La Napoli del passato di Maurizio De Giovanni
Cari
lettori,
oggi,
per la nostra rubrica “Letture...per autori”, mantengo una
promessa che vi avevo precedentemente fatto sul blog e parlo di nuovo
del giallista napoletano Maurizio De Giovanni.
Se
ricordate, vi ho già parlato di lui in questo post, concentrandomi
sui romanzi della serie dedicata ai cosiddetti “bastardi di
Pizzofalcone”, dei poliziotti tutt’altro che ordinari.
Oggi
vi recensisco invece dei romanzi ambientati sempre a Napoli, ma negli
anni ‘30, e che hanno per protagonista il malinconico ed enigmatico
commissario Ricciardi, un giovane uomo che nasconde un doloroso
segreto. Egli, infatti, ha il ben poco gradito “dono” di vedere
le persone morte in modo violento. Ogni volta che egli passeggia per
Napoli, infatti, non può fare a meno di notare quel ragazzo che
suonava la fisarmonica all’angolo ed è stato investito da un’auto,
quella donna che ha attraversato poco cautamente ed è finita sotto
l’autobus, quel suicida che cammina su un ponte.
Quando
egli indaga e vede un cadavere, inoltre, riesce inspiegabilmente a
sentire l’ultima frase che quella persona ha pronunciato da viva.
Queste
sue capacità sono, ad un tempo, la sua risorsa come poliziotto ed il
suo tormento come uomo. Molti sono i casi complessi che lo vedono
protagonista…
In
questo post vi parlo della prima parte di questa serie!
IL
SENSO DEL DOLORE
L’inverno
del commissario Ricciardi
Così
come in alcuni capitoli successivi, questo romanzo, che è il primo
in ordine cronologico della serie dedicata al commissario, ci porta a
conoscere meglio il mondo dello spettacolo.
Il
delitto avvenuto è clamoroso e gravissimo: il grande tenore Arnaldo
Vezzi, uno degli artisti preferiti di Mussolini, viene trovato
brutalmente assassinato, in mezzo a sangue e pezzi di vetro, nel suo
camerino del Teatro San Carlo.
La
pressione della stampa e dei poteri forti costringe Ricciardi,
Maione ed i loro sottoposti a lavorare rapidamente, in modo da poter
risolvere in fretta il caso e ad assicurare un colpevole alla
giustizia (e vendetta) fascista.
Il
quadro che emerge è molto difficile da decifrare: Arnaldo Vezzi, di
fatto separato dalla moglie Livia, viene descritto come un uomo che
trattava con freddezza l’ormai ex consorte e si prendeva troppe
libertà con le donne. Anche sul piano professionale le notizie non
sono confortanti, tra servitori maltrattati e colleghi ingiustamente
attaccati.
Ricciardi,
inoltre, si trova in difficoltà perché le ultime parole del
fantasma di Arnaldo Vezzi sembrano essere dei versi di qualche opera,
ma egli non se ne intende affatto. Fortunatamente gli verrà incontro
Don Pierino, un simpatico parroco appassionato di canto.
Ho
letto con un po’ di ritardo questo romanzo, che di fatto presenta i
successivi.
Il mondo di Ricciardi si presenta fin da subito complesso
ed affascinante, anche se il lettore non può fare a meno di notare
alcuni risvolti piuttosto tristi della vita del commissario.
LA
CONDANNA DEL SANGUE
La
primavera del commissario Ricciardi
Ricciardi
ha appena risolto lo spinoso caso del tenore Arnaldo Vezzi e subito,
in un appartamento in cima ad un palazzo buio e malfamato, viene
perpetrato un nuovo ed oscuro delitto.
Un’anziana cartomante,
apparentemente amata da tutti per il suo “dono esoterico”, viene
trovata cadavere proprio nel salotto dove esercitava. La donna è
stata evidentemente uccisa a calci e pugni con furia cieca, ma
l’unica probabile testimone è Antonietta, una ragazza affetta da
una disabilità mentale e, come Ricciardi stesso nota, condannata,
proprio come il commissario, a vedere i fantasmi dei morti.
