giovedì 30 settembre 2021

I PREFERITI DI SETTEMBRE 2021

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

ultimo giorno di settembre!

Il bilancio di questo mese è davvero positivo per me. Dopo una bella estate si guarda sempre con un po’ di preoccupazione al ritorno alla routine, ma queste settimane sono state serene ricche di momenti piacevoli. L’autunno è iniziato bene!


Nel frattempo, riepiloghiamo insieme i miei consueti “Preferiti del mese”, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese


La lunga estate da disoccupato del giornalista Saverio Lamanna, ex portavoce di un importante personaggio politico, è terminata. Dopo essere stato coinvolto in un paio di indagini che riguardavano personalità in vista, egli ha avuto finalmente l’idea per i suoi primi romanzi ed ora che è gennaio è chiuso nella casa di Màkari a scrivere ed a discutere per telefono con il suo editore, che lo accusa di aver “inserito il morto troppo tardi” nel romanzo precedente. Al suo fianco c’è sempre la sua spalla, Peppe Piccionello, custode delle tradizioni siciliane, che ha ceduto alla felpa dopo una lunga estate ma ancora non ne vuole sapere di indossare pantaloni lunghi, che, si sa, “portano malattie”.


Mentre Saverio e Peppe si godono uno pseudo – inverno in riva al mare e inondati dal sole, Suleima, la fidanzata del protagonista, che da laureanda e cameriera stagionale è diventata un promettente architetto in erba, si trova in mezzo alla neve, sulle Madonie, insieme a tanti giovani neolaureati come lei. A riunire questo gruppo è stato Steve, un imprenditore americano che aveva in mente una serie di opere per la riqualificazione e lo svecchiamento della Sicilia.


Un giorno, però, ella chiama in lacrime Saverio, dicendo che Steve è stato trovato morto in fondo ad un crepaccio, probabilmente a causa di una brutta caduta durante un’escursione. Saverio e Peppe partono subito per stare vicino alla ragazza, ma, appena arrivati, si rendono conto di essere un po’ dei pesci fuor d’acqua. Saverio, che ben sapeva di Steve e del lavoro che stava facendo con Suleima ed i suoi colleghi, pensava al solito uomo maturo e di successo che sfrutta la manodopera più entusiasta ed a basso costo, ma, una volta giunto lì, resta colpito e toccato dalle reazioni dei giovani che Steve coordinava: egli era visto come una guida ed un mentore.


Saverio, insieme a Peppe, si ferma per qualche giorno nel rifugio dove abitano Suleima e gli altri ragazzi, ma non può fare a meno di sentire il distacco generazionale tra lui e la fidanzata, che si è laureata da pochi mesi e, per quanto conosca il mondo del lavoro molto meno di lui, si dimostra determinata e piena di sogni. I suoi quarant’anni ed il suo cinismo lo fanno sentire fuori tempo e fuori luogo, tanto più che l’unica persona più anziana di lui, ovvero Peppe, sembra, a modo suo, integrarsi molto più di lui con i ragazzi.


Il suo fiuto da giornalista, però, non lo abbandona: troppe cose non tornano nella morte di Steve perché essa sia considerata un incidente. La macchina è stata lasciata troppo lontano, il crepaccio poteva essere visibile da una strada piuttosto vicina e soprattutto egli, negli ultimi tempi, aveva discusso con alcune importanti personalità dell’amministrazione locale. Come suo solito, Saverio viene accusato di vedere il delitto dappertutto, ma anche stavolta egli sa di non sbagliarsi.



Il lusso della giovinezza è il nuovo (e per ora ultimo) capitolo delle avventure di Saverio, Peppe e Suleima, da alcuni critici definite “picaresche” e paragonate a quelle di Don Chisciotte e Sancho Panza. Come negli altri romanzi e racconti di Savatteri, la trama gialla, che pure c’è e costituisce l’ossatura del libro, è accompagnata da altre tematiche, di volta in volta economiche, sociali, culturali. In particolare, il cuore di questo romanzo è il divario generazionale. Saverio, a quarantadue anni, si sente non solo lontano dalla generazione di Suleima, ma anche da quella di suo padre, che, con un entusiasmo quasi adolescenziale, ha trovato una nuova compagna ed ha cambiato taglio di capelli e vacanze per lei. Egli non si ritrova nella spensierata allegria e nella voglia di libertà dei giovani e dei vecchi: la sua appartenenza alla generazione “di mezzo” lo fa sentire quasi invisibile, o comunque poco importante, perché la sua età non è recepita come quella dei cambiamenti, bensì come quella di uno status quo, e lui, tra carriera re-inventata e una storia d’amore con una ragazza molto giovane che è arrivata ad un punto di svolta, si sente mancare il terreno sotto i piedi.


Nonostante la serietà delle tematiche trattate, non mancano i tanti momenti leggeri e divertenti, soprattutto grazie al sempre presente Peppe Piccionello e al suo ruolo inossidabile di “custode delle tradizioni siciliane”, ma non solo. Credo anche che in questo romanzo l’autore abbia preso in giro se stesso ed il suo modo di scrivere, ricalcando delle conversazioni che probabilmente ha avuto per davvero con i suoi editori, o i dubbi che gli sono venuti quando i suoi personaggi sono diventati protagonisti di una fiction.


Una bella lettura di fine estate, per cambiare stagione insieme… anche se a Màkari il sole ed il mare sono una costante tutto l’anno!



Il film del mese


I cinema hanno finalmente riaperto, ma ammetto che devo ancora tornare, perché in questi weekend di settembre, come vedrete, ho avuto un po’ di impegni di altro genere.


