giovedì 28 aprile 2022

I PREFERITI DI APRILE 2022

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

eccoci giunti al termine di aprile ed all’appuntamento con i consueti “Preferiti del mese”! Aprile per me è stato un mese un po’ meno pieno di febbraio e marzo, complici la Pasqua ed i ponti, ma si avvicina il rush finale sia con la scuola che con danza ed una certa fatica inizia a farsi sentire.

Nel frattempo vi racconto tutto quello che mi è piaciuto in queste settimane, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese



Protagonista di Amo la mia vita è Ava, una ragazza di poco più di trent’anni che ha sempre mille progetti e poco tempo per realizzarli. Cresciuta con una madre che l’ha lasciata troppo presto e con un patrigno che poi si è risposato, ella fa affidamento soltanto sulle sue tre amiche del cuore (una più stravagante dell’altra) e sul suo cucciolo Harold, un beagle combinaguai. Ufficialmente Ava lavora – con tempi e modalità piuttosto elastici – per una casa farmaceutica, scrivendo i bugiardini; nel contempo, però, ella cerca di portare avanti mille attività extralavorative, dalla cucitura di batik all’aromaterapia, senza mai riuscire a concludere nulla di concreto.


La sua ultima, recentissima passione è la scrittura, che la porta ad intraprendere un viaggio in Puglia ed a partecipare ad una sorta di seminario in un ex convento. Il primo giorno di corso, però, alcuni inaspettati ospiti si aggregano ad Ava ed al suo gruppo di aspiranti scrittori: si tratta di appassionati di arti marziali che avrebbero dovuto partecipare ad un corso, che però è stato annullato. All’interno del convento vale la regola di utilizzare degli pseudonimi, e dopo poche ore Ava ha già conosciuto “Dutch”, uno dei nuovi arrivati. Tra una cena sotto le stelle ed un pomeriggio in spiaggia, l’attrazione è istantanea, ed Ava non ci pensa due volte prima di mandare alle ortiche il suo romanzo regency e trasformare il suo ritiro di scrittura in una luna di miele.


Al termine della settimana, “Dutch” rivela ad Ava di chiamarsi in realtà Matt e di essere londinese come lei. I due decidono di tornare dalla vacanza come coppia e di provare a far funzionare la loro storia.


Giorno dopo giorno, però, i ricordi della Puglia si allontanano e la realtà prende sempre più consistenza. Matt, con grande sconcerto di Ava, lavora moltissimo per l’azienda di famiglia, vive con dei coinquilini un po' particolari in un appartamento dallo stile vagamente horror ed è appassionato di carne rossa e golf, due cose che lei detesta. Dal canto suo, egli non sembra così disposto a tollerare alcune peculiarità di Ava: la casa arredata con mobili “di riciclo”, la cucina vegetariana, i suoi mille hobbies, i guai che combina Harold… che i giorni al mare siano stati solo un’illusione?



Ormai credo che tanti di voi sappiano che Sophie Kinsella è un’autrice “comfort” per me: amo i suoi personaggi, le sue trame mi divertono moltissimo e riesco sempre a trovare un messaggio profondo in mezzo a tanti momenti di leggerezza. Amo la mia vita è una storia che, più forse di altre sue, affronta le incombenze della vita adulta e la necessità di conoscersi bene prima di lasciarsi entusiasmare dall’inizio di una relazione. Per la venticinquenne Becky Bloomwood, personaggio di punta dell’autrice, era forse più facile frequentare senza impegno qualche ragazzo della Londra alla moda prima di incontrare il paziente Luke Brandon, che l’ha conquistata con la sua perseveranza. La più che trentenne Ava, invece, commette un’imprudenza dando subito moltissima importanza a quella che potrebbe rivelarsi solo una storia estiva.


Lo sviluppo di questa storia spesso e volentieri non è scontato, ed io stessa che sono una lettrice appassionata della Kinsella mi sono chiesta che cosa sarebbe successo ai protagonisti. A dare ulteriore corpo e realismo alla trama ci pensano i comprimari, ovvero le amiche di Ava ed i coinquilini di Matt: tra malattie croniche, madri single, aspiranti politici frustrati e nerd nel loro mondo non c’è davvero nulla di quell’atmosfera patinata che spesso avvolge i chick lit.


Soprattutto, quello che mi è piaciuto è il fatto che questo romanzo ribadisca l’importanza dell’apprezzare la propria vita com’è, accogliendo i cambiamenti quando essi arrivano e ci fanno stare bene, ma senza annullarsi in nome di un qualunque “grande amore” che potrebbe rivelarsi una bolla di sapone.


