lunedì 25 aprile 2022

25 APRILE: DUE CONSIGLI DI LETTURA

 Due romanzi di Marco Vichi e Rosa Teruzzi



Cari lettori,

buon 25 aprile!

Anche se è una giornata di festa, vista l’importanza della ricorrenza, ho pensato di non lasciarvi senza post, ma, per la nostra rubrica “Letture...a tema”, di proporvi un paio di romanzi che proponessero tematiche in linea con la giornata di oggi.

Entrambi sono uscite relativamente nuove di serie che mi piacciono molto: quella del commissario Bordelli nata dalla penna di Marco Vichi (di cui vi ho parlato qua) e quella di Rosa Teruzzi sulla fioraia del Giambellino (che trovate in questo post).

Vi lascio alle recensioni, sperando di incuriosirvi!



Ragazze smarrite, di Marco Vichi


Anche il mese di marzo del 1970 sta terminando e per il commissario Bordelli la data del 2 aprile, suo sessantesimo compleanno e giorno del suo pensionamento, è ormai incombente. Egli non è ancora in grado di immaginarsi nella sua nuova veste di pensionato, anche se le premesse non sembrano niente male: la sua villetta di campagna sui colli toscani è spesso piena di amici che vengono a trovarlo dalla vicina Firenze; il suo pupillo, il giovane ed introverso Pietrino Piras, è stato appena promosso; il suo orto ed i suoi ulivi sono curati da un esperto fattore disponibile ad insegnargli il mestiere; Eleonora, la ragazza con la quale ha da tempo una storia irta di ostacoli, sembra decisa a restare.


Sono le ultime settimane di servizio ed egli si augura che non ci siano altri “casi maledetti” come quello dell’anziano nobile massacrato di botte nel suo appartamento per motivi di discriminazione (del quale vi avevo parlato in questo post). Il destino, però, sembra proporgli sempre nuove difficoltà. Vicino a Passo dei Pecorai, in un fosso, viene rinvenuto il cadavere di una bellissima ventenne dai capelli lunghi e scuri. Ad un primo esame la donna sembra morta di overdose, ma il medico legale afferma che, con un intervento tempestivo ed una chiamata al pronto soccorso, ci sarebbero state concrete possibilità di salvezza per lei. Appare evidente che chi era con lei si è fatto prendere dal panico, ha finito per lasciarla morire e poi si è liberato del suo cadavere. Inoltre, tutto in lei – i resti di cibi di lusso contenuti nel suo stomaco, le tracce di rapporti sessuali, alcune contusioni riconducibili a corde – fa pensare ad un festino all’insegna dell’illegalità conclusosi in tragedia.


Il commissario decide di muoversi con ulteriore cautela rispetto alla sua già nota discrezione, in modo da non mettere in difficoltà eventuali testimoni che potrebbero aiutarlo. In effetti dopo qualche tempo si fa avanti un’amica della ragazza uccisa – che nel frattempo è stata identificata come Carmela - e dice di essere l’unica che fosse un po’ in confidenza con lei negli ultimi tempi. Agli inquirenti, la donna racconta una terribile storia fatta di ragazzi annoiati, nostalgia del totalitarismo e voglia di rivalsa.



Ormai vi ho parlato parecchie volte dei romanzi di Marco Vichi e immaginerete che per me il mondo del commissario Bordelli, nonostante tutto, è quasi confortevole. È piacevole perdersi tra i piatti e le storielle dell’oste Totò (dove egli va in pausa pranzo), tra i panorami toscani di campagna e di città, tra le portate delle cene infinite che egli organizza a casa sua, le letture che egli sceglie davanti al caminetto e le bravate del suo cagnolone Blisk.


Anche in questo romanzo torna un “amico illustre” del commissario: il colonnello Arcieri, carabiniere in pensione ed ex esponente di spicco dei Servizi, nato dalla penna di un altro scrittore fiorentino, Leonardo Gori (ve ne ho parlato meglio qui).



Tanti momenti di leggerezza e serenità sembrano allietare la vita del commissario quasi sessantenne: i ricordi della Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, continuano ad essere uno spettro che aleggia sulla sua quotidianità e che purtroppo si presenta anche nei suoi casi. La storia ci insegna che dal ‘68 in avanti gli scontri ideologici tra estremisti di sinistra e nostalgici dei totalitarismi si è fatto più aspro, e Marco Vichi non manca di scriverne, inserendo sia qui che nel precedente romanzo dei criminali che fanno della svastica il loro simbolo. Se in Un caso maledetto, però, si trattava di malfattori fin troppo lucidi, qui i colpevoli hanno abbracciato una certa ideologia a causa di una vita eccessivamente privilegiata che li ha portati ad essere annoiati e prepotenti, il che, in un certo senso, è ancora peggio. Anche i racconti che il commissario Bordelli ed i suoi amici si raccontano al termine della sua cena di compleanno sono, come sempre, una sorta di Decameron del Novecento italiano.


...e così il commissario Bordelli ha raggiunto la tanto desiderata pensione! Ora che succederà? Ci saranno altri libri della serie? Io credo che, in un modo o nell’altro, sentiremo ancora parlare di lui. Speriamo…!



