Davide Lorenzo Palla torna al Carcano con Shakespeare
Cari
lettori,
nuovo
appuntamento con la rubrica “Consigli teatrali”!
Lo
spettacolo di cui vi parlo oggi, Riccardo III, mi ha
emozionato davvero tanto, ed è con vero piacere che oggi ve lo
racconto.
Esso
conclude la trilogia shakespeariana di Davide Lorenzo Palla, un
giovane attore specializzato in monologhi e nell’uso caratteristico
della voce. Dopo Otello, che sfortunatamente non sono riuscita
a vedere, ed Il mercante di Venezia, del quale vi ho parlato l’anno
scorso, questa volta egli interpreta uno dei re più malvagi e temuti
della storia dell’Inghilterra.
Come
negli altri due casi, l’attore è solo sul palco, con l’unica
eccezione del musicista che lo accompagna.
Ecco
tutto quello che mi ha colpito di questa storia!
Com’è
giusto che sia quando si parla di Shakespeare, siamo al Globe
Theatre, ma, contrariamente a quello che lo spettatore potrebbe
pensare, non abbiamo fatto un salto indietro nel tempo.
Ci
troviamo, infatti, nel 3300, in un’era post-apocalittica, dopo che
il mondo come noi ora lo conosciamo si è distrutto e riformato
molteplici volte.
In
questo contesto di violenza e spaesamento, la storia che viene
raccontata sempre più spesso è quella di Riccardo III, il mostro
deforme assetato di sangue.
Questa
scelta si rispecchia anche nella scenografia: dietro all’unico
attore, infatti, c’è una struttura di ferro fatta da pali,
scalette, piccoli palchi. Su uno di questi ultimi si trova la
postazione del musicista.
Lo
sfondo è un telo bianco che, grazie all’illuminazione colorata,
conferisce di volta in volta un’atmosfera differente alla
narrazione.
Siamo
in Inghilterra, nel tardo Medioevo, e la Guerra delle Due Rose,
ovvero il conflitto di successione tra le due fazioni nobiliari
inglesi degli York e dei Lancaster, pur essendo ancora in corso, vive
una momentanea tregua, grazie al trionfo degli York.
Il
protagonista di quella che è forse la tragedia storica
shakespeariana più famosa è Riccardo, ultimo di quattro fratelli
York: il primo è morto insieme al padre nel corso di una battaglia
contro i Lancaster, il secondo è diventato Re Edoardo IV, il terzo,
Giorgio, trama nell’ombra per spodestarlo.
Riccardo
è il più piccolo, il meno popolare e di gran lunga il meno
affascinante d’aspetto. Nessuno, nemmeno i suoi familiari, gli ha
mai rivolto un gesto gentile, e ben presto la sua sofferenza per
essere costantemente rifiutato e messo da parte si è tramutata in un
odio cieco nei confronti di chiunque, unita al desiderio di
comandare.
Egli
trama nell’ombra e, a poco a poco, inizia ad avvicinarsi sempre più
alla corona: sposa Lady Anna, la figlia di Lord Neville, un ambizioso
nobile denominato da tutti “il creatore di re”; non fa nulla per
impedire che Edoardo mandi a morte il fratello traditore Giorgio;
attende pazientemente che la malattia abbia la meglio sul re.
Nel
momento in cui l’Inghilterra resta senza sovrano, egli approfitta della
debolezza della classe nobiliare, fiaccata da anni di conflitto, e
sale al trono, non senza compiere efferati delitti.
Egli, infatti, si serve dell’infido Lord Buckingham, fa uccidere nel mezzo di una riunione l’influente Lord Hastings (che gli era avverso) e soprattutto fa rinchiudere nella torre del palazzo reale i suoi nipoti di sesso maschile, che purtroppo non usciranno mai più dalla loro prigione, perché verranno eliminati dalle sue guardie.
Egli, infatti, si serve dell’infido Lord Buckingham, fa uccidere nel mezzo di una riunione l’influente Lord Hastings (che gli era avverso) e soprattutto fa rinchiudere nella torre del palazzo reale i suoi nipoti di sesso maschile, che purtroppo non usciranno mai più dalla loro prigione, perché verranno eliminati dalle sue guardie.
