Romanzi gialli letti nell'ultimo periodo
Cari
lettori,
per
la nostra rubrica “Letture...a tema”, oggi vi presento una serie
di romanzi recentemente edita da Sellerio che ha come minimo comun
denominatore il giallo.
Ho
già parlato su questo blog degli autori che oggi sono protagonisti,
e mi fa piacere potervi presentare le uscite relativamente più
recenti, perché immagino che qualcuno di voi abbia già letto
questi romanzi e mi piacerebbe poterne discutere insieme.
Ecco
dunque i gialli della Sellerio che ho ultimato recentemente!
Fate
il vostro gioco, di Antonio Manzini
Rocco
Schiavone, dopo le tante disavventure capitategli in Pulvis et
umbra, il capitolo precedente (qui la recensione), si ritrova
sempre più solo, abbandonato dagli amici e tradito da una delle
persone di cui si fidava di più.
Nel
corso di un autunno che ad Aosta si fa sempre più gelido, egli
inizia ad indagare sull’omicidio di Romano Favre, un ex-ispettore
di gioco del casinò di Saint-Vincent.
Mentre cerca di comprendere
chi possa aver aggredito a casa sua una persona ormai in pensione e
benvoluta nel quartiere, fa due importanti scoperte.
La
prima sono i loschi traffici che che girano intorno al mondo del
Saint-Vincent: il gioco d’azzardo nasconde quasi sempre degli
affari illeciti e molto pericolosi, e questo casinò sembra non fare
eccezione.
La
seconda è la conoscenza della madre di Gabriele, il suo vicino
adolescente che, suo malgrado, lo ha “adottato”. Si tratta di una
donna piuttosto difficile e fragile, con un grave problema personale.
Nel
frattempo, a Roma, Enzo Baiocchi, il fratello di Luigi, assassino
della moglie di Rocco, inizia a collaborare con la giustizia. Il
vicequestore è terrorizzato all’idea che il suo passato venga
fuori e tenta in ogni modo di mettersi in contatto con Sebastiano, il
suo vecchio amico, che però è ai domiciliari e si fa negare…
La
storia, anzi, le storie (quella romana e quella valdostana) di Rocco Schiavone proseguono.
Per ogni aspetto che sembra migliorare nella
vita del vicequestore (il suo tentativo di far pace col passato, il
suo impegno nell’essere una “figura paterna”, il suo
atteggiamento più clemente con i sottoposti), c’è sempre qualcosa
che lo rimette inevitabilmente in difficoltà.
Fate
il vostro gioco è solo la prima
parte di una coppia di romanzi dedicata al mondo del gioco d’azzardo.
Rien
ne va plus, di Antonio Manzini
La
storia lasciata in sospeso in Fate il vostro gioco prosegue in
questo romanzo.
L’assassino di Romano Favre è stato catturato, ma
Rocco non si sente soddisfatto, perché è convinto di aver trovato
soltanto una persona, ma non un movente.
Mentre
sta ancora meditando sul caso appena chiuso, egli si ritrova
costretto ad un’altra delle sue “amatissime” spedizioni in alta
quota, nel bel mezzo di un inverno che è nuovamente piombato addosso
ad Aosta, tra neve e vento gelido.
Proprio da una di queste strade
imbiancate, infatti, è sparito dal nulla un furgone portavalori,
carico di milioni di euro che, caso curioso, provenivano proprio dal
casinò di Saint-Vincent. Rocco inizia a pensare che l’assassino
dell’ex ispettore sia solo un esecutore materiale e non il
mandante, e che l’omicidio sia collegato con la sparizione dei
soldi, che sicuramente non sono puliti.
Anche
a Roma la situazione è molto delicata: l’amico Sebastiano, con cui
Rocco ha litigato, è fuggito dagli arresti domiciliari, ed il
vicequestore ha sempre più paura che la sua vendetta di anni fa nei
confronti di Luigi Baiocchi venga alla luce.
Un’altra sua
preoccupazione riguarda la scomparsa di una donna che lo ha deluso e
tradito, rivelandosi alle dipendenze dei servizi: il sospetto che
ella lo controlli da lontano e poi riferisca ai suoi superiori è
troppo forte per essere ignorato.
La
caratteristica più interessante di Rien ne va plus, a mio
parere, è che in questo romanzo Rocco Schiavone, lentamente e suo
malgrado, inizia a rivalutare il luogo in cui è stato costretto a
vivere e le persone che ha intorno.
Alla fine di Pulvis et umbra
sembrava che al vicequestore non fosse rimasto più nulla per cui
essere felice, ma sia questo romanzo che il precedente mostrano al
lettore un “nuovo” Rocco, che, nonostante tutte le difficoltà,
si impegna davvero per voltare pagina. Egli divide la sua casa con la
cucciola Lupa, con Gabriele e con sua madre, che si trova in
difficoltà; aiuta il suo amico e sottoposto Italo, che cede sempre
più spesso ad una brutta tentazione; recupera i rapporti con i suoi
amici romani, che sono cresciuti con lui e non sopportano più l’idea di
tenerlo lontano, anche se è una “guardia”.
Certo, non è un
idillio, ma da Rocco Schiavone non ce lo aspettiamo, giusto?
Resta
una sola preoccupazione: Antonio Manzini ha dichiarato che nel
prossimo capitolo “crollerà il castello di Rocco, inizieranno a
succedere cose brutte” (come se fino ad ora fosse stato tutto un
Carnevale, tra l’altro). Ci toccherà aspettare qualche mese per
conoscere appieno il significato di queste parole...
