lunedì 29 gennaio 2024

I PREFERITI DI GENNAIO 2024

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori, primo appuntamento del 2024 con i "Preferiti del mese"! Sapete che è già il settimo anno da quando ho inserito questa rubrica? Come vola il tempo quando ci si diverte! Per quanto riguarda il blog, eh. Per il resto dipende... 

Scherzi a parte, vediamo insieme tutto quello che mi è piaciuto a gennaio, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese


Bellano, 1956. Augusto Prinivelli ha venticinque anni e sente su di sé tutto il peso di essere un orfano di provincia. I genitori lo hanno lasciato presto, ed egli è cresciuto con l’anziana zia Tripolina, una donna di buon cuore, ma senza istruzione e del tutto appartenente ad un mondo che per lui è l’età della pietra.


Augusto e Tripolina abitano in uno degli appartamenti del caseggiato appartenente alla zia, insieme alle tre foto dei cari estinti (i genitori e lo zio del ragazzo), che li guardano dalla credenza come fantasmi fedeli. Gli altri appartamenti sono stati affittati – per una quota mensile che è praticamente una mancia – ad una variegata fauna umana: un sarto fumatore e con bronchite cronica, con una moglie devota ed un figlio prete che si fa vivo ogni tanto; un messo comunale con figlia a carico, separata e costantemente chiusa in bagno; l’anziana Lisetta, cara amica di Tripolina; una famiglia siciliana che tutti giudicano forestiera; la famiglia di un vecchio amico di Augusto, che egli, in segreto, detesta. In verità, il nostro protagonista non ne può più soltanto degli inquilini, ma anche di tutto il resto: la sonnolenta vita di provincia, la rassegnazione ad uno stile di vita semplice, la zia Tripolina che continua ad insistere perché sposi una ragazza del paese, il treno che tutti i giorni lo porta al lavoro.


Augusto, infatti, è un perito tecnico esperto di disegno industriale, e lavora all’azienda Bazzi di Lecco, specializzata in minuterie metalliche. Un giorno, quasi per caso, egli incontra Birce, la figlia del titolare, ed è un colpo di fulmine. Per lui. Per lei è più che altro la necessità di sposarsi e fare di nuovo la figura della donna rispettabile con i suoi concittadini, che l’hanno vista mandare a monte due fidanzamenti.


In Birce Augusto vede la possibilità di una vita agiata, di stabilirsi in quella che per lui è una grande città, di lasciare perdere definitivamente il caseggiato cadente della sua giovinezza e tutti i suoi stravaganti inquilini. Il corteggiamento è rapido, così come la decisione di sposarsi.


Una volta diventata moglie del Prinivelli, però, Birce viene a conoscenza dell’esistenza del palazzo della Tripolina. Palazzo di cui il marito – e quindi anche lei – sarà erede quando l’anziana signora raggiungerà i tre cari estinti.


Però Tripolina, per quanto anziana, continua a cavarsela piuttosto bene, ad indossare i suoi abiti immersi nella naftalina, a dare da mangiare ai gatti insieme all’amica Lisetta. Che fare, allora? Il suocero Bazzi ha l’idea giusta: una firmetta dell’anziana signora su un atto di cessione!


Birce inizia a fare pressione su Augusto perché convinca la zia a firmare, ma lui tentenna e non riesce nemmeno a proporlo. Per di più, ad un certo punto la situazione si complica: arriva al caseggiato una nuova inquilina, la proprietaria di una profumeria, che di notte accusa degli strani mal di pancia…



Con Cosa è mai una firmetta, Andrea Vitali si prende una pausa dagli anni Trenta e dalla serie del Maresciallo Maccadò e dei suoi sottoposti. E fa bene. Per quanto tanti dei romanzi dei carabinieri di Bellano mi abbiano fatto ridere e stra ridere, ci sta una divagazione, soprattutto se l’idea è decisamente diversa. Invece del “giallognolo”, come l’autore ama definire le sue storie mistery, c’è una storia familiare dal sapore piuttosto aspro.