Ben
presto i nostri protagonisti scoprono che la clientela della
cartomante apparteneva ad ogni classe sociale, e questo faceva sì
che lei maneggiasse il denaro in maniera non sempre lecita, tra
raggiri a danni dei ricchi e attività di usura nei confronti di chi
aveva perso tutto.
Nel
frattempo, il brigadiere Maione conosce Filomena, una poverissima
vedova di un quartiere degradato, dotata di incredibile bellezza.
Ella è stata ferita al viso e si rifiuta di dire il nome dell’autore
di un simile sfregio.
Il brigadiere si ripete che le sue visite a
Filomena hanno solo una motivazione lavorativa, ma non può fare a
meno di provare un’insolita simpatia per la donna, nonostante il
suo status di madre di famiglia.
La
condanna del sangue, che ho trovato davvero intenso e
significativo, è uno dei capitoli che preferisco della serie.
La
primavera, per Maurizio De Giovanni, non corrisponde soltanto al
risveglio della natura e ad un clima più mite, ma anche al brusco
ritorno di rabbie e passioni che, nel corso della brutta stagione, si
erano in qualche modo attutite.
Questo romanzo indaga con tanta
lucidità e grande pietas sulle tante forme di miseria umana.
IL
POSTO DI OGNUNO
L’estate
del commissario Ricciardi
Ferragosto
è ormai passato, il caldo è più che mai soffocante e l’evento
clou della settimana per i napoletani è la festa di Santa
Maria Regina. Proprio nel corso dei festeggiamenti notturni, però,
un misterioso “angelo della morte” entra in un lussuoso palazzo
di proprietà di alcuni duchi, aggredisce la duchessa, la rende
inoffensiva soffocandola con un cuscino e le spara.
La
mattina dopo, per Ricciardi e Maione ha inizio un’indagine
tutt’altro che facile. La donna, ancora piuttosto giovane e molto
bella, era la seconda moglie del duca, ed era detestata cordialmente
sia dal marito, ormai molto malato da anni, che dal figliastro,
troppo legato al ricordo della sua vera madre.
La donna conduceva una
vita notturna molto intensa e chiacchierata, quasi sempre in
compagnia di un giornalista dissidente, che sembra essere il
principale sospettato, ma forse non è l’unico.
Il
commissario non deve affrontare soltanto l’indagine, ma anche il
malumore di Maione, che si è auto-imposto una dieta rigidissima per
amore della moglie Lucia ed è diventato intrattabile, ed alcune
complicazioni di tipo sentimentale.
Da
un lato c’è Enrica, la vicina di casa da lui segretamente amata, che è stata costretta dall’assillante madre
a frequentare il figlio di un collega del padre, un arrogante
damerino che lei detesta cordialmente. Ricciardi, tuttavia, vedendoli
insieme, scopre per la prima volta quanto possa far soffrire la
gelosia. Dall’altro c’è Livia, l’affascinante vedova Vezzi,
che è fuggita da Roma per amore di Napoli e del commissario e non ha
problemi nel confessare apertamente il suo interesse. Una situazione
sicuramente non facile…
Il
posto di ognuno è un romanzo
ricco di colpi di scena, nel corso del quale i due moventi universali
degli omicidi, la fame e l’amore, sembrano mescolarsi e quasi
confondersi.
Una vera impresa per Ricciardi, che vivrà una settimana
d’agosto tutt’altro che rilassante.
IL
GIORNO DEI MORTI
L’autunno
del commissario Ricciardi
Il
commissario Ricciardi si trova ad avere a che fare con una
circostanza molto spiacevole e dolorosa: un bambino di otto/nove
anni, un piccolo “scugnizzo” napoletano, viene trovato morto
sulla scala d’ingresso di un palazzo. Insieme a lui c’è un cane
randagio, che però sembra essere molto affezionato al piccolo.
Il
dottor Modo, medico (non solo) legale ed amico dei due protagonisti, dichiara subito la morte accidentale del bambino, che,
soffrendo la fame come tutti i poveri di Napoli, ha probabilmente
mangiato delle esche avvelenate, convinto di potersi saziare ed
andando invece incontro alla morte.
