa, tutti distorti,
ho dato fuochi alle mie intenzioni e li ho lasciati bruciare
e tu ti sei allontanato dalla sofferenza quando non era tua…

Saremmo sempre andati incontro a tutto ciecamente
avevo bisogno di perderti per ritrovarmi
questa danza mi stava uccidendo lentamente
avevo bisogno di perderti per amarmi


Tra le tracce dell’album mi piace particolarmente Vulnerable, un brano che, al contrario di Lose you to love me, si interroga sui dubbi che possono nascere all’inizio di una nuova relazione:


Se ti dessi ogni pezzo di me, so che potresti abbandonarlo,
ti darò un’opportunità,e so che potresti approfittartene
se apro il mio cuore a te, so che potresti metterlo sotto chiave,
buttarla via, e tenerlo per sempre nella tua tasca

Se ti dessi una possibilità, la rovineresti?
Se fossi la cosa più bella che ti è capitata, lo sapresti?
Se il mio amore fosse un fiore, lo pianteresti, lo faresti crescere?
Potrei darti tutta me stessa, ma sei abbastanza forte per tenermi con te?



La poesia del mese


Febbraio è il mese di San Valentino, perciò, dopo avervi consigliato canzoniromanzi a tema, ho scelto di condividere una poesia di Estefania Mitre, dal titolo Ti meriti un amore.


Ti meriti un amore che ti voglia spettinata,
con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta,
con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire.
Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura,
in grado di mangiarsi il mondo quando cammina accanto a te,
che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la tua pelle.
Ti meriti un amore che voglia ballare con te,
che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi,
che non si annoi mai di leggere le tue espressioni.
Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti,
che ti appoggi quando fai la ridicola,
che rispetti il tuo essere libera,
che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.
Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie
che ti porti il sogno, il caffè e la poesia.



Le foto del mese


Martedì 11 è stato il compleanno di Otto! Il bassotto più bello, bravo e simpatico del mondo ha già compiuto nove anni! Ed è sempre molto fotogenico…



Febbraio è il mese dei timidi soli, dell’inverno che inizia a farsi meno rigido, delle prime passeggiate dopo tanti mesi di attività fisica solo al chiuso. Uno dei miei percorsi preferiti è quello che parte dal parco comunale e conduce fino a Villa Alari, un vero orgoglio per noi cernuschesi. Si tratta di una villa d’epoca che conserva ancora stanze con affreschi e fregi del XVIII/XIX secolo e che viene aperta al pubblico solo in occasione delle Giornate del FAI. Sul mio profilo Instagram potete trovare qualche foto dello scorso ottobre.



Il pomeriggio di sabato 22 il Comune di Gessate ha organizzato una presentazione con uno scrittore di cui vi ho parlato già in questoquesto post: Roberto Centazzo. Lo scopo dell’incontro non era soltanto parlare dei romanzi, ma anche sensibilizzare la cittadinanza su alcuni temi importanti che essi trattano, come le truffe agli anziani, le difficoltà lavorative, le speculazioni edilizie. Al termine, firmacopie!




Questo è stato il mio mese di febbraio, sicuramente meno frenetico di gennaio, ma comunque piuttosto rapido! Voi che cosa mi raccontate?
È successo qualcosa di interessante nelle ultime settimane?
Avete romanzi, film, musiche da consigliarmi? Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, ci rileggiamo in marzo :-)

lunedì 24 febbraio 2020

THE NOPE BOOKTAG



Cari lettori,
oggi vi propongo un “Tag&Booktag” che ha anche a che fare con gli “Sconsigli letterari”. Si tratta, infatti, di un questionario riguardante tutto ciò che non mi è piaciuto nel corso delle mie letture! 
Non vi parlerò solo di romanzi che sconsiglio, ma anche di altri che, pur essendomi piaciuti molto, non mi hanno convinto per un aspetto, o hanno suscitato in me un'emozione inaspettata. Spero che apprezzerete le mie risposte!



1) NOPE ENDING: Un finale che ti ha fatto arrabbiare, ti ha deluso o era semplicemente brutto.


La meraviglia degli anni imperfetti di Clara Sanchez è un romanzo che sembrava promettente all’inizio, che ha avuto uno sviluppo interessante, ma… che poi si è perso completamente nel finale. Molte questioni che non si chiariscono, troppi enigmi rimasti irrisolti, persino scene di cui, anche ripensandoci a distanza di tempo, non comprendo la funzione.

Ne parlo meglio qui.



2) PROTAGONISTA NOPE: Un personaggio principale che detesti.


