Cari
lettori,
siamo
al consueto appuntamento del 17 del mese con “L’angolo vintage”.
Il post di oggi, però, sarà un po’ particolare: non farà parte
soltanto della sopracitata rubrica, ma anche di quella degli
“S...consigli libreschi”.
Nelle
ultime settimane, infatti, ho riletto un romance, L’anello di
Beatrice, che avevo sul kindle
da tempo ed ammetto che non ricordavo tanto bene. Poco
tempo dopo, complice l’iniziativa #ioleggodacasa, ho letto
gratuitamente Almeno tu di
Alice Marcotti, sempre appartenente al genere del romanzo rosa.
Pur
non sconsigliando nessuno dei due al 100%, perché comunque le brutte
letture sono altre (ne ho parlato qui, per esempio), ho trovato in
entrambi degli elementi che non mi hanno convinto, alcuni dei quali
sono clichés dei romance che purtroppo rendono un romanzo molto più
scontato.
Vi
lascio alle recensioni, sperando che capirete le mie perplessità!
L’anello
di Beatrice, Prima parte, di Chiara Cipolla
La
protagonista di questo romance è Emma, una ragazza di ventisette
anni che sta muovendo i primi passi nel mondo dell’insegnamento:
attualmente è in un liceo per una cattedra di matematica e scienze,
ma è una supplenza, dal momento che non ha ancora ottenuto il posto
fisso. La sua precarietà lavorativa va di pari passo con quella
sentimentale: negli ultimi anni ella ha avuto tante delusioni e, dopo
qualche porta in faccia particolarmente dolorosa, si è quasi
rassegnata a restare da sola.
I
suoi amici, che la vedono sfiduciata ma suppongono che sia solo una
presa di posizione (una riflessione che si rivelerà davvero
lungimirante), la coinvolgono in una cena alla quale è presente
anche un professore universitario inglese, Edward, in visita in
Italia per alcuni mesi. Tra Emma ed Edward c’è subito una forte
attrazione: i due finiscono per chiacchierare tutta la notte e
decidono di rivedersi.
Emma
è una ragazza romantica e sulle prime non si fida di Edward, che
afferma di cercare soltanto divertimento, soprattutto in Italia, dal
momento che tra qualche mese dovrà tornare nel Regno Unito. Al di là
dei discorsi teorici e delle confidenze, però, essi non riescono a
stare lontano l’uno dall’altra: il loro viaggio a Roma nel mese
di luglio si trasforma in una sorta di luna di miele e, alla fine
dell’estate, prima che Emma accetti un nuovo incarico annuale come
supplente, egli le propone di andare con lei in Inghilterra e di
provare a convivere.
La
ragazza si rende conto di essere ormai innamorata di Edward ed
accetta il suo invito, ma, una volta arrivata lì, scopre che il suo
fidanzato è molto ricco di famiglia e che i compassati genitori di lui non la apprezzano affatto. Edward sembra non curarsene: dichiara il
suo amore ad Emma e le promette che saranno felici. Purtroppo non
tutto andrà come previsto…
Il
titolo L’anello di Beatrice deriva da un gioiello che
appartiene alla protagonista, di proprietà di una nonna, che
nasconde un mistero sul quale ella farà luce nel secondo volume
della duologia (che, confesso, devo ancora leggere).
Innanzitutto,
una caratteristica che non mi ha convinto è il modo in cui viene
trattata la professione della protagonista. Come saprete, anche io,
come Emma, ho fatto un bel po’ di supplenze (anche se in altre
materie rispetto a lei), e quando si ha la nostra età e si sta
facendo ancora la gavetta, possono benissimo capitare delle
sostituzioni per malattia, maternità, brevi infortuni… insomma,
essere chiamate per un anno intero, e poi ancora per un altro anno
nel medesimo posto, è come vincere una piccola lotteria, ed il fatto
che Emma rinunci a questo incarico “mezzo fisso” per seguire un
ragazzo conosciuto da pochi mesi che per le prime settimane ha
continuato a ripetere di volere “solo sesso”… insomma, possiamo
dire che sia una scelta un po’ azzardata? E poi, lasciatemelo dire:
se stai a spasso con il tuo amore fino alle 5, con che faccia e che
energia ti presenti davanti a 25 quindicenni alle 8? Già non è un
granché arrivare in ufficio con un litro di caffè e dormire davanti
al computer, ma come si fa a gestire gli adolescenti e spiegar loro
matematica o latino dopo più e più notti di baldoria? Poco
realistico, direi.
