Lirici greci #5
Cari
lettori,
oggi,
per “L’angolo della poesia”, nuova tappa del nostro percorso
dedicato ai lirici greci! Siamo quasi alla fine del nostro breve
approfondimento.
Abbiamo
attraversato insieme la fase più arcaica (qui, qui e qui) e quella
classica (Alceo e Saffo).
Oggi, invece, vi presento quattro poeti
appartenenti ad un periodo successivo, nel corso del quale la poesia
lirica, resa celebre dai grandi autori, ha fatto scuola ed è
piuttosto diffusa. In
questa fase, le tematiche protagoniste delle prime liriche,
l’esortazione alla guerra e le tematiche sociali, spariscono quasi
completamente a favore di altre, come la meraviglia di fronte alla
natura, i problemi amorosi, le digressioni mitologiche.
Leggiamo
insieme qualche estratto!
ANACREONTE
Anacreonte
è un poeta che inserisce molti riferimenti mitologici all’interno
delle sue poesie.
Il primo dei tre frammenti è proprio un’invocazione a tutti gli dèi che proteggono l’amore, affinché il suo amato lo ricambi.
Il secondo è un riferimento a quanto repentina possa essere la nascita di un sentimento.
L’ultimo, infine, è un triste lamento dovuto all’arrivo della vecchiaia, tematica già presente nei frammenti di tanti poeti di epoca precedente.
Il primo dei tre frammenti è proprio un’invocazione a tutti gli dèi che proteggono l’amore, affinché il suo amato lo ricambi.
Il secondo è un riferimento a quanto repentina possa essere la nascita di un sentimento.
L’ultimo, infine, è un triste lamento dovuto all’arrivo della vecchiaia, tematica già presente nei frammenti di tanti poeti di epoca precedente.
2.
O
signore, col quale Eros giovenco
e
le Ninfe occhi azzurri
e
Afrodite purpurea giocano, per le balze
alte
dei monti ti aggiri:
vieni
– ti supplico -
a
noi, e gradita
ascolta
la mia preghiera:
a
Cleobulo dà buoni
consigli;
egli accetti,
o
Dioniso, il mio amore.
4.
Di
nuovo, con un maglio grande Eros, come un fabbro,
mi
colpì, e in un torrente gelido mi immerse.
6.
Ormai
canute son le mie
tempie,
e bianco è il capo:
la
giovinezza amabile
non
c’è più, e vecchi sono i denti:
della
vita dolce non molto
è
il tempo che resta.
Per
questo, io piango
spesso,
temendo il Tartaro.
Terribile
è l’antro
di
Ade: penosa
è
la discesa; e per chi è andato giù
è
destino non risalire.
ALCMANE
Tra
i tre poeti odierni, Alcmane è quello che ama maggiormente
descrivere la natura.
I frammenti che vi propongo oggi presentano infatti descrizioni suggestive e studiati artifici retorici. Il n°4 è curiosamente somigliante ad uno dei brani di Anacreonte, e questa è un’importante prova del fatto che i poeti lirici, in questa fase, abbiano iniziato a ricalcare i medesimi modelli e ad influenzarsi tra di loro.
I frammenti che vi propongo oggi presentano infatti descrizioni suggestive e studiati artifici retorici. Il n°4 è curiosamente somigliante ad uno dei brani di Anacreonte, e questa è un’importante prova del fatto che i poeti lirici, in questa fase, abbiano iniziato a ricalcare i medesimi modelli e ad influenzarsi tra di loro.
3.
Fanciulle
dal canto di miele, dalla voce sacra, non più
le
membra possono portarmi. Oh, fossi io un cerilo,
che
sul fiore dell’onda, insieme alle alcioni viola,
con
il cuore che non conosce paura,
un
sacro uccello dal colore della porpora marina.
4.
Di
nuovo Eros, a causa di Cipride,
dolce
inondandomi, scalda il mio cuore.
5.
Dormono
le cime dei monti, e le gole,
le
balze e le forre;
la
selva e gli animali che nutre la terra nera:
le
fiere dei monti e la stirpe delle api,
e
i pesci nelle profondità del mare agitato.
Dormono
le stirpi degli uccelli, dalle ali distese.
STESICORO
Molti
sono gli argomenti principali al centro della poesia di Stesicoro:
una festa di campagna; alcune storie di carattere mitologico meno
diffuse di altre; degli intrecci d’amore.
