martedì 4 aprile 2017

(S)CONSIGLI LIBRESCHI

Romanzi che assolutamente non consiglio



Cari lettori,
come forse avrete intuito in questi mesi, non sono molto brava a fare stroncature.
Nella mia rubrica “Letture a tema...” cerco sempre di consigliarvi qualcosa che, secondo me, per un motivo o per un altro, ha valore.
Tuttavia, di recente ho riflettuto un bel po' al riguardo.


Alla fine mi sono convinta che, ogni tanto, è giusto anche consigliare ai propri seguaci che cosa, secondo la propria sensibilità, NON vale assolutamente la pena di leggere. È inoltre ugualmente importante condividere delle opinioni negative, così che qualcuno possa provare a convincerci del contrario. Ecco così il nuovo spazio "S-consigli libreschi"!

Prima di iniziare, due precisazioni:
1) Solo i primi due romanzi di cui vi parlerò rientrano nella categoria “Schifo, schifo, schifo”. Gli altri, per quel che mi riguarda, sono più del genere “Non terribile, ma avrei potuto anche farne a meno”.
2) Ho volutamente scelto solo dei romanzi di intrattenimento. Non perché non ci siano classici che non ho apprezzato, ma perché ritengo che questi ultimi meriterebbero un discorso più approfondito. E poi perché credo che ci sia una bella differenza tra le parole leggerezza e schifezza.
Ecco dunque i miei non-consigli!



Cinquanta sfumature di grigio, di E.L.James



Ho letto questo libro con tutte le migliori intenzioni, convinta che i soliti detrattori a tutti i costi del romanzo rosa avessero esagerato. Con mia somma costernazione, ho invece scoperto non solo che avevano ragione, ma anche che i particolari peggiori erano stati taciuti.


Inconsistente il personaggio di Ana, che fa fare una pessima figura a tutta la categoria “Laureate in Lettere”. O forse, semplicemente, alla categoria “Donne”.

Inqualificabile il principe azzurro Christian Gray, che, nonostante la sua gelosia folle, i suoi disturbi ossessivi e del controllo ed il suo sadismo dentro e soprattutto fuori dal letto viene sempre giustificato… perché bianco, ricco e di successo. Ah, e amministratore delegato (l'autrice ce lo ricorda circa centomila volte).

Vergognoso il razzismo (non dichiarato ma comunque presente) nei confronti dell'amico di Ana, José, che, ricordiamolo bene, finché è il suo schiavetto che la scarrozza e la fotografa è tutto ok, però è sudamericano e povero, e quindi, a quanto pare, non merita l'amore di lei.

Penose le “scene d'amore” (chiamiamole così).

Imbarazzanti i siparietti tra Ana e la sua “dea interiore” (che, per chi non lo sapesse, è una specie di coscienza della protagonista).

Umiliante l'idea di fondo: è così che viene percepita una relazione uomo/donna nel 2017? Ma con che coraggio questo romanzo è stato definito “innovativo”? Questo è un libro che vuole riportarci nel Medioevo!

Non ce l'ho fatta a leggere gli altri due capitoli della storia.
Si potrebbe dire che mi è mancato il coraggio, o che la nausea era davvero tanta.
Vedete voi.



After series, di Anna Todd



Ho testardamente voluto leggere (ahimè!) tutti i capitoli di questa “romantica storia” (virgolette necessarie).
Ecco tutti i motivi per i quali l'ho trovata tremenda:

- Tessa, la protagonista femminile. Credo che sia la 18enne-19enne più apatica ed insulsa di tutte, reali ed immaginarie che siano. Non ha una personalità, una volontà, dei gusti propri; non fa altro che piangere, seguire passivamente gli altri e farsi intimidire; vive infine le relazioni in modo assolutamente malato e drammatico.

- Hardin, il protagonista maschile. Il solito bad boy incommentabile: geloso, possessivo, manesco, sempre ubriaco, insopportabile ogni singolo minuto della giornata. Ovviamente non ama Tessa, ma l'ha scelta come sua “preda” perché è sola: il padre è sparito, non va d'accordo con la madre, non ha praticamente amici...e lui è molto bravo a farle terra bruciata intorno!

