Cari
lettori,
siamo
al consueto appuntamento del 17 del mese con “L’angolo vintage”!
Oggi
vi presento due romanzi di un autore del quale vi ho già parlato più
volte, soprattutto in questo e questo post: Andrea Vitali.
Credo
che ormai in tanti conosciate questo autore di spiritose “commedie
gialle” ambientate nella Bellano del passato, soprattutto quelle
che hanno per protagonista il maresciallo Maccadò, arruolato nella
caserma del paese negli anni ‘30.
I
due romanzi di cui vi parlo oggi, molto piacevoli e scorrevoli da
leggere, riguardano invece altri misteri che si verificano in riva al
lago.
Vediamoli
meglio insieme!
Le
mele di Kafka
Gli
anni ‘50 volgono al termine a Bellano ed al centro di questa
tragicommedia c'è Abramo Ferrascini, il ferramenta. Egli, a modo suo,
è un grande sportivo: da anni, infatti, gioca a bocce. Non è
particolarmente abile come giocatore singolo, ma in coppia con un
accostatore è imbattibile. Quello che all’inizio era un innocente
hobby diventa ben presto una fissazione, anche a causa del fanatismo
del suo allenatore, Mario Stimolo, il gestore del Circolo dei
Lavoratori, che ha perso il braccio destro tre anni prima dopo un
incidente in fabbrica e, non potendo più giocare, non ha trovato
altra soluzione se non trasmettere questa passione ad altri.
Abramo
e Mario si sono allenati insieme duramente, ed ora stanno per
conquistare un obiettivo lungamente atteso: la coppa di vincitore del
Campionato provinciale, le cui semifinali si terranno a Cermenate la
domenica successiva.
Pochi
giorni prima dell’atteso evento, tuttavia, la moglie del
Ferrascini, Rosalba, riceve una concitata telefonata dall’amatissima
sorella che vive a Lucerna. È successa una terribile disgrazia:
Eraldo, il cognato di Abramo, ha avuto un malore, ed i medici
svizzeri hanno detto alla moglie che egli non ha che due o tre giorni
di vita.
Il
lettore si sbaglia, se si aspetta una reazione commossa del nostro
protagonista: egli conosce a malapena il cognato ed è abbastanza
indifferente di fronte ai tormenti della moglie. Il suo unico
obiettivo è quello di riuscire a coordinare i due viaggi che lo
attendono, in modo che un possibile funerale a Lucerna non
comprometta la sua importantissima trasferta a Cermenate.
Le
mele di Kafka è la storia di un
surreale viaggio contro il tempo, la cronaca dell’assurdo tentativo
del Ferrascini di riuscire sia a coronare il suo sogno di sportivo
sia a non scontentare la moglie.
Questo romanzo, scritto con lo stile
leggero e piacevole al quale ormai Vitali ci ha abituato, è invece
portatore di un messaggio di una certa gravità: tentando di
rincorrere una nostra ossessione, un nostro piccolo interesse, un
obiettivo di importanza relativa, rischiamo di trascurare ciò che
realmente conta. Il romanzo è amaramente ironico e mette in luce in
modo impietoso tutti gli improbabili calcoli che fa il protagonista,
che si chiede se e quando il cognato morirà, augurandosi che per la
dipartita abbia il “buon senso” di aspettare il lunedì, senza
preoccuparsi minimamente della sua salute.
Il
titolo, inoltre, fa riferimento ad un aneddoto relativo ad un
soggiorno sul lago del noto scrittore. Anch’esso ha un valore di
ironica denuncia, soprattutto nei confronti della superstizione, che
a volte non è solo sciocca, ma anche e soprattutto pericolosa.
Dopo
lunga e penosa malattia
È
una cupa notte di Novembre a Bellano, città già di per sé
piuttosto umida ed ora costretta a subire una pioggerellina
insistente. Il dottor Carlo Lonati è a letto quando viene svegliato
da una telefonata alle tre di notte. Egli, fedele ai doveri che
comporta la sua professione, obbedisce subito al richiamo, anche
perché conosce bene la famiglia che l’ha convocato. Si tratta
della moglie e dei figli del notaio Luciano Galimberti, un suo amico
e compagno di tante avventure. L’uomo ha avuto un infarto ed al
dottore, una volta arrivato, non resta che constatarne tristemente il
decesso.
Moglie
e figli giurano e spergiurano che l’uomo è rimasto a casa tutta la
sera e che è andato a letto dopo una frugale cenetta casalinga, ma
ci sono due particolari che non convincono affatto il dottore. Il
primo sono delle impronte di scarpe sull’ingresso, che di sicuro
non possono corrispondere a quelle del figlio maschio. Il secondo,
invece, è l’odore di fritto che sente chinandosi sul cadavere del
suo vecchio amico: quello che rimane addosso se si resta per qualche
ora in una piccola trattoria.
I
dubbi in proposito della morte dell’amico si fanno sempre più
insistenti il giorno successivo, quando legge il necrologio: in esso,
infatti, si dice che il Galimberti è morto dopo lunga e penosa
malattia (quando invece, prima dell’infarto, era il più sano
degli uomini) e si ringrazia proprio lui, il dottore, per le
amorevoli cure prestate. Il dottor Lonati decide di andare a chiedere
spiegazioni alla famiglia su questo necrologio che contiene delle
evidenti inesattezze, ma ottiene solo che la figlia femmina si
schermisca, dicendo che si è trattato di uno scherzo di cattivo
gusto e che presto ne farà scrivere un altro più adeguato.
