lunedì 29 agosto 2022

I PREFERITI DI AGOSTO 2022

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori, 

ben ritrovati! Che gioia riaprire il blog dopo ben quattro settimane :-) 

Come state? Come avete passato questo mese?

Anche quest'anno, come da tradizione, è arrivato il momento dei "Preferiti del mese" che mi piace di più e che, allo stesso tempo, mi rende più malinconica preparare: quelli di agosto! Mi sembra di aver appena condiviso con voi la mia felicità per l'inizio dell'estate...ed invece eccoci qui! Sarebbe un peccato, però, intristirsi: personalmente sono super soddisfatta di questo agosto 2022! Ecco tutto quello che mi è piaciuto, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese


Complice il compleanno di papà ed un regalo libroso che non manca mai, quest’estate tutti, in famiglia, siamo tornati nella Toscana degli anni ‘60 e ‘70 a salutare un nostro vecchio amico, il commissario Franco Bordelli.


Amico che, nell’aprile del ‘72, è andato ufficialmente in pensione, ma non si dà pace. Fin dal suo viaggio di ritorno in macchina dal commissariato, dove ha recuperato una scatola con i suoi ultimi averi, egli rimugina su quale potrebbe essere il suo destino.


Certo, la sua pensione si prospetta tutt’altro che solitaria o noiosa: la sua casa di campagna, il suo oliveto del quale si occupa con l’aiuto di un esperto contadino, il cagnolone Blisk, la fidanzata Eleonora e gli amici di sempre gli danno grande gioia e conforto. Tuttavia, egli sente come un pungolo nel cuore, la sensazione di non avere ancora fatto qualcosa che invece sarebbe suo compito.


È proprio durante una delle sue lunghe e solitarie passeggiate lungo l’Imprunetana, mentre egli ripensa agli anni della guerra ed alle persone che purtroppo non ci sono più, che quel pensiero, leggero come una farfalla, gli esce dalla mente, proprio davanti ad alcune tombe.


Il suo pensiero corre veloce a quando era entrato in polizia da poco, nel ‘47, e la guerra era tutt’altro che un ricordo da rispolverare davanti al fuoco. In quel clima di rancori e rappresaglie era stato trovato morto in un campo Gregorio Guerrini, il figlio poco più che ventenne di un farmacista colluso con dei potenti fascisti. Al tempo il caso era stato archiviato in fretta e considerato una sorta di vendetta trasversale nei confronti del padre, che, qualche anno dopo, si era suicidato per il senso di colpa. Bordelli, però, si è sempre sentito in difetto, non solo per non aver risolto il caso, ma anche perché, essendo al tempo un novellino, non aveva avuto tempo e spazio per condurre l’indagine a modo suo.


Nella sua mente si fa strada l’idea di indagare per conto suo, con il tacito aiuto delle tante persone che gli sono amiche in commissariato, e senza destare troppo clamore. La morte del giovane Guerrini sembra affondare in un lontano passato: la madre, rimasta sola, ha perso il senno, e persino il personale domestico non parla volentieri di un ragazzo che in vita era stato un viziato prepotente ed è andato incontro ad una ben misera fine. Ma Bordelli sa come indagare con discrezione – è stato il suo mestiere per una vita – e parlando con l’ex collega Diotivede, medico legale in pensione, si rende conto che le ferite sul corpo di Gregorio raccontano più una storia di disperazione che una fredda esecuzione.



Nel frattempo, Pietrino Piras, il suo braccio destro che per lui è come un figlio, è diventato vice commissario, e, anche se il suo carattere riservato non lo ammetterebbe mai, ha ancora bisogno di confrontarsi con il suo mentore Bordelli.