Nel frattempo, qualche sera fa, ho rivisto un grande classico ed ho pensato di parlarvene qui, a mo’ di “Angolo vintage” cinematografico (e non solo con i romanzi, come talvolta faccio con la mia rubrica del 17 del mese).


Sto parlando della versione di Ragione e sentimento del 1995, con Emma Thompson, Kate Winslet, Hugh Grant ed il compianto Alan Rickman.


Il film, tratto da un romanzo di Jane Austen ed ambientato nell’Inghilterra di epoca regency, inizia con una situazione drammatica, purtroppo tipica per i tempi: un ricco nobiluomo, Mr Dashwood, sul letto di morte convoca il suo unico erede, ovvero John, il figlio avuto dal suo primo matrimonio, e gli chiede di stanziare generosi aiuti alla sua seconda moglie ed alle sue tre figlie femmine, dal momento che, per legge, le donne non possono ereditare nulla. John vorrebbe aiutare matrigna e sorellastre, ma è succube della moglie, Fanny Ferrars, una donna molto egoista e materialista, che lo convince a non andare oltre la quota legittima ed a far trasferire le donne dalla loro proprietà.


Così Mrs Dashwood, con le figlie in età da marito Elinor e Marianne e la piccola Margaret, è costretta a traslocare in un cottage, in affitto da degli anziani parenti, sir John e la signora Jennings, che fanno loro un prezzo di favore.


Elinor e Marianne, ugualmente sconvolte dalla morte del padre e frastornate per i tanti rovesci della sorte, non potrebbero essere più legate tra loro, ma sono diverse come il giorno e la notte.


Elinor, che si occupa con impegno dell’economia domestica, sostenendo anche la madre, e dell’educazione di Margaret, è una persona concreta e razionale, che coltiva poche amicizie e tutte basate sulla comunanza di interessi e le affinità di carattere. Ben presto ella instaura un rapporto di confidenza e di fiducia con Edward Ferrars, fratello dell’insopportabile Fanny, un uomo che tutti si immaginavano uguale alla sorella e che invece si rivela quieto, beneducato, intelligente, gentile e soprattutto per niente interessato ai soldi o alla carriera, dal momento che ha in animo di diventare pastore ed occuparsi di una parrocchia di campagna. Quello che nasce tra Edward ed Elinor è di fatto l’inizio di un amore, ma un legame precedente dell’uomo ed una serie di fattori socio-economici allontanano più volte i due innamorati.


Marianne, invece, appassionata di canto e di musica, è una ragazza che vive di emozioni e sogna l’amore romantico. La signora Jennings tenta più volte di farla innamorare del colonnello Brandon, un uomo maturo che frequenta casa sua e di Sir John, ma Marianne lo trova anziano ed introverso, troppo distante da lei. Una mattina, durante una sfortunata passeggiata conclusasi con un diluvio ed una storta alla caviglia, ella viene soccorsa da Mr Willoughby, un giovane galante ed affascinante per il quale prova subito interesse. Sarà lui l’amore tanto sognato?



Ogni volta che in tv ridanno questo classico sono molto contenta di rivederlo. Trovo che il cast di questo film sia eccezionale e che ogni attore incarni perfettamente il suo personaggio austeniano, rispondente ad alcuni stereotipi del tempo ma non per questo banale. Emma Thompson (Elinor) è calma, misurata, composta, ed anche Hugh Grant (Edward) è un gentiluomo di grande bontà, ma entrambi, quando sarà il momento, dovranno lasciare da parte la loro tanto amata razionalità e cedere alle emozioni. Del tutto diversa la storia interpretata da Kate Winslet (Marianne), che a poco a poco capirà la differenza tra chi affascina e diverte ma non mette in gioco il proprio cuore, ed il silenzioso ma autentico sentimento del colonnello Brandon (che per me resterà sempre una delle migliori interpretazioni di Alan Rickman… insieme al professor Piton, of course!).


Le musiche, la sceneggiatura, i costumi, la fotografia rendono, secondo me, questa trasposizione una delle più belle da quelle tratte dai romanzi di Jane Austen. Se mai proporranno una nuova versione di Ragione e sentimento, il confronto sarà arduo!



La musica del mese


Questo mese mi metto un po’ al centro dell’attenzione, visto che… due giorni fa, il 28, è stato il mio compleanno! Ho pensato di condividere con voi qualche musica speciale per festeggiare con voi questa giornata in cui ho compiuto un anno in più!


Innanzitutto, girando su YouTube, ho trovato una simpaticissima versione orchestrata del classico Tanti auguri a te, che trovate a questo link.



Una canzone di compleanno davvero suggestiva e poetica è Buon compleanno di Max Gazzè, che trovate qui.


Di che cosa sono fatte tutte le emozioni

e dove piano aspettano distratte

che una scusa di bufera o un terremoto

le sprigioni da quell’angolo remoto di ogni stupida paura


Così accade negli incontri casuali

che due amanti chiusi com’è chiuso il pugno dei più soli

si ritrovino le braccia come ali

che il destino consapevolmente faccia

verità di un sogno dove sboccia un fiore sopra la neve


Buon compleanno, bellissimo amore

riuscissi soltanto a spiegarlo a parole

il tanto che danno le singole ore

d’autunno passate con te


Buon compleanno e se tra mille di questi

ci troveran i resti uniti in eterno

Non eran soldati”, le stelle diranno

ma due semplici innamorati”




Non posso non concludere questa carrellata con 1 in + degli 883, una canzone che risento ogni anno e che, ne sono sicura, è la colonna sonora dei compleanni di molti di noi (la trovate a questo link):


Happy birthday to you, happy birthday to me,

ma quanta strada che

devo avere già sul contachilometri

senza grippare.

