giovedì 17 febbraio 2022

L'ANGOLO VINTAGE 2.0 - FEBBRAIO 2022

 


Cari lettori,

come ogni 17 del mese, bentornati all’appuntamento con i “recuperi” della rubrica “L’angolo vintage”!

Di mese in mese, questo utile spazio ha consentito a me e ad altre bravissime colleghe blogger di potervi parlare di romanzi che, per un motivo o per un altro, non hanno avuto una recensione in primissimo piano: volumi acquistati mesi prima e poi lasciati a prendere polvere; libri che mancavano per completare una serie di cui avevamo già parlato più volte; opere datate di autori che abbiamo conosciuto solo di recente.


Febbraio è il mese di San Valentino e dell’amore, e così, dopo il booktag tutto romance che vi ho proposto lunedì, oggi ho pensato di raccontarvi due romanzi sui toni del rosa, molto diversi tra di loro.


Il primo è Ombre sul Naviglio, il sesto romanzo della serie della fioraia del Giambellino nata dalla penna di Rosa Teruzzi. Vi ho parlato dei primi quattro libri della serie in questo post, il quinto (La memoria del lago) mi manca…. E chissà, forse sarà protagonista di un altro “Angolo Vintage”!


Il secondo è invece Questo amore sarà un disastro di Anna Premoli, una sorta di prequel di Molto amore per nulla, romanzo di cui vi avevo parlato circa due mesi fa a questo link.


Vediamoli insieme nel dettaglio!



Ombre sul Naviglio, di Rosa Teruzzi


La piovosa estate del 2014 sta per concludersi e per Libera, Iole e Vittoria, le tre protagoniste della serie, è tempo di cambiamenti. Vittoria, figlia di Libera e nipote di Iole, poliziotta inflessibile, è tornata al lavoro dopo le prime vacanze romantiche della sua vita, e sembra felice accanto al nuovo fidanzato. Iole, nonna del tutto anticonvenzionale e figlia dei fiori, ha deciso di lasciare l’umida afa dei Navigli milanesi e del casello di via Pesto dove vivono le tre, ed è andata a trascorrere un weekend a Cesenatico con un certo Everardo, un tipo molto più giovane di lei ma forse troppo tranquillo per i suoi standard. Libera, che sta vivendo un periodo di crisi personale e sentimentale, non trova di meglio da fare che andare anche lei in Riviera e pedinare la sua stramba madre, nella speranza che non combini troppi guai.


Iole, però, ci mette pochissimo a smascherare la figlia ed a porla di fronte alle sue responsabilità, facendole notare che non sempre cambiare cielo significa cambiare animo. Libera, infatti, rimasta vedova giovanissima, è da sempre innamorata di Gabriele Ricci, commissario che è capo di Vittoria e vecchio amico del marito. Negli ultimi tempi egli sembrava ricambiare il suo sentimento, e le aveva lanciato dei segnali piuttosto importanti… ma da qualche settimana Libera ha scoperto che egli sta per sposarsi con una giovane collega, Nadia, che è anche incinta. Dimenticare l’uomo le sembra impossibile, anche dopo una simile rivelazione, nonostante la discreta compagnia del cuoco Furio, che è suo corteggiatore da ormai qualche mese.


Mentre Iole e Libera discutono delle loro disavventure sentimentali a Cesenatico, la tranquillità della Riviera viene sconvolta dall’ennesimo colpo di una banda che la polizia sta cercando inutilmente di catturare da mesi… un gruppo di rapinatori come minimo stravaganti. Tanto per cominciare, essi sono descritti da tutti come tre personaggi attempati e travestiti da personaggi delle favole: il Gatto con gli Stivali, la Fata Turchina e Zorro. Inoltre, essi sono passati alla Riviera dopo aver girato tra Milano e la Brianza (quasi seguendo le mosse delle protagoniste) ed i luoghi che rapinano sembrano pessimi affari: piccole attività isolate in quartieri non troppo ricchi. Ciò che però stupisce la polizia ed attira la curiosità dei giornalisti è il fatto che i testimoni delle rapine siano quasi reticenti, come se accettassero di buon grado la presenza di questa banda armata nel loro territorio.


