lunedì 8 febbraio 2021

LE INCHIESTE DEL COLONNELLO ARCIERI

 Tre romanzi di Leonardo Gori



Cari lettori,

per la nostra rubrica “Letture...per autori”, oggi parliamo nuovamente di Leonardo Gori e del protagonista dei suoi romanzi, il Colonnello Arcieri.


In un post recente (che trovate qui) vi ho presentato per la prima volta questo ufficiale dei carabinieri con una doppia vita, che è anche agente del SID, i Servizi Segreti italiani. Se ben ricordate, in quel post ho accennato a una particolarità: le storie di Arcieri non hanno un’unica ambientazione, ma sono suddivise in due tempi storici, vicini ma differenti. Ci sono quelle del giovane Capitano, prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, e ci sono quelle del maturo Colonnello, nella seconda metà degli anni ‘60.


Abbiamo già visto insieme, nello scorso post, due romanzi di guerra del giovane Capitano. Oggi, invece, torniamo insieme nella Firenze degli anni ‘60, per incontrare un Colonnello Arcieri più maturo e riflessivo, ma anche stanco della difficile vita che, ormai suo malgrado, continua a condurre. Egli tenta più volte di mettersi in pensione, ma, se con l’Arma dei Carabinieri, che è il suo impiego ufficiale, alla fine ci riesce, la sua “vita segreta” continua a cercarlo.


I tre romanzi che oggi vi propongo sono inchieste su questioni che sono state molto attuali nella la seconda metà degli anni ‘60: l’alluvione di Firenze del ‘66, il caos del ‘68 e i relativi giochi di potere, la bomba in Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (in questo caso, Arcieri lascia per un po’ la sua città e va a Milano).


Come nei romanzi ambientati in tempo di guerra, anche stavolta Leonardo Gori dimostra di essersi ampiamente documentato, dando spazio anche a verità storiche poco conosciute e ad indagini che, per un motivo o per un altro, si sono arenate.


Vi lascio alle recensioni, sperando di incuriosirvi!



L’angelo del fango


È il novembre del 1966 e Firenze è in ginocchio. L’Arno è esondato pochi giorni prima: durante una notte particolarmente piovosa, le spallette hanno ceduto e l’acqua è andata ovunque, entrando in case private, distruggendo attività commerciali e, purtroppo, causando molte vittime.


Uno dei cadaveri, però, non è stato trasportato dal fango: è rimasto incastrato in uno dei sotterranei della biblioteca della città. Potrebbe sembrare un impiegato o un cliente che è rimasto bloccato ed ha fatto una fine orribile, ma l’alluvione è avvenuta in piena notte, non certo nell’orario di apertura. Inoltre, nessuno riconosce il morto… o quasi: l’unica che si allarma è Anna Gianfalco, una delle impiegate. Ella, tuttavia, tiene per sé il proprio turbamento: non può dire nulla a nessuno… sa solo che quel cadavere ha a che fare con lei, e che in questo momento è a sua volta in grave pericolo di vita.


Nel frattempo, in città, il Colonnello Arcieri sta lavorando a pieno ritmo per garantire la sicurezza a Firenze nei giorni che verranno: infatti sta per arrivare in visita il presidente della Repubblica Saragat, insieme ad altri personaggi politici, per portare un messaggio d’incoraggiamento ai fiorentini disperati e per dare il via ad un piano concreto di aiuti.


Quando Saragat arriva, però, si sfiora la tragedia: il mezzo dal quale presidente e politici salutano e parlano viene preso di mira, e qualcuno spara. Il cecchino viene colpito da uno degli elicotteri della sicurezza e muore cadendo dal tetto, ma non è nuovo alle forze dell’ordine ed a chi ha fatto la guerra.


Ora dopo ora, il Colonnello Arcieri inizia a sospettare che ci sia un gruppo di nostalgici del fascismo che non si sono mai rassegnati alla fine della guerra e stanno approfittando del caos a Firenze per portare a termine una sorta di vendetta a posteriori. Quando dall’Arno viene estratto un altro cadavere, solo apparentemente annegato, ma in realtà ucciso e buttato nel fiume, egli inizia seriamente ad indagare. La sua strada si incrocia con quella di Anna Gianfalco, che gli chiede aiuto e protezione.