A
bocce ferme, di Marco Malvaldi
Nuovo
capitolo per i vecchietti del BarLume di Pineta, sempre dediti alla
lettura del giornale, alla discussione di fronte ad un caffè e
soprattutto all’indagine non autorizzata.
Questa volta, però, a
fornir loro materiale non ci pensa la recente cronaca, bensì un
vecchio caso mai risolto.
Un
giorno, infatti, tra i necrologi, essi trovano quello di Alberto
Corradi, proprietario della Farmesis, una nota e ricca azienda
farmaceutica del litorale toscano.
L’eredità, in linea teorica,
spetterebbe al figlio Matteo, ma Alice Martelli, vicequestore e
fidanzata di Massimo Viviani, viene convocata dal notaio perché
Alberto Corradi, insieme al testamento, ha lasciato uno scritto che
sembra una vera e propria bomba ad orologeria. Egli, infatti,
confessa di essere stato lui ad uccidere il padre putativo, Camillo
Luraschi, fondatore della Farmesis, che era stato trovato nel ‘68
nella sua macchina, colpito da un proiettile al volto.
Pochi
giorni dopo, un ex dipendente della Farmesis viene trovato ucciso in
casa sua. Alice giunge sul luogo del delitto e, consultando l’agenda
della vittima, scopre che l’uomo aveva dato appuntamento ad alcuni
giornalisti, promettendo di rivelare un importante segreto.
Come
i fan della serie già immagineranno, il cold case tornato
improvvisamente ad essere attuale risveglia nei vecchietti moltissimi
ricordi. Il romanzo è ricco di discussioni sul ‘68 e sul clima
politico dei tempi, anche perché, ovviamente, ognuno dei quattro
vecchietti ha un’opinione tutta sua e non può fare a meno di
litigare con gli altri tre.
Una domanda su tutte interessa anche
Massimo: che cosa ha combinato nonno Ampelio in quegli anni? Perché
si è ritrovato coinvolto in una rissa con un professore
universitario, lui che era ferroviere e non certo studente? Egli dice
di non andarne orgoglioso, ma forse non tutto è come sembra!
Per
chi già conosce i casi del BarLume, questo romanzo è sicuramente
una piacevole conferma. Credo però che la forza di questo libro,
rispetto ai capitoli precedenti, sia la capacità di fare luce sui
sentimenti più intimi dei personaggi, che troppo spesso si nascondono dietro l’ironia: il malumore di Massimo, il desiderio di
maternità di Alice, alcuni rimpianti dei vecchietti.
Marco Malvaldi,
in definitiva, ci spinge a riflettere con la sua consueta leggerezza.
Il
delitto di Kolymbetra, di Gaetano Savatteri
Questo
romanzo è il secondo, dopo La fabbrica delle stelle ed una
serie di racconti, che ha per protagonista Saverio Lamanna, in
passato giornalista e portavoce di un politico a Roma, ora
disoccupato che ha scelto di tornare nella casa dei suoi in Sicilia e
che arrotonda con qualche articolo per i giornali locali.
Proprio
una di queste riviste lo contatta per seguire da vicino alcuni scavi
archeologici che si stanno svolgendo ad Agrigento, nella Valle dei
Templi. L’obiettivo degli archeologi è tanto chiaro quanto
ambizioso: portare alla luce un antico teatro sepolto, della cui
esistenza sono comunque certi.
Lamanna,
dopo qualche incertezza, si decide a spostarsi da Màkari ad
Agrigento, accompagnato dal suo inseparabile compare Peppe
Piccionello, vecchio amico di suo padre e suo mentore per tutto ciò
che riguarda lo stile di vita siciliano.
Appena
arrivati, i due si ritrovano a cena con il professore universitario
Demetrio Alù e con la sua “corte”, composta da colleghi
ambiziosi ed assistenti perennemente relegati in una posizione
subalterna.
Il
giorno dopo, inaspettatamente, Alù viene trovato morto a Kolymbetra,
uno dei luoghi archeologici più affascinanti di Agrigento. Per
Lamanna e Piccionello, che già in altre occasioni sono stati
detective per caso, è di nuovo il momento di indagare.
Saverio,
però, per la prima volta dopo tanto tempo non riesce ad essere
sempre ironico e dissacrante, come suo solito. Egli, infatti, è
stato raggiunto dalla fidanzata Suleima, che però è lì per lavoro
insieme al titolare del suo studio, un architetto dall’aria
affascinante per le donne e vagamente minacciosa per gli uomini.
Anche la gelosia è un nemico da cui guardarsi…
Sono
veramente felice che, dopo un primo esperimento con i racconti,
Savatteri abbia deciso di dedicare (per ora) due romanzi a Saverio
Lamanna ed al suo mondo.
Il protagonista è un letterato un po’
ozioso e molto ironico che non può non piacermi; Peppe Piccionello,
più che un personaggio, è uno stile di vita; i luoghi in cui è
ambientata la storia sono davvero splendidi; ci sono tanti,
tantissimi riferimenti al “mio mondo” delle Lettere.
Personalmente non vedo l’ora di un nuovo capitolo!
Avete
letto questi romanzi? Vi sono piaciuti?
Quale
di questi autori è il vostro preferito?
Quale
“ritorno” in libreria attendete con più impazienza?
Aspetto
una vostra opinione!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Ciao!👋 Non ho letto nessuno di questi romanzi, ma mi incuriosiscono quelli di Antonio Manzini!😊
RispondiEliminaCiao Vanessa! Allora spero che i libri di Manzini ti piaceranno :-)
EliminaHo letto solo il primo libro della serie su Rocco Schiavone e me ne sono innamorata! Conto di riprenderla quanto prima!!!
RispondiEliminaCiao Angela! Contentissima che anche tu sia fan di Rocco :-)
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