I casi con cui il commissariato ha a che fare in questo periodo sono due, uno più odioso dell’altro: l’aggressione ad un ragazzino delle scuole medie – che per fortuna è riuscito a scappare – da parte di un maniaco sessuale, e l’uccisione di un giovane prete molto chiacchierato. Pane per i denti di Bordelli, che ha già avuto a che fare con un terribile crimine contro un minore, anni prima, e che ha sempre avuto una certa avversità per il clero. Non proprio le attività abituali di un pensionato…



Non è la prima volta che un romanzo del commissario Bordelli finisce tra i miei preferiti del mese, e leggendo Non tutto è perduto ho riflettuto sul perché. Come ormai saprete, vi propongo abitualmente un buon numero di gialli su questi schermi, e, pur avendoli apprezzati quasi tutti – alcuni anche molto – non ho potuto fare a meno di notare come, talvolta, il cliché del “tutore dell’Ordine ombroso” si ripeta un po’ troppo spesso: l’idea del poliziotto messo in scacco dalla vita, talvolta proprio affetto da sintomi depressivi, forse è stata usata un po’ troppo spesso negli ultimi anni. Quindi, per quanto i romanzi di questo tipo spesso mi piacciano, non posso fare a meno di intristirmi un pochino e di trovare anche ripetitivi questi personaggi.


Invece dal commissario Bordelli torno sempre volentieri perché, se dovessi descriverlo con una riga, direi che è un uomo che ama moltissimo la vita. Le sue zone d’ombra hanno sempre motivazioni reali: il suo passato da partigiano in guerra, gli orrori visti, il lutto per i suoi genitori e gli amici che gli mancano, la violenza che Eleonora ha subito qualche anno prima. Questo lo porta, a mio parere, ad essere un personaggio davvero equilibrato, e ad essere felice quando le cose, invece, vanno bene. Egli ama il suo lavoro, tant’è che in qualche modo se ne occupa anche da pensionato, ma non ne fa l’unica ossessione al punto da sentirsi perso senza: ci sono i libri, l’orto, le passeggiate, tante altre attività che compie non come riempitivo, ma perché sono pezzi di vita altrettanto importanti. È uno spirito libero e questo lo porta a stare bene anche da solo, ma apprezza la compagnia degli amici, ai quali vuole sinceramente bene, ed è felice con la fidanzata, con la quale ha una relazione seria ma dallo stile molto “libero” per i tempi.


Non sono l’unica a pensare questo: ancora una volta, come già accaduto nel corso della serie, compare un ospite, il colonnello Arcieri, agente dei Servizi Segreti nato dalla penna di Leonardo Gori. Ho letto tanti dei libri che lo vedono protagonista (ve ne parlo meglio qui e qui) e, non ricordo in quale, Arcieri descrive la prima casa di Bordelli (prima del trasferimento in campagna) come “piccolina ma piena di tanto amore”, il che mi sembra perfetto.


Infine, una qualità che apprezzo sempre nell’autore è la valorizzazione del racconto: anche questa volta la cena che il commissario organizza a casa sua diventa il pretesto per raccontare tante storie, una sorta di affascinante sezione Decameron all’interno del libro stesso.


Non credo proprio che questo romanzo sia un congedo di Bordelli dal lettore, quindi… vediamo che cosa ci riserverà la sua prossima avventura!



Il film del mese



Come spesso accade quando sono in trasferta ligure, questo mese ho messo un po’ da parte la tv e l’ho accesa poche sere, preferendo la classica passeggiata post-cena (possibilmente con gelato…) o comunque serate in compagnia, anche se casalinghe.


Una sera, però, ho beccato una vecchia commedia dei fratelli Coen, pungente e dissacrante, dal titolo Prima ti sposo e poi ti rovino.


