lunedì 28 settembre 2020

I PREFERITI DI SETTEMBRE 2020

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

settembre è agli sgoccioli! Ci ha portato l’autunno, un po’ di ritrovata normalità (della quale quest’anno c’era estremo bisogno) ed a me oggi porta anche… un anno in più! Prima di parlarvi anche di questo, vi propongo i soliti “Preferiti del mese”, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese



Credo che chi segue il mio blog da un po’ ormai sappia che mi piacciono molto i romanzi di Marco Vichi. In questo post vi ho presentato la serie del commissario Bordelli, in un Angolo Vintage di mesi fa ho parlato di altri due suoi romanzi e ne ho citati altri ancora in più di un booktag.


Per questo motivo, quando mi sono ritrovata a leggere L’anno dei misteri, l’ultima avventura del commissario in ordine cronologico, ho subito immaginato che sarei stata soddisfatta. La lettura, tuttavia, è andata persino oltre le mie aspettative.


È ormai il 1969: il tumulto del Sessantotto è alle spalle, ma i suoi strascichi sono rimasti. Ormai gli anni ‘60 stanno lasciando il posto ai ‘70, e la nuova generazione vuole lasciarsi alle spalle tutto quello in cui hanno creduto i suoi genitori. Questo desiderio di frattura, unito alle tante rivolte in ambito universitario, preoccupa la maggior parte dei coetanei di Bordelli, ma non lui, che immagina che i giovani non ne possano più di sentire i loro padri che rievocano gli orrori della guerra. Lui stesso, ogni volta che fa una camminata in collina, non può fare a meno di rivedere i soprusi e le violenze a cui ha assistito quando era partigiano, ma inizia a non sopportare più il peso di quei ricordi e vorrebbe guardare avanti. 

Gli mancano un anno e tre mesi alla pensione e la tensione delle indagini, che un tempo lo elettrizzava e gli donava ulteriori energie, ora gli pesa. Soprattutto, egli ha paura di dover salutare il commissariato lasciando al suo successore un caso irrisolto: quello del maniaco che uccide una donna ogni nove mesi, il giorno 13. Le vittime sono tutte prostitute bionde sui trent’anni che esercitano il mestiere in diverse cittadine toscane: Bordelli intuisce che c’è un nesso logico, e che se lo trovasse potrebbe anticipare le mosse del serial killer, ma non riesce a trovarlo, e si tormenta per questo.


Nel frattempo, la sera del 6 gennaio, mentre il commissario sta guardando senza troppa convinzione la finale di Canzonissima, viene chiamato per un’emergenza: Diletta Cameriere, una splendida ragazza di soli ventitré anni, è stata trovata uccisa nel suo appartamento. Bordelli raccoglie la testimonianza dei nonni, che sono sconvolti perché per loro la ragazza, rimasta orfana, era una vera e propria figlia, ma ben presto comprende che tra l’immagine della vittima che avevano loro e quella che dipingono amici e colleghi c’è un abisso.


Già alle prese con due indagini, il commissario è costretto ad affrontarne una terza: la richiesta di aiuto di un suo ex compagno di scuola, che è rimasto vittima di una brutta storia, ha finto il suicidio, si è nascosto e gli chiede aiuto… per non morire davvero.


L’anno dei misteri, come gli altri romanzi che hanno per protagonista il commissario Bordelli, non è soltanto e semplicemente un giallo. Certo, ogni sua avventura è incentrata su una o più indagini, ma il mondo del commissario contiene molto di più: i ricordi del recente passato e della Seconda Guerra Mondiale, che incombono sul protagonista e su un’Italia che sta ormai cambiando; la vita semplice e abitudinaria nelle campagne toscane, tra passeggiate con il cagnolone Blisk e un uliveto di cui occuparsi; le cene con gli amici, occasioni per raccontare delle storie inventate o realmente accadute (e qui Marco Vichi si dimostra molto bravo anche come autore di brevi racconti); l’amore per Eleonora, la donna che, nonostante la grande differenza d’età ed il carattere indipendente, sembra aver conquistato il cuore del commissario.


Ciò che mi è piaciuto di più di questo romanzo, tuttavia, sono le molte digressioni sulla letteratura, sulla poesia, sulla cultura. Il commissario ha un nuovo amico, un commesso della sua libreria di fiducia, che gli fa scoprire un’autrice sorprendente, e queste sue nuove letture diventano per lui occasione di discussione con i compari di sempre, come l’eccentrico inventore Dante, del quale vi lascio due bellissime citazioni:


Non sono mai stato affascinato dalla cultura enciclopedica...da quelli che sanno ripetere a memoria una terzina dell’Inferno...[…] Penso invece che la cultura sia una condizione dinamica dello spirito… Penso che sia aver dimenticato tutto quello che si è letto e studiato, e aver però acquisito la preziosa capacità di poter essere attraversati sul serio da ogni nuova conoscenza, da ogni nuova scoperta, riuscendo a metterle in continua relazione tra loro per far germogliare nuova conoscenza, e anche a trarne insegnamento per diventare migliori, o se non altro meno peggiori...”


Ma a dire il vero i maestri non esistono, e non è una contraddizione. Voglio dire che i maestri esistono, ma altro non sono che meravigliose creazioni del nostro innato desiderio di diventare ciò che siamo, e per farlo ci facciamo accompagnare dai maestri che ci inventiamo, perché abbiamo più fiducia in qualcuno che ci guida piuttosto che in noi stessi. Insomma è l’allievo a creare il maestro, riconoscendo oscuramente in lui la capacità di liberarlo dalle invisibili catene che lo tengono prigioniero.”



Il film del mese



Con l’arrivo dell’autunno spero di riprendere la buona abitudine del cineforum, interrotta mio malgrado da fine febbraio. Ho visto che i due cinema che frequento di solito (il Cinema Teatro Agorà di Cernusco sul Naviglio e il Cinema San Giuseppe di Brugherio) riproporranno buona parte delle pellicole che avrebbero dovuto proiettare in quelli che sono stati i mesi del lockdown e sono piuttosto curiosa. A settembre non ho visto nulla di nuovo, a parte qualche fiction, ma ho rivisto un film che mi piace molto e mi sono resa conto che non ve ne ho mai parlato.


