Il maestro del Quattrocento a Palazzo Reale
Cari
lettori,
nuovo
appuntamento per la rubrica “Consigli artistici”!
Oggi
vi presento la mostra di Palazzo Reale, a Milano, dedicata ad
Antonello da Messina, uno dei più importanti pittori del
Quattrocento italiano.
L’esposizione
non è purtroppo grande come altre che ho visto, un po’ perché i
quadri del maestro hanno grandissimo valore, un po’ perché alcune
di esse hanno subito delle notevoli sfortune. Ciò nonostante, si
tratta di una mostra importante, ben organizzata e da visitare...per
molti motivi!
Il
pittore e lo scopritore di tesori
Fin
dalla sala introduttiva della mostra è chiaro al visitatore che i
protagonisti sono due.
Il primo è ovviamente il maestro, Antonello
da Messina, dagli esordi alla costruzione di una sua bottega, dalle
opere locali all’invito a salire nel Nord Italia, fino alla morte
ed alla divisione dei beni tra la vedova, l’amatissima figliastra
Caterinella ed il figlio Jacobello, che ha ereditato la passione per
la pittura.
Il
secondo è Giovanni Battista Cavalcaselle, un critico d’arte e
storico italiano che è stato fondamentale nella riscoperta
dell’artista.
Antonello da Messina, infatti, era già citato nelle
Vite del Vasari, ma non nel dettaglio come altri artisti.
Cavalcaselle, invece, dedica interi quaderni all’analisi delle
opere del pittore: riproduce nel dettaglio alcune tele, ne analizza i
particolari, scrive delle osservazioni.
Il
suo lavoro ha permesso non solo di rendere noto l’operato del
maestro siciliano, ma anche di portare alla luce dei dipinti che nel
XIX secolo non erano ancora conosciuti. Inoltre, i suoi quaderni sono
purtroppo tutto ciò che rimane di alcune pale ed affreschi che sono
andati perduti all’inizio del XX secolo.
L’esposizione
presenta sia le tele del pittore che i corrispondenti quaderni del
Cavalcaselle, il che spiega perché il sottotitolo della mostra è
Dentro la pittura.
L’attenzione
per il ritratto e la figura umana
Le
prime due opere della mostra, San Girolamo nello studio e
Crocifissione, presentano già una certa attenzione per la
ritrattistica, ma mettono in luce anche altri elementi, come
l’interesse per la prospettiva e il realismo nel dipingere il
paesaggio.
Nel
caso di San Girolamo il santo e studioso è senza dubbio
protagonista della tela; egli, però, è inserito in un ambiente
chiuso, prospetticamente molto curato, completato da alcuni dettagli,
come degli animali dalla probabile valenza simbolica.
Crocifissione,
invece, ritrae con grande
attenzione al dettaglio Gesù morente, i due ladroni, la Madonna e
Maddalena. In secondo piano, però, c’è un curatissimo paesaggio
mediterraneo, ed Antonello si permette perfino di inserire il profilo
delle Eolie.
Man
mano che l’attività artistica di Antonello procede, egli decide di
concentrarsi esclusivamente sulla figura umana, lasciando perdere
tutto il resto ed invitando chi osserva i suoi quadri a concentrarsi
su alcuni particolari del viso. Egli si rivela un grande precursore
di Leonardo Da Vinci per quanto riguarda l’introspezione
psicologica e l’uso ironico di sguardo e di sorriso.
In
tal senso, colpisce un’opera conservata a Cefalù, nota come
Ritratto di uomo o
meglio Ritratto di ignoto marinaio,
una piccola tela che ritrae un volto maschile dallo sguardo intenso e
dal sorriso beffardo, sul quale molti critici si sono interrogati.
Pale
ed affreschi: ciò che è rimasto
Una
sala dell’esposizione mostra ciò che è rimasto di una grande Pala
Sacra, attualmente conservata presso gli Uffizi a Firenze. Il
soggetto tradizionale (la Madonna con il Bambino e dei Santi) è però
interpretato in modo magistrale, con una grande delicatezza nel
ritrarre i volti ed una notevole attenzione per i dettagli.
