Le indagini del commissario Soneri
Cari
lettori,
oggi,
per la nostra rubrica “Letture...per autori”, vi propongo due
romanzi di Valerio Varesi, un autore che ho già nominato settimane
fa sul blog.
Egli,
infatti, insieme a Marco Vichi e ad altri autori, ha contribuito alla
raccolta di racconti noir “Delitti in provincia”, della quale vi
ho parlato in questo post. Se ricordate, quando l’avevo pubblicato
vi avevo detto che avrei sicuramente cercato di leggere qualche
romanzo degli autori che avevano preso parte alla raccolta, perché
mi ero molto incuriosita.
Con mia grande sorpresa, ho scoperto che
Valerio Varesi è autore della serie gialla del commissario Soneri,
ambientata nella zona tra Lombardia ed Emilia Romagna dove è
collocata la foce del Po, la cosiddetta “Bassa”. Da questi
romanzi è stata tratta anche una fiction del 2005-2006, intitolata,
per l’appunto, Nebbie e delitti, ambientata a Ferrara invece che a Parma. Io al tempo non l’avevo
vista (anche perché ero una ragazzina non troppo interessata al
genere), ma ultimamente l’ho recuperata, dal momento che è sul
catalogo di RaiPlay, e l’ho trovata piacevole, ben fatta ed
abbastanza fedele alle storie raccontate nei libri.
Ecco
i due romanzi che ho letto!
Il
fiume delle nebbie
È
un gelido Novembre e la zona della Bassa è flagellata da pioggia e
vento. La giornata è terminata ed i lavoratori del luogo sono tutti
rintanati nell’unica osteria per riscaldarsi. All’improvviso,
però, uno strano spettacolo colpisce la loro attenzione: un vecchio
eremita, che si occupa da una vita di commercio sul fiume, esce con
la sua chiatta, ad un orario insolito e nonostante la terribile
tempesta. Gli avventori lo osservano un po’ increduli: è evidente
che l’uomo, ormai troppo anziano per proseguire con il suo lavoro,
non ha più il controllo del mezzo. Alcuni di loro escono per
verificare la situazione, ma fanno una terribile scoperta: la chiatta
è vuota e non c’è traccia del barcaiolo, né lì né al suo
rifugio.
La
scomparsa viene denunciata alla questura dove lavora il commissario
Soneri, che deve abbandonare provvisoriamente la sua Parma per
trovarsi ad affrontare le nebbie novembrine del Po. Poco dopo,
tuttavia, egli è costretto a tornare in città a causa di un altro
delitto: il fratello del barcaiolo scomparso è precipitato da una
finestra dell’ospedale, che frequentava volontariamente per offrire
assistenza e compagnia ai malati oncologici. Le analisi del capo
della Scientifica, Nanetti, escludono il suicidio.
Dopo
qualche prima indagine, Soneri scopre che i due fratelli non erano
molto ben visti nella Bassa. La maggior parte dei giovani non sapeva
nemmeno della loro esistenza, ma la vecchia generazione del luogo
ricorda ancora il loro passato da fascisti e repubblichini. In
particolare, tutti nominano alcuni terribili eventi di sangue
accaduti nei pressi del fiume… eventi per i quali nessuno, finora,
aveva cercato vendetta.
Il
fiume delle nebbie è stata per
me una lettura estremamente istruttiva: il lessico, infatti, è
ricchissimo di tecnicismi sulla navigazione
e sulla vita di fiume, e mi ha consentito di imparare tantissime
parole nuove. Lo stile di scrittura è più lento rispetto a quello
di altri gialli, ma proprio per questo invita alla riflessione ed
all’apprendimento.
Il
commissario Soneri è, come scritto sulla quarta di copertina, “un
po’ Montalbano, un po’ Maigret”: è amante della buona cucina
italiana, intenditore di vini, rimasto vedovo troppo presto ed in una
relazione un po’ complessa con Angela, un’avvocatessa dal
carattere determinato che ha paura della routine e lo trascina sempre
in stravaganti avventure.
Il
giallo al centro della narrazione ci riporta ai tempi della Seconda
Guerra Mondiale e mescola abilmente passato e presente.
La
casa del comandante
Il
commissario Soneri, dopo aver risolto alcuni casi nella zona della
Bassa, è ampiamente a suo agio in questi territori. Ormai ha i suoi
luoghi del cuore per le passeggiate (da solo o con Angela), la sua
osteria preferita per gli affettati e gli anolini in brodo, il suo
fornitore di vini di fiducia.