Il tutto è in “stile Kinsella”, quindi con capitoli super scorrevoli e tanto divertimento. Consigliato a tutti, ma soprattutto ai miei coetanei.



Il film del mese


Nuova avventura per Hercule Poirot/Kenneth Branagh: dopo Assassinio sull’Orient Express, egli si ritrova catapultato in Egitto, in teoria per una vacanza sul Nilo, in pratica per seguire le avventure dell’amico Bouc, che stavolta è invitato ad un originale matrimonio con viaggio di nozze incluso.


La ricca ereditiera Linnet Ridgeway ha appena sposato un ragazzo tanto bello quanto spiantato, Simon Doyle, ed ha invitato i suoi parenti ed amici più stretti ad una crociera di qualche giorno sul Nilo. I due, che si sono conosciuti e sposati in pochi mesi, si sentono perseguitati dall’ex fidanzata di lui, Jacqueline De Bellefort, che li insegue ovunque vadano. Linnet confida a Poirot di avere paura anche della propria ombra, ormai, e di desiderare una sorta di protezione anche durante il viaggio. Poirot consiglia alla coppia di rinunciare alla crociera, ma, visto che non c’è verso, decide di aggregarsi allo strano gruppo composto dagli sposini, da Bouc con la madre pittrice, dagli invitati più cari ai due innamorati.


Con grande sconcerto di tutti, Jacqueline riesce ad imbarcarsi sulla nave al primo scalo e con una scusa. Le conseguenze non tardano ad arrivare: dopo una notte molto concitata, Linnet viene trovata uccisa nel suo letto da un colpo di pistola. Jacqueline ha dormito sotto sedativi e sorvegliata tutta la notte, il che rende fin da subito l’indagine molto complessa. Il giorno dopo, inoltre, viene uccisa anche la cameriera di Linnet, che probabilmente aveva visto l’assassino ed aveva tentato di ricattarlo. Così per Poirot, dopo il criminale da scovare su un treno, arriva il momento di trovarne uno su una nave in mezzo ai coccodrilli…



Assassinio sull’Orient Express mi era molto piaciuto ed ero davvero curiosa di poter finalmente vedere una nuova avventura di Kenneth Branagh nei panni di Poirot. Rispetto alla precedente disavventura, Assassinio sul Nilo coinvolgerà molto il detective, anche dal punto di vista personale, perché risveglierà in lui anche i ricordi della guerra e del suo unico grande amore, purtroppo perduto. Non ho letto il libro di Agatha Christie, ma sono comunque riuscita a seguire molto bene il film, che secondo me coinvolge parecchio lo spettatore. L’ultima mezz’ora è ricchissima di colpi di scena, preparatevi ad un crescendo di emozioni!

Come sempre accade nei romanzi di quest’autrice, ogni personaggio ha qualcosa da nascondere ed ottimi motivi per farlo. Toccherà all’intrepido Hercule Poirot districare il bandolo della matassa!



La musica del mese



Aprile è il mese delle vacanze di Pasqua e di qualche ponte, e quest’anno, finalmente, dopo una stagione primaverile da dimenticare ed una molto sottotono, tanti di noi hanno potuto fare qualche giretto o anche solo una gita fuori porta. Per questo motivo ho pensato che la parola chiave di aprile potesse essere viaggio.



Come musica classica vi consiglio uno dei miei brani preferiti, nonché uno dei balletti che porto sempre nel cuore: il movimento Farandole dell’Arlesiana di Bizet. L’autore di Carmen ci fa sempre sognare atmosfere gitane e spagnoleggianti, e forse alcuni di voi ricordano che uno dei miei viaggi preferiti è stato quello tra Barcellona e l’Andalusia (di cui vi ho parlato qui). Inoltre questo brano è stato il nostro finale del saggio del 2018, al termine di una serata speciale dedicata ai 40 anni della scuola, e da allora questa musica è per me sinonimo di felicità e commozione insieme. La trovate a questo link.