Il
dottor Lonati sa bene che il Galimberti non è sempre stato fedele
alla moglie, che avcva una serie di segreti, che spesso è stato suo
compagno di bagordi: le prove che quella sera egli fosse uscito,
insieme ai tentativi della famiglia di insistere sulla morte per
malattia, fanno nascere in lui il dubbio che l’uomo non se ne sia andato per cause naturali.
Dopo
lunga e penosa malattia è forse
il primo romanzo in cui Andrea Vitali abbandona il suo usuale
“giallognolo”, com’è solito chiamarlo alle presentazioni,
ovvero il mistero/pettegolezzo/equivoco di paese, per lasciare spazio
ad un giallo vero e proprio, con un delitto su cui far luce.
Forse
non a caso il detective di questa storia è un dottore: non
dimentichiamo che Vitali stesso, per anni, ha esercitato la
professione di medico di base, che, secondo me, gli è stata
utilissima per conoscere e comprendere bene le dinamiche di un paese
di provincia. Sono sicura che la conoscenza di tanti bellanesi e dei
loro piccoli e grandi problemi quotidiani sia stata e continui ad
essere una fonte d’ispirazione per lui.
Come
negli altri suoi romanzi, non tutto è come sembra… perciò
conviene prestare una grande attenzione!
Fatemi
sapere che cosa ne pensate!
Conoscete
questo autore? Avete letto questi romanzi?
Vi
sto incuriosendo? O convincendo a fare una gita a Bellano?
A
me purtroppo manca ancora…
Come
sempre, vi invito a leggere anche i post delle mie amiche blogger che
partecipano alla rubrica questo mese. Trovate i nomi nel consueto
banner in alto.
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, leggendo attentamente credo che entrambi siano molto belli.
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un abbraccio forte con un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Sì, sono due belle letture… ma, in generale, Andrea Vitali non mi ha mai deluso! Buona giornata anche a te :-)
EliminaCiao Silvia. Come sempre scrivi delle belle recensioni che invogliano alla lettura. Ho conosciuto Vitali durante alcuni incontri letterari ed è stato molto piacevole sentirlo.
RispondiEliminaCiao! Anche io ho partecipato ad alcune sue presentazioni… è sempre piacevole e divertente! E nei suoi romanzi c'è tutta la sua ironia :-)
EliminaDi Andrea Vitali ho letto solo un libro che non mi aveva convinto a fondo. Comunque voglio dargli una seconda possibilità.
RispondiEliminaCiao! Di che libro si trattava? Spero che comunque ti capiterà di leggere qualcos'altro di suo :-)
EliminaConosci sempre libri di cui non sapevo nemmeno della loro esistenza, come questi due, ed è piacevole ogni volta attraverso le tue parole scoprire storie nuove anche se sono lontane dalla mia confort zone
RispondiEliminaCiao Susy! Il punto è che ci sono talmente tanti libri, e per tutti i gusti, che visitando i blog altrui si conosce qualcosa di nuovo! Spero che darai un'opportunità a questo autore :-)
EliminaNon conocevo.
RispondiEliminaMi incuriosirebbe di più il primo, quello del giocatore di bocce (mi stupisce come la copertina posizioni il nome dell'autore così in grande..., anche rispetto al titolo :o)
Moz-
Ciao Moz! In effetti ho notato anche io il nome dell'autore molto in grande… boh! Potrebbe dipendere dal fatto che Andrea Vitali è piuttosto popolare ed anche molto prolifico nella sua scrittura, quindi una persona, anche se non conosce il romanzo in sé, si fida perché è opera sua… almeno, credo che potrebbe essere così!
EliminaAmmetto con vergogna di avere Vitali in lista da una vita ma di non aver letto ancora nulla di suo. Prima o poi recupererò...
RispondiEliminaCiao! Allora spero che ti capiterà :-)
EliminaAndrea Vitali è uno di quegli scrittori che mi procurano immediatamente il buon umore. Ho letto parecchi dei suoi libri e ognuno di essi è un piacere.
RispondiEliminaCiao! Anche a me mette spesso allegria :-) Alcune pagine sono davvero divertenti! Le sue presentazioni sono sempre un piacere!
EliminaUltimamente ho scaricato un ebook di vitali messo in dono in questo periodo da Il libraio; devo leggerlo, è un autore molto piacevole, anche se questi due libri non li conosco, ne ho letto un altro e lo trovai godibile :)
RispondiEliminaCiao Angela! Se ti riferisci a "Una finestra vistalago", l'ho letto anche io… e credo che ne parlerò presto! :-) Fammi sapere poi che cosa ne pensi!
EliminaSilvia adoro leggere le tue recensioni anche di libri che non fanno tanto per me.
RispondiEliminaCiao Chiara! Sono comunque contenta di averti interessata :-)
EliminaMi piace Vitali, scrive un po' troppo si fa fatica a stargli dietro ahahah
RispondiEliminaSegno i due libri, buona domenica!
Ciao Mariella! Hai ragione, è molto prolifico :-) Io ormai posso dire di averne letti tanti suoi, anche se di certo non tutti! Buona domenica sera :-)
EliminaHo letto poco di Vitali, ma sa essere un autore che intrattiene con garbo ed acume il lettore. Terrò a mente, grazie!
RispondiEliminaCiao! Spero che allora approfondirai la lettura di questo autore!
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