lunedì 5 novembre 2018

IL COMMISSARIO RICCIARDI - PARTE 1

La Napoli del passato di Maurizio De Giovanni




Cari lettori,
oggi, per la nostra rubrica “Letture...per autori”, mantengo una promessa che vi avevo precedentemente fatto sul blog e parlo di nuovo del giallista napoletano Maurizio De Giovanni.

Se ricordate, vi ho già parlato di lui in questo post, concentrandomi sui romanzi della serie dedicata ai cosiddetti “bastardi di Pizzofalcone”, dei poliziotti tutt’altro che ordinari.

Oggi vi recensisco invece dei romanzi ambientati sempre a Napoli, ma negli anni ‘30, e che hanno per protagonista il malinconico ed enigmatico commissario Ricciardi, un giovane uomo che nasconde un doloroso segreto. Egli, infatti, ha il ben poco gradito “dono” di vedere le persone morte in modo violento. Ogni volta che egli passeggia per Napoli, infatti, non può fare a meno di notare quel ragazzo che suonava la fisarmonica all’angolo ed è stato investito da un’auto, quella donna che ha attraversato poco cautamente ed è finita sotto l’autobus, quel suicida che cammina su un ponte.
Quando egli indaga e vede un cadavere, inoltre, riesce inspiegabilmente a sentire l’ultima frase che quella persona ha pronunciato da viva.


Queste sue capacità sono, ad un tempo, la sua risorsa come poliziotto ed il suo tormento come uomo. Molti sono i casi complessi che lo vedono protagonista…
In questo post vi parlo della prima parte di questa serie!



IL SENSO DEL DOLORE
L’inverno del commissario Ricciardi



Così come in alcuni capitoli successivi, questo romanzo, che è il primo in ordine cronologico della serie dedicata al commissario, ci porta a conoscere meglio il mondo dello spettacolo.

Il delitto avvenuto è clamoroso e gravissimo: il grande tenore Arnaldo Vezzi, uno degli artisti preferiti di Mussolini, viene trovato brutalmente assassinato, in mezzo a sangue e pezzi di vetro, nel suo camerino del Teatro San Carlo.

La pressione della stampa e dei poteri forti costringe Ricciardi, Maione ed i loro sottoposti a lavorare rapidamente, in modo da poter risolvere in fretta il caso e ad assicurare un colpevole alla giustizia (e vendetta) fascista.

Il quadro che emerge è molto difficile da decifrare: Arnaldo Vezzi, di fatto separato dalla moglie Livia, viene descritto come un uomo che trattava con freddezza l’ormai ex consorte e si prendeva troppe libertà con le donne. Anche sul piano professionale le notizie non sono confortanti, tra servitori maltrattati e colleghi ingiustamente attaccati.


Ricciardi, inoltre, si trova in difficoltà perché le ultime parole del fantasma di Arnaldo Vezzi sembrano essere dei versi di qualche opera, ma egli non se ne intende affatto. Fortunatamente gli verrà incontro Don Pierino, un simpatico parroco appassionato di canto.


Ho letto con un po’ di ritardo questo romanzo, che di fatto presenta i successivi.
Il mondo di Ricciardi si presenta fin da subito complesso ed affascinante, anche se il lettore non può fare a meno di notare alcuni risvolti piuttosto tristi della vita del commissario.



LA CONDANNA DEL SANGUE
La primavera del commissario Ricciardi



Ricciardi ha appena risolto lo spinoso caso del tenore Arnaldo Vezzi e subito, in un appartamento in cima ad un palazzo buio e malfamato, viene perpetrato un nuovo ed oscuro delitto.

Un’anziana cartomante, apparentemente amata da tutti per il suo “dono esoterico”, viene trovata cadavere proprio nel salotto dove esercitava. La donna è stata evidentemente uccisa a calci e pugni con furia cieca, ma l’unica probabile testimone è Antonietta, una ragazza affetta da una disabilità mentale e, come Ricciardi stesso nota, condannata, proprio come il commissario, a vedere i fantasmi dei morti.
Ben presto i nostri protagonisti scoprono che la clientela della cartomante apparteneva ad ogni classe sociale, e questo faceva sì che lei maneggiasse il denaro in maniera non sempre lecita, tra raggiri a danni dei ricchi e attività di usura nei confronti di chi aveva perso tutto.


