Storytelling Chronicles: luglio 2022
Cari lettori,
benvenuti all’appuntamento di luglio con la rubrica di scrittura creativa “Storytelling Chronicles”!
Per questo mese, così come a giugno, avevamo un compito delle vacanze: pensare, in data 14 luglio, al posto che preferiamo in assoluto, e trasformarlo nella nostra ambientazione spaziale.
Ecco, io ho preso una piccolissima licenza, perché il primo luogo che mi è venuto in mente è Varazze, in particolare alcuni angoli, ma chi segue questa rubrica sa che ho parlato già in varie salse del mare: quello della mia amata Riviera Ligure (in questo racconto), ma anche quello dei ricordi d’infanzia, quello di una delle più belle vacanze della mia adolescenza, quello ideale del retelling, quello che fa da culla al nascere di un amore un po’ enemies to lovers.
Per quanto il mese di luglio “chiami” il mare, sentivo la necessità di raccontare qualcosa di diverso. Così mi è venuto in mente un viaggio in Spagna che ho fatto nell’estate del 2011 ed in particolare una città che mi è rimasta nel cuore: Siviglia, centro della caratteristica e meravigliosa regione dell’Andalusia.
Vi lascio, quindi, alla lettura di “Incontrami a Siviglia”!
Incontrami a Siviglia
Siviglia, 10 luglio 2022
“Ed alla vostra destra potete ammirare il giardino principale dell’Alcazar, luogo di delizie e di ristoro per chi vi abitava...”
Luna non riesce a trattenere uno sbuffo di impazienza sentendo le parole della guida. Non che ci sia niente di male in lui: come buona parte degli spagnoli, ha preferito parlare un italiano discreto invece di un inglese scolastico, ed in effetti ha ragione, un giardino così delizierebbe e ristorerebbe chiunque. Solo che Luna fatica ad immaginarsi i nobili che hanno vissuto in Spagna qualche secolo fa mentre si dicono “Che stress, ho proprio bisogno di un pomeriggio in giardino!”
In linea di discendenza, l’ultima che si è probabilmente dannata l’anima, ed in tenera età, per potersi conquistare il suo diritto a vivere da nababba nella splendida Andalusia, è stata Caterina D’Aragona. Che comunque, come Philippa Gregory insegna, è riuscita a passare solo qualche anno della sua vita tra aranci e sole, e poi ha dovuto trascorrere il resto della sua vita nella gelida Inghilterra accanto a due re, il primo morto malamente di “influenza inglese”, il secondo dotato di una mentalità un po’ troppo avanti per i tempi in materia di divorzio. Tutti coloro che sono venuti dopo di lei hanno avuto vita decisamente più facile. O almeno, così le pare. Lei insegna matematica e fisica, con la storia arriva fino ad un certo punto.
Le sue conoscenze limitate in materia, però, non le impediscono di apprezzare il luogo incantevole. È una mattinata torrida e la luce già troppo forte attraversa le sottili finestre che, ad intervalli regolari, abbelliscono la cinta muraria che corre intorno al complesso. I decori di tipo moresco vengono messi in risalto dalla luce, in un tripudio di blu e rosso mattone. All’interno del giardino, le piante crescono l’una sull’altra, creando dei percorsi obbligati per gli unici residenti, dei pavoni che zampettano pigramente da un muretto ad un altro.
“Ottima scelta, amica” commenta Emma, la compagna di viaggio di Luna.
“E tu che non volevi venire!” ribatte Luna ridendo.
“Ora sei ingiusta, sai. Nessuno voleva andare in vacanza più di me. Ho passato le due ore dell’ultimo collegio docenti a friggere sulla sedia. Almeno tu hai fatto il tuo nel seminterrato, con il fresco. Noi siamo rimasti in aula docenti. Si boccheggiava.”
“Ma se quando stavamo prenotando tu non hai fatto altro che ripetermi: ‘Sei sicura?’.”
“Certo che te l’ho ripetuto. Ma non per la location. Sai benissimo il perché.”
“Perché sei una vera amica e ti preoccupi per me, certo.”
“Uh, grazie per la sviolinata. Sì, sono un pochino preoccupata. Tu sei ancora certa della tua follia?”
“Follia, che esagerazione. Dopo una settimana di tour dell’Andalusia sempre insieme, che cosa vuoi che siano quattro giorni in più da sola in una città meravigliosa?”