Per quanto riguarda, invece, la musica leggera, vi propongo un viaggio immaginario nella Regione dei Laghi in Inghilterra, dove Wordsworth e gli altri poeti romantici del XIX secolo si sono ritirati per comporre le loro opere. La mia cara Taylor Swift l’ha raccontata con parole molto suggestive in un brano intitolato The Lakes, che trovate qui:


Voglio aurore e prosa triste

voglio vedere crescere il glicine sopra i miei piedi nudi

perché non mi sono mossa per anni e ti voglio proprio qui


Una rosa rossa è cresciuta dal terreno ghiacciato

senza nessuno che facesse un tweet in proposito

mentre faccio il bagno in piscine naturali tra le scogliere

con il mio pericoloso amore e un dolore insormontabile


Portami ai Laghi, dove tutti i poeti sono andati a morire,

io non mi adatto a questo mondo, e caro, nemmeno tu

questi picchi del lago Windermere sembrano un posto perfetto per piangere

Sto partendo, ma non senza la mia Musa,

no, non senza di te



La poesia del mese


Per il mese di aprile ho scelto un componimento di Sandro Penna, intitolato Sotto il cielo di aprile la mia pace, che richiama proprio le atmosfere di questo mese.


Sotto il cielo di aprile la mia pace

è incerta. I verdi chiari ora si muovono

sotto il vento a capriccio. Ancora dormono

l’acque ma, sembra, come ad occhi aperti.


Ragazzi corrono sull’erba, e pare

che li disperda il vento. Ma disperso

è solo il mio cuore cui rimane un lampo

vivido (oh giovinezza) delle loro

bianche camicie stampate sul verde.



Le foto del mese


Quest’anno, dopo aver saltato questa tradizione di famiglia due volte di fila, siamo tornati a trascorrere le vacanze pasquali nella nostra casetta di Varazze. Abbiamo trovato tanto sole ed un clima spettacolare! Ecco un mio selfie sul lungomare della mattina di Pasqua :-)



La “mia spiaggia” ha riaperto ed ho indossato per la prima volta il costume! Purtroppo non sono riuscita a fare il bagno… ho pucciato i piedi, ma l’acqua mi pareva ghiaccio fuso!



Anche a Cernusco è arrivata la primavera! La domenica prima di partire ho fatto una lunga passeggiata e fotografato tutte le fioriture tra centro storico e Naviglio. Ecco uno scatto del giardino tra municipio e biblioteca: il vialetto principale è circondato da violette e tulipani!



Una nostra passione del periodo di Pasqua è la pastiera: questa viene fatta nella pasticceria – secondo me – più buona di Cernusco, ed è veramente ottima!




Ecco il mio aprile in breve!

Devo confidarvi che “temo” un po’ maggio, ed in parte anche giugno: le scorse settimane hanno portato con sé dei momenti di tregua e respiro, ma ora mi attendono giornate pienissime… cercherò di prendere tutto con calma, un giorno alla volta (vediamo se scrivendolo riesco a farlo davvero)! Non sembra, ma si sta avvicinando la fine di più di un percorso soddisfacente :-)

Raccontatemi qualcosa del vostro aprile nei commenti!

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in maggio :-)


lunedì 25 aprile 2022

25 APRILE: DUE CONSIGLI DI LETTURA

 Due romanzi di Marco Vichi e Rosa Teruzzi



Cari lettori,

buon 25 aprile!

Anche se è una giornata di festa, vista l’importanza della ricorrenza, ho pensato di non lasciarvi senza post, ma, per la nostra rubrica “Letture...a tema”, di proporvi un paio di romanzi che proponessero tematiche in linea con la giornata di oggi.

Entrambi sono uscite relativamente nuove di serie che mi piacciono molto: quella del commissario Bordelli nata dalla penna di Marco Vichi (di cui vi ho parlato qua) e quella di Rosa Teruzzi sulla fioraia del Giambellino (che trovate in questo post).

Vi lascio alle recensioni, sperando di incuriosirvi!



Ragazze smarrite, di Marco Vichi


Anche il mese di marzo del 1970 sta terminando e per il commissario Bordelli la data del 2 aprile, suo sessantesimo compleanno e giorno del suo pensionamento, è ormai incombente. Egli non è ancora in grado di immaginarsi nella sua nuova veste di pensionato, anche se le premesse non sembrano niente male: la sua villetta di campagna sui colli toscani è spesso piena di amici che vengono a trovarlo dalla vicina Firenze; il suo pupillo, il giovane ed introverso Pietrino Piras, è stato appena promosso; il suo orto ed i suoi ulivi sono curati da un esperto fattore disponibile ad insegnargli il mestiere; Eleonora, la ragazza con la quale ha da tempo una storia irta di ostacoli, sembra decisa a restare.


