Le tre detective milanesi di Rosa Teruzzi
Cari
lettori,
per
la nostra rubrica “Letture...per autori”, finalmente riesco a
parlarvi della serie ormai piuttosto nota di un’autrice che ho
avuto il piacere di incontrare qualche mese fa: Rosa Teruzzi,
caporedattrice di Quarto Grado e giornalista di cronaca nera.
Da
qualche anno, ella è nota anche per essere la creatrice della serie,
in parte gialla ed in parte romance, che ha per protagonista Libera,
la “fioraia del Giambellino”.
Oggi vi propongo la mia recensione
dei quattro capitoli della serie; l’uscita del quinto è prevista
nel corso del 2020!
La
sposa scomparsa
Libera
è una donna di quarantasei anni, dai capelli rossi e dagli
sgargianti abiti a fiori, curiosamente somigliante all’attrice
americana Julianne Moore. Ella, dopo la chiusura del suo primo
esercizio commerciale (una libreria al posto della quale è stato
aperto un negozio di lingerie di lusso), ha deciso di re-inventarsi
diventando fioraia e creando originali e ricercatissimi bouquet di
nozze.
Spesso le sposine sono isteriche, qualche volta le wedding
planner sono perfino peggio, ma Libera, grazie agli insegnamenti di
nonno Spartaco, che per lei è stato a tutti gli effetti un padre,
riesce a comporre bouquet mescolando ai fiori alcune delle erbe
aromatiche del suo orto, e riesce così a distinguersi dalla
concorrenza e ad essere sempre richiesta. Il suo atelier ed il suo
orto sono parte integrante di casa sua, un casello ferroviario in via
Pesto, a Milano, dove vive con l’eccentrica madre Iole, una
settantenne nostalgica del periodo hippie, estroversa e libertina, e
con la figlia venticinquenne Vittoria, un’ispettrice di polizia
silenziosa e piuttosto rigida.
È
la fredda, umida e piovosa estate del 2014, ed a Milano, più che
luglio, sembra già ottobre inoltrato. Vittoria lavora a tempo pieno,
mentre Libera e Iole hanno rinunciato alle vacanze per via delle
scarse disponibilità economiche. Esse, tuttavia, amano Milano in
estate, e si godono la bella stagione, correndo lungo l’Alzaia del
Naviglio fino a Corsico (Libera) e divertendosi insieme a nuovi amici
e turisti stranieri (Iole).
È
proprio in una piovosa mattina di luglio che al casello si presenta
una donna vestita di nero, che, con il pretesto di chiedere un
piccolo bouquet da mettere su una tomba, fa capire a Libera di aver
perduto anni prima la figlia in circostanze inspiegabili e di non
essersi ancora rassegnata alla sua scomparsa. Inizialmente la fioraia
cerca di consolare la cliente e la invita a rivolgersi alle autorità,
ma quest’ultima ha già tentato più volte e senza successo di
contattare la polizia, la quale, però, ha da tempo archiviato il
caso.
Libera,
osservando la donna vestita di nero che continua a presentarsi di
fronte al casello, cercando senza sosta qualcuno che la possa
aiutare, si commuove, e decide, con discrezione, di ottenere qualche
informazione in più.
In
effetti la figlia della signora, scomparsa misteriosamente anni
prima, era una segretaria di un’azienda solo apparentemente
florida, che stava per sposarsi con un uomo inaffidabile e traditore.
Sia la vita pubblica che quella privata della ragazza suscitano
diversi dubbi in Libera, la quale inizia con discrezione ad indagare,
avvalendosi di più aiuti: quello di Iole, che ovviamente non resiste
alla possibilità di farsi gli affari altrui; quello di Vittoria,
che, suo malgrado, pur criticando la madre e la nonna, non può fare
a meno di dar loro qualche informazione; quello di Gabriele, capo di
Vittoria e un tempo migliore amico del marito defunto di Libera,
Saverio; quello del giornalista di cronaca nera Cagnaccio, tanto
scorbutico quanto abile nel suo mestiere.
Con
La sposa scomparsa Rosa Teruzzi inizia a presentarci il suo
mondo: una Milano periferica e semi-deserta, un’estate che ancora
oggi è ricordata come una delle più brutte ed autunnali
dell’ultimo secolo, tre donne piuttosto litigiose ed un po’
impiccione ma dotate di grande empatia ed intelligenza e dei
personaggi maschili talvolta esuberanti e talvolta malinconici.
Con
un inizio così promettente, non ho potuto fare a meno di proseguire
la serie!
La
fioraia del Giambellino
La
risoluzione del caso della “sposa scomparsa” è stata, per
Libera, sia fonte di sollievo, perché ha contribuito a dare una
risposta ad una donna in pena, sia origine di una nuova
preoccupazione. Ella, infatti, da tempo non frequentava più
Gabriele, grande amico del marito Saverio, morto sul lavoro quando
Vittoria era piccola; ricominciando a vederlo regolarmente, però,
ella si rende conto di nutrire da tempo dei sentimenti per lui, ma di
averli sempre negati, perfino a se stessa.