In effetti Ricciardi non vede,
come suo solito, il fantasma del bambino che ripete la sua ultima
frase, e questo gli fa supporre che la morte del piccolo sia una
disgrazia e non un omicidio. Tuttavia, c’è qualcosa
nell’atteggiamento del cane (protettivo e quasi rabbioso) che non
lo convince, e per questo motivo egli chiede a Modo degli ulteriori
esami.
Il
commissariato è in fermento per l’imminente arrivo in città del
Duce, ed il vicequestore Garzo, capo di Ricciardi, non vuole che i
suoi sottoposti si dedichino ad indagini da lui ritenute “di poca
importanza”, come quella relativa alla morte del piccolo. Per
questo motivo Ricciardi chiede alcuni giorni di ferie, con la scusa
di voler aiutare Livia Vezzi, sua amica ed intima conoscente di Edda
Mussolini, con i preparativi di un ricevimento in onore del Duce.
Una
volta ottenuti i giorni liberi, però, egli porta avanti una sorta di
indagine non autorizzata, animato dal sospetto che il corpo del
bambino sia stato spostato e che per questo motivo il suo “fantasma”
risieda altrove…
Il
giorno dei morti è uno dei
capitoli più amari della serie dedicata a Ricciardi. Il lettore
resta davvero sconcertato nel rendersi conto di come un bambino
povero ed abbandonato possa essere oggetto di tante ingiustizie: i
bulletti del paese, un prete affarista, un sacrestano vizioso,
intrighi ad opera di famiglie nobili…
Il
contrasto con la cecità del vicequestore Garzo e dei suoi
leccapiedi, che vorrebbero una Napoli “degna del regime” e quindi
“senza criminalità”, risulta particolarmente sarcastico.
PER
MANO MIA
Il
Natale del Commissario Ricciardi
Mancano
pochi giorni a Natale e il portiere di un palazzo signorile è appena
tornato in guardiola dopo l’ennesima puntata in osteria. È proprio
in quel momento che due zampognari vestiti secondo la tradizione
scendono le scale di corsa: essi avrebbero dovuto intonare canti
natalizi per i signori Garofalo, ma hanno trovato la moglie sulla
porta, con il collo squarciato, ed il marito nel letto, in un bagno
di sangue.
Sulla
scena del crimine arrivano subito sia il commissario Ricciardi che il
brigadiere Maione.
Le
piste da seguire si rivelano subito molteplici e complesse, e
sembrano avere a che fare con il lavoro del defunto Garofalo. Egli,
infatti, apparteneva ad un corpo paramilitare di matrice fascista, e
si occupava principalmente della zona portuale ed era stato di
recente promosso, a causa dell’inspiegabile licenziamento di un suo
superiore, da tutti ritenuto onesto ed affidabile. Inoltre, non si
faceva scrupolo a taglieggiare alcune poverissime famiglie di
pescatori.
Mentre
Ricciardi tenta di far luce sul mistero, il brigadiere Maione, che è
una memoria storica di Napoli ed ha moltissimi informatori, viene a
conoscenza della reale identità dell’assassino del suo figlio
maggiore, Luca, poliziotto come lui e morto tragicamente in servizio.
Un dubbio terribile tormenta Maione: andare in cerca di vendetta o
lasciarsi alle spalle la dolorosa vicenda?
Nel
frattempo, a Napoli è quasi Natale: la via di San Gregorio Armeno si
è riempita di presepi, il mercato del pesce mette in vendita i
capitoni, la fedele governante di Ricciardi prepara il tradizionale
menu.
Il
commissario, oltre alle consuete preoccupazioni, ha anche quelle
amorose: egli è sempre diviso tra Livia, l’affascinante vedova, ed Enrica, la semplice e simpatica ragazza del palazzo di
fronte. Sarà Rosa, la sua domestica, a fornirgli un insperato aiuto…
In
questo romanzo, l’atmosfera natalizia e la variopinta bellezza di
Napoli si intrecciano con tante storie di dolore e sofferenza, che
l’autore racconta in modo davvero magistrale.
Una “favola
natalizia” un po’ rovesciata, ma molto avvincente.
