Il balletto dell'opera di Roma su Rai 5
Cari
lettori,
dopo
un po’ di settimane di pausa forzata, ho deciso di parlarvi
nuovamente di spettacoli, anche se con modalità diverse rispetto a
quelle a cui vi ho abituato.
Per
la nostra rubrica “Consigli per gli amanti della danza”, infatti,
oggi vi racconto Carmen, il balletto che ho visto su Rai 5
durante la serata di giovedì 2 aprile, e che potete trovare sul
catalogo di Rai Play.
Sappiamo
bene che in questo periodo non ci è consentito visitare teatri,
cinema e luoghi culturali. Tuttavia, Rai Cultura ed altri palinsesti
hanno deciso di proporre una ricca programmazione per farci sentire
il meno possibile la nostalgia di questi posti, ed ho deciso di
approfittarne. Vediamo meglio insieme Carmen!
La
novella di Mérimée
La
direttrice artistica del Balletto dell’Opera di Roma, la nota
étoile Eleonora Abbagnato, nel creare Carmen ha fatto, a mio
parere, una scelta al tempo stesso originale e filologica. La maggior
parte dei balletti che narrano la storia della famosa gitana prendono
ispirazione dall’opera lirica, che però è a sua volta una libera
interpretazione della storia originaria.
Nel
caso odierno, invece, si va direttamente alla fonte, e cioè alla
novella di Prosper Mérimée pubblicata nel 1845. I personaggi in
scena sono diversi, ma la storia conduce ugualmente ad una drammatica
conclusione.
Sia
il balletto che la novella hanno inizio in prigione, dove un
personaggio in giacca e cravatta, che sembra essere lo stesso Mérimée
in veste di testimone e narratore, incontra Don José, un giovane
nobile del luogo, ex soldato, che sta per essere condannato a morte.
Lo scrittore gli offre un sigaro, i due stringono una sorta di
amicizia e Don José gli racconta la sua storia, che viene riprodotta
in scena.
Pochi
mesi prima dell’incarcerazione, Don José vive stabilmente a
Siviglia e fa parte dei “draghi”, un gruppo di soldati con
funzioni di polizia. Uno dei suoi primi incarichi è la vigilanza ad
una fabbrica di sigari dove sono impiegate molte giovani donne. È lì
che egli conosce Carmen, una bellissima gitana che affascina ben
presto tutti i suoi colleghi.
La donna, però, è anche impulsiva e vendicativa, e pochi giorni dopo viene arrestata per aver aggredito un’altra ragazza della fabbrica in seguito ad un litigio. Don Josè porta Carmen in prigione: ella prima tenta di sedurlo, poi, approfittando di un suo momento di debolezza, fugge e gli fa passare un brutto guaio.
La donna, però, è anche impulsiva e vendicativa, e pochi giorni dopo viene arrestata per aver aggredito un’altra ragazza della fabbrica in seguito ad un litigio. Don Josè porta Carmen in prigione: ella prima tenta di sedurlo, poi, approfittando di un suo momento di debolezza, fugge e gli fa passare un brutto guaio.
Carmen
e Don José intrattengono una relazione che però ha vita breve:
egli, un giorno, la vede entrare a casa del suo tenente e, pazzo di
gelosia, uccide il suo rivale. Da quel momento in avanti, egli sarà
un rinnegato: non può più far parte dell’esercito, né girare per
il centro di Siviglia. Carmen lo convince ad aggregarsi alla banda di
fuorilegge e gitani della quale fa parte.
Il
secondo atto ha inizio proprio con Don José in mezzo ai gitani, che,
loro malgrado, gli hanno fatto un’altra brutta sorpresa: Carmen è
sposata con uno di loro, Garcia.
Una
notte, tutta la banda decide di intrufolarsi ad una festa elegante,
per poter privare i nobili di portafogli e gioielli senza che se ne
accorgano, ma la donna scherza un po’ troppo con un ricco
nobiluomo, che viene pugnalato da Garcia. La festa si trasforma in
una rissa, la situazione degenera e Don José finisce per uccidere il
marito di Carmen con il suo stesso pugnale. La donna, atterrita dalla
violenza del suo amante, fugge via.
