lunedì 25 luglio 2022

LA FELICITÀ DEL LUPO

 Challenge "La donna verde": quarta tappa




Cari lettori,

il post di oggi è dedicato alla quarta tappa della challenge “La donna verde”!


Vi siete persi i post precedenti di questa serie? Ecco un breve aggiornamento!


La donna verde” è una challenge di lettura creata da Seli Rowan, Stefania SianoI libri di CristinaAlemagikfantasy (cliccando potete accedere ai loro profili Instagram). È un progetto per appassionati di libri molto semplice e libero: sei volumi da leggere nel corso del 2022, uno ogni due mesi.


Come recita la didascalia ai post di Instagram delle organizzatrici, “La Donna verde è una challenge che ruota intorno alla figura della donna, della magia e della natura. Ogni tappa proporrà un tema legato a questi argomenti, ma saranno sempre versatili, così che possiate interpretarli a modo vostro e scegliere il titolo più adatto ai vostri gusti ed interessi”.



Essendo ormai luglio inoltrato, ho già portato a termine metà della challenge! All’inizio dell’anno avevo deciso di aderire perché ero affascinata dalle tematiche piuttosto differenti dalle mie abituali letture (e molto più fantasiose) e mi rassicuravano le modalità abbastanza free di gestire la challenge.


Per la tappa di gennaio/febbraio, “Il realismo magico”, ho puntato su un classico Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, di Luis Sepúlveda. Mi è piaciuto moltissimo e ve ne parlo meglio qui.


Per marzo/aprile, invece, dovendomi dedicare alle “Creature fantastiche”, ho deciso di iniziare la serie di Percy Jackson. Trovate la mia recensione de Il ladro di fulmini a questo link; qualche settimana fa ho pubblicato anche la mia recensione al secondo e terzo volume della serie, che trovate qui.


Per maggio/giugno ho puntato sulle “Donne coraggiose” e sul commissario Teresa Battaglia, che in Ninfa dormiente deve condurre un’indagine in Val Resia e si ritrova all’interno di una società matriarcale composta da figure femminili molto carismatiche. Anche questo accuratissimo thriller mi ha conquistato: ve ne parlo in questo post.



Oggi, poco prima che il blog si prenda un po’ delle consuete ferie d’agosto, vi racconto la mia versione della quarta tappa di questa challenge. Come avete visto, finora è valsa assolutamente la pena di partecipare a questo percorso… ed anche oggi non mi smentisco!


Il tema di luglio/agosto è “In contatto con la natura” e la mia scelta è stata La felicità del lupo di Paolo Cognetti. Parliamone meglio insieme!



Il tema di luglio e agosto: in contatto con la natura


Pensando alla scelta della lettura per la quarta tappa della challenge, mi sono resa conto che in effetti non sempre leggo storie che comprendano un vero e proprio legame con la natura selvaggia. Mi capita molto più spesso di leggere dei gialli o dei rosa ambientati in luoghi splendidi, ma nella maggior parte dei casi essi rimangono sullo sfondo mentre i protagonisti del romanzo, per un motivo o per un altro, hanno altro di cui occuparsi. Questo a volte è persino un peccato: mi è capitato di leggere di ragazze su bellissime isole greche che però si preoccupavano quasi esclusivamente del loro love affair, di ombrosi commissari in bellissimi posti d’Italia che però a stento guardavano perché troppo presi dagli straordinari o dall’indagine di turno, persino di uomini e donne costretti dalle circostanze a trasferirsi in paradisi terrestri, che però detestavano, provando nostalgia per la città.


Io stessa mi rendo conto di frequentare quasi solo i parchi cittadini e le spiagge (luoghi iper civilizzati ed a volte fin troppo affollati) e di non visitare da troppo dei posti incontaminati, specie in montagna.


È per questo motivo che per la mia lettura ho scelto proprio di salire tra i monti, almeno con la fantasia, scegliendo un autore che mi è stato consigliato proprio dalle creatrici della challenge.



La mia scelta: “La felicità del lupo”


Uno degli autori dei quali mi è stata consigliata tutta la produzione è proprio Paolo Cognetti, esordiente con alcuni racconti proprio a tema natura e montagna anni fa e vincitore del Premio Strega qualche anno fa con Le otto montagne.


La felicità del lupo, sua uscita del 2021, è il resoconto di un anno trascorso a Fontana Fredda, un paesino sulle pendici del Monte Rosa, in Valle D’Aosta.


Lì ha trovato rifugio Fausto, un uomo di quarant’anni che per molti anni ha vissuto piuttosto malvolentieri a Milano, cercando di adattarsi alla vita di città anche se l’amore per la montagna spesso lo spingeva a scappare. Per molto tempo egli ha creduto di vivere una vita più o meno stabile, grazie alla relazione con Veronica ed al suo desiderio di diventare scrittore di romanzi d’amore.


Quando però la sua storia è finita, egli si è reso conto che anche la sua carriera non era mai propriamente decollata ed è tornato tra le sue amate montagne.