Sono le ultime settimane di servizio ed egli si augura che non ci siano altri “casi maledetti” come quello dell’anziano nobile massacrato di botte nel suo appartamento per motivi di discriminazione (del quale vi avevo parlato in questo post). Il destino, però, sembra proporgli sempre nuove difficoltà. Vicino a Passo dei Pecorai, in un fosso, viene rinvenuto il cadavere di una bellissima ventenne dai capelli lunghi e scuri. Ad un primo esame la donna sembra morta di overdose, ma il medico legale afferma che, con un intervento tempestivo ed una chiamata al pronto soccorso, ci sarebbero state concrete possibilità di salvezza per lei. Appare evidente che chi era con lei si è fatto prendere dal panico, ha finito per lasciarla morire e poi si è liberato del suo cadavere. Inoltre, tutto in lei – i resti di cibi di lusso contenuti nel suo stomaco, le tracce di rapporti sessuali, alcune contusioni riconducibili a corde – fa pensare ad un festino all’insegna dell’illegalità conclusosi in tragedia.


Il commissario decide di muoversi con ulteriore cautela rispetto alla sua già nota discrezione, in modo da non mettere in difficoltà eventuali testimoni che potrebbero aiutarlo. In effetti dopo qualche tempo si fa avanti un’amica della ragazza uccisa – che nel frattempo è stata identificata come Carmela - e dice di essere l’unica che fosse un po’ in confidenza con lei negli ultimi tempi. Agli inquirenti, la donna racconta una terribile storia fatta di ragazzi annoiati, nostalgia del totalitarismo e voglia di rivalsa.



Ormai vi ho parlato parecchie volte dei romanzi di Marco Vichi e immaginerete che per me il mondo del commissario Bordelli, nonostante tutto, è quasi confortevole. È piacevole perdersi tra i piatti e le storielle dell’oste Totò (dove egli va in pausa pranzo), tra i panorami toscani di campagna e di città, tra le portate delle cene infinite che egli organizza a casa sua, le letture che egli sceglie davanti al caminetto e le bravate del suo cagnolone Blisk.


Anche in questo romanzo torna un “amico illustre” del commissario: il colonnello Arcieri, carabiniere in pensione ed ex esponente di spicco dei Servizi, nato dalla penna di un altro scrittore fiorentino, Leonardo Gori (ve ne ho parlato meglio qui).



Tanti momenti di leggerezza e serenità sembrano allietare la vita del commissario quasi sessantenne: i ricordi della Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, continuano ad essere uno spettro che aleggia sulla sua quotidianità e che purtroppo si presenta anche nei suoi casi. La storia ci insegna che dal ‘68 in avanti gli scontri ideologici tra estremisti di sinistra e nostalgici dei totalitarismi si è fatto più aspro, e Marco Vichi non manca di scriverne, inserendo sia qui che nel precedente romanzo dei criminali che fanno della svastica il loro simbolo. Se in Un caso maledetto, però, si trattava di malfattori fin troppo lucidi, qui i colpevoli hanno abbracciato una certa ideologia a causa di una vita eccessivamente privilegiata che li ha portati ad essere annoiati e prepotenti, il che, in un certo senso, è ancora peggio. Anche i racconti che il commissario Bordelli ed i suoi amici si raccontano al termine della sua cena di compleanno sono, come sempre, una sorta di Decameron del Novecento italiano.


...e così il commissario Bordelli ha raggiunto la tanto desiderata pensione! Ora che succederà? Ci saranno altri libri della serie? Io credo che, in un modo o nell’altro, sentiremo ancora parlare di lui. Speriamo…!



La memoria del lago, di Rosa Teruzzi


L’estate del 2014, straordinaria in tanti sensi, è agli sgoccioli. A Milano, le tre abitanti del casello ferroviario di via Pesto hanno preso più acqua in tre mesi che nelle ultime dieci estati, ma sono anche andate incontro ad importanti cambiamenti.


Libera, la protagonista, ex libraia reinventatasi come fioraia esperta in bouquet di nozze dopo i quaranta, non solo ha avuto un grande successo nella sua attività, ma ha anche ri-scoperto la sua passione per i libri gialli… direttamente sul campo: più di una volta, da maggio in avanti, si è ritrovata a svolgere delle indagini parallele a quelle della polizia, coadiuvata dalla giovane cronista Irene e dal capo di lei, soprannominato da tutti Cagnaccio. In alcune questioni si è ritrovata coinvolta suo malgrado, come la sparizione di una delle sue quasi spose; altre, invece, erano per lei come delle spine nel cuore (su tutte, la morte del giovanissimo marito, trovato ucciso nella sua auto).


Iole, madre di Libera, insegnante di yoga nostalgica del periodo hippy, ha spesso accompagnato la figlia nelle sue indagini e tante volte si è ritrovata a dover controllare il suo carattere impulsivo ed a riflettere su quale fosse il modo migliore di poter procedere (spesso anche in punta di piedi).


