lunedì 30 aprile 2018

I PREFERITI DI APRILE 2018

Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese





Cari lettori,
aprile è giunto al termine, ed è di nuovo il momento della nostra rubrica dedicata ai “Preferiti del mese”.

Ecco i miei consigli, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese



I protagonisti de La locanda dell’ultima solitudine sono due ragazzi, Libero e Viola.

Il primo risiede in una casa interamente dipinta del colore del mare ed il suo unico amico è Vieniquì, un cane molto indipendente.

La seconda abita in un piccolo paese sulle colline, insieme alla madre ed alla nonna. Tutte le donne della sua famiglia hanno il nome di un fiore, e non è un caso: il loro compito è proprio quello di “accordare” con la rugiada ogni singolo fiorellino, in modo che il vento, passando in mezzo a loro, crei una sorta di musica.

Durante una delle sue passeggiate, Libero scopre la bellezza di Punta Chiappa (che esiste davvero, è vicino a Camogli!) e dell’unico ristorante sul promontorio, denominato “La locanda dell’ultima solitudine”.
Lì, ad un solo tavolo, un'unica coppia a turno consuma le particolari pietanze preparate dallo chef, un anziano signore assistito da un misterioso uomo con i baffi. Entrambi hanno qualcosa da raccontare…


Libero decide di prenotare un tavolo alla locanda per un giorno di luglio...da lì a dieci anni. È convinto che, per quella data, avrà trovato la donna della sua vita, quella con cui condividere un buon vino rosso proprio lì alla locanda.

Viola, nel frattempo, cerca il padre che non ha mai conosciuto ed incontra un prete tutt’altro che convenzionale…


Questo romanzo è stato un regalo. Sono stata davvero felice di conoscere Alessandro Barbaglia, un giovane autore agli esordi.
Il libro, a metà strada tra il romance ed il fantasy, è molto delicato e poetico.



Il film del mese



Miguel è un bambino messicano innamorato della musica; la sua passione, però, è contrastata dalla famiglia, che fabbrica calzature da decenni.
L’attività musicale è stata bandita dalla loro casa da quando il trisnonno di Miguel ha abbandonato moglie e figlia per poter suonare.

Si avvicina il “giorno dei Morti” messicano, ed ogni famiglia si prepara come vuole la tradizione, ponendo le foto dei cari estinti su un mobile chiamato ofrenda e portando sulle tombe ciò che i defunti hanno amato di più in vita. 

Miguel, però, è sconvolto da una scoperta: ha appena trovato una foto che sembra confermare che il suo trisnonno scomparso, del quale si è cancellata perfino la memoria, sia un famosissimo cantante nato proprio nel suo paese.
Insieme al fedele cagnolone Dante, egli decide di rubare la chitarra del divo dal suo mausoleo nel cimitero cittadino.

Nel momento in cui lo fa, però, viene colpito da una maledizione e, pur essendo vivo, diventa improvvisamente parte del “regno delle anime”… ed inizia un viaggio che lo porterà alla (ri)scoperta della sua famiglia e delle sue origini.


Con un bel po’ di ritardo, ho visto questo film al cinema qualche settimana fa.
Sarò sincera: non ho mai visto una scena del genere, nemmeno per film dichiaratamente drammatici. È stata una specie di catarsi collettiva, tra scoppi di pianto in sala e ricerche frenetiche di fazzoletti ed occhiali scuri all’uscita. I bambini erano sereni… noi adulti neanche un po’.

vi ho proprio messo voglia di vederlo, eh?
E invece, credetemi, vale proprio la pena di vederlo.
Soffrirete, ma poi mi ringrazierete (spero).



La musica del mese



In questo post ho parlato del film The greatest showman, un musical davvero ben fatto e coinvolgente.

Non molto tempo fa ho trovato su Spotify il film con la colonna sonora, e devo ammettere che nelle ultime settimane ho cantato spesso e volentieri le bellissime canzoni che accompagnano il film. Due, in particolare, sono le mie preferite.


