Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori,
ultimo lunedì di aprile ed appuntamento con i “Preferiti del mese”!
Questo mese è stato molto ricco. Anche se – come vedrete – le prime foto del mese riguardano le vacanze di Pasqua, che sono state a cavallo tra i due mesi, aprile stesso è proseguito comunque con tante belle novità, che oggi vi racconto.
Vediamo un po’ insieme com’è andato il mese!
Il libro del mese
Carlo Monterossi, autore televisivo da tutti ritenuto geniale, nonché creatore del grandissimo successo Crazy love, è da tempo schifato dalla sua creatura. Così, invece che andare negli studi televisivi, da lui rinominati “La grande fabbrica della merda”, passa sempre più tempo con l’amico detective Oscar Falcone alla Sistemi Integrati, l’agenzia investigativa che l’uomo ha fondato con la socia Agatina Cirrielli.
Questa volta, però, la richiestissima ed amatissima Flora De Pisis, conduttrice del suo programma, ha proprio bisogno di lui e delle sue indiscusse capacità di mediazione. A Zelo Surrigone, paese appena fuori da Milano dove già sembra di sprofondare nella campagna, il parroco “ufficiale” è stato di fatto spodestato da un giovane Don, che ha creato una sua parrocchia nel cortile di una villetta. Un posto come mille altri, se non fosse per una particolarità: un crocifisso che si illumina da solo. Miracolo o truffa? Il Monterossi si lascia convincere a partecipare ad una delle loro cosiddette messe e di sicuro non è disposto a credere alle presenze divine, ma non riesce nemmeno a trovare indizi truffaldini. E forse per questo tante persone comuni finiscono per crederci e fare generose donazioni al giovane prete ed alla sua assistente.
Nel frattempo Oscar ed Agatina, alla Sistemi Integrati, ricevono la visita dell’amministratore delegato di una grande azienda di costruzioni nel mondo, la Italiana Grandi Opere. Nella sede centrale si è verificato uno stranissimo furto, probabilmente commesso da qualcuno che conosceva l’ubicazione delle telecamere, perché non si è fatto riprendere in volto. Quel che è ancora più strano è che proprio il denunziante del furto non vuole sentir parlare di forze dell’ordine ed è piuttosto evasivo.
Quello che nessuno sa è che una donna delle pulizie, Teresa, ha intascato il malloppo che è sfuggito al ladro. E che lei, la guardia giurata ed altri due poveracci senza niente da perdere stanno orchestrando il ricatto più disorganizzato della storia.
Sulle tracce di loro e di altri colpevoli di reati minori ci sono anche un rassegnato Ghezzi ed un sempre più arrabbiato Carella, che vorrebbe occuparsi di una banda di trafficanti di droga ma è ostacolato dai suoi superiori. A trovarli, prima, è proprio il Monterossi, che aiuta Teresa dopo uno scippo. E da quel giorno le loro strade si incroceranno ancora molte volte.
Pesci piccoli è un romanzo in cui, dopo la parentesi quasi favolistica di Flora, la vita di Carlo Monterossi inizia a cambiare davvero. Il nostro protagonista è un privilegiato assoluto, che è riuscito ad ottenere una posizione di prestigio in un ambito in cui è già difficile entrare come stagisti, che è così richiesto che può permettersi praticamente di non lavorare, di fare delle visite in ufficio qualche ora qua e là. Un uomo che si sveglia alle dieci del mattino e che trova pronto un enorme tavolo da colazione grazie alle premure della sua governante.
Carlo è un uomo intelligente, anche se nasconde la sua sensibilità dietro all’ironia, quindi è consapevole della sua fortuna, ma è solo quando incontra qualcuno che se la passa diversamente che lo comprende davvero. Altre volte, però, si era trattato solo di incontri fortuiti dovuti alle sue indagini non ufficiali. In questo romanzo, invece, tra lui e Teresa nasce un sentimento vero, qualcosa che li unisce al punto da sancire l’allontanamento, forse definitivo, dalla fidanzata Bianca Ballesi, che è anche collega e forse troppo legata a quel mondo di cui lui non vuole più sapere niente.
Se Carlo affronta la questione dei “pesci piccoli” dal punto di vista sentimentale, conoscendo una donna di tutt’altro ambiente rispetto al suo, il duo Ghezzi-Carella lo affronta da quello legale. Entrambi, loro malgrado, sono costretti a chiudere una serie di piccole pratiche che cadrebbero in prescrizione, così si ritrovano ad inseguire tipografi senza licenza, ladri di galline, truffatori per pochi euro, in pratica gente che non ha alternative per mangiare, mentre i veri criminali, per tanti motivi, non vengono incastrati.