- Questa storia è piena di avvenimenti tragici: abusi, violenze, alcoolismo, lutti. Ma che problema ci sarà mai?? Tutto passa, tutto si risolve! Basta sedersi tutti quanti in cucina, vittime ed aguzzini gomito a gomito, a mangiare pancake! Poi, certo, magari Hardin impazzirà, darà pugni ai vetri e distruggerà qualche ceramica della nonna, però tutto si risolverà: la padrona di casa, invece che fargli raccogliere i cocci con la lingua, si farà un bel pianto, lui chiederà scusa solo perché Tessa sta tremando di paura e, come per magia, “Ehi, vi va un caffè?”. Ma per favore!

- In questo romanzo amicizia e solidarietà al femminile non esistono. Tutte le coetanee di Tessa sono delle meschinette invidiose delle sue mirabolanti qualità. Sì, lo so che anche voi vi state chiedendo quali mirabolanti qualità.
Le uniche “amiche” della nostra protagonista sono una segretaria più grande con cui scambia quattro chiacchiere al lavoro e la matrigna di Hardin, che le insegna ad essere una brava massaia. Va beh, lasciamo perdere...

- Il motivo peggiore che mi ha veramente portato a detestare questo libro è l'avvenimento che accade alla fine del primo libro. Si tratta di una cosa orribile che Hardin fa a Tessa (non spoilero...vi assicuro soltanto che è qualcosa che avrebbe meritato una denuncia). Dopo una scoperta del genere, questa “storia d'amore” dovrebbe essere gettata nel dimenticatoio dopo tre secondi. Purtroppo non è così! I due protagonisti vanno avanti con la loro relazione malata per altri volumi, e non fanno altro che litigare, piangere e poi finire di nuovo a letto per milioni di pagine.


Non so perché sono arrivata in fondo a questa serie. Forse ho il gusto dell'orrido, o forse ho cominciato a considerarla una sorta di romanzo di fantascienza. Ma credo che il reale motivo sia la speranza: pagina dopo pagina, mi sono augurata con tutta me stessa che Tessa rinsavisse, che chiamasse la polizia o almeno un bravo psicologo, che ci fosse una fuga, un messaggio positivo.
Ed invece… lasciate ogni speranza, o voi che entrate.



Il sentiero nascosto delle arance, di Ersi Sotiropoulos



Questo romanzo si potrebbe definire con due sole parole: occasione mancata.
Sono tanti, infatti, gli spunti che, se gestiti diversamente, avrebbero trasformato questo libro piuttosto insapore in una storia di interessante analisi sociale.

Innanzitutto, l'ambientazione è la Grecia d'estate, sul finire degli anni '90, e non quella più turistica e mondana, ma quella più autentica, fatta di persone che sbarcano il lunario e di realtà ben più arretrate di altre parti d'Europa. L'idea di presentare uno scenario realistico è ottima, ma la descrizione fatta è buttata lì, senza emozioni, senza interesse.

In questo paesaggio si muovono i quattro protagonisti della vicenda, che sono: Lia, una giovane donna affetta da un misterioso virus, costretta a vivere in ospedale; Sid, il fratello, sfaccendato indifferente a tutti ed a se stesso; Sotiris, infermiere insoddisfatto che non perde occasione di maltrattare Lia; Nina, ragazza in cerca di evasione e nuove avventure. Ancora una volta, chapeau ad un'autrice che sceglie di non creare i soliti stereotipi e di dare vita a personaggi strani ed un po' assurdi come spesso è la vita vera. Peccato che i dettagli squallidi (soprattutto nel caso di Sid) siano davvero troppi e rovinino il piacere della lettura. Un conto è creare scene realistiche, un altro disgustare il lettore con particolari che proprio avrebbe fatto volentieri a meno di conoscere.


L'idea chiave del romanzo dovrebbe essere “l'alienazione” di queste persone dalla realtà, la solitudine, l'allontanamento dalla società. Tutto vero e giusto, ma l'impressione che ho avuto io è che quei poveri quattro facessero pena anche alla scrittrice, che sembrava scriverne con indifferenza e quasi con fastidio.

Se vi chiedete che cosa c'entrino le arance, sono semplicemente appese ad un albero che Lia vede dall'ospedale. Niente di male, se fossero state un simbolo un po' più pregnante all'interno della narrazione, ma, ancora una volta, niente da fare.
Peccato, davvero peccato.