Guardo indietro e so già

che cosa troverò nel mio passato

i regali che mi ha fatto il tempo e che avrò

per sempre addosso:

luoghi, persone, tramonti, città,

autogrill, motorini, gazzette nei bar,

fidanzate perdute, trovate, motel,

libri, dischi, profumi che ho in me


Uno in più, nient’altro che un numero,

uno in più, nient’altro che un simbolo,

perché più vado avanti e più mi sembra che

io mi possa fidare di me, non tantissimo

un pelo di più, ma sempre un po’ di più



La poesia del mese


Per il mese di settembre ho scelto un componimento di Alfonso Gatto dal titolo Arietta settembrina, che descrive bene l’atmosfera di questo periodo dell’anno.


Ritornerà sul mare

la dolcezza dei venti

a schiuder le acque chiare

nel verde delle correnti.

Al porto, sul veliero

di carrubbe l’estate

imbruna, resta nero

il cane delle sassate.

S’addorme la campagna

di limoni e d’arena

nel canto che si lagna

monotono di pena.

Così prossima al mondo

dei gracili segni,

tu riposi nel fondo

della dolcezza che spegni.



Le foto del mese


La prima settimana di settembre è finalmente tornata in Italia la mia amica Luana, dopo quasi un anno di chiusure e restrizioni che l’hanno costretta a rimanere bloccata a Londra, dove vive e lavora dal 2016. Sono stata incredibilmente felice di rivederla e di passare del tempo con lei!



Dal 4 all’11 settembre i miei genitori ed i miei zii sono partiti per una vacanza in Sicilia… e io ho fatto la dogsitter! Otto, il bassottino di famiglia, era rimasto solo, senza i “genitori” e gli “zii”… così è stato tutta settimana con me!

Come già l’anno scorso, è stato molto piacevole occuparsi di lui, perché è un cane davvero buono e tranquillo, affettuoso ed amante della compagnia degli umani. Abbiamo fatto delle lunghe passeggiate, comprato brioche d’asporto la mattina nel bar pasticceria sotto casa, cucinato carne e pesce (lui è un cane onnivoro) e ci siamo anche un po’ rilassati davanti alla tv. Una settimana always together!



Sabato 18 io e la mia amica Mara abbiamo fatto un giretto a Orticola, la mostra – mercato milanese di piante e fiori che è sempre stata un must di maggio, è stata annullata per due primavere ed è stata, infine, organizzata e proposta in questa inedita versione settembrina. Rispetto alle scorse edizioni del mese di maggio non c’erano gli iris sbocciati ed i fiori di primavera, ma c’erano tutti i colori ed i frutti dell’autunno. E poi rose tardive di ogni colore, ortensie, ninfee, ciclamini, piante aromatiche e tanto altro. Davvero bello tornare!



Sabato 25, invece, sempre con la mia amica Mara, ci siamo concesse una golosa merenda di pre-compleanno. Siamo andati da Pavé, una panetteria-pasticceria di Milano specializzata in tortine monoporzione, ed abbiamo fatto metà per uno di due specialità, una della linea classica ed una del fuori menu stagionale: la meringata al limone e la frolla con mascarpone e fichi neri. In foto non c’è, ma dopo, vinte dalla golosità, abbiamo fatto un piccolo bis ed abbiamo diviso anche una crostatina con crema pasticcera e lamponi! Bisogna pur accoglierlo bene, questo anno in più…




Ecco il mio settembre in breve!

Sono contenta perché, se ad agosto ho potuto dedicarmi alla mia famiglia ed al mio mare, il mese di settembre mi ha permesso di passare tanto tempo con le mie amiche ed il mio cagnolino, e, mettendo insieme tutto quanto, non potrei davvero chiedere di più! :-)

Fatemi sapere com’è stato il vostro settembre: libri, film, canzoni che vi sono piaciuti, oppure qualcosa di speciale che vi è capitato… raccontatemi pure!

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in ottobre :-)

lunedì 27 settembre 2021

NUOVI CASI PER IL MONTEROSSI

 Due romanzi di Alessandro Robecchi




Cari lettori,

nuovo appuntamento per la nostra rubrica “Letture… per autori”!

Oggi torniamo a parlare di gialli targati Sellerio e, in particolare, incontriamo nuovamente un personaggio del quale vi ho già parlato più di una volta: Carlo Monterossi, l’autore televisivo di successo nato dalla penna di Alessandro Robecchi. A questo link trovate la mia recensione di altri due romanzi con il medesimo protagonista. Il post di oggi è un po’ sui generis, perché vedremo, allo stesso tempo, sia le origini che gli ultimi sviluppi della storia di Carlo Monterossi.


Questa primavera, infatti, ho approfittato dell’edizione 2021 dell’iniziativa Milano da leggere, tutta dedicata al giallo lombardo, e, tra i 10 ebook messi a disposizione e scaricabili gratuitamente dal sito del Comune di Milano, ho trovato proprio Questa non è una canzone d’amore, il primo capitolo della serie.


Poco dopo ho letto anche Flora, una delle novità di quest’anno, nonché ultimo capitolo, almeno per il momento.


Tra i due romanzi ci sono interessanti e notevoli differenze: si vede che nel mezzo c’è stato un lungo percorso, sia dei personaggi che dell’autore. Ma non aggiungo altro e vi lascio alle recensioni!