Niente su cui indagare, ma tanta miseria umana nascosta sotto il tappeto. Questa è sostanzialmente la storia di un sogno lecchese, che non sarà come il sogno americano ma per il protagonista è comunque di tutto rispetto, che si infrange contro una brutale realtà. Augusto Prinivelli sogna un salto di qualità, sia come location che come persone frequentate, ma si rende conto troppo tardi di non avere lo stesso fegato, o pelo sullo stomaco che dir si voglia, della sua nuova famiglia. Di fatto, egli è una persona sensibile e – io direi giustamente - non se la sente nemmeno di introdurre alla zia che l’ha cresciuto un discorso che sembra tanto un: ma allora, quand’è che vai all’altro mondo? Per questo motivo, egli finisce lentamente schiacciato in una pressa di equivoci, rabbie, bugie e frustrazioni, insieme ad una serie di personaggi da premio Nobel per la stranezza.


Non pensate che Vitali sia passato dal farci ridere al farci piangere; ci sono ancora tante, tantissime pagine divertenti. Ma, come spesso capita con i romanzi dell’autore, si finisce anche per masticare un po’ amaro.



Il film del mese


Al largo della penisola iberica, in una sorta di Medioevo fantastico, sorge un’isoletta sulla quale il Re Magnifico e la moglie Amaya hanno fondato il fantastico regno di Rosas.


Magnifico è un mago la cui famiglia è stata sterminata dai predoni, e che ha visto distrutto il regno in cui è cresciuto. Tormentato dall’idea che sogni e desideri possano non realizzarsi, e diventare quindi un peso sul cuore, egli ha fondato Rosas stabilendo alcune regole per lui fondamentali: si diventa cittadini affidando a lui il proprio sogno, e non se ne conserva alcun ricordo. Una volta al mese, Magnifico, in una magica cerimonia, esaudisce il desiderio di un cittadino meritevole.


A Rosas tutti stanno bene: si canta e si balla, tutti vogliono diventare cittadini, il re è molto amato ed ammirato. La diciassettenne Asha, guida turistica, che vive con la madre ed il nonno Sabino, soffre però il fatto che l’uomo, sulla soglia del centesimo compleanno, non abbia ancora visto realizzato il suo desiderio. Ella pensa così di proporsi come apprendista dal re, dal momento che i parenti degli apprendisti sono sempre favoriti durante le cerimonie magiche.


All’inizio il colloquio con il re sembra anche andare bene. Poi, però, Magnifico classifica il desiderio di Sabino come “potenzialmente pericoloso” e lo scarta, negando inoltre il posto ad Asha. La ragazza comprende che la protezione che il re promette è in realtà un controllo, e che tutti i sogni che contengono un briciolo di ribellione non verranno mai realizzati.


Delusa e sconfortata, ella decide di seguire un consiglio che le dava sempre il padre, che purtroppo non c’è più: guardare le stelle ed esprimere un desiderio. Dopo pochi minuti scende dal cielo una stella, una palla di luce che Asha battezza Star. In un attimo Star rianima il bosco di Rosas, fa parlare gli animali, risveglia le coscienze degli umani che si chiedono che cosa sia stata quell’ondata di magia non certo proveniente dal palazzo reale.


Ma il re Magnifico, furibondo all’idea che qualcuno stia sobillando le coscienze del suo devoto popolo, decide di aprire il libro della Magia Nera e passa al contrattacco.



Non sarebbero i preferiti di gennaio senza la recensione a qualche bel film visto durante le vacanze di Natale, e non potevo perdermi Wish, il cartone animato creato in occasione del centesimo anniversario della Disney. La pellicola è piena zeppa di omaggi… io almeno ho visto questi: la stella della sera è presente anche in Pinocchio e La principessa e il ranocchio; il villain che maschera il bisogno di controllo con il finto affetto e la protezione è già presente in Rapunzel; le piazze di Rosas ricordano un po’ il regno di Frozen; la capretta assomiglia a quella de Il Gobbo di Notre Dame; sulla scrivania di Magnifico ci sono la mela avvelenata di Biancaneve e la pietra con il ritratto di Simba; la foresta sembra quella di Biancaneve e gli animali parlanti accompagnano tutte le principesse; l’orso si chiama (Little) John e il cerbiatto Bambi; l’imbranataggine di Asha con la magia ricorda la Fata Smemorina di Cenerentola.