Nel frattempo, il brigadiere Maione conosce Filomena, una poverissima vedova di un quartiere degradato, dotata di incredibile bellezza. Ella è stata ferita al viso e si rifiuta di dire il nome dell’autore di un simile sfregio.
Il brigadiere si ripete che le sue visite a Filomena hanno solo una motivazione lavorativa, ma non può fare a meno di provare un’insolita simpatia per la donna, nonostante il suo status di madre di famiglia.


La condanna del sangue, che ho trovato davvero intenso e significativo, è uno dei capitoli che preferisco della serie. 
La primavera, per Maurizio De Giovanni, non corrisponde soltanto al risveglio della natura e ad un clima più mite, ma anche al brusco ritorno di rabbie e passioni che, nel corso della brutta stagione, si erano in qualche modo attutite.
Questo romanzo indaga con tanta lucidità e grande pietas sulle tante forme di miseria umana.



IL POSTO DI OGNUNO
L’estate del commissario Ricciardi



Ferragosto è ormai passato, il caldo è più che mai soffocante e l’evento clou della settimana per i napoletani è la festa di Santa Maria Regina. Proprio nel corso dei festeggiamenti notturni, però, un misterioso “angelo della morte” entra in un lussuoso palazzo di proprietà di alcuni duchi, aggredisce la duchessa, la rende inoffensiva soffocandola con un cuscino e le spara.

La mattina dopo, per Ricciardi e Maione ha inizio un’indagine tutt’altro che facile. La donna, ancora piuttosto giovane e molto bella, era la seconda moglie del duca, ed era detestata cordialmente sia dal marito, ormai molto malato da anni, che dal figliastro, troppo legato al ricordo della sua vera madre.

La donna conduceva una vita notturna molto intensa e chiacchierata, quasi sempre in compagnia di un giornalista dissidente, che sembra essere il principale sospettato, ma forse non è l’unico.


Il commissario non deve affrontare soltanto l’indagine, ma anche il malumore di Maione, che si è auto-imposto una dieta rigidissima per amore della moglie Lucia ed è diventato intrattabile, ed alcune complicazioni di tipo sentimentale.

Da un lato c’è Enrica, la vicina di casa da lui segretamente amata, che è stata costretta dall’assillante madre a frequentare il figlio di un collega del padre, un arrogante damerino che lei detesta cordialmente. Ricciardi, tuttavia, vedendoli insieme, scopre per la prima volta quanto possa far soffrire la gelosia. Dall’altro c’è Livia, l’affascinante vedova Vezzi, che è fuggita da Roma per amore di Napoli e del commissario e non ha problemi nel confessare apertamente il suo interesse. Una situazione sicuramente non facile…


Il posto di ognuno è un romanzo ricco di colpi di scena, nel corso del quale i due moventi universali degli omicidi, la fame e l’amore, sembrano mescolarsi e quasi confondersi.
Una vera impresa per Ricciardi, che vivrà una settimana d’agosto tutt’altro che rilassante.



IL GIORNO DEI MORTI
L’autunno del commissario Ricciardi



Il commissario Ricciardi si trova ad avere a che fare con una circostanza molto spiacevole e dolorosa: un bambino di otto/nove anni, un piccolo “scugnizzo” napoletano, viene trovato morto sulla scala d’ingresso di un palazzo. Insieme a lui c’è un cane randagio, che però sembra essere molto affezionato al piccolo.

Il dottor Modo, medico (non solo) legale ed amico dei due protagonisti, dichiara subito la morte accidentale del bambino, che, soffrendo la fame come tutti i poveri di Napoli, ha probabilmente mangiato delle esche avvelenate, convinto di potersi saziare ed andando invece incontro alla morte.