L’angelo del fango racconta una delle pagine più drammatiche degli anni ‘60 italiani: la terribile esondazione dell’Arno, che ancora oggi viene ricordata, perché proprio in quell’occasione è stato coniato il termine angeli del fango (da cui il titolo) per indicare i volontari venuti da altre città per aiutare i civili (cosa che di recente è accaduta anche a Genova e altrove).


Anche in questo romanzo, come in quelli raccontati nel post precedente, due sono le costanti: il fantasma della guerra, che sembra sempre incombere, anche quando ormai sono passati vent’anni e parrebbe tutto finito, e gli interessi personali dei protagonisti della vicenda, che non sono mai chiari fino in fondo. Ci sono colpi di scena davvero sorprendenti, e lo stesso Colonnello Arcieri si renderà conto di avere avuto un ruolo importante in una vicenda che all’inizio sembra riguardarlo solo dal punto di vista professionale.


C’è anche una guest star: il commissario Bordelli, protagonista dei romanzi di Marco Vichi (che vi ho presentato in questo post), scrittore che ha più volte collaborato con Leonardo Gori. Anch’egli, fiorentino arrabbiato e deluso per via dei tanti eventi spiacevoli e sospetti che sono seguiti all’alluvione, avrà una sua parte in questa storia.



Il ritorno del Colonnello Arcieri


Il Colonnello Bruno Arcieri, così come tutti lo conoscono, è dovuto sparire per un po’. Qualcuno dei suoi vecchi nemici ha tentato di ucciderlo con un’automobile manomessa e, in seguito all’incidente, egli ha dovuto passare del periodo in un reparto dell’ospedale dedicato alla riabilitazione. Le sue disavventure, purtroppo, non sono finite qui: il suo vicino di letto e di sfortune era Andrea, un ragazzo silenzioso con tutti meno che con lui, che nascondeva chiaramente un segreto e che gli aveva accennato di essere in pericolo.


Purtroppo Andrea si è suicidato buttandosi da una finestra poco dopo essere stato dimesso, ma Arcieri è più che convinto che si sia trattato di un omicidio ben congegnato. Per questo, dopo un inverno passato a nascondersi (e ad imparare a cucinare) nella casa in campagna del sempre fidato commissario Bordelli, egli è fuggito a Parigi.


È ormai il maggio del ‘68, egli si fa chiamare da tutti Marcel ed ha una sua consolidata routine: lavora come cuoco in un bistrot e vive con Marie, una simpatica “ragazza cinquantenne” grazie alla quale, per la prima volta, non pensa più così spesso ad Elena Contini, il suo grande amore di gioventù, che, dopo aver subito un sequestro lampo durante una vacanza in Sicilia, ha deciso anni prima di unirsi ai tanti ebrei italiani che hanno fatto ritorno ad Israele.


Un giorno, senza preavviso, egli viene contattato da una sua vecchia conoscenza dei Servizi, che gli conferma che i suoi nemici sono numerosi e spietati e gli riferisce che l’indicazione dei capi sarebbe quella di un’ulteriore fuga, possibilmente in Spagna.


Arcieri, però, non riesce a dimenticare Andrea ed è fermamente convinto di avere un debito con il ragazzo, che non è riuscito a salvare. Così, con le sue consuete modalità avventurose (davvero degne di uno 007 italiano!), torna nella sua Firenze, con una barba che lo nasconde, abiti da indigente, un altro falso nome.


Egli trova rifugio in una Comune di giovani scappati di casa, uomini soli e disoccupati, giovanissime mamme single in difficoltà, e si propone come cuoco, dal momento che gli abitanti della casa non fanno altro che (tentare di) cuocere pietanze rese immangiabili dal troppo curry.


Nel frattempo, egli recupera tutti i fili della vecchia rete di spie al suo servizio, e gli bastano pochi giorni per rendersi conto che Andrea si è ritrovato, sfortunatamente, ad ascoltare una piccola parte di un terribile gioco politico.


Complice il clima di disordine del ‘68, con agitazioni, soprattutto studentesche, che sconvolgono l’Europa, un gruppo di estremisti nato in Grecia sta tentando di insediarsi in Italia. Lo scontro tra forze politiche di estrema sinistra ed estrema destra si esaspera ogni giorno di più, e in questo contesto diventa davvero difficile dare giustizia alla memoria di Andrea.



