Un luogo incantevole nel cuore di Milano
Cari
lettori,
dopo
un po’ di tempo, oggi dedico un nuovo post alla rubrica “Eventi
culturali” e vi racconto la mia recentissima visita ad una delle
ville più belle di Milano, la Necchi-Campiglio. Essa è da circa
dieci anni un luogo protetto dal FAI (Fondo per l’Ambiente
italiano) ed è possibile prendere parte a una delle tante visite
guidate che i volontari propongono durante l’arco della giornata.
Sono
rimasta molto colpita dalla storia di questa famiglia e dalla
bellezza degli arredi e delle opere d’arte di questa magnifica
villa, e per questo motivo ho deciso di parlarvene!
La
storia della famiglia e della Villa Necchi – Campiglio
La
villa si trova vicino al centro di Milano, a poca distanza dai
giardini pubblici di Palestro e dalla villa di Via Invernizzi con il
giardino che ospita i fenicotteri rosa (i milanesi sapranno di che
cosa parlo...per i non milanesi: non è uno scherzo!).
Si
tratta di una grande villa con un giardino, con una piscina che è
stata da poco ristrutturata e con un ex campo da tennis al posto del
quale è stata costruita una struttura in acciaio e cristallo
perfettamente affittabile per convegni, eventi e feste private.
Essa
è appartenuta alle due sorelle Necchi, Nedda e Gigina, ed al marito
della seconda, il dott. Angelo Campiglio, medico che non ha mai
esercitato perché è entrato nell’azienda della moglie. Le due
donne e loro fratello, infatti, erano titolari delle storiche
fonderie Necchi e delle aziende che hanno prodotto le famose macchine
da cucire di cui moltissimi italiani hanno fatto uso nel XX secolo.
La
villa è stata progettata e costruita negli anni ‘30, ma i tre,
all’inizio, hanno potuto viverci solo per un breve periodo. Nel
corso della Seconda Guerra Mondiale, infatti, essi si sono rifugiati
vicino a Varese, mentre la villa è diventata l’abitazione prima di
gerarchi fascisti, poi di alcuni alleati inglesi ed americani ed
infine dell’ambasciatore olandese.
Dopo
il ‘45 i tre sono tornati e vi sono rimasti per moltissimi anni, in
compagnia della loro numerosa servitù e dei loro amici altolocati.
Angelo e Gigina non hanno avuto figli e Nedda non si è mai sposata,
restando sempre vicina alla sorella ed al cognato.
La
loro vita è stata lunga: Angelo e Nedda sono morti a 94 anni, Gigina
a 100, nel 2001.
Le due sorelle, da anziane, erano diventate amiche
della fondatrice del FAI e già alla fine degli anni ‘90 avevano
espresso la loro intenzione di lasciare la villa all’Associazione.
Dopo il 2001 la villa ha subito un lungo processo di restaurazione e
sistemazione, e dal 2008 è visitabile per tutti.
Due
architetti, due modi di vivere la villa
Le
stanze della villa sono suddivise su tre piani, ben collegate sia
dalle scale che da un ascensore molto essenziale, coperto da una
porta in legno.
A
piano terra ci sono sala da pranzo, biblioteca, angolo caminetto,
svariati salotti, una bella veranda ed uno spazio per la servitù. Al
primo piano ci sono le camere da letto, i guardaroba, gli spazi per
gli ospiti e le stanze della governante. Al secondo, infine, c’erano
gli alloggi della servitù.
Inizialmente
la villa è stata progettata ed arredata da Piero Portaluppi, un
architetto al quale piacevano molto la modernità e l’essenzialità
degli arredi del ‘900.
Grazie
a lui la casa è dotata di porte a scomparsa, tappezzerie chic,
coperture per i caloriferi in metallo ed altri elementi innovativi.
In
seguito, parte dell’abitazione è stata rimaneggiata da Tomaso
Buzzi, architetto ed arredatore dal gusto più tradizionale, che ha
donato alla casa un’impronta piuttosto barocca, tra salotti
settecenteschi, imponenti costruzioni in marmo e lampadari sorretti
da statue.
Il
risultato della coesistenza di questi due diverse tipologie di
arredamento rischiava di essere un pasticcio senza pari, ma l’insieme
è, al contrario, molto armonioso.