Si tratta di Io prima di te, film del 2016 con Emilia Clarke e Sam Claflin tratto dall’omonimo romanzo di JoJo Moyes, che ha fatto molto parlare di sé qualche anno fa, non solo sulle piattaforme di bookblogging.


La ventiseienne Louisa, protagonista della storia, vive in una piccola cittadina inglese, la cui principale attrazione turistica è un castello medioevale. Ella avrebbe dovuto andare all’Università a studiare moda, ma un brutto trauma e le difficoltà economiche della sua famiglia l’hanno portata a rinunciare. Da anni lavora come cameriera in un bar, ma all’improvviso il proprietario decide di chiudere e lei si trova senza lavoro, affidata alle agenzie interinali e con un bisogno disperato di denaro, dal momento che anche il padre è senza lavoro e la sorella, ragazza madre, vuole tornare al college. Dopo qualche tentativo infruttuoso, accetta un incarico come “dama di compagnia” per una persona disabile. Si aspetta di fare da badante ad una persona anziana, ma scopre che il malato che dovrà assistere è il figlio della sua datrice di lavoro: Will Traynor, un uomo di trent’anni rimasto tetraplegico in seguito ad un incidente.


Nei primi giorni Will è burbero e scontroso, ma in poco tempo egli comprende che Louisa ha buon cuore e tanto bisogno di lavorare, e i due iniziano ad andare d’accordo. Un giorno, però, la ragazza sorprende i genitori di lui nel bel mezzo di un litigio e fa una terribile scoperta: Will ha già tentato il suicidio ed ora ha intenzione di rivolgersi ad una clinica svizzera chiamata Dignitas per praticare l’eutanasia.


Inizialmente sconvolta, Louisa non si perde d’animo, e insieme all’infermiere Nathan ed ai genitori di Will decide di elaborare un piano: dal momento che ciò di cui il ragazzo ha più nostalgia sono le cose che non può più fare (la sua ambiziosa carriera andata in fumo, gli sport estremi, il trekking…), ella cercherà di mostrargli tutto ciò che invece egli può ancora far e che può rendere la sua vita ancora bella. Tra un concerto di musica classica ed un matrimonio, un viaggio su un’isola esotica e una passeggiata fino al castello, fra Louisa e Will nascerà un sentimento che cambierà entrambi.



Io prima di te è la storia di una ragazza che, un po’ per paura ed un po’ per senso di responsabilità nei confronti della famiglia, non ha mai sfruttato appieno le proprie potenzialità e non ha provveduto più di tanto alla propria istruzione. Grazie a Will, ella scopre la bellezza di un film da cineforum, il gusto di alcuni piatti per lei esotici, la meraviglia di un assolo di oboe. Will, dal canto suo, è chiuso in una fortezza di rabbia e sarcasmo, e Louisa gli insegna a sorridere, anzi, a ridere nuovamente.


Non si può non parlare di questo film (e del romanzo da cui è tratto) senza nominare il finale, che ha fatto discutere moltissimo e per svariati motivi. Personalmente vi confesso che anche dopo quattro anni ci sono giorni in cui l’ho trovato coerente con il personaggio e originale dal punto di vista narrativo ed altri in cui mi vengono in mente mille motivi per criticarlo. Già, perché ci ripenso… e credo che questo sia un indizio determinante del fatto che, in ogni caso, JoJo Moyes ha creato una storia che è rimasta impressa nel cuore dei lettori, e che il film è una trasposizione che rende giustizia al romanzo.

Se volete dirmi che ne pensate nei commenti (senza spoilerare, se riuscite, anche se so che è una pellicola di qualche anno) mi farebbe piacere sapere come vi sentite voi in proposito!



La musica del mese



Oggi torniamo a parlare di danza, zumba e allenamento casalingo! Se ben ricordate, nei Preferiti di marzo, mese di quarantena, vi avevo parlato delle mie musiche preferite per fare della zumba casalinga, mentre in maggio vi avevo consigliato due canali ricchi di tutorial sia per quanto riguarda la danza che per il fitness ordinario.


Dopo un agosto di nuotate e camminate, settembre è stato di nuovo un mese di allenamento casalingo, da considerarsi come “preparazione atletica”: questa settimana, finalmente, torno alla mia amata scuola di danza. Non ci vado dal 20 febbraio e devo confessarvi che sono quasi emozionata!



Il primo dei due canali dai quali ho tratto ispirazione per il mio “riscaldamento” settembrino è sempre MadFit, che resta il mio preferito, forse perché Maddie, la ragazza che lo gestisce, prima di reinventarsi come istruttrice fitness è stata una ballerina di livello agonistico. Durante l’estate sono stati pubblicati dei tutorial che consiglio in modo particolare a chi come me ama la danza:


- Folklore ballet workout: allenamento lento sulle note di Folklore , il nuovissimo album di Taylor Swift di cui vi ho parlato qui, con pliés, relevés, port de bras, T, esercizi a terra e altro ancora!


- Ballet workout: allenamenti di fitness ispirati ai movimenti della danza classica, con un po’ di musica d’atmosfera e il potenziamento di una parte precisa del corpo (gambe, addome, total body…). Intensi ma, se si è già ballerine, più “comodi” e utili di un classico tutorial da palestra!


- Dance workout: in estate ne sono stati pubblicati quattro davvero simpatici. Quello dedicato agli anni 2010-2015 mixa On the floor di Jennifer Lopez e Pitbull, Don’t call me up di Mabel, Give me everything tonight di Pitbull e Tiptoe di Jason Derulo. Quello con le musiche degli One Direction è una vera chicca per i nostalgici della band (e se pensate che io sia una di loro avete ragione). Gli altri due sono ispirati ai balletti di Tik Tok, un mondo che mi era completamente estraneo perché l’ho sempre ritenuto il “regno” degli adolescenti… ma vi assicuro che con questo tipo di allenamento, facendo le solite mosse della zumba, apprezzerete anche questo genere di musiche!




