lunedì 30 maggio 2022

I PREFERITI DI MAGGIO 2022

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

eccoci arrivati alla fine di questo lunghissimo e pieno mese di maggio!

Sono state settimane piene di piccole e grandi prove per me, tra impegni con la scuola, preparazione del saggio di danza e tanti extra di vario genere. A giugno, con un po’ di fortuna, mi aspettano momenti importanti, ma per il momento tiro un po’ il fiato e riepilogo con voi questo lungo mese. Ecco tutto quello che mi è piaciuto, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese


La protagonista de La parrucchiera di Pizzuta, Rosa Lentini, è una dei tanti “eterni ricercatori” universitari. Più vicina ai cinquanta che ai quaranta, divorziata e con una figlia grande ed indipendente che già convive, in più di due decenni passati in Facoltà non è mai riuscita a diventare professoressa ordinaria. Quello che un tempo era il suo sogno ha finito per disgustarla: tra raccomandazioni, pubblicazioni che richiedono attese infinite e grave calo del rendimento degli studenti, l’Università l’ha molto delusa.


Stanca, stufa e desiderosa di prendersi una pausa, ella decide di chiedere aspettativa all’inizio dell’estate e di trasferirsi con la madre vedova Evelina nella casa di famiglia di Pizzuta, in provincia di Siracusa. Abbandonati il Nord ed il mondo accademico, Rosa riscopre le meraviglie della lenta estate siciliana e torna alle origini anche per quanto riguarda i suoi studi.


Rosa è una filologa, esperta di interpretazione, trascrizione e “restituzione alla vita” di testi antichi. Alla Facoltà di Lettere e Filosofia si occupava principalmente di studiare Petrarca, un autore che la madre Evelina ha sempre cordialmente detestato perché da lei giudicato troppo monotono.


Rosa ha sempre difeso il suo autore prediletto a spada tratta, ma ora, comodamente distesa a leggere sulla spiaggia di Pizzuta, tra le riviste di Evelina ed i romanzi d’evasione, è un altro il caso filologico che le interessa. Ella è sempre stata incuriosita da un caso di cronaca avvenuto nel suo paese nel 1956: la morte di una giovanissima parrucchiera, Nunziatina Bellofiore, uccisa da un colpo d’arma da fuoco, apparentemente senza alcuna motivazione. Ciò che più sconcerta Rosa è il fatto che al tempo la morte della fanciulla fosse stata considerata una sorta di tabù del quale nessuno doveva parlare: ci sono fondati motivi per credere che le indagini sulla sua scomparsa non siano state poi così accurate.


Tra visite ad anziane ed eccentriche signore, visite all’archivio della biblioteca comunale e voci raccolte in paese, Rosa ricostruisce, con precisione filologica, il ritratto di una ragazza ribelle, che aveva una grande passione per la moda e l’acconciatura e rifiutava l’autorità dei genitori tradizionalisti. Nonostante la preoccupazione di Evelina e di alcuni compaesani, che tentano di dissuaderla dal far tornare alla luce un cold case ormai dimenticato, Rosa prosegue la sua “indagine non autorizzata” con la tenacia di una vera ricercatrice.



Nino Motta è lo pseudonimo di Paolo Di Stefano, scrittore e professore universitario già autore di altri romanzi con il suo vero nome. La parrucchiera di Pizzuta è il primo che leggo tra i suoi libri e mi è piaciuto molto, soprattutto perché mi ha fatto fare un viaggio a ritroso nel tempo, già a partire dal titolo del primo capitolo, che si intitola La filologia può attendere. Come Rosa, anche io ho studiato Lettere (Triennale e Magistrale) ed ho sostenuto gli esami di Filologia Romanza ed italiana, e mi sono rivista molto in lei. Ci sono dei passaggi che mi hanno fatto trattenere il fiato, come, per esempio:


Per carità, da studentessa non sognava altro che di entrare nel circolo chiuso negli studiosi, nella tana esclusiva dei topi di biblioteca, Dante Petrarca e i petrarchisti, i minori latini del menga, Bembo e i bembisti, un sogno, poi diventare ricercatrice, partecipare ai convegni sui manoscritti miniati del Duecento, sui volgarizzamenti, sui trattati di poetica, sulla versificazione delle origini. Roba elettrizzante, a ripensarci. Si fa per dire. Casi gelidi, altro che il cold case di Nunziatina.”


