Cari
lettori,
eccoci
tornati all’appuntamento del 17 del mese con la rubrica “L’angolo
vintage”!
Il
protagonista di questo mese è Marco Vichi, l’autore della serie
dedicata al commissario Bordelli, poliziotto che vive nella Firenze
degli anni ‘60 e che ha partecipato alla Resistenza insieme ai
partigiani.
Oggi,
invece, vi presento due storie che hanno degli altri protagonisti. Si
tratta di due vicende piuttosto cupe ed angoscianti: due situazioni
paradossali raccontate con amara ironia. Parliamone meglio insieme!
Un
tipo tranquillo
Il
ragionier Mario Rossi è l’emblema della normalità: da ormai
moltissimi anni si sveglia alla stessa ora tutte le mattine, prende
il medesimo autobus e lavora come contabile in una ditta di
imballaggi a Scandicci. La sua vita è stata molto abitudinaria: il
lavoro, il matrimonio con la fidanzata di gioventù Gisella, due
figli ormai cresciuti ed indipendenti… Perfino i più piccoli
particolari della sua vita, dal disco di musica classica che ormai ha
consumato per via dei troppi ascolti al minestrone che gli viene
proposto sempre lo stesso giorno della settimana, sono di
un’ordinarietà che rasenta il deprimente.
Mario,
arrivato a sessantatré anni, inizia a non poterne più: compie nuovi
tragitti con l’autobus, solo per il gusto di farli; cerca di
acquistare nuove abitudini, come quella della birretta dopo il lavoro
in un ambiente più giovane dei suoi soliti; ha ripreso a fumare e
passa serate (spesso nottate) sul balcone, immerso in cupi pensieri.
Un
venerdì sera come tanti altri, però, si verifica la tragedia. La
silenziosa, solerte Gisella, mentre Mario perde tempo tra il bagno ed
il suo solito cd, stranamente non lo viene a cercare per la cena, e
non risponde ai suoi richiami. Mario, preoccupato, si affaccia in
cucina, ed è lì che trova il corpo ormai inerte di Gisella,
stroncata senza preavviso da un colpo apoplettico.
Dopo
il primo momento di dolore e di sconforto, Mario si rende conto di
non soffrire affatto: egli rifiuta le offerte di ospitalità dei
figli, giustamente preoccupati all’idea di lasciare solo il padre
vedovo, e, a poco a poco, inizia lentamente a cambiare tutta la sua
esistenza. Egli decide infatti di andare in pensione e di iniziare a
fare tutte quelle cose che, secondo l’opinione comune, non sono
da lui.
Egli
non se n’è nemmeno reso conto, ma sta iniziando a percorrere una
spirale discendente: giorno dopo giorno, si lascia andare sempre più
a trasgressioni, scorrettezze, persino crimini. Non solo egli compie
cose non da lui, ma non è proprio più lui...o forse
sta solo liberando il vero se stesso?
Un
tipo tranquillo è un romanzo
che, proprio come la storia che racconta, parte quietamente, per poi
diventare sempre più frenetico e tingersi di sfumature grottesche e
thriller.
Il tema dell’uomo
comune che si ritrova coinvolto in una serie di vicende assurde non è
nuovo per Vichi, che ci ha già presentato una storia simile nella
raccolta di racconti Perché dollari? Questa
volta, però, egli si rivela particolarmente abile nel mostrare un
equilibrio apparentemente perfetto che si sgretola in seguito ad un
singolo evento drammatico.
La
vendetta
Il
protagonista di questo romanzo, Rocco, è tra i più umili che si
possano immaginare: è un senzatetto che ormai da tempo immemore vive
sotto i ponti di Firenze. La sua esistenza è davvero miserabile:
egli ruba vestiti e scarpe per sopravvivere, rischia di perdere gli
arti per il freddo, vive di avanzi di cibo, dorme accanto ad altri
disperati come lui.
Egli
ha perso completamente la cognizione del tempo, e sa soltanto di
trovarsi, all’incirca, negli anni ‘80, ma, un giorno, un
volantino trovato quasi per caso ha su di lui lo stesso effetto di
una sveglia. Si tratta di un avviso di genere accademico: un
importante professore di genetica, italiano ma da tempo residente in
America, sta per arrivare a Firenze per intervenire ad un importante
convegno.