In effetti Ricciardi non vede, come suo solito, il fantasma del bambino che ripete la sua ultima frase, e questo gli fa supporre che la morte del piccolo sia una disgrazia e non un omicidio. Tuttavia, c’è qualcosa nell’atteggiamento del cane (protettivo e quasi rabbioso) che non lo convince, e per questo motivo egli chiede a Modo degli ulteriori esami.

Il commissariato è in fermento per l’imminente arrivo in città del Duce, ed il vicequestore Garzo, capo di Ricciardi, non vuole che i suoi sottoposti si dedichino ad indagini da lui ritenute “di poca importanza”, come quella relativa alla morte del piccolo. Per questo motivo Ricciardi chiede alcuni giorni di ferie, con la scusa di voler aiutare Livia Vezzi, sua amica ed intima conoscente di Edda Mussolini, con i preparativi di un ricevimento in onore del Duce.

Una volta ottenuti i giorni liberi, però, egli porta avanti una sorta di indagine non autorizzata, animato dal sospetto che il corpo del bambino sia stato spostato e che per questo motivo il suo “fantasma” risieda altrove…


Il giorno dei morti è uno dei capitoli più amari della serie dedicata a Ricciardi. Il lettore resta davvero sconcertato nel rendersi conto di come un bambino povero ed abbandonato possa essere oggetto di tante ingiustizie: i bulletti del paese, un prete affarista, un sacrestano vizioso, intrighi ad opera di famiglie nobili…

Il contrasto con la cecità del vicequestore Garzo e dei suoi leccapiedi, che vorrebbero una Napoli “degna del regime” e quindi “senza criminalità”, risulta particolarmente sarcastico.



PER MANO MIA
Il Natale del Commissario Ricciardi



Mancano pochi giorni a Natale e il portiere di un palazzo signorile è appena tornato in guardiola dopo l’ennesima puntata in osteria. È proprio in quel momento che due zampognari vestiti secondo la tradizione scendono le scale di corsa: essi avrebbero dovuto intonare canti natalizi per i signori Garofalo, ma hanno trovato la moglie sulla porta, con il collo squarciato, ed il marito nel letto, in un bagno di sangue.

Sulla scena del crimine arrivano subito sia il commissario Ricciardi che il brigadiere Maione.
Le piste da seguire si rivelano subito molteplici e complesse, e sembrano avere a che fare con il lavoro del defunto Garofalo. Egli, infatti, apparteneva ad un corpo paramilitare di matrice fascista, e si occupava principalmente della zona portuale ed era stato di recente promosso, a causa dell’inspiegabile licenziamento di un suo superiore, da tutti ritenuto onesto ed affidabile. Inoltre, non si faceva scrupolo a taglieggiare alcune poverissime famiglie di pescatori.


Mentre Ricciardi tenta di far luce sul mistero, il brigadiere Maione, che è una memoria storica di Napoli ed ha moltissimi informatori, viene a conoscenza della reale identità dell’assassino del suo figlio maggiore, Luca, poliziotto come lui e morto tragicamente in servizio. Un dubbio terribile tormenta Maione: andare in cerca di vendetta o lasciarsi alle spalle la dolorosa vicenda?


Nel frattempo, a Napoli è quasi Natale: la via di San Gregorio Armeno si è riempita di presepi, il mercato del pesce mette in vendita i capitoni, la fedele governante di Ricciardi prepara il tradizionale menu.

Il commissario, oltre alle consuete preoccupazioni, ha anche quelle amorose: egli è sempre diviso tra Livia, l’affascinante vedova, ed Enrica, la semplice e simpatica ragazza del palazzo di fronte. Sarà Rosa, la sua domestica, a fornirgli un insperato aiuto…


In questo romanzo, l’atmosfera natalizia e la variopinta bellezza di Napoli si intrecciano con tante storie di dolore e sofferenza, che l’autore racconta in modo davvero magistrale.
Una “favola natalizia” un po’ rovesciata, ma molto avvincente.
Insieme a La condanna del sangue, un altro capitolo tra i miei preferiti.



