Il dramma di Amélie Nothomb in scena al Teatro Elfo Puccini
Cari
lettori,
terzo
appuntamento con i “Consigli teatrali” del mese di novembre!
Ogni
anno il periodo autunnale uno dei più ricchi per le stagioni di
prosa dei vari teatri, ed il 2018 non ha fatto eccezione.
Oggi
vi racconto nei dettagli uno spettacolo che ho visto la scorsa
settimana al Teatro Elfo Puccini di Milano, e che mi ha molto colpito
per la sua drammaticità ed il suo significato profondo: Libri da
ardere.
Si
tratta dell’unico testo teatrale di Amélie Nothomb, un’autrice
contemporanea che ha scritto molti romanzi di successo, dai quali
sono stati tratti film e spettacoli.
Esso
è già stato portato in scena dalla regista Cristina Crippa nel 2006
ed è stato nuovamente presentato quest’autunno per una replica con
due nuovi giovani attori, Angelo Di Genio e Carolina Cametti, che
hanno affiancato il protagonista Elio De Capitani.
Ecco
tutto quello che ho apprezzato di questo spettacolo!
La
guerra, il freddo e una disperata necessità
La
storia raccontata non ha un’ambientazione geografica precisa, ma i
vaghi riferimenti ad un generico Occidente, che viene visto come
qualcosa di lontano e difficilmente raggiungibile, fanno pensare ad
un paese dell’Europa dell’Est.
Ciò
che è certo è che questa nazione è già al suo secondo inverno di
guerra: dei non meglio identificati “barbari” stanno devastando
la città, bombardando i pochi depositi alimentari che ancora
contengono qualcosa, distruggendo tutti i simboli di civiltà che
sono rimasti.
Un
professore universitario, docente di letteratura, è ormai da tempo
rifugiato a casa sua insieme al suo assistente Daniel. Egli va sempre
meno in Università per via dei continui bombardamenti, mentre il suo
vice la frequenta esclusivamente perché essa è riscaldata e perché
lì può incontrare una studentessa che è la sua fiamma del momento,
Marina.
È
proprio lei, un giorno, a passare a casa del professore ed a fargli
notare, scherzosamente ma non troppo, che con quel terribile freddo
tutti i romanzi della sua biblioteca creerebbero una bella fiammata.
La proposta viene accolta con ilarità e sdegno: c’è ancora
qualche mobile da bruciare, dar fuoco ai libri è impensabile, se si
ha davvero freddo ci si può riscaldare in Università.
Non
sono passate che poche ore da questa discussione quando un terribile
bombardamento rade al suolo completamente la città universitaria.
Marina, che ha perduto il suo piccolo appartamento all’interno del
campus, viene accolta dai due uomini in quella casa che ormai è
diventata un rifugio di guerra.
È
allora che il problema del freddo inizia a dominare la scena e ad
annullare ogni capacità razionale dei tre protagonisti: i luoghi
istituzionali riscaldati sono stati distrutti, i mobili da bruciare
sono finiti e la proposta di Marina sembra l’unica via di scampo…
La
perdita dei libri e di ogni punto di riferimento
Man
mano che i tre protagonisti bruciano i volumi dell’immensa
biblioteca del professore, essi si rendono conto che si tratta di un
sollievo temporaneo, destinato a durare sempre meno ed a dare meno
conforto ogni giorno che passa.
In
compenso, tutti e tre sentono affiorare dentro di loro degli impulsi
primordiali ed autodistruttivi che li rendono, scena dopo scena, più
simili a delle bestie che a degli uomini.
Marina,
una ragazza dall’aspetto spregiudicato e seducente, rivela agli
spettatori la propria fragilità ed insicurezza: per lei, infatti,
“l’inferno è il freddo”, e senza un po’ di calore non riesce
più a ragionare. Dentro di lei inizia a germogliare un pensiero
suicida e, ora dopo ora, ella si fa più certa che, quando sarà
bruciato l’ultimo libro, ella farà una passeggiata in città, alla
ricerca della pallottola del cecchino che porrà fine alla sua
esistenza.
Daniel,
apparentemente cinico e disincantato, così ironico nelle sue
dissertazioni con il professore, rivela la sua paura più grande:
quella di perdere la donna amata.
Durante
l’estate appena trascorsa, infatti, egli ha perduto la sua ex
amante, Sonia, sotto un bombardamento, e vive nel terrore che possa
succedere qualcosa a Marina. Egli, inoltre, si sente costantemente in
posizione subordinata rispetto al professore, ed impazzisce nel
rendersi conto che quest’ultimo inizia a nutrire un interesse nei
confronti della sua ragazza.
L’uomo,
infatti, nel vedere a poco a poco la sua preziosa collezione che
brucia, perde completamente il senno e, da ironico e brillante,
inizia a trasformarsi in una persona violenta e pericolosa, e si
sfoga con le uniche due persone che interagiscono con lui, ovvero con
i suoi coinquilini fortuiti.
L’ultimo
libro e la sua importanza
Molti
romanzi vengono bruciati nella stufetta del professore, ma egli si
rifiuta categoricamente di darne alle fiamme uno, Il ballo
dell’osservatorio.
Conoscendo
il personaggio, lo spettatore potrebbe pensare ad un’opera
importante per i suoi studi, oggetto di qualche tesi… invece non è
nulla di tutto questo. Si tratta semplicemente di una storia d’amore
fra adolescenti, piuttosto banale ed intrisa di cliché, che però il
professore non può fare a meno di leggere e rileggere, e che piace
molto anche a Marina.