Tra i giornalisti che fiutano del marcio c’è anche Cagnaccio, il direttore del giornale di cronaca nera milanese con cui Libera e Iole hanno più volte collaborato. Egli prima mobilita Irene “La Smilza”, la sua giornalista di punta, poi contatta le “Miss Marple del Giambellino”, come le chiama lui, per le loro solite indagini non autorizzate.


Libera accoglie con gioia questa distrazione, dal momento che persino gli amatissimi bouquet nuziali che confeziona per lavoro le fanno venire in mente Gabriele e Nadia. Iole, invece, è stranamente sfuggente… e forse ha qualcosa da nascondere.



Ombre sul Naviglio è un romanzo che forse chiude la lunga estate del 2014 delle tre donne del Giambellino: ormai è settembre, e probabilmente nel prossimo romanzo ci accoglieranno i colori dell’autunno. Questa ambientazione nei cosiddetti “mesi caldi” del 2014, che in realtà erano stati davvero anomali, è sempre stata dolceamara per me: si tratta della mia prima estate dopo la fine dell’Università, dopo la Laurea Magistrale nel febbraio di quell’anno. Ricordo benissimo la novità del frequentare il mio primissimo stage fino a metà luglio, il senso di leggerezza senza più le temute sessioni estive d’esame, ma anche le ripetute delusioni per tre mesi di un’estate orribile, sia a Cernusco/Milano che a Varazze: intere mattine di diluvio, trombe d’aria, mare color marrone per le continue alluvioni… Tra l’altro, il mio primo stage è stato proprio in zona Porta Genova e Navigli, vicino al casello ferroviario di Libera e co. Ogni volta che leggo un romanzo di questa serie è un piccolo prezioso Amarcord, sia dal punto di vista temporale che da quello spaziale.


Come tutti i romanzi della Teruzzi, c’è sia una parte gialla che una rosa. Quella gialla mi ha convinto di più, perché va a toccare un tema delicato (che io all’inizio non mi aspettavo) e perché porta con sé una clamorosa rivelazione che fa venire voglia al lettore di saperne di più. Ci sono dei capitoli che sono raccontati proprio dal punto di vista dei rapinatori, il che crea uno strano senso di empatia (secondo me voluto dall’autrice).


Per quanto riguarda, invece, i risvolti sentimentali, questo romanzo mi è sembrato più che altro un capitolo di transizione. Libera si rifugia a Colico con la nuova cagnolona che le tre hanno adottato, sospira guardando i bouquet nuziali, rimugina in continuazione ma agisce ben poco. Ve ne ho già parlato nel booktag di lunedì, ma personalmente faccio il tifo per Furio: estroverso e allegro ma anche gentile e disponibile, amante dei cani e di Milano, sempre pronto ad offrire qualche buon piatto. Che cosa chiedere di più? Gabriele si è dimostrato un po’ troppo indeciso ed umorale…


Vediamo se quest’estate Rosa Teruzzi ci allieterà con un settimo episodio. Nel frattempo recupererò La memoria del lago…



Questo amore sarà un disastro, di Anna Premoli


Restiamo a Milano, ma, dopo esserci perse tra le atmosfere suggestive dei Navigli e del Giambellino, ci portiamo in via della Spiga, in pieno quadrilatero della moda. Lì c’è l’ufficio di tre rampanti golden boy della finanza: il fondatore Ludovico, un tipo riservato ed un po’ orso, diventato ancora più scontroso dopo il divorzio; la “faccia pulita” dell’ufficio, Lorenzo, tanto bello quanto affabile e specializzato in pubbliche relazioni; il più sveglio e furbo dei tre, Edoardo Gustani, che si occupa di fiutare gli affari.


Edoardo proviene da una famiglia umile di Quarto Oggiaro, è entrato alla Facoltà di Economia con una borsa di studio e si è praticamente fatto da solo. La sua vita è fatta di stress lavorativo che lui spesso e volentieri confonde con l’adrenalina, auto costose, completi fatti su misura, weekend di tennis con i clienti più importanti e angherie varie nei confronti del povero stagista Stefano, che lui si ostina a chiamare Carlo.


Edoardo ed i suoi soci si sono appena fatti convincere da un loro storico finanziatore a intraprendere una complessa manovra rilevando la Health Green, un’azienda della Brianza che vende prodotti per bellezza e benessere (un buon affare di questi tempi) ma che è entrata in crisi dopo che l’erede del vecchio amministratore delegato, Emanuele Longo, ha gestito malissimo la situazione per mesi e poi è finito in uno scandalo.


