venerdì 17 gennaio 2020

L'ANGOLO VINTAGE 2.0 - GENNAIO 2020





Cari lettori,
eccoci tornati all’appuntamento del 17 del mese con la rubrica “L’angolo vintage”!

Il protagonista di questo mese è Marco Vichi, l’autore della serie dedicata al commissario Bordelli, poliziotto che vive nella Firenze degli anni ‘60 e che ha partecipato alla Resistenza insieme ai partigiani. 

In questoquesto post ho parlato dei suoi romanzi.

Oggi, invece, vi presento due storie che hanno degli altri protagonisti. Si tratta di due vicende piuttosto cupe ed angoscianti: due situazioni paradossali raccontate con amara ironia. Parliamone meglio insieme!



Un tipo tranquillo


Il ragionier Mario Rossi è l’emblema della normalità: da ormai moltissimi anni si sveglia alla stessa ora tutte le mattine, prende il medesimo autobus e lavora come contabile in una ditta di imballaggi a Scandicci. La sua vita è stata molto abitudinaria: il lavoro, il matrimonio con la fidanzata di gioventù Gisella, due figli ormai cresciuti ed indipendenti… Perfino i più piccoli particolari della sua vita, dal disco di musica classica che ormai ha consumato per via dei troppi ascolti al minestrone che gli viene proposto sempre lo stesso giorno della settimana, sono di un’ordinarietà che rasenta il deprimente.

Mario, arrivato a sessantatré anni, inizia a non poterne più: compie nuovi tragitti con l’autobus, solo per il gusto di farli; cerca di acquistare nuove abitudini, come quella della birretta dopo il lavoro in un ambiente più giovane dei suoi soliti; ha ripreso a fumare e passa serate (spesso nottate) sul balcone, immerso in cupi pensieri.


Un venerdì sera come tanti altri, però, si verifica la tragedia. La silenziosa, solerte Gisella, mentre Mario perde tempo tra il bagno ed il suo solito cd, stranamente non lo viene a cercare per la cena, e non risponde ai suoi richiami. Mario, preoccupato, si affaccia in cucina, ed è lì che trova il corpo ormai inerte di Gisella, stroncata senza preavviso da un colpo apoplettico.


Dopo il primo momento di dolore e di sconforto, Mario si rende conto di non soffrire affatto: egli rifiuta le offerte di ospitalità dei figli, giustamente preoccupati all’idea di lasciare solo il padre vedovo, e, a poco a poco, inizia lentamente a cambiare tutta la sua esistenza. Egli decide infatti di andare in pensione e di iniziare a fare tutte quelle cose che, secondo l’opinione comune, non sono da lui.

Egli non se n’è nemmeno reso conto, ma sta iniziando a percorrere una spirale discendente: giorno dopo giorno, si lascia andare sempre più a trasgressioni, scorrettezze, persino crimini. Non solo egli compie cose non da lui, ma non è proprio più lui...o forse sta solo liberando il vero se stesso?


Un tipo tranquillo è un romanzo che, proprio come la storia che racconta, parte quietamente, per poi diventare sempre più frenetico e tingersi di sfumature grottesche e thriller. 
Il tema dell’uomo comune che si ritrova coinvolto in una serie di vicende assurde non è nuovo per Vichi, che ci ha già presentato una storia simile nella raccolta di racconti Perché dollari? Questa volta, però, egli si rivela particolarmente abile nel mostrare un equilibrio apparentemente perfetto che si sgretola in seguito ad un singolo evento drammatico.



La vendetta


Il protagonista di questo romanzo, Rocco, è tra i più umili che si possano immaginare: è un senzatetto che ormai da tempo immemore vive sotto i ponti di Firenze. La sua esistenza è davvero miserabile: egli ruba vestiti e scarpe per sopravvivere, rischia di perdere gli arti per il freddo, vive di avanzi di cibo, dorme accanto ad altri disperati come lui.