Il ritorno del Colonnello Arcieri narra un importante momento di svolta nella vita del nostro protagonista: egli, infatti, inizia a considerare una vita alternativa a quella che ha sempre vissuto, più piacevole e serena. Marie, la cucina, i suoi nuovi amici diventano elementi importanti, che gli danno conforto dopo decenni di disavventure, sotterfugi, imprevisti, segreti. L’indagine che conduce in questo romanzo non è più per dovere, bensì per saldare un debito con un suo giovane amico che ha pagato con la vita la scelta di prendere parte attivamente alla vita politica del Paese.


Ciò non toglie che la sua vecchia vita bussi più e più volte alla sua porta, con sorprese sgradevoli e missioni pericolose, ma anche graditi ritorni e moderate soddisfazioni.


Nel romanzo ci sono anche delle ricette davvero interessanti… forse un po’ caloriche, ma di sicuro originali!



Non è tempo di morire


Mancano pochi giorni al Natale del 1969 e, nonostante a Firenze la corsa ai regali e la preparazione del Cenone proseguano con la consueta frenesia, per tanti italiani non sarà una festività felice… soprattutto non per Milano.


L’attentato del 12 dicembre, la bomba in Piazza Fontana, è un trauma ancora troppo recente per la popolazione meneghina. La banca è sbarrata, le indagini sono in corso, la morte di Giuseppe Pinelli ha gettato un’ombra sulla Questura.


Il Colonnello Arcieri, stanco di attentati, delitti e misteri, vorrebbe occuparsi di altro: ha appena aperto una trattoria insieme ai giovani amici della Comune che aveva conosciuto l’anno precedente e convive con Marie, la bigliettaia francese che ha accettato di vivere con lui in Italia.


Come sempre accade, però, la sua vecchia vita da “agente segreto” continua ad inseguirlo, anche quando egli tenta di fuggire. La sua amica nobile Serenella, detta Nelli, gli presenta una ragazza, Nicoletta, nipote di un’altra rispettabile signora, e gli chiede di aiutarla: ella, infatti, non crede che il padre, Antonio Arnai, sia morto nell’attentato milanese. A farle credere che l’uomo sia ancora vivo è stata una breve telefonata ricevuta da lui, nella quale egli si è limitato a dire “Ti voglio bene”. Nicoletta sostiene che la chiamata sia arrivata dopo le 16.37, l’ora dello scoppio della bomba, ma purtroppo non ne è certa e non può dimostrarlo.


Arcieri sulle prime tentenna, causando anche una reazione adirata da parte di Nicoletta ed un po’ di delusione nell’amica Nelli. Quando, però, il maresciallo Guerra, un uomo che lo ha molto aiutato nel corso dell’anno precedente, gli chiede di accompagnare a Milano Angela, una delle ragazze della Comune che è in guai seri, il viaggio prenatalizio diventa inevitabile… ma è tutt’altro che di piacere, purtroppo.


Tra aiutanti inaspettati e vecchie amiche in cerca di una mano, giovani scapestrati e vecchi misteri, il Colonnello cercherà di chiudere per sempre i conti con il suo passato.



Cari lettori, voi sapete che io cerco sempre di essere sincera con voi, ed è per questo motivo che non posso tacere le mie reali impressioni: questa lettura è stata un po’ intensa e sofferta per me, specie in alcuni capitoli… e non c’entrano lo stile di Gori, sempre piacevole, né la storia in sé, che è interessante tanto quanto altre inchieste del Colonnello. Il fatto è che l’attentato di Piazza Fontana mi tocca molto da vicino, dal momento che dei miei familiari ne sono stati testimoni: erano in quella zona il giorno dell’attentato e si sono anche recati in quella banca, non molto tempo prima dell’esplosione. Le pagine che descrivevano il luogo e parlavano delle vittime sono state un po’ dure per me.


In ogni caso, non posso che consigliarvi anche questo romanzo, che credo vi lascerà qualche domanda in sospeso, ma anche il desiderio di proseguire con la lettura delle storie di Arcieri.




...per ora salutiamo il Colonnello, ma è solo un arrivederci!

Voi che ne dite? Conoscete l’autore? Avete sentito parlare di questi romanzi?

Ne avete letto qualcuno tra quelli che vi ho consigliato nello scorso post?

Aspetto i vostri pareri!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


2 commenti :

  1. Non conosco né gli autori né i libri, ma sai che il genere mi stuzzica molto.
    È bello che tu abbia condiviso con noi le impressioni che hai provato leggendo le pagine sull'attentato ♥

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    1. Ciao Angela! Sono sempre contenta di potermi aprire con voi ❤ Spero che riuscirai a leggere qualche libro del colonnello, allora!

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