Una selezione dalla raccolta poetica di Baudelaire
Letteratura francese #1Cari lettori,
inauguriamo Dicembre con la rubrica “L'angolo
della poesia”!
Oggi vi propongo alcuni estratti di quella che,
forse, è la mia raccolta poetica preferita: I fiori del male di
Charles Baudelaire.
Così come ho fatto nel mio
post "Per 10 classici, 10 citazioni" , non ho intenzione
di fare una classifica, anche perché, come ben immaginate, le
preferenze, in caso di poesia, sono tutt'altro che oggettive.
Ho semplicemente pensato di
condividere con voi degli estratti che mi hanno colpito e di
indicarvi brevemente il perché.
Ecco dunque a voi i miei fiori
del male preferiti.
1) n°100: il fiore
dell'elaborazione del lutto
Una delle mie poesie preferite
in assoluto.
In questo componimento, Baudelaire ricorda con affetto
la governante che ha aiutato la madre a crescerlo e ne piange la
morte. Grazie alle parole ed alle immagini che il poeta utilizza, il
lettore ha l'impressione che si parli quasi di una premurosa nonna.
Se una sera, quando il
ceppo sibila e canta,
se, calma, la vedessi
sedersi sulla poltrona,
se, in una notte buia e
fredda di Dicembre,
la trovassi rincantucciata
in un angolo della mia camera
e, seria, venuta dal suo
letto eterno
la vedessi cullare il
bambino ormai cresciuto col suo occhio materno,
che cosa potrei rispondere
io a quell'anima pietosa,
vedendo scendere delle
lacrime dalle sue palpebre vuote?
2) “Il cigno” (n°89):
il fiore dello straniamento a casa propria
Nel corso del 1800, la città
di Parigi cambia.
Per ordine di Napoleone, l'architetto urbanista
Haussmann tramuta quello che era un grande borgo tentacolare e dalle
caratteristiche ancora rinascimentali in una metropoli moderna, fatta
di grandiosi monumenti e vialoni squadrati. Baudelaire non vede più
in Parigi quella che è stata la sua casa e afferma di sentirsi come
un cigno che cerca l'acqua nella polvere di una pozza ormai vuota.
Un cigno evaso dalla sua
gabbia:
con i piedi palmati fregava
il selciato arido,
trascinando il bianco
piumaggio sul terreno accidentato.
Presso un ruscello secco,
l'animale, aprendo il becco
immergeva nervosamente le
ali nella polvere,
e diceva, il cuore tutto
memore del suo bel luogo natale:
“Quando scenderai, acqua?
Quando esploderai, fulmine?”
3) “L'uomo ed il mare”
(n°14): il fiore della libertà e del mistero umano
In questo breve componimento,
Baudelaire paragona la libertà del mare a quella di un uomo solo,
probabilmente in fuga. Tra i due, egli immagina un'affinità di animi
ed intenti, quasi fossero fratelli.
Uomo libero, tu per sempre
amerai il mare!
Il mare è il tuo specchio:
tu contempli la tua anima
nello svolgersi infinito
delle sue onde.
Ed il tuo animo non è un
abisso meno amaro. […]
E tuttavia sono
innumerevoli secoli
che vi combattete senza
pietà né rimorsi,
talmente amate la
carneficina e la morte,
o lottatori eterni, o
fratelli implacabili!
4) “L'albatro” (n°2):
il fiore dell'essenza del Poeta
Baudelaire, nel corso della
sua raccolta poetica, utilizza moltissime immagini per spiegare,
secondo lui, chi è davvero un Poeta e com'è la vita di chi ha
questa vocazione. La più famosa ed efficace, però, è quella che
paragona chi scrive versi ad un albatro:
Sovente, per diletto, i
marinai
catturano degli albatri,
vasti uccelli di mare,
che seguono, indolenti
compagni di viaggio,
il bastimento scivolante
sugli abissi amari.
Appena li hanno deposti
sulle tavole,
questi re dell'azzurro,
goffi e vergognosi,
lasciano pietosamente che
le loro grandi ali bianche
si trascinino di fianco a
loro, come dei remi.
Com'è goffo ed incapace
questo viaggiatore alato!
Lui, poco prima così
bello, com'è goffo e ridicolo!