Alessandro Robecchi è sempre lucidissimo e, a volte, amaramente sarcastico nel mettere a nudo le macroscopiche differenze che caratterizzano Milano (e l’Italia in generale). Come penso sappiate, io ho ormai letto quasi tutte le disavventure del Monterossi… e sicuramente continuerò la serie, visto che sembra che il protagonista sia arrivato ad un momento di svolta!
Il film del mese
Un altro Ferragosto è il sequel, a grande distanza di tempo e di atmosfere, di Ferie d’agosto, film del 1996 di Paolo Virzì.
Protagoniste della pellicola degli anni ‘90 erano state due famiglie arrivate sull’isola di Ventotene per trascorrere le ferie estive: da una parte il giornalista Sandro Molino ed il suo clan, dall’altro la famiglia Mezzalupi.
Sono passati trent’anni, ma non è cambiato poi molto nello stile di vita e nelle ideologie delle due famiglie (spiccatamente di sinistra la prima, nettamente di destra la seconda).
Sandro è ormai in fin di vita, in stato del tutto confusionale e perso tra i ricordi e le fantasie dei tempi in cui Ventotene era un luogo di confino. Invece che parlare con la sua famiglia, egli si immagina a dialogare con il presidente Pertini da giovane e con tutti gli oppositori politici che il regime fascista aveva confinato sull’isola. Non si accorge così dei tanti problemi che affliggono la sua famiglia allargata: la moglie Cecilia, che cerca ancora disperatamente le sue attenzioni; il figlio Andrea, giovanissimo e già così ricco e potente (forse per motivi loschi), eppure mai soddisfatto; i guai degli amici più stretti, dall’anziana coppia di donne che litiga costantemente allo spiantato che fa lo sciocco con la moglie, dal padre single in difficoltà a chi fa passare soldi sottobanco in modi poco chiari. Tutti, però, sono lì per rendere felice Sandro nell’ultimo periodo della sua vita, e così a tavola e sulla spiaggia si parla di storia, politica ed altri argomenti che lui ama.
Tutt’altra atmosfera si respira nella villetta dei Mezzalupi: le due sorelle, Marisa e Luciana, sono rimaste vedove. La prima è presa dal matrimonio della figlia Sabrina, ragazza di paese diventata youtuber e influencer, con Cesare, il classico sedicente manager che ha già un’ex moglie e un figlio e punta a campare sulle spalle della celebrità di turno. La seconda ha iniziato una relazione con Pierluigi, un ingegnere vedovo che sembra tanto a modo ma forse nasconde qualcosa. Il gruppo, con l’eccezione di Marisa che è del tutto sulle nuvole, è caciarone, piuttosto ignorante e teso solo ai soldi ed all’apparenza.
Lo scontro tra le due realtà, sullo sfondo della bellissima località di villeggiatura, è pressoché inevitabile. Ma forse, alla fine della fiera, non ha neanche più senso di esistere.
Un altro Ferragosto è una sorta di commedia drammatica, una storia che in apparenza potrebbe andare bene per una sera d’estate senza troppe pretese e che poi, ad un certo punto, si rivela molto più pungente del previsto.
I Molino ed i Mezzalupi, anche se non lo ammetterebbero mai, sono molto simili: due famiglie allargate, con tanto di amici al seguito, che cercano di godersi quello che potrebbe essere un momento felice o comunque dolceamaro, ed invece sono costantemente inseguite dai problemi e dai fantasmi del passato.
All’inizio si può avere l’impressione che una delle due parti, quella dei Mezzalupi, sia criticata più ferocemente dell’altra: certo la costante ricerca di fama, denaro e successo fini a se stessi porta i personaggi a vivere una vita spesso vuota, senza coscienza critica, per esempio buttandosi in politica senza sapere niente nemmeno del passato di Ventotene. Anche Sandro Molino ed i suoi, però, ricevono la loro dose di critiche: i discorsi di stampo più elevato rischiano di diventare una scusa per evitare di parlare di sé o delle relazioni con altri, e sono proprio i “fantasmi” dei confinati a dire in sogno a Sandro di smetterla di occuparsi di loro e di pensare alla sua famiglia.