Difficile entrare in sintonia con i protagonisti del romanzo La forma della paura, scritto a quattro mani da Giancarlo De Cataldo e Mimmo Rafele. Si tratta di personaggi votati al male, che si muovono tra complotti in Italia e guerriglie nell’Est europeo, grazie al clima di instabilità politica causato dalla caduta delle Torri Gemelle.

Il romanzo, tuttavia, è un thriller davvero ben fatto, del quale vi ho parlato più approfonditamente in questo post.



3) SERIE NOPE: Una serie che si è rivelata una delusione
o che hai abbandonato perché non valeva più la pena di andare avanti.



The Selection di Kiera Cass. 

In questo romanzo “distopico” (genere che ha avuto un periodo di grande fortuna negli anni del successo di The Hunger Games e Divergent) gli Stati Uniti stanno cercando di diventare nuovamente una potenza mondiale dopo essere stati fiaccati da decenni di guerre, carestie, povertà. La democrazia è stata ritenuta una forma governativa troppo debole ed è stata introdotta la monarchia. La popolazione è stata divisa in dieci caste: la Uno sono i nobili, la Dieci gli indigenti. A meno di una terribile disgrazia, non si può raggiungere una casta inferiore, ma, per le ragazze, è possibile elevarsi tramite un matrimonio vantaggioso.

Quando l’erede al trono è in età da matrimonio, la corte organizza uno spettacolare reality show (a mo’ di Uomini e donne, per intenderci) dal titolo “La Selezione”, nel corso del quale egli, vero tronista 2.0, sceglierà la donna della sua vita (e, cosa più importante, futura regina).

La protagonista della storia, America Singer, ha diciassette anni ed è una Cinque. Ella è innamorata fin dall’infanzia di Aspen, ma è consapevole che non potrà mai sposarlo, perché egli è un Sei. Ella appartiene ad una numerosa famiglia e, con suo sommo sconforto, quando viene ammessa alla Selezione comprende di non poter rifiutare per via dei vantaggi economici che ne deriveranno. Nessuna Cinque è mai diventata regina, perché le classi nobiliari sono privilegiate: America, dunque, spera che il suo viaggio sarà breve ed indolore.

Una volta giunta al Palazzo Reale, però, ella conosce il Principe Maxon, che si rivela molto diverso da quello che immaginava: introverso, di indole buona, disponibile alle lunghe chiacchierate, in ansia per la situazione che sta vivendo. I sentimenti di America, giorno dopo giorno, cominciano a cambiare.


Tanti sono i particolari che non mi hanno convinto di questo romanzo: una monarchia assolutistica che, più che far guardare al futuro come dovrebbe fare un libro distopico, fa pensare ad un piuttosto polveroso romanzo storico; la debolezza di carattere dei personaggi maschili, tra il principe Maxon che sembra non sapere nemmeno dov’è il suo naso ed Aspen che si offende per un nonnulla; l’ennesima mercificazione della donna, anzi, della ragazzina (anche se raccontata con tanta fantasia, sempre quella è); l’influenzabilità di America, che si lascia subito travolgere dalla gabbia dorata della corte, a differenza di Katniss di Hunger Games, che si avvicina al ricco nemico per studiarlo e difendersi; gli infantili battibecchi tra corteggiatrici (senza nemmeno Maria De Filippi a fare da mediatrice).

...Pazienza, sarà per un’altra serie!




4) COPPIA NOPE: Una coppia che secondo te non dovrebbe stare insieme.


Ne L’amante della Regina Vergine di Philippa Gregory, la storia d’amore tra la giovanissima Regina Elisabetta e Sir Robert Dudley, suo favorito che aspira alla Corona, ha causato una serie di grattacapi alla corte inglese del tempo ed ha portato anche alla morte dell’infelice moglie di lui.

So che la storia non si fa con i “se” e parliamo di una coppia storicamente esistita, ma, leggendo della povera Amy Robsart che aspetta con amore e dedizione un marito che la disprezza, non si può fare a meno di dispiacersi per lei. Ne parlo meglio qui.



5) PLOT TWIST NOPE: Un colpo di scena che non ti aspettavi
o che non hai apprezzato.


Qualche anno fa ho letto Una meravigliosa bugia, Un magnifico equivoco e Un’incredibile follia, tre brevi romanzi che costituiscono una trilogia di Jamie McGuire. Avevo già avuto un’esperienza non proprio incoraggiante con quest’autrice, ma ho deciso comunque di dare una chance a questa storia, che però mi ha lasciato… come minimo perplessa.