Il secondo canale, invece, è una scoperta più recente ed è quello di una ragazza australiana, Teagan Dixon. Di lei vi consiglio, in particolare:


- I Dance Workout, mix di balletti e zumba suddivisi per autore e/o genere, di circa 15 minuti. La scelta è davvero ampia: One Direction e Jonas Brothers per i nostalgici; i “throwbacks” degli anni ‘80 e ‘90 per gli amanti dei classici; Taylor Swift e le Little Mix per chi ama il pop al femminile; i 5 Seconds of Summer per chi preferisce il pop-rock… e altro ancora. Una caratteristica che mi piace è il fatto che l’ultimo spezzone sia quasi sempre una canzone lenta per terminare l’esercizio un po’ più in relax.


- I Disney Cardio Workout, allenamenti un po’ di danza e un po’ di fitness, sempre di 15 minuti circa… sulle note delle canzoni Disney! Per ora ne sono stati pubblicati tre: ci sono super classici come Il Re Leone, La Sirenetta e Hercules, ma anche novità come Moana, Frozen 1 e 2, Zootropolis. Davvero molto simpatici!



Se non vi sentite molto portati per il ballo e preferite il fitness classico, entrambi i canali hanno anche una buona scelta di video di questo tipo. Io ammetto che li pratico poco, ma forse voi siete più bravi di me!



La poesia del mese



Per il mese di settembre ho scelto un componimento del poeta Boris Ryžij dal titolo Portami lungo i viali vuoti… Si tratta di una poesia un po’ malinconica ma intensa, che descrive il passaggio tra estate ed autunno. La fine della bella stagione è un momento sempre un po’ triste e l’autore della poesia l’ha colto appieno!


Portami lungo viali vuoti,

parlami di qualche sciocchezza,

pronuncia vagamente un nome.

I lampioni piangono l’estate.

Due lampioni piangono l’estate.

Cespugli di sorbo. Una panchina umida.

Amore mio, resta con me fino all’alba,

poi lasciami.

Rimasto come un’ombra offuscata,

vagherò qui ancora un po’, ricorderò tutto,

la luce accecante, il buio infernale,

io stesso tra cinque minuti sparirò.



Le foto del mese



Mi ricorderò questo settembre come il mese del dog-sitting! Dal 12 al 19, infatti, i miei genitori e i miei zii sono andati in Sicilia, ma c’era il problema di Otto, il bassottino che ormai quasi tutti voi conoscete. Lui vive con i miei zii e quando loro partono di solito sta a casa dei miei genitori, ma questa volta sono andati in vacanza tutti insieme… così l’ho ospitato a casa mia! In realtà non ci sono stati problemi, perché è un cane molto buono e tranquillo. Abbiamo fatto delle lunghe passeggiate, incontrato altri cagnolini, mangiato carne e affettati che lui ha gradito e ci siamo anche un po’ riposati sotto il condizionatore, perché è stata una settimana ancora decisamente estiva! Ecco un selfie di una delle nostre serate, appena tornati dal giro serale, già pronti con il pigiamino!




Per combinazione, anche mio fratello e la sua fidanzata sono andati via per il weekend del 12-13… e così sono passata anche a casa loro, dalle conigliette Dora e Panna! Nemmeno le “nipotine pelose” hanno dato problemi: basta preparare tanta verdura fresca, dare loro i croccantini che amano e fare qualche carezza… e sono contente!




Settembre in giardino per noi è da sempre sinonimo dell’uva e dei fichi dell’orto di papà. Questa è la nostra uva fragola nera in una domenica mattina di sole che ho passato facendo una vera e propria “vendemmia”! Nella prima metà del mese abbiamo avuto anche tanta uva fragola bianca, e a cavallo tra agosto e settembre un buon numero di fichi… l’autunno è decisamente arrivato!




Il 28 settembre è un giorno speciale per me...perché è il mio compleanno, e quest'anno sono 31! Se mi chiedessero come mi sento riguardo a questo anno in più, direi che sono piuttosto sollevata, perché, considerati gli sviluppi degli ultimi mesi, già solo poter passare del tempo in tranquillità con le persone a me care mi sembra un grande regalo. Sabato pomeriggio ho fatto un bel giro a Milano con la mia amica Mara e poi ci siamo date ai festeggiamenti (che vedete in foto): per lei pancake con crema di cioccolato fondente, per me fetta di ciambella al cacao con riccioli di cioccolato bianco e ripieno di marmellata ai frutti rossi. Sabato e domenica sono andata a pranzo dai miei e mi sono viziata con la cucina e le torte di mamma. Oggi pomeriggio incontrerò un'altra mia amica, Luana (per un'ulteriore passeggiata con dolcetto, credo), e in serata finalmente rivedrò un po' delle mie compagne di danza. Il mio trentesimo anno, partito con un autunno tranquillo e senza particolari news, si è poi rivelato uno dei più imprevedibili per me: in inverno, in positivo, con un'esperienza di lavoro inattesa e per me importante; poi, in primavera, in negativo, per i trascorsi che noi tutti abbiamo vissuto; infine, in estate, nuovamente in positivo, con un po' di vacanze e serenità ritrovata. Quindi non faccio previsioni su questo trentunesimo anno... sarà quel che sarà!




Ecco il mio settembre, tra letture, vecchi film, ritorno agli allenamenti casalinghi, amici animali da accudire e questo anno in più!

Voi che cosa mi raccontate? Come state?

Come va il vostro post estate?

Quali libri, musiche, film vi hanno accompagnato in questo periodo?

Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in ottobre :-) 


giovedì 24 settembre 2020

"LETTURE D'AUTUNNO" BOOKTAG

 Un romanzo per ogni simbolo della stagione autunnale




Cari lettori,

buon inizio d’autunno a tutti! Questa è la settimana dell’Equinozio e, volenti e nolenti, dobbiamo salutare la mia amata estate. Ormai sapete che adoro i mesi più caldi e che con il freddo e la pioggia ho un rapporto un po’ conflittuale. Ciò però non mi impedisce di vivere in cambio di stagione insieme a voi con un post a tema!


In questi anni ho inventato sempre qualcosa di nuovo per i post stagionali: un anno poesie e dipinti, un anno canzoni, l’anno scorso dei TAG inventati da me.

