giovedì 14 maggio 2020

NEBBIE E DELITTI

Le indagini del commissario Soneri




Cari lettori,
oggi, per la nostra rubrica “Letture...per autori”, vi propongo due romanzi di Valerio Varesi, un autore che ho già nominato settimane fa sul blog.

Egli, infatti, insieme a Marco Vichi e ad altri autori, ha contribuito alla raccolta di racconti noir “Delitti in provincia”, della quale vi ho parlato in questo post. Se ricordate, quando l’avevo pubblicato vi avevo detto che avrei sicuramente cercato di leggere qualche romanzo degli autori che avevano preso parte alla raccolta, perché mi ero molto incuriosita. 

Con mia grande sorpresa, ho scoperto che Valerio Varesi è autore della serie gialla del commissario Soneri, ambientata nella zona tra Lombardia ed Emilia Romagna dove è collocata la foce del Po, la cosiddetta “Bassa”. Da questi romanzi è stata tratta anche una fiction del 2005-2006, intitolata, per l’appunto, Nebbie e delitti, ambientata a Ferrara invece che a Parma. Io al tempo non l’avevo vista (anche perché ero una ragazzina non troppo interessata al genere), ma ultimamente l’ho recuperata, dal momento che è sul catalogo di RaiPlay, e l’ho trovata piacevole, ben fatta ed abbastanza fedele alle storie raccontate nei libri.

Ecco i due romanzi che ho letto!



Il fiume delle nebbie


È un gelido Novembre e la zona della Bassa è flagellata da pioggia e vento. La giornata è terminata ed i lavoratori del luogo sono tutti rintanati nell’unica osteria per riscaldarsi. All’improvviso, però, uno strano spettacolo colpisce la loro attenzione: un vecchio eremita, che si occupa da una vita di commercio sul fiume, esce con la sua chiatta, ad un orario insolito e nonostante la terribile tempesta. Gli avventori lo osservano un po’ increduli: è evidente che l’uomo, ormai troppo anziano per proseguire con il suo lavoro, non ha più il controllo del mezzo. Alcuni di loro escono per verificare la situazione, ma fanno una terribile scoperta: la chiatta è vuota e non c’è traccia del barcaiolo, né lì né al suo rifugio.

La scomparsa viene denunciata alla questura dove lavora il commissario Soneri, che deve abbandonare provvisoriamente la sua Parma per trovarsi ad affrontare le nebbie novembrine del Po. Poco dopo, tuttavia, egli è costretto a tornare in città a causa di un altro delitto: il fratello del barcaiolo scomparso è precipitato da una finestra dell’ospedale, che frequentava volontariamente per offrire assistenza e compagnia ai malati oncologici. Le analisi del capo della Scientifica, Nanetti, escludono il suicidio.

Dopo qualche prima indagine, Soneri scopre che i due fratelli non erano molto ben visti nella Bassa. La maggior parte dei giovani non sapeva nemmeno della loro esistenza, ma la vecchia generazione del luogo ricorda ancora il loro passato da fascisti e repubblichini. In particolare, tutti nominano alcuni terribili eventi di sangue accaduti nei pressi del fiume… eventi per i quali nessuno, finora, aveva cercato vendetta.


Il fiume delle nebbie è stata per me una lettura estremamente istruttiva: il lessico, infatti, è ricchissimo di tecnicismi sulla navigazione e sulla vita di fiume, e mi ha consentito di imparare tantissime parole nuove. Lo stile di scrittura è più lento rispetto a quello di altri gialli, ma proprio per questo invita alla riflessione ed all’apprendimento.

Il commissario Soneri è, come scritto sulla quarta di copertina, “un po’ Montalbano, un po’ Maigret”: è amante della buona cucina italiana, intenditore di vini, rimasto vedovo troppo presto ed in una relazione un po’ complessa con Angela, un’avvocatessa dal carattere determinato che ha paura della routine e lo trascina sempre in stravaganti avventure.

Il giallo al centro della narrazione ci riporta ai tempi della Seconda Guerra Mondiale e mescola abilmente passato e presente.



La casa del comandante


Il commissario Soneri, dopo aver risolto alcuni casi nella zona della Bassa, è ampiamente a suo agio in questi territori. Ormai ha i suoi luoghi del cuore per le passeggiate (da solo o con Angela), la sua osteria preferita per gli affettati e gli anolini in brodo, il suo fornitore di vini di fiducia. 