Il
regno di Riccardo III non è però destinato a durare a lungo, a
causa della sua insaziabile sete di potere. Un importante nobile
inglese, Lord Richmond, raduna infatti un esercito all’interno del
quale c’è anche il futuro re Enrico VII Tudor.
Riccardo
sottovaluta l’esercito nemico, si batte con foga, offre il suo
regno per un cavallo, ma finisce per andare incontro alla
sconfitta ed alla morte.
La
narrazione ed il coinvolgimento del pubblico
La
formula dello spettacolo è la stessa già sperimentata con successo
per Otello e Il mercante di Venezia: Davide Lorenzo
Palla è il vero ed unico mattatore della scena.
Egli dà vita a tutti i cinque atti shakespeariani della tragedia, fornendo corpo e voce ad ogni singolo personaggio.
Egli dà vita a tutti i cinque atti shakespeariani della tragedia, fornendo corpo e voce ad ogni singolo personaggio.
I
momenti di forte intensità drammatica, come gli atroci delitti
commessi da Riccardo nei confronti dei familiari, si alternano ad
intermezzi quasi comici, come il surreale incontro tra Lancaster e
York fortemente voluto da re Edoardo.
Particolarmente
interessante la scena dell’uccisione di Lord Hastings, che sembra
quasi tratta da un film thriller.
Inoltre,
un’altra importante caratteristica di questo spettacolo è la
scelta tipicamente shakespeariana di coinvolgere il pubblico. Ai
tempi del Bardo, infatti, gli spettatori erano tutt’altro che
tranquilli sugli spalti: mangiavano, bevevano, insultavano i
personaggi in scena o si complimentavano con essi.
Davide
Lorenzo Palla immagina che anche i frequentatori del Globe Theatre
del 3300 si comportino così, e per questo motivo incoraggia noi
spettatori ora ad applaudire Riccardo III, ora a creare brusio
all’interno della sala, ora ad incitare il re con cori da stadio.
Personalmente ho trovato davvero divertenti questi momenti dello spettacolo, che costituiscono un perfetto esempio di come il teatro non sia assolutamente una sorta di “lezione frontale”, ma sia invece basato su un legame molto stretto tra attori in scena e spettatori in sala.
Personalmente ho trovato davvero divertenti questi momenti dello spettacolo, che costituiscono un perfetto esempio di come il teatro non sia assolutamente una sorta di “lezione frontale”, ma sia invece basato su un legame molto stretto tra attori in scena e spettatori in sala.
La
grande rabbia e la sete di sangue di Riccardo III hanno avuto inizio
dal fatto che egli sia stato sempre rifiutato da una delle persone
che avrebbero dovuto essergli più vicine: Lady York, sua madre.
Ella, infatti, non gli ha mai “perdonato” di essere nato brutto e deforme, non ha occhi che per il suo affascinante fratello Giorgio e non perde occasione per rivolgersi a lui con parole di rabbia.
Ella, infatti, non gli ha mai “perdonato” di essere nato brutto e deforme, non ha occhi che per il suo affascinante fratello Giorgio e non perde occasione per rivolgersi a lui con parole di rabbia.
È
proprio il fantasma della madre a perseguitarlo ogni volta che egli
uccide qualcuno per la sua sete di potere, fino all’ultima
comparizione, nel momento in cui egli comprende che la battaglia che
sta combattendo gli sarà letale.
È
come se l’avversità della donna, che inizialmente è del tutto
ingiustificata, avesse piantato una sorta di seme d’odio nel cuore
di Riccardo, che cresce sbeffeggiato dalle donne ed isolato dai
fratelli.
Secondo alcune interpretazioni storiche, egli era inizialmente piuttosto succube del fratello Edoardo, che ammirava molto, e la sua avversità nei confronti del re era nata quando quest’ultimo aveva mandato a morte il loro fratello Giorgio (mentre nella tragedia shakespeariana egli si compiace di avere un rivale in meno).