Permettetemi una riflessione personale, che forse chi mi segue su Instagram avrà già letto. Quando io e buona parte delle mie amiche dell’Università ci siamo laureate, abbiamo accarezzato quasi tutte l’idea di restare in Facoltà in qualche modo. Poi, si sa. È un mondo chiuso. Qualche professore ci aveva sconsigliato Milano e segnalato concorsi in altre città, qualcuno ci aveva detto più onestamente che si trattava di tentativi sportivi e che non c’era trippa per gatti. Alla fine abbiamo rinunciato praticamente tutte, ma ricordo che le altre mi dicevano spesso: “tu però ci avresti lasciato il cuore! Ti avrei visto bene a studiare tutta la vita!” E sì, in parte avevano ragione.


Ma quello che ho fatto fatica ad ammettere anche a me stessa è che non mi sono ostinata in quella strada irta di ostacoli perché già allora, otto anni fa, c’erano come due parti di me in lotta. Una parte, come Rosa Lentini, era innamorata del mondo degli studi umanistici. E lo sono ancora! Il blog è nato per quello: perché sette anni fa ho voluto creare un angolo tutto mio in cui in piena libertà potessi continuare a leggere e scrivere qualcosa dei miei studi ed a parlare dei miei hobby. Un’altra parte però stava smettendo di idealizzare un luogo che comunque per me resterà sede di bellissimi ricordi. Purtroppo il mondo accademico ha dei limiti: tende ad essere la famosa torre d’avorio, per tanti versi, come questo libro descrive con tanta acutezza ed ironia. Ed io, al tempo, avevo già fatto uno stage ed una prima supplenza, portato a casa qualche soldino, iniziato ad intravedere la vita adulta… e volevo un po’ di concretezza in più.


Certo che, se adesso penso al marasma di vita ed emozioni umane in cui sono immersa attualmente con la scuola ed i bambini, ripenso a quella me stessa di quasi un decennio fa che voleva stare nella saletta in piccionaia a S.Agnese a studiare le tragedie greche e le loro re-interpretazioni contemporanee e niente, penso che la vita fa ridere ma anche riflettere.


Lo so, questa volta vi ho proposto una recensione-diario un po’ personalizzata, ma vi assicuro che il romanzo è arguto, colto, ben scritto e scorrevole… proprio una bella lettura!



Il film del mese


Continuo con i punti di vista decisamente personali e questo mese vi parlo del nuovo capitolo della saga Animali Fantastici, I segreti di Silente… e lo faccio in modo più che entusiasta.


Ormai tre anni e mezzo fa vi avevo recensito I Crimini di Grindelwald, il secondo capitolo della serie, terminato con moltissimi dubbi e porte aperte. La fine del film non è proprio felice: anche se il protagonista, il magizoologo Newt Scamander, ha ritrovato il patto di sangue che Silente ha stretto in gioventù con il temibile mago oscuro Grindelwald, quest’ultimo è riuscito a raccogliere tutti i suoi seguaci a Parigi, tenendo un discorso che ha suscitato il plauso di molti esponenti del mondo magico, e poi si è rifugiato nella sua fortezza a Nurmengard, tra invalicabili montagne innevate. Purtroppo egli ha portato con sé – e senza costringerli – due importanti personaggi: Credence, un ragazzo orfano che ha avuto un ruolo cruciale nei primi due capitoli della storia (e che ha appena scoperto di avere legami di sangue con la famiglia Silente), e Queenie, grande amore di Jacob, il migliore amico NoMag di Newt.


All’inizio de I segreti di Silente, il futuro preside di Hogwarts, qui ancora semplice professore, incontra privatamente Grindelwald e tenta di persuaderlo a rinunciare ai suoi folli piani politici di totalitarismo, appellandosi al loro amore di gioventù ed ai loro vecchi ideali. Purtroppo l’incontro non porta ad alcun risultato e così Silente invia Newt a recuperare una creatura magica molto speciale: il Qilin, una sorta di Bambi orientale con dei lunghi baffi. Esso è venerato da tantissimi maghi, soprattutto dai potenti, perché è in grado di riconoscere i puri di cuore (ai quali si approccia amichevolmente) e di individuare, tra vari candidati, chi è più adeguato ad essere un leader (al quale si inchina). Sfortunatamente Newt riesce a recuperare solo uno dei due piccoli gemelli Qilin appena nati: la madre viene uccisa dai seguaci di Grindelwald – da qui le tante battute che leggerete in rete sul trauma di Bambi che è stato riproposto – e l’altro cucciolo viene rapito e portato a Nurmengard.