Vittoria, infine, la figlia di Libera, una ruvida poliziotta che ha ereditato il carattere introverso dal padre, sembra innamorata per la prima volta in vita sua.



Da qualche giorno, tuttavia, l’atmosfera al casello è mutata: sembra che qualcuno nasconda un segreto. In effetti, qualche giorno prima Irene ha lasciato un fascicolo a Libera e quest’ultima, turbata, l’ha nascosta nel suo laboratorio di fioraia, di fianco a casa. La storia raccontata in quelle pagine ha a che fare con la casa sul lago a Colico dove ella si rifugia spesso, con la sua infanzia, con il tanto tempo trascorso insieme al nonno ferroviere Spartaco. Quando Libera era bambina, l’uomo era già vedovo da tempo: sua nonna Ribella era morta giovanissima, uccisa nei boschi dietro casa in una notte d’agosto, quando Iole aveva ancora pochi mesi.


L’assassinio della nonna Ribella, trovata morta in fondo ad un crepaccio con la testa rotta da una pietra, è stato a lungo un mistero di famiglia, e Libera è fortemente tentata di risolverlo con l’aiuto di Irene, ma teme anche che Iole possa rimanerne turbata. Per questo motivo ella tenta di nascondere il fascicolo alla madre… impresa destinata a fallire miseramente.


La squadra investigativa composta da Libera, Iole, Cagnaccio ed Irene si ricostituisce – rigorosamente lontano dagli occhi di Vittoria, che diventa furibonda ogni volta che vede madre e nonna fare le detective – ed il principale indiziato sembra essere il suo primo fidanzato, l’uomo che Ribella aveva lasciato per sposare Spartaco. Indagando più a fondo, però, emergono a poco a poco altri elementi, che rimandano a crimini commessi durante la Seconda Guerra Mondiale ed al destino di una bimba che curiosamente si chiamava proprio Iole.



La serie delle “Miss Marple del Giambellino” è per me un mondo confortevole almeno quanto quello creato da Marco Vichi. L’ambientazione milanese nel quartiere dove ho svolto il mio primo stage è quasi familiare, l’estate da neolaureata del 2014 è un ricordo vivido e piovosissimo, le abitudini ed i pensieri delle tre protagoniste sono ormai familiari per me. Per la prima volta, Rosa Teruzzi esce dall’ambito dei delitti spinti da motivazioni personali per addentrarsi nell’atmosfera dell’immediato secondo dopoguerra, quando i responsabili di alcune azioni terribili erano ancora impuniti. Ribella appare come una vittima innocente di un sistema più grande di lei, che però ha avuto il coraggio di far sentire la sua voce anche quando era pericoloso.


Quanto alla componente rosa, Libera ha sempre il cuore diviso tra l’amore di sempre (Gabriele, capo di Vittoria e vecchio amico di suo marito) ed un nuovo corteggiatore (Furio, un cuoco che lei si ostina a vedere solo come un amico). Purtroppo, né in questo capitolo che in quello successivo (di cui vi ho parlato qui) c’è una svolta definitiva. So che tra pochissimo uscirà il settimo romanzo della serie… quindi attendiamo fiduciosi!




Ecco i miei consigli di lettura per questa giornata così importante!

Che cosa ne pensate? Conoscete questi autori?

Avete letto questi libri? Me ne consigliereste altri?

Fatemi sapere che cosa ne pensate!

Ancora un buon 25 aprile a tutti voi!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 21 aprile 2022

PRIMAVERA A SANDITON

 Storytelling Chronicles: aprile 2022




Cari lettori,

bentornati! Come sono andate le vacanze di Pasqua? Le mie molto bene, tra sole, mare e tempo per la famiglia.


In questo giovedì a metà strada tra due ponti ho pensato di dedicarmi alla scrittura creativa, con l’appuntamento del mese di aprile della rubrica Storytelling Chronicles.


Il tema questa volta è strettamente legato ad una serie tv che ci è piaciuta particolarmente, dalla quale ognuno di noi doveva trarre ispirazione per l’atmosfera spaziale e temporale.


Ammetto che sulle prime sono stata un po’ in difficoltà, perché non ho Netflix ed in genere non guardo molte serie, ad eccezione di qualche fiction italiana. A fine inverno, però, ho recuperato la prima stagione di Sanditon (devo ancora vedere la seconda, no spoilers please!), un historical romance tratto da un romanzo incompiuto di Jane Austen, e mi è proprio piaciuta. Oggi, così, ho pensato di cimentarmi per la prima volta in due generi nuovi per me: il regency ed il racconto epistolare!