Uno splendido disastro, di Jamie Mcguire



Si è discusso molto su questo romanzo rosa, che ha rappresentato un caso editoriale non indifferente. Ho aspettato un bel po' prima di leggerlo, perché non ne ero particolarmente attratta e temevo che sarebbe stato un altro After o Cinquanta sfumature. Alla fine la curiosità ha prevalso, ma mi sono resa conto di aver letto qualcosa di tutto sommato mediocre… come si suol dire, “non è brutto, ma quelli belli son diversi”!

Scherzi a parte, ci sono due aspetti che ho apprezzato di questo libro, volendo spezzare una lancia a suo favore.
Il primo è l'immagine degli Stati Uniti che vien fuori: non quella conosciuta dalla maggior parte di noi europei, fatta di metropoli, grandi monumenti, innovazione, bensì quella rurale, arretrata, anche arrabbiata, fatta di persone che convivono ogni giorno con alcoolismo e delinquenza. Si sente che l'autrice conosce quello di cui parla.
Il secondo è il personaggio di Abby, che è meno peggio di molti altri: ha un lato nascosto molto più grintoso del previsto, dovuto al passato dal quale sta fuggendo, e devo dire che è stata una sorpresa inaspettata.


Per due aspetti che ho apprezzato, però, ce ne sono fin troppi che non ho gradito.
Ancora troppi stereotipi, tanto per cominciare: un personaggio maschile che si esprime solo con la violenza, un college in cui si fa tutto tranne che studiare, degli incontri di combattimento clandestini (che originalità), un sacco di personaggi femminili giudicati con sessismo solo per i vestiti e le abitudini personali, la classica storia “tira e molla”.
Poi, davvero troppa volgarità gratuita ed immagini di cattivo gusto per un romanzo che dovrebbe essere letto anche da molti minorenni.
Infine, semplicemente penosa la scelta dell'antagonista Benny, che in teoria dovrebbe essere un mafioso di origini italiane. Grasse risate garantite! Qua, mi spiace dirlo, ma davvero l'autrice non sa di cosa stia parlando.

In definitiva, esistono romanzi rosa molto migliori di questo, che è davvero sopravvalutato.



La collezionista di ricette segrete, di Allegra Goodman



Le protagoniste di questo romanzo sono due sorelle, Emily e Jessamine Bach, che, almeno nell'intento dell'autrice, dovrebbero essere una versione contemporanea di Elinor e Marianne Dashwood, le protagoniste di Ragione e sentimento.

Confrontarsi esplicitamente con un mostro sacro come Jane Austen è sempre un grandissimo rischio, ma, se lo si fa con un intento di omaggio scherzoso, per poi creare una commedia divertente, come ha fatto Helen Fielding con Il diario di Bridget Jones, ci si può provare. Quando invece l'intento è creare una storia più seria e drammatica...meglio non rischiare e creare qualcosa di originale, almeno secondo me.


Emily, che sarebbe un'odierna Elinor, è una donna in carriera a capo di un'azienda informatica, fidanzata con il suo Edward, che qui si chiama Jonathan.
Se Elinor ed Edward, però, erano due splendidi personaggi ben accostati l'uno all'altra per intelligenza, pacatezza di carattere e gusti simili, Emily e Jonathan sono solo due noiosissimi bacchettoni che criticano tutti quelli che non sono come loro e che non sanno nemmeno divertirsi o dirsi granché quando restano soli. La loro sembra solo un'unione di convenienza per vaghi motivi economici e/o per non restare soli.

Jess, invece, la nostra Marianne, fresca di laurea in Filosofia, lavora in una libreria e, nel tempo libero, vive brevi avventure con perdigiorno che non sono degni nemmeno di allacciarle le scarpe (non provate a fare il confronto con John Willoughby, lo dico per il vostro bene). Il colonnello Brandon della situazione sarebbe invece il suo capo George, quarantenne amante di libri, cucina e soprattutto di libri di cucina (da qui il titolo). Egli, effettivamente, sostiene Jess e la ama in silenzio, ma non manca di criticarla ogni due per tre e di giudicare il suo stile di vita troppo leggero. Non vi pare che ci sia un po' troppo moralismo? L'ottocentesca Jane Austen aveva una mentalità di gran lunga più aperta, ve lo assicuro!


Colpo di grazia: lo stile, ricco di inutili digressioni su personaggi che incontreremo una volta o due in tante (troppe) pagine di romanzo.
Mi ripeto: è il confronto fallimentare col suo modello che avvelena la storia. Un semplice racconto su due/tre sorelle diverse tra loro con presupposti originali sarebbe stato ben più gradito.