Silente passa così alla mossa successiva: mette insieme una squadra composta da Newt, suo fratello Theseus, la sua assistente Bunty, Jacob (che viene dotato di una bacchetta finta), la professoressa americana di Incantesimi Lally Hicks ed il mago franco-senegalese Yusuf Kama, ed invia tutti in Germania. La situazione è molto critica: sono in corso le elezioni per il nuovo leader della CIM, la Confederazione Internazionale dei Maghi. Purtroppo l’ex presidente non solo dichiara di aver sollevato Grindelwald da ogni accusa criminale, ma permette anche che egli si candidi alle elezioni. Con la sua vittoria, una guerra tra mondo magico e NoMag sarebbe purtroppo inevitabile.



La saga di Animali fantastici, come credo ormai quasi tutti sappiate, è stata piuttosto sfortunata. Dopo un primo film convincente ed un secondo interessante che però ha lasciato tante questioni irrisolte, il Covid e la brutta faccenda legale capitata a Johnny Depp hanno dilatato l’attesa per il terzo capitolo all’esagerazione. Tre anni e mezzo sono davvero troppi per una serie di film senza libri di riferimento: il rischio che anche chi è fan si disamori o si dimentichi tanti particolari è alto. Sono andata al cinema con qualche dubbio – forse avevo ascoltato un po’ troppo le critiche dei detrattori – ma ne sono uscita veramente soddisfatta. Mi confermo fan della saga, anzi, super fan. Questo terzo capitolo è sicuramente meglio del secondo, forse anche del primo.


C’è da dire, effettivamente, che è un prodotto pensato per i miei coetanei che hanno sognato alle medie con Harry Potter ed ora viaggiano intorno ai trenta. Qui per bambini ed adolescenti c’è ben poco, a parte qualche animale carino – in effetti questo è un peccato, considerata la loro larga presenza nel primo capitolo della saga – ed un po’ di magie. Per il resto si parla di politica (siamo in Germania alla fine degli anni ‘20 e le idee totalitariste di Grindelwald rimandano ad eventi storici realmente accaduti), guerra, carcerazione di oppositori, relazioni sbagliate, malattie terminali, razzismo, leggi contro i matrimoni misti, rimpianti di una vita. La scuola di Hogwarts viene vista attraverso il filtro seppiato della nostalgia.


Aggiungo che mi dispiace moltissimo per la brutta vicenda che sta vivendo Johnny Depp. Se la scelta dei due attori diversi per interpretare l’antagonista fosse stata ponderata a tavolino, l’avrei trovata quasi perfetta. Depp è ideale per incarnare il Grindelwald degli esordi: istrionico, folle, in grado di affascinare e di portare le persone dalla propria parte. Mads Mikkelsen, invece, interpreta benissimo il Grindelwald che ha gettato la maschera, almeno in parte, e passa all’azione con spietata crudeltà.


Infine, Silente mi ha fatto commuovere. Con buona pace dei tanti revisionisti che lo descrivono come un freddo calcolatore, io ho sentito proprio il suo cuore. È un personaggio straordinario, uno dei miei preferiti di sempre. E temo di aver capito bene alcune delle cose che ha vissuto e provato.


Non so ancora se ci saranno un quarto ed un quinto capitolo della saga, come dichiarato all’inizio… vedo che si nicchia un po’. Sicuramente lo vedrei volentieri!



La musica del mese


Quest’anno il mese di maggio, dopo due primavere un po’ troppo solitarie, è stato caratterizzato da un graditissimo ritorno alla socialità: tra amiche che sono tornate a trovarmi e lunghe serate a scuola di danza, la compagnia non è mai mancata. Per questo ho pensato che la parola chiave per il mese di maggio possa essere amicizia.