Questa non è una canzone d’amore


Carlo Monterossi è un autore televisivo di grande successo: è l’ideatore di Crazy Love, il programma che pone al centro della scena la gente comune e le sue strazianti storie affettive e familiari. Nato con un preciso intento sociologico (almeno nella mente del Monterossi), il programma è però ormai degenerato in un bieco intrattenimento. Flora De Pisis, la conduttrice, regina della Grande Fabbrica della Merda (soprannome che Carlo ha dato al canale televisivo per cui lavora), è la reginetta delle finte lacrime, del dolore altrui esibito per incuriosire i numerosi telespettatori, delle interviste impietose nelle quali gli ospiti della trasmissione vendono se stessi ed i propri cari per un po’ di soldi e visibilità.


Crazy Love è considerato l’esempio di un grande successo televisivo, Flora De Pisis è acclamata da milioni di italiani e Carlo è ritenuto quasi un genio, eppure… lui non ne può più. Con grande sconcerto della sua agente, Katia Sironi, una donna che metterebbe paura ad un branco di leoni, egli ha appena chiesto di essere estromesso dal programma. Dopo una serie di spiacevoli avvenimenti, compreso il suicidio in diretta di una moglie tradita, egli è arrabbiato con se stesso e nauseato per il fatto che la “sua creatura” gli sia sfuggita di mano.


I soldi non gli mancano, così come il tempo per ideare un nuovo probabile successo: così egli torna a casa soddisfatto, felice di passare finalmente una serata tranquilla nella sua casa, con il frigo riempito dalla materna governante Katrina, un drink e il suo amato Bob Dylan. Un evento scioccante, però, cambia le sorti della serata e non solo: un uomo, fingendosi un corriere, si intrufola nel suo appartamento e, mostrando di riconoscerlo e di avercela proprio con lui, tenta di sparargli. Il Monterossi se la cava con un’imbranata colluttazione ed a rimetterci è solo un quadro di Dylan, ma l’uomo fugge e lascia un inquietante reperto: un dito umano in una scatolina.


La polizia lo informa che, se il suo aggressore avesse avuto fortuna, egli sarebbe stato il terzo di una serie di delitti che stanno iniziando a terrorizzare Milano: già due persone sono state trovate morte nei loro appartamenti, con un colpo di arma da fuoco e un dito altrui infilato in un posto molto poco carino.


Carlo vorrebbe tornare alla sua vita di sempre, ma è rimasto sconvolto e si chiede chi possa avercela con lui a tal punto da volerlo morto, anche perché le altre due vittime non avevano niente a che fare con il mondo televisivo, quindi l’unico movente che gli viene in mente (ira causata da Crazy Love) è scartato. La curiosità per le storie altrui gli appartiene da sempre, ed egli non riesce a restare fuori proprio da quella che lo riguarda, così decide di drizzare le antenne quelle volte che si ritrova in commissariato a ricostruire i fatti e di utilizzare i tanti contatti che ha a Milano per cercare di fare luce sulla vicenda.


Mentre la sua curiosità si tramuta in una sorta di indagine, egli conosce i personaggi che – ancora non lo sa – diventeranno suoi compagni di disavventure: i poliziotti Ghezzi e Carella, con i loro superiori Semproni e Gregori, e l’investigatore privato Oscar Falcone, una mina vagante disposta, tra le tante cose, anche a dargli una mano.


Il Monterossi, però, non sa di non essere l’unico che sta facendo le sue mosse. Ci sono innanzitutto due killer molto eleganti e raffinati, che si muovono per Milano con discrezione e rapidità. E poi ci sono degli stravaganti personaggi provenienti da uno dei campi rom della città, che sembrano essere in cerca di vendetta per alcuni fatti di sangue avvenuti anni prima nell’Europa dell’Est. E – sarà un caso? - oltre alle due vittime già menzionate, iniziano a venire ritrovati degli altri cadaveri, tutti dissanguati e contrassegnati da simboli neonazisti.



Questa non è una canzone d’amore è, come già detto, il primo romanzo che ha per protagonista Carlo Monterossi, e credo che ciò sia evidente soprattutto nello stile, che mi ha ricordato molto quello dei primi racconti di Robecchi che ho letto nelle raccolte Sellerio di qualche anno fa. Trovo che, romanzo dopo romanzo, il modo di scrivere dell’autore sia diventato più riflessivo, dettagliato, a volte quasi poetico, come vedremo in Flora. In questo romanzo, invece, la penna è molto più asciutta ed incisiva, più tipica del thriller di ispirazione straniera che del giallo nostrano.

Ciò che invece c’è fin da subito e che non è cambiato è una grande ironia, legata soprattutto alla critica ed alla satira. La tv trash è sicuramente uno degli obiettivi principali dell’autore, che tuttora lavora come ideatore di alcuni programmi e conosce bene questo mondo, ma non solo. Tutti i personaggi di questa storia ricalcano, con una loro originalità, degli archetipi milanesi: l’idealista che vorrebbe mantenersi puro anche sul lavoro ma ha venduto la sua idea a chi si preoccupa solo di guadagnare e l’ha vista stravolta; la governante di origini straniere che guarda con stupore e condiscendenza ai vizi ed alle stravaganze del suo capo della “Milano bene”; l’agente che deve muovere personalità e soldi ed è tenera come uno schiacciasassi; le Forze dell’Ordine che, in una grande città come Milano, sembrano non trovare mai quiete; il professionista che ha preferito mettersi in proprio per non rendere conto a nessuno; gli emarginati che occupano le periferie ma che conoscono la città meglio di tanti meneghini di nascita.


