Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori, primo appuntamento del 2024 con i "Preferiti del mese"! Sapete che è già il settimo anno da quando ho inserito questa rubrica? Come vola il tempo quando ci si diverte! Per quanto riguarda il blog, eh. Per il resto dipende...
Scherzi a parte, vediamo insieme tutto quello che mi è piaciuto a gennaio, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!
Il libro del mese
Bellano, 1956. Augusto Prinivelli ha venticinque anni e sente su di sé tutto il peso di essere un orfano di provincia. I genitori lo hanno lasciato presto, ed egli è cresciuto con l’anziana zia Tripolina, una donna di buon cuore, ma senza istruzione e del tutto appartenente ad un mondo che per lui è l’età della pietra.
Augusto e Tripolina abitano in uno degli appartamenti del caseggiato appartenente alla zia, insieme alle tre foto dei cari estinti (i genitori e lo zio del ragazzo), che li guardano dalla credenza come fantasmi fedeli. Gli altri appartamenti sono stati affittati – per una quota mensile che è praticamente una mancia – ad una variegata fauna umana: un sarto fumatore e con bronchite cronica, con una moglie devota ed un figlio prete che si fa vivo ogni tanto; un messo comunale con figlia a carico, separata e costantemente chiusa in bagno; l’anziana Lisetta, cara amica di Tripolina; una famiglia siciliana che tutti giudicano forestiera; la famiglia di un vecchio amico di Augusto, che egli, in segreto, detesta. In verità, il nostro protagonista non ne può più soltanto degli inquilini, ma anche di tutto il resto: la sonnolenta vita di provincia, la rassegnazione ad uno stile di vita semplice, la zia Tripolina che continua ad insistere perché sposi una ragazza del paese, il treno che tutti i giorni lo porta al lavoro.
Augusto, infatti, è un perito tecnico esperto di disegno industriale, e lavora all’azienda Bazzi di Lecco, specializzata in minuterie metalliche. Un giorno, quasi per caso, egli incontra Birce, la figlia del titolare, ed è un colpo di fulmine. Per lui. Per lei è più che altro la necessità di sposarsi e fare di nuovo la figura della donna rispettabile con i suoi concittadini, che l’hanno vista mandare a monte due fidanzamenti.
In Birce Augusto vede la possibilità di una vita agiata, di stabilirsi in quella che per lui è una grande città, di lasciare perdere definitivamente il caseggiato cadente della sua giovinezza e tutti i suoi stravaganti inquilini. Il corteggiamento è rapido, così come la decisione di sposarsi.
Una volta diventata moglie del Prinivelli, però, Birce viene a conoscenza dell’esistenza del palazzo della Tripolina. Palazzo di cui il marito – e quindi anche lei – sarà erede quando l’anziana signora raggiungerà i tre cari estinti.
Però Tripolina, per quanto anziana, continua a cavarsela piuttosto bene, ad indossare i suoi abiti immersi nella naftalina, a dare da mangiare ai gatti insieme all’amica Lisetta. Che fare, allora? Il suocero Bazzi ha l’idea giusta: una firmetta dell’anziana signora su un atto di cessione!
Birce inizia a fare pressione su Augusto perché convinca la zia a firmare, ma lui tentenna e non riesce nemmeno a proporlo. Per di più, ad un certo punto la situazione si complica: arriva al caseggiato una nuova inquilina, la proprietaria di una profumeria, che di notte accusa degli strani mal di pancia…
Con Cosa è mai una firmetta, Andrea Vitali si prende una pausa dagli anni Trenta e dalla serie del Maresciallo Maccadò e dei suoi sottoposti. E fa bene. Per quanto tanti dei romanzi dei carabinieri di Bellano mi abbiano fatto ridere e stra ridere, ci sta una divagazione, soprattutto se l’idea è decisamente diversa. Invece del “giallognolo”, come l’autore ama definire le sue storie mistery, c’è una storia familiare dal sapore piuttosto aspro.
