I mondi di Antonia Pozzi #1
Cari lettori,
è passato qualche mese dal mio ultimo progetto per la mia rubrica “L’angolo della poesia”, dedicato ai Lirici greci.
Ormai mi conoscete e sapete che il mio amore per il mondo della classicità è davvero grande. Tuttavia, mi piace l’idea che il mio blog sia il più possibile vario, ed è per questo motivo che la nuova serie di post che inauguro oggi è dedicata ad un’importante poetessa italiana del XX secolo: Antonia Pozzi.
Ho scaricato l’ebook di Desiderio di cose leggere qualche tempo fa, grazie all’iniziativa del sito Milano da leggere, che in primavera ci ha regalato dieci opere di altrettante autrici lombarde.
Antonia Pozzi è nata e vissuta a Milano tra il 1912 e 1938. Figlia di una ricca famiglia lombarda (padre avvocato, madre nobile) ella viene iscritta al Liceo Classico Manzoni, del quale parla spesso nei suoi componimenti. Importanti sono anche gli anni dell’Università, alla facoltà di Filologia della Statale di Milano: in questi anni, ella stringe amicizia con Vittorio Sereni e con altri nomi di spicco del Novecento Italiano. La morte, sopraggiunta a soli 26 anni, è purtroppo avvenuta per suicidio, tramite dei barbiturici. Si pensa che Antonia Pozzi soffrisse a causa della situazione sociale e politica italiana appena prima della Seconda Guerra Mondiale, ma sicuramente, leggendo i suoi componimenti, emergono anche dei dolori privati e una sorta di continua, intima sofferenza.
Quando ho organizzato i post di questo progetto, ho valutato diverse opzioni (come quella cronologica), ma alla fine ho deciso di optare per una suddivisione per temi.
Il primo “mondo” di Antonia Pozzi del quale ho pensato di occuparmi, dal momento che sono appena trascorse le vacanze, è proprio il mare.
Come vedremo nei prossimi post, la poetessa è stata principalmente un’amante della montagna (tra i suoi amici c’era anche un famoso alpinista) e della sua seconda casa a Pasturo, in provincia di Lecco, ma anche il mare ha rivestito un ruolo piuttosto interessante nella sua poesia. Il soggiorno marittimo è stato per lei più volte occasione di sollievo e riposo, ma anche di sogno e fantasia. Un mare, dunque, che alcune volte è molto reale e tangibile, tanto che la protagonista si descrive mentre fa “il morto” a galla, ed in altre occasioni è simbolico, quasi immaginato (perfino le colline di Pasturo sono paragonate ad una distesa marittima).
Vi lascio alle poesie, sperando che possiate leggerle e pensarci su con calma!
Soste
(Dipinto: Le port di Saint-Tropez, di Paul Signac)
(a L.B.)
Così,
con la mia testa sul tuo grembo
e le tue mani sopra i miei capelli.
Sotto le palpebre, un fervore chiaro
- tutta la rena di una spiaggia, al sole -
dentro,
il silenzio che dondola a ondate
come acqua un po’ scura, senza schiuma,
e l’anima che vibra allo sciacquio
come un mollusco gelatinoso
che abbia dischiuso la conchiglia
alla carezza del mare.
Milano, 11 aprile 1929
Amore di lontananza
(Dipinto: Emerald Hills, di Erin Hanson)
Ricordo che, quand’ero nella casa
di mia mamma, in mezzo alla pianura,
avevo una finestra che guardava
sui prati; in fondo, l’argine boscoso
nascondeva il Ticino e, ancor più in fondo,
c’era una striscia scura di colline.
Io allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un’aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l’orizzonte;
socchiudevo un po’ gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei colli si spianava,
tremula, azzurra; a me pareva il mare
e mi piaceva più del mare vero.
Milano, 24 aprile 1929
Giacere
(Dipinto: Modernist beach view, di Nate Dunn)
Ora l’annientamento blando
di nuotare riversa,
col sole in viso
- il cervello penetrato di rosso
traverso le palpebre chiuse -.
Stasera, sopra il letto, nella stessa postura,
il candore trasognato
di bere,
con le pupille larghe,
l’anima bianca della notte.
S.Margherita, 19 giugno 1929
Io, bambina sola
(Dipinto: Il mare di Les Saintes Maries de la mer, di Vincent Van Gogh)
Quei due
davanti agli scogli
a sbaciucchiarsi
e la barca a lasciarli fare
coi remi abbandonati lungo i fianchi
come braccia penzoloni.
Io a fissare
nel mio secchio arrugginito
i granchiolini e le stelle di mare.
Ma non lontano
i rintocchi decisi delle campane
a ripercuotersi sull’azzurro
in triangoli bianchi di vele
che m’accennano
l’alto.
S.Margherita, 21 giugno 1929
Lagrime
(Dipinto: Children, di Sally Swatland)
Bambina, ho visto che stasera hai pianto,
mentre la mamma tua sonava: pochi,
per questo pianto, i tuoi quindici anni.