Insieme a La
condanna del sangue, un altro capitolo tra i miei preferiti.
VIPERA
Nessuna
resurrezione per il commissario Ricciardi
La
Settimana Santa è appena iniziata e, essendo solo la seconda metà
di marzo, temperatura e clima a Napoli sono più che mai mutevoli.
Sia la tata del commissario Ricciardi che la famiglia del brigadiere
Maione si stanno organizzando per festeggiare la Pasqua.
Un
terribile delitto, però, costringe i nostri protagonisti a mettere
in un angolo pranzi e cerimonie. La scena del crimine è il Paradiso,
un noto bordello riservato a uomini di alto rango, e la vittima è
Vipera, la prostituta più bella e nota della città, chiamata così
per il bracciale a forma di serpente che indossa.
I
due principali sospettati sembrano essere i due clienti fissi della
donna: il primo, un commerciante di frutta e verdura suo amico
d’infanzia, afferma di averla lasciata viva; il secondo, un
negoziante di arredi sacri, sostiene di essere entrato pochi minuti
dopo e di averla trovata soffocata sotto un cuscino. Un vero
rompicapo…
Il
caso coinvolge anche il dottor Modo, abituale frequentatore di
bordelli ed amico di molte prostitute. Egli non esita a difendere
alcune di queste donne da una squadriglia fascista, anche se sa che
questa sua azione avrà delle conseguenze.
Il commissario ed il
brigadiere si ritrovano dunque a doversi occupare non solo del caso,
ma anche dell’amico…
Dopo
le atmosfere invernali dei primi due libri che ho recensito, questo
romanzo consente al lettore di respirare un po’ di profumo di
primavera. Interessanti, come sempre, le parentesi sulle tradizioni
campane di una volta e sulle pietanze più indicate per ogni festa.
La leggenda che narra le origini della pastiera è una vera chicca!
Conoscete
questi romanzi? Che cosa ne pensate?
Vi
piace Maurizio De Giovanni come autore?
Personalmente
sono stata catturata dai personaggi, dalle trame e dalle atmosfere di
questi libri. Ho già preparato un post con la seconda parte della
serie e presto sarà online!
Nel
frattempo, aspetto un vostro parere…
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Amo Napoli come città in tutte le sue sfaccettature! Non conoscevo questi libri e neanche l'autore, sembrano davvero avvincenti e interessanti! Grazie!
RispondiEliminaBuon inizio di settimana! :)
Ciao! Mi piacerebbe tanto vedere Napoli, sembra una città magnifica...ed in questi libri è descritta benissimo! Ti consiglio di cuore autore e romanzi! Buona giornata :-)
EliminaAmo Napoli come città in tutte le sue sfaccettature! Non conoscevo questi libri e neanche l'autore, sembrano davvero avvincenti e interessanti! Grazie!
RispondiEliminaBuon inizio di settimana! :)
Non conoscevo questa serie e questo commissario.mi piace il dono che possiede, anche se magari per il protagonista non dev essere facile da gestire :)
RispondiEliminaCiao Angela! Per lui questo "dono" è un tormento, però gli ha anche indicato qual è lo scopo della sua vita!
EliminaCara Silvia, non vorrei avere quel dono perché mi inquieta un po’. Le avventure sono davvero affascinanti e colme di misteri. Interessante.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Credo che il solo pensiero inquieterebbe chiunque...ma, come ha detto Maurizio De Giovanni, lui non ha scelta, e spesso si ritrova un po' solo contro tutti :-(
Eliminache bel post Silvia, questo è un autore che mi riprometto sempre di leggere!
RispondiEliminaCiao Chiara! Spero che troverai il tempo di leggere qualcosa, ti consiglio questo autore :-)
EliminaCiao silvia, sai che voglio leggerlo da tanto tempo? Ancora non mi sono decisa, un po' per il tempo e un po' perchè...boh non lo so! Bellissimo post :-)
RispondiEliminaCiao! Contenta che il post ti piaccia :-) Vedrai che quando inizierai la serie sarai super decisa a continuarla… è una storia che ha veramente la capacità di avvincere il lettore!!
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