Protagonisti sono George Clooney e Catherine Zeta-Jones. Il primo è Miles Messay, un avvocato divorzista celeberrimo, con un onorario che si possono permettere solo persone molto ricche. I suoi clienti sono tutti appartenenti al jet set di Los Angeles e spesso sono persone con un curriculum sentimentale imbarazzante, ma Miles non se ne cura più di tanto e va avanti, fiero dei tanti sotterfugi ai quali deve ricorrere ogni giorno per far vincere la causa al petroliere fedifrago di turno. La seconda invece è Marilyn, moglie del miliardario Rex Rexroth, una delle tante arrampicatrici sociali della città che ha sposato un uomo insopportabile solo per poter diventare ricca. Conoscendo l’infedeltà del marito, ella ha aspettato l’occasione propizia e, con l’aiuto di un detective privato, lo ha “incastrato alla grande”: ora egli dovrà scucirle svariati milioni di alimenti e lei sarà una donna libera e ricca.


Purtroppo per Marilyn, tuttavia, l’avvocato di Rex è proprio Miles. Quest’ultimo è in forma un po’ meno smagliante del solito: da tempo pensa che lavoro e vita lussuosa non gli bastano più, e sente la mancanza di qualcuno di importante nella sua vita. Quando Miles e Marilyn si incontrano, tra loro c’è attrazione, e l’uomo sarebbe anche disponibile a non trionfare sul lavoro come suo solito per non danneggiarla eccessivamente, ma la donna si dimostra gelida e ben decisa ad appropriarsi di quel che le spetta.


Tra i due ha inizio così una guerra senza esclusione di colpi, tra battaglie legali, la ricerca di un nuovo ricchissimo marito per Marilyn, le trovate di Miles per fare uscire pulito Rex… e tantissime schermaglie, perché i due non riescono proprio a stare lontano l’uno dall’altra.



Non pensavo che i fratelli Coen firmassero anche commedie. Non sono una loro fan, ma se non sbaglio sono specializzati in film d’azione, giusto? In ogni caso, il “taglio” d’autore si sente: siamo nel pieno della rom-com americana, eppure ci sono, qua e là, taglienti battute che rivelano anche un certo interesse per la critica sociale.


Miles è il classico uomo di successo che ottiene tutto quel che desidera ma poi non riesce a godersi nulla, che ha così tanti soldi da ristrutturare cottage in montagna dove però non andrà mai perché non ha tempo, e che fa di professione fa il cinico in amore, almeno finché non incontra una donna più cinica di lui.


Marilyn, invece, è una cacciatrice di dote, un personaggio davvero intollerabile a prima vista, ma che nasconde una non dichiarata fragilità, un bisogno costante di rassicurarsi circondandosi di beni materiali, forse perché nessuno le ha mai regalato niente.


Non credo che il film sarebbe altrettanto piacevole e divertente se al timone non ci fossero due bravissimi attori protagonisti con un’ottima chimica. Anche tra i ruoli secondari ci sono alcuni nomi di spicco del cinema americano.


Ideale per una simpatica sera d’estate!



La musica del mese


Fortunatamente agosto è un mese che ha consentito a tutti noi in famiglia di passare del tempo insieme dopo un anno sicuramente più positivo del precedente, ma comunque molto intenso. Così ho pensato che la parola chiave del mese potesse essere famiglia.


Per quanto riguarda la musica classica vi propongo L’Adagio della rosa tratto dal balletto La bella addormentata. Nel corso di questo brano il re e la regina, dopo aver sofferto molto per la mancanza di figli, possono finalmente presentare la loro Aurora, ormai cresciuta, al regno. È una delle danze più delicate e complesse del repertorio tradizionale. Ne trovate un esempio qui.



Per quanto riguarda invece la musica leggera, ho pensato ad una canzone di Francesca Michielin, Alonso, che trovate a questo link. Il brano ha inizio con una dedica al celebre pilota ma si conclude parlando di famiglia:


Ricorda, è la famiglia la cosa più importante

Ti dicono di no, ma ci ritornerai per sempre

Ci ritornerai per sempre

E la colpa non sono gli altri se stiamo male

Siamo noi che non ci vogliamo bene

Anzi, che non ci lasciamo amare



La poesia del mese


Avendo passato il mese di agosto in riva al Mar Ligure, ho pensato di proporvi, come già fatto in luglio, un componimento del poeta Camillo Sbarbaro, nato a S.Margherita e sempre legato alla sua terra, dal titolo Era color del mare:


Era color del mare e dell’estate

la strada fra le case e i muri d’orto

dove la prima volta ti cercai.