È proprio mentre sta portando a casa alcune casse di rosso frizzante che si imbatte in una macchina che gli era stata segnalata in precedenza perché appartenente ad una banda di rapinatori di Bancomat. Soneri tenta un inseguimento, ma nonostante la sua abilità nella guida (ed il sacrificio delle bottiglie) i conducenti dell’automobile lo seminano ed abbandonano il mezzo.
A Soneri non resta che tornarsene a casa sconfortato e con la netta impressione che la situazione nella Bassa sia decisamente difficile da controllare. Tantissime nuove forme di criminalità locale stanno nascendo sulle sponde del Po e, pochi giorni dopo la disavventura del commissario, due morti scuotono la comunità della Bassa.

In riva al Po, in mezzo al fango, viene trovato il cadavere di un giovane ungherese, con un foro di proiettile in testa. Le bande di slavi sono tristemente note in paese, sia per la pesca illegale al pesce siluro che viene poi portato in modo illecito nell’Est Europa e commerciato a prezzi stracciati, sia perché ultimamente hanno iniziato a commerciare in armi.

Poco tempo dopo, Soneri va a trovare un vecchio amico, l’ex partigiano Libero Manotti, detto “Il Comandante”, che vive isolato in una casa diroccata sul fiume, ma ha una pessima sorpresa: trova il corpo dell’uomo, ormai deceduto da settimane, in poltrona. Potrebbe sembrare una delle tante tragedie della solitudine: una persona anziana e sola della cui morte non si è accorto nessuno per tanti giorni. Soneri, però, perquisendo la casa del comandante, trova delle armi d’epoca ed anche dei diari che gli fanno venire il sospetto che il suo amico conoscesse l’ungherese ucciso.

Egli ha necessità di conoscere nel dettaglio le dinamiche della Bassa e per questo motivo, mentre indaga, si avvale dell’aiuto di due amici: il Nocio, un marinaio che vive in una palafitta ancorata sul fiume e durante le tempeste trasmette Verdi a tutto volume, e l’anziano Lumèn, che con la sua sedia a rotelle e con la sua badante esce solo di notte, perché ha perso la vista e durante le ore notturne può “sentire” il fiume.

La casa del comandante è un romanzo che, ancor più de Il fiume delle nebbie, mette in relazione vecchie e nuove generazioni, passato e presente, forme di criminalità antiche ed innovative. Il commissario Soneri è sempre più un esperto della Bassa, dei suoi stravaganti personaggi, delle storie di fiume… compresa questa, che sicuramente vi conquisterà.




Fatemi sapere se conoscete questo autore, se avete letto questi romanzi, se vi incuriosiscono...! Qualcuno di voi ha visto la fiction Nebbie e delitti?
Aspetto un vostro parere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

8 commenti :

  1. Cara Silvia, credo siano molto interessanti questi due libri, buona lettura.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Credo proprio che il commissario Soneri sia un protagonista che ti potrebbe piacere :-) Buona giornata anche a te!

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  2. L'autore lo conosco ma non l'ho mai letto. E lo conosco proprio per Nebbie e Delitti, che ho seguito un pochetto in tv, all'epoca.
    Marco Vichi lo conosco per L'inquilino^^

    Moz-

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    1. Ciao Moz! Sì, è una vecchia serie, ma ultimamente l'ho recuperata su Rai play e mi è piaciuta! L'inquilino è uno dei (probabilmente pochi) romanzi di Marco Vichi che non ho ancora letto...

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  3. Sì, io avevo 10 anni ma guardavo lo stesso la fiction Nebbie e Delitti, mia mamma era appassionata di questa serie!
    Ho letto e commentato anche il tuo racconto con protagonista Gigia! 😊

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    1. Ciao Vanessa! ...è una serie vecchiotta, ma è fatta bene! Vado a leggere il tuo commento al racconto :-)

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  4. non conosco l'autore e non ho visto la fiction, però come sai è un genere che mi piace moltissimo!
    buon weekend silvia :)

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    1. Ciao Angela! Credo proprio che questi romanzi potrebbero piacerti :-) Buon weekend!

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