Quest’anno, per la nostra rubrica “Tag...a tema libri”, avrei voluto recuperare qualche Booktag sulla blogosfera, per consigliarvi delle letture adatte al periodo, ma mi sono resa conto che ne avevo già “rubato” qualcuno (per esempio qui e qui).


Così ho pensato… di inventarne uno! L’ho intitolato “Letture d’autunno” e mi sono divertita a trovare un romanzo per ogni simbolo tipicamente autunnale.

Spero che l’idea vi piacerà!



SETTEMBRE


Un romanzo che ami che parla di scuola



Un romanzo che ho inserito nel post dei preferiti di aprile di quest’anno è Colpo su colpo, di Riccardo Gazzaniga. La protagonista di questo libro è Giada, una ragazza genovese di sedici anni che vive male la scuola perché nessuno sembra accettare la sua omosessualità e per questo motivo ha subito degli atti di bullismo. Il suo “posto felice” è la palestra dove può praticare la savate, una sorta di arte marziale… e sarà grazie al suo amore per lo sport che ella riuscirà a cambiare, e con lei anche la sua famiglia ed il suo modo di vivere la quotidianità al liceo. Ho apprezzato tanto questo romanzo, che secondo me potrebbe essere una buona lettura da proporre nelle scuole: le problematiche di adolescenti e adulti sono raccontate con grande realismo e delicatezza e si parla anche di attualità (sullo sfondo c’è il crollo del Ponte Morandi dell’agosto 2018).


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ARIA FRESCA



Un romanzo che per te ha significato l’inizio di una “nuova fase”



Ho letto L’armata perduta di Valerio Massimo Manfredi, uno dei miei autori preferiti di sempre, in un periodo un po’ difficile per me. Questo romanzo non è solo uno storico con i fiocchi, come le altre opere dell’autore, ma anche una bella storia d’amore, con uno dei finali più romantici che io abbia mai letto. Per questo motivo, quando per la prima volta ho letto quel “lieto fine” che a me nella vita era stato negato, non ho potuto fare a meno di pensare Mai una gioia! Solo dopo un po’ (tanto) tempo ho capito che la voce di uno dei miei autori preferiti, in quel momento, come già successo altre volte, mi stava consolando. Questo libro mi stava suggerendo di non fare troppo affidamento sui “finti buoni”, sui calcolatori, sui ragionieri del sentimento, su chi in pubblico è esemplare e in privato molto meno… e mi stava consigliando di non avere pregiudizi nei confronti di persone che possono sembrare più “cattive” solo perché non hanno paura di mostrarsi come sono, e poi, conoscendole meglio, si rivelano speciali. Di non badare all’apparenza, bensì alla sostanza. Ci è voluto un po’ di tempo per elaborare questo insegnamento, ma da allora credo di aver iniziato a vedere la realtà con altri occhi.


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ZUCCA


Un romanzo con ambientazione tipicamente autunnale



Il fiume delle nebbie di Valerio Varesi è una delle tante indagini del commissario Soneri, ambientata nel corso di un gelido Novembre, quando la Bassa del Po è avvolta nella nebbia e la realtà si confonde con i sogni. Durante una serata di tempesta, un anziano ma esperto navigatore esce con la sua chiatta: di lui si perdono le tracce e l’imbarcazione viene ritrovata vuota molti chilometri più in là. Poco dopo, a Parma, il fratello dell’uomo scomparso muore in circostanze misteriose.


Il commissario Soneri è costretto da esigenze di indagine a fare la spola tra città e fiume, ma questa routine non gli dispiace affatto: egli ha l’opportunità di godersi il paesaggio nebuloso della Bassa, che segretamente apprezza, e può fare il pieno di pietanze perfette per il clima novembrino: vino rosso in scodella, tortellini di carne in brodo, gnocco fritto con salumi… quale modo migliore di “resistere” alla stagione?


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VENDEMMIA

Un romanzo che parla del mondo del vino




La vigna di Angelica è un romanzo di Sveva Casati Modignani, una delle mie autrici preferite di sempre (a questo link racconto il mio incontro con lei cinque anni fa!). Ciò che amo maggiormente di questa scrittrice è il fatto che, con ogni romanzo, ella ci porti in un mondo differente: l’editoria, il giornalismo, la lavorazione del corallo, l’aviazione, la scuola…


La vigna di Angelica approfondisce invece i mondi dell’enologia e della cucina, da sempre vicini, e negli ultimi anni oggetto della curiosità anche di chi non è “addetto ai lavori”. Il cuore della storia, come spesso accade nei romanzi dell’autrice, sono le passioni, le importanti decisioni, i momenti di svolta di più di una generazione di donne.


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HALLOWEEN



Un romanzo che ti ha dato gli incubi!



Nessun dubbio: Il suggeritore di Donato Carrisi vi toglierà il sonno… e più avrete paura, più vorrete andare avanti con la lettura per comprendere che cosa diavolo stia succedendo!


C’è anche un fun fact personale legato a questo romanzo: avevo finito di leggerlo da non più di due giorni quando, in pieno sabato notte, sono stata svegliata alle 3 da dei rumori veramente inquietanti. Memore di quello che avevo appena letto, mi sono alzata dal letto già completamente sudata ed ho controllato l’allarme. Ho visto che era inserito e non era scattato e mi sono rassicurata, ma i rumori nel più piccolo dei bagni proseguivano. Ho acceso le luci con circospezione… ed ho capito che purtroppo il fracasso era dovuto alle piastrelle del pavimento che si stavano staccando. Morale della favola: nessun serial killer è venuto a trovarmi, in compenso sono dovuti passare gli operai.


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FOGLIE COLORATE



Un romanzo che è un mix di generi differenti



La chioma di Berenice di Amalia Frontali è il romanzo che ho scelto per i preferiti di agosto di quest’anno. Viene giustamente presentato dall’autrice come un historical romance di tipo regency, ma c’è molto di più.


Il libro racconta in modo romanzato la storia d’amore tra due personaggi realmente esistiti: Sarah Bane, una fanciulla inglese del XIX secolo, e Giovanni Belzoni, uno dei primi importanti egittologi italiani. Romanticismo, elementi storici, avventura e giallo si mescolano in questo originale libro, che in qualche capitolo sembra ispirato a Jane Austen, in altri ad Indiana Jones. Davvero consigliato!