Tra i suoi frammenti, si ritiene che una serie (quella indicata in lettere) sia parte di un unico poemetto andato perduto.
Tra i suoi frammenti, si ritiene che una serie (quella indicata in lettere) sia parte di un unico poemetto andato perduto.
1.
Molte
mele cidonie lanciavano verso il carro, al signore,
e
molti ramoscelli di mirto,
e
corone di rose, e morbidi serti di viole.
4.
Una
volta Tindaro,
facendo
sacrifici a tutti gli dèi, solo di Cipride
dai
dolci doni si dimenticò. Irata allora con le figlie di Tindaro,
bigame
e trigame le rese la dea,
e
abbandona-mariti.
6.
A
Quasi
di fronte
alla
famosa Eritrea,
presso
le sorgenti innumerevoli, dalle radici d’argento,
del
fiume Tartesso, nella caverna di una roccia
ella
partoriva.
B
Attraverso
le onde del mare profondo giunsero
all’isola
bellissima degli dei.
Qui,
le Esperidi hanno case
tutte
d’oro.
IBICO
Ho
scelto di presentarvi due frammenti di Ibico.
Il primo è
un’esaltazione della primavera, stagione alla quale quasi tutti i
poeti hanno dedicato almeno un componimento (qui ne parlo meglio).
Il
secondo, invece, è una riflessione dai toni elegiaci su come e
quanto Eros (l’amore personificato) spinga l’uomo alla follia,
tema già ampiamente trattato da Saffo.
2.
In
primavera, i meli cidoni
irrorati
dalle correnti dei fiumi,
-
là dov’è il giardino incontaminato
delle
Vergini – e i fiori della vite,
che
crescono sotto i tralci ombrosi,
ricchi
di gemme, germogliano. Per me Eros
in
nessuna stagione si posa:
ma
come il tracio Borea,
avvampante
di folgore,
balza
dal fianco di Cipride con brucianti
follie
e tenebroso, intrepido,
custodisce
con forza, saldamente,
il
mio cuore.
3.
Di
nuovo sotto le palpebre fosche
Eros
mi lancia uno sguardo struggente,
e
con multiformi malie mi getta
nelle
reti inestricabili di Cipride.
Io
tremo al suo venire,
come
un cavallo aggiogato, vincitore negli agoni,
vicino
a vecchiaia,
controvoglia
scende nella gara con il carro veloce.
Le
poesie che vi ho proposto oggi mi piacciono molto, e spero che le
apprezziate anche voi. Siamo quasi alla fine del nostro percorso e
mi auguro che sia stato non solo interessante, ma anche piacevole per
tutti.
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Questi tuoi post li trovo interessantissimi e le poesie e immagini che ci hai regalato sono davvero meravigliose. Grazie Silvia, buona settimana.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Contenta che i miei post di letteratura ti piacciano :-) Buona settimana anche a te!
EliminaNon conoscevo proprio quindi grazie per queste ghiotte informazioni
RispondiEliminaCiao Susy, grazie a te per la lettura! :-)
EliminaCara Silvia, cose che ignoro, è sempre bello conoscere, grazie.
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte e sentito abbraccio e pure il sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Noi blogger impariamo sempre qualcosa l'uno dall'altro, è una cosa reciproca e molto bella! Buona settimana anche a te :-)
EliminaEheh, vedo che il tema amore (Eros) e vecchiaia, con la paura, ricorre!!
RispondiEliminaMolto belli questi componimenti!
Moz-
Ciao Moz! Sì, il binomio amore/morte (con la vecchiaia che fa da accompagnamento) è tipico della letteratura greca… e non solo! :-)
EliminaCiao Silvia, le poesie da te pubblicate sono bellissime, ma la poesia è sopratutto pensiero e il pensiero e intraducibile.
EliminaConsiglio ha chi possiede qualche conoscenza del Greco basta un livello scolastico, di provare a leggere queste meravigliose liriche nella lingua originale, magari con l'aiuto di un dizionario
Un caro saluto, fulvio
Ciao Fulvio! Certo, se si ha la possibilità di leggere in lingua originale è ancora meglio! Io ormai è da un po' che non lo faccio… :-)
Eliminaquesto post è veramente interessante!
RispondiEliminaGrazie Chiara! :-)
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