lunedì 28 novembre 2022

I PREFERITI DI NOVEMBRE 2022

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

eccoci arrivati agli ultimi giorni di novembre!

Sinceramente spero che la fine di questo mese mi porterà un bel sospiro di sollievo. Novembre è un periodo molto intenso per la scuola, ricco anche di scadenze, e ci sono state almeno due settimane (ma anche tre) in cui non sapevo davvero da che parte girarmi ed anche per i miei amati hobbies non avanzava poi molto tempo.

Fortunatamente sono riuscita comunque a ritagliarmi dei piccoli spazi per libri, film, musica e affini!

Ecco tutto quello che mi è piaciuto ultimamente :-)



Il libro del mese


Protagonista de La felicità del cactus è Susan Green, una donna di quarantacinque anni la cui vita è tutta organizzata ed incasellata fin nel minimo dettaglio. La sua famiglia è originaria di Birmingham, ma ella da tempo vive a Londra in un appartamento fatto su misura per lei e lavora come impiegata nella pubblica amministrazione, occupandosi soprattutto di numeri e far quadrare i conti. La sua vita quotidiana è molto monotona, tra un lavoro tranquillo ma un po’ ripetitivo, rapporti umani ridotti al minimo ed un unico hobby, collezionare e coltivare cactus. Persino in amore Susan ha trovato una sorta di razionale compromesso: da molto tempo ella ha stretto un accordo con un suo coetaneo, Richard, e con lui si diverte senza impegno, frequentando luoghi di cultura e ristoranti di lusso.


Nel corso di un’estate, però, tutto cambia. Innanzitutto, Susan riceve una chiamata da suo fratello Edward, con il quale, se può, cerca di non avere alcun contatto. Edward, precario da sempre ed al momento di nuovo disoccupato, piuttosto sfaccendato e tendente all’ubriachezza, da mesi era tornato a vivere in campagna dall’anziana madre, ma la donna, che già aveva avuto un ictus, si è spenta all’improvviso. In un attimo, Susan si rende conto di essere orfana: il padre, depresso ed alcoolizzato, li aveva già lasciati da tempo. Il funerale della madre è un momento pietoso, tra l’organizzazione pessima, i momenti di ubriachezza molesta di suo fratello, i parenti con i quali si rende conto di non avere più nessun rapporto al di là delle formalità (in particolare le risulta difficile sopportare la ciarliera zia Sylvia e le sue sciocche cugine).


I guai di Susan, però, non sono finiti con l’elaborazione del lutto. Da qualche mese ha scoperto di essere incinta ed è fin troppo tempo che fa finta di niente, sia con gli altri che soprattutto con se stessa. Terrorizzata dalla prospettiva che suo figlio possa avere in casa un uomo come suo padre, ella informa Richard con freddezza e poi lo taglia fuori completamente, nonostante lui insista a più riprese per vivere la paternità e per occuparsi del mantenimento, anche se loro due non sono più (o forse non sono mai stati) una coppia.


Come ciliegina su questa torta traballante arriva una diatriba legale: la madre, prima di morire, ha lasciato la loro casa di famiglia interamente al fratello Edward, e Susan sospetta che sia stata convinta con l’inganno.


Proprio quando, però, la vita di Susan si è fatta improvvisamente molto più difficile ed imprevedibile, alcune persone entrano, per la prima volta, a fare parte della sua vita ed a toccarle il cuore.


La prima è Kate, la vicina di casa che non ha mai degnato di uno sguardo perché casalinga e madre di due piccoli e quindi troppo diversa da lei. La distanza, all’improvviso, si è annullata: il marito di Kate l’ha lasciata, così entrambe, ora, sono due madri single desiderose di aiuto e comprensione reciproca. La seconda invece è Rob, un amico di Edward che fa il giardiniere e bazzica spesso la loro casa di famiglia. All’inizio Susan lo accoglie con grande antipatia, ritenendolo una “spia del nemico” (suo fratello); poi, però, una serie di eventi glielo fanno rivalutare.



La felicità del cactus è stato una sorpresa, un romanzo che non conoscevo affatto ma che mi è stato regalato dalla mia amica Mara per il mio compleanno a fine settembre. Dovendo trovare un genere per definirlo, direi che appartiene alla grande categoria della commedia romance, ma ha anche qualcosa dell’English humour e del dramma familiare. È una storia che alterna momenti romantici ad altri pungenti, pagine quasi idilliache ad altre piuttosto sarcastiche. Personalmente lo considero un romanzo intriso di una buona dose di realismo, ricco di sentimenti di ogni genere, proprio com’è la vita.


Susan è una donna che è stata ripetutamente ferita dalla sua famiglia, e a più di quarant’anni non si sente ancora accolta. Le è costato molto costruire il suo piccolo rifugio, sia dal punto di vista lavorativo che privato, e lo difende con le unghie e con i denti. Purtroppo, però, con buona pace sua e di tutti i fautori delle teorie del genere
è tutto nella tua mente, la vita fa proprio quel che vuole, ed amicizia e amore entrano dalla finestra, di soppiatto, con modalità del tutto inaspettate.