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FICHI



Un romanzo dolce, per sognare



Un amore come il nostro di Sophie Love è uno dei tre romance che ho consigliato in un post di circa due settimane fa. È la storia di Keira, una giornalista americana un po’ snob e sarcastica che si ritrova ad un piccolo festival dell’amore in Irlanda ed in poche settimane cambia del tutto il suo punto di vista sulla vita, sul lavoro e sui sentimenti. Una favola contemporanea per sognare un mondo un po’ migliore!


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CANDELE PROFUMATE



Un romanzo che ti fa sentire a casa



Squadra speciale Minestrina in brodo è il primo capitolo dell’omonima serie di Roberto Centazzo. Protagonisti di questa storia e delle successive tre poliziotti neopensionati che non riescono a stare fermi e che approfittano dello stop forzato per dare spazio a tutte quelle indagini che, per mancanza di tempo, non sono riusciti ad affrontare quando erano in servizio.


Ciò che mi fa sentire a casa di questi romanzi è l’ambientazione: come ormai sapete, la Liguria è la mia seconda casa, ed in questo primo libro della serie ci sono più riferimenti alla “mia” Varazze. Leggendo quelle pagine, mi sembra quasi di essere lì!


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NEBBIA



Un romanzo difficile da leggere ma che hai ultimato con soddisfazione



Anna Karenina si aggiudica sicuramente il premio di “lettura più difficile” del 2020 e dubito che gli ultimi tre mesi di quest’anno ribalteranno il risultato. È un classico complesso, che richiede tempo e pazienza, anche per informarsi sul contesto e sui riferimenti. Tuttavia, lo stop primaverile forzato mi ha aiutato molto, e sono felice di essere riuscita a portare a termine questa piccola impresa!


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CALDARROSTE



Un romanzo che ti scalda il cuore



Leggo i romanzi di Federica Bosco da ormai più di un decennio e li ho sempre apprezzati, ma ho notato con piacere che negli ultimi anni le sue storie sono ancora più profonde e mature. Il nostro momento imperfetto è un romanzo commovente sulle difficoltà dei quarantenni in crisi con se stessi e con l’amore, sulle seconde possibilità, sulle famiglie allargate. Un libro che regala speranza ed invita a guardare al futuro con ottimismo.


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...ecco i miei consigli di lettura per l’autunno appena iniziato!

Che ne pensate? Conoscete questi romanzi? Vi piacciono?

Siete d’accordo con le mie scelte?

Dal momento che ho creato io stessa il TAG, mi piacerebbe moltissimo che venisse riprodotto su altri blog… quindi sentitevi liberi di pubblicare la vostra versione! Ovviamente, se preferite, potete anche darmi le vostre risposte qui sotto nei commenti. Aspetto i vostri pareri!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

lunedì 21 settembre 2020

I WANNA DANCE WITH SOMEBODY

 Storytelling Chronicles: settembre 2020




Cari lettori,

benvenuti all’appuntamento di settembre con la rubrica di scrittura creativa “Storytelling Chronicles”!


Colgo l’occasione per ringraziarvi tutti della splendida accoglienza che avete riservato al racconto di luglio, “Lo sconosciuto” (che trovate a questo link). Era la prima volta che mi cimentavo con una storia di questo genere e sono stata felice di leggere i vostri commenti così positivi.


Questo mese il tema è musicale! La nostra amministratrice Lara, infatti, ci ha proposto di scegliere una canzone tra cinque e di lasciarci ispirare dalla musica e/o dai testi. I cinque brani selezionati sono: Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De André, In your eyes di The Weeknd, Snow angels di Two Step from Hell, I wanna dance with somebody di Whitney Houston e He won’t go di Adele.


Ci ho pensato un po’, ma il cuore mi ha portato dove desiderava lui: ho scelto di ispirarmi a Whitney Houston e di raccontare una storia ambientata nel mondo della danza. Vi lascio alla lettura, spero che apprezzerete!



I WANNA DANCE WITH SOMEBODY



marzo 2019


Seduta sul parquet, con la schiena appoggiata al muro, sotto la sbarra, Nora aspettava che le sue compagne di danza arrivassero. Era ormai abituata ad essere la più puntuale del gruppo, ma sapeva che da lì a poco anche le altre si sarebbero finalmente presentate e la lezione avrebbe avuto inizio.


Diede un’occhiata alle sue spalle. Attraverso le grandi vetrate, il buio stava lentamente invadendo la stanza. Marzo era l’ultimo mese di ora solare: dopo le vacanze di Pasqua, avrebbero fatto lezione con la luce naturale. Da sempre, questo era uno dei segni che scandiva l’avvicinarsi del momento clou, quello che aspettavano tutto l’anno: il periodo del saggio finale.


Nora si chiese ancora una volta come avesse potuto fare a meno di tutto questo nei due anni precedenti. Sapeva che non era il caso di ripensarci. Se lo era ripetuto tante volte negli ultimi sei mesi, ma questo non aveva impedito al suo pensiero ballerino di andare esattamente dove voleva lui.


L’aula continuava a restare stranamente vuota. Nora stava per chiedere alla sua insegnante Adele se per caso avesse avuto notizie delle sue compagne che sembravano disperse, quando quest’ultima risalì dal seminterrato con le mani piene di Cd.

Intanto che siamo qui ad aspettare” esordì con tono quasi casuale “hai più ripensato alla tua variazione?”

Nora scosse la testa sorridendo e si giustificò: “Ho ascoltato un po’ di musiche, ma ci sono così tante belle canzoni...”

Sapeva che questa era la risposta che Adele si aspettava. Anche gli anni precedenti, Nora era sempre stata l’ultima, nel gruppo delle veterane, a scegliere la canzone adatta per il piccolo assolo in cui ognuna di loro si esibiva al saggio. Alcune sue compagne, con una sicurezza che ella invidiava, entravano disinvolte a scuola già a gennaio con un disco che avevano ascoltato durante le vacanze di Natale e perfino con un’idea per il costume da abbinare. Nora, invece, era decisa a reinventarsi ogni anno con qualcosa di diverso, e la sua ricerca di novità la portava sempre a scegliere soltanto quando Adele le fissava le prove e le imponeva di decidere la musica.