La prima si intitola A million dreams e racconta i sogni e le speranze del protagonista, prima ragazzino figlio del sarto e poi giovane padre di famiglia:

Possono dirmi, possono dirmi che tutto suona folle
possono dire, possono dire che ho perso la testa
non mi interessa, non mi interessa, chiamatemi pazzo
possiamo vivere in un mondo che disegniamo

...perché ogni notte resto sveglio a letto
i colori più brillanti riempiono la mia testa
un milione di sogni mi tiene sveglio
penso a come potrebbe essere il mondo
una visione di quello che sogno
ci vorrà un milione di sogni
un milione di sogni per la vita che creeremo


La seconda si intitola This is me ed è cantata e ballata dai componenti del circo, che, nonostante gli sguardi malevoli della società, non sopportano di essere messi da parte ed additati per la loro diversità:

Ma non lascerò che loro mi riducano in polvere
so che c’è un posto per noi...perché siamo gloriosi
quando le parole più dure mi feriranno
manderò una corrente e li farò annegare tutti
sono coraggiosa, sono una prova
di quel che sono destinato ad essere, questa sono io
guardami, perché ora arrivo
e sto camminando sul rumore della batteria
non ho paura di essere vista
e non mi scuserò, questa sono io



La poesia del mese



Ho scelto questo componimento di Pablo Neruda, Il ramo rubato, che intreccia il tema della primavera a quello di una fuga romantica.


Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell’ombra.
Ancora non se n’è andato l’inverno,
e il melo appare
trasformato d’improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
E cautamente
nella nostra casa, nella notte e nell’ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.



Le foto del mese



Aprile è iniziato benissimo con le vacanze di Pasqua a Varazze. In questa foto sono sul Lungomare Europa, una delle zone più suggestive.




Il 7 aprile ho incontrato Francesco Recami, che è stato davvero simpatico e disponibile, e mi ha autografato uno dei suoi romanzi.



Un’esplosione di fiori e colori a “Flora et decora 2018”, un mercato di fiori ed artigianato che si tiene ogni aprile presso la chiesa di S.Ambrogio a Milano, proprio dietro all’Università Cattolica, dove ho studiato.



Questo è “il meglio di aprile” secondo me!
Che ne pensate delle mie scelte?
C’è qualcosa che è piaciuto a voi e che volete condividere?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

venerdì 27 aprile 2018

#SHARINGBOOKS

Tema: felicità




Cari lettori,
per la nostra rubrica “Progetti condivisi”, oggi aderisco ad un progetto molto carino, dal titolo “#Sharingbooks”.

Sono stata taggata da Cristina, autrice del blog "Il mondo di Cry" (invito tutti voi a visitarlo, se non l’avete ancora fatto!)


#Sharingbooks è un'iniziativa organizzata (in collaborazione con altri blogger) per far conoscere il maggior numero possibile di libri a un pubblico il più ampio possibile. Il progetto durerà per tutto il mese di aprile e ogni settimana sarà dedicata ad un tema in particolare.


Per partecipare dovrete seguire queste regole, pubblicando un post composto in questo modo:

- scegliete 3 libri

- aggiungete almeno una citazione tratta da almeno uno di questi libri (quest'opzione è facoltativa)

- scrivete hashtag dell'evento, cioè #sharingbooks e il tema della settimana

- taggate 3 persone

- se volete aggiungete il link a questo post per spiegare le regole anche agli altri: vuoiconoscereuncasino.blogspot.it


Le 3 persone taggate dovranno (se vogliono) a loro volta pubblicare un post con la stessa struttura. In ogni post uno dei libri dovrà essere ripreso dal post della persona che vi ha taggato, mentre gli altri due dovrete aggiungerli voi.


Il tema è la felicità… ecco le mie scelte!