Di
Emma non mi è piaciuto nemmeno l’atteggiamento, quello che io
definisco della “finta contenta di essere single”: continua a
ripetere che sta bene da sola, ma appena le presentano un tizio
(bello, eh, non dico di no) si dimentica persino degli amici, che,
secondo me molto giustamente, ad un certo punto del romanzo le fanno
notare che è diventata una di quelle ragazze che quando è fidanzata
si dimentica di tutto e di tutti. Togliamoci pure questo
sassolino dalla scarpa: è colpa di quelle come Emma se quelle come
me, che, a parte qualche comprensibile momento no, il più delle
volte sono davvero contente di vivere da sole e della loro
routine da single, non vengono mai, mai credute.
Edward,
dal canto suo, è un po’ stereotipato: non so voi, ma io sono un
po’ stufa dei bellocci che si danno alla pazza gioia con le
avventure sessuali prima di “innamorarsi davvero” (conclusione
opinabile). Una volta tanto mi piacerebbe incontrare un “principe
azzurro” bruttarello, imbranato e che come esperienze sessuali sta
a zero o quasi… così, per avere il brivido di una botta
d’originalità. Se conoscete romanzi così consigliatemeli nei
commenti, grazie!
Concludo
dicendo che il finale nasconde sicuramente un trabocchetto (chi l’ha
letto capirà) e che molte questioni restano in sospeso. Vorrei
comunque leggere il secondo volume, almeno per vedere se la storia si
evolve o mi convince di più… in caso, vi farò sapere!
Almeno
tu, di Alice Marcotti
L’autunno
è arrivato ed a Yale, Università americana tra le più importanti,
sta per iniziare un nuovo anno accademico. Tra le matricole della
facoltà di Letteratura e Giornalismo c’è Ellie Prinsloo, una
ragazza in fuga dalla sua cittadina natale e dalla brutta delusione
che ha avuto nel corso dell’estate: il suo fidanzato storico l’ha
tradita con la sua migliore amica e si è iscritto a Princeton.
Decisa
a ricominciare da capo, Ellie si stabilisce al campus e diventa
subito amica delle sue due compagne di stanza, Violet e Taylor. Quest’ultima è la cugina di Aiden Wilson, un ragazzo che
ella ha già avuto il dispiacere di incontrare il giorno del suo
trasferimento: gli è inciampata addosso con tutti gli scatoloni e
lui non solo non l’ha aiutata, ma l’ha anche presa in giro con
una certa strafottenza.
Ellie
preferirebbe non incontrare più un ragazzo così presuntuoso ed
antipatico, ma, per sua sfortuna, ha alcuni corsi in comune con lui,
ed egli è anche molto legato alla cugina. Giorno dopo giorno, Ellie
impara a conoscere Aiden e comprende che il suo atteggiamento è una
sorta di bluff che nasconde un carattere molto più profondo ed un
po’ tormentato. Egli, infatti, si sente molto attratto da Ellie, ma
ha paura di iniziare una nuova relazione per via dei suoi sensi di
colpa nei confronti della sua prima fidanzata, tragicamente scomparsa
qualche anno prima.
Quando
però l’ex di Ellie si ripresenta al campus, deciso a
riconquistarla, la gelosia gli fa comprendere che non vuole
assolutamente perderla.
Almeno
tu appartiene al filone dei
romance ambientati nelle Università americane, che ultimamente vanno
molto di moda anche tra le autrici italiane. Senza nulla togliere a chi
fa questa scelta, a me piacerebbe che le scrittrici nostrane, qualora
volessero scrivere un libro di ambientazione universitaria,
valorizzassero maggiormente le nostre Università. Quasi tutte noi
appassionate di lettura e scrittura l’abbiamo frequentata e, invece
di un anonimo campus americano che è sempre uguale in tutti i
romanzi proprio perché noi italiane non lo abbiamo mai visto (o
quasi, in pochi fortunati casi), sarebbe bello vedere il cortile di
Via Festa del Perdono, l’austerità dei chiostri della Cattolica,
la goliardia di Padova, i portici di Bologna. Posti vissuti ed
apprezzati da noi italiani, dove davvero sappiamo come funzionano le
cose, dall’ordinamento generale agli aneddoti divertenti. Ancora
una volta, se conoscete romanzi di questo tipo, consigliatemeli nei
commenti!
Questa
considerazione porta immediatamente a quella successiva: ...non
c’è vita fuori dal campus. Ellie, sia con le amiche che con Aiden,
passa il tempo libero sempre e solo in camera, a mangiare take away e
guardare film o telefilm. Al
massimo c’è qualche festa, sempre all’interno dell’Università.
Non un’occhiata a quello
che accade di fuori: che ne so, una cena in città, un picnic nei
dintorni, qualche luogo interessante da visitare nei dintorni di
Yale.