Qualche
tempo dopo, Don José sopravvive lavorando nella zona del porto,
mentre Carmen, ormai vedova e libera, si fa corteggiare da Lucas, un
giovane torero. Don José incontra nuovamente la sua amata e cerca di
persuaderla a fuggire con lui in un’altra nazione, ma Carmen ne ha
ormai abbastanza e gli dice addio per sempre. Al culmine
dell’ennesimo litigio, Don José la pugnala e si consegna alle
autorità.
Una caratteristica sicuramente originale di questa rappresentazione è la varietà delle musiche. Le arie più famose di Bizet sono immediatamente riconoscibili ed accompagnano momenti chiave della storia, come la presentazione di Carmen ed il suo primo ballo in mezzo ai soldati, l’innamoramento tra lei e Don José, una festa a casa degli ufficiali di Siviglia.
Ci
sono però anche musiche di Manuel De Falla, Isaac Albéniz, Mario
Castelnuovo-Tedesco, ed anche di Gabriele Bonolis, che è il
responsabile dell’orchestrazione.
Oltre
alla varietà di musiche in sé, ho apprezzato la grande fantasia nel
presentarle. La musica è dal vivo e c’è la classica orchestra
sotto il palcoscenico, ma ci sono momenti in cui essa si arresta per
fare spazio a musicisti di altro genere che salgono in scena.
L’inizio e la fine dello spettacolo, per esempio, sono accompagnati
da un suonatore di fisarmonica che passeggia sul palco e ripropone il
celeberrimo tema della Carmen in versione rallentata.
Molto
belli sono anche gli interludi con un bravissimo chitarrista che è
seduto sul palco in un angolo in penombra. Egli si esibisce in due
momenti del balletto e riproduce con grande maestria le danza gitane.
Questa scelta è, a mio parere, molto interessante, perché è come
se si rappresentasse in musica la duplice natura di Carmen: da una
parte il suo desiderio di essere corteggiata, fisicamente e
metaforicamente, dalla Siviglia che conta, dall’altra le sue umili
origini.
Quanto allo stile di danza, si tratta di un balletto sostanzialmente classico, anche se, in un’intervista che è stata mandata in onda poco prima dello spettacolo, il coreografo Jiřì Bubeníček l’ha definito “neoclassico”.
Durante la rappresentazione le ballerine danzano con le scarpette a punta, i ballerini no, ma questo è usuale anche per il classico vero e proprio. Ciò che, a mio parere, rende il balletto un po’ diverso dalla tradizione è l’ampia gestualità, quasi recitativa, che accompagna i passi. I personaggi non si esprimono soltanto con i movimenti canonici della danza classica, ma anche con gesti quotidiani ed espressioni del volto che richiedono anche abilità da attori.
Esemplare, in questo senso, il balletto delle operaie della fabbrica: in esso, tante ballerine, sedute ognuna al suo piccolo banco, riproducono la creazione e l’impacchettamento dei sigari, disponendo dell’immaginario tabacco in file ordinate, passandosi del materiale in modo da creare una catena di montaggio e levando il sudore dalla fronte con una mano.
La scenografia e le luci sono opera di Gianni Carluccio e richiamano, con pochi ma efficaci elementi, la città di Siviglia. Sul palcoscenico ci sono un piano terra ed un piano rialzato: questi due sono separati da un muretto verticale ricoperto di maioliche decorate in blu che richiamano immediatamente l’Andalusia (un posto che, finita quest’emergenza, consiglio a tutti voi di visitare, perché mi è rimasto nel cuore… e mi è bastato vedere qualche mattonella in stile sivigliano per ripensarci!).
Oltre
a questo sfondo, basta l’aggiunta di pochi elementi, come dei
tavoli, delle sedie, un divano elegante, per far capire allo
spettatore di volta in volta in che punto della città ci si trovi.
Simpatico
anche lo stratagemma del cavallo finto su cui fugge Carmen, mosso da
due operai dei quali si intravedono solo le gambe nerovestite (che
sembrano le ombre delle zampe).