La protagonista Erin, adolescente in un liceo americano, vive con una madre povera e piena di problemi in un quartiere periferico, e subisce atti di bullismo da parte di due sue compagne, che sono le più popolari della scuola e, per giunta, sono sue omonime (per comodità le chiameremo Erin #1 ed Erin #2). Dopo una festa della scuola, le due Erin, #1 e #2, si schiantano con l’automobile e perdono la vita.

La morte violenta spinge la polizia a fare alcune indagini e degli esami di rito, ed è così che Erin scopre che, alla nascita, è stata scambiata nella culla con Erin #1. A questo punto accade il vero colpo di scena: la ragazza abbandona la sua “non-più-madre” (che, questo va detto a sua discolpa, non è mai stata troppo gentile con lei, anzi) e va a vivere dai genitori di Erin #1, che pensano bene di elaborare il lutto di quella che credevano loro figlia… adottandola. 
Erin prende tutto ciò che era di Erin #1: vestiti, cameretta, viaggi… e fidanzato. Sì, perché la sfortunata ragazza non ha lasciato soltanto quelli che credeva fossero i suoi genitori, ma anche Weston, uno dei ragazzi più popolari della scuola. 
Vi lascio immaginare che cosa accade tra Erin e Weston…


...Mi sembra abbastanza, direi. Certo, la protagonista ha avuto una vita difficile, ma il fatto che si prenda la sua “rivalsa” appropriandosi della vita di una delle sue aguzzine morte prematuramente mi sembra come minimo inquietante. 
Come può una persona essere felice di rubare l’identità di un’altra… una che in vita ha sempre odiato e vagamente invidiato? Come può credere di essere seriamente innamorata di quello che era il fidanzato di quell’altra? Inconcepibile, secondo me.



6) AZIONE O DECISIONE NOPE DI UN PROTAGONISTA:


Ne Il metodo del coccodrillo di Maurizio De Giovanni, l’abile ed intuitivo ispettore Giuseppe Lojacono conduce la sua indagine in modo magistrale, e riesce ad avere il suo riscatto dopo un periodo lavorativo complesso, ma… purtroppo, c’è un momento in cui sbaglia i tempi, ed agisce troppo tardi.

Non svelo altro: si tratta di un giallo così ben costruito e ricco di colpi di scena che deve essere letto per venire realmente apprezzato!

Trovate qui la mia recensione.



7) GENERE NOPE: Un genere letterario che non mi piace.


Sono una lettrice il più possibile onnivora, ma proprio non riesco ad accostarmi alla fantascienza… almeno per ora!



8) CLICHÈ NOPE:


Come credo che molti di voi sappiano, ho una certa familiarità con l'ambito della scuola, e mi infastidisce abbastanza leggere romanzi scritti da autori italiani (sul sistema scolastico di altri Stati mi astengo) che chiaramente non hanno la minima idea di come funzioni questo mondo. 

Mi rendo conto che non è necessaria un’esperienza pluriennale nell’insegnamento per scrivere un romanzo che magari riguarda solo in parte la scuola (per esempio un romance con uno dei protagonisti che lavora come professore), però… siamo stati tutti studenti, no? 

In questi anni ho letto di tutto: docenti che passano notti brave a spasso con i loro spasimanti e la mattina sono in classe freschi ed allegri, magari senza nemmeno dormire (sì, come no); altri che fanno solo lezioni fighe con film ed attività alternative; aule prof che sono luoghi di rimorchio (straordinariamente piene di uomini under 40, tra l’altro); studenti che in un solo anno scolastico partecipano a balli, mega viaggi, iniziative costosissime, quando, in alcuni casi, è già tanto se le scuole pubbliche hanno tutto il necessario… 

Un po’ di consapevolezza di come vanno realmente le cose non farebbe male!



9) CONSIGLIO NOPE:


All’interno della mia rubrica "S...consigli libreschi" trovate una decina di libri che non ho proprio apprezzato. Credo però che il peggiore resti After di Anna Todd, un romanzo che non solo non ha incontrato il mio gusto, ma veicola anche dei messaggi pericolosi.



10) INTERESSE AMOROSO NOPE:


Leggendo La lettera d’amore di Lucinda Riley, non sono rimasta del tutto convinta del legame amoroso che nasce tra la protagonista Joanna e Marcus Harrison. È vero che lui, dopo un inizio difficile, si riscatta ampiamente, ma resta un personaggio piuttosto irresponsabile, dedito a dei vizi che non mi piacciono, piuttosto instabile dal punto di vista sentimentale e relazionale.