Purtroppo
non tutte le pale e gli affreschi di Antonello da Messina hanno avuto
la fortuna di sopravvivere e di diventare “resti sublimi”, così
come giustamente li definisce la mostra.
Per questo motivo una sala
della mostra è dedicata alla ricostruzione, tramite alcune
riproduzioni e gli immancabili quaderni del Cavalcaselle, di alcuni
affreschi dei quali purtroppo rimangono soltanto dei frammenti, come
la Pala di San Cassiano, l’Annunciazione di Siracusa ed il
Polittico di San Gregorio. Quest’ultimo, purtroppo, è andato di
fatto perduto nel corso del terremoto del decimo grado della Scala
Mercalli che nel 1908 ha praticamente raso al suolo Messina,
uccidendo migliaia di abitanti.
Le
icone perfette
Un’ultima
parte della mostra è dedicata ad alcune delle opere più celebri di
Antonello, alle tele che hanno reso il suo stile immediatamente
riconoscibile.
Una
di esse è l’Annunciata, una tela che ritrae la Madonna
nell’atto di ascoltare ciò che l’Angelo Gabriele desidera dirle:
lo sguardo è un misto di incredulità e determinazione, il pudico
velo azzurro fa risaltare l’intensità dello sguardo ed una delle
mani si ritrae, come se ella non si sentisse degna di quello che le
sta accadendo.
Un’altra
è Ecce Homo, un commovente ritratto di Gesù al palo della
flagellazione e coronato di spine, che colpisce il visitatore per il
suo sguardo disperato e rivolto a lui.
Gli occhi di Cristo, molto bui
e di un nero quasi liquido, sembrano rivolgersi alla folla che gli ha
preferito Barabba, mostrando la rassegnazione per quello che sta per
accadere e svelando così la fragilità di un Dio che si è fatto
davvero uomo.
La
mostra rimarrà a Palazzo Reale fino a domenica 2 giugno, quindi avete ancora un mesetto a disposizione!
Come
avrete notato, anche se con un po’ di fatica (per quanto riguarda
l’Annunciata c’è stata una lunga trattativa con la
Regione Sicilia), la mostra è riuscita a radunare delle opere
importantissime dell’artista.
Avete
visitato la mostra?
Avete visto delle opere di Antonello da Messina
in altri luoghi ed altre occasioni?
Vi ho incuriosito?
Aspetto,
come sempre, un vostro parere.
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, tu con la tua grande cultura ci stai insegnando tanto!!!
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Sono sempre felice che voi apprezziate questi miei post. Buona serata anche a te :-)
EliminaMi piacerebbe molto visitarla, ma purtroppo è troppo lontana da dove vivo.
RispondiEliminaCiao! Ti capisco...anche io purtroppo ogni tanto vengo a sapere di mostre interessanti ma molto lontane da me! Spero che anche dove abiti tu ci sia qualcosa di apprezzabile :-)
EliminaAvendo frequentato il Liceo Artistico ho studiato Antonello da Messina, ma alcune opere non le conoscevo affatto, come ad esempio l'Ecce Homo. Quindi grazie per il resoconto e per la segnalazione della mostra!😘
RispondiEliminaCiao Vanessa! Anche io sono stata contenta di saperne di più :-)
EliminaGrazie mille per la notizia Silvia! 😍😍
RispondiEliminaPrego Diletta! :-)
EliminaUna mostra davvero bella e sicuramente merita di essere vista! Sarebbe bello <3 che quadri stupendi, resterei incantata a guardarli dal vivo!
RispondiEliminaGrazie per condividere con noi questi momenti culturali :))
Buona giornata!!
Ciao Angela! In effetti davanti ad alcune tele c'era una vera e propria folla di persone incantate :-) Buona giornata anche a te!
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