Come brano di musica classica ho pensato di proporvi il Bolero di Ravel. Non che si tratti di una musica direttamente legata al tema dell’amicizia, ma per me lo è diventato. Con la scuola di danza lo avevamo proposto nel lontano 2005, uno dei miei primi anni, e lo abbiamo portato sul palcoscenico una seconda volta nel 2018, in occasione dei 40 anni della scuola. Abbiamo dovuto coordinarci moltissimo, partendo da una piccola parte di noi ed arrivando a terminare il brano con il gruppo al completo, entrando ed uscendo più volte dalle quinte. La musica trascinante di Ravel ci ha fatto collaborare ed ha cementato la nostra amicizia! Lo trovate a questo link.




Una delle mie canzoni preferite in tema di amicizia è invece Ragazza Paradiso di Ermal Meta, che potete trovare qui:


Mi hai dato tutto, ma niente avevi

Mi hai fatto amare tutti i miei difetti

E come ho fatto io quando non c’eri

Non prendere impegni per i prossimi anni


Che sarà domani, non so che cosa dirti,

Domani sarà ieri, ma sì

Noi non saremo uguali

Ma dentro i nostri abbracci, quelli sì


...E di tutta questa vita io non butterei via niente

Solo una mi completa tra milioni di persone

Ogni cuore ha le sue pieghe

Ogni volto ha le sue rughe

Non hai fatto mai promesse,

Ma le hai mantenute tutte!



La poesia del mese


Per questo mese ho scelto un componimento di Alda Merini, intitolato Rosa di maggio, che mi è piaciuto moltissimo fin dalla prima lettura:


L’alba si è fatta

profumo di rose.

Rosa di maggio,

abbarbicata sul muro vetusto;

affresco di vita

corroso dagli scherni del tempo.

Tappeto di petali bianchi

sul selciato di dolci primavere.

Fra gli agrumi imbiancati dai fiori,

mano nella mano di mio padre,

stretta, stretta,

al richiamo del cuore di mamma,

ansioso, protettivo.

Diventeranno frutti copiosi,

allieteranno tavole imbandite

tra gli amici dell’allegria,

svaniti nei rivoli

del più salubre inganno.

In fondo, oltre la siepe,

scorgere i ceppi temprati dagli anni;

offrono ancora nuova vegetazione,

nuove foglie, tenere e indifese,

al soffio di vento.



Le foto del mese


A cavallo tra aprile e maggio la mia amica Luana è tornata dall’Inghilterra per qualche giorno. Insieme abbiamo fatto una passeggiata e le ho mostrato l’orto ed il giardino di papà e le meraviglie che stanno crescendo alle porte dell’estate. Ecco un futuro girasole…!



La seconda domenica del mese abbiamo festeggiato la Festa della Mamma! Ho portato ai miei genitori questa crostata di crema e frutta fatta nella nostra pasticceria di fiducia, che è piaciuta molto :-)



Maggio è stato un mese caratterizzato da un caldo anomalo, già molto forte, ma, prima che il sole iniziasse a picchiare troppo, sono riuscita a fare qualche passeggiata mattutina. Al parco comunale di Cernusco sono spuntate le aiuole fiorite piantate dai giardinieri del Comune ed il risultato è davvero uno spettacolo!



In queste settimane, la preparazione per il saggio si è fatta intensa. Tra creazione dei costumi, prove generali alla domenica mattina e lezioni che durano il doppio del solito, sono esausta… ma molto felice. Dopo due primavere senza il traguardo dello spettacolo, una molto difficile ed una comunque insolita ed un po’ pesante (per tutti, non solo per me), questo è un tipo di stanchezza che accolgo volentieri. Il 6 giugno è il grande giorno e, considerato che ormai sono tre anni che non saliamo sul palco, siamo tutte parecchio emozionate… ma teniamo le dita incrociate, dai :-)

In foto ci sono i brani nei quali mi esibirò quest’anno, e come vedete c’è un po’ di tutto, dalle atmosfere da spiaggia a quelle irlandesi, dalle canzoni contemporanee a quelle più vintage. Un paio di pezzi erano stati iniziati a gennaio/febbraio 2020… e finalmente siamo riuscite a terminarli!





Ecco il mio lungo maggio… in breve!

Che cosa mi raccontate? Anche il vostro mese è stato intenso oppure più tranquillo?

Avete libri, film, canzoni da condividere con me?

Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in giugno :-)


2 commenti :

  1. Non ho aspettative, non c'è attesa, ma il film certamente vedrò ;)

    RispondiElimina