Le
opere d’arte
La
villa è impreziosita da due collezioni d’arte e da uno spazio per
mostre temporanee.
Nel
momento in cui il FAI ha iniziato a ristrutturare questa villa,
infatti, chi vi lavorava si è reso conto che le opere d’arte erano
state cedute ad amici di famiglia e ad altre fondazioni, e che le
pareti risultavano così piuttosto spoglie.
La
collezionista Claudia Gian Ferrari ha così deciso di donare al FAI
45 opere tra dipinti e sculture. Tra di esse ci sono moltissimi nomi
di rilievo: Carrà, Sironi, De Chirico, De Pisis, Morandi…
La
loro presenza ha trasformato la villa in una sorta di originale
museo.
Uno
dei due spazi per gli ospiti del primo piano ospita invece la
collezione che apparteneva ad un giovane broker italiano, morto a
soli quarant’anni dopo una breve vita dedicata al lavoro ed alla
passione per l’arte. Da pochissimi anni la vedova ha deciso di
donare al FAI la collezione di disegni su carta che egli aveva
acquistato.
Si
tratta, in buona parte, di disegni di Modigliani, Matisse e Picasso,
anche se questi ultimi sono in realtà delle copie.
Il
secondo piano, infine, è stato completamente trasformato ed
attrezzato per l’allestimento di mostre temporanee. Quella che c’è
adesso si intitola “Case milanesi” ed illustra la storia di
alcuni palazzi di Milano ritenuti innovativi dal punto di vista
architettonico, che sono stati costruiti tra il 1923 ed il 1973.
La
moda del tempo
Un
ultimo aspetto che, a mio parere, può colpire il visitatore è il
fatto che alcuni degli armadi del guardaroba siano stati lasciati
appositamente aperti.
Si
possono così vedere valigie di Gucci vecchie di quasi un secolo,
cappellini in stile anni ‘20, pellicce con collo di visone ai quali
la moda animalier di quest’anno sembra ispirarsi, borsette in
pelle, maglioncini in colori pastello e molto altro ancora.
Con
l’aggiunta di questo dettaglio, il viaggio in un’altra epoca
giunge a compimento.
Sono
stata veramente felice di poter visitare questa villa.
Spero
di aver dato un buon consiglio soprattutto a quanti tra voi abitano
più o meno nella mia zona, ed anche ai non lombardi, anche se so che
una grande città come Milano offre fin troppe attrattive se si hanno
solo pochi giorni a disposizione.
Voi
l’avete vista? Avete qualche altro sito FAI da segnalarmi?
Aspetto
un vostro parere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Ciao Silvia! Innanzitutto ti ringrazio perché non conoscevo questa villa ma sembra veramente bella, la aggiungo subito alla lista di quelle da visitare. Per quanto riguarda i consigli, non so se faccia parte di qualche sito FAI ma a me piacerebbe molto visitare Villa Bolasco, in provincia di Treviso. Nella top 5 di quelle che ho visitato c'è invece sicuramente il Vittoriale degli Italiani di d'Annunzio: se non ci sei mai stata te lo consiglio spassionatamente!
RispondiEliminaCiao Ilaria! Adoro il Vittoriale, ci sono stata due volte e sinceramente tornerei anche domani, è troppo bello :-)
EliminaNon conosco, invece, la villa di Treviso che hai nominato!
Ciao Silvia, conosco la villa di nome, non sapevo fosse così bella, la terrò in considerazione per una delle mie prossime visite a Milano! In quella zona ti consiglio molto la casa-museo "Bagatti Valsecchi" :-) Io di solito visito i luoghi FAI durante le giornate di primavera: ho visto l'archivio dell'antico ospedale alla Statale di Milano e la sala reale della stazione centrale, due luoghi molto interessanti!
RispondiEliminaCiao! Ho visto anche io la sala reale della stazione, davvero interessante! :-)
EliminaGli altri due luoghi, invece, mi mancano! Grazie per la segnalazione!
Una villa davvero bella, di una bellezza antica e raffinata. Da vedere, indubbiamente. Grazie Silvia e serena continuazione di giornata.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Anche per me è stata una bella sorpresa! Buona serata :-)
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