Lirici greci #6
Cari
lettori,
oggi,
per il nostro “Angolo della poesia”, concludiamo il nostro
viaggio immaginario alla scoperta dei lirici greci.
Gli ultimi tre
autori che vi propongo affrontano un tema simile a quello dei
primissimi frammenti che abbiamo letto insieme: l’eroismo, sia
storico che sportivo.
Vediamo questi brani più nel dettaglio!
SIMONIDE
Dei
tre frammenti che vi propongo di Simonide, due sono di carattere
morale e pongono al centro dell’attenzione alcuni precetti già
ampiamente trattati da altri poeti lirici (ed anche dai tragici),
come la brevità della vita, la sorte che non perdona né buoni né
cattivi, il Fato che rovescia ogni destino. Il terzo, invece, è
probabilmente la parte di un poemetto di carattere storico, che
racconta la guerra tra Greci e Persiani ed in particolare la strage
delle Termopili ed il sacrificio dei 300 spartani e del loro
generale, Leonida.
1.
Degli
uomini poca
è
la forza, e vane sono le pene:
nella
vita breve, fatica s’aggiunge a fatica;
e
sovrasta la morte, che non può fuggire.
Parte
uguale ne ebbero in sorte
i
buoni e tutti i cattivi.
2.
Poiché
sei uomo, non dire mai quel che accadrà
domani;
e se vedi uno felice,
per
quanto tempo lo sarà:
veloce
è il mutamento, come neppure lo scarto
della
mosca dalle ali distese.
3.
Di
coloro che morirono alle Termopili
la
sorte è gloriosa, bello il destino,
e
un altare è la tomba; al posto dei gemiti è il ricordo,
e
il compianto è lode.
Una
tale veste funebre la ruggine
non
oscurerà, o il tempo che tutto doma.
Questo
sacro recinto d’eroi scelse ad abitare con sé
la
gloria della Grecia. Testimone è Leonida,
il
re di Sparta, che un grande ornamento di valore ha lasciato,
e
una fama perenne.
BACCHILIDE
Il
poemetto di Bacchilide è dedicato al vincitore di una gara di
pugilato ed è uno dei primi esemplari di un nuovo filone lirico: i
canti di vittoria per i risultati sportivi.
Come forse noterete,
molte tematiche e figure retoriche sono le medesime della fase più
arcaica della lirica, quella dedicata ai canti di guerra. I concetti
di onore, di gloria, di un’impresa che dona l’immortalità
rimangono immutati, ma passano dal contesto bellico ad uno molto più
civile.
1.
Per
Argeo di Ceo pugile ragazzo,
vincitore
nelle gare istmiche
Balza,
o Fama che doni la gloria,
verso
la sacra Ceo, recando
la
notizia grata
che
nella lotta delle mani audaci
Argeo
riportò la vittoria.
Di
imprese belle ha suscitato il ricordo,
quante
nel glorioso collo dell’Istmo,
lasciata
l’isola divina
Euxantide,
noi mostrammo
con
settanta corone.
La
Musa indigena evoca
uno
strepito dolce di flauti,
onorando
con epinici
il
caro figlio di Pantide.
PINDARO
Anche
Pindaro compone questo ed altri poemetti per gli sportivi, ma il suo
stile è molto più interessante e complesso. Egli, infatti, spesso
compie i cosiddetti “voli pindarici”, ovvero delle digressioni,
anche piuttosto lunghe, di carattere storico o mitologico.
In questo
caso, il lottatore Teeo di Argo viene paragonato a Castore e Polluce,
due eroici gemelli considerati, secondo la mitologia, figli di Zeus,
e destinati a condividere lo stesso destino di morte e gloria.
2.
Per
Teeo di Argo lottatore
Mutando
a vicenda la sorte,
essi
un giorno dimorano presso Zeus,
il
padre diletto; un altro, nelle cavità della terra,
nei
recessi di Terapne,
compiendo
un uguale destino. Questa vita
scelse
Polluce, più che essere in tutto un dio
e
abitare nel cielo, poi che era morto
Castore
in guerra.
L’aveva
trafitto Ida
irato
per i buoi, con la punta della lancia di bronzo.
Dal
Taigeto, spiando, Linceo
lo
scorse acquattato nel cavo
di
un tronco di quercia: ché di tutti i mortali
egli
aveva più acuto
lo
sguardo. Con corsa veloce subito
lo
raggiunsero, e ordirono in breve il grande misfatto.
Ma
dalle mani di Zeus una pena terribile patirono
gli
Afaretidi. Inseguendo,
giunse
presto il figlio di Leda; ed essi si opposero
a
lui presso la tomba del padre.
Divelta
di qui una pietra levigata, ornamento di Ade,
la
scagliarono contro il petto a Polluce; ma non lo schiacciarono
né
lo respinsero. Balzò egli con la lancia veloce,
e
immerse il bronzo nel fianco a Linceo.
Contro
Ida scagliò Zeus il suo fulmine, portatore di fuoco fumoso:
insieme
essi arsero, in solitudine. Difficile è per i mortali
lottare
con i più forti.
Subito
il figlio di Tindaro
tornò
indietro presso il forte fratello:
non
morto ancora, ma per l’affanno
scosso
da rantoli convulsi lo trovò.
Versando
lacrime calde, tra i gemiti,
gridò:
«Padre Cronide, quale
rimedio sarà
ai
miei dolori? Ordina anche a me,
insieme
a lui, la morte, o Signore.
Per
l’uomo privato dei suoi cari
perduta
è la gloria: nell’affanno, sono pochi i mortali
che,
fedeli, partecipano alle pene.»
Così
disse.
Zeus davanti gli venne
e
pronunciò queste parole: «Tu
sei mio figlio;
poi,
congiuntosi alla madre tua,
l’eroe
suo sposo stillò
il
seme mortale. Ma orsù, questa scelta
io
ti concedo: se evitata la morte
e
la vecchiezza aborrita,
tu
vuoi abitare con me nell’Olimpo,
con
Atena e con Ares dalla lancia nera,
è
possibile a te questa sorte. Ma se per il fratello combatti,
e
ogni cosa pensi dividere con lui in parte uguale,
metà
del tempo vivrai sotto la terra,
e
metà nelle dimore d’oro del cielo.»
Così
parlò. E Polluce non pose alla mente un duplice pensiero:
sciolse
l’occhio e poi la voce
di
Castore dalla cintura di bronzo.
Siamo
arrivate all’ultimo appuntamento del nostro excursus nel
mondo dei lirici greci. Vi lascio tutti i link dei post precedenti:
- Alceo
Ringrazio
moltissimo tutti coloro che hanno letto e commentato i vari post.
Come sapete, tengo tanto a questi progetti letterari e mi fa piacere
sia scriverli che parlarne con voi. Grazie ancora per la lettura e al
prossimo post :-)
Cara Silvia, è sempre bello passare da te, qui troviamo tanto di storia...
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Sono contenta che ti piacciano questi miei post :-) Un abbraccio e buona settimana!
EliminaQuesti tuoi post sono sempre molto interessanti soprattutto perché hai la capacità di renderli fruibili in modo semplice e accattivante. Grazie Silvia. Buona settimana.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Sono davvero contenta di essere riuscita a rendere chiari per tutti questi contenuti letterari :-) Grazie a te per il tuo supporto! Buona settimana :-)
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