lunedì 11 aprile 2022

DALLA TOSCANA ALLA SICILIA... IN GIALLO

Due romanzi targati Sellerio




Cari lettori,

oggi, per la nostra rubrica “Letture...a tema”, torniamo a parlare di gialli editi da Sellerio. Sapete che questa Casa Editrice pubblica le opere di molti autori che mi piacciono, primo tra tutti l’indimenticabile maestro Camilleri. Nelle ultime settimane ho letto due romanzi: uno di Malvaldi, il creatore dei “vecchietti del BarLume”, una solida certezza; l’altro di Piazzese, una mia scoperta recente, ma già entrata nei preferiti di febbraio (a questo link).

Vediamoli meglio insieme nel dettaglio!



Bolle di sapone, di Marco Malvaldi


È il marzo del 2020. Massimo Viviani, il “barrista” del BarLume, è rimasto a casa da solo: la fidanzata Alice Martelli è via per un convegno della polizia in Calabria. Solitudine che, per sua sfortuna – considerato il suo carattere talvolta un po’ misantropo – non dura a lungo: dopo pochi giorni, infatti, egli va a prendere all’aeroporto sua madre, la Gigina, un ingegnere in carriera e costantemente in viaggio per lavoro. La donna ha problemi con il suo appartamento e chiede ospitalità al figlio ed alla nuora; Massimo, dal canto suo, dichiara che non ci sono problemi. Peccato che proprio il giorno dopo, in conferenza stampa, venga proclamato l’inizio del lockdown che noi tutti abbiamo vissuto.


Tutto è sballato a Pineta. I vecchietti si sentono più che mai isolati: iniziano delle partite di briscola su Skype, cercano di restare aggiornati sul virus facendo delle improbabili ricerche su internet, provano perfino ad “evadere” dallo stato di quarantena per andare a pescare (si aprono le scommesse su quale dei quattro vegliardi tenti l’impresa…), ma non possono fare a meno di avvertire la noia e la solitudine, forse per la prima volta nella loro lunga vita. Massimo, come lavoratore indipendente, può andare al bar a controllare che sia tutto ok, ma tra bancone e tavolini non c’è niente da fare, e soprattutto non c’è nessuno, ad eccezione della sua banconista Tiziana, più abbacchiata di lui. A casa la Gigina morde il freno, cerca di portare avanti i suoi progetti in smart working, ma non può fare tutto quello che desidera. Alice, infine, è bloccata in una camera d’hotel in Calabria, ed ogni giorno che passa è sempre più nervosa.


È proprio lei a commettere un’imprudenza che, se non fosse esausta e provata dal lockdown, di sicuro non le sarebbe mai sfuggita: chiede ad uno dei quattro vecchietti delle informazioni su alcune persone. Lì in Calabria, infatti, è avvenuto il duplice delitto di due coniugi in età avanzata: lui preso a colpi di fucile mentre era in coda al supermercato in mezzo a tantissime altre persone, lei morta per un’intossicazione di botulino. Ai vecchietti, si sa, basta poco per partire con una nuova indagine…


Bolle di sapone è il primo romanzo dei vecchietti del BarLume (ed una delle prime uscite italiane in generale) a trattare il tema dell’emergenza Covid e del lockdown totale avvenuto nella primavera di due anni fa. Ricordo, al tempo, di aver pensato più volte e distintamente che non avrei avuto alcuna voglia di leggere un romanzo con mascherine, code per la spesa ed isolamenti. Eravamo nel pieno della tempesta, la pandemia era una novità bruciante e in effetti mi venivano in mente solo possibili trasposizioni drammatiche sulla carta. Non avrei mai pensato che uno dei primi a prendere in mano con coraggio la scottante materia sarebbe stato il sempre arguto Malvaldi.


Le storie del BarLume – sia quelle dei romanzi che quelle della serie tv, dove il Covid ha fatto la sua comparsa qualche puntata fa – sono sempre sostanzialmente delle commedie gialle, ma l’autore sa in quali casi inserire una punta drammatica. Uno dei temi più seri tra quelli che vengono trattati nel libro è sicuramente la solitudine degli anziani: sia quella di chi è pensionato da un bel po’ ma si è ricostruito una rassicurante routine, sia quella di chi è al limite d’età, in pensione non ci vuole proprio andare e rincorre la giovinezza lavorando fin troppo. Entrambe le situazioni vengono peggiorate drammaticamente dal Coronavirus, e sarà il burbero Massimo, un po’ suo malgrado, a dover stare dietro, ancora una volta, alle “indagini non autorizzate” degli allegri vegliardi. Questo romanzo costituisce anche un’importante svolta per alcuni dei protagonisti, ma non vi svelo altro!