IL PICCOLO PRINCIPE, di Antoine De Saint-Exupéry (scelto anche da Cry)



« “E non è una cosa seria cercare di capire perché i fiori si danno tanto da fare per fabbricarsi delle spine che non servono a niente? Non è importante la guerra fra le pecore e i fiori? Non è più importante delle addizioni di un grosso signore rosso? E se io conosco un fiore unico al mondo, che non esiste da nessuna parte, se non nel mio pianeta, e che una piccola pecora può distruggere di colpo, così un mattino, senza rendersi conto di quello che fa, non è importante questo!”
Arrossì, poi riprese:
Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda.”»



L’AMORE MI PERSEGUITA, di Federica Bosco



«Oggi è il primo giorno della mia nuova vita.
Non permetterò a tutto il dolore di impossessarsi di me, non permetterò a nessuno di farmi così tanto male da pensare di morire, nessuno ha il diritto di ferirmi, nessuno mai più. […] Non mi farò mai più umiliare, prenderò quello che mi spetta , risponderò a tono a chi tenta di svilirmi, mi difenderò da sola senza aspettare che lo faccia qualcun altro.
Adesso so quanto valgo e non sarò più carne da macello per lupi affamati in cerca di autoaffermazione.
Da oggi in poi sarà tutto diverso.»



DISPERATAMENTE GIULIA, di Sveva Casati Modignani



« “Milioni di virus sono passati nel mio organismo. Due giorni di incubazione ed avrò anch’io il tuo stesso raffreddore. Ti basta come dimostrazione di quanto mi piaci?”
Sei meraviglioso, Ermes” lei confessò senza ritegno.
Aveva il naso rosso, gli occhi gonfi e lacrimosi, la voce in cantina, era emozionata e stupendamente ridicola, ma non era mai stata tanto felice e non si era mai sentita così bella.
Il giovane le voltò le spalle e tornò al suo abete malato per finirlo.
Vai in casa, che prendi freddo” la consigliò.
Giulia rientrò di corsa ed andò a chiudersi nella sua stanza. Aveva bisogno di restare sola a fantasticare sulla prima, autentica esperienza d’amore della sua vita. Poco dopo udì il tonfo dell’abete che cadeva.»




Vi sono piaciuti questi estratti? Conoscevate già i romanzi? Fatemi sapere!


Sono stata taggata da Cry settimana scorsa ed ho programmato il post per oggi, ma mi sono ricordata troppo tardi che si tratta di un’iniziativa a cadenza settimanale e che quindi sono decisamente in ritardo.
Per questo motivo non taggo nessuno… se però vi va di condividere tre romanzi a tema “felicità”, fate pure!


Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


martedì 24 aprile 2018

ELENA: LA REALTÀ CHE RISCATTA L’ILLUSIONE DELLA GUERRA

Le donne di Euripide #3





Cari lettori,
per la nostra rubrica “Donne straordinarie”, nuovo appuntamento con le tante figure femminili cantate da Euripide.

Nei precedenti post vi ho parlato di Andromaca, l’infelice vedova di Ettore che viene portata in Grecia e considerata con sospetto in quanto straniera, e di Ecuba, la regina di Troia caduta in disgrazia e destinata a ricordare il passato ed a piangere il presente.


Oggi parliamo di Elena, la donna che è passata alla storia come la causa della guerra tra Greci e Troiani.
Anche la tradizione letteraria sembra concordare: in questo post, per esempio, vi mostro che cosa ne pensava la poetessa greca Saffo.


Ho scelto di raccontarvi il punto di vista di Euripide non solo perché rientra nel progetto che ci sta accompagnando in questi mesi, ma anche e soprattutto perché è originale ed inedito.


Prima di conoscere trama e personaggi più nel dettaglio, è necessario fare una premessa storica. Euripide, come già detto in altri post, è l’ultimo dei tre più famosi tragediografi, e proprio per questo motivo vive in un mondo diverso rispetto a quello dei suoi predecessori.