Un thriller socio-culturale con implicazioni storiche che si rivela essere solo l’inizio di una serie che ha davvero tanto da raccontare.



Flora


A Milano è arrivata l’estate ed è davvero illegale restare a luglio in città con un clima simile, come dice lo stesso Monterossi. Eppure lui è ancora lì, un po’ perché non freme dalla voglia di visitare le classiche località di villeggiatura dei milanesi benestanti, un po’ perché sta aspettando le ferie di Bianca Ballesi, la donna con cui vive ormai da mesi un “amore non dichiarato” (leggi: una relazione in cui tutti e due fanno finta di non essere troppo coinvolti).


Una sera, però, egli viene convocato a casa del capo supremo della Grande Fabbrica della Merda, una sorta di divinità del pantheon televisivo che lui ha visto un paio di volte in tutto. Il motivo della sua convocazione è semplice ma terribile: l’amatissima (da tutti tranne che da lui) Flora De Pisis è stata rapita. Nessuno ha capito né come né perché sia successo, ma una cosa è certa: almeno per il momento, è meglio non coinvolgere la polizia, ma è necessario che coloro che lavorano ai piani alti della Grande Fabbrica (compreso lui, Carlo, che non ne fa proprio parte ma è considerato un utile cervello fino) inizino a muoversi con cautela per capire almeno dove potrebbe essere stata nascosta la diva.


Carlo coinvolge Bianca, Oscar Falcone e la socia di quest’ultimo, l’ex poliziotta Agatina Cirrielli, ma le possibili piste sono tante e soprattutto poco credibili. I piani alti pensano che qualcuno che è stato bistrattato da Flora durante uno dei suoi programmi sia in cerca di vendetta, ma Carlo non è convinto: tutti i possibili sospettati gli sembrano dei disperati senza arte né parte, che ruberebbero a fatica un pollo senza farsi scoprire.


Pochi giorni dopo, i rapitori si fanno sentire, chiedendo un riscatto considerevole ma soprattutto una condizione vincolante: un’ora di trasmissione in diretta, di sabato sera, durante il momento del picco di share. Ora di trasmissione che, a quanto pare, vedrà proprio Flora, la rapita, come protagonista. Questa richiesta megalomane conferma il sospetto di tutti che i rapitori siano dei folli, mentre a Carlo sembra di intravedere un piano lucido in mezzo a tante assurdità.



Poco distante dai bei palazzi della Grande Tivù, chiusa in un capannone di una di quelle periferie dove non si è mai degnata di mettere piede, Flora De Pisis non capisce che cosa le sta succedendo. È stata portata via con la forza e costretta a vivere in un ambiente angusto che le sembra una sorta di camerino, ma è nutrita, assistita e trattata in modo più che decente, anche se senza i suoi vestiti, i suoi gioielli ed il suo necessaire beauty sta già impazzendo. Nella stanza, ogni tanto, entrano due persone: il dottor Corrado Stranieri, un uomo maturo ed elegante dall’aria riservata, e Caterina, la donna che sembra essere la sua compagna, una persona dall’aspetto dimesso ma dallo sguardo determinato. Da quel poco che le dicono, con tono suadente ed un po’ misterioso, Flora comprende che i due hanno in mente un progetto che la riguarda, ma non ha capito come ed in che termini.


Il dottor Corrado Stranieri ha un piano bellissimo, oltre le stelle. È un’idea tutta dedicata a Robert Desnos, un poeta surrealista morto nei campi di concentramento come oppositore politico, un uomo che viveva di amori imperfetti ed arte intesa come resistenza. Egli è l’ossessione del dottor Stranieri, il cuore del suo sogno, del quale lui e Caterina sono gli ideatori, ma per realizzare il quale ha bisogno di altre persone. Compresa Flora.



Forse non è un caso che Flora sia stata pensata ed ambientata nell’estate milanese dell’anno scorso, dopo la prima grande ondata di Covid. La Milano del Monterossi che tanti di noi ormai conoscono (viva, frenetica, brulicante) sembra quasi addormentata. La stagione estiva, che porta i milanesi quasi a scappare dalla loro città, e gli strascichi del lockdown primaverile contribuiscono all’atmosfera di alienazione.


Anche lo stile di Robecchi, che si è fatto meno essenziale e più ricco romanzo dopo romanzo, qui, in alcune pagine, assume una connotazione quasi lirica. Si tratta di una lettura complessa, da affrontare a poco a poco, di sicuro più lentamente di altri libri dell’autore: alle indagini del Monterossi e dei suoi amici, in cui gli amanti della serie sicuramente si ritroveranno, si alterna la complessa storia di Robert Desnos, poetica come il suo protagonista, che ha vissuto per la letteratura.


Parlando con papà, lui ha definito questo romanzo una favola e credo che abbia ragione: quello che viene raccontato tra le pagine è un “sogno per adulti”, un piano oltre le stelle fatto di valori, libertà, trasmissione della cultura, al di là delle tante brutture che ti impone la vita e che spesso ti vomitano addosso i media di ogni genere. Meno critica sociale e più spazio per i sogni in questo romanzo nel quale tante certezze dei lettori appassionati della serie vengono messe in discussione e talvolta ribaltate.




Che ne dite? Avete già letto qualche romanzo o racconto di Alessandro Robecchi? Che cosa ne pensate?

Spero di avervi interessato ed incuriosito!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

giovedì 23 settembre 2021

CHIACCHIERE D'AUTUNNO

 Tutto ciò che mi piace di questa stagione




Cari lettori,

in questi giorni è ufficialmente arrivato l’autunno… o almeno, così dice il calendario! A casa vostra fa ancora caldo? O avete già salutato l’estate da qualche giorno? Da me è ancora abbastanza caldo, ma meno di prima.