L’ho trovato un romanzo intenso ed abbastanza corposo ma anche leggibile in fretta e ben tradotto. Lo consiglio soprattutto a chi, come Susan e talvolta come me, ha la pretesa di programmare ogni giornata della sua vita e di avere tutto sotto controllo. A volte fa proprio bene non comportarsi come un cactus pungendo tutto ciò che c’è intorno!



Il film del mese



Luigi Pirandello, professore, poeta e drammaturgo, sta vivendo un momento di profonda crisi personale e professionale. La convivenza con la moglie affetta da problemi psicologici lo porta a riflettere sempre più sul tema della follia e lo rende a sua volta fragile. Egli vorrebbe completare la sua nuova commedia, ma non ha l’ispirazione, o meglio, in fondo al cuore ce l’ha, ma nulla di quello che ha in mente è mai stato portato in scena finora.


Proprio in quel periodo, nel 1920, egli ritorna a Girgenti, suo paese natale, solo per scoprire che è morta la sua anziana balia. Per il funerale egli incarica una coppia di impresari funebri, Nofrio e Bastiano, che si presentano subito come due personaggi piuttosto originali, con una grande passione extra lavorativa: il teatro amatoriale. Essi, infatti, dirigono una piccola compagnia locale, di cui fanno parte tante persone del paese, e si occupano principalmente di commedie, spesso ispirate a fatti veri (tradimenti, abbandoni, truffe) accaduti in zona. Pirandello capita quasi per caso ad una loro prova, e da allora torna più volte, scivolando dietro le quinte ed osservando come il confine tra realtà e finzione sia sempre più sottile per Nofrio e Bastiano, sue inaspettate muse ispiratrici.


A poco a poco, egli inizia a concepire una nuova storia, i Sei personaggi in cerca d’autore, dando così tregua alle oscure figure familiari che da mesi lo perseguitano, fanno parte dei suoi incubi e gli “chiedono udienza” (come ama dire lui) tutte le domeniche.



Da ex studentessa di Lettere/Filologia Moderna che ha amato i suoi studi, devo dire che guardare La stranezza è stata una grande emozione. Il momento che mi ha colpito di più è forse il dialogo con Giovanni Verga, che Pirandello va a trovare in occasione dei suoi 80 anni: il maestro del Verismo dice al drammaturgo che egli si sta incamminando su una strada buia, che nessun altro ha percorso. Mi chiedo se ci siano testimonianze dirette di questo dialogo o se sia stato lo sceneggiatore ad immaginare una scena di questo tipo.


In ogni caso è verosimile pensare che qualche autore di primo piano abbia tentato – anche in buona fede, come in questo caso – di riportare alla ragione Pirandello, che, immerso nelle sue nebbie creative, stava cercando di trovare il bandolo della matassa. Bandolo che poi si sarebbe rivelato essere un modo rivoluzionario di concepire il teatro; qualcosa che, secondo me, egli aveva in mente da parecchio tempo. Uno dei miei corsi di Letteratura italiana alla Magistrale è stato proprio incentrato su Pirandello poeta e ricordo bene di aver scritto una tesina in cui rintracciavo già l’interesse per gli elementi teatrali nelle sue prime produzioni poetiche (ve ne parlo meglio in questo post).


La grande serietà del Maestro (interpretato da Toni Servillo), unita alla sua garbata tristezza, cozzano con l’atteggiamento di Nofrio e Bastiano, ovvero Ficarra e Picone. Forse La stranezza più grande di questo film è proprio questa continua mescolanza tra elementi estremamente tragici e momenti in cui non si smette di ridere (anche se devo dire che non è un riso per niente scontato: Ficarra e Picone hanno fatto passi da gigante da quando facevano i due calciatori a Zelig).


Credo che questa alternanza rappresenti appieno il personaggio di Pirandello, così come la conclusione del film… che vi consiglio proprio di recuperare!



La musica del mese


Per questo mese di novembre, purtroppo un po’ troppo caotico – sperando in un dicembre più lento - , ho pensato che la parola chiave potesse essere FRENESIA.



Per quanto riguarda la musica classica, vi consiglio Toccata e fuga di Bach. L’abbiamo portata sul palcoscenico in versione “rock” nel 2015 e per me sarà sempre una delle musiche che più dà l’idea di corsa, di fretta. La potete ascoltare a questo link.



Quanto alla musica leggera, non posso non citarvi La teoria del caos, il nuovo singolo di Nek, uno dei miei cantanti preferiti in assoluto! La trovate qui.


La strada con te

Si muove come il mare di Hemingway

La sfida per me

è partire e non fermarsi mai


Non si può stare soli,

lo so io, lo sai anche tu.

Amore, aspetta,

più che due cuori nuovi

basterebbe usarli di più

E alla fine, alla fine, alla fine

solo tu riesci a farmi impazzire

Non si può stare soli

lo so io, lo sai anche tu


A volte sarà tutto ok

Altre invece un lancio di dadi

Basta non barare mai

Lo so io, lo sai anche tu



La poesia del mese


Per il mese di novembre vi propongo una poesia che mi fa parte dei miei ricordi del mio corso di letteratura inglese al primo anno di Università: Quando sarai vecchia di William Butler Yeats. L’atmosfera mi sembra un po’ cupa ed autunnale, ed allo stesso tempo confortevole… perfetta per questo periodo dell’anno!