La guerra che Eschilo e Sofocle amavano raccontare (e paragonare a quella di Troia) era quella greco-persiana: ancora una volta, dunque, Oriente contro Occidente, una vittoria schiacciante e le città greche unite contro un nemico comune.

Euripide, invece, ha sotto gli occhi la guerra del Peloponneso, un conflitto fratricida che vede Sparta ed Atene l’una contro l’altra. Il poeta sente nel suo cuore che il suo popolo, un tempo così colto ed evoluto, sta per autodistruggersi a causa della sua sete di potere.
Proprio per questo motivo egli scrive questa tragedia, Elena, che ribadisce in modo netto e deciso l’inutilità di tutte le guerre.



Considerati i temi, ho deciso di dedicare questo post all’imminente festività del 25 aprile. Credo che i classici abbiano ancora tanto da insegnarci, anche per quello che riguarda la storia recente e l'attualità. Spero che troviate azzeccata la scelta!



La guerra è causata da motivazioni inconsistenti...come una nuvola



La nostra protagonista, Elena, vive ormai da diciassette anni in Egitto. Non ha mai visto Troia e si chiede da tempo se la guerra sia conclusa e quale sia stato il destino della sua famiglia. 

...proprio così. La vera Elena non è mai scappata a Troia con Paride, non ha mai causato un conflitto. Ella è stata invece rapita da Ermes, il messaggero degli dei, che su ordine di Era l’ha portata da un anziano e rispettoso re egizio, Proteo.

Sulla nave troiana è salita una controfigura creata dagli dei: un’immagine illusoria, che a tutti è sembrata la vera Elena, ma che viene definita dal poeta stesso un fantasma o una nuvola.


La metafora è chiarissima nella sua crudeltà: sono stati gli dei a volere che la guerra si scatenasse, ed hanno creato un’illusione ad hoc proprio per questo scopo. Gli uomini, accecati dalla loro stessa ambizione, hanno inseguito una nuvola credendo che fosse una valida motivazione per combattere.


Così, anche Sparta ed Atene, al tempo in cui Euripide scrive, si sono studiate per anni in cerca di qualche casus belli di relativa importanza che giustificasse il loro desiderio di entrare in guerra l’una contro l’altra.
Il poeta è categorico: anche questi pretesti hanno la consistenza di un fantasma.



La guerra distrugge i vincitori tanto quanto i vinti



In un solo giorno, Elena, ormai rassegnata a vivere in Egitto, riceve due visite davvero inattese.

La prima è quella di Teucro, un guerriero greco, fratello dell’eroico e sfortunato Aiace Telamonio.
Credendo di trovarsi davanti una donna del luogo, che solo per un caso assomiglia ad Elena, egli racconta alla protagonista le vicende relative alla caduta di Troia ed agli sfortunati ritorni in patria dei greci.

La seconda è quella tanto invocata di Menelao, suo marito, che è da ben sette anni in viaggio per tornare a Sparta e che crede di avere con sé la vera Elena (ma quella in barca con lui è la controfigura).
Non appena i due coniugi si incontrano, la falsa Elena si dissolve nel nulla, non senza aver rimproverato Greci e Troiani per la loro folle cecità.


Teucro e Menelao fanno parte della schiera dei vincitori, ma non lo dimostrano affatto. Il loro fisico è provato, la loro mente è scossa, sono più stanchi ed arrabbiati di quanto non fossero sotto le mura di Troia.

Già nel post dedicato ad Ecuba avevo scritto di come e quanto Euripide condannasse l’espediente del cavallo di legno, da lui ritenuto empio. È come se tutti i Greci “vincitori” fossero stati puniti per aver sconfitto il nemico tramite un subdolo inganno.