Alla fine di questo lungo post, vi ringrazio per aver letto fin qui ed aver “sopportato” la mia delusione. Ho scritto così tanti dettagli proprio perché mi piacerebbe aprire un po' di dibattito con voi, sentire se siete d'accordo con me, se non lo siete e perché.
Che aggiungere ancora? Fatevi sentire!
Al prossimo post :-)


20 commenti :

  1. Bravissima Silvia per aver fatto una rubrica del genere, che ho fatto anch'io di recente, perchè credo che parlare anche di libri che non ci sono piaciuti siano giusto.
    Concordo in pieno con After, mamma mia se ripenso al tempo che ho sprecato a leggere quei libri, mi pento amaramente perchè avrei potuto leggere altro che orribile storia!

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    1. Ciao Susy! Eh sì, ogni tanto qualche stroncatura è necessaria. Per me After è stato il peggiore dei 5, anche peggio delle 50 sfumature. Lascia proprio un senso di amarezza che non se ne va...

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  2. Non ho letto nessuno di questi fortunatamente :-D

    Le sfumature non mi attirano e a questo punto anche dagli altri starò lontana visto che ci sono tanti libri che mi aspettano ed è inutile perdere tempo con qualcosa di poco coinvolgente ;-)

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    1. Ciao Angela! Le 50 sfumature e After sono davvero una perdita di tempo! Sugli altri 3 si può discutere maggiormente, ma è vero, c'è tanto di meglio da leggere!

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  3. Mi piace leggere le stroncature!!!
    Di After ho letto i primi due e poi ho lasciato perdere, concordo con tutto quello che hai detto.
    le sfumature le ho lette tutte e tre spinta dalla curiosità e non sono riuscita a capire il motivo dell'enorme successo ed entusiasmo..molte scene sono patetiche ed insulse e lasciamo perdere i personaggi....se fossero state solo le ragazzine ad osannare questi libri forse avrei anche capito..ma le donne adulte? ma stiamo scherzando.
    Il libro della McGuire un po' meglio ma non mi ha entusiasmato, tra il genere young adult ne ho letti molti di più belli.

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    1. Ciao Erica! After per me è il peggiore dei 5, sono sollevata che tu sia d'accordo con me. Il successo delle 50 sfumature in effetti è ancora più sconcertante, dal momento che, come hai detto tu, tante fan della saga sono più che adulte. La McGuire è così così...non sgradevole al 100%, ma banalotto e superficiale.

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  4. Ciao Silvia, ho letto con molto interesse questo post, soprattutto la tua opinione sui primi due libri. Io non giudico mai le letture che si fanno, ma non riesco a capire come si può giustificare ed apprezzare un genere di libri nei quali viene promossa e giustificata in qualche modo violenza e/o sottomissione dell'individuo, della persona.
    A volte mi viene da pensare che forse è una direzione di pensiero e di etica che ha preso la società attuale. Ce ne sarebbe da parlare e molto su questi temi. Dei libri delle "50 sfumature" sapevo di cosa parlavano e come erano strutturati, ma nn pensavo così di After. Una ragione in più per non avvicinarmici. Grazie per gli Sconsigli ;)
    xoxo Connor

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    1. Ciao! Sono felice che gli "sconsigli" ti siano piaciuti. 50 sfumature di grigio è retrogrado e classista, ma c'è da dire che tante altre bloggers lo hanno già sottolineato.
      After invece è più subdolo, perché si propone come una saga soprattutto per ragazze dai 14 ai 18 anni. Spero tanto che le ragazzine non crescano pensando che è giusto che un uomo si comporti come Hardin... ci sarebbe da querelare l'autrice!

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    2. Nella biblioteca che frequento è messo come libro per ragazzi ma lo hanno vietato ai minori di 16 anni. Comunque sul genere che spopola ultimamente young adult/new adult ci sarebbe da fare un lungo discorso perché sono quasi tutti libri che non trasmettono ideali positivi, anzi...se rappresentano la nuova gioventù siamo messi veramente male

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    3. Nella biblioteca che frequento io invece è stato messo nella sezione adulti, e secondo me hanno fatto bene! Sul discorso young adult hai ragione...alcuni di essi, purtroppo, sembrano fare un'apologia della violenza!

