venerdì 2 novembre 2018

VISITA ALLA VILLA NECCHI - CAMPIGLIO

Un luogo incantevole nel cuore di Milano




Cari lettori,
dopo un po’ di tempo, oggi dedico un nuovo post alla rubrica “Eventi culturali” e vi racconto la mia recentissima visita ad una delle ville più belle di Milano, la Necchi-Campiglio. Essa è da circa dieci anni un luogo protetto dal FAI (Fondo per l’Ambiente italiano) ed è possibile prendere parte a una delle tante visite guidate che i volontari propongono durante l’arco della giornata.


Sono rimasta molto colpita dalla storia di questa famiglia e dalla bellezza degli arredi e delle opere d’arte di questa magnifica villa, e per questo motivo ho deciso di parlarvene!



La storia della famiglia e della Villa Necchi – Campiglio



La villa si trova vicino al centro di Milano, a poca distanza dai giardini pubblici di Palestro e dalla villa di Via Invernizzi con il giardino che ospita i fenicotteri rosa (i milanesi sapranno di che cosa parlo...per i non milanesi: non è uno scherzo!).


Si tratta di una grande villa con un giardino, con una piscina che è stata da poco ristrutturata e con un ex campo da tennis al posto del quale è stata costruita una struttura in acciaio e cristallo perfettamente affittabile per convegni, eventi e feste private.

Essa è appartenuta alle due sorelle Necchi, Nedda e Gigina, ed al marito della seconda, il dott. Angelo Campiglio, medico che non ha mai esercitato perché è entrato nell’azienda della moglie. Le due donne e loro fratello, infatti, erano titolari delle storiche fonderie Necchi e delle aziende che hanno prodotto le famose macchine da cucire di cui moltissimi italiani hanno fatto uso nel XX secolo.




La villa è stata progettata e costruita negli anni ‘30, ma i tre, all’inizio, hanno potuto viverci solo per un breve periodo. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, infatti, essi si sono rifugiati vicino a Varese, mentre la villa è diventata l’abitazione prima di gerarchi fascisti, poi di alcuni alleati inglesi ed americani ed infine dell’ambasciatore olandese.


Dopo il ‘45 i tre sono tornati e vi sono rimasti per moltissimi anni, in compagnia della loro numerosa servitù e dei loro amici altolocati. Angelo e Gigina non hanno avuto figli e Nedda non si è mai sposata, restando sempre vicina alla sorella ed al cognato.

La loro vita è stata lunga: Angelo e Nedda sono morti a 94 anni, Gigina a 100, nel 2001.

Le due sorelle, da anziane, erano diventate amiche della fondatrice del FAI e già alla fine degli anni ‘90 avevano espresso la loro intenzione di lasciare la villa all’Associazione. Dopo il 2001 la villa ha subito un lungo processo di restaurazione e sistemazione, e dal 2008 è visitabile per tutti.



Due architetti, due modi di vivere la villa



Le stanze della villa sono suddivise su tre piani, ben collegate sia dalle scale che da un ascensore molto essenziale, coperto da una porta in legno.
A piano terra ci sono sala da pranzo, biblioteca, angolo caminetto, svariati salotti, una bella veranda ed uno spazio per la servitù. Al primo piano ci sono le camere da letto, i guardaroba, gli spazi per gli ospiti e le stanze della governante. Al secondo, infine, c’erano gli alloggi della servitù.


Inizialmente la villa è stata progettata ed arredata da Piero Portaluppi, un architetto al quale piacevano molto la modernità e l’essenzialità degli arredi del ‘900.
Grazie a lui la casa è dotata di porte a scomparsa, tappezzerie chic, coperture per i caloriferi in metallo ed altri elementi innovativi.




In seguito, parte dell’abitazione è stata rimaneggiata da Tomaso Buzzi, architetto ed arredatore dal gusto più tradizionale, che ha donato alla casa un’impronta piuttosto barocca, tra salotti settecenteschi, imponenti costruzioni in marmo e lampadari sorretti da statue.

Il risultato della coesistenza di questi due diverse tipologie di arredamento rischiava di essere un pasticcio senza pari, ma l’insieme è, al contrario, molto armonioso.