Niente su cui indagare, ma tanta miseria umana nascosta sotto il tappeto. Questa è sostanzialmente la storia di un sogno lecchese, che non sarà come il sogno americano ma per il protagonista è comunque di tutto rispetto, che si infrange contro una brutale realtà. Augusto Prinivelli sogna un salto di qualità, sia come location che come persone frequentate, ma si rende conto troppo tardi di non avere lo stesso fegato, o pelo sullo stomaco che dir si voglia, della sua nuova famiglia. Di fatto, egli è una persona sensibile e – io direi giustamente - non se la sente nemmeno di introdurre alla zia che l’ha cresciuto un discorso che sembra tanto un: ma allora, quand’è che vai all’altro mondo? Per questo motivo, egli finisce lentamente schiacciato in una pressa di equivoci, rabbie, bugie e frustrazioni, insieme ad una serie di personaggi da premio Nobel per la stranezza.
Non pensate che Vitali sia passato dal farci ridere al farci piangere; ci sono ancora tante, tantissime pagine divertenti. Ma, come spesso capita con i romanzi dell’autore, si finisce anche per masticare un po’ amaro.
Il film del mese
Al largo della penisola iberica, in una sorta di Medioevo fantastico, sorge un’isoletta sulla quale il Re Magnifico e la moglie Amaya hanno fondato il fantastico regno di Rosas.
Magnifico è un mago la cui famiglia è stata sterminata dai predoni, e che ha visto distrutto il regno in cui è cresciuto. Tormentato dall’idea che sogni e desideri possano non realizzarsi, e diventare quindi un peso sul cuore, egli ha fondato Rosas stabilendo alcune regole per lui fondamentali: si diventa cittadini affidando a lui il proprio sogno, e non se ne conserva alcun ricordo. Una volta al mese, Magnifico, in una magica cerimonia, esaudisce il desiderio di un cittadino meritevole.
A Rosas tutti stanno bene: si canta e si balla, tutti vogliono diventare cittadini, il re è molto amato ed ammirato. La diciassettenne Asha, guida turistica, che vive con la madre ed il nonno Sabino, soffre però il fatto che l’uomo, sulla soglia del centesimo compleanno, non abbia ancora visto realizzato il suo desiderio. Ella pensa così di proporsi come apprendista dal re, dal momento che i parenti degli apprendisti sono sempre favoriti durante le cerimonie magiche.
All’inizio il colloquio con il re sembra anche andare bene. Poi, però, Magnifico classifica il desiderio di Sabino come “potenzialmente pericoloso” e lo scarta, negando inoltre il posto ad Asha. La ragazza comprende che la protezione che il re promette è in realtà un controllo, e che tutti i sogni che contengono un briciolo di ribellione non verranno mai realizzati.
Delusa e sconfortata, ella decide di seguire un consiglio che le dava sempre il padre, che purtroppo non c’è più: guardare le stelle ed esprimere un desiderio. Dopo pochi minuti scende dal cielo una stella, una palla di luce che Asha battezza Star. In un attimo Star rianima il bosco di Rosas, fa parlare gli animali, risveglia le coscienze degli umani che si chiedono che cosa sia stata quell’ondata di magia non certo proveniente dal palazzo reale.
Ma il re Magnifico, furibondo all’idea che qualcuno stia sobillando le coscienze del suo devoto popolo, decide di aprire il libro della Magia Nera e passa al contrattacco.
Non sarebbero i preferiti di gennaio senza la recensione a qualche bel film visto durante le vacanze di Natale, e non potevo perdermi Wish, il cartone animato creato in occasione del centesimo anniversario della Disney. La pellicola è piena zeppa di omaggi… io almeno ho visto questi: la stella della sera è presente anche in Pinocchio e La principessa e il ranocchio; il villain che maschera il bisogno di controllo con il finto affetto e la protezione è già presente in Rapunzel; le piazze di Rosas ricordano un po’ il regno di Frozen; la capretta assomiglia a quella de Il Gobbo di Notre Dame; sulla scrivania di Magnifico ci sono la mela avvelenata di Biancaneve e la pietra con il ritratto di Simba; la foresta sembra quella di Biancaneve e gli animali parlanti accompagnano tutte le principesse; l’orso si chiama (Little) John e il cerbiatto Bambi; l’imbranataggine di Asha con la magia ricorda la Fata Smemorina di Cenerentola.