“Da sola, sì, come no.”
“Ho una probabilità del 50%.”
“Che pazienza, con voi matematici! Credimi, la probabilità è molto al di sotto del 50%. È proprio questo che mi preoccupa.”
* * *
Provincia di Milano, lunedì 4 ottobre 2021
“Quest’anno
non so se ce la farò.
Devo farcela, posso farcela, voglio farcela!
Ma
perché convocano sempre di venerdì? Perché all’ora di pranzo? Mi
sono rimaste le polpette sullo stomaco fino a domenica sera…
E invece va bene, è giusto così. Presa di servizio lunedì mattina, e mi attende subito una settimana piena!
Vorrei
fare rewind delle vacanze estive…
E invece ti tocca. E ammettilo, ti è pure mancato.”
Finita la sua sessione di training autogeno da inizio supplenza, Luna spinge la porta, non senza un certo tremore delle mani, ed entra nell’edificio.
L’atrio è ampio e sembra arioso, ma presto si riempirà di adolescenti tra l’eccitato e lo svogliato. A sinistra, nel chiostro del bar, un uomo di mezza età asciuga dei bicchieri, ma sembra godersi pensoso gli ultimi minuti di libertà prima dell’invasione. Luna capisce benissimo quella sensazione: è giovane, ma l’ha già provata innumerevoli mattine. Più in fondo c’è una piccola porta che dà sulla segreteria. Pochi minuti e molte scartoffie dopo, è già in aula docenti, perché, come nella migliore tradizione del supplente, si inizia a lavorare subito dopo la presa di servizio.
“Colleghi, è arrivata finalmente una sostituzione per l’aspettativa di Dondi!”
“Dondi? Davvero? Ma allora non ci sarà per tutto l’anno?”
“Ed è vero che è fuggito dicendo vado a lavorare nella lavanderia di mia cognata?”
La premessa non è molto allegra, ma il sorriso dei nuovi colleghi sembra caloroso. Forse sono solo felici di non litigare per un po’ con una collega difficile, e di avere avuto in cambio una novellina dall’aria inoffensiva, ma non è detto.
La vicepreside, che ha introdotto Luna in aula docenti, è già passata al tu, onorando così un’altra tradizione scolastica, e passa a presentarle i colleghi.
“Lui è Mirko, coordinatore della tua 1 C… Angelica, la direttrice del dipartimento di matematica e fisica… e lì in fondo Lorenzo, il coordinatore della tua 4 B.”
L’ultimo collega che ha nominato è un uomo maturo, già chino su dei compiti da correggere alla scrivania. Filosofia, ad una rapida occhiata. È stato uno dei pochi a non avvicinarsi alla nuova arrivata, ma quando solleva lo sguardo Luna coglie un lampo di curiosità. “Quindi sei tu che sostituisci Dondi, eh?”
“Lorenzo, te l’ho già detto” ripete lentamente la vicepreside. Sembra aver già fatto questo discorso almeno una decina di volte. “Non è il caso di lasciare un compito come il coordinamento ad una persona che si deve ancora ambientare. È meglio che ci pensi tu!”
“Ceerto, tanto io sono… come si dice? Collega di esperienza! In breve, sono vecchio!” è la risposta di Lorenzo, tra il serio ed il faceto, mentre inforca nuovamente gli occhiali da lettura e riprende a decorare con indecifrabili svolazzi rosso magenta quei poveri fogli protocollo, colmi di tentativi di filosofeggiare. Tentativi falliti, a quanto pare.
Luna lo fissa, un po’ sconcertata. In effetti, un pochino vecchio è. Non tanto, eh. Ha quell’aria vagamente consumata dei quasi cinquantenni che sono stati “tutto sommato dei bei ragazzi” ma hanno sempre investito più sulla materia grigia che sull’aspetto. Capelli più grigi che neri ancora abbastanza folti, occhi scuri dietro agli occhiali da lettura, camicia di flanella a scacchi che fa molto filosofo, appunto.
Il suono della campanella distoglie tutti dalle ultime incombenze e Luna dai suoi sogni ad occhi aperti. Se questo Lorenzo non vuole aiutarla con la 4 B, chiederà a qualcun altro. Fosse la prima volta! Di sicuro c’è qualche generosa collega quasi pensionata che sarà più che felice di darle una mano (“Sembri tanto mia figlia...”)
* * *
Milano, 18 marzo 2022
“Ssh ragazzi! Lo spettacolo sta per iniziare!”