Come mio solito, anche quest’anno ho pensato di accogliere l’arrivo di ogni nuova stagione, a partire dell’autunno, con un post a tema. In passato abbiamo parlato dell’autunno in poesia, in musica, con un tag personale e con consigli di lettura. Quest’anno, ispirandomi un po’ a quello che ho trovato su internet tra Blogspot, Instagram e YouTube, ho pensato di creare una sorta di “guida stagionale” con tutto quello che, per me, è tipico e bello da vivere in ogni periodo dell’anno.


Oggi, infatti, vi parlo dei miei “autumn essentials”. Ogni anno, quando arrivo settembre, vedo la community dei bloggers di libri e cultura che si fa prendere da un grande entusiasmo: tra gli amanti della lettura sono in tanti quelli che si sentono più attivi e di buonumore con il calo delle temperature ed il cambio della stagione.


Purtroppo, come credo ormai tanti di voi sapranno, io non sono proprio tra questi, o meglio, provo dei sentimenti contrastanti nei confronti dell’autunno. Ogni anno, infatti, ho la grande fortuna di vivere l’estate sulle rive del “mio mare”, e se è vero che questo mi ricarica moltissimo in quanto ad energie fisiche e mentali, è anche innegabile che settembre è un mese velato di malinconia, perché ogni anno la mia villeggiatura d’agosto sembra volare. In più, sono una persona che preferisce il binomio primavera/estate a quello autunno/inverno, e, in particolare, la stagione che ci apprestiamo a vivere porta con sé un progressivo ritorno del buio e del freddo, due cose che non amo affatto.


Come premessa non è il massimo, eh? Lo so, lo so… non faccio parte degli entusiasti dell’autunno. Credo che l’unica motivazione che condivido davvero con i miei colleghi blogger che invece ne fanno parte sia la gioia per il fatto che, dopo la pausa di agosto, si ritorna ad occuparsi del blog con ancora più energia e passione di prima. Però sarei stata felicissima di continuare a scrivervi dal balconcino di Varazze con l’aria calda delle sere estive, dopo una giornata di sole e mare e un piatto di pasta con sardine e pomodorini. Almeno fino a novembre, diciamo :-)


Scherzi a parte, negli ultimi anni ho imparato ad apprezzare tante piccole cose dei mesi autunnali (stupendo persino me stessa, direi) così ho pensato di raccontarvele qui!



1. IL FOLIAGE


Partiamo dal classico dei classici: le foglie che cambiano colore. Prima vi raccontavo di Varazze con un certo struggimento, ma se proprio devo trovarle un piccolo difetto è il fatto che lì, con la macchia mediterranea, gli alberi hanno sempre le stesse tonalità, perché sono in gran parte sempreverdi. Poco male: faccio qualche scappata lì quando ho nostalgia dei colori dell’estate, e per il resto, qui a Cernusco, mi godo quelli dell’autunno. Un albero che predomina qui in provincia di Milano è sicuramente l’acero. Le sue foglie a tante punte hanno iniziato la trasformazione da verdi a gialle già i primi giorni di settembre: poi arriva l’arancione, poi il rosso… passeggiando e dando un’occhiata a viali e giardini, ci sono colori davvero spettacolari!



2. LA LUCE


Io adoro il sole e l’estate, ma perfino un’entusiasta come me riconosce che, specie nei periodi estivi che capita di trascorrere lontano da luoghi di refrigerio come mare e montagna, quando ci sono le cosiddette “ondate di caldo” il sole può risultare eccessivo ed insopportabile.


Invece la luce dell’autunno, nelle belle giornate, ha qualcosa di incredibilmente caldo. Essendo più bassa che in estate, poi, nel pomeriggio si creano bellissimi giochi di luce tra gli alberi!



3. TEMPO CON OTTO



È già il secondo anno che i miei genitori ed i miei zii, in settembre, vanno in Sicilia per una settimana ed io mi occupo da sola di Otto, il bassotto di famiglia.

Poiché vivo in appartamento, lo porto più volte al giorno a fare delle passeggiatine, ed in quei giorni ci godiamo il momento di passaggio tra l’estate e l’autunno, gli ultimi caldi, i tanti cagnolini del quartiere che sono suoi amici. In qualche altro momento della giornata invece stiamo sul divano a guardare la tv oppure lui mi fa compagnia su un cuscino nello studio mentre scrivo per voi. Il primo giorno fa un po’ di fatica senza la “mamma” (che sarebbe mia zia), ma poi stiamo bene insieme! Lui non è un vivacione, preferisce stare tranquillo ma sempre in compagnia di qualcuno, ed io mi adeguo bene ai suoi ritmi :-)



4. GITE FUORI PORTA DAGLI AMICI DEL MARE


Negli ultimi anni (a parte il 2020 causa Covid) il primo sabato di ottobre o giù di lì è quasi sempre stato dedicato ad una nostra tradizione di famiglia. A Varazze abbiamo degli amici di vecchia data, una famiglia piemontese, e spesso, in questo periodo dell’anno, siamo andati a trovarli dalle loro parti. Abbiamo fatto dei gran bei giri!

Siamo stati nel Monferrato, prima a mangiare in un posticino tipico e poi a degustare il Malvasia; abbiamo attraversato i colli di Tortona, andando per vigne ed agriturismi; siamo stati a Grazzano Visconti, un villaggio medioevale ricostruito, e poi a mangiare a Bettola, un paesino emiliano. Altre volte siamo semplicemente andati da loro in campagna e ci siamo goduti i colori dell’autunno ed il buon cibo, che comunque restano i protagonisti di queste gitarelle!