Secondo alcune interpretazioni storiche, egli era inizialmente piuttosto succube del fratello Edoardo, che ammirava molto, e la sua avversità nei confronti del re era nata quando quest’ultimo aveva mandato a morte il loro fratello Giorgio (mentre nella tragedia shakespeariana egli si compiace di avere un rivale in meno).
Incerta
è anche la morte di Lady Anna, moglie del re. Nel corso della
tragedia shakespeariana ella viene uccisa brutalmente insieme ai
nipoti di Riccardo.
Un’altra
versione storica la vuole morta per cause naturali, ma più
probabilmente per avvelenamento, in quanto pare che ella avesse
scoperto la relazione tra il re ed una delle sue nipoti.
Al
di là delle differenti interpretazioni, però, è evidente che il
seme d’odio germogliato nel cuore di Riccardo ha portato dolore e
disperazione nel cuore di molte persone, ed è proprio questo il
pericolo che corre ognuno di noi ogni giorno.
Finché
si ha paura dell’altro, ci si guarda con sospetto, si è disposti a
fare qualsiasi cosa pur di mantenere i propri privilegi individuali,
ci sarà sempre un Riccardo III tra di noi, pronto a gridare Il
mio regno per un cavallo ed a fare nascere in noi un seme di
odio. Il sanguinario sovrano diventa così uno specchio negativo
guardando il quale ognuno di noi può correggersi.
Purtroppo
lo spettacolo è rimasto al Teatro Carcano di Milano solo quattro
giorni, dall’8 all’11 di novembre!
Davide
Lorenzo Palla è però sempre in giro con la sua Tournée da bar e
non è escluso che possiate incontrare lui e la sua compagnia in
altri teatri della città ed in altri luoghi d’Italia.
Le
teorie storiche riguardanti Riccardo III sono tratte dagli
appassionanti romanzi di Philippa Gregory, scrittrice e nota storica,
alla quale sarò sempre grata per avermi fatto scoprire una parte di
storia incredibilmente affascinante (a questo link la recensione
della saga dedicata alla guerra delle Due Rose).
Conoscete
autore e spettacolo?
Avete
visto rappresentata qualche altra opera di Shakespeare?
Spero
tanto di avervi incuriosito, sia perché la storia raccontata mi
appassiona, sia perché lo spettacolo mi ha davvero emozionato.
Fatemi
sapere che ne pensate!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Però. Hai capito che tipetto questo Riccardo terzo?
RispondiEliminaIo conosco un altro che porta il suo nome, ma che è decisamente più mite.
Scommettiamo che la indovini con una? ;)
Buon inizio di settimana.
Baci.
Ciao Claudia! Ti riferisci ad un tuo figlio/nipotino...o al Riccardo che ha commentato qui sotto?
EliminaBuona settimana anche a te!
Il figlio è solo uno e si chiama Lorenzo.
EliminaMi riferivo a quello qui sotto che fa il finto tonto.. 😜
ahhaha, il mio regno per una maglia da calcio!
EliminaAhah, allora ci avevo azzeccato!
EliminaDa come lo descrivi, Silvia, deve essere stato uno spettacolo davvero bello e l'attore è decisamente un bravissimo attore, se sul palco è da solo. La storia è avvincente e fa riflettere su come l'odio, come l'amore, se coltivato produce "molto frutto", anche se negativo. Grazie per questo post che mi fa vivere l'atmosfera del teatro che amo ma che per vari motivi frequento poco.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Hai ragione, l'attore è bravissimo e dai social sembra anche una persona molto alla mano.
Eliminaè vero, Riccardo III è proprio uno dei simboli della Guerra delle Due Rose, il seme dell'odio e del desiderio di potere!
Io fortunatamente posso usufruire di qualche promozione per insegnanti per via delle varie supplenze che ho fatto, ma immagino che andare regolarmente a teatro non sia sempre facile!
Non conosco questo attore ed è stato interessante farlo attraverso il tuo post.
RispondiEliminaMi piace l'idea di ambientare la tragedia in un'epoca post apocalittico. L'odio comunque è un facile e pericoloso rifugio.
Ciao Riccardo! Anche a me piace la cornice "futuristica", è molto originale. L'odio è pericoloso per gli altri e per se stessi, perché torna indietro come un boomerang e moltiplicato per cento...
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