“See prof, tanto ci siamo già fatti riconoscere...”
Luna sprofonda sulla sedia di velluto rosso, già esausta. Si è già un po’ pentita di esserso offerta, di venerdì pomeriggio, di accompagnare i ragazzi di 4 B in città, a Milano, a vedere Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare.
La
sto già sognando io, la mia mezza estate. Cerca
di ignorare quel pensiero. Autunno ed inverno sono scivolati via in
un attimo, la primavera – con tutte le sue incombenze – sta
bussando alla porta e, prima che lei stessa se ne renda conto,
arriverà di nuovo il momento del temuto rush finale dell’anno
scolastico. Gli anni
scorsi, nei momenti di maggiore fatica, le veniva facile far volare
l’immaginazione pensando alle vacanze estive, a che cosa avrebbe
potuto programmare, a come si sarebbe goduta quel tempo sospeso tra
due differenti supplenze… tra due avventure tutte da vivere. Ma
quest’anno no, non ci riesce. Non le piacerebbe lasciare questa
scuola in cui si sta trovando così bene, questi ragazzi che le
stanno dando tante soddisfazioni.
E forse anche qualcun altro.
Vicino a lei, Lorenzo sembra imperturbabile.
“Lorenzo, scusa, ma vuoi dire qualcosa anche tu ai ragazzi? Sembrano una mandria di bufali!”
“Tranquilla, non appena inizierà la magia di Shakespeare si zittiranno subito.”
“Sei fin troppo ottimista. Come facciamo a sapere che Shakespeare li interesserà? Questa uscita era stata preparata dalla Rossetti, è lei che fa inglese con loro. Io non conosco le loro reazioni davanti alla letteratura...”
“Nemmeno io, ma vedrai… prova a dar loro un po’ di fiducia. Chissà che non ci stupiscano in positivo.”
Lorenzo è così. Dai loro un po’ di fiducia. Crescerebbe i ragazzi a pane e fiducia. Però l’effetto calmante che ha su tutti non è niente affatto male. In questi mesi egli l’ha ricondotta alla ragione più volte, tutte quelle in cui le sue ansie da supplentina sembravano avere la meglio.
Perché sì, alla fine l’ha aiutata, ed anche molto. Luna non se n’è resa nemmeno conto, ma ha iniziato a confrontarsi con lui sempre più spesso. All’inizio parlavano solo e soltanto di lavoro: della loro amata 4 B, delle differenze di metodologia tra materie umanistiche e scientifiche, della tendenza di Luna ad essere un po’ troppo chioccia con i ragazzi ed a come una serie di preoccupazioni si sarebbero dissolte – o almeno attenuate – con l’esperienza. Poi però è arrivato il semplice piacere di chiacchierare. E quando sono arrivati a qualche confidenza Luna ha iniziato a preoccuparsi.
Perché Lorenzo le piace molto, ecco la verità.
Le piace, e non era nei suoi piani. A trentaquattro anni, dopo una lunga serie di presenze a matrimoni e battesimi, e con la bacheca Instagram intasata di I said Yes, gender reveal e foto di pargoli con Meraviglioso amore mio di Arisa di sottofondo, il più delle volte non si aspettava un granché. Al massimo che qualche coppia di suoi amici le presentasse un “amico simpaticissimo e single” con il quale avrebbe condiviso un aperitivo e poi più nulla, perché sì, sicuramente il tizio in questione era “una bravissima persona”, ma casa sua dovrebbe essere un luogo da condividere con una persona che ama, non un asilo per bravissime persone. Nei suoi momenti di più sfrenato ottimismo le era capitato di immaginare un incontro con un altro giovane come lei, proveniente o dalla scuola o dalle mille altre realtà che trasformano in un neolaureato di belle speranze in un trentenne precario. Insieme a questo fantomatico Mr X avrebbe potuto condividere le frustrazioni di un’esperienza comune, ma anche la gioia di avere, come si suol dire, tutta la vita davanti.
Lorenzo, invece, ha cinquant’anni. Ha un divorzio alle spalle ed una figlia di dodici anni che è affidata a lui. Luna ha pensato molto spesso al suo futuro, a volte ha persino sognato di diventare un’attrice hollywoodiana, ma non si è mai vista come matrigna buona di una ragazzina di dodici anni. Lui vive un altro tempo della vita, un altro modo di vedere il mondo. Ma ha anche il suo stesso modo arguto di vedere il mondo della scuola, la medesima tendenza a scomporre la realtà e ad analizzarla tramite la forma mentis avuta in dono dagli studi e, ultimo ma non meno importante, una passione per il teatro che li accomuna.