Buona lettura :-)



PRIMAVERA A SANDITON


Sanditon, 2 aprile 1822


Gentile Mr Wilkins,

vi invio questa lettera in risposta alla scorsa, arrivatami martedì. Come sapete, sono qui a Sanditon da circa un mese e, dopo tanto maltempo, finalmente la primavera si è decisa a fare capolino. Purtroppo la spiaggia non è ancora agibile, perché le lunghe piogge della scorsa settimana hanno reso la sabbia terribilmente bagnata, ma confidiamo che la situazione migliorerà giusto in tempo per la partita di cricket prevista per il prossimo sabato.

A questo proposito, vorrei ricordarvi che Mr Porter ha sollecitato più volte la vostra partecipazione. Sia lui che Mrs Porter che – vi confido – io stessa gradiremmo vedervi arrivare in carrozza la prossima settimana. Non vi abbiamo più visto da quando, il mese scorso, siete stato nostro gentile accompagnatore nel tragitto da Londra a Sanditon.


Per il resto, tutti noi godiamo di buona salute e trascorriamo delle piacevoli giornate. Il palazzo di Lady Duvall è sempre gremito di persone ed anche io ed i coniugi Porter abbiamo partecipato a due delle loro feste. Come vi ho detto, ho visto un tempo migliore a Londra in inverno che qui ora, ma mi è di grande consolazione passeggiare e vedere il mare, sia pure sotto l’ombrello e circondata di nubi, con i cavalloni che lambiscono la grigia scogliera. Ho sentito che a Londra il clima è più freddo e umido che mai; spero proprio che non ne abbiate risentito.


Se potete, fateci sapere al più presto se intendete raggiungerci.



La vostra cara ed affezionata

Miss Esther White



* * *



Londra, 8 aprile 1822


Gentile Miss White,

scrivo questa lettera anche se so che, quando l’avrete ricevuta, quasi sicuramente io sarò già andato e tornato da Sanditon e noi due ci saremo parlati di persona. In qualità di vostro tutore, vorrei condividere con voi alcune riflessioni.


Mi fa molto piacere sapere che tra voi ed i coniugi Porter c’è una perfetta armonia. Vi ho affidato a loro perché sono due persone sagge, oneste e rispettabili, e sono più che sicuro che si stanno dimostrando un’ottima guida per voi nel corso di questo soggiorno a Sanditon. Sono anche felice di constatare che le passeggiate in riva al mare giovino alla vostra salute e che i locali divertimenti vi tengano impegnata.


Mi è invece dispiaciuto non avervi vista scrivere nulla a proposito dei vostri interessi e delle vostre letture. Siete partita da Londra con un baule pieno di libri, alcuni consigliati da me, altri scelti da voi: avete trovato il tempo per leggerne qualcuno? Qual è la vostra opinione? Se non ricordo male, tra i romanzi di formazione che vi avevo indicato avevate insistito per infilare dei poemi cavallereschi ed un paio di tragedie greche. Letture complesse, me ne rendo conto, ma non per una mente brillante come la vostra. Mi piacerebbe tanto sapere se siete riuscita a districarvi dai continui inviti di Lady Duvall, la cui intenzione di sistemare le fanciulle in età da marito come voi è senza dubbio lodevole ma talvolta troppo pressante, ed a trascorrere qualche serata più quieta in compagnia del fuoco e di un buon libro.


Mi domando anche come procedano i vostri studi di pianoforte. Ogni volta che, in questo periodo, riesco ad accostarmi allo strumento, mi rammarico di non avervi potuto insegnare di più durante lo scorso inverno. Avrei voluto portarvi ad eseguire una sonata per intero, ma i miei affari mi hanno impedito di passare con voi il tempo che avrei tanto voluto dedicarvi. Non mi resta così che affidarmi alla speranza che voi stiate consolidando autonomamente quello che avete già appreso. Anche Mrs Collins mi ha confidato di trovare la musica un balsamo per l’anima: sono sicuro che vi concederà tutto il tempo che vorrete per esercitarvi.


Augurandomi che siate in salute e che ci rivedremo presto, vi porgo i miei omaggi.


Il vostro tutore

Mr Eugene Wilkins



* * *


Sanditon, 15 aprile 1822



Gentile Mr Wilkins,

ho letto la vostra lettera il giorno dopo che avete fatto ritorno a Londra e francamente mi lascia perplessa constatare che abbiate tanto a cuore la mia istruzione, il mio intelletto, i miei libri, il mio pianoforte e quant’altro. Di norma, per nutrire interesse per ciò che una persona fa, bisognerebbe prima nutrire interesse per la persona in sé, o sbaglio?