Egli ha perso completamente la cognizione del tempo, e sa soltanto di trovarsi, all’incirca, negli anni ‘80, ma, un giorno, un volantino trovato quasi per caso ha su di lui lo stesso effetto di una sveglia. Si tratta di un avviso di genere accademico: un importante professore di genetica, italiano ma da tempo residente in America, sta per arrivare a Firenze per intervenire ad un importante convegno.

In quel volto ormai un po’ invecchiato, Rocco riconosce l’uomo che, ormai moltissimi anni addietro, gli ha rovinato la vita: Rodolfo, il suo ex migliore amico, reo di avere ingannato, sedotto ed abbandonato Anita, futura moglie di Rocco, che poi è andata incontro ad una terribile fine durante la guerra.


Aver perduto l’amore della sua vita ha portato via a Rocco ogni energia di vivere e di lottare e, una disavventura dopo l’altra, l’ha condotto nello stato di disperazione in cui si ritrova. Il suo immediato proposito è quello di vendicarsi, e per questo motivo decide di chiedere aiuto a due suoi compagni di sventura: un poveraccio piuttosto stupido ma incredibilmente forte ed un ebreo sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale, al lager ed alle terribili sperimentazioni del chirurgo Mengele.

È proprio il secondo ad ideare un piano: dal momento che Rodolfo è un professore molto chiacchierato per i suoi esperimenti sulla genetica e sulle cellule umane, che cosa potrebbe turbare di più la sua reputazione, se non l’ipotesi di un terribile passato da chirurgo al servizio dei nazisti?


Ancora una volta, Marco Vichi sceglie di riportarci con la mente e con il cuore al periodo che ormai per tanti di noi vive soltanto nei racconti dei nonni: gli anni ‘30 e ‘40, la guerra, i campi di concentramento, la Resistenza. Se mai mi capiterà di incontrare l’autore per una presentazione o per un firmacopie, sarò curiosa di sapere da dove deriva questo suo desiderio di riportarci costantemente a questo periodo: ...forse un’eredità di famiglia?

Per quanto riguarda la storia in sé, avrete sicuramente capito che si tratta di una vicenda che lascia il lettore con il fiato sempre più corto: è paradossale quanto quella narrata in Un tipo tranquillo ma, se possibile, ancora più drammatica.




Come sempre, vi invito a leggere anche i post delle mie colleghe blogger che prendono parte alla rubrica questo mese. Voi conoscete questo autore?
Avete letto questi romanzi? Che ne pensate?
Vi ho un po’ incuriosito? Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

16 commenti :

  1. Non penso sia il mio genere, ma sono felice che ti sia piaciuto. E' bello immergerci in storie che ci appassionano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Susy! Anche secondo me è bello lasciarsi trascinare da storie un po' diverse dal nostro solito genere :-)

      Elimina
  2. questo è un altro autore che non conosco, mi stai facendo ampliare le conoscenze, grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Chiara! Contenta di averti fatto conoscere un nuovo autore :-)

      Elimina
  3. Non conoscevo questi libri, hanno entrambi elementi che mi incuriosiscono, dalle sfumature thriller ai riferimenti al periodo bellico.
    Ciao Silvia :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Angela! Penso che questi romanzi potrebbero piacerti :-)

      Elimina
  4. Che bella recensione! Non amo molto il genere, ma si è sempre in tempo per recuperare ciò che non è propriamente nelle proprie corde!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Ludovica! A me sono piaciuti molto… fammi sapere se poi li leggerai :-)

      Elimina
  5. Mi hai incuriosito, grazie Silvia e buona serata.
    sinforosa

    RispondiElimina
  6. Cara Silvia, io continuo a dirti che la lettura fa bene, e dico a tutti buona lettura.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
      Tomaso 

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Tomaso! Hai ragione...la lettura è una cosa bellissima! Buon fine settimana anche a te :-)

      Elimina
  7. Di marco Vichi sento parlare davvero bene, ma non l'ho ancora letto

    RispondiElimina
  8. Hi, I follow you on gfc # 139 , follow back?

    https://lovefashionyes.blogspot.com/

    RispondiElimina