Così, quando la Rossetti ha telefonato a scuola stamattina dicendo di avere un febbrone da cavallo, Luna non ci ha pensato due volte ed è andata dritta da Lorenzo dicendogli: “La sostituisco io oggi pomeriggio, ti aiuto io con la 4 B”. Molto meglio stare in un teatro stipato di studenti, ma con Lorenzo e la presenza rassicurante di Shakespeare, piuttosto che rimanere a casa a correggere i compiti e ad immaginare quanto potrebbe essere bella l’ex moglie di Lorenzo.
“È la prima volta che vedi Il sogno?” le chiede lui, interrompendo inconsapevolmente un flusso ininterrotto di pensieri.
“In realtà no, l’ho visto in un paio di versioni. Al mio paese, tempo fa, e poi tre anni fa, con l’abbonamento che mi ha regalato la mia migliore amica.”
“Non mi dire! Matematica e fisica di giorno, teatro la sera?”
“E perché no? Ti dirò di più. Vuoi sapere cosa mi piace di più della produzione shakespeariana?”
“Mah… ho come la sensazione che non mi dirai Romeo e Giulietta. Trama un po’ troppo irrazionale per te, vero?”
Luna non può trattenere una risata.
“Vero, vero. In tutta onestà io… amo le tragedie storiche. So che ai giorni nostri sono meno apprezzate di quanto non lo fossero al tempo, ma… tu che ne pensi?”
Lorenzo sorride ironico. “Stai scherzando? Non hai dimenticato con chi stai parlando, vero? Sei qui con il tuo collega di filosofia e storia, eh… nel caso ti fosse passato di mente!”
“E qual è il parere dello storico, quindi?”
“Il parere dello storico è che Riccardo III è un capolavoro immortale. Il parere del collega e dell’amico, invece, è che se ti piace il periodo storico della Guerra delle Due Rose e dei Tudors potresti leggere altro oltre alla cara Philippa Gregory, che pure scrive degli ottimi romanzi.”
“Guarda che nei libri della Gregory Riccardo III viene quasi riabilitato...”
“Coraggioso da parte sua. Che ne dici invece di andare incontro al mostro e di vedere con me il Riccardo shakespeariano?”
Luna si blocca. Lorenzo sta parlando seriamente?
“Ho due biglietti per sabato prossimo. Ne parliamo dopo.”
A Luna non resta che pensare che in certi casi le parole sono superflue.
* * *
Siviglia, 11 luglio 2022
Il centro storico di Siviglia è come un labirinto nel quale chi entra è felice di perdersi. Teli bianchi sono tesi da una casa all’altra, tra i due lati opposti della via, in modo da consentire sia a residenti che a turisti di camminare senza soffrire troppo le torride temperature locali, che tra luglio e agosto toccano punte di 47 gradi.
Palazzi bianchi con fregi rosso mattone e gialli, bifore con decorazioni moresche e vetri multicolore, maioliche blu che rivestono le pareti di caratteristici negozietti, piazze che si aprono all’improvviso alla fine di una via tortuosa: tutto è nuovo e sorprendente agli occhi di Lorenzo. È già stato a Siviglia in gita scolastica, da giovane supplente, in un altro periodo dell’anno, ma è passato tanto tempo ed ora la città gli appare sotto una nuova luce.
Gli viene da sorridere passando davanti ad un negozio di caramelle, tutto bianco e rosso, che sua figlia qualche anno fa avrebbe adorato. È ormai da un po’ di tempo che Isabella non si accontenta più dei dolcetti, come una volta.
Poche ore prima, in aeroporto, Lorenzo ha salutato lei e la sua ex moglie, in procinto di partire per la Sardegna per una vacanza a due. Poi è partito anche lui, sentendosi malinconico, come sempre accade quando lascia Isabella alla madre, ma anche pervaso da un’insolita impazienza.