5. DI NUOVO AL PARCO COMUNALE


Da metà giugno a fine agosto, di solito abbandono il parco di Cernusco: troppo caldo, troppe zanzare, troppo mal di testa e bassa pressione (sono una vecchietta, lo so). In genere, in estate piena faccio le mie camminate sulla passeggiata Europa, il percorso che collega Varazze a Cogoleto.


Da settembre in avanti, però, posso tornare a camminare tra parco e lungo Naviglio anche per un semplice giretto pomeridiano. Spesso, fino ai primi di ottobre, il pomeriggio è ancora caldo, ma è molto più piacevole e soprattutto fattibile (certi giorni di luglio e di agosto da noi è davvero impossibile fare una camminata dopo le 10 del mattino). E poi ovviamente… si torna a parlare di foliage!



6. LA ZUCCA


Che autunno sarebbe senza zucche? Ogni anno i fan della stagione si dividono tra chi ama intagliarle per Halloween e chi ama cucinarle. Io faccio parte del secondo team!


Il mio preferito di sempre è il risotto alla zucca, ma negli ultimi anni ho sperimentato un po’ di gustose varianti. Per esempio ci sono i tortelli, un classico della Lombardia (anche se la zona d’origine è un pochino più a Sud di Milano). Mi è capitato più volte di cucinarla in versione torta salata, con formaggi (o con un mix di ricotta e Philadelphia o con il gorgonzola) e con aggiunta di un po’ di pancetta/guanciale a cubetti che ci sta benissimo. 

L’anno scorso l’ho sperimentata al forno, a cubetti, insieme alle patate, per un ottimo contorno se magari si sceglie di mangiare solo il secondo, e mi è piaciuta proprio per la dolcezza che crea un contrasto con il sale ed il rosmarino. Lo scorso ottobre l’ho frullata per preparare una torta dolce con tanto di gocce di cioccolato…era piaciuta molto anche ai miei e credo proprio che ripeterò la ricetta (che trovate in questo post ).


Mi piacerebbe provare a fare una vellutata di zucca, anche se non sono molto brava con le minestre fatte in casa. Vi farò sapere se mi riesce!



7. LA CUCINA AUTUNNALE IN GENERALE


Tra i miei preferiti di stagione ci sono tanti classici: il risotto con i funghi (una delle mie trattorie preferite di Varazze lo fa con i porcini freschi), la torta di mele, le caldarroste, il ritorno di piatti di carne un po’ più corposi dopo che per tanti mesi ho preferito pesce e ogni tanto affettati.


In settembre, se posso, cerco di cucinare le ultime ricette con le melanzane dell’orto di papà: sono le verdure estive che riescono a sopravvivere meglio fino all’inizio dell’autunno e mi piace preparare ancora qualche pietanza da mesi caldi, prima che la stagione cambi definitivamente.


In zona Halloween sono molto tradizionalista ed i miei dolci preferiti sono quelli del Ponte di Ognissanti: il Pan dei morti (dei grossi biscotti con cacao, frutta secca e canditi) e la torta paesana fatta di pane, latte, cacao, noci ed altri ingredienti ancora. Comunque, se pensate che io non compri anche i biscotti di frolla con Nutella a forma di zucca o cappello di strega, amati dagli under 12 di tutto il mondo… mi sa che non mi conoscete ancora bene.


Infine, bevo poco, ma dopo mesi di vinello bianco fresco (buono, eh, non dico mica di no) un goccio di vino rosso lo bevo nuovamente più che volentieri per accompagnare i piatti autunnali.



8. ANCORA UN PO’ DI TEMPO NELL’ORTO ED IN GIARDINO


A settembre, fichi e uva sono i protagonisti dell’orto di papà. Quest’anno i fichi stanno maturando a poco a poco: un buon segno, dal momento che altri anni sono cresciuti tutti insieme e ci hanno obbligato a mangiare crudo e fichi per giorni per non farli marcire (un sacrificio, eh). L’uva invece, purtroppo, quest’anno si è ammalata: se penso che l’anno scorso, la domenica in cui ero sola con Otto, ho fatto praticamente la vendemmia, un po’ mi dispiace, ma pazienza.

Quando l’autunno sarà un po’ più inoltrato, matureranno i cachi!


In generale, fino a metà ottobre si può sfruttare ancora il giardino della casa di famiglia per leggere sulla sdraio o per chiacchierare all’aperto dopo il pranzo domenicale. A settembre ci sono persino gli ultimi girasoli!



9. LE FUGHE AL MARE SE SI HA NOSTALGIA DELL’ESTATE


Allego fotografia risalente al 1 novembre del 2016, durante un “ponte di Halloween”. Spiaggia tranquilla, un assaggio di mare, un caldo spettacolare, occhiali da sole e pranzetto ligure. Voglio dire, belle le atmosfere autunnali, ma ogni tanto si deve pur tornare a godere le vibes della propria stagione preferita, no?



10. I WEEKEND DI PIOGGIA E RELAX


Incredibile ma vero, a piccole dosi (piccole, ribadisco) mi piacciono pure quelli. Quando inizia la bella stagione, inizio a non sopportare più di stare al chiuso, ed i weekend del tutto casalinghi mi annoiano un po’: come vi dicevo, mi basta anche il giardino, ma non mi va più di girare tra studio e salotto.