In
quel volto ormai un po’ invecchiato, Rocco riconosce l’uomo che,
ormai moltissimi anni addietro, gli ha rovinato la vita: Rodolfo, il
suo ex migliore amico, reo di avere ingannato, sedotto ed abbandonato
Anita, futura moglie di Rocco, che poi è andata incontro ad una
terribile fine durante la guerra.
Aver
perduto l’amore della sua vita ha portato via a Rocco ogni energia
di vivere e di lottare e, una disavventura dopo l’altra, l’ha
condotto nello stato di disperazione in cui si ritrova. Il suo
immediato proposito è quello di vendicarsi, e per questo motivo
decide di chiedere aiuto a due suoi compagni di sventura: un
poveraccio piuttosto stupido ma incredibilmente forte ed un ebreo
sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale, al lager ed alle
terribili sperimentazioni del chirurgo Mengele.
È
proprio il secondo ad ideare un piano: dal momento che Rodolfo è un
professore molto chiacchierato per i suoi esperimenti sulla genetica
e sulle cellule umane, che cosa potrebbe turbare di più la sua
reputazione, se non l’ipotesi di un terribile passato da chirurgo
al servizio dei nazisti?
Ancora
una volta, Marco Vichi sceglie di riportarci con la mente e con il
cuore al periodo che ormai per tanti di noi vive soltanto nei
racconti dei nonni: gli anni ‘30 e ‘40, la guerra, i campi di
concentramento, la Resistenza. Se mai mi capiterà di incontrare
l’autore per una presentazione o per un firmacopie, sarò curiosa
di sapere da dove deriva questo suo desiderio di riportarci
costantemente a questo periodo: ...forse un’eredità di famiglia?
Per
quanto riguarda la storia in sé, avrete sicuramente capito che si
tratta di una vicenda che lascia il lettore con il fiato sempre più
corto: è paradossale quanto quella narrata in Un tipo tranquillo
ma, se possibile, ancora più drammatica.
Come
sempre, vi invito a leggere anche i post delle mie colleghe blogger
che prendono parte alla rubrica questo mese. Voi conoscete questo
autore?
Avete
letto questi romanzi? Che ne pensate?
Vi
ho un po’ incuriosito? Fatemi sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Non penso sia il mio genere, ma sono felice che ti sia piaciuto. E' bello immergerci in storie che ci appassionano
RispondiEliminaCiao Susy! Anche secondo me è bello lasciarsi trascinare da storie un po' diverse dal nostro solito genere :-)
Eliminaquesto è un altro autore che non conosco, mi stai facendo ampliare le conoscenze, grazie
RispondiEliminaCiao Chiara! Contenta di averti fatto conoscere un nuovo autore :-)
EliminaNon conoscevo questi libri, hanno entrambi elementi che mi incuriosiscono, dalle sfumature thriller ai riferimenti al periodo bellico.
RispondiEliminaCiao Silvia :)
Ciao Angela! Penso che questi romanzi potrebbero piacerti :-)
EliminaChe bella recensione! Non amo molto il genere, ma si è sempre in tempo per recuperare ciò che non è propriamente nelle proprie corde!
RispondiEliminaCiao Ludovica! A me sono piaciuti molto… fammi sapere se poi li leggerai :-)
EliminaMi hai incuriosito, grazie Silvia e buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Ciao! Contenta che il post ti sia piaciuto :-)
EliminaCara Silvia, io continuo a dirti che la lettura fa bene, e dico a tutti buona lettura.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Hai ragione...la lettura è una cosa bellissima! Buon fine settimana anche a te :-)
EliminaDi marco Vichi sento parlare davvero bene, ma non l'ho ancora letto
RispondiEliminaCiao! Spero che potrai recuperare, allora! :-)
EliminaHi, I follow you on gfc # 139 , follow back?
RispondiEliminahttps://lovefashionyes.blogspot.com/
Hi! Thanks for the visit :-)
Elimina