Quell’anno, però, dopo averne passati due da tutt’altra parte, non sentiva nemmeno lo slancio creativo. Si sentiva grata di essere tornata lì, ma non sapeva da che parte ricominciare.

Beh, io ho una proposta” proseguì Adele, interrompendo il flusso di pensieri di Nora. “Ti piacerebbe l’idea di sfruttare quello che hai imparato in questi due anni?”

Domanda molto difficile, a cui poteva rispondere soltanto in modo cauto e diplomatico: “Potrebbe essere un’idea!”

Io ho trovato questa musica. Adesso te la faccio sentire” proseguì Adele, che aveva sicuramente percepito la sua incertezza ma non sembrava farsene un problema. “È un tango.”


Tango.

Cinque lettere che erano rimaste incastonate nel suo cuore per tutta l’estate precedente. Come cinque schegge che lo ferivano ogni volta che quell’ostinato muscolo involontario continuava a battere… soprattutto quando danzava.


* * *



Aprile 2018


Attenzione con le figure...casqué...perfetto!”

La voce dei due insegnanti scandiva il ritmo e le coppie di ballerini volteggiavano nella sala, seguendo la musica di un appassionato tango.

Nora era lì da più tempo di quanto avrebbe voluto ed era esausta. La lezione sarebbe dovuta terminare mezz’ora prima, ma lei sapeva che quando Daniele seguiva il suo estro creativo non era il caso di fargli vedere l’orologio.


Per di più, era tutta sera che ballava con Fabio, un ragazzo del corso con il quale c’era una forte, reciproca antipatia. Lui non la guardava neanche in faccia, giusto in caso non si fosse capito che avrebbe preferito spalare letame piuttosto che danzare con lei, e Nora continuava a cedere alla tentazione di guidare lei. Dopo tredici anni di danza in solitaria, imparare ad affidarsi a qualcun altro era stata per lei una delle maggiori difficoltà del corso di tango. Ormai era il secondo anno che lo frequentava e pensava di aver fatto dei grossi miglioramenti, ma sapeva che non c’era niente da fare quando entravano in gioco le antipatie personali.


Con il ballo non si può mentire: se con una persona non c’è feeling al di fuori della pista, quando ci si trova a danzare insieme, è come se l’antipatia scorresse da mano a mano, da spalla a spalla, come una scossa elettrica. La repulsione fisica è immediata e la coreografia ne risente moltissimo.


Okay, basta così per oggi!” gridò Daniele mentre la musica sfumava. L’insegnante spense il registratore e si voltò verso Nora e gli altri che stavano già raccogliendo le loro cose. “Un attimo ancora, per favore. Prima che andiate via volevo dirvi che ho scelto le coppie per il brano che interpreterete al saggio finale.”


Nora trattenne il respiro nel sentire queste parole. Aveva accettato con una certa riluttanza di esibirsi allo spettacolo. L’anno precedente era principiante del corso di tango e non c’era stata alcuna esibizione, e salire sul palco in coppia con una scuola diversa dalla sua era un’assoluta novità per lei. All’improvviso, le sembrò di aver preso una decisione avventata. Se fosse finita in coppia con Fabio, che sarebbe successo?

Nora” la voce di Daniele la riportò alla realtà. “Tu sei con Marco!”

E per un attimo il tempo si fermò.


Marco. Davvero? Il bello del corso?

Il tanghéro dilettante più bravo che Nora avesse mai visto?

Il ragazzo per cui quasi tutte le ragazze iscritte – lei compresa – avevano una cotta?


Sconcertata, Nora si girò alla sua destra per incrociare lo sguardo con quello del suo cavaliere in carica. Lui le sorrise incoraggiante e le fece l’occhiolino: “Adesso non ti puoi più tirare indietro!”

No che non poteva. Soprattutto non avrebbe voluto, per nessun motivo al mondo.


* * *


Giugno 2018


L’orologio batte l’ora

ed il sole inizia a scomparire

c’è ancora abbastanza tempo per capire

come cacciare via la mia tristezza.

Mi sono comportata bene finora,

è la luce del giorno che mi mostra come fare,

e quando arriva la notte, la mia solitudine chiama


Oh, voglio ballare con qualcuno

voglio sentire il calore con qualcuno,

sì, voglio ballare con qualcuno,

con qualcuno che mi ami



La voce di Whitney Houston e della sua “I wanna dance with somebody” usciva dalle casse del computer. Questo e altri pezzi facevano parte della compilation che Nora ascoltava sempre prima di esibirsi. Il pomeriggio prima degli spettacoli era un momento che, al tempo stesso, temeva ed apprezzava: si rilassava con un po’ di musica, poi si pettinava e si truccava con calma, pronta ad interpretare la parte della ballerina per una notte.


Mentre si godeva gli ultimi minuti di divano ascoltando Whitney, Nora si concesse di ripensare con una certa soddisfazione alle lezioni degli ultimi due mesi. Ballare con Marco era stato anche meglio di quello che aveva immaginato. Era agile nell’interpretare le figure, sicuro di sé nel sostenerla nei casqués, attento al ritmo… e per la prima volta Nora non aveva sentito l’impulso di afferrare il suo cavaliere per le mani e tirarlo sulla pista, perché la disinvoltura e la decisione di lui le avevano finalmente consentito di affidarsi. Egli si era rivelato anche un ragazzo simpatico e autoironico: non era soltanto belloccio, ma anche una persona davvero piacevole. Quando la stringeva sulla pista non era certo l’antipatia a scorrere da una spalla all’altra, anche se comunque si sarebbe potuto parlare di elettricità. Le lezioni di tango erano diventate momenti magici che Nora attendeva con ansia per tutta la settimana: a volte si ritrovava a contare le ore che la dividevano da quei magnetici occhi neri.