Il soffio della valanga, di Santo Piazzese


Il detective per caso di Santo Piazzese è Lorenzo La Marca, un personaggio, con ogni probabilità, un po’ autobiografico. Professore del Dipartimento di Biologia all’Università di Palermo, amante della buona cucina e delle meraviglie culturali siciliane, riflessivo e nostalgico, egli è un uomo più di pensiero che di azione.


In questo romanzo Santo Piazzese cambia, almeno in parte, registro: la storia, questa volta, è raccontata dal punto di vista di Vittorio Spotorno, commissario di polizia e storico amico di La Marca. Egli ha ben poco in comune con il professore: è un uomo di poche parole e solide certezze, prima tra tutte la sua famiglia, composta dalla moglie Amalia, insegnante di inglese, e dai loro due figli.


Il soffio della valanga si incastra perfettamente con la storia raccontata ne I delitti di via Medina-Sidonia, nel corso della quale Lorenzo La Marca si trova a dover fare luce su alcuni delitti avvenuti proprio nel giardino del Dipartimento.


Vittorio Spotorno è costretto, suo malgrado, a lasciare l’amico ed il morto appena ritrovato per un altro caso ancora più spinoso, che purtroppo lo coinvolge personalmente. In una 127 azzurra (ricordo che i romanzi sono ambientati negli anni ‘90) sono stati ritrovati due cadaveri con ferite di arma da fuoco: il primo, crivellato di colpi, è una vecchia conoscenza delle forze armate, appartenente ad una famiglia legata alla criminalità organizzata; il secondo, trafitto da un solo colpo al cervello, è Rosario, un suo amico d’infanzia.


Vittorio è legato alla vittima da un ricordo indelebile: con Rosario, da ragazzino, aveva trovato morta la sua maestra elementare nella casetta al mare dove ella viveva; mentre entrambi stavano sulla spiaggia, sentendosi persi e sconvolti, egli aveva confidato per la prima volta ad un maturo commissario il suo desiderio di diventare poliziotto a sua volta.


La sua prima impressione è che la morte di Rosario sia stata un “effetto collaterale”, e che la vera vittima fosse l’altro occupante dell’automobile. Ma perché mai Rosario, che proviene dal suo stesso ambiente ed è cresciuto con lui, avrebbe dovuto stringere una simile amicizia?


Sullo sfondo di un torrido giugno palermitano, il commissario Spotorno indaga sia in servizio che fuori, talvolta portandosi dietro un’esausta Amalia, che farebbe qualsiasi cosa pur di non pensare alle incombenze da fine anno scolastico. Nel corso delle sue varie peregrinazioni per la città, non può fare a meno di notare che c’è una donna che incrocia continuamente il suo cammino: una giovane bruna, vestita di bianco, dall’aria sfuggente e pensierosa. Il commissario la ribattezza in segreto “La dama bianca” ed intuisce che ella ha molte informazioni da rivelargli… probabilmente non tutte gradite alle sue nostalgiche orecchie.



Come giustamente sottolinea la recensione in quarta di copertina, la Palermo di Vittorio Spotorno è ben diversa da quella immaginifica, decadente ed un po’ godereccia di Lorenzo La Marca. Questa volta vediamo la città con gli occhi di un uomo pratico e disilluso, che si concede ben poco svago o riposo ed è costretto ad avere a che fare ogni giorno con il peggio dell’animo umano.


Lo stile di Piazzese è sempre straordinario e molto nelle mie corde, ma si è adattato alla voce narrante differente ed è un po’ più asciutto e meno descrittivo. Persino i momenti che potrebbero essere romantici lo sono “a loro modo”: Vittorio Spotorno non è un tipo da sorprese plateali, ma l’intesa con la moglie Amalia è ugualmente invidiabile.


Al centro della storia raccontata c’è il tema dei ricordi di gioventù e dell’attaccamento ad un mondo ormai perduto, che deve cedere il passo ad una realtà spesso amara.


Mi mancano altri due romanzi con Lorenzo La Marca protagonista… e sono decisamente nella mia TBR!




Ecco le mie considerazioni su questi due gialli targati Sellerio!

Voi che ne pensate? Conoscete questi autori? Vi piacciono?

Avete letto questi romanzi? Che ne pensate?

Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


2 commenti :

  1. Ciao Silvia, non ho letto nulla di Piazzese, ma sono una fan della serie di Malvaldi e, come te, ho apprezzato moltissimo questo romanzo, capace di affrontare temi attuali e complicati con delicatezza e leggerezza :-)

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    1. Ciao! Eh sì, so che anche tu sei una fan di Malvaldi :-)

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