È proprio mentre sta portando a casa
alcune casse di rosso frizzante che si imbatte in una macchina che
gli era stata segnalata in precedenza perché appartenente ad una
banda di rapinatori di Bancomat. Soneri tenta un inseguimento, ma
nonostante la sua abilità nella guida (ed il sacrificio delle
bottiglie) i conducenti dell’automobile lo seminano ed abbandonano
il mezzo.
A
Soneri non resta che tornarsene a casa sconfortato e con la netta
impressione che la situazione nella Bassa sia decisamente difficile
da controllare. Tantissime nuove forme di criminalità locale stanno
nascendo sulle sponde del Po e, pochi giorni dopo la disavventura del
commissario, due morti scuotono la comunità della Bassa.
In
riva al Po, in mezzo al fango, viene trovato il cadavere di un
giovane ungherese, con un foro di proiettile in testa. Le bande di
slavi sono tristemente note in paese, sia per la pesca illegale al
pesce siluro che viene poi portato in modo illecito nell’Est Europa
e commerciato a prezzi stracciati, sia perché ultimamente hanno
iniziato a commerciare in armi.
Poco
tempo dopo, Soneri va a trovare un vecchio amico, l’ex partigiano
Libero Manotti, detto “Il Comandante”, che vive isolato in una
casa diroccata sul fiume, ma ha una pessima sorpresa: trova il corpo
dell’uomo, ormai deceduto da settimane, in poltrona. Potrebbe
sembrare una delle tante tragedie della solitudine: una persona
anziana e sola della cui morte non si è accorto nessuno per tanti
giorni. Soneri, però, perquisendo la casa del comandante, trova
delle armi d’epoca ed anche dei diari che gli fanno venire il
sospetto che il suo amico conoscesse l’ungherese ucciso.
Egli
ha necessità di conoscere nel dettaglio le dinamiche della Bassa e
per questo motivo, mentre indaga, si avvale dell’aiuto di due
amici: il Nocio, un marinaio che vive in una palafitta ancorata sul
fiume e durante le tempeste trasmette Verdi a tutto volume, e
l’anziano Lumèn, che con la sua sedia a rotelle e con la sua
badante esce solo di notte, perché ha perso la vista e durante le
ore notturne può “sentire” il fiume.
La
casa del comandante è un
romanzo che, ancor più de Il fiume delle nebbie,
mette in relazione vecchie e nuove generazioni, passato e presente,
forme di criminalità antiche ed innovative. Il commissario Soneri è
sempre più un esperto della Bassa, dei suoi stravaganti personaggi,
delle storie di fiume… compresa questa, che sicuramente vi
conquisterà.
Fatemi
sapere se conoscete questo autore, se avete letto questi romanzi, se
vi incuriosiscono...! Qualcuno di voi ha visto la fiction Nebbie
e delitti?
Aspetto
un vostro parere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, credo siano molto interessanti questi due libri, buona lettura.
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Credo proprio che il commissario Soneri sia un protagonista che ti potrebbe piacere :-) Buona giornata anche a te!
EliminaL'autore lo conosco ma non l'ho mai letto. E lo conosco proprio per Nebbie e Delitti, che ho seguito un pochetto in tv, all'epoca.
RispondiEliminaMarco Vichi lo conosco per L'inquilino^^
Moz-
Ciao Moz! Sì, è una vecchia serie, ma ultimamente l'ho recuperata su Rai play e mi è piaciuta! L'inquilino è uno dei (probabilmente pochi) romanzi di Marco Vichi che non ho ancora letto...
EliminaSì, io avevo 10 anni ma guardavo lo stesso la fiction Nebbie e Delitti, mia mamma era appassionata di questa serie!
RispondiEliminaHo letto e commentato anche il tuo racconto con protagonista Gigia! 😊
Ciao Vanessa! ...è una serie vecchiotta, ma è fatta bene! Vado a leggere il tuo commento al racconto :-)
Eliminanon conosco l'autore e non ho visto la fiction, però come sai è un genere che mi piace moltissimo!
RispondiEliminabuon weekend silvia :)
Ciao Angela! Credo proprio che questi romanzi potrebbero piacerti :-) Buon weekend!
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