All’incredulo sguardo ti staccasti

un po’ incerta dall’altro marciapiede.

Nemmeno mi guardasti. Mi stringesti,

con la forza di chi s’attacca, il polso.

A fianco procedemmo un tratto zitti.

Una macchina adesso mi portava,

procella appena dominata, verso

il luogo di quel primo appuntamento.

Già la svolta il mio cuore riconosce

e, raffica, la macchina imbocca,

ed ecco tu ti stacchi

un po’ incerta dall’altro marciapiede.

(Non era che un crudele immaginare:

paralitico tenta con quest’ansia

la parte, se già il male guadagni).

Il tempo di pensarti; ma nell’attimo

che dolcissima spina mi trafisse!

Acuta come questa non mi desti

altra gioia, non mi potevi dare.

T’amavo. Amavo. Anche per me nel mondo

c’era qualcuno.

O strada tra le case, benedetta,

dove la prima volta nella vita

pietà d’altri che me mi strinse il cuore.



Le foto del mese



Come al solito, vi propongo una carrellata di fotografie delle vacanze! Ecco uno scatto della “mia spiaggia” in una giornata particolarmente limpida…



...ed uno al crepuscolo, dopo un aperitivo in riva al mare!



L’8 agosto è venuta a trovarmi la mia amica Luana, che è riuscita a tornare dall’Inghilterra per le ferie d’agosto ed in quei giorni era ad Albenga con la sua famiglia!



Così come a luglio abbiamo festeggiato sia il mio papà che le mie amiche Mara e Francy, anche agosto è stato un mese ricco di importanti compleanni! Il 7 è stato il giorno di mio fratello Stefano, mentre il 24 quello di mia mamma!



Che vacanza sarebbe senza qualche pranzetto e/o cenetta appetitosa? Ogni tanto è giusto trattarsi bene :-) Quello in foto è il takeaway di una delle mie trattorie preferite: burridda di seppie (spezzatino con patate e piselli) da una parte, zuppa di pesce dall’altra!



Immancabile scatto della luna sul mare :-)



Un selfie dalla spiaggia, giusto per avere un ricordo dei miei capelli ancor più selvaggi del solito!




...e questo è stato il mio agosto! Che dire, è stato fin troppo bello, così come luglio... mi sento davvero, davvero fortunata. 

Ora (proprio oggi, in questo momento) si rifanno le valigie, si saluta la "seconda casa" e si torna alla prima. Personalmente ci torno con gioia perché negli ultimi giorni qualcosa, dalla casetta al paese agli amici, ha iniziato a mancarmi un po'. Ma anche con la solita malinconia, sia perché non so ancora che sorprese mi riserverà questa nuova stagione della mia vita, sia perché, come ormai saprete, preferisco primavera ed estate all'autunno ed all'inverno. Cercherò di mantenermi ottimista! 

Da questa settimana il blog ritorna attivo come al solito e spero tanto che con l'autunno riprenderanno anche un po' di attività culturali di cui potervi parlare. Nel frattempo attendo i vostri commenti su com'è andata quest'estate. Anche solo un saluto o due parole per sapere come state sono molto graditi!

Grazie di cuore per essere ritornati a leggermi dopo la pausa estiva! Al prossimo post :-)


lunedì 1 agosto 2022

CHIUSURA ESTIVA DEL BLOG

Buone vacanze a tutti!




Cari lettori,

anche quest’anno siamo arrivati al mese d’agosto e, come d’abitudine, da oggi il blog “va in ferie”.