Organizzare lo spettacolo non era stato semplice come nella sua vecchia scuola, con Adele e con le altre ragazze: c’erano stati tanti disguidi, dai costumi alla scelta della musica, dalle decisioni prese last minute alle prove extra fissate con ben poco preavviso. In altre situazioni, ce ne sarebbe stato abbastanza per farla arrabbiare e desistere, ma la consapevolezza di affrontare questo percorso con Marco l’aveva spinta a vedere sempre il lato positivo della medaglia.

Sì”, si disse, alzandosi per iniziare la sua lunga preparazione “ho proprio voglia di ballare con qualcuno… qualcuno da poter amare.”



Qualche ora dopo, Nora era nello spogliatoio, pronta.

Non manca più molto, ormai” notò Federica, una delle sue compagne di corso, indicando con una mano il palco lì fuori. “Ancora un quarto d’ora. Per fortuna ci sono un po’ di pezzi prima del nostro. Non avrei mai voluto entrare per prima!”

Io sono un po’ impaziente, invece” replicò Nora, guardando nervosamente fuori dalla porta. Poco prima aveva notato alcuni dei suoi compagni di corso fuori dallo spogliatoio maschile, già vestiti di tutto punto con il completo elegante da tanghéri, ma tra loro non c’era Marco. Bello com’era, probabilmente era anche un po’ vanitoso. Ci avrebbe messo sicuramente il doppio degli altri a prepararsi, ma quando sarebbe uscito dallo spogliatoio, di sicuro ne sarebbe valsa la pena.

Ma guardala, la dama del belloccio! Non vedi l’ora di avvinghiarti con lui sulla pista, eh?” fece notare Federica, maliziosa.

Insomma” disse Nora divertita “è un duro lavoro, ma qualcuno lo dovrà pur fare, no?” concluse con una risata.

Si guardò allo specchio compiaciuta. Il corsetto ricoperto di paillettes argento le fasciava il busto, e la gonna longuette nera era perfetta con il tulle increspato in frange sul fondo e lo spacco laterale. Proprio mentre Nora stava per prendere altre forcine dalla pochette per meglio fissare lo chignon, la porta dello spogliatoio si aprì e rientrò Martina, una compagna di corso che era uscita per recuperare qualche bottiglietta d’acqua per tutte.

Nora la guardò un po’ preoccupata: aveva la faccia scura. Brutte notizie in arrivo?


Martina la individuò nella folla di ragazze che si stavano ancora cambiando e le porse una bottiglietta d’acqua con uno sguardo che sembrava voler dire “Ambasciator non porta pena”. Nora si sentì stringere lo stomaco in una morsa fastidiosa, come un presentimento.

Nora, mi dispiace tanto, non so come dirtelo” disse cautamente Martina. “Marco non c’è.”

La frase colpì Nora come un pugno allo stomaco.

In che senso non c’è, scusa?” riuscì a domandare, rendendosi conto che la sua voce aveva perso parecchi decibel.

Ha detto a Daniele al telefono di aver avuto un problema di lavoro, ma ci crediamo poco. Io e Fede l’abbiamo sentito prendere accordi con un locale, l’altra sera. Forse lo pagheranno per esibirsi… sai che è sempre stato bravo, per essere un dilettante. Daniele ti aspetta nella saletta sul retro del palco. Ha detto che per stasera ballerai con lui. Potresti andare a provare con lui? Mi dispiace tanto, davvero.”


Per il resto della serata, Nora non aveva sentito niente. Aveva ascoltato le parole di Martina, ma non poteva crederci.

Era andata nella saletta sul retro del palco, con sguardo assente, e col senno di poi si meravigliava di non essere inciampata in nulla. Forse sarebbe stato meglio. Si sarebbe fatta male e si sarebbe risparmiata quello strazio. Aveva provato il suo numero con Daniele, che l’aveva rimproverata più volte, ripetendole: “Ascolta il mio ritmo!” Ma che senso aveva, ormai? Era salita sul palcoscenico come se fosse stata un’altra a farlo, e fortunatamente la sua esperienza l’aveva salvata. Genitori ed amici le avevano fatto i complimenti per l’esibizione, dicendole che l’avevano vista bene anche in un contesto, come il tango, più “adulto” della danza moderna. Lei era riuscita a pensare soltanto: meglio perdere che trovare una situazione così. E quando, finalmente, era riuscita a tornare a casa, aveva seppellito corsetto e gonna in un angolo della parte dell’armadio che riservava ai costumi da scena. Si era buttata sul letto ripetendosi: mai più tango. Mai più sogni d’amore a danza.


* * *



Maggio 2019


Ancora una volta quel sogno ricorrente. Di nuovo i ricordi dello scorso giugno che lo inseguivano. Nora, come sempre un po’ stanca in quel periodo dell’anno, si era messa sul divano appena tornata dal lavoro ed aveva pensato di rilassarsi un’oretta prima di andare a danza, ma inevitabilmente aveva chiuso gli occhi e si era addormentata. Controllò l’orologio: fortunatamente aveva il tempo di prepararsi con calma.


Mentre si vestiva e metteva il necessario in borsa, pensò che quella serata era stata per lei come un brusco risveglio da un sogno dolce che all’improvviso aveva smesso di sembrare vero. Nei giorni successivi allo spettacolo, aveva dovuto resistere alla tentazione di chiamare Marco. Voleva chiedergli spiegazioni per la sua inspiegabile defezione, ma era consapevole che avrebbe finito per urlargli dietro tutta la sua rabbia e la sua delusione. Dopo alcuni (tanti) respiri profondi ed esercizi di auto convincimento, era arrivata alla conclusione che Marco l’aveva trattata come se non esistesse e che non si meritava nulla, nemmeno uno sfoggio della sua dirompente emotività.


Con il passare dell’estate, aveva iniziato a rivalutare il corso che aveva frequentato negli ultimi due anni ed aveva sentito sempre più nostalgia della sua vecchia scuola di danza, quella dove aveva praticato danza moderna fin da quando era una dodicenne che non riusciva a stare ferma ascoltando la musica. Tornare lì in settembre era stato naturale, come riaprire la porta di casa. Tutti i motivi che l’avevano spinta ad abbandonarla (il compimento dei suoi venticinque anni, la sensazione di essere troppo grande rispetto alle altre ragazze del gruppo, il suo improvviso desiderio di cambiare routine) parevano non esistere più.