La guerra è portata avanti dai giovani senza rispetto per gli insegnamenti del passato



Menelao ed Elena si sono appena ritrovati e vorrebbero riprendere il loro viaggio, per poter così raggiungere finalmente Sparta.
C’è però un ostacolo che potrebbe essere fatale per entrambi. L’anziano re Proteo è morto da poco, ed il nuovo sovrano, il figlio Teoclimeno, vorrebbe sposare Elena.
Quest’ultima, per evitare nozze che non desidera, non risiede più nel palazzo reale, ma si è costruita un piccolo giaciglio proprio presso la tomba di Proteo, in modo da essere considerata “supplice” e quindi intoccabile.

Elena e Menelao provano a cercare un’alleata nella sorella di Teoclimeno, la sacerdotessa Teonoe, e le fanno notare che la crudeltà e la prepotenza del fratello disonorano il padre defunto, che ha voluto bene ad Elena come a una figlia e l’ha protetta da ogni male.

Quello che, fuor di metafora, Euripide sta cercando di dire al suo pubblico è evidente: tutti i protagonisti della guerra del Peloponneso stanno letteralmente calpestando le tombe dei caduti di Maratona, di Platea, di Salamina, delle Termopili.
Il fatto che Atene e Sparta si stiano facendo la guerra tra loro equivale a disonorare la memoria di chi si è adoperato per una Grecia unita ed al sicuro da nemici esterni.



La guerra può essere scongiurata se si ascolta chi l’ha subita



Nel corso di questa tragedia, la chiave risolutrice di ogni problema è proprio la vera Elena.
È lei a convincere Teonoe a passare dalla sua parte, lei ad inventare un piano che salvi lei e Menelao, lei a persuadere Teoclimeno in modo che egli caschi nel tranello, lei ad evitare il più possibile spargimenti di sangue.

Niente male per una donna ritenuta da tutti una furia distruttrice, no?
L’ironia di Euripide è palese.


Menelao ed Elena fuggono con una nuova nave e con la benedizione dei fratelli di lei, tramutati dagli dei in stelle dopo un triste destino terrestre.

È proprio chi ha subito di più, chi ha sofferto le maggiori ingiustizie, a dare l’esempio agli altri affinché il ciclo della violenza si chiuda.

È come se Elena dicesse: un nome, una fama possono sviare, ma una persona si giudica in base ai fatti, ed è a questi che bisogna credere.




Questa è ormai la terza tragedia euripidea che commento (quarta se includiamo il mio post dedicato ad Ifigenia) e ogni volta rimango stupita dalla sua capacità di trattare temi attuali in modo quasi preoccupante.

Voi che ne dite? Condividete i pensieri del poeta?
Conoscevate questa versione che “rivaluta” positivamente Elena?

Fatemi sapere! Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


venerdì 20 aprile 2018

CINEFORUM PRIMAVERA

La recensione dei film che ho visto




Cari lettori,
nuovo appuntamento con i film visti tra il Cinecircolo Bresson di Brugherio ed il Cineteatro Agorà di Cernusco sul Naviglio.

Oggi più che mai, rispetto ai post precedenti, c’è davvero una grande varietà di generi. Alcune di queste pellicole non sono proprio il mio genere, anche se devo ammettere di averle apprezzate.
Vediamole più da vicino!



SUBURBICON, di George Clooney



Stati Uniti, anni ‘60. La tranquilla cittadina di Suburbicon, tra un centro commerciale ed il parco, la scuola e le tante aree residenziali, sembra il luogo perfetto in cui andare a vivere, specie se si ha famiglia.
Quando, però, una delle tante villette del paese viene occupata da un famiglia di colore, essa diventa il bersaglio di tanti crudeli atteggiamenti di razzismo.

L’unica persona che interagisce con loro è il figlio dei loro vicini, Nicky, che vive insieme al padre, Gardner Lodge, alla madre, Rose, rimasta paralizzata in seguito ad un incidente, ed alla sorella gemella di quest’ultima, Margaret, che aiuta in casa.

Una notte, però, due delinquenti fanno irruzione in casa e somministrano troppo cloroformio a Rose, che, già debole e malata, muore.