La memoria del lago, di Rosa Teruzzi


L’estate del 2014, straordinaria in tanti sensi, è agli sgoccioli. A Milano, le tre abitanti del casello ferroviario di via Pesto hanno preso più acqua in tre mesi che nelle ultime dieci estati, ma sono anche andate incontro ad importanti cambiamenti.


Libera, la protagonista, ex libraia reinventatasi come fioraia esperta in bouquet di nozze dopo i quaranta, non solo ha avuto un grande successo nella sua attività, ma ha anche ri-scoperto la sua passione per i libri gialli… direttamente sul campo: più di una volta, da maggio in avanti, si è ritrovata a svolgere delle indagini parallele a quelle della polizia, coadiuvata dalla giovane cronista Irene e dal capo di lei, soprannominato da tutti Cagnaccio. In alcune questioni si è ritrovata coinvolta suo malgrado, come la sparizione di una delle sue quasi spose; altre, invece, erano per lei come delle spine nel cuore (su tutte, la morte del giovanissimo marito, trovato ucciso nella sua auto).


Iole, madre di Libera, insegnante di yoga nostalgica del periodo hippy, ha spesso accompagnato la figlia nelle sue indagini e tante volte si è ritrovata a dover controllare il suo carattere impulsivo ed a riflettere su quale fosse il modo migliore di poter procedere (spesso anche in punta di piedi).


Vittoria, infine, la figlia di Libera, una ruvida poliziotta che ha ereditato il carattere introverso dal padre, sembra innamorata per la prima volta in vita sua.



Da qualche giorno, tuttavia, l’atmosfera al casello è mutata: sembra che qualcuno nasconda un segreto. In effetti, qualche giorno prima Irene ha lasciato un fascicolo a Libera e quest’ultima, turbata, l’ha nascosta nel suo laboratorio di fioraia, di fianco a casa. La storia raccontata in quelle pagine ha a che fare con la casa sul lago a Colico dove ella si rifugia spesso, con la sua infanzia, con il tanto tempo trascorso insieme al nonno ferroviere Spartaco. Quando Libera era bambina, l’uomo era già vedovo da tempo: sua nonna Ribella era morta giovanissima, uccisa nei boschi dietro casa in una notte d’agosto, quando Iole aveva ancora pochi mesi.


L’assassinio della nonna Ribella, trovata morta in fondo ad un crepaccio con la testa rotta da una pietra, è stato a lungo un mistero di famiglia, e Libera è fortemente tentata di risolverlo con l’aiuto di Irene, ma teme anche che Iole possa rimanerne turbata. Per questo motivo ella tenta di nascondere il fascicolo alla madre… impresa destinata a fallire miseramente.


La squadra investigativa composta da Libera, Iole, Cagnaccio ed Irene si ricostituisce – rigorosamente lontano dagli occhi di Vittoria, che diventa furibonda ogni volta che vede madre e nonna fare le detective – ed il principale indiziato sembra essere il suo primo fidanzato, l’uomo che Ribella aveva lasciato per sposare Spartaco. Indagando più a fondo, però, emergono a poco a poco altri elementi, che rimandano a crimini commessi durante la Seconda Guerra Mondiale ed al destino di una bimba che curiosamente si chiamava proprio Iole.



La serie delle “Miss Marple del Giambellino” è per me un mondo confortevole almeno quanto quello creato da Marco Vichi. L’ambientazione milanese nel quartiere dove ho svolto il mio primo stage è quasi familiare, l’estate da neolaureata del 2014 è un ricordo vivido e piovosissimo, le abitudini ed i pensieri delle tre protagoniste sono ormai familiari per me. Per la prima volta, Rosa Teruzzi esce dall’ambito dei delitti spinti da motivazioni personali per addentrarsi nell’atmosfera dell’immediato secondo dopoguerra, quando i responsabili di alcune azioni terribili erano ancora impuniti. Ribella appare come una vittima innocente di un sistema più grande di lei, che però ha avuto il coraggio di far sentire la sua voce anche quando era pericoloso.


Quanto alla componente rosa, Libera ha sempre il cuore diviso tra l’amore di sempre (Gabriele, capo di Vittoria e vecchio amico di suo marito) ed un nuovo corteggiatore (Furio, un cuoco che lei si ostina a vedere solo come un amico). Purtroppo, né in questo capitolo che in quello successivo (di cui vi ho parlato qui) c’è una svolta definitiva. So che tra pochissimo uscirà il settimo romanzo della serie… quindi attendiamo fiduciosi!




Ecco i miei consigli di lettura per questa giornata così importante!

Che cosa ne pensate? Conoscete questi autori?

Avete letto questi libri? Me ne consigliereste altri?

Fatemi sapere che cosa ne pensate!

Ancora un buon 25 aprile a tutti voi!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


2 commenti :

  1. Ciao Silvia, come sai anch'io adoro la serie di Rosa Teruzzi e questo libro è il mio preferito della serie... in attesa di leggere quello nuovo! :-)

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    1. Ciao! Eh sì, mi ricordo... Quando uscirà il nuovo ne parleremo insieme!

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