La
situazione è piuttosto delicata, e non solo per via del fatto che
Gabriele era legato a Saverio e che è anche l’attuale capo di
Vittoria. Libera, infatti, durante una delle sue corse sul Naviglio,
ha incontrato un solare ed allegro chef, Furio Mantovani, abituale
frequentatore della zona insieme al suo grosso cane. L’uomo ha
subito iniziato a corteggiarla e Iole, con il suo entusiasmo, si è
ripetutamente messa in mezzo, creando occasioni per lo chef e per la
figlia e rendendo quest’ultima ancora più confusa.
Libera
cerca di distrarsi con il lavoro, e, un giorno, conosce Manuela, una
donna quasi sua coetanea, una futura sposa dal look floreale e dal
carattere romantico. Ella, da tradizionalista qual è,
vorrebbe coronare un suo grande sogno: essere accompagnata all’altare
da suo padre. Purtroppo, però, ella è cresciuta soltanto con la
madre, che rifiuta categoricamente di parlarle del genitore.
Manuela
ha trovato un articolo relativo al caso della “sposa scomparsa”
sul giornale di Cagnaccio e si è persuasa che Libera e Iole possano
essere le persone giuste per aiutarla a trovare suo padre ed a
risolvere il mistero che aleggia intorno alla sua nascita. Ella
lascia anche alle donne il recapito di una vecchia casa di
villeggiatura in montagna nella quale sembra che la madre abbia
trascorso qualche periodo; Libera e Iole, dopo qualche tentennamento,
ed inventando una scusa plausibile con Vittoria, decidono di
trascorrere la settimana di Ferragosto al fresco, tra i paesini
montani dell’alta Brianza, per condurre una nuova “indagine
illecita”.
Il
caso de La fioraia del Giambellino è forse, tra i quattro,
quello che più rimanda alle inchieste di Quarto Grado, programma
televisivo per il quale Rosa Teruzzi lavora ormai da tempo. Segreti
familiari e scandali inconfessabili sono, infatti, al centro della
storia, che però viene raccontata con lo stile scorrevole tipico
dell’autrice ed intervallata da tanti divertenti siparietti,
ovviamente offerti dall’inimitabile Iole.
Non
si uccide per amore
L’attività
da “detective dilettante” ha reso Libera molto più forte e
sicura di se stessa, ed è per questo motivo che, per la prima volta
in vent’anni, ella decide di affrontare l’episodio del suo
passato che più la tormenta: la morte del marito Saverio,
poliziotto, trovato nella sua auto in una notte di tanti anni prima,
ucciso da un colpo d’arma da fuoco. In tutti questi anni, Libera ha
conservato qualche capo d’abbigliamento di Saverio, come ricordo;
un giorno, però, prendendo in mano una vecchia camicia, ella trova
un biglietto apparentemente scritto da una mano femminile, nel quale
si ricorda a Saverio un appuntamento proprio per la notte
dell’assassinio.
Libera,
che per qualche settimana ha tenuto per sé il segreto di questo
incredibile ritrovamento, decide di confidarsi con Irene Milani,
detta “La Smilza” per il suo aspetto minuto, abile giornalista
alle dipendenze di Cagnaccio.
Più
sfuggente, in questo periodo, è Gabriele, che sembra essere sempre
più vicino ad una collega, anche a detta di Vittoria. Anche
quest’ultima, contro ogni previsione, ha iniziato a frequentare un
ragazzo della periferia milanese, irruento e passionale, che sembra
essere esattamente il suo opposto.
Dopo
essersi confidata con Irene e con la madre Iole, Libera, nonostante
la ferma opposizione della figlia e la vaga diffidenza delle forze
dell’ordine, decide di condurre una nuova indagine, questa volta
non più per conto di altre persone, bensì per se stessa e per la
sua famiglia.
Le ricerche conducono lei e Iole, a sorpresa, a
lasciare la sempre più umida e piovosa Milano ed a terminare il mese
di agosto nella soleggiata Calabria, terra d’origine di Saverio. La
sua morte, infatti, non sembra riguardare un’indagine
istituzionale, bensì una questione di cui egli si occupava
parallelamente, legata al suo passato. La verità, però, potrebbe
essere più vicina di quel che sembra.
Personalmente,
credo che Non si uccide per amore costituisca un punto di
svolta all’interno della serie: Libera non può più definirsi una
“detective per caso”, ma inizia a prendere coscienza dei
procedimenti investigativi, ad avvalersi dell’aiuto della stampa
(credo che il personaggio di Irene Milani, per l’autrice, sia
parzialmente autobiografico) e, soprattutto, a cercare con coraggio
una realtà che le sta veramente a cuore.