Per sbarcare il lunario, egli si mette a lavorare come cuoco al modesto rifugio di una donna che si fa chiamare Babette in onore di un romanzo di Karen Blixen. La proprietaria del locale è una persona sensibile ed intuisce che Fausto ha bisogno di ricominciare.


In effetti Fausto si rivela un ottimo cuoco, e ben presto si lega ad altre due persone che ruotano intorno al mondo di Fontana Fredda.


La prima è Santorso (anche questo è un soprannome), un ex forestale che si è licenziato perché non gli piaceva la trasformazione da custode della natura a parte di un corpo di polizia. Con un passato doloroso che nasconde bene, il vizio del bere dal quale non riesce a liberarsi e l’abitudine di sopravvivere con lavori saltuari (gattista in inverno, boscaiolo in estate), egli non è sicuramente un uomo propenso a fare amicizia, ma con il tempo tra lui e Fausto si instaura un legame importante.


La seconda è Silvia, una ragazza di ventisette anni che lavora come cameriera proprio nel ristorante di Babette. Fausto è riluttante nell’iniziare una nuova relazione, ma Silvia lo conquista con il suo desiderio di scoprire le meraviglie delle montagne. Ella è convinta che salire di altitudine significhi, in un certo senso e con uno spostamento più breve, compiere l’equivalente di un viaggio in latitudine, e che un rifugio sulle cime sia un po’ come il Polo Nord.


Insieme, l’aspirante scrittore e l’esploratrice polare, entrambi in fuga da una vita che stava loro stretta, troveranno un nuovo stile di vita, forse più difficile di quello che hanno lasciato, ma in armonia con la natura che tanto amano.



I personaggi di Fontana Fredda


Un aspetto che sicuramente mi è piaciuto di questo romanzo è il fatto che i personaggi che ruotano intorno al mondo di Fontana Fredda rientrino fino ad un certo punto in qualche cliché, e poi se ne discostino, all’improvviso ed in maniera inaspettata.


Santorso, per esempio, è una sorta di personaggio tragico: non gli viene risparmiato nulla, tra problemi di salute, difficoltà lavorative e traversie personali. Egli, però, lento e costante come un vero custode della montagna (l’unico ruolo che gli interessi davvero), resiste alle ostilità e continua ad avere fiducia in una natura che per lui è stata fin troppe volte matrigna.


Babette, invece, è come un’istituzione a Fontana Fredda: nel corso dei primi capitoli, quelli riguardanti i mesi più freddi, il suo rifugio è un luogo accogliente e sicuro per tutti i locali che sono obbligati dalle circostanze a lavorare alla stazione sciistica e desiderano un po’ di pace e di calore umano. Eppure anche lei, ad un certo punto, avrà bisogno di una fuga, di vedere la pianura ed addirittura il mare.



Quanto ai protagonisti, sicuramente Fausto e Silvia sono due persone irrisolte da molti punti di vista, ma non sono descritti con quei fastidiosi cliché in stile “Peter Pan” che finiscono per rendere insopportabile il personaggio alla maggior parte dei lettori. Al contrario, i loro punti di debolezza e di forza sono descritti con precisione e cura nello scegliere le parole.


Fausto ha uno spirito d’artista che inizialmente crede di poter convogliare nel raccontare storie d’amore, ma ben presto si rende conto che il nutrimento per la sua creatività (una relazione che si trascina ed una vita cittadina che non vuole) è insufficiente. Tornare nel suo luogo di adozione, spendere tante ore del giorno in attività pratiche ed avere tempo per riflettere sono tutte scelte che progressivamente riaccendono il suo desiderio di scrivere.


Silvia, invece, non è rimasta soddisfatta della sua esperienza universitaria, ha cambiato lavoro tante volte ed ha perso la madre troppo presto. Il suo desiderio di salire più in alto possibile potrebbe essere visto quasi in modo mistico, come un volersi avvicinare al Cielo, ma anche come una volontà di allontanarsi e di capire davvero qual è la sua strada.



Il legame con le stagioni della montagna


Tutti i personaggi della storia danno il meglio di sé quando riescono ad entrare in sintonia con la natura, con i boschi, la montagna ed il ritmo lento delle stagioni.


La felicità del lupo inizia e finisce in autunno, la stagione del cambiamento e del rinnovo per eccellenza, minacciata però dall’inizio della caccia e dai tanti pericoli nell’attraversare il bosco. Fausto parte per le montagne in settembre, deciso a restare in solitudine, e non sa ancora che un anno a Fontana Fredda lo cambierà completamente.


L’inverno è dominato dalla neve e dalla stagione sciistica, ed è il momento in cui i pochi umani che risiedono lì stabilmente coltivano legami, fanno amicizia, si innamorano.


La brevissima primavera porta con sé un altro cambiamento e per Fausto e Silvia l’estate sarà la stagione della separazione, anche se solo fisica: l’uno fedele ai suoi boschi, l’altra in un rifugio a 3500 metri, non smetteranno mai di pensare l’uno all’altra.


Sono rimasta conquistata dalle accurate descrizioni che Paolo Cognetti fa dell’ambiente montano, che deve conoscere davvero come le proprie tasche!

Ho letto questo romanzo in spiaggia e sto