In due anni, il gruppo delle veterane era leggermente cambiato, ma il clima era lo stesso di sempre: allegro, rilassato, pieno di affetto. Inoltre, ritornare in una struttura ben organizzata era stato un sollievo.



La luce entrava dai grandi finestroni colorati. Un paio di essi erano spalancati sul cortile interno, perché era stata una giornata di sole ed il caldo iniziava a farsi sentire. Nora e le sue compagne erano sedute a terra dopo aver provato tutti i pezzi di gruppo per lo spettacolo. Come ogni anno, il programma era fitto ed ogni lezione sembrava sempre più lunga ed intensa. Mancavano da provare solo le variazioni.

Nora, provi la tua?”


Lei e Adele si erano trovate in scuola un paio di volte per impostare il tango, e, come lei sperava, l’idea della sua insegnante di mixare gli elementi dei due diversi stili (moderno e latino), in modo che l’esecuzione potesse essere singola, si era rivelata buona. Rimettere le scarpe che aveva indossato per il corso con Daniele era stata un’emozione difficile da spiegare, ma dopo pochi passi si era resa conto che, anche se era passato un po’ di tempo, le padroneggiava ancora con sicurezza.



Nora si mise in posizione, consapevole che quella sua prova davanti al gruppo era, in un certo senso, la prima esibizione di tango dopo tanto tempo e con una sorta di pubblico. “Ma sì, le prime volte non viene mai bene” si disse per incoraggiarsi. Spense la razionalità e si lasciò trasportare dalla musica.


Non più di due minuti dopo, con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro e gli applausi delle sue compagne nelle orecchie, si ritrovò a pensare: “Forse questo tango sarà la mia rivincita”.


* * *



Giugno 2019


Se c’era qualcosa che le era mancato quasi quanto la sua vecchia scuola, era il teatro dove aveva fatto tanti saggi negli anni precedenti. Nel corso di quella settimana, però, si era rapidamente riappropriata di tutti gli spazi: il palcoscenico, la platea, la zona trucco, gli spogliatoi.

Le giornate di prove generali erano volate in un soffio, come al solito, e in un attimo era arrivata l’attesissima serata dello spettacolo.


Di fronte allo specchio, nel suo amato e un po’ sgangherato spogliatoio, Nora stava indossando gli abiti per la variazione. Il primo tempo stava procedendo bene: tutte avevano già affrontato il palco con un paio di pezzi di gruppo, ed era giunto il turno delle variazioni. Dopo attenta riflessione, Nora aveva deciso di tirare fuori nuovamente la gonna dell’anno precedente: era davvero troppo bella, e le avrebbe spezzato il cuore sceglierne un’altra. Aveva sdrammatizzato l’outfit con un top rosa meno sgargiante delle tenute di paillettes che spesso richiedeva il ballo di coppia, e l’effetto finale le piaceva molto. Sapendo che non mancava poi molto al suo turno, uscì e si sistemò dietro le quinte laterali, in mezzo alle sue compagne.



Tra tutti i piccoli rituali che aveva ripreso con piacere in quei giorni, ce n’era uno che amava particolarmente. Durante le prove generali, quando tutte chiacchieravano in platea facendo uno spuntino o ripassavano i loro passi, lei guardava le variazioni delle altre. Le piaceva restare sul parquet a sentire il legno sotto la stoffa leggera dei costumi di scena, veder passare sopra di sé le luci che i ragazzi della regia facevano roteare, osservare la platea già buia come la sera dello spettacolo, ascoltare a tutto volume i brani che le sue amiche avevano scelto, osservare con attenzione le loro coreografie. Erano pochi minuti che la riempivano di felicità, che le davano la sicurezza che poi sarebbe toccato a lei, che quel mondo le sarebbe di nuovo appartenuto, che sarebbe andato tutto come sognava.


Anche in quel momento una sua compagna si stava esibendo sul palcoscenico, e come musica per la sua variazione aveva scelto proprio I wanna dance with somebody. Guardando l’esibizione, Nora sentì un senso di serenità.

L’anno scorso voleva danzare con qualcuno, ma aveva finito col perdersi dietro ad un’illusione. Ora, invece, danzava, sentiva il calore, e capiva di avere tutto ciò che desiderava: un nuovo spettacolo in cui cimentarsi, una seconda opportunità con il suo adorato tango, la stima della sua insegnante, l’amicizia delle sue compagne.

Più di tutto, aveva la sua passione per la danza. Più volte, nel corso degli anni, le era capitato di chiedersi che cosa si potesse definire amore, e non era certa di averlo compreso appieno.

Era certa, però, che amare significasse anche vivere tante difficoltà, ma continuare a credere nella forza dei propri sentimenti.

Affrontare momenti di crisi ed incertezza interiore, ma riuscire ad andare oltre perché il solo pensiero di mettere la parola “fine” a quella passione era inconcepibile.

Reinventarsi continuamente e crescere insieme all’oggetto del proprio affetto.

Stentare a credere alla bellezza ed alla magia di quello che si sta vivendo, e piangere per la felicità.

Tirare fuori, con il tempo, il meglio di se stessi.

Tutto quello che Nora sapeva sull’amore, l’aveva imparato dalla danza.


Con questa consapevolezza, Nora ascoltò gli applausi che segnavano la fine dell’esibizione della sua amica, si alzò e si preparò per entrare in scena. Sapeva che, comunque fosse andata, sarebbe stata una vittoria.



FINE



Io ho scritto parecchio, perciò ora lascio spazio ai vostri pareri.

Come avrete notato, questa volta ho messo in “pausa” gli approfondimenti storico-culturali che tanto mi piacciono ed ho sentito l’esigenza di raccontarvi in modo un po’ romanzato quelle emozioni che animano me e tanti altri appassionati di ballo, e delle quali purtroppo abbiamo dovuto fare a meno nella scorsa primavera-estate.

Spero che questa incursione nel mondo della danza vi sia piaciuta, e vi ricordo che a questo link potete trovare tante recensioni di balletti, alcuni dei quali recuperabili anche da casa con Rai 5 e Rai Play.

Grazie ancora di cuore per la lettura, e al prossimo post :-)