Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori,
ultimi giorni di giugno!
Questo mese è sempre stato importantissimo per me. Prima come studentessa, poi con il lavoro a scuola, sempre come ballerina, è il mese degli obiettivi, delle soddisfazioni, ma anche delle chiusure di un percorso e di un po’ di malinconia.
Vedrete che gli eventi importanti ci sono stati eccome, e se da un lato ora le spalle sono moolto più leggere e la voglia di vacanze è tanta, dall’altro per me non è mai facile “salutare” (anche solo provvisoriamente) alcune realtà e situazioni. Insomma, proprio come in aprile e maggio, mi sento in preda ad una montagna russa di emozioni. Di sicuro non scorderò questi mesi tanto facilmente…
Nel frattempo, ricapitoliamo insieme tutto quello che mi è piaciuto, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!
Il libro del mese
Londra, 1893. Cora Seaborne è una donna rimasta vedova troppo presto, che tutti compatiscono. Quello che ella non ha il coraggio di dire a nessuno tranne che alla governante di famiglia, Martha, sua unica confidente, è che la morte del marito l’ha sollevata. Egli, infatti, non solo era geloso e dispotico, ma soprattutto violento nei suoi confronti: durante alcuni litigi le aveva provocato dei tagli con il vetro in zone non certo visibili per una donna di epoca vittoriana.
Cora non è sola al mondo: oltre a Martha, altre due persone fanno parte della sua vita. Il primo è Francis, suo figlio, con il quale ella ha sempre avuto un rapporto piuttosto complicato. Egli non è un bambino affettuoso o dolce, anzi, è molto concentrato sui suoi studi e sugli pseudo esperimenti scientifici che porta a termine, e sembra non aver bisogno di nessuno che possa accudirlo (come una madre). Cora è preoccupata per Francis e sente di doverlo proteggere, soprattutto dal rischio di diventare anaffettivo come il padre. La seconda è Luke Garrett, il giovane e promettente medico che ha avuto in cura suo marito negli ultimi mesi di vita. Egli si è innamorato di Cora, ma ella lo vede solo come un amico e non riesce ad immaginare di fare entrare un altro uomo nella sua vita.
Stanca della mondanità londinese, Cora decide di andare in vacanza a Colchester, vicino al mare, con Martha e Francis. Lì i ricchi coniugi Ambrose la introducono alla buona società. Cora, però, sogna di riprendere i suoi studi di fanciulla, incentrati soprattutto sulla storia e sulla paleontologia, ed è intrigata da una curiosa leggenda che anima la costa: sembra che una misteriosa creatura, uscendo dal mare, abbia trascinato con sé – e poi restituito alla spiaggia, senza vita – animali ed addirittura persone. Mettendo insieme gli indizi Cora inizia a sospettare che si tratti di un discendente degli Ittiosauri, un enorme rettile marino vissuto all’epoca dei dinosauri.
Per una serie di equivoci, Cora conosce il Reverendo William Ransome, pastore del villaggio di Aldwinter, e la sua famiglia, composta dalla moglie Stella e dai due figli. Tra lei ed il pastore c’è subito un acceso scontro a proposito del mostro marino, che la comunità ha già battezzato Il Serpente dell’Essex. William, adducendo motivazioni religiose/bibliche, ne nega l’esistenza. Cora, invece, crede all’evidenza delle prove scientifiche e non ha motivi per non credere che non esista.
Strani avvenimenti scuotono Aldwinter, dove Cora si è trasferita da Colchester, sia per studiare il fenomeno più da vicino, sia per amicizia con la famiglia Ransome. William è attratto da Cora, e lei lo ricambia, ma entrambi si sentono in colpa non solo perché lui ha una famiglia, ma anche perché a Stella è stata appena diagnosticata la tubercolosi. Nel frattempo, Luke Garrett cerca in ogni modo di conquistare la donna che per lui è indimenticabile, e Martha, che è cresciuta in una famiglia che oggi potremmo definire “sindacalista”, porta avanti con la buona società del posto alcune cause di tipo sociale ed economico.
C’è una caratteristica fondamentale che differenzia The Essex Serpent da tutte le mie letture precedenti: non l’ho letto in italiano. Già, perché questo è un regalo della mia amica Luana, che vive in Inghilterra e per lo scorso Natale mi ha regalato questo romanzo di Sarah Perry… in English!
A me l’inglese è sempre piaciuto, l’ho studiato non solo al liceo ma anche un po’ all’Università per via della facoltà umanistica, e mi è capitato di tenere delle lezioni o aiutare a farle. Però i miei tentativi di lettura in inglese sono sempre stati scarsi e poco convinti. Mi ci voleva una spintarella, così ci ha pensato la mia amica!
Ho aspettato un po’, perché pensavo di aver bisogno di tempo e concentrazione. Quando ho visto che pian piano stavamo arrivando all’estate ho pensato che potesse essere il momento. Ebbene, non so dirvi se questo romanzo sia scritto in uno stile particolarmente scorrevole o se invece io abbia un po’ sottovalutato la capacità di lettura in English… fatto sta che non ci ho messo poi molto di più di quanto avrei fatto con un romanzo di 400 pagine italiano. Ho sorpreso me stessa, ogni tanto ci vuole!