Il romanzo è molto bello (il mio dark/suspense romance preferito dell’anno scorso), ma mi è rimasta un po’ di perplessità a proposito del protagonista maschile (qui ne parlo meglio).



11) VILLAIN NOPE: Un cattivo che fa davvero paura
o che semplicemente non sopporti.


In genere, Massimo Carlotto tende a presentare protagonisti non sempre affabili e soprattutto antagonisti temibili. Il più spaventoso di loro è Giorgio Pellegrini, principale rivale dell’antieroe Marco Buratti, alias “L’alligatore”. In Arrivederci amore, ciao viene raccontata la sua storia. Vi consiglio il romanzo, ben scritto e coinvolgente… soprattutto se volete conoscere un personaggio crudele quasi quanto Voldemort!



12) AUTORE O AUTRICE NOPE:


Non credo che leggerò mai più nulla di E.L.James… le Cinquanta sfumature di grigio mi sono bastate!




Questa è la mia versione del TAG!
Che cosa ne pensate delle mie risposte? Avreste fatto altre scelte?
Conoscete i romanzi che ho citato? Che cosa ne pensate?
Aspetto un vostro parere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

giovedì 20 febbraio 2020

IL SILENZIO GRANDE

Uno spettacolo di Maurizio De Giovanni in scena al Carcano



Cari lettori,
febbraio si sta rivelando un mese incredibilmente ricco di spettacoli, e così, ancora una volta, ecco un post dedicato ai nostri “Consigli teatrali”!


Come ormai molti di voi sapranno, sono una grande fan di Maurizio De Giovanni, scrittore noto principalmente per la serie che ha per protagonista il commissario Ricciardi (che ho recensito qui e qui) e per quella de I Bastardi di Pizzofalcone (della quale vi ho parlato in questa occasione), ma anche per altri romanzi, come il fantasy mitologico "I Guardiani" e le inusuali spy stories di Sara, un’agente dei Servizi in pensione.


Non è la prima volta, quest’anno, che Maurizio De Giovanni si reinventa come attore teatrale: in ottobre, infatti, ho avuto il piacere di assistere a Canzoni per il commissario Ricciardi (qui la recensione), uno spettacolo in cui lo scrittore stesso leggeva alcuni passi riguardanti personaggi secondari dalla sua serie più famosa, intervallandoli ai brani più famosi della canzone napoletana, eseguiti da orchestra e soprano.

Dello spettacolo che vi presento oggi, invece, De Giovanni è autore; la regia è di Alessandro Gassmann, già protagonista della fiction I Bastardi di Pizzofalcone.



Una famiglia in difficoltà


Il silenzio grande è sostanzialmente la storia di una famiglia della Napoli più agiata, che però sta passando un periodo di grave crisi economica e personale.


Capofamiglia è Valerio Primic, scrittore di pregio, riconosciuto dai critici come uno dei più importanti letterati del ‘900. Egli ha vinto tre premi Strega ed accumulato un discreto patrimonio nel corso degli anni, ma il suo carattere difficile gli ha alienato le simpatie degli accademici e lo ha portato a litigare con gli editori. Il denaro della famiglia, così, di anno in anno si è ridotto sempre più.

Nel corso di una giornata che per il professore dovrebbe essere “lavorativa” (ma egli, suo malgrado, finirà col fare di tutto tranne che scrivere), gli altri componenti della famiglia visitano a turno il suo grande studio, stanza che costituisce il suo regno e che è amata ed odiata insieme. 


La moglie Rose, per quanto addolorata, gli rinfaccia gli errori fatti sul lavoro, che hanno portato il nucleo familiare a vivere un momento così difficile, ed insinua che la persona più adatta a farsi carico delle loro difficoltà potrebbe essere Luca, un cugino, di professione commercialista, che ovviamente Valerio non sopporta.

Il figlio maggiore Massimiliano si sente perduto: egli, tempo prima, ha scelto la Facoltà di Lettere principalmente per ottenere la stima del padre, ed ora nessuno dei possibili lavori attinenti ai suoi studi lo attira veramente. Inoltre, egli ha sempre nascosto a Valerio la sua omosessualità, e desidera finalmente parlargliene.

La figlia Adele, infine, ammette di fronte al padre di averlo sempre adorato, ma che, proprio per questo motivo, lo ha sempre “cercato” in altri uomini, ed ora è nei guai per via di una relazione con un uomo molto più maturo di lei.