Sette mesi di questo 2022 sono già scivolati tra le dita ed è arrivato un periodo che spero per molti di noi sia di meritatissimo relax e di recupero sia fisico che mentale. Io mi ritengo molto fortunata ad avere già alle spalle uno splendido luglio e mi auguro che chi di voi non ha ancora staccato possa farlo presto.


Quanto all’annata di blogging appena trascorsa (mi piace immaginarle così, come delle specie di anni scolastici…) devo dire che il bilancio è ancora più positivo della precedente. Sicuramente il fatto che quest’anno ci sia stata la possibilità di ricominciare a fare molte cose che la pandemia aveva portato via con sé ha contribuito ad una maggiore serenità ed anche alla possibilità di arricchire i contenuti del blog. Quindi, tra gli obiettivi che mi ero prefissata all’inizio del 2022, parlandovene meglio in questo post, sicuramente ce ne sono alcuni che sto portando avanti con profitto:


- Leggere spaziando di più tra i vari generi. Certamente continuo a leggere in maggior proporzione gialli e romance, ma ho riservato uno spazio ai miei amati storici, sto cercando di leggere più narrativa generale e sorprendentemente, dopo una vita, ho iniziato persino una saga fantasy. Di sicuro una parte del merito va alla challenge di lettura “La donna verde”, alla quale ho deciso di partecipare proprio perché sapevo che avrebbe allargato i miei orizzonti. Trovate i post della challenge a questo link;


- Non scrivere solo di libri, ma anche il più possibile di teatro, cinema, arte… Questa è stata una delle più grandi soddisfazioni di quest’anno, specie dei mesi autunnali ed invernali: il ritorno a teatro, al cinema, alle mostre, a Milano città per qualche evento o per vedere un balletto. Mi era mancato tutto moltissimo… ed ogni cosa è puntualmente finita sul blog!


- Terminare il progetto letterario su Dante. Trovate i post a questo link.


- Leggere meno” se serve: insomma, tenermi lontana dai libri è difficile, ma, soprattutto questa primavera, ho imparato ad ascoltarmi ed a riposarmi nei momenti in cui sentivo tutta la stanchezza della fine dell’anno scolastico. I piaceri non devono diventare doveri, no?


- Proseguire con le rubriche L'Angolo Vintage e Storytelling Chronicles. La prima è utilissima per inserire recensioni di autori di cui vi ho già parlato tante volte, la seconda, dedicata alla scrittura creativa, mi sta dando l’occasione di sperimentarmi in più stili e generi.



Quello che invece non ho ancora messo in pratica e che potrebbe far parte dei miei “buoni propositi” dopo la pausa estiva è:


- Ideare un nuovo progetto letterario. Magari nel corso di agosto mi verrà qualche idea…


- Rispolverare la mia passione per il teatro greco e latino. Ecco, questa potrebbe essere l’idea che risolve il punto precedente, ma non è detto, ci penso su.


- Recuperare alcuni classici. Mi rendo conto che in questi mesi ho cercato il giusto mix di arricchimento e svago, lasciando purtroppo da parte i mostri sacri della letteratura. Vedremo prossimamente…


- Provare ad informarmi meglio sul mondo dell’autopubblicazione. Purtroppo mi rendo conto che non riesco, nel tempo libero (contando che c’è anche la scuola di danza), a dedicarmi sia al blog che al progetto di lanciarmi più o meno seriamente come scrittrice. Ed in questo periodo della mia vita tengo troppo al blog e non ho ancora un’idea per un vero e proprio romanzo, anzi, trovo un ottimo compromesso pubblicare un racconto al mese proprio sul blog… è un modo di prendere due piccioni con una fava. Quindi credo che per ora, specie se in autunno ripartirò alla grande con tutti gli impegni, il mondo self mi conoscerà solo come lettrice…


- Migliorare la qualità delle foto a tema libri su Instagram, o almeno fare tentativi più consistenti. Ho fatto qualche tentativo, e alla fine sono venuti fuori anche scatti carini, ma le fotografie per me restano qualcosa di complementare, continuo a considerare la lettura e la scrittura “il cuore” del fare blogging. È un approccio assolutamente mio, forse un po’ analogico considerata l’importanza delle immagini sui social, ma… anche per quanto riguarda questo aspetto preferisco essere me stessa.