Le opere d’arte



La villa è impreziosita da due collezioni d’arte e da uno spazio per mostre temporanee.


Nel momento in cui il FAI ha iniziato a ristrutturare questa villa, infatti, chi vi lavorava si è reso conto che le opere d’arte erano state cedute ad amici di famiglia e ad altre fondazioni, e che le pareti risultavano così piuttosto spoglie.

La collezionista Claudia Gian Ferrari ha così deciso di donare al FAI 45 opere tra dipinti e sculture. Tra di esse ci sono moltissimi nomi di rilievo: Carrà, Sironi, De Chirico, De Pisis, Morandi…
La loro presenza ha trasformato la villa in una sorta di originale museo.


Uno dei due spazi per gli ospiti del primo piano ospita invece la collezione che apparteneva ad un giovane broker italiano, morto a soli quarant’anni dopo una breve vita dedicata al lavoro ed alla passione per l’arte. Da pochissimi anni la vedova ha deciso di donare al FAI la collezione di disegni su carta che egli aveva acquistato.
Si tratta, in buona parte, di disegni di Modigliani, Matisse e Picasso, anche se questi ultimi sono in realtà delle copie.


Il secondo piano, infine, è stato completamente trasformato ed attrezzato per l’allestimento di mostre temporanee. Quella che c’è adesso si intitola “Case milanesi” ed illustra la storia di alcuni palazzi di Milano ritenuti innovativi dal punto di vista architettonico, che sono stati costruiti tra il 1923 ed il 1973.



La moda del tempo


Un ultimo aspetto che, a mio parere, può colpire il visitatore è il fatto che alcuni degli armadi del guardaroba siano stati lasciati appositamente aperti.
Si possono così vedere valigie di Gucci vecchie di quasi un secolo, cappellini in stile anni ‘20, pellicce con collo di visone ai quali la moda animalier di quest’anno sembra ispirarsi, borsette in pelle, maglioncini in colori pastello e molto altro ancora.
Con l’aggiunta di questo dettaglio, il viaggio in un’altra epoca giunge a compimento.




Sono stata veramente felice di poter visitare questa villa.
Spero di aver dato un buon consiglio soprattutto a quanti tra voi abitano più o meno nella mia zona, ed anche ai non lombardi, anche se so che una grande città come Milano offre fin troppe attrattive se si hanno solo pochi giorni a disposizione.

Voi l’avete vista? Avete qualche altro sito FAI da segnalarmi?
Aspetto un vostro parere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

6 commenti :

  1. Ciao Silvia! Innanzitutto ti ringrazio perché non conoscevo questa villa ma sembra veramente bella, la aggiungo subito alla lista di quelle da visitare. Per quanto riguarda i consigli, non so se faccia parte di qualche sito FAI ma a me piacerebbe molto visitare Villa Bolasco, in provincia di Treviso. Nella top 5 di quelle che ho visitato c'è invece sicuramente il Vittoriale degli Italiani di d'Annunzio: se non ci sei mai stata te lo consiglio spassionatamente!

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    1. Ciao Ilaria! Adoro il Vittoriale, ci sono stata due volte e sinceramente tornerei anche domani, è troppo bello :-)
      Non conosco, invece, la villa di Treviso che hai nominato!

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  2. Ciao Silvia, conosco la villa di nome, non sapevo fosse così bella, la terrò in considerazione per una delle mie prossime visite a Milano! In quella zona ti consiglio molto la casa-museo "Bagatti Valsecchi" :-) Io di solito visito i luoghi FAI durante le giornate di primavera: ho visto l'archivio dell'antico ospedale alla Statale di Milano e la sala reale della stazione centrale, due luoghi molto interessanti!

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    1. Ciao! Ho visto anche io la sala reale della stazione, davvero interessante! :-)
      Gli altri due luoghi, invece, mi mancano! Grazie per la segnalazione!

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  3. Una villa davvero bella, di una bellezza antica e raffinata. Da vedere, indubbiamente. Grazie Silvia e serena continuazione di giornata.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa! Anche per me è stata una bella sorpresa! Buona serata :-)

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