Un incontro con Sveva Casati Modignani
Scrittrici nel cuore #3
Cari lettori, oggi vi racconto
una storia.
C'era una volta una ragazzina
che, pur essendo poco più di una poppante, si sentiva già molto
adulta. Il suo più grande sogno era occuparsi di narrativa, di
classici, di letteratura. Era alle prese con gli esami di terza
media, ma, come suo solito, a pochi giorni dalle prove scritte aveva
già studiato tutto il necessario.
Sapeva che avrebbe passato i
pomeriggi dopo gli esami a casa dei suoi nonni, così, per far
passare il tempo durante l'afosissimo giugno del 2003 (che sarebbe
stato solo l'inizio dell'estate più torrida di sempre), un bel
giorno decise di arrampicarsi lungo gli scaffali della parecchio
fornita libreria di sua madre. Ne estrasse un romanzo, Disperatamente Giulia, e decise di portarselo dietro. Le
sembrava un volume piuttosto consistente, ed era sicura che l'avrebbe
tenuta occupata.
Acquattata nello studio di suo
nonno, o, quando il caldo era troppo opprimente, asserragliata in
tavernetta, la ragazzina passò alcuni dei suoi pomeriggi più belli
di sempre. Quando gli esami di terza media finirono, e lei andò in
piscina con gli amici a festeggiare, aveva già deciso che Disperatamente Giulia sarebbe sempre stato uno dei suoi romanzi
preferiti.
Se avete letto con attenzione
questa premessa, potete benissimo immaginarvi quanto io sia stata
felice di scoprire, qualche settimana fa, che domenica 5 luglio Sveva
Casati Modignani sarebbe venuta nel mio paese in provincia di Milano
a presentare il suo nuovo romanzo, La vigna di Angelica.
Si è trattato di un incontro
intensissimo, che resterà sempre nei miei ricordi, e che mi ha
confermato che Sveva è un'autrice di primissimo piano per l'Italia.
So che non tutti la conoscono, specie, forse, i miei coetanei (il suo
pubblico è prevalentemente composto da donne, di solito con qualche
anno in più di me), ed è proprio per questo motivo che ho pensato
di riportare qua sotto le riflessioni fatte durante la serata che più
mi hanno colpito.
1) Innanzitutto, le storie di
Sveva Casati Modignani sono parte della nostra vita molto più di
quello che potremmo inizialmente pensare. L'autrice si documenta con
molta accuratezza prima di iniziare un nuovo romanzo, e, leggendo
ogni sua storia, il lettore si sente spesso catapultato in diversi
momenti della storia italiana del '900. Da un momento all'altro
veniamo portati sulle montagne tra i Partigiani, negli anni '20 con i
primi aviatori, nel bel mezzo degli anni '70 e del terrorismo
politico, o ancora prima del '900, nel cuore della Belle époque. Se
qualcuno di voi è in cerca di una storia appassionante che insegni
anche qualcosa sul recente passato, non si pentirà di aver scelto un
suo romanzo.
2) Ogni sua narrazione è un
piccolo “mondo” a parte, che ruota intorno ad un tema ben
preciso. Se Come stelle cadenti fa rivivere le avventure di
chi ha costruito i primi aerei militari e biposto, Palazzo
Sogliano apre le porte al mondo del corallo, della sua vendita e
della creazione di straordinari gioielli. Se Il cigno nero si
addentra nell'universo, a me già più noto, dell'editoria, Il
vicolo della Duchesca dedica parecchi capitoli alla filatura
della seta, attività importantissima per le mie zone natali, ma
della quale io sapevo poco e niente. Spesso l'autrice sceglie
attività di nicchia, oppure appartenenti ad un'epoca ormai
dimenticata. Tutto questo si rivela essere profondamente istruttivo.
La
vigna di Angelica, tuttavia,
tratta temi molto in voga al momento: il vino e la gastronomia.
Inutile dire che sono curiosa di leggerlo!
3)
Personalmente sono rimasta molto colpita dal fatto che l'autrice in
persona abbia ribadito più volte, durante la serata, che scrivere
dev'essere soprattutto un piacere. Non ha alcun senso raccontare
delle storie se non si amano tutti i personaggi, se non si ha la
pazienza di immaginare un piccolo racconto per ognuno di loro, se non
si vuole svelare, a poco a poco, un mondo che finora è rimasto
soltanto nella nostra testa. È bello sapere che tanti anni di vita e
di lavoro non hanno cambiato i sentimenti della scrittrice in
proposito.
4)
Un altro aspetto che Sveva Casati Modignani ha sottolineato è
l'importanza della passione per la lettura. Io penso che questo dia
una certo conforto a molti di noi. Il mercato dell'editoria è in
ribasso e l'hobby della lettura non è forse più praticato come un
tempo, ma io credo che ci siano moltissime persone come me che si
dedicano sistematicamente al saccheggio della biblioteca. Continuo a
pensare che leggere le storie che
qualcun altro ha deciso di raccontarci sia uno dei modi più
immediati e, nonostante tutto, più semplici di aprire la nostra
mente.
5)
Ultimo ma non meno importante: io
ho avuto la netta impressione che La vigna di Angelica non
sarà l'ultimo romanzo. Ho colto ancora parecchia energia e
combattività. In definitiva, io e tutti gli altri fan di Sveva
Casati Modignani possiamo già iniziare a chiederci su quale altro
piccolo universo lei si stia informando per noi.
Nel
caso vi fosse rimasta una piccola curiosità… C'è stato un veloce
firmacopie. Sono riuscita a parlare con l'autrice ed a tornare con
Disperatamente Giulia autografato.
Sapete com'è, non avrei mai potuto deludere la ragazzina.
Grazie per la lettura. Al prossimo post :-)
Grazie per la lettura. Al prossimo post :-)
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