Per il piccolo Nicky è solo l’inizio di una serie di eventi inspiegabili: il padre e la zia, alla centrale di polizia, si rifiutano di riconoscere gli aggressori; il suo affezionato zio Mitch viene progressivamente allontanato; in famiglia iniziano ad insistere perché egli si iscriva in collegio…


Questa “commedia nera” di George Clooney mette in luce una differenza abissale: quella tra la famiglia Meyers, oggetto di odio irragionevole solo perché di colore, e la famiglia Lodge, stimata di tutti ma in grado di celare dei veri orrori.
Il regista pone anche in evidenza i tanti difetti degli adulti e, in antitesi, la straordinaria maturità dei bambini.

La pellicola è ben costruita e lascia lo spettatore con il fiato in sospeso, proprio perché la tranquillità inizialmente presentata è tutt’altro che reale.


Valutazione: tre stelle e mezza



LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE, di Woody Allen



Anche questa pellicola è ambientata negli anni ‘60 in America, e più precisamente a Coney Island, il famosissimo luna park sul mare non troppo distante da New York.

Siamo nel periodo in cui la fortuna di questo luogo di villeggiatura ha raggiunto il suo apice, e forse per questo motivo la voce narrante è affidata a Mickey, il bagnino, che studia letteratura e teatro per il resto dell’anno ed osserva i bagnanti per tutta l’estate. Egli ha da mesi una relazione con Ginny, ex attrice e attualmente cameriera in uno dei ristoranti. Dopo un primo matrimonio che le ha lasciato un problema con l’alcool ed un figlio difficile, ella si è risposata con Hunty, proprietario di una delle giostre di Coney Island, ma è molto infelice, e solo frequentare Mickey l’ha fatta sentire un po’ meglio.

Un giorno, però, arriva Carolina, figlia della prima moglie di Hunty: il padre ha interrotto i rapporti con lei dopo il suo sconsiderato matrimonio con un gangster, ma ora la donna ha paura del marito, che la vuole morta, e cerca un rifugio.
L’arrivo di Carolina, unito al suo inevitabile incontro con Mikey, creerà una serie di equivoci, gelosie e ripicche. Torneranno così a galla tanti problemi che la famiglia ha sempre cercato di nascondere o di evitare.


Il titolo di questo film di Woody Allen, La ruota delle meraviglie, è fortemente indicativo: esattamente come se fossero su una giostra, tutti i protagonisti tentano di allontanarsi dalle situazioni spiacevoli del passato, ma, come in moto circolare, finiscono sempre per tornarvi.
Così il padre irascibile, la madre fragile, la figlia in cerca di una figura maschile, il figlio piromane ed il bagnino farfallone continuano a ripetere i loro errori.


Valutazione: quattro stelle



THE GREATEST SHOWMAN, di Michael Gracey



Il protagonista di questo spettacolare musical è P.T,Barnum, il figlio di un povero sarto, abituato a lavorare presso le persone abbienti e ad essere trattato con sufficienza. Dopo la morte del padre, egli riesce a guadagnarsi una posizione lavorando come impiegato ed a sposare una ragazza benestante del quale è innamorato da sempre.

Quando, però, l’ufficio nel quale lavora dichiara bancarotta, casa e famiglia sono nuovamente a rischio. A Barnum viene allora una grande intuizione: con i suoi ultimi risparmi affitta un immobile e raccoglie intorno a sé tutte le persone discriminate dalla società.

Egli mette insieme una squadra con persone di colore, uomini altissimi, nani, donne barbute, disabili, e prepara uno spettacolo di canti e balli che ben presto inizia a riscuotere un grande successo.

Con l’aiuto di un giovane e ricco impresario, egli riesce a far conoscere il suo “circo” anche all’alta società.
Le vane promesse del mondo dello spettacolo, però, rischiano di fargli perdere di vista l’autenticità e la bellezza del suo sogno.