Per concludere l’operazione finanziaria Edoardo ha bisogno del parere favorevole di Elena, sorella di Emanuele, che però da tempo non vuole più saperne dell’azienda di famiglia ed ha aperto un centro olistico, chiamato “Il buon ritiro”, sui monti intorno al Lago Maggiore. Edoardo cerca di convincere Elena con modi amichevoli, ma la donna non si fida degli uffici di tipo finanziario come il suo ed è rimasta troppo ferita dalla perdita del padre e dai guai combinati dal fratello per occuparsi ancora della Health Green.


Edoardo decide allora di insistere: prenota una settimana di vacanza nel centro olistico per poter tallonare continuamente Elena e convincerla a firmare. Il povero malcapitato – è proprio il caso di dirlo – non sa però cosa lo aspetta: yoga, meditazione, ritmi lenti, vestiti informi di iuta, cibo vegano ed a nanna dopo cena… una bella sfida per uno come lui che va avanti a carne rossa e vino, fuma due pacchetti al giorno, dorme quattro ore e vive costantemente sotto pressione. La vicinanza forzata, inoltre, creerà strane vibrazioni tra lui ed Elena…



Un paio di mesi fa avevo pubblicato la recensione di Molto amore per nulla, romanzo dedicato all’amico di Edoardo, Lorenzo Vailati, ed all’avvocato di Elena, Viola Brunello. Se ricordate vi avevo consigliato il romanzo ed avevo trovato molto divertente l’intreccio enemies to lovers, ma avevo espresso delle perplessità sui protagonisti, due “milanesi imbruttiti” malati di lavoro, e sugli argomenti economici trattati all’interno del libro. Ecco, devo dire che Questo amore sarà un disastro è stato una conferma… nel bene e nel male.


La storia è molto scorrevole (l’ho letta nel corso di un weekend tranquillo), i battibecchi tra i protagonisti sono super divertenti, l’idea di un anti-salutista in un centro olistico è esilarante e sia Edoardo che Elena hanno un carattere interessante, che “fa scintille” con quello dell’altro.


Tuttavia, se l’intento dell’autrice era quello di istruirmi sull’economia aziendale, credo che, almeno per quanto mi riguarda, il fallimento sia ovvio. Ci sono intere pagine (soprattutto nel primissimo capitolo, un mattone) con spiegazioni economiche e finanziarie che per una laureata in Lettere/Filologia Moderna sono emozionanti come fare la coda all’Ufficio del Catasto. Non so quante volte ho fatto l’imitazione di Carlo Verdone in Un sacco bello che strizza gli occhi e che chiede: “In che senso?”

Insomma, non credo proprio che metterei Edoardo nella lista dei miei book boyfriend ideali. Già non sopporto chi fa il bulletto con i sottoposti e continua a comprare inutili beni di lusso; più che altro, però, rischierei davvero di non capirlo quando apre bocca e parla del suo lavoro. Anche Elena è un bel tipo, simpatico e determinato, ma ha interessi parecchio diversi dai miei.


Comunque Anna Premoli si conferma una garanzia per chi ama le categorie office romance ed enemies to lovers, e se vi è piaciuto Molto amore per nulla vi consiglio anche questo libro.




Ecco il mio “angolo vintage romance” di febbraio!

Come sempre, vi invito a dare un’occhiata ai post delle altre blogger che hanno partecipato questo mese alla rubrica.

Nel frattempo fatemi sapere se conoscete le autrici, se avete letto questi libri e se vi sono piaciuti. Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


7 commenti :

  1. Cara Silvia, tutti e due i libri mi incuriosiscono molto, l'ambientazione e le vicende mi intrigano, grazie, prendo nota.
    sinforosa

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  2. La Premoli mi piace tantissimo. La serie della Teruzzi mi incuriosisce tanto, ma ancora non ho iniziato a leggerla.

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    1. Ciao Manuela! Allora spero che presto riuscirai ad iniziare la serie della Teruzzi :-)

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  3. ho letto il libro della Teruzzi e mi è piaciuto molto!

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    1. Ciao Chiara! Sono davvero contenta che anche tu sia fan :-)

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  4. La Teruzzi devo assolutamente riprenderla anch’io! Sono ferma al primo🙈Invece la Premoli non l’ho ancora mai letta ma con questo mi hai incuriosita parecchio!

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