Ecco, se sbaglio, perdonatemi, perché il vostro atteggiamento in questi giorni, ed in particolare il giorno della partita, è stato altezzoso e scostante. Persino Mrs Porter, che penserebbe bene anche di un criminale, è rimasta male per il vostro sguardo rabbioso e taciturno, anche se poi, naturalmente, si è affrettata a giustificarvi ed a nominare i vostri affari.


In particolare non ho compreso la vostra avversità nei confronti di Mr Hale, un degnissimo galantuomo che in queste settimane ci ha tenuto spesso compagnia. Se non vi fidate del giudizio mio e di Mrs Porter perché siamo donne ed ai vostri occhi risultiamo evidentemente superficiali, almeno vi fiderete di Mr Porter, che trova Mr Hale un giovane con la testa sulle spalle e discute spesso con lui di politica e di finanza.


Non mi spiego il vostro burbero interloquire, né il vostro contegno sdegnoso. Se non vi importa nulla di Mr Hale, non dovrebbe almeno interessarvi qualcosa di me? Tante volte ho avuto la sensazione che faceste fatica a guardarmi in faccia. Che ne è delle nostre lunghe chiacchierate? Delle serate silenziose in compagnia dei libri? Della vostra affettuosa partecipazione a tutto quel che faccio?


Sì, naturalmente porto avanti con gioia e diletto le mie letture. E Mrs Porter mi aiuta con il pianoforte tutte le volte che desidero. Ma in questi giorni non mi avete fatto nessuna domanda al riguardo, e mi chiedo che importanza abbia ora questa mia risposta.


Con la speranza che stiate bene,


Miss Esther White



* * *


Londra, 22 aprile 1822


Cara Miss White,

ho letto e riletto la vostra lettera nel corso di questa lunga e tormentata settimana e purtroppo non posso far altro che porgere a voi, ai coniugi Porter ed a tutti quanti le mie scuse più sentite. Sono consapevole che il mio contegno è stato oltremodo scortese e che avrei dovuto come minimo essere più partecipe nel giorno della partita a cricket.


Non vi offenderete se vi dico che, in tutta onestà, ciò che più mi rimprovero non è il fatto che io non abbia onorato come si deve i miei impegni in società, bensì il mio atteggiamento nei vostri confronti. Desideravo davvero, come vi avevo promesso nella lettera precedente, avere notizie sulle vostre letture, suonare il pianoforte a quattro mani, trascorrere del tempo con voi per accertarmi che foste felice ed in buona salute. Quando però vi ho visto circondata da persone, e soprattutto oggetto delle attenzioni di Mr Hale, ogni mio buon proposito è andato in fumo.


Non posso nascondermi con voi: potrei definire in mille modi il sentimento che ho provato, ma so – e temo che lo sappiate meglio di me – che si tratta unicamente di gelosia.


Immagino che questa parola, scritta finalmente sulla carta dopo mesi di tentennamenti, vi provocherà un turbamento. So di aver svolto nel peggiore dei modi il mio compito di tutore, ma preferisco che voi giudichiate male una mia debolezza piuttosto che lasciare tra noi dei non detti che possano rovinare il nostro rapporto.


Non ve ne ho mai parlato apertamente, e forse certe questioni non dovrebbero essere affidate a carta e penna, ma credo che ormai sappiate che vi amo.


Mr White è stato uno dei miei più cari amici in gioventù, ed io rimpiango di essere rimasto nelle Indie Orientali durante quelli che sono stati i suoi ultimi anni di vita. Avrei dovuto tornare in Inghilterra più spesso, ma in quegli anni sentivo il peso di dover gestire l’eredità di mio padre e di farmi una posizione in società. Ricordavo a malapena una bambina aggrappata alle gambe di Mrs White – che vi ha lasciato davvero troppo presto – ed ho ritrovato una giovane donna dotata di spirito, intelligenza e cuore, per quanto provata nell’animo a causa della malattia incurabile dell’unico genitore che le era rimasto. Due anni fa, quando ho accettato il compito che Mr White mi aveva affidato sul letto di morte, già sentivo che i sentimenti che provavo per voi andavano oltre quelli di un tutore per la sua pupilla.


Finché entrambi vivevamo a Londra sono riuscito a dissimulare, ma ora che voi siete lì a Sanditon, affidata a persone che vi stanno educando a scegliere un matrimonio vantaggioso, non posso più trattenere ciò che a lungo ho taciuto.