Mondo Disney a parte, c’è stato un momento in cui sono davvero crollata dentro al cinema, mi sono commossa pensando “questa cosa non succederà mai”. No, non sto parlando di realizzare i sogni. Su questo concordo con il messaggio del film: non sempre si concretizzano, ma l’importante è avere occasione di provarci, perché senza sognare staremmo sotto una campana di vetro, protetti ma immobili. Sto parlando del sollevarsi tutti insieme, un popolo intero, contro un tiranno che indossa la maschera del “protettore”. Non penso che in Italia questa cosa succederà mai. Ma forse sono pessimista…



La musica del mese


Lo spazio musicale dei “Preferiti del mese” del 2023 è stato dedicato a Taylor Swift. Per quello del 2024 ho pensato di portarvi nel mondo – per me magico – della danza!


Per chi ancora non lo sapesse, la danza è la mia passione fin dalle scuole medie. Ufficialmente il mio corso è di modern jazz, ma in ormai ventun anni e mezzo – di cui due un po’ incasinati per via del Covid – ho fatto davvero di tutto: canzoni contemporanee, musiche da film, brani da tutto il mondo, atmosfere Broadway ed ovviamente tanti classici.


Quest’anno ho pensato di proporvi, ogni mese, un paio di brani – diventati per me balletti – che potrebbero incarnare lo spirito del periodo.



A gennaio si sta volentieri al chiuso nei teatri e nei cinema. Nel 2007 abbiamo portato in scena il tema principale de Il fantasma dell’opera, con tanto di maschera decorata! (Link musica)



Un colore che assocerei a gennaio, mese in cui c’è ancora molto buio, è il blu. Nel 2016 abbiamo dedicato un balletto proprio a questo colore: prima io ho introdotto le mie amiche del classico sulle note di Blu cobalto dei Negramaro, poi loro hanno eseguito la Rapsodia in blu. (Link musica)



La poesia del mese


Per il mese di gennaio ho pensato ad un componimento di Maria Luisa Spaziani dal titolo L’indifferenza.


L’indifferenza è inferno senza fiamme,

ricordalo scegliendo fra mille tinte

il tuo fatale grigio.


Se il mondo è senza senso

tua solo è la colpa:

aspetta la tua impronta

questa palla di cera.



Le foto del mese


Per iniziare bene l’anno, niente di meglio dei buonissimi pasticcini di un negozio storico di Varazze! Perfetti a mezzanotte con un bicchiere di spumante…



Il 2 gennaio è la giornata nazionale della camminata sportiva per smaltire, si sa… Così io e la mia famiglia ci siamo incamminati oltre il porto di Varazze e siamo arrivati fino a Celle Ligure. Era un po’ che non ci tornavo ed era davvero un bel borgo.



Il 4 gennaio ci siamo svegliati con una giornata che pareva marzolina, così abbiamo deciso di fare una camminata dall’altra parte, lungo il percorso naturalistico della Passeggiata Europa. All’ora di pranzo eravamo a Cogoleto! C’era un clima da cartolina…



Dopo che le vacanze di Natale sono finite, il resto del mese è stato piuttosto ordinario: lavoro, clima molto freddo, weekend con hobbies casalinghi… però tutto tranquillo, quindi non mi lamento. E poi sono riuscita a ritagliarmi una domenica pomeriggio per andare agli Arcimboldi a vedere il musical di Peter Pan, di cui vi ho parlato in questo post.




Ecco il mio gennaio in breve! 

La prima settimana è stata molto bella e vacanziera, le altre comunque non male. 

Voi che mi raccontate? Come avete iniziato l'anno? Che libri, romanzi, canzoni vi sono piaciute? Fatemi sapere! 

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 25 gennaio 2024

POESIE D'INVERNO

 Spazio Scrittura Creativa: gennaio 2024




Cari lettori,

benvenuti al primo appuntamento del 2024 con la rubrica “Spazio Scrittura Creativa”!


Per iniziare l’anno in modo originale ho pensato di fare come l’anno scorso a marzo ed a giugno e di proporvi qualcuna delle mie poesie, tirandole fuori dal mio vecchio archivio.


Vi avviso: i quattro componimenti che leggerete oggi sono un pochino… datati, più ancora delle poesie che vi avevo proposto negli altri due post. Si sa che ogni tanto nelle lunghe sere d’inverno viene voglia di spolverare vecchie foto e ricordi, e non vi nascondo che qualche volta il “cringiometro” (senso di imbarazzo, per i vecchietti come me) è salito alle stelle.