So che forse noi siamo creature
nate tutte da un’ansia eterna: il mare;
e che la vita, quando fruga e strazia
l’essere nostro, spreme dal profondo
un po’ del sale da cui fummo tratte.
Ma non sono per te le salse lagrime.
Lascia ch’io sola pianga, se qualcuno
suona, in un canto, qualche nenia triste.
La musica: una cosa fonda e trepida
come una notte rorida di stelle,
come l’anima sua. Lascia ch’io pianga.
Perch’io non potrò mai avere – intendi? -
né le stelle,
né lui.
Varese – Milano, 11 luglio 1929
Il porto
(Dipinto: Mare in tempesta a Étretat, di Claude Monet)
Io vengo da mari lontani -
io sono una nave sferzata
dai flutti
dai venti -
corrosa dal sole -
macerata
dagli uragani -
io vengo da mari lontani
e carica d’innumeri cose
disfatte
di frutti strani
corrotti
di sete vermiglie
spaccate -
stremate
le braccia lucenti dei mozzi
e sradicate le antenne
spente le vele
ammollite le corde
fracidi
gli assi dei ponti -
io sono una nave
una nave che porta
in sé l’orma di tutti i tramonti
solcati sofferti -
io sono una nave che cerca
per tutte le rive
un approdo -
Risogna la nave ferita
il primissimo porto -
che vale
se sopra la scia
del suo viaggio
ricade
l’ondata sfinita?
Oh, il cuore ben sa
la sua scia
ritrovare
dentro tutte le onde!
Oh, il cuore ben sa
ritornare
al suo lido!
O tu, lido eterno -
tu, nido
ultimo della mia anima migrante -
o tu, terra -
tu, patria -
tu, radice profonda
del mio cammino sulle acque -
o tu, quiete
della mia errabonda
pena -
oh, accoglimi tu
fra i tuoi moli -
tu, porto -
e in te sia il cadere
d’ogni carico morto -
nel tuo grembo il calare
lento dell’àncora
nel tuo cuore il sognare
di una sera velata -
quando per troppa vecchiezza
per troppa stanchezza
naufragherà
nelle tue mute
acque
la greve nave
sfasciata -
20 febbraio 1933
Stelle sul mare
(Dipinto: Notte stellata sul Reno, di Vincent Van Gogh)
Piccole buone stelle -
tutte mie -
tutte mie -
che passate
con il moto del mare
sul mio guanciale bianco -
piccole buone stelle
che impigliate
i vostri chiari raggi
nella mia mano
s’io – ecco – la tenda
verso di voi
come un arbusto spoglio -
piccole buone stelle
che cadete
giù dalla mano
s’io – ecco – la scuota
come fa il vento di un ramo fiorito -
stelle -
grandine d’oro -
che piovete
a scrosci lunghi
sopra il nudo cuore…
Napoli – Palermo, 9-10 aprile 1933
Evasione
(Dipinto di Jim Warren)
La strada porta tra case oscure -
ma in alto
salpo dal braccio candido
del valico, come da un molo -
lascio nella terrena ombra
i faticosi lumi degli uomini,
il loro fioco alone
sulla neve.
Via – negli occhi raccolta
la gioia dura d’essere
creatura in sé conchiusa,
unica nel freddo cielo
invernale -
diritta ai piedi
d’invisibili antenne,
sulla nave che ha vele di nubi
e fari di stelle,
a prora un volto
d’attesa.
11 gennaio 1935
Eccoci giunti alla fine di questo primo post del progetto dedicato ad Antonia Pozzi!
Spero che il “suo mare” vi abbia fatto sognare.
Come al solito, il progetto avrà cadenza più o meno mensile, anche se molto dipenderà dall’organizzazione dei singoli mesi e da altre rubriche più “fisse”.
Mi auguro che l’idea della divisione per temi vi piaccia, (anche perché vi anticipo che ho in lavorazione un altro progetto, questa volta per i “Consigli musicali”, che è organizzato proprio così, e che spero vedrete prestissimo!)
Avete apprezzato queste poesie? Quale avete preferito?
Conoscevate già Antonia Pozzi? O preferite altre poetesse/scrittrici del Novecento?
Aspetto i vostri commenti!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Ciao Silvia! Non amo la poesia in generale, però devo dire che quelle che hai selezionato sono carine! Soprattutto "Amore di lontananza"! :)
RispondiEliminaCiao Sara! "Amore di lontananza" secondo me è la più originale, perché il mare è visto come entità metafisica, più che reale... viene immaginato, eppure è così presente! Sono contenta comunque che le poesie ti siano piaciute :-)
EliminaNon conoscevo questa poetessa, ma i suoi versi sono piacevoli.
RispondiEliminaPoi amo il mare (lo sai) e spesso vengo travolta da un desiderio di cose leggere. 😅
Insomma, seguirò questa nuova rubrica con piacere.
Ciao Claudia! So che ti piace il mare, spero che anche quest'estate tu te lo sia goduto :-) Sono contenta che la rubrica ti piaccia!
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