Ultimo
tango all’Ortica
L’estate
del 2014 è finita...se mai c’è stata. Dopo mesi di freddo fuori
stagione e piogge continue, l’arrivo dell’autunno passa quasi
sotto silenzio anche al casello ferroviario di via Pesto. Vittoria,
dopo una breve fuga al mare con il nuovo fidanzato, ha ricominciato a
lavorare a tempo pieno; Iole continua a frequentare maturi turisti
che decidono di visitare Milano anche in bassa stagione; Libera si
dedica alle molte spose di settembre.
Dopo
aver fatto luce sulla morte di Saverio, ella si sente più serena, ma
non può fare a meno di pensare che il suo eccessivo attaccamento nei
confronti del passato l’abbia portata a perdere per sempre
Gabriele, ormai seriamente legato ad un’altra persona (anche se
alcuni suoi atteggiamenti sembrano celare un po’ di rimpianto).
Inoltre, per quanto Iole cerchi di contagiarla con il suo entusiasmo,
considera lo chef Furio un semplice amico, e non trova giusto
illuderlo.
Proprio
mentre è immersa in tutti i suoi pensieri, Libera viene contattata
da Franca, una delle amiche del cuore di Iole, che non potrebbe
essere più diversa da sua madre, tutta yoga e gonne a fiori: ella,
infatti, è una delle più ricche signore di Milano, con una casa
lussuosa, dei divorzi alle spalle, un’attività di tipo finanziario
e degli elegantissimi completi, indossati anche per una semplice
passeggiata.
Franca ha contattato le amiche perché la polizia ha
appena fatto irruzione in casa sua, arrestando il suo maggiordomo,
che per lei non è solo un dipendente, ma anche un fedele amico. Egli
è accusato di aver ucciso a colpi di pistola, in data 23 agosto, un
giovane uomo che è stato trovato morto al di fuori della storica
Balera dell’Ortica: era l’ex fidanzato di una delle più assidue
frequentatrici del luogo, una ballerina dilettante di nome Katy, e
la perseguitava con la sua gelosia. La polizia sospetta un legame tra
Katy ed il maggiordomo di Franca ed ipotizza un omicidio passionale.
In
Ultimo Tango all’Ortica Libera, suo malgrado, viene
trascinata da Iole, insieme alla risoluta Franca ed al sempre
entusiasta Furio, ad una delle serate dell’Ortica, resa celebre
dalle canzoni di Jannacci, storico “cantore” della vita
quotidiana milanese. Il luogo le fa tornare in mente il nonno
Spartaco, che era solito fischiettare Faceva il palo nella banda
dell’Ortica mentre si occupava dell’orto.
La quarta indagine
delle “Miss Marple del Giambellino”, come ormai le tre vengono
scherzosamente chiamate, è un vero e proprio omaggio alla città di
Milano, che ho davvero apprezzato.
Come
sempre, è il momento di conoscere il vostro parere in proposito!
Conoscete i romanzi? Che ne pensate? Vi piacciono? Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, qui si trova parecchio da leggere, ora bisogna scegliere ciò che piace.
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Vero, c'è solo l'imbarazzo della scelta! Anche se, per quanto riguarda questa serie, è giusto partire dal primo romanzo... buona serata comunque 😊
EliminaCiao Silvia, anch'io sono una fan della serie, e mi è piaciuto molto come hai presentato questi quattro romanzi! Ovviamente sono molto curiosa di leggere il prossimo libro :-)
RispondiEliminaCiao! So che tu sei una fan... allora aspetteremo insieme il prossimo libro!
EliminaIl tuo modo di presentare i libri è sempre accattivante, grazie.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Io sono sempre super contenta di incuriosirvi!
EliminaHo un libro di Teruzzi, mi fa l'occhiolino da un po'. Mi devo solo decidere, anche perchè come tipologia di storie ci siamo :-D
RispondiEliminaCiao Angela! Dai dai, inizia a leggerlo, non te ne pentirai! :-)
EliminaCiao Silvia! 👋 Non ho mai letto questa serie di romanzi e non conoscevo neanche l'autrice Rosa Teruzzi. Mi piacciono molto i gialli, quindi grazie per queste recensioni! :)
RispondiEliminaCiao Vanessa! Credo che questi romanzi possano essere il tuo genere :-) Fammi sapere poi se ti piacciono!
EliminaCiao Silvia, mi affaccio per la prima volta su tuo blog. Ho letto con interesse il post dedicato a Rosa Teruzzi che non conoscevo. Cercherò i primi capitoli in biblioteca, grazie per la bella presentazione! Alla prossima!
RispondiEliminaCiao Mariella, grazie e benvenuta! Sono contenta di averti incuriosito :-)
Eliminaadoro questa serie! Inaspettatamente la mia preferita è Libera e non vedo l'ora di leggere il prossimo
RispondiEliminaCiao Chiara! Libera è un gran bel personaggio, ma Iole, secondo me, è il top :-)
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