La confidente del professore


Ascoltando queste confessioni, che moglie e figli sembrano quasi rovesciargli addosso senza nemmeno sentire una risposta, Valerio si sente impotente, e finisce per chiedersi dove ha sbagliato.

Gli viene in aiuto la domestica della casa, Bettina, ormai “di famiglia”, dal momento che, da quando il professore ed i suoi sono in crisi economica, è rimasta comunque al loro servizio, anche senza uno stipendio.

Ella è una donna, come dice Valerio stesso, “pragmatica”, molto lontana dal mondo del professore, fatto di libri, silenzi, musica raffinata. Sostiene di farsi gli affari suoi, ma, ovviamente, non perde occasione per origliare i dialoghi dalla porta di servizio e di correre da Valerio con un buon caffè ed un po’ di acqua fresca ogni volta che lo vede sconvolto (cosa che accade ripetutamente).


Con lei, che sembra essere l’unica che effettivamente lo ascolta e risponde alle sue domande, egli si confida, e fa alcune riflessioni sulla figura paterna. Egli, infatti, non ha molti ricordi del padre, perché i suoi genitori appartengono alla generazione che ha vissuto gli anni della guerra e che ragionava ancora secondo il vecchio schema per il quale la madre si occupava della famiglia ed il padre, invece, portava i soldi a casa.

Egli, però, si rende conto che il mondo è cambiato, che si evolve sempre più rapidamente, e che lui, che è stato per troppo tempo chiuso nel suo mondo da intellettuale, deve affrettarsi per stare al passo e non perdere l’affetto della sua famiglia.



Scenografia ed attori


Lo spettacolo è interamente ambientato nello studio del capofamiglia: una stanza con mobili antichi, un comodo divano, una scrivania imponente, moltissimi libri (sull’ordine dei quali ogni componente della famiglia ha idee diverse), una vecchia radio, un attrezzo ginnico per apprendere i movimenti del canottaggio (Valerio è anche un ex campione sportivo).

Una grande porta finestra dietro la scrivania si affaccia sul mare e sul Vesuvio, ad indicare il quartiere agiato di Napoli dove la famiglia vive da tempo, quartiere che però Rose vorrebbe lasciare perché è ormai ben al di là delle possibilità familiari.

Sulla sinistra ci sono due porte: una principale, dalla quale entrano moglie e figli, ed una di servizio, per la quale passa Bettina.

Palcoscenico e platea sono separati da un telo trasparente, sul quale vengono proiettate delle immagini, che possono essere sia ricordi dei protagonisti sia personaggi secondari dei quali essi parlano.


L’attore che interpreta Valerio Primic è Massimiliano Gallo, già collega di Alessandro Gassmann ne I Bastardi di Pizzofalcone: egli interpreta il ruolo del vicequestore Luigi Palma, capo dell’ispettore Lojacono (il personaggio del regista) e leader (un po’ suo malgrado) di tutta la squadra.

La moglie Rose è interpretata da Stefania Rocca, volto noto della tv e del cinema, mentre Bettina è Monica Nappo, attrice che sono sicura di aver già visto in qualche fiction. I giovani attori Jacopo Sorbini e Paola Senatore completano il cast nel ruolo dei figli.



Il “silenzio grande”


Lo spettacolo prende il suo nome da un discorso che Bettina fa al professore. Ella, infatti, gli fa notare che in una famiglia è normale che ci siano delle piccole omissioni, i cosiddetti “silenzi piccoli”. Nel momento in cui, però, essi iniziano ad essere troppi, si sommano, e creano un “silenzio grande”, ovvero una serie di pericolosi non-detti che possono creare una voragine tra marito e moglie, oppure tra genitori e figli.

Proprio per questo motivo, lo spettacolo riserva anche allo spettatore dei grandissimi colpi di scena, che lo tengono incollato alla sedia per due ore abbondanti di rappresentazione.

Maurizio De Giovanni, come suo solito, descrive la vita familiare così com’è, facendo nascere una risata da piccoli e grandi drammi e consentendo un inaspettato riscatto a personaggi che sembrano aver perso la loro strada.

Uno spettacolo da non perdere, non solo per i fan dell’autore!




Personalmente, ho visto lo spettacolo al Teatro Carcano di Milano, dove è rimasto dal 6 al 16 febbraio. So per certo che questa rappresentazione è già stata a Napoli, città dove è ambientata la storia, e sono certa che essa verrà portata in tour in altre città d’Italia. Vi invito a non perdervela, non ve ne pentirete!
Voi avete visto questo spettacolo, magari a Napoli o altrove? Vi è piaciuto?
Vi ho incuriosito? Come sempre, fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)