Però queste piccole e semplici poesie mi sono sembrate perfette per questo clima invernale! Ricordo ancora adesso come rimanessi male quando la giornata iniziava con un diluvio ancora prima di uscire di casa, e come invece vedere la brina ed il sole che sorgeva mi riempisse di energia e speranza in attesa della primavera.


Spero di fare cosa gradita non lasciandole nel cassetto e proponendovele oggi!



Le stelle


Guardare le stelle.

Per i più

questa capacità si perde

nella notte del passato,

ma i pochi che la conservano

sono in grado di filtrare, con la luce,

mille emozioni,

che sono raggruppate

in un unico punto luminoso,

e lanciano messaggi

solo a chi sa coglierli.



Fremito


Mattina di febbraio.

Godiamoci il sole

che con i suoi fili dorati

si rispecchia laddove non può entrare.

Esuli i fili si posano sulle primule

che hanno un fremito e obbediscono

aprendo gli occhi e guardando il loro signore,

che oggi scaccia i demoni grigi

lasciando spazio agli angeli rosa

che provano un fremito

all’essere accolti

nel grande cerchio azzurro.



Il pettirosso


Sulla transenna c’è un pettirosso.

È bello e tondo,

ma vedo inquietudine

nei suoi grandi occhi.

Egli, come un automa

che deve seguire il proprio destino,

vaga cercando nella neve

ogni sorta di cibo,

per poter sopravvivere

al gelido inverno

che soffoca la vita.

È bello sapere che questo pettirosso

ha amici forti, potenti,

che lui non sa di avere,

ma che ci sono e lo aiutano.



Più forte


Un’altra mattina.

Il sole batte sul prato

e delle gocce di rugiada

si uniscono.

Formano un fiore,

uno strano fiore lilla.

Or non si sa

se quel fiore

crescerà e resisterà

alla tristezza della pioggia,

ma se lo farà,

sarà più forte

del sole che lo ha creato.




E questo è tutto per il primo angolo creativo dell’anno!

Mi raccomando, non fatevi problemi nell’esprimere i vostri pensieri. Come dicevo già le altre volte, è proprio tanto che non mi dedico alla poesia, e mi piacerebbe sapere i vostri pareri per pensarci un po’ su, per valutare l’idea di riprendere, per meditare su quali migliorie potrei apportare prima di ripartire, sui temi che potrei prediligere… insomma, ditemi voi!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


lunedì 22 gennaio 2024

PETER PAN

 Il musical in scena al Teatro Arcimboldi di Milano




Cari lettori,

sono molto contenta di inaugurare i “Consigli teatrali” del 2024 con uno spettacolo che avevo prenotato da tempo, a cui tenevo molto e che mi è piaciuto moltissimo: Peter Pan agli Arcimboldi.


Diciamocelo pure, questa storia che gennaio è infinito a me sembra una leggenda metropolitana. La prima settimana – di vacanza – non si è praticamente vista; in un attimo è terminata anche la settimana della ripresa e mi sono ritrovata a metà mese ed a teatro per questo appuntamento a lungo atteso.


Purtroppo Peter Pan era lo spettacolo di Natale degli Arcimboldi ed io, un po’ per l’affollamento ed un po’ per via della partenza per il mare, non sono riuscita a trovare posto prima del 14, che era l’ultima data milanese. So però che la carovana del musical proseguirà per altre città d’Italia, così ne approfitto per consigliarvelo!



Una storia senza tempo


Penso che tutti conosciamo la storia di Peter Pan.


Nella Londra di inizio ‘900 c’è un misterioso cantore che ogni giorno viene al parco a raccontare le storie di Peter Pan e Capitan Uncino; è adorato dai bambini e malvisto dagli adulti, che hanno paura che le menti dei figli siano “traviate” da questo individuo un po’ troppo fantasioso.


Una bambina che sta quasi per diventare ragazza, Wendy Darling, racconta le storie del cantore ai suoi fratellini, John e Michael, ed alla loro cagnolona Nana. Il padre, però, è rigido ed un po’ all’antica, ed è contrario alla narrazione di queste storie, così decide che Wendy è pronta a dormire da sola, come fanno gli adulti.