- Non lasciarmi deprimere dai “lati oscuri” del bookblogging/bookstagram. Ecco, ho tenuto per ultimo questo punto perché negli ultimi tempi ho fatto delle riflessioni in proposito e vorrei condividerle con voi. Io credo che ci siano due comportamenti che, se li portiamo all’esasperazione, possono rivelarsi errati:


1) Lo snobismo culturale. Ora, senza troppa falsa modestia: io ho una Laurea Triennale in Lettere e Magistrale in Filologia Moderna, ho insegnato materie umanistiche e fatto un paio di esperienze d’ufficio di tipo culturale, da più di sette anni ho un blog a tema libri e cultura. Ogni tanto vi propongo pure post letterari che voi vi sciroppate con ammirevole pazienza. Non dovrei avere difficoltà a comprendere certi contenuti, no? E invece sì. Mi sono trovata più volte e con sconcerto a non comprendere i riferimenti nelle Instagram stories di questo o quel bookinfluencer. Autori dati per super conosciuti quando per me non lo erano affatto, falso presupposto che tutti noi siamo appassionati di qualche settore specifico della letteratura, un certo gusto nello stroncare con fierezza persino capisaldi che tutti abbiamo affrontato a scuola. So che esistono molte persone preparate dieci volte più di me, ma se mi sento un po’ esclusa da certi contenuti io, mi chiedo che cosa possano pensare tutte quelle persone che nella vita fanno altro e che si accostano al mondo editoriale/culturale per curiosità o interessi hobbistici.


2) L’eccessiva imitazione degli/le influencer e, in conseguenza a questo, la chiusura in circoli ristretti. Ho notato anche io con una certa perplessità i recenti cambiamenti di Instagram, che sembra diventato una brutta imitazione di Tik tok. Condivido le lamentele degli altri utenti, perché un Tik Tok esiste già, e, non so voi, ma io lo frequento pochissimo: fatta eccezione per pochi profili che mi interessano (perlopiù a tema danza, libri, ricette), mi sembra che ci sia un po’ troppo intrattenimento spicciolo, tra scherzi sciocchi da adolescenti, challenge opinabili che sembrano divertire tanto anche i grandi (quelle in cui si spreca cibo mi fanno ammattire) e pseudo balletti che possono divertire solo se hai meno di 20 anni.

Quello che condivido un po’ meno è la disperazione dei proprietari di tanti profili bookstagram perché “dobbiamo adeguarci per forza al trend”. Scusate se faccio l’avvocato del diavolo… ma chi lo ha detto? Adesso dobbiamo piegarci pure ai capricci di Zuckemberg e soci, come se non avessimo già abbastanza obblighi nella vita? Non basta l’ossessione che ha preso molti di noi (e mi ci metto dentro anche io) per like e follower, non bastano gli orari migliori per pubblicare i post, non bastano le foto al Salone del Libro tutti nelle stesse “place to be” tipo Coachella davanti alla ruota panoramica, non bastano le recensioni colme di inside jokes comprensibili solo per il nostro circolo di amici blogger di riferimento – che ci porta engagement - e illeggibili per tutti gli altri… adesso dobbiamo metterci pure a fare mini video, anche se il nostro desiderio principale, quando abbiamo aperto il blog, era quello di scrivere?