La sua destinazione gli appare improvvisamente, in fondo al vicolo. L’ingresso laterale, discreto, di Plaza De España. Superati venditori di ventagli multicolori e floreali, ed un angolo dove alcuni artisti locali si esibiscono nel flamenco, la piazza gli appare in tutto il suo splendore, tra palazzi istoriati, portici ed il corso d’acqua che sembra abbracciarla. Alla sua sinistra c’è una serie di nicchie con mosaici talmente belli e colorati da commuovere, ma i suoi occhi sono solo per la giovane donna seduta sui gradini poco distanti. È voltata verso il centro della piazza ed avvolge i lunghi capelli neri tra le mani in un gesto che potrebbe indicare sia nervosismo che troppo caldo. Il look sportivo, con maglietta fuxia e shorts di jeans, non è quello con cui lui è abituato a vederla, ma la riconoscerebbe anche se fosse in costume d’epoca.
“Non fa un po’ caldo per aspettare in questa piazza?” domanda Lorenzo con tono apparentemente casuale.
Luna si volta lentamente. Ha già riconosciuto la sua voce, ma vederlo fa esplodere un sorriso sulle sue labbra, come un singhiozzo trattenuto troppo a lungo.
“Sei arrivato.”
“Già. E fino a nuovo ordine… sono libero da qualsiasi impegno.”
Luna ha pensato molto, mentre aspettava Lorenzo sulla gradinata all’ombra, con le chiacchiere dei turisti nell’orecchio sinistro ed il flamenco nel destro. È vero, l’Andalusia era da tempo sulla lista sua e di Emma per una vacanza di fine anno scolastico. Ma forse non è un caso che Lorenzo la abbia raggiunta proprio lì.
A pochi chilometri dalla reggia di Granada, dove i genitori di Caterina D’Aragona hanno consumato l’ultimo atto della reconquista spagnola. In mezzo a palazzi moreschi, ideati dal popolo arabo, creatore dei numeri. Tutto in questi luoghi sembra essere una commistione di storia e matematica, dei loro due mondi che in apparenza sembrano inconciliabili ma che qui vivono insieme in armonia.
Persino i sedici anni di differenza sembrano scomparire di fronte a tutti questi secoli di storia e di scienza. E poi è la stessa distanza che divide Emma e Mr Knightley, nonché Vani Sarca ed il commissario Berganza. Ci sono premesse ben peggiori.
“È un bel posto per una nuova vacanza” considera Lorenzo, prendendo per mano Luna ed aiutandola a rialzarsi.
“Ma anche per una nuova estate” risponde lei guardandolo negli occhi senza più incertezze.
“Eh sì” replica Lorenzo mentre si incammina, senza lasciare la sua mano “è proprio una nuova stagione.”
FINE
Alcuni link e riferimenti utili:
1) Per saperne di più sul mio viaggio in Spagna di qualche anno fa, andate a dare un’occhiata a questo post.
2) Ho già omaggiato Philippa Gregory nel mio racconto L’Incubo, che trovate a questo link. Tornare a raccontare dei suoi splendidi romanzi mi è parso naturale, ripensando ai primi capitoli di Caterina, la prima moglie, ambientati, appunto, tra Madrid e l’Andalusia.
3) Una versione pregevole del Riccardo III è quella di Davide Lorenzo Palla, della quale vi avevo parlato qui. Invece a questo link trovate la recensione di un’interessante messa in scena del Sogno di una notte di mezza estate.
4) La mia recensione di Emma di Jane Austen è qui. Invece del primo incontro tra Vani ed il commissario parlo in questo post.
...e anche questo mese mi sono dilungata! Ormai mi conoscete, quindi non credo che la cosa vi stupirà. Qualche mese fa mi sono dilettata a creare una storia d’amore con age gap in un contesto regency, così mi è rimasta la curiosità di provare lo stesso “ingrediente narrativo” in un contesto contemporaneo. Ho anche voluto raccontare, in maniera un po’ romanzata, i miei sentimenti nel corso di questo mese di luglio: l’estrema gratitudine per l’anno scolastico che si è concluso e mi ha arricchito moltissimo e l’eccitazione per la stagione estiva ormai arrivata. L’intreccio rosa è ovviamente frutto della mia fantasia; le riflessioni su come si sente chi fa supplenze e si considera un po’ insegnante ed un po’ allieva, invece, sono ben più realistiche.
In agosto ci sarà la mia consueta pausa estiva, quindi vi do appuntamento a settembre per il prossimo racconto della rubrica “Storytelling Chronicles”!
Nel frattempo, fatemi sapere che cosa ne pensate di Incontrami a Siviglia!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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