Proprio quella notte, però, irrompono nella camera sia Peter Pan, il bambino che non vuole crescere mai, sia la sua fata Trilli. Peter convince i tre piccoli Darling a volare con lui e Trilli sull’isola che non c’è, dove li attendono gli Indiani, i Bambini Sperduti a cui Wendy potrà fare da mamma, il mare con i coccodrilli, ed ovviamente i Pirati e Capitan Uncino. Ma non tutto andrà come previsto, e forse per Wendy è davvero giunto il momento di diventare grande.



Il cast e l’interazione con il pubblico


La storia è conosciutissima, e penso che tutti ci aspettassimo la scelta di restare fedeli ad essa, ma quello che personalmente mi ha sorpreso è l’inserimento di momenti di interazione con il pubblico. Specie durante lo spettacolo pomeridiano – che è quello a cui ho assistito io – c’erano tantissime famiglie con bambini, ai quali è stato distribuito un kit contenente un braccialetto luminoso per illuminare i momenti più bui, una bandana per entrare a far parte dei pirati e dei coriandoli per festeggiare il lieto fine.


Anche il pubblico adulto viene coinvolto in un paio di momenti che, ne sono certa, vi divertiranno e vi commuoveranno.


Il cast presenta dei nomi interessanti. Il giovanissimo Leonardo Cecchi, italo americano già visto anni fa nel telefilm Alex&co., è un Peter Pan sorprendente, non solo attore e cantante, ma anche ballerino e quasi acrobata in alcuni momenti. La bellissima voce di Wendy è quella di Martha Rossi, un vecchio volto di Amici. Giglio Tigrato è Martina Attili, che aveva riscosso un certo successo qualche anno fa ad X Factor.


Per gli appassionati di musical, però, il pezzo forte è la presenza di Giò di Tonno, l’indimenticabile Quasimodo di Notre Dame, che qui interpreta Capitan Uncino. La sua voce è inconfondibile, già al primo “Ciurma!” urlato nel buio avevamo capito tutti che era lui.



Scenografie, musiche, emozioni


Le scenografie sono bellissime. Sullo sfondo di un cielo stellato – perché tutto accade in una lunga notte – vengono posizionate delle scenografie che immagino vengano fatte ruotare durante dei brevi intermezzi (nei quali il sipario è chiuso e pochi personaggi sono nella parte anteriore del palcoscenico). Ci sono il parco, la camera dei piccoli Darling, la barca dei Pirati, il covo degli Indiani, la foresta dove si nascondono i Bambini Sperduti.


Penso che non ci sia bisogno di presentare le musiche: sono tratte dal famosissimo disco Sono solo canzonette di Edoardo Bennato, un album del 1980 interamente ispirato a Peter Pan, alle sue tematiche ed ai suoi personaggi.


Alcuni di questi brani sono inseriti in contesti che già mi immaginavo, come per esempio L’isola che non c’è, cantata da Peter Pan a Wendy per convincerla a seguirlo. Altri sono piuttosto inaspettati: di certo non pensavo a Viva la mamma! riferita a Wendy, così giovane eppure già così matura, e di conseguenza con già così tante responsabilità sulle spalle. Altri ancora, infine, sono presentati in vesti inedite, come la canzone di Spugna, in una versione Broadway che mi è piaciuta molto.




Lo spettacolo è piuttosto lungo, ma, come avrete intuito, passa in un attimo!

Le emozioni sono davvero tante, ed alcune trovate sul palco mi hanno proprio sorpreso. Voi mi conoscete e sapete che sono stata anche molto contenta di tornare a teatro… davanti (e occasionalmente sul) palcoscenico sono sempre felice!

Fatemi sapere se avete visto lo spettacolo, se vi è piaciuto, se andrete a vederlo in qualche altra città!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 18 gennaio 2024

ULTIMO SALUTO AL NATALE

 Due raccolte di racconti a cura di Fiorenza Pistocchi




Cari lettori,

oggi, per le nostre ultime “Letture...a tema”, vi propongo un post che sarebbe potuto rientrare tranquillamente nel nostro “Christmas countdown”.


Se ben ricordate, circa a metà dicembre vi avevo proposto tre raccolte di racconti a tema "Natale a Milano", a cura della professoressa e scrittrice Fiorenza Pistocchi. Ognuna di esse ritraeva la città meneghina dipingendola con una tinta diversa: gialla, rossa, verde.