Quando sarai vecchia e grigia e di sonno onusta,

e sonnecchierai vicino al fuoco, prendi questo libro

e lenta leggi, e sogna il dolce sguardo

che avevano un tempo i tuoi occhi,

e la loro ombra profonda.


In molti amarono i tuoi attimi di felice grazia

e amarono la tua bellezza con amore falso o vero,

ma un uomo solo amò la tua anima pellegrina,

e amò le pene del viso tuo che incessante mutava.


Piegati ora accanto all’ardente griglia del camino

e sussurra, con qualche tristezza,

come l’amore scomparve,

e vagò alto sopra le montagne,

e nascose il suo viso in uno sciame di stelle.



Le foto del mese


L’ultima settimana è stata molto fredda: le temperature sono crollate all’improvviso! Fino al 20 circa, però, le temperature sono state piuttosto miti per la stagione. L’autunno con i suoi colori ha continuato a meravigliarmi ogni volta che sono andata al parco di Cernusco!



Con l’arrivo dei primi freddi ho passato dei weekend abbastanza tranquilli e casalinghi, con un po’ di pranzetti in famiglia! Quella che vedete in foto è una teglia con acciugata (una pizza sottile con mozzarella e acciughe), pizzette di sfoglia e salatini, ed è stato il nostro aperitivo un sabato.



Il weekend del 19 e 20 la mia amica Luana, che vive a Londra, è tornata a casa (ci sarà di nuovo durante le vacanze di Natale). In effetti non ci siamo ricordate di farci il nostro solito selfie, ma posto una foto casalinga perché è venuta a trovarmi a casa mia e ci siamo fatte un the caldo!



Sabato 12 invece è stata una giornata molto piena! Il pomeriggio sono andata in biblioteca per una conferenza super interessante sullo scrittore Luciano Bianciardi, autore de La vita agra. La mattina ci sono stati i primi mercatini natalizi a Cernusco ed io ne ho approfittato per prendere i primi pensierini ed un paio di oggettini assolutamente necessari per casa mia, tipo la palla con neve, scoiattoli e pettirossi, o la porta degli Elfi di Babbo Natale. Sapete com’è…




...e questo è quanto per il mio intenso novembre!

Quanto a dicembre, ho le idee abbastanza chiare (almeno per il blog, il resto chi lo sa): giovedì 1 e lunedì 5 ci saranno ancora post appartenenti alle nostre ordinarie rubriche, poi il blog indosserà il suo solito vestito natalizio con il “Christmas Countdown”! Dall’8 al 22 cercherò di tenervi compagnia con post a tema festivo: booktag, consigli di lettura, ricette, magari anche un racconto.

Nel frattempo, raccontatemi un po’ com’è stato il vostro novembre!

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in dicembre :-)


giovedì 24 novembre 2022

LA CASA STREGATA

 Spazio Scrittura Creativa: novembre 2022




Cari lettori,

benvenuti all’appuntamento di novembre con la rubrica Spazio Scrittura Creativa!

Per chi si fosse perso qualche pezzetto: dopo circa due anni e mezzo di fruttuosa collaborazione con le altre partecipanti al gruppo Storytelling Chronicles, ho deciso di “mettermi in proprio” e di creare questa nuova rubrica nella quale inserire racconti, fan fiction, poesie, tutto quello che mi suggerisce la fantasia!


Per questo mese di novembre, ho pensato di far ritornare due vecchi amici, Luna e Lorenzo, che avevamo conosciuto a luglio ed avevamo lasciato a Siviglia, pronti a vivere un’estate insieme.


Per chi non avesse letto Incontrami a Siviglia (che comunque potete trovare a questo link): Luna è una trentacinquenne supplente di matematica e fisica, Lorenzo è un professore di storia e filosofia del medesimo liceo, cinquantenne, divorziato e con la figlia Isabella a carico. Se son rose fioriranno? Non resta che leggere!



La casa stregata


Aah, novembre, il mese d’intersezione tra Halloween e Natale!

Com’è che era? Case coloniche di campagna, balconcini fatti tutti di legno, calde bibite da poggiare sulla balaustra, una colazione con i pancakes da consumare in vestaglia di pelliccia sintetica pantofole e – vai a sapere perché – calzoncini che mettano in mostra delle gambe ancora abbronzate.

Questo è il novembre di Luna? Eh no, questo è quello che compare nel feed di Instagram di Luna ogni volta che ha la malaugurata idea di mettere like a qualche post di creator che abbia a che fare con l’autunno, il Natale o entrambi, insomma, con tutto quello che, a detta loro, è il momento più bello dell’anno.