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  5. Ciao
    Mi hai aperto gli occhi su qui libri orrendi che ho letto per vedere sopratutto in after se potevano "migliorare", ma non é stato cosí, personalmente, io ho letto:"uno splendido disastro" e non mi é sembra to cosí orrendo,certo, molto banale, ma sicuramente meglio degli altri che hai sconsigliato!
    Grazie per questa rubrica!

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    1. Ciao! Grazie a te per il commento!
      Anche io ho sperato che "After" sarebbe migliorato dopo il primo volume, invece non fa che peggiorare...
      "Uno splendido disastro" non è brutto al 100%, ma sicuramente è banale e scritto senza troppo impegno!

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  6. Ciao Silvia, come ben sai non ho letto nè le "Cinquanta sfumature" nè "After" e non ho intenzione di farlo! "Il sentiero nascosto delle arance" l'ho letto qualche anno fa e ricordo anch'io di averlo trovato poco approfondito (aveva anche poche pagine se non ricordo male); di "Uno splendido disastro" non sono arrivata oltre il primo capitolo, mentre "La collezionista di ricette segrete" l'ho letto tutto ma ricordo di averlo trovato molto spesso noioso e prolisso

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    1. Ciao! Secondo me "Il sentiero nascosto delle arance" tutto sommato è il meno peggio dei 5...forse hai ragione tu, alcune storie avrebbero dovuto essere approfondite!
      "La collezionista di ricette segrete" è senza dubbio prolisso: che ce ne frega dell'infanzia felice della panettiera da cui Jess passa a prendere i cornetti prima di andare al lavoro?!?

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  7. Ciao:) Come te, neanch'io amo scrivere recensioni negative. Non perchè non creda nella loro utilità (sono le più utili in assoluto, secondo me, tanto che ci ho scritto su un intero articolo), ma perchè non sono portata. Preferisco concentrarmi su libri che mi abbiano lasciato qualcosa, degli spunti di riflessione... E poi sono troppo buona, finisce sempre che addolcisco un po' la pillola perchè mi dispiacexD
    Di quelli che hai nominato, ho letto solo i "casi editoriali". Nessuno mi ha sconvolta, in nessun senso. Credo che siano letture mediocri quando non proprio squallide (vedi After), ma evidentemente è ciò che richiede una grossa fetta di mercato oggi. Il che porta a farsi due domande., secondo me. La questione è però complessa e non mi piace generalizzare. Se devo però dire una cosa, inizio ad essere davvero stanca di queste autrici che manipolano superficialmente fatti purtroppo reali quali violenze, dipendenze e disturbi vari pur di creare un po' di tragedia. Lo trovo quasi irrispettoso, ad essere sincera, e trovo che risulti spesso e volentieri più pesante che appassionante. Questo secondo me, certo!

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    1. Ciao Virginia! Anche io mi reputo "troppo buona"...se un romanzo mi ha proprio fatto schifo, è un gran brutto segno per l'autore! After è squallido, sono d'accordo.
      Come hai detto tu, non si possono inserire "alla leggera" vicende di alcoolismo, stupro, pestaggi. Oltre ad essere ridicolo da un punto di vista narrativo, è anche pericoloso da un punto di vista umano, specie se i lettori sono giovani o giovanissimi. Il messaggio più brutto che a volte danno questi cosiddetti romanzi rosa è il fatto che per una ragazza sia una decisione giusta mandare al diavolo studio/carriera, amici, hobbies e perfino famiglia per accontentare la gelosia ed il caratteraccio di un prepotente che dice di "amarti"...pessimo proprio :-(

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  8. ci vogliono anche gli sconsigli e le recensioni negative, io sono dell'idea che tutto bello non è credibile. Certo che è più difficile stroncare un libro, farlo magari senza offendere e a me dispiace sempre

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    1. Ciao Chiara! Hai ragione, non è credibile che tutto sia bello! Quanto al dispiacere, per i primi 2 romanzi non ne ho provato affatto; per gli altri 3 un pochino, ma è necessario essere sinceri!

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  9. Ciao👋 non ho letto nessuno di questi libri, ovviamente i primi due li conosco ma mi sono tenuta alla larga!😂 Comunque ogni tanto ci vogliono delle stroncature sia riguardo i libri sia riguardo i film!😊

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    1. Ciao Vanessa! Credimi, hai fatto bene a tenerti alla larga!

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