Quanto al romanzo in sé, devo dire che è valsa proprio la pena di fare questo sforzo. Innanzitutto, una delle caratteristiche di questo libro è che potrebbe appartenere a molti generi diversi. Possiamo dire che il genere prevalente sia l’historical romance (che già di per sé è un mix tra due), perché c’è l’ambientazione vittoriana, e c’è pure la storia romantica, che non è per niente sdolcinata: Cora è una donna che “resta sulla Terra”, perché sa cosa vuol dire avere accanto un marito che ti fa paura ed è anche consapevole che William ha una famiglia. L’elemento del Serpente, però, crea una certa imprevedibilità, perché il lettore si chiede: che cosa potrebbe succedere? Una mitica creatura uscirà dal mare, trasformando la storia in un thriller archeologico o in un fantasy? Oppure qualcuno sta approfittando della confusione creata dalla leggenda per commettere dei delitti, e quindi siamo in un giallo ed abbiamo a che fare con un assassino? Come si suol dire, ai posteri l’ardua sentenza…
L’altro elemento estremamente interessante della storia è il conflitto tra Fede e Ragione, particolarmente caro ad autori (ed a Papi con le loro encicliche) qui in Italia. Sul Serpente di Essex ci sono tre punti di vista: quello religioso di William, sostenuto da anni ed anni di studi biblici e profonde riflessioni; quello razionale di Cora, che parla di storia e scienza; quello superstizioso ed impaurito del popolo di Aldwinter. L’autrice non prende posizione tra William e Cora, ma sottolinea come il terzo punto di vista sia sbagliato, sintomo di ignoranza e violenza repressa.
Devo dire che ci sono indizi, verso la fine, che mi fanno pensare ad un sequel… ma per ora sono super soddisfatta così! Esperimento riuscito :-)
Il film del mese
Gli anni più belli inizia dalla fine: è Capodanno ed i quattro protagonisti, ormai uomini e donne maturi, rievocano il momento in cui si sono conosciuti, circa quarant’anni prima, nel 1982.
Giulio e Paolo, due ragazzi adolescenti di un quartiere popolare, sono amici da sempre, e, durante uno scontro armato, si unisce a loro Riccardo, detto “Sopravvissuto”, perché i due lo salvano dopo che qualche manifestante violento lo ha ferito alla pancia e lo portano al Pronto Soccorso, dando il via ad un legame che non si scioglierà più.
Ben presto al terzetto si aggiunge Gemma, la ragazza di cui Paolo è molto innamorato. Ella però ha molti problemi in famiglia: la madre, sola e da tempo malata, un giorno muore, e la zia è decisa a portare con sé la nipote, ancora minorenne, a Napoli. Paolo e Gemma si lasciano piangendo, e lei sembra la più sofferente dei due, ma ben presto si fidanza con un ragazzo poco raccomandabile e lascia Paolo via lettera.
Da allora le vite dei tre amici, rimasti legatissimi, subiscono una brusca accelerata: Giulio, che è quello di più umili origini, riesce a laurearsi in Giurisprudenza con grandi sacrifici ed inizia a fare l’avvocato d’ufficio; Paolo si dedica all’insegnamento, con tutte le gioie e le difficoltà del caso; Riccardo tenta senza successo di fare l’attore, poi, dopo aver sposato una “collega” aspirante attrice, cerca di fare il giornalista con risultati economici piuttosto precari.
Tutto si rompe, però, quando Gemma ritorna a Roma e, dopo aver riallacciato la relazione con Paolo, inizia ad interessarsi anche a Giulio.
In quarant’anni il legame tra i quattro amici si sfilaccerà e si rinsalderà, e molte saranno le prove da superare, mentre il mondo affronta la caduta del muro di Berlino, Tangentopoli, l’11 settembre e tanto altro ancora.
Non mi aspettavo che questo film mi sarebbe piaciuto così tanto, eppure alla fine ho anche pianto un po’. In questa storia ci sono tante vicende verisimili se non vere, tante storie profondamente umane: la donna che cerca “qualcosa” in ogni uomo senza rendersi conto che la felicità è nel più semplice tra loro, che però la ama per quello che è; le particolari situazioni che solo chi vive nel mondo dell’insegnamento precario può capire; il sognatore che è cresciuto in una famiglia affettuosa ed idealista e tende a pensare che tutte le persone siano un po’ come l’ambiente da cui proviene; il ragazzo desideroso di riscatto che insegue il successo ed il benessere invece di quello che lo fa davvero felice… ed altro ancora.
Molto bello anche l’inedito di Baglioni in coda!
La musica del mese
La scelta di giugno è quasi obbligata per me, in un certo senso!
I primi giorni di questo mese – con le uniche eccezioni del 2020 e del 2021, purtroppo e per ovvi motivi – sono sempre stati dedicati allo spettacolo di fine anno: sono giorni di teatro, di attesa sedute sul parquet, di prove finché le gambe non ti fanno male (e l’età avanza, ahah), di cambio e sistemazione costumi.