Queste raccolte erano dei prestiti, ma, visto che mi sono piaciute, prima di partire per il mare, appena dopo Natale, mi sono fatta prestare gli altri due volumi della raccolta, i più vecchi. Mi sembrava una buona idea per restare nello spirito festivo fino al 6 gennaio (e anche oltre… non so voi, ma per me è sempre una grande difficoltà togliere le decorazioni)!


Oggi chiudiamo – penso – definitivamente il periodo festivo, e credo che per quasi due mesi ci toccherà arrenderci al puro e semplice inverno. Ma non perdiamoci d’animo e vediamo insieme le letture di oggi!



Natale a Milano – La città dei desideri


Esattamente come le raccolte in “giallo, rosso, verde”, anche questo volume è edito dalla Neos Edizioni. Purtroppo, però, essendo un libro più vecchio di quelli di cui vi avevo parlato il mese scorso, non era ancora attiva la partecipazione con il “cuoco in cravatta”, e così non ci sono ricette. I racconti, però, sono intervallati da belle foto in bianco e nero con scorci suggestivi di Milano, magari non così noti a chi vive altrove, sicuramente ben conosciuti da chi frequenta ed ama questa città.


Sono i sogni, i desideri, le speranze a fare da protagonisti sotto Natale.


In Natale a Milano – 1385 viene raccontata la notte della Vigilia di Gian Galeazzo Visconti, uomo di potere senza scrupoli che è diventato signore di Milano con mezzi non proprio leciti, e che, suo malgrado, si ritroverà davanti qualcosa che non si sarebbe mai aspettato: qualcuno più crudele di lui.


Pecore con le ali è la dolcissima storia di un bimbo che vorrebbe fare l’angelo per il presepe vivente ed invece è sempre convinto dal rigidissimo Don Daniele a fare la pecora o il pastore.


Sorelle per sempre racconta i quattro punti di vista dei componenti di una giovane famiglia che ha appena perso la madre per un male incurabile.


Un libro sotto l’albero è il resoconto dei pensieri di alcuni avventori di una libreria del centro di Milano, tutti animati da sogni diversi.


La denuncia di un’Italia razzista e le tante difficoltà di chi arriva qui da paesi straziati dalla guerra sono invece al centro della narrazione di La pelle di Jibril Usman.


Cosa c’entrano un ragioniere milanese vecchio stampo sull’orlo della pensione e il Millennium Bug? Scopriamolo insieme leggendo Natale 1999 – Il baco del millennio.


L’avvento di un tassista è la storia di un uomo che ha deciso di rendere speciale il suo taxi aggiungendo una sorta di “diario di bordo”, sul quale ogni passeggero può scrivere un pensiero o un sogno.


Un bambino a cui manca il papà, un padre costantemente in missione nei luoghi più pericolosi del mondo e una madre che cerca di tenere insieme la famiglia sono i tre protagonisti di Una sera...una stella.


Quando sarai tu a fare queste domande? È la storia delle varie fasi di un rapporto padre-figlio, con l’amore per la montagna a fare da sfondo.


Due sono i piani temporali de La forza del destino: il 2007, quando una signora ormai matura ritrova foto di anni prima, e gli anni ‘60, periodo in cui la protagonista lavorava per un’azienda ed era diventata amica di una ragazza arrivata dal Sud che sognava la felicità.


Un gran sorriso per Natale ha per protagonista una donna che decide finalmente di ribellarsi al suo capo, nonché amante, che l’ha sempre e solo sfruttata.


Immagina è la cronaca delle feste di Natale di un bambino innamorato della musica dei Beatles.


La stella cadente è il testamento di un’anziana donna di nome Natalina, che ha vissuto una vita semplice ma felice ed ha sempre amato le feste natalizie.


Un cuore che danza è la mia storia preferita, tutta incentrata sull’Accademia della Scala e su alcune adolescenti che hanno fatto del balletto la loro ragione di vita.