Qualcuno irrita il suo
becco con una pipa,
l'altro mima, zoppicando,
l'infermo che prima volava!
Il Poeta assomiglia al
principe delle nubi
che è avvezzo alla
tempesta ed irride l'arciere:
esiliato sul suolo, tra gli
scherni,
le sue ali da gigante gli
impediscono di camminare.
5) “I fari” (n°6): il
fiore dell'ammirazione per gli artisti
Baudelaire nutre una
grandissima stima per molti artisti che lo hanno preceduto, che
indica come dei fari nella notte, delle guide per la sua ispirazione.
In questa poesia, egli descrive, a suo modo, i suoi preferiti.
Rubens, fiume d'oblio,
giardino della pigrizia,
cuscino di carne fresca su
cui non si può amare,
ma in cui la vita fluisce e
di continuo s'agita,
come l'aria nel cielo ed il
mare dentro il mare;
Leonardo da Vinci, specchio
oscuro e profondo
in cui angeli affascinanti,
con un dolce sorriso
pieno di mistero, appaiono
all'ombra
dei ghiacciai e dei pini
che chiudono il loro paesaggio…
6) “A una passante”
(n°93): il fiore dell'amore vagheggiato e mai vissuto
Il poeta vede una giovane
donna per strada e subito, nella sua mente, moltissime fantasie
prendono vita. In pochi minuti egli immagina un amore travolgente;
inevitabilmente, però, la passante si allontana e porta con sé
tutti questi pensieri.
Al poeta non rimane altro da
fare se non domandarsi che cosa sarebbe potuto succedere con questa
donna che non ha avuto il coraggio di avvicinare.
Un lampo...poi la notte! -
Fuggitiva bellezza,
il cui sguardo mi ha
improvvisamente ridato la vita,
non ti vedrò più, se non
nell'eternità?
Altrove, ben lontano da
qui! Troppo tardi! Forse mai!
Perché ignoro dove tu
fuggi e tu non sai dove io vada.
O te che avrei amato, o te
che lo sapevi!
7) n°24: il fiore
dell'amore vissuto ma mai soddisfatto
Per questo autore le donne
sono tanto affascinanti ed amate quanto misteriose e malvagie.
Baudelaire avrà sempre un rapporto di odio ed amore con l'altro
sesso, del quale sembra sfuggirgli la vera essenza.
Questo suo conflitto è
spiegato in modo molto evocativo in questa breve poesia.
T'adoro al pari della volta
notturna,
o vaso di tristezza, o
grande taciturna,
e tanto ti amo di più, o
bella, quanto tu mi fuggi,
e che sembri, ornamento
delle mie notti,
più ironicamente
accumulare la distanza
che separa le mie braccia
dalle azzurrità infinite.
Mi porto all'attacco, mi
arrampico all'assalto
come fa una fila di vermi
presso un cadavere
e ti amo, bestia
implacabile e cruda!
Fino alla freddezza che ti
fa per me più bella!
8) “Invito al viaggio”
(n°53): il fiore della fuga verso l'ignoto
Un'altra tematica ricorrente
ne I fiori del male è il desiderio di fuggire da una Parigi
sempre più estranea all'autore (vedi punto 2) e di raggiungere
qualche luogo fantastico. In molti componimenti il poeta immagina
luoghi caldi ed esotici, mentre, in questa famosa poesia, prova a
descrivere una città che potrebbe sembrare Amsterdam, evocando
un'atmosfera quasi decadente.
Guarda sui canali
dormire questi vascelli
dall'umore vagabondo:
è per esaudire
ogni tuo desiderio
che sono venuti dall'altra
parte del mondo.
I soli declinanti
rivestono i campi,
i canali, tutta la città,
di giacinto e d'oro;
il mondo si addormenta
in una luce calda.
Laggiù tutto è ordine e
bellezza,
lusso, calma e voluttà.
9) “Il vino degli amanti”
(n°108): il fiore dell'ebbrezza
Un'intera sezione de I
fiori del male è dedicata al vino. Il poeta prova ad immaginare
che importanza possa avere questa bevanda da lui amatissima per i
poveri, per un solitario, per un assassino.
Nell'ultima poesia di
questa sezione, invece, egli descrive l'ebbrezza di due innamorati, i
sentimenti dei quali sembrano essere amplificati proprio dal vino.