In autunno, invece, con i primi freddi veri e le prime lunghe precipitazioni, torno ad apprezzare anche i ritmi più lenti del sabato e della domenica. So che tanti di voi, in questo tipo di weekend, amano le maratone di serie tv, ma io non sono proprio una persona da binge watching. Preferisco un bel film dopo cena e leggere o scrivere durante il giorno. Comunque ogni tanto, persino per una fan del sole come me, un singolo weekend di maltempo può essere ok. Basta non esagerare!



11. LA RIAPERTURA DI CINEMA, TEATRI, MOSTRE...


La ripresa delle attività culturali dopo la pausa estiva è da sempre uno dei motivi che mi fa gioire per l’arrivo dell’autunno, ma quest’anno è più che altro un auspicio. Lo scorso settembre eravamo partiti con entusiasmo ed ottimismo per poi trovarci subito in difficoltà in ottobre.


Personalmente cerco di restare positiva… forse quest’autunno, nonostante regole un po’ complicate, potremo tornare a goderci uno spettacolo teatrale, un film al cinema, una mostra, un firmacopie del nostro scrittore preferito. E poi io, finalmente, potrò scriverne!


Ovviamente lo stesso discorso vale per la riapertura della scuola di danza, una realtà che l’anno scorso abbiamo portato avanti quasi solo con videolezioni. Speriamo in bene!



12. ABBIGLIAMENTO AUTUNNALE E TRUCCO MAGENTA


Se potessi scegliere, credo che andrei in giro in prendisole tutto l’anno, oppure in bermuda e infradito come Peppe Piccionello (non sapete chi è? Date un’occhiata qui). Eppure mai come quest’anno vorrei tirare fuori la parte più elegante del mio abbigliamento autunnale, specie gli abiti, i collant, gli accessori più vistosi.

L’autunno scorso, per via delle restrizioni che ben conosciamo, ho praticamente consumato maglioni, felpe e pantaloni sportivi perché erano comodi per lavorare con i bambini, ma poi ho lasciato ben appesi sulle grucce tutti quegli indumenti che usavo per cene fuori, teatro e cinema, anche solo per un’occasione di famiglia o con gli amici.


Stesso discorso per il trucco: non sono bravissima, ma quel poco di passione che avevo mi è passato all’idea di avere visibili solo gli occhi. L’altro giorno stavo dando un’occhiata alla mia piccola collezione makeup e ho riscoperto l’esistenza di un paio di rossetti tra il rosso cupo ed il mattone perfetti per questa stagione, nonché un ombretto magenta che è da sempre il mio preferito del periodo.



13. I PROFILI INSTAGRAM PER “INSPO”


Quando arriva settembre, ho bisogno di un po’ di energia positiva dai fan dell’autunno!


Uno dei miei profili autunnali (e poi natalizi) preferiti è quello della scrittrice self di romance Elisa Gioia (a questo link trovate la mia recensione al suo romanzo Non fa più rumore), che è anche una bravissima fotografa specializzata in scatti casalinghi che creano subito un’atmosfera intima ed accogliente (lo trovate qui).


questo link trovate invece “Scent of woods”, il profilo gestito da Lara, una ragazza che parla soprattutto di vita nella natura, scelte ecologiche e cura di piante ed animali domestici.


Tra i profili stranieri, da settembre a Natale seguo sempre con piacere Zoe Sugg, detta Zoella, che è davvero la regina della casa con mille idee per creare un’atmosfera stagionale di volta in volta diversa (date un’occhiata qui).


Infine, mi piacciono molto quei profili, come "The cozy days", che sono una sorta di antologia di scatti autunnali altrui (con i crediti, ovviamente).



14. LE FRAGRANZE PER LA CASA


Da quando sono andata a vivere da sola, i miei zii paterni mi hanno regalato un diffusore di oli essenziali e ogni tanto mi portano altri oggetti come legnetti o candele per profumare la casa. Non era un’abitudine che avevo quando vivevo in famiglia, ma da quando sono sola ho notato che in autunno ed inverno mi piace molto.


Per l’autunno, di solito, aspetto ad utilizzare le fragranze più calde e speziate (tipo arancia e cannella, per dire) che sono perfette in inverno.


L’autunno scorso ho utilizzato due profumazioni, una alla vaniglia e l’altra al melograno, e le ho trovate perfette. Ne ho ancora un po’ per questo autunno!



15. … IL MIO COMPLEANNO!


Last but not least, ormai mancano pochissimi giorni: il 28 compirò 32 anni. I 31 anni sono stati caratterizzati da tanti momenti di crescita e cambiamento, ma anche di grande impegno. È stato un anno tosto ed emozionante dal quale mi sento uscita migliore, però, sia a causa del Covid che di motivi più personali, la bilancia si è sproporzionata un pochino troppo: molti doveri, pochi piaceri. Ora, dopo una bella estate, vorrei un po' più di equilibrio e qualche momento di leggerezza anche in autunno… per me, certamente, ma anche per tutti noi. Vedremo che cosa mi porteranno i 32 anni!




Avevo immaginato questo post come una lista di essentials in linea con quello che avevo visto tra Instagram, Blogspot e YouTube, ma come mio solito mi sono messa a “chiacchierare sulla carta”! Mi sono resa conto che ogni tanto mi piace scrivere con voi qualche post più leggero che vada nella rubrica “Per conoscermi meglio”. Voi che ne pensate, ogni tanto vi fa piacere andare un po’ più sul personale?

Fatemi sapere se a voi piace questa stagione e quali sono le vostre tradizioni del periodo. Buon autunno a tutti! Grazie per la lettura, al prossimo post :-)