Natale a Milano – Moving stories


Moving stories è la prima delle raccolte della serie Natale a Milano, ed è un vero e proprio viaggio attraverso la città. Per me è stato un grande piacere percorrere le strade di Milano insieme ai protagonisti di queste storie: sono tornata con la mente a quegli anni in cui frequentavo l’Università e mi capitava spesso di attraversare la città (alcuni quartieri in particolare). Anche i primi anni di lavoro mi hanno riportato a Milano. Ultimamente sono rimasta in provincia, dove ho sempre vissuto e dal 2017 in avanti ho anche lavorato, ma cerco di tornare nel weekend, quando riesco, sia per vedere che qualche amica che per visitare mostre o vedere spettacoli.



Amore 17 è la storia di una studentessa, poi diventata insegnante, che, curiosamente, riceve i consigli più importanti della sua vita quelle poche volte che le capita di prendere un taxi a Milano, ascoltando un particolare programma radiofonico.


Il bello di Milano è un racconto divertentissimo: che succederebbe se il fondatore vichingo della città, schifato dalla piega che ha preso la sua “creatura”, tornasse in vita solo con l’obbligo di distruggerla, chiedendo aiuto all’unica studiosa che ha sempre creduto alle leggende che lo riguardano?


Il treno viaggiava nella nebbia è una storia inquietante sull’impossibilità di sfuggire al proprio destino, anche se è triste, persino se qualche volta è terribile. Vi confesso che questo racconto mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, ma leggete voi per giudicare.


Il tram di Viale Monte Nero è un omaggio agli anni ‘60 ed al piccolo mondo del tempo, tra padri che mantengono la famiglia con un mestiere da elettricista, madri che praticano l’economia domestica, bambini che frequentano una scuola che sembra lontanissima nel tempo e cugini di papà che si sono appena lanciati a lavorare per la neonata televisione.


Rosa è la storia di una donna che decide di rompere il muro dell’indifferenza da cui spesso sono circondati i senzatetto di Milano.


Le storie di zia Caterina, aspirante scrittrice, specializzata in gialli e panettone ripieno con mascarpone e cioccolato, sono le protagoniste di Un giallo leggero a Porta Sempione.


Un pensionato diretto a Crescenzago prende il tram e riflette sulla Milano di ieri e di oggi in Natale in via Padova.


Un personaggio misterioso, animato da un intento che sembra questione di vita e di morte, si muove come un fantasma per la città meneghina in Ultim’ora.


Il Natale di Angela ha per protagonista una giovane operaia della provincia che avrà a che fare con Milano durante la Seconda Guerra Mondiale, e con la resistenza partigiana. Questa storia mi è piaciuta particolarmente perché è anche un omaggio a Cernusco sul Naviglio, il mio paese, ed alla zona della Martesana.


Viaggio a Betlemme è l’incredibile ma attualissima storia della creazione di una sorta di “presepe contemporaneo”.


Si torna a parlare di senzatetto, ed in modo particolare di un uomo sfortunato anche per quanto riguarda la salute e della sua guerra quotidiana, in Il mendicante.


Tutti in taxi sui Navigli, tra la Milano del passato e le installazioni artistiche di oggi, se si legge El sciur Bianchi va in taxi.


Addio Milano – dicembre 1918 è la storia di un giovanissimo reporter di guerra finito per caso al centro di un’azione eroica. Io non ho capito subito dove andava a parare il racconto, ma vi assicuro che è uno dei più belli.


C’era una volta a Natale è una riflessione dolceamara sui rapporti familiari, su come li diamo per scontati ed a volte provochino anche in noi un velato fastidio… almeno finché qualcuno non viene a mancare.


A spasso in tram di Jacopo Casoni racconta il viaggio quotidiano di un anziano reduce di guerra, quasi cieco e con una protesi alla gamba, che ama passare la giornata in tram e parlare con i passeggeri, ricordando la Milano che non c’è più.



Anche in questo volume non ci sono ancora le ricette, ma tra un racconto e l’altro ci sono approfondimenti sui luoghi che fanno da ambientazione alle storie.




E con questo credo che abbiamo finito con le raccolte natalizie!

Questo periodo dell’anno non è il mio preferito, perché le feste sono appena passate e la primavera è decisamente lontana. Però le vacanze di Natale aiutano a ripartire con lucidità e prima che arrivino i mesi primaverili, per me sempre pienissimi di impegni di ogni genere, forse, e dico forse, ci si può godere ancora un po’ di lentezza.

Per ora ci tocca salutare la Milano natalizia!

Fatemi sapere se avete letto queste raccolte o se vi ho incuriosito.

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)