Se non mi sono mai fatto avanti, è perché a frenarmi ci sono sempre stati due pensieri più pesanti del ferro. Il primo è la differenza d’età: avevo diciannove anni quando Mr e Mrs White vi hanno avuta, e questo è qualcosa che non posso ignorare. Pensare a voi accanto a me mi dà gioia, ma mi fa anche temere che voi, in qualche modo, sprechiate la vostra gioventù. Il secondo è il mio carattere fortemente riservato, che so non essere sempre ben visto in società e che contrasta con la vostra allegria e gioia di vivere.


Mi sono dilungato fin troppo, ma quello che vi vorrei dire è che è tutto in mano vostra. Qualora mi vogliate, io sono vostro, come lo ero già due anni fa. Se invece i vostri sentimenti nei miei confronti sono quelli di una pupilla per il suo tutore, sentitevi libera di accettare il corteggiamento di chiunque vogliate, sia Mr Hale o un altro giovanotto presentatovi da Mrs Porter. Io darò la mia benedizione in ogni caso.


Sinceramente vostro,

Mr Eugene Wilkins



* * *


Sanditon, 29 aprile 1822



Caro Mr Wilkins,

quanto ancora avreste avuto intenzione di tacere?

Benedico gli sciocchi equivoci che ci hanno quasi portato a litigare. Avevo intuito da tempo i vostri sentimenti, ma conoscevo anche le circostanze che vi trattenevano dal farvi avanti. Ho pensato che un viaggio a Sanditon, i divertimenti di un luogo di villeggiatura ed i consigli di una donna assennata come Mrs Porter mi avrebbero spinto a considerare un’alternativa per il futuro.


Forse sapere che Mr Hale mi ha deluso e non è come sembra vi solleverebbe lo spirito, ma io mentirei se ve lo dicessi. Egli è un compito gentiluomo, affidabile e solido, dal carattere estroverso e di umore sempre allegro. Il suo corteggiamento farebbe la felicità di molte donne. Solo, non interessa a me.


Quando si è lontani da casa, è facile perdersi e confondere i desideri degli altri con i propri, ma la verità è che la mia vita non è destinata ai balli tutte le settimane, a sale piene di gente, alle chiacchiere futili su cosa fanno i ricchi della zona, ad un futuro di nobildonna di campagna con prole numerosa, una tenuta da gestire e l’impossibilità di ricavarsi dei momenti di quiete.


Ho faticato ad ammetterlo, soprattutto a me stessa, perché età e carattere tenderebbero ad andare in un’altra direzione, ma so che cosa voglio.


Quello che desidero per me è la vita di città, vicino al mondo della cultura; tempo per le mie letture ed il mio pianoforte; una voce saggia che mi guidi nei momenti in cui la mia impulsività prende il sopravvento; una vita sociale governata da pochi affetti importanti.


In poche parole, è VOI che voglio, e finalmente trovo il coraggio di dirvelo.


Aspetto il vostro ritorno per poter parlare con voi faccia a faccia. Non avrei potuto sperare in un uomo migliore per me.


Per sempre, sempre vostra

Miss Esther White



FINE



Qualche precisazione/citazione:


1) Il nome Esther, che ho usato per la protagonista, è quello di uno dei personaggi femminili della serie, che mi è piaciuto per l’evoluzione positiva che ha avuto durante la prima stagione.


2) I riferimenti alla serie tv Sanditon sono: la protagonista che è nubile e soggiorna da una coppia affidabile (Charlotte con i coniugi Parker), una ricca Lady che organizza ricevimenti, il rapporto epistolare che lega una delle amiche della protagonista al suo amante (anche in questo caso c’è un tutore, con il quale però c’è un forte disaccordo) ed ovviamente il mare e la partita di cricket. Mi sono divertita a reinventare e mixare i vari elementi!


3) Per Mr Eugene Wilkins mi sono ispirata a due grandi personaggi maschili dell’universo austeniano: Mr Knightley, protagonista di Emma, ed il colonnello Brandon, uno dei più importanti personaggi di Ragione e sentimento. Entrambi sono saggi e responsabili, entrambi si interessano molto all’istruzione della donne che amano ed entrambi si fanno dei problemi a causa della differenza d’età.


4) Quanto a Esther, mi piacerebbe immaginarla simile a Mary di Orgoglio e pregiudizio, tutta devota a libri e pianoforte, ma un po’ più matura, con il piglio deciso di Charlotte, la protagonista di Sanditon.




Io ho scritto pure troppo, quindi ora tocca a voi farmi sapere che ne pensate!

Vi sono sempre molto grata per il sostegno che date di volta in volta a questi miei esperimenti. Grazie per la lettura, al prossimo post :-)