I costumi, creati da Anna Biagiotti, sono più che mai vari ed innovativi. Al centro della scena c’è naturalmente Carmen, all'inizio vestita di azzurro come le altre operaie (ma con alcuni dettagli che la rendono più appariscente), poi con un tutù lungo e floreale sui toni del bianco e del rosso per simboleggiare la passione con Don José, poi addirittura in pantaloni di pizzo per la fuga con i gitani, ed infine elegantissima, sia in oro che in rosso-nero, per le scene finali. I tanti costumi sottolineano ulteriormente le molteplici anime di una donna che sceglie con determinazione di adattarsi di volta in volta al contesto che le è più conveniente e che più l’affascina.
Molto
belli anche i costumi riservati alle feste della Siviglia che conta:
molteplici colori per il primo atto, bianco per il secondo.
Carmen è una delle opere più famose di sempre, ed il fascino della sua protagonista è così duraturo che perfino nel film Callas forever (del quale vi ho parlato qui) la soprano ormai in declino ammette di pensare continuamente al suo personaggio e di desiderare moltissimo tornare ad essere lei, anche solo per una notte.
Anche
io e le mie compagne di danza, nel nostro piccolo, avevamo proposto
un medley con i brani più famosi di Carmen nel
lontano 2007, ed era stato davvero divertente creare i costumi delle
gitane, riciclando delle ampie gonne con sottogonna di pizzo che
avevamo usato l’anno precedente per Grease ed
abbinando ad esse body multicolori, scialli neri con frange e
paillettes, cinture decorate, fasce e fiori nei capelli.
Le
tantissime riproposizioni, a mio parere, sono la più chiara
testimonianza del fatto che Carmen sia un’eroina immortale, un
simbolo di rabbia e di passione, di amori sull’orlo della follia e
di emozioni mai trattenute. Come ella stessa canta nell’omonima
opera, per lei l’amore è un usignolo ribelle che non si
può addomesticare… ed il
fatto che ella paghi per questo suo modo di amare, per mano di un
uomo che dice di volerle bene ma è consumato da una malsana
ossessione, rende la sua figura estremamente attuale.
Ora
tocca a voi! Avete visto lo spettacolo su Rai 5?
Che
cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Andrete a recuperarlo su Rai Play?
Avete
visto altre versioni di Carmen (balletto,
teatro, opera) di cui mi vorreste parlare?
Con questo post vorrei mandare un grande abbraccio a tutti coloro che, come me, sono “ballerini in riposo forzato”. Si sarà vagamente intuito, da queste righe, che la danza mi manca moltissimo… ma vederla in tv e allenarmi da casa (come vi ho spiegato negli scorsi preferiti di marzo) fortunatamente lenisce un po’ la nostalgia!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, ricordo che una volta ho visto questa allegra opera.
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Sono contenta che anche tu abbia potuto apprezzare una versione di Carmen! Buona giornata e buona settimana :-)
EliminaÈ bello che la Rai dia spazio anche a questo genere di spettacolo, per gli appassionati come te e non solo.
RispondiEliminaQuindi sono felice che potrai continuare a godere del teatro.
Ciao Claudia! Per me Rai 5 è spesso portatrice di belle sorprese, ed il catalogo di Rai Play ultimamente è davvero utilissimo!!
EliminaIl teatro e soprattutto la danza, sia vista che praticata, mi mancano un bel po', quindi approfitto della tecnologia!
Bellissimo post e bellissimo blog complimenti! Ti seguo!
RispondiEliminaCiao Mary e benvenuta! Grazie, anche io vado a dare un'occhiata al tuo blog :-)
Eliminanon ho visto lo spettacolo, ma magari lo cerco on demand. Avevo visto a Verona una rappresentazione di questa opera e mi era piaciuta moltissimo
RispondiEliminaCiao Chiara! A Verona dev'essere stata un'emozione unica! Spero che anche questa versione ti piacerà :-)
EliminaCiao Silvia! La Carmen è intramontabile. Io l'ho vista in varie trasposizioni e quanto l'adoro. Le musiche poi fanno venire i brividi.
RispondiEliminaCiao Diletta! Ti capisco benissimo, se risentissi 10 volte di fila le musiche della Carmen, credo che 10 volte mi emozionerei! è davvero un classico senza tempo…!
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