Mondo Disney a parte, c’è stato un momento in cui sono davvero crollata dentro al cinema, mi sono commossa pensando “questa cosa non succederà mai”. No, non sto parlando di realizzare i sogni. Su questo concordo con il messaggio del film: non sempre si concretizzano, ma l’importante è avere occasione di provarci, perché senza sognare staremmo sotto una campana di vetro, protetti ma immobili. Sto parlando del sollevarsi tutti insieme, un popolo intero, contro un tiranno che indossa la maschera del “protettore”. Non penso che in Italia questa cosa succederà mai. Ma forse sono pessimista…
La musica del mese
Lo spazio musicale dei “Preferiti del mese” del 2023 è stato dedicato a Taylor Swift. Per quello del 2024 ho pensato di portarvi nel mondo – per me magico – della danza!
Per chi ancora non lo sapesse, la danza è la mia passione fin dalle scuole medie. Ufficialmente il mio corso è di modern jazz, ma in ormai ventun anni e mezzo – di cui due un po’ incasinati per via del Covid – ho fatto davvero di tutto: canzoni contemporanee, musiche da film, brani da tutto il mondo, atmosfere Broadway ed ovviamente tanti classici.
Quest’anno ho pensato di proporvi, ogni mese, un paio di brani – diventati per me balletti – che potrebbero incarnare lo spirito del periodo.
A gennaio si sta volentieri al chiuso nei teatri e nei cinema. Nel 2007 abbiamo portato in scena il tema principale de Il fantasma dell’opera, con tanto di maschera decorata! (Link musica)
Un colore che assocerei a gennaio, mese in cui c’è ancora molto buio, è il blu. Nel 2016 abbiamo dedicato un balletto proprio a questo colore: prima io ho introdotto le mie amiche del classico sulle note di Blu cobalto dei Negramaro, poi loro hanno eseguito la Rapsodia in blu. (Link musica)
La poesia del mese
Per il mese di gennaio ho pensato ad un componimento di Maria Luisa Spaziani dal titolo L’indifferenza.
L’indifferenza è inferno senza fiamme,
ricordalo scegliendo fra mille tinte
il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso
tua solo è la colpa:
aspetta la tua impronta
questa palla di cera.
Le foto del mese
Per iniziare bene l’anno, niente di meglio dei buonissimi pasticcini di un negozio storico di Varazze! Perfetti a mezzanotte con un bicchiere di spumante…
Il 2 gennaio è la giornata nazionale della camminata sportiva per smaltire, si sa… Così io e la mia famiglia ci siamo incamminati oltre il porto di Varazze e siamo arrivati fino a Celle Ligure. Era un po’ che non ci tornavo ed era davvero un bel borgo.
Il 4 gennaio ci siamo svegliati con una giornata che pareva marzolina, così abbiamo deciso di fare una camminata dall’altra parte, lungo il percorso naturalistico della Passeggiata Europa. All’ora di pranzo eravamo a Cogoleto! C’era un clima da cartolina…
Dopo che le vacanze di Natale sono finite, il resto del mese è stato piuttosto ordinario: lavoro, clima molto freddo, weekend con hobbies casalinghi… però tutto tranquillo, quindi non mi lamento. E poi sono riuscita a ritagliarmi una domenica pomeriggio per andare agli Arcimboldi a vedere il musical di Peter Pan, di cui vi ho parlato in questo post.
Ecco il mio gennaio in breve!
La prima settimana è stata molto bella e vacanziera, le altre comunque non male.
Voi che mi raccontate? Come avete iniziato l'anno? Che libri, romanzi, canzoni vi sono piaciute? Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)