Giorni che, visti da fuori, sono un po’ difficili da capire per chi non ha questa passione: per settimane la cena si consuma sul tardi o va a farsi benedire a favore di uno spuntino al volo, il caldo inizia a salire e con esso la fatica fisica, c’è qualcos’altro di importante da fare in un periodo che può essere intenso per molti (per esempio per chi lavora a scuola, appunto).
Tuttavia tutto questo sparisce di fronte al palcoscenico, alle sensazioni che si provano, alla gioia che si prova anche quando si è esausti, all’emozione del momento preciso in cui ti stai esibendo (che è davvero qualcosa che non si riesce a spiegare a parole).
Una canzone di Taylor che però secondo me riesce a spiegare sorprendentemente bene quello che provo ogni anno è Long live, un brano che ella ha scritto per la sua band e che racconta proprio l’emozione del palcoscenico ed i sentimenti che si provano per i propri compagni di avventura:
Continua a saltare in giro
i coriandoli cadono a terra
che questi ricordi sopravvivano alla nostra separazione
Avete un momento? Promettetemi questo:
che starete con me per sempre,
ma se Dio lo impedisse, il destino si intromettesse
e ci obbligasse ad un addio
se avrete dei bambini un giorno
quando indicheranno con il dito sulle foto
per favore, dite loro il mio nome!
Dite loro come il pubblico ci ha applaudito!
Dite loro come spero che anche essi splendano!
È proprio questo il bello della danza per me: essere portata in un altro mondo, lontana dai piccoli e grandi problemi della quotidianità. È come una meravigliosa avventura. E poi si torna sulla Terra… ma i bei ricordi rimangono!
Lunga vita alle mura che abbiamo abbattuto
come le luci scintillavano solo per me e voi
ed io urlavo: “Lunga vita a tutta la magia che abbiamo creato”…
Cantando lunga vita alle montagne che abbiamo mosso
ho vissuto i miei momenti migliori combattendo i dragoni con voi
e lunga, lunga vita allo sguardo sul tuo viso!
Il 7 luglio uscirà la nuova versione di Speak Now, il disco che contiene Long live, ma io credo che la vecchia versione resterà memorabile per me. La trovate a questo link.
La poesia del mese
Per concludere questo anno di scuola e prepararsi alle vacanze ho pensato che il componimento più adatto fosse Filastrocca del mese di giugno di Gianni Rodari.
Filastrocca del mese di giugno,
il contadino ha la falce in pugno:
mentre falcia l’erba e il grano
un temporale spia lontano.
Gli scolaretti sui banchi di scuola
hanno perso la parola:
apre il maestro le pagelle
e scrive i voti nelle caselle…
“Signor maestro, per cortesia,
non scriva quel quattro sulla mia:
Quel cinque, poi, non ce lo metta
sennò ci perdo la bicicletta:
se non mi boccia, glielo prometto,
le lascio fare qualche giretto.”
Le foto del mese
Ho già parlato in abbondanza dello spettacolo e della serata del 6 giugno, quindi dico soltanto che è stata proprio come immaginavamo! Eccoci pronte per il finale :-)
Anche la mia esperienza lavorativa di quest’anno sta per concludersi: domani sarà il mio ultimo giorno. L’8 è stato l’ultimo giorno di scuola e tra il 7 ed il 10 ci siamo presi un po’ di tempo per salutare i bambini e festeggiare l’arrivo dell’estate. Sono molto felice e grata di aver aggiunto questo ulteriore tassello alla mia storia lavorativa, e questo mi ripaga della stanchezza che ultimamente si è fatta sentire piuttosto spesso!
A metà mese sono riuscita a godermi il primo weekend di spiaggia a Varazze… un po’ di sole e primi bagni, in attesa del soggiorno estivo vero e proprio!
La seconda metà del mese si sono un po’ rallentati i ritmi e, mentre portavo a termine gli ultimi impegni di lavoro, mi sono dedicata anche all’orto dei miei genitori e di conseguenza alla cucina (soprattutto delle zucchine).
Ed ecco il mio giugno in breve (insomma…)!
Dopo un aprile “sulle montagne russe” tra importanti traguardi, nuovi posti da visitare e difficoltà personali, un maggio super ricco e piuttosto “di corsa” ed un giugno in cui mi sono tolta delle importanti soddisfazioni, non vi nego che vado verso l’estate (e tempi nettamente più rilassati) un po’ felice ed un po’ pensierosa.
Credo che la mia nuova sfida, per le prossime settimane, sarà imparare a fermarsi ed a riposarsi, e chi mi conosce bene – e negli ultimi mesi non mi ha visto mai ferma – sa quanto questo possa essere un buon proposito da mantenere per me.
A luglio vi terrò ancora compagnia con i post del blog, poi ad agosto ci saluteremo per la solita pausa estiva!
Grazie per la lettura, ci rileggiamo a luglio :-)