Oggi lo spazio è
splendido!
Senza morsi, senza speroni,
senza briglie
partiamo a cavallo sul vino
per un cielo divino ed
incantato!
Come due angeli che tortura
un implacabile rovello,
nel cristallo azzurro del
mattino
seguiamo il miraggio
lontano!
Mollemente cullati sull'ala
del turbine intelligente,
in un delirio parallelo,
sorella mia, navigando
fianco a fianco,
fuggiremo senza riposo né
tregue
verso il paradiso dei miei
sogni!
10) “Raccoglimento”
(poesie escluse): il fiore del testamento spirituale
In questa poesia, rimasta al
di fuori della raccolta ma inserita in un supplemento, il poeta
descrive i suoi sentimenti nel momento in cui cala la sera ed egli
resta solo con i suoi pensieri. Ci potrebbero essere diverse
interpretazioni di questo componimento, ma a me piace considerarlo
una sorta di “testamento spirituale” dell'autore: egli, infatti,
affronta il Dolore, il Rimorso ed il Rimpianto come se fossero vecchi
amici, guardandoli dall'alto e con una nuova consapevolezza di sé.
Sii saggio, mio Dolore, e
calmati!
Volevi la sera? Eccola,
scende!
Un'atmosfera oscura avvolge
la città:
ad alcuni porta la pace, ad
altri l'affanno.
Mentre la moltitudine dei
mortali,
sotto la frusta del
Piacere, quel boia senza pietà,
va a cogliere rimorsi nella
festa servile,
mio Dolore, donami la mano,
vieni qui,
lontano da loro! Ecco
affacciarsi gli Anni defunti,
sui balconi del cielo, in
vestiti antiquati;
e sorge dal loro fondo il
Rimpianto sorridente;
il sole moribondo si
addormenta sotto un ponte,
e, come un lungo lenzuolo
strisciante ad Oriente,
ascolta, mio caro, ascolta
la dolce Notte che avanza.
Con questi dieci poesie (o
estratti di esse), mi piacerebbe molto avervi fatto conoscere meglio
Charles Baudelaire, un poeta che è stato molto importante per i miei
studi ed anche per me stessa.
Se invece si tratta di un
autore che conoscevate già, vorrei sapere se i vostri Fiori del
male preferiti corrispondono ai miei o se avreste fatto una
scelta differente.
Quale di questi 10
componimenti vi ha colpito di più?
Aspetto, come sempre, i vostri
commenti.
Grazie per la lettura ed al
prossimo post :-)
Ciao Silvia, conosco poco Baudelaire, ho solo qualche vaghissimo ricordo delle medie, perchè studiai francese al posto dell'inglese e quella dell'albatro mi ricorda qualcosa. Grazie al tuo post ho imparato qualcosa in più su questo poeta: i passi che hai citato sono molto belli ma, tra tutti, mi hanno colpito di più quello del mare e quello della passante! Buona serata :-)
RispondiEliminaCiao!! Io avevo studiato bene Baudelaire grazie al corso di letteratura francese, ricordi?
EliminaLa poesia dell'albatro è in effetti una delle più gettonate :-)
Ciao!Non sono un'esperta della poesia (e la amo il giusto, purtroppo), ma chi non conosce Baudelaire? Amo molto L'uomo e il mare e L'albatros, di quelle da te elencate, perchè mi ci sono sempre un po' ritrovata. Detto questo, non sento di aver le competenze o l'amore per mettermi a parlare con cognizione di causa di poesiaxD
RispondiEliminaCiao Virginia! Anche io conosco alcuni poeti meglio di altri...L'albatro è un perfetto ritratto degli artisti, mentre L'uomo e il mare forse riguarda un po' tutti noi!!
Eliminaamo le poesie e queste che hai postato sono una più bella dell'altra!!!!
RispondiEliminaCiao Angela, grazie mille, anche io le adoro!
EliminaE' da una vita che voglio leggere questo libro... probabilmente è arrivato il momento!!! Complimenti per il post e per il blog.. mi sono appena iscritta ai lettori fissi..
RispondiEliminaSe ti va, ti aspetto da me!
Ilaria
Ciao!! Grazie mille per l'iscrizione, corro subito a visitarti!! :-)
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