Ai
tre protagonisti, inaspettatamente, piange il cuore all’idea di
buttare nella stufa una storia che prima della guerra, del freddo e
della disperazione era stata semplicemente catalogata come brutta
letteratura.
In quel momento, quel libricino di narrativa diventa un
simbolo di tutto ciò che i tre hanno perduto: la leggerezza, la
capacità di amare, la voglia di raccontare e di stupirsi di fronte
ad una storia.
Come
fare a meno di tutto questo?
Il
messaggio finale
Come
ha giustamente sottolineato l’attore protagonista alla fine della
rappresentazione, la visione di questo spettacolo è più che mai
necessaria ai nostri giorni, in un momento storico in cui troppe
persone tentano di sminuire l’importanza della lettura, della
cultura e dell’istruzione.
Alcune
discipline, come le mie amate Lettere, sono ormai denigrate da tempo
perché non dant panem, ma negli ultimi anni ho l’impressione
che anche altri campi del sapere vengano attaccati pesantemente, come la scienza, la medicina, la legge...
Questo
spettacolo mette in luce, in modo forse un po’ spietato, che cosa
effettivamente accade all’essere umano, anche al più colto ed
istruito, quando è costretto a rinunciare al sapere. Per non perdere
la propria umanità e non diventare simili a bestie occorre
dunque far tesoro di ogni singolo libro, anche di quelli che io
stessa inserirei tra gli "sconsigli libreschi" e che ironicamente tanti
definiscono “da lanciare nel caminetto”.
Come
fa notare lo scrittore James Patterson, Che cosa siamo, noi, se
non le nostre storie?
Lo
spettacolo è rimasto al Teatro Elfo Puccini di Milano fino al 21
novembre, ed io stessa, purtroppo, sono riuscita a vedere soltanto
una delle ultime repliche.
Visto
il successo, tuttavia, non è escluso che esso venga replicato…
magari in altre città d’Italia, visto che gli attori, alla fine
della rappresentazione, hanno raccontato al pubblico di essersi
esibiti persino in Spagna ed in altre nazioni.
Spero
di avervi incuriosito e soprattutto mi auguro che condividiate con me
l’importanza del messaggio che Libri da ardere vuole
trasmettere.
Come
sempre, aspetto la vostra opinione!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Lo sai che mi stai facendo venire la voglia di tornare a teatro?
RispondiEliminaNon ci vado dal 2013, quando smisi di scrivere per i giornali, e quindi di recensire gli spettacoli.
Però mi piaceva un sacco.
Ecco, la mia città ha da poco ristrutturato il teatro civico.
Penso che mi andrò ad informare sul cartellone degli spettacoli.
Grazie e buon inizio di settimana.
Ciao Claudia! Vale sempre la pena di tornare a teatro… io recensisco per piacere personale, ma si può andare anche solo come semplici spettatori! Buon lunedì anche a te!
EliminaNon conoscevo questo spettacolo teatrale, grazie per avercelo fatto scoprire!😊 Affronta un tema molto attuale, la lettura e la cultura sono molto importanti, abbattono l'ignoranza e i pregiudizi!
RispondiEliminaPS: mi sono dimenticata di chiederti se hai ricevuto le domande dell'intervista... 😊
Ciao Vanessa! Ho ricevuto le domande e sto rispondendo! A breve te le invierò, scusa se non ti ho risposto!
EliminaAnche secondo me il tema dello spettacolo è davvero attuale :-)
Uno spettacolo davvero interessante e attuale per i contenuti, penso che alla fine si esca da teatro con tanti spunti su cui riflettere. Grazie Silvia per le tue inappuntabili presentazioni. Buon pomeriggio.
RispondiEliminasinforosa
Ciao! Anche secondo me è davvero interessante :-) Per me questo spettacolo è stata una sorpresa, anche perché non mi capita spesso di andare all'Elfo. Buon pomeriggio anche a te!
EliminaCara Silvia, eccomi nuovamente da tutti voi per portare il mio caloroso saluto, ora che la mia cara Danila si sta rimettendo dal male che a avuto.
RispondiEliminaCiao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Non sapevo che Danila fosse stata male… mi spiace per il vostro brutto periodo! Vi saluto entrambi con affetto e spero di risentirti presto :-)
EliminaDunque vediamo. Per il teatro ti segnalo l'audiolibro la signorina else narrato dalla rohrwacher (emons feltrinelli).
RispondiEliminaPer il libro la raccolta delle poesie di antonia pozzi.
Te ne lascio una (e questa è la terza che mollo...)
madmath-child.blogspot.com
Pausa
Mi pareva che questa giornata
senza te
dovesse essere inquieta,
oscura. Invece è colma
di una strana dolcezza, che s'allarga
attraverso le ore –
forse com'è la terra
dopo uno scroscio,
che resta sola nel silenzio a bersi
l'acqua caduta
e a poco a poco
nelle più fonde vene se ne sente
penetrata.
La gioia che ieri fu angoscia,
tempesta –
ora ritorna a brevi
tonfi sul cuore,
come un mare placato:
al mite sole riapparso brillano,
candidi doni,
le conchiglie che l'onda
lasciò sul lido.
7 dicembre 1934
Ciao! Grazie di cuore per la visita, i consigli e la bella poesia! Passo a dare un'occhiata al tuo blog :-)
EliminaDev essere una rappresentazione molto bella e significativa e, visto l argomento, mi piacerebbe sicuramente!
RispondiEliminaCiao Angela! Questa volta credo proprio che l'argomento della rappresentazione potrebbe risvegliare l'interesse di tutti - o quasi - noi bookblogger!
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