Ancora una volta, non sarebbe stato meglio per l’autrice
puntare su un luogo a lei noto, dove potesse “muoversi con
sicurezza” e presentare anche qualche scena in esterno?
Il
difetto maggiore di questo romanzo, tuttavia, è un altro ancora: i
troppi, troppi clichés, che rendono la lettura sicuramente veloce,
molto scorrevole ed abbastanza piacevole, ma purtroppo piuttosto
scontata. Se tematiche, personaggi e trama sono già visti e rivisti,
il rischio che non resti molto al lettore è parecchio elevato.
A
parte l’ambientazione, di cui abbiamo già discusso, ci sono anche
altri elementi decisamente “non nuovi”: il tradimento
fidanzato-migliore amica; l’incontro-scontro; il passato traumatico
che innesca la paura di innamorarsi di nuovo; il protagonista
maschile ovviamente splendido, muscoloso e sessualmente frivolo (il
che ci riporta alla recensione de L’anello di Beatrice);
le compagne di stanza estroverse che spingono la protagonista ad
uscire dal loro guscio; una serie di dubbi di Ellie che scompaiono in
un istante di fronte all’epifania della persona giusta;
e così via.
Ora, mi rendo conto che quasi tutti i romance contengono
uno, due, tre di questi luoghi comuni; ma inserirli tutti
senza apportare nessuna tematica
originale mi sembra un po’ troppo. Mi
sarei decisamente aspettata di meglio!
Questo
è il mio “angolo vintage” di oggi, purtroppo un po’ critico!
Voi
che cosa ne pensate? Avete letto questi romanzi? Vi sono piaciuti?
Conoscete
le autrici o altri loro romanzi?
Come
sempre, vi invito a leggere anche i post delle colleghe blogger che
hanno partecipato alla rubrica questo mese, i cui nomi trovate nel
banner ad inizio post.
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, vedo che per te non ti manca la voglia di leggere, dico, buona lettura.
RispondiEliminaCiao e buona domenica, con un abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Questa "immobilità forzata" degli ultimi due mesi mi ha portato a leggere ancora di più, ed anche generi un po' diversi dal solito! Non sempre è un successo, ma ci si prova! Buona domenica anche a te :-)
EliminaSilvia peccato perché entrambi i libri mi sembrano validi in termini di trama. Questo mese è andata così. Vedrai che a giugno sarà meglio
RispondiEliminaCiao! Sì, la trama potrebbe non essere male per una lettura leggera, ma purtroppo mi aspettavo di meglio… il mese prossimo sarò più soddisfatta sicuramente!
EliminaDue delusioni, insomma. Il secondo mi attira di più come trama. Anche a me è andata male questo mese
RispondiEliminaCiao! Ho visto che anche tu sei rimasta delusa, a volte capita purtroppo :-( L'idea del secondo non è male, è lo sviluppo che è onestamente piatto!
EliminaMa questo è il mese delle brutte letture? Dai Silvia, almeno hai fatto un favore a noi!
RispondiEliminaCiao! Purtroppo alle volte anche gli s-consigli ci vogliono… non può piacere sempre tutto! :-(
EliminaNon conosco nessun dei due, ma visto che ti hanno delusa passo oltre.
RispondiEliminaCiao Manuela! Eh sì, purtroppo non sono state delle letture interessanti come speravo :-(
EliminaNon li ho letti, ma ho capito subito che "Almeno tu" fosse pieno di cliché. Ho letto le prime due righe della tua recensione e già potevo perfettamente prevedere come sarebbe andato a finire.
RispondiEliminaPerò dai, come lettura leggerissima da fare sotto all'ombrellone forse ci sta.
Ammesso che quest'anno potremo andare al mare.
Ciao Claudia! In effetti anche io, leggendo la quarta di copertina, ero un po' scettica… ma, complice il troppo tempo libero di questo periodo, mi sono convinta a dare una possibilità anche a qualcosa di diverso dai miei soliti generi. Non sempre gli azzardi vanno bene! … e speriamo davvero di poterci goderne un po' di mare, dai :-)
Eliminala critica è giusta e ci sta tutta!
RispondiEliminaCiao Chiara! Eh sì, ogni tanto ci vuole :-)
EliminaPeccato, ma non tutto può piacere o essere bello. Hai mosso critiche valide e non " a caso". E noi ci risparmiamo due titoli da aggiungere in WL rispetto al solito XD
RispondiEliminaCiao! Sono contenta che le mie critiche siano state percepite come valide e costruttive :-) Purtroppo non tutto può piacere, ogni tanto capita!
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