So che questo ci costa in termini di copertura (che poi a me questo termine fa venire in mente il piano supplenze e le sostituzioni colleghi assenti, e il 1 agosto è l’equivalente di un brivido lungo la schiena), però forse è il momento di andare in controtendenza. Di utilizzare un social, e di non lasciare che un social utilizzi noi. Se i reel ci piacciono, ben vengano. Se no – a meno che non ci obblighi il nostro lavoro, ma qui, ripeto, sto parlando di passioni – la forma di protesta più efficace è non mettere in pratica questa nuova funzione dei social che, più che proposta, sembra a tutti un po’ cacciata giù a forza. Forse il tempo ci darà ragione. Non sarebbe la prima volta che, dopo un momento di hype iniziale, si crea un nuovo equilibrio.

Io resto nella mia posizione di dinosauro e spero che ci sia un bel ritorno anche su Blogspot, ed una bella rivalutazione dello scrivere, e dello scrivere bene, ma so che sono un po’ utopica. Pazienza.



Ecco, quello che volevo dire è che entrambe le vie hanno in sé due pericolosi rischi:

- Ci spersonalizzano. Imitazione fuori luogo dei critici della letteratura vecchio stampo nel primo caso, della Ferragni e soci nel secondo. Il blog (o la pagina Instagram, o Tik Tok...) è personale. Ed è la nostra passione. Se lo facciamo, lo dobbiamo fare innanzitutto per noi stessi!

- Ci fanno perdere di vista il nostro pubblico reale. Al di là dei simpaticoni su Instagram che ci mettono like e follow all’unico scopo di avere un ricambio e non leggeranno mai neanche per sbaglio una nostra recensione. Il pubblico reale è il più importante, secondo me, e, ancora una volta, è personale. Il mio è fatto da gente che ha lavorato/lavora con me e che cerca una buona lettura per le vacanze di Natale o quelle estive, ex compagni di Università che hanno piacere nel leggere quello che rispolvero dei nostri studi, conoscenti del paese a cui piacciono i gialli, ecc. E – parlo sempre per me – a queste persone non importa proprio nulla di avere la recensione in anteprima di quel tormentone che è tale solo la seconda settimana di settembre e poi cade nel dimenticatoio, di storie Instagram che riprendono uno scrittore non meglio identificato corredato dalla scritta “Voi sapete” (eh, magari invece no), di post polemica che sono in realtà veri e propri litigi con qualche altro blogger con il quale sarebbe proprio il caso di chiarire in privato. Credo che mantenere il contatto con la realtà sia fondamentale.


Insomma… altro che due parole in più. Certe riflessioni mi giravano in testa da troppo, ed evidentemente metterle su carta mi ha aiutato. Ci tengo a dire che tutto quello che ho detto non vuole essere in nessun modo un call out nei confronti di qualcuno, né un voler essere diversa per forza. Sono la prima a farmi il buon proposito di non lasciarmi trascinare in alcune dinamiche che non trovo molto positive, quindi questa riflessione serve innanzitutto a me stessa, e pareri del tutto diversi sono più che graditi.



Quest’anno vorrei fare un augurio specifico ai miei colleghi blogger & dintorni, perché ultimamente ho sentito un po’ troppi di voi delusi ed arrabbiati.

Auguro a tutti noi che questo tempo “sospeso” di ferie possa aiutarci a ritornare alle origini, a ritrovare la passione che avevamo quando abbiamo aperto il nostro blog e la nostra pagina, e soprattutto a mettere insieme una nostra personalissima ricetta della blogging-felicità.


Ringrazio moltissimo i miei 159 lettori fissi e tutti coloro che mi leggono dai vari link sui social: a tutti voi buone vacanze!



Per chi non lo sapesse, io vi saluto dalla casetta ligure di famiglia, e credo che la mia pausa dal blogging durerà, come al solito, per quasi tutto il mese. per buona Sicuramente tornerò l’ultima settimana con i soliti “Preferiti”, in modo che ci potremo raccontare le nostre vacanze. I miei social saranno sempre più o meno attivi, con qualche foto ogni tanto, certo non con la solita frequenza.


Ancora grazie di tutto, e… buon agosto a tutti voi!



Silvia