The greatest showman, come ogni musical che si rispetti, emoziona e coinvolge lo spettatore. Davvero belle le musiche, che in queste settimane ho risentito più volte.

L’elemento di originalità della pellicola è sicuramente costituito dal corpo di ballo, composto da persone affette dalle più svariate disabilità. Il film non è solo, dunque, una ricostruzione storica della nascita del circo, ma anche una storia di accettazione del diverso. Consigliatissimo!


Valutazione: cinque stelle



MORTO STALIN, SE NE FA UN ALTRO, di Armando Iannucci



Mosca, 1953. La radio nazionale sta trasmettendo in diretta un concerto di musica classica, quando all’improvviso riceve una telefonata da Stalin in persona, che vorrebbe avere una registrazione dei pezzi eseguiti nel corso della serata.

Egli finisce per ricevere, però, non solo il disco, ma anche un bigliettino pieno di insulti e minacce, scritto dalla pianista dell’orchestra, che ha perduto amici e familiari a causa sua. Stalin ride delle accuse che la donna gli rivolge, ma dopo pochi minuti viene colpito da un’emorragia cerebrale e cade a terra.

La mattina dopo, la sua cameriera lo trova moribondo e convoca immediatamente le personalità più di spicco dello Stato. Ministri e segretari chiamano tutti i medici che trovano e fanno il possibile affinché Stalin si risvegli anche solo per un attimo ed indichi il suo successore, ma egli muore senza aver detto una parola.


Ha inizio così la lotta per la successione, che il regista presenta come una farsa grottesca, i cui protagonisti sono personaggi falsi, avidi e violenti. Il peggiore di loro è il ministro Beria, capo dei servizi di polizia ed autore di orribili delitti. Egli minaccia i suoi rivali di avere un dossier che incastra ognuno di loro, ma essi non staranno certo a guardare…


Morto Stalin, se ne fa un altro è un film che racconta la Russia degli anni ‘50 con un tono a metà strada tra la commedia nera e la pellicola storica. Se i fatti sono riportati con grande esattezza, infatti, i personaggi sono raccontati in chiave sarcastica, e la loro sete di potere diventa quasi ridicola.


Valutazione: tre stelle



NAPOLI VELATA, di Ferzan Ozpetek



La protagonista di questo particolarissimo film è Adriana, un medico legale che vive a Napoli, conduce una vita piuttosto solitaria ed ha tante ferite nel suo passato.

Durante una stravagante festa a casa della zia, ella conosce Andrea, un ragazzo molto giovane e bello, e passa una sola notte con lui. I due hanno appuntamento per il giorno dopo, ma egli non arriva mai.
Il lunedì successivo, il primo cadavere a cui Adriana deve fare l’autopsia, riconoscibile solo per via di un tatuaggio, è proprio quello di Andrea.

La donna decide di dire alla polizia il poco che sa, ma è sconvolta e gli incubi la tormentano. Un giorno, per caso, ella incontra Luca, fratello gemello di Andrea, che è venuto per indagare sulla morte del fratello e che presto si rivela inquieto e possessivo. Ad aiutare Adriana sarà un amico poliziotto, che le darà una mano a fare luce sui tanti misteri del suo presente e del suo passato.


Napoli velata è a metà strada tra il film melodrammatico ed il thriller. Lo sfondo napoletano diventa a sua volta protagonista, trascinando i personaggi in tante misteriose avventure. Un film difficile ed intenso, ma sorprendentemente scorrevole.


Valutazione: tre stelle e mezzo




Avete visto questi film? Che cosa ne pensate?
Ce n’è qualcuno che vi è piaciuto particolarmente?
Fatemi sapere!
Non so se questo sarà l’ultimo post a tema “cineforum” prima della fine della stagione o se riuscirò ad inserirne un altro. In ogni caso, penso proprio di parlarvi di cinema anche durante i mesi estivi, con qualche post di altro genere.
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)