VIPERA
Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi



La Settimana Santa è appena iniziata e, essendo solo la seconda metà di marzo, temperatura e clima a Napoli sono più che mai mutevoli. Sia la tata del commissario Ricciardi che la famiglia del brigadiere Maione si stanno organizzando per festeggiare la Pasqua.
Un terribile delitto, però, costringe i nostri protagonisti a mettere in un angolo pranzi e cerimonie. La scena del crimine è il Paradiso, un noto bordello riservato a uomini di alto rango, e la vittima è Vipera, la prostituta più bella e nota della città, chiamata così per il bracciale a forma di serpente che indossa.

I due principali sospettati sembrano essere i due clienti fissi della donna: il primo, un commerciante di frutta e verdura suo amico d’infanzia, afferma di averla lasciata viva; il secondo, un negoziante di arredi sacri, sostiene di essere entrato pochi minuti dopo e di averla trovata soffocata sotto un cuscino. Un vero rompicapo…


Il caso coinvolge anche il dottor Modo, abituale frequentatore di bordelli ed amico di molte prostitute. Egli non esita a difendere alcune di queste donne da una squadriglia fascista, anche se sa che questa sua azione avrà delle conseguenze.
Il commissario ed il brigadiere si ritrovano dunque a doversi occupare non solo del caso, ma anche dell’amico…


Dopo le atmosfere invernali dei primi due libri che ho recensito, questo romanzo consente al lettore di respirare un po’ di profumo di primavera. Interessanti, come sempre, le parentesi sulle tradizioni campane di una volta e sulle pietanze più indicate per ogni festa. La leggenda che narra le origini della pastiera è una vera chicca!




Conoscete questi romanzi? Che cosa ne pensate?
Vi piace Maurizio De Giovanni come autore?
Personalmente sono stata catturata dai personaggi, dalle trame e dalle atmosfere di questi libri. Ho già preparato un post con la seconda parte della serie e presto sarà online!
Nel frattempo, aspetto un vostro parere…
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

11 commenti :

  1. Amo Napoli come città in tutte le sue sfaccettature! Non conoscevo questi libri e neanche l'autore, sembrano davvero avvincenti e interessanti! Grazie!
    Buon inizio di settimana! :)

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    1. Ciao! Mi piacerebbe tanto vedere Napoli, sembra una città magnifica...ed in questi libri è descritta benissimo! Ti consiglio di cuore autore e romanzi! Buona giornata :-)

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  2. Amo Napoli come città in tutte le sue sfaccettature! Non conoscevo questi libri e neanche l'autore, sembrano davvero avvincenti e interessanti! Grazie!
    Buon inizio di settimana! :)

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  3. Non conoscevo questa serie e questo commissario.mi piace il dono che possiede, anche se magari per il protagonista non dev essere facile da gestire :)

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    1. Ciao Angela! Per lui questo "dono" è un tormento, però gli ha anche indicato qual è lo scopo della sua vita!

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  4. Cara Silvia, non vorrei avere quel dono perché mi inquieta un po’. Le avventure sono davvero affascinanti e colme di misteri. Interessante.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa! Credo che il solo pensiero inquieterebbe chiunque...ma, come ha detto Maurizio De Giovanni, lui non ha scelta, e spesso si ritrova un po' solo contro tutti :-(

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  5. che bel post Silvia, questo è un autore che mi riprometto sempre di leggere!

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    1. Ciao Chiara! Spero che troverai il tempo di leggere qualcosa, ti consiglio questo autore :-)

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  6. Ciao silvia, sai che voglio leggerlo da tanto tempo? Ancora non mi sono decisa, un po' per il tempo e un po' perchè...boh non lo so! Bellissimo post :-)

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    1. Ciao! Contenta che il post ti piaccia :-) Vedrai che quando inizierai la serie sarai super decisa a continuarla… è una storia che ha veramente la capacità di avvincere il lettore!!

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