I film di Virzì solitamente mi piacciono e devo dire che anche questo non ha fatto eccezione. Certo è un affresco corale, e ci si mette un po’ a comprendere tutta la composizione delle famiglie: forse, rivedendolo, scaturirebbero riflessioni più profonde sui singoli personaggi. Ognuno di loro, in qualche modo, incarna un modo di essere, strizzando l’occhio ai cliché, ma senza incarnarli pienamente.
In definitiva possiamo considerarlo un buon sequel, anche se, quasi trent’anni dopo, si presentava sicuramente come un’impresa azzardata.
La musica del mese
Continuiamo il nostro percorso alla ri-scoperta dei pezzi che ho portato sul palcoscenico in questi oltre vent’anni di danza.
Visto che la primavera è la stagione dei fiori, non posso non parlarvi di quando ho fatto… il fiore! Il 2019 è stato l’ultimo anno prima del Covid, l’ultimo saggio con tante alunne iscritte – poi abbiamo ripreso in formazione ben più ridotta -, e purtroppo anche l’ultimo in cui siamo riuscite a fare il “tema” dell’anno, un medley che occupava la seconda metà del primo tempo. Nel 2019 è toccato ad Alice nel paese delle meraviglie ed io ho interpretato due ruoli: guardia della Regina di Cuori e “mamma” dei piccoli fiorellini che hanno interpretato Nel meriggio d’or (Link). Avevo anche una dondolibellula!
Un colore primaverile che si vede un po’ ovunque in questo periodo è il lilla. Per la mia variazione del 2016, A thousand miles (Link), ho indossato top di paillettes e leggings, tutto lilla, ed una mantellina bianca che avevo già indossato in una coreografia di gruppo ed ho voluto rimettere da sola.
La poesia del mese
Per il mese di aprile ho pensato ad un classico di uno dei miei autori preferiti, Corrispondenze di Baudelaire. Non è esattamente una poesia dalle atmosfere primaverili, ma a me fa sempre pensare al risveglio della natura.
La Natura è un tempio ove incerte parole
mormorano pilastri che sono vivi,
una foresta di simboli che l’uomo
attraversa nei raggi dei loro sguardi familiari.
Come echi che a lungo e da lontano
tendono a un’unità profonda e buia
grande come le tenebre o la luce
i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.
Profumi freschi come la pelle d’un bambino
vellutati come l’oboe e verdi come i prati,
altri d’una corrotta, trionfante ricchezza
che tende a propagarsi senza fine – così
l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.
Le foto del mese
A cavallo tra marzo e aprile ci sono state le vacanze di Pasqua! Sono stata a Varazze con la mia famiglia per quasi sei giorni e meglio di così non poteva andare… a parte il tempo! Questa mia foto testimonia il mood della vacanza: vento pazzesco, gelo, pioggia che andava e veniva, ma anche sorrisoni!
Il venerdì di Pasqua abbiamo preso il treno e siamo andati a spasso per Genova: prima Boccadasse (in foto), poi il centro, infine una mostra di cui spero di riuscire a parlarvi presto!
In questo mese di aprile ci sono state un po’ di occasioni per uscire la sera ed andare o a teatro o ad eventi organizzati dal Comune. Il 5 sera sono andata a vedere Il lago dei cigni, di cui vi ho parlato qui. È venuto anche un gruppone della mia scuola di danza e sono stata molto contenta di questo, perché difficilmente riusciamo a vederci al di fuori della palestra (siamo anche di età diverse). Questo era il mio look!
Il 16 aprile io e mio fratello siamo finalmente riusciti ad usufruire del suo regalo di Natale: una serata insieme al Laboratorio Cingoli di Milano per un mini corso – con cena – sulla lavorazione della pasta fresca! Ci siamo dedicati tutta la sera alla produzione di tortelli di tre tipi (magro, zucca e carne) ed è stato davvero divertente e soddisfacente! Eccomi tra gli impasti, in versione chef :-)
La sera del 20 aprile ero alla Casa delle Arti di Cernusco, il mio paese, per un concerto di Paolo Jannacci. Devo dire che il repertorio è stato vasto, dalle canzoni del padre alla musica classica a brani che ha composto lui…
Domenica 21 invece sono andata a Monza con la mia famiglia, dopo un po’ di mesi che non facevo un giretto lì, ed abbiamo fatto un buon pranzetto in un posto dove non eravamo mai stati, ma che ci è proprio piaciuto…
Questo è stato il mio aprile, fatemi sapere com'è stato il vostro!
Credo che maggio e giugno, in quanto ad impegni, non saranno da meno... ma si vedrà!
Nel frattempo raccontatemi qualcosa del vostro mese, se vi va...
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)