Con buona pace dei creatori indefessi di reels, però, Luna sente di star vivendo un mese di novembre non proprio glamour. Con grande sorpresa di tutti (soprattutto di se stessa), a fine settembre ella è stata riconfermata nello stesso liceo dell’anno scorso, riprendendo addirittura le medesime classi, ed il lavoro non è mancato. Soprattutto non manca a novembre, appunto, mese in cui la burocrazia lavorativa si moltiplica. E quindi eccolo qui, il novembre spettacolare di Luna: computer perennemente aperto sulla documentazione da compilare, pile di fogli protocollo con logaritmi e problemi di geometria che certo non si correggono da soli, il tavolo della sala da pranzo ingombro per metà di libri di scuola misti a letture per diletto che sono state chiuse al termine del ponte di Halloween e mai più riaperti, la cesta dei panni sporchi che trabocca e le mensole un po’ impolverate che le ricordano che insomma, dovrebbe fare le pulizie più spesso. Quando è possibile vederla, la polvere. Perché all’ora di merenda diventa notte all’improvviso e a Luna non resta che farsi un the caldo, senza il privilegio del balconcino di legno e della vista sui boschi, anzi, senza proprio il privilegio di vederci un accidente con questo buio, e riscaldarsi come può, continuando a lavorare al computer o a correggere compiti direttamente dal divano, sotto un paio di coperte.


Per fortuna che, nel mare magnum di sudate carte e pagellini di metà quadrimestre, c’è un’ancora di salvezza.


* * *


Vorrei che fosse ancora luglio.”

Cosa hai detto, scusa?” risponde Lorenzo rimestando tra le pentole.

Vorrei-che-fosse-ancora-luglio” ripete Luna scandendo ogni parola. “Rivorrei i quarantasette gradi, io e te a Siviglia, le tapas all’ombra dei teli bianchi, il flamenco in piazza."

Rivorresti i quarantasette gradi? Ma sei seria?” si volta verso di lei Lorenzo, ridendo.

Cioè, io ho fatto un viaggio nei ricordi e tu ricordi soltanto le prime quattro parole?”

Ma no, no. Tutto il resto ha perfettamente senso. Sono le prime quattro parole ad essere prive di logica. Pensavo che tu fossi una fan della scienza e della razionalità.”

Luna sbuffa, prendendo a sgranocchiare un grissino al sesamo insieme al vino rosso che sta sorseggiando. Lei e Lorenzo stanno insieme da quattro mesi e ancora non c’è giorno in cui lui non la punzecchi. Gli piace giocare sul fatto che lui, anche dopo tutti questi anni, resta un filosofo ed un curioso osservatore del passato, mentre lei è una scienziata orientata al futuro. In effetti, questo indugiare sull’estate e sui bei tempi andati è un atteggiamento curioso da parte di Luna. Forse tra filosofia e scienza ci possono essere dei contatti inaspettati.

Era un’iperbole, no? Tu che sei un umanista, dovresti conoscere le figure retoriche. Volevo soltanto dire che sono talmente stufa del buio e del freddo che tornerei a sudare volentieri. Tu no?”

Ti stupirà, ma no. Anche se vederti sudare tentando di imparare il flamenco è stato esilarante.”

E va bene, allora pensiamo al futuro. Quanto manca alle vacanze di Natale?”

Più ci pensi, e più mancherà. Vado a chiamare Isabella, c’è pronto.”


Sono qui, pa’.” Isabella sembra comparire dal nulla, ciabattando in cucina. È stata insolitamente silenziosa tutto il pomeriggio, in camera sua a fare i compiti. Si è già messa un piuttosto incongruo pigiama con le renne, i capelli neri – uguali a quelli di Lorenzo da giovane - sono disordinati, e negli occhi brilla una luce strana. La luce della figlia ormai adolescente che vuole chiedere qualcosa all’ignaro papà.


Buonissimo il risotto al melograno, pa’.”

Grazie! Ci ho messo una vita a spremerlo. Anche tu ti sei spremuta? Hai finito tutti i compiti? Eri chiusa in camera...”

No. Cioè, sì, ho fatto i compiti. Ma poi ha chiamato Federica.”

Ahia. Quando chiama Federica di giovedì sera, la parola in codice mediamente è: programmi per il weekend.

E quindi?” chiede con cautela Lorenzo. “Fate un altro dolcetto e scherzetto domani sera?”

Ma no, pa’, come sei antico!” E ti pareva. Se Lorenzo avesse avuto un euro ogni volta che si è preso dell’antico da sua figlia, ne avrebbero già ricavato un soggiorno alle terme.

Avremmo pensato di andare al Luna Park domenica pomeriggio. È l’ultima settimana con le decorazioni di Halloween, poi mettono tutte quelle cose di Natale per bambini” conclude Isabella con una nota piuttosto schifata. Il messaggio è chiaro: ha compiuto tredici anni in agosto, non è più una bambina.


Lorenzo sembra soppesare la richiesta della figlia con la consueta, pensosa ironia. “Ma con che macchina avreste pensato di andare, piccoletta? [smorfia di Isabella sentendo il soprannome paterno duro a morire] No, perché se il Luna Park è il solito, ci sono un po’ di chilometri da fare, e non mi pare che nessuna di voi amiche abbia la patente” conclude con un mezzo sorriso.

Il silenzio che segue è esplicativo.

Con la tua” balbetta infine Isabella. Ah, ecco che cosa chiedeva già con gli occhi: un passaggio. Niente di sorprendente, in realtà. Non è la prima volta che le mamme delle amiche di Isabella sfruttano Lorenzo come accompagnatore. Lui è tanto bravo a guidare e poi ha solo lei, mentre loro hanno fratellini piccoli a cui badare, e mariti, e sempre tanto da fare a casa. Di solito Lorenzo accetta di buon grado di accompagnare Isabella e le sue amiche in qualche avventura. Solo che stavolta, stranamente, non sta sorridendo.

Piccoletta, mi dispiace. Domenica pomeriggio devo aiutare Sebastiano con la presentazione del libro. Gliel’ho promesso tanto tempo fa.”

Già, la conferenza sulle Crociate. Anche Luna se n’era dimenticata.

Ma no, pa’! Io ho già detto a Federica di stare tranquilla! E ora che si fa?”

Già, ora che si fa?



* * *


Stai scherzando, spero” ripete Emma dall’altra parte della cornetta.

Ti sento un po’ troppo allarmista, Emma. Dai, cosa vuoi che sia? Andrà bene.”

Mah, bene può anche andar bene. Ma ne uscirai con le ossa rotte. Devo ricordarti che domani inizia un’altra settimana del novembre da incubo?”

Ossa rotte, esagerata! Al Luna Park mi divertivo tanto pure io.”

Sì, tu da sola o con gli amici dieci anni fa, mia cara. Non stando dietro tutto il pomeriggio alla tua figliastra ed alle sue amiche.”

Che cosa impressionante che hai detto.”

Quale, dieci anni fa?”

No. Figliastra.”

Luna non ha mai pensato ad Isabella in questi termini. Isabella è la figlia di Lorenzo, e Lorenzo è l’uomo con cui sta da pochi mesi. Isabella ha un’altra madre, e questo è quanto. Ma pensarla come figliastra cambierebbe le carte in tavola. Non è che pian piano, giorno dopo giorno, lei sta iniziando a mettere su famiglia con Lorenzo e Isabella?

Luna, mi senti?” ripete la voce incerta di Emma.

Sì, scusa, Emma. Devo mettermi in macchina. Ci vediamo domani.”


Non più di mezz’ora dopo sono tutte in macchina.

Luna e Isabella davanti, tre ragazze tredicenni dall’aria ridanciana ed eccitata sul sedile posteriore.

Allora” chiede Luna tanto per fare conversazione (e scoprire a cosa andrà incontro): “Che cosa c’è di bello da provare al Luna Park?”

Un sacco di roba!” strilla Isabella al culmine dell’euforia.

Ci sono le autoscontro con gli scheletri!”

E le montagne russe con i tunnel della paura!”

E la casa stregata!” fanno eco le sue amiche.

Ah sì?” chiede debolmente Luna, a cui tornano in mente, tutt’a un tratto, lo sguardo perplesso di Lorenzo ed il tono concitato di Emma al telefono.

Sì, la casa stregata dev’essere bellissima! Ci sono stati i nostri amici sabato scorso. Andiamo lì subito!”


* * *


In effetti, la casa stregata si presenta molto bene. Se sei una tredicenne con amiche al seguito che è convinta che Halloween non sia ancora passato, ovviamente.

Quelle mura hanno un’aria un po’ cadente” afferma infine Luna, ben consapevole che è tutto finto, che si tratta di un’installazione di solida plastica che tra due settimane lascerà il posto ad una giostra con le renne, e soprattutto che Isabella e le sue amiche entrerebbero anche se le pareti stessero crollando per davvero.

Infatti la risposta è un coro di: “Dai, entriamo!”


Fa così male adesso

È quello a cui stavo pensando

tutto il tempo

Inspira, respira ancora,

respira profondamente, espira

Mi ci vorrà tutta la vita per dimenticarti

Sai quanto ho paura degli ascensori

Non mi fido se salgono troppo in fretta

Non può durare


Buio e silenzio.

Iih! Un vampiro fuori dalla bara!”

Uscire fuori, tutti insieme. Tornare da Siviglia, recuperare Isabella che è ancora dalla madre dopo la vacanza in Sardegna. Andare a mangiare una pizza, conoscersi meglio.

Urla e luci a occhio di bue.

Eeh! Un esercito di mummie!”

Tanti giorni, l’uno dopo l’altro. Accompagnare Isabella a scuola il giovedì, quando Lorenzo deve entrare alla prima ora e Luna può dormire. Andare a cena da lui e trovarli entrambi, con una ricetta mezza pronta e delle buffe tute casalinghe. Il buio che ogni sera arriva sempre un po’ più presto, ma stranamente a Luna non mette angoscia come al solito.

Grida di ragazzine terrorizzate e rumori sinistri.

Uuh! Delle mani di zombie che escono dalle tombe!”

Allontanare sempre di più il timore che Isabella prenda male la sua entrata in scena. Scoprire che Isabella è proprio come Lorenzo: quieta, ironica, curiosa nei confronti di ciò che non conosce. E, proprio come vuol bene a Lorenzo, Luna vuol bene anche ad Isabella.

Nonostante la vicinanza di quattro tredicenni urlanti, il luogo non proprio confortevole e le ragnatele finte che si sono posate sulla sua schiena, Luna non ha mai avuto meno paura in vita sua.


Sembra soltanto così difficile adesso

Persa nel labirinto della mia mente

Allontanarsi, tornare libera,

affrontare la realtà e crollare,

ti romperesti la schiena pur di farmi esplodere un sorriso

e sai quanto odio che tutti si aspettino

solo che io reagisca proprio così


Allora, com’è andata la gita? Hai tutti gli arti al loro posto?” ride Lorenzo nel telefono.

Ma smettila! Sì, adesso aspetto che finiscano di mangiare lo zucchero filato e poi le riporto a casa.”

E dove ti sei nascosta per parlarmi?”

Nascosta, dai! … Vabbè, mi sono seduta sulla panchina dietro un cespuglio. Comunque da qui le vedo.”

Che hai? Sento una voce strana. Non è che hai pianto per i troppi mostri del Luna Park?” il tono di Lorenzo è leggero, ma venato di preoccupazione.

No, non per i mostri, direi. Comunque tutto ok. Sono molto felice. Cioè, loro sono molto felici, ovviamente.”

Sì, lo sapevo.”

Che si sarebbero divertite in libera uscita? Non c’erano dubbi, direi.”

No. Sapevo che anche tu avresti amato Isabella.”


Uh oh, mi sto innamorando

Oh no, mi sto innamorando di nuovo

Eh sì, mi sto innamorando.



FINE




Siamo di nuovo arrivati alla conclusione!

Se avete letto fin qui, vi ringrazio molto. So che, quando lascio parlare liberamente i miei personaggi (quasi sempre, in effetti), tendo un po’ a dilungarmi, quindi grazie se avete avuto la pazienza di seguirmi!

Luna e Lorenzo sono sempre più uniti e oggi è entrata in gioco anche Isabella! Questi personaggi si sono presi un bello spazietto all’interno della mia testa e potrebbero ricomparire, anche se non credo proprio il prossimo mese (che sarà quasi sicuramente dedicato a Natale&dintorni).

I versi alla fine del racconto sono tratti dalla canzone Labirynth di Taylor Swift, che trovate a questo link.

Se vi va, fatemi sapere che ne pensate di questo mio nuovo racconto!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


lunedì 21 novembre 2022

MIDNIGHTS

 Dieci perle dell'ultimo album di Taylor Swift




Cari lettori,

oggi vi propongo qualche “Consiglio musicale”!

Torniamo a parlare di Taylor Swift, la mia cantante preferita, già protagonista di un progetto tutto dedicato ai testi delle sue canzoni (a questo link trovate l’ultimo post della serie, che riepiloga un po’ ) e sempre presente su questi schermi.


Il 21 ottobre, un mese fa, è uscito il suo disco Midnights, quindi ho pensato che i tempi fossero maturi per parlarvene un po’. Forse non vi sorprenderà sapere che sono ancora una volta entusiasta, ma ci tengo comunque a spiegarvi il perché. Personalmente mi sembra che Midnights sia un po’ una summa di tutto il suo lavoro passato: dal 2006 in avanti è passata dal country al pop al folk/alternativo, e qui c’è tutto, in dosi variabili. Dal punto di vista musicale c’è una grande eterogeneità; per quanto riguarda i testi, invece, il comun denominatore è l’introspezione. Il disco è stato presentato da Taylor come “una collezione delle notti insonni della mia vita”, e devo dire che l’oscurità, in tanti sensi, non manca.


Le canzoni del disco sono 20 ed io ho pensato di parlarvi di 10 che a me piacciono particolarmente. A voi, se vi va, il compito di scoprire l’altra metà… che magari vi piacerà di più!



Maroon


Maroon è una delle più classiche canzoni di Taylor: il racconto di una relazione per immagini e ricordi. Di sicuro è uno dei brani più “vecchio stampo” del disco, ma quello che la rende particolarmente ben scritta è l’utilizzo di tutte le sfumature di rosso per descrivere situazioni e sentimenti. Rosso che ben presto diventa ruggine, ed infine marrone.


Quando il silenzio è arrivato,

noi stavamo tremando, ciechi e nella nebbia

Come diavolo abbiamo potuto perderci di vista di nuovo?

Singhiozzando con la tua testa tra le mani,

non è forse in questo modo che finiscono sempre le cose?

Tu stavi lì, con lo sguardo vuoto, nel corridoio

Garofani che avevi pensato fossero rose, questi siamo noi,

eppure io ti sento in ogni caso

sento i rubini ai quali ho rinunciato


Ed ho perso te, colui con cui stavo danzando

a New York, senza scarpe,

ho guardato in alto nel cielo ed era marrone


Il borgogna sulla mia maglietta quando mi hai versato addosso il tuo vino

e come il sangue è salito fino alle mie guance

così scarlatto, era marrone

Il segno che hai visto sul mio colletto, la ruggine che è cresciuta tra i telefoni

le labbra che ero solita chiamare “casa”,

così scarlatte, erano marroni


Link per l'ascolto



Anti-hero


Anti-hero è il singolo di lancio di Midnights ed è una sorta di confessione a proposito di insicurezze, bassa autostima, pensieri pesanti da sopportare. Alcune parti del brano, secondo me, potrebbero riguardare chiunque di noi; altre, invece, secondo me, parlano proprio dell’essere famosi e del sentirsi, talvolta, più “personaggi” che “persone”.


Ho questo problema: divento più vecchia, ma mai più saggia,

e le mezzanotti diventano i miei pomeriggi,

quando la mia depressione si ripresenta, il cimitero si apre

e tutte le persone che ho abbandonato stanno lì, nella stanza


Non dovrei essere lasciata sola con i miei dispositivi,

ogni volta si ripresentano con i loro prezzi ed i loro vizi

e finisco per andare in crisi (ci ho messo tutto questo tempo per capirlo);

mi sveglio urlando dopo aver sognato,

un giorno mi ritroverò a guardare mentre tu te ne vai

perché ti sei stancato dei miei schemi poco sani

per l’ultima volta


Sono io, ciao! Sono io il problema,

all’ora del the tutti sono d’accordo su questo

fisserò direttamente il sole, ma non fisso mai lo specchio

dev’essere davvero stancante, fare sempre il tifo per l’anti-eroe


Link recensione



Snow on the beach


Snow on the beach è scritta e cantata in collaborazione con Lana Del Rey, e questo si sente molto, secondo me, a livello di melodia. È una canzone sull’innamoramento, sulla magia, sulle farfalle nello stomaco: le immagini utilizzate sono originali e delicate allo stesso tempo.


Questa scena sembra ciò che una volta ho visto su uno schermo

Ho cercato la verde aurora boreale

Ma non ho mai visto qualcuno così vivo da dentro,

tanto da farmi perdere la mia visione periferica.

Il mio sorriso è quello che avrei se avessi vinto un premio

e nascondere tutto questo sarebbe così disonesto

E va bene far finta di sentirsi così

finché non ce la fai, finché non è vero


Ed ora è come neve sulla spiaggia,

strana ma incredibilmente bella,

volando in un sogno, con le tasche piene di stelle,

ed il fatto che tu mi voglia stanotte sembra impossibile,

ma sta succedendo, non c’è un suono ed è tutt’intorno,

come neve sulla spiaggia


Link per l'ascolto



You’re on your own, kid


You’re on your own, kid è la mia canzone preferita del disco, una storia bellissima sul “salvarsi da soli”. L’ascoltatore scopre la storia di una ragazza diventata donna che si è sentita spesso sola, tra una cittadina soffocante, amori non ricambiati, difficoltà nel farsi strada in un mondo competitivo, amicizie fatue. All’inizio la solitudine è vista in modo negativo, poi pian piano la protagonista si rende conto che è diventata forte e sa cavarsela da sola.


Dai gettiti d’acqua alle ceneri del caminetto

ho chiamato un taxi per portarmi là

ho cercato la festa dei corpi migliori

solo per imparare che i miei sogni non sono rari

Sei per conto tuo, bambina, lo sei sempre stata


Dai gettiti d’acqua alle ceneri del caminetto

Ho dato il mio sangue, sudore e lacrime per questo

Ho organizzato feste ed affamato il mio corpo

come se avessi potuto essere salvata da un bacio perfetto.

Gli scherzi non erano divertenti,

ho preso i soldi e me ne sono andata,

i miei amici da casa non sapevano che cosa dire,

mi sono guardata intorno in un vestito elegante impregnato di sangue

ed ho visto qualcosa che loro non possono portarmi via


Perché ci sono state pagine svoltate ad ogni ponte abbattuto

Tutto quel che perdi è un passo che fai

Quindi fai pure i braccialetti dell’amicizia,

cogli l’attimo e goditelo, non hai motivo per essere impaurita


Sei per conto tuo, bambina,

sì, puoi affrontare tutto questo,

sei per conto tuo, bambina, lo sei sempre stata


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Sweet nothing


Sweet nothing è una canzone dedicata alla quotidianità delle relazioni stabili, ma a me fa pensare a tutte quelle persone che nella vita di ognuno sono una certezza. Quelle che ti apprezzano come sei e stanno insieme a te senza secondi fini.


Sulla strada di casa ho scritto una poesia

e tu mi hai detto: “Che mente!”

e questo accade tutte le volte…


Perché dicono che la fine sta arrivando,

tutti hanno le loro preoccupazioni,

io invece mi ritrovo a correre a casa dai tuoi dolci “niente”

fuori tutti spingono e pressano

tu invece sei in cucina a canticchiare

tutto quello che hai sempre voluto da me è un dolce niente


I disgregatori dell’industria e chi ti vuole psicoanalizzare

ed i trafficanti che parlano in modo mellifluo

e sono là fuori a stringersi la mano

e le voci che implorano “Dovresti fare di più!”

A te posso ammettere che semplicemente

sono troppo tenera per tutto questo…


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Mastermind


Dietro a Mastermind c’è un gran bel concetto. È la storia di una persona che si è sempre sentita un po’ diversa ed esclusa per la sua sensibilità ed intelligenza, e così ha utilizzato la sua stessa mente per legare a sé le persone, magari con gentilezza e favori che diventano dei veri e propri trucchetti. È anche una canzone sulla sindrome dell’impostore e sul sentirsi sempre sul punto di essere “scoperti” come inadeguati. Nonostante queste remore mentali, però, qualcuno che capisce ed apprezza davvero c’è sempre.


Nessuno voleva mai giocare con me quando ero piccola

quindi ho intessuto trame come una criminale fin da allora

per far sì che gli altri mi amassero

e che sembrasse loro qualcosa da fare senza sforzi

e questa è la prima volta che sento il bisogno di confessarlo,

e lo giuro, sono così criptica e machiavellica solo perché mi importa davvero


Quindi ti ho detto che nulla di tutto questo è stato accidentale

e che la prima notte che mi hai visto, niente mi avrebbe fermato

ho messo lì le fondamenta e poi ho visto un largo sorriso

sul tuo volto, lo hai saputo per tutto il tempo


Tu sapevi che sono una super-mente, ed ora sei mio,

sì, tutto quello che hai fatto è stato sorridere, perché sono una super- mente


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The Great War


The Great War è un esempio di songwriting eccellente, secondo me. Le crisi di coppia sono state raccontate in tutte le salse, ma la metafora della guerra qui è molto suggestiva e perfettamente riuscita.


È diventato qualcosa di più grande

Da qualche parte nella foschia,

avevo la sensazione di essere stata tradita

le tue dita tra i nodi nei miei capelli

un soldato seduto su quel terreno ghiacciato

hai guardato verso di me con onore e verità,

distrutto e triste, quindi io ho richiamato le mie truppe,

e quella è stata la notte che ti ho quasi perso

ho davvero pensato di averti perso


Possiamo piantare un giardino della memoria

dire una preghiera solenne, porre un papavero nei miei capelli

non c’è gloria nel mattino, è stata guerra, non è stata giusta

e noi due non torneremo mai più


A quel trifoglio cremisi macchiato di sangue

il peggio è passato, la mia mano è quella che hai raggiunto

nel mezzo della Grande Guerra.

Ricordiamo sempre che ci siamo infiammati per rendere le cose migliori

ed io ho giurato che sarei stata per sempre tua

se fossimo sopravvissuti alla Grande Guerra


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Bigger than the whole sky


Bigger than the whole sky è una canzone che straccia il cuore, non ho altre definizioni purtroppo :-( Racconta una perdita, sia che si tratti di relazioni che di lutto (qualcuno ha ipotizzato che si tratti addirittura di aborto spontaneo). In ogni caso si allude a qualcosa che sembrava l’inizio di un bellissimo percorso, ma poi si è concluso presto e con tanta tristezza.


Di fronte a me, non è apparsa nessuna parola nei postumi del momento,

fiumi salati fuori dai miei occhi e nelle mie orecchie.

Ogni cosa che tocco diventa corrotta dalla tristezza

perché è tutto finito ora, tutto nel mare


Addio, addio, addio, tu eri più grande di tutto il cielo,

sei stato più di un breve periodo di tempo

ed ho molto per cui struggermi

ho tanto tempo per vivere senza

non incontrerò mai

quello che avrebbe potuto essere, quello che sarebbe stato

quello che avrebbe dovuto essere te


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Would’ve, Could’ve, Should’ve


Would’ve, Could’ve, Should’ve è una canzone che mi parla molto, e, come spesso capita con i brani di Taylor, può essere letta in vari modi. In questo brano, infatti, si ripercorre una relazione tossica avuta a 19 anni con un uomo che era già sui 30: la protagonista ora è trentenne come il suo ex amante e si rende conto di essere stata la vittima troppo giovane di tanti torti. Però questa canzone è stata interpretata anche in un altro senso: potrebbe anche essere il punto di vista di chi si è allontanato da comunità religiose soffocanti, o comunque dalla Chiesa in generale. Qualche mese fa vi avevo accennato al mio percorso di allontanamento da queste realtà (in questo post) e devo dire che, letta in questo senso, la canzone è proprio un pugno nello stomaco.


Se la chiarezza è nella morte, perché questa cosa non muore?

Anni passati a strapparci le nostre insegne, io e te,

vivendo per il brivido di colpirti dove fa più male

dammi indietro la mia vita da ragazza, apparteneva a me


E sicuramente non avrei mai danzato con il demonio a 19 anni

e Dio, l’onesta realtà è che il dolore era il Paradiso,

ed ora che sono cresciuta, ho paura dei fantasmi,

i ricordi sembrano delle armi da fuoco,

ed ora che so, preferirei che tu mi avessi lasciata col dubbio


Che Dio lasci in pace la mia anima, mi manca quel che ero solita essere,

la tomba non si chiuderà, ci sono come vetri a mosaico nella mia mente,

ti rimpiango tutto il tempo,

non riesco a lasciar andare tutto questo, lotto contro di te nel sonno,

la ferita non si chiuderà, continuo ad attendere un segno,

ti rimpiango tutto il tempo


Link recensione



Dear Reader


Dear Reader è il congedo, una sorta di lettera a noi lettori, ma potrebbe essere anche un appunto per la se stessa del futuro. Da una parte ci sono consigli dettati dall’esperienza, dall’altra persiste una scarsa autostima che fa dubitare persino di quel che si scrive.


Caro lettore,

piegati quando puoi,

ribellati quando devi.

Caro lettore,

non devi rispondere

solo perché te lo hanno chiesto

Caro lettore,

il lusso più grande sono i tuoi segreti

Caro lettore,

quando miri al diavolo

sii sicuro di non mancarlo


E non ascoltare mai i consigli

di chi sta andando in mille pezzi...


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Ecco la mia recensione di Midnights!

Come sempre, quando inizio a parlare di Taylor non la smetto più, ma spero comunque di avervi interessato o incuriosito. Ho messo anche i link, così potete andare ad ascoltare su YouTube quello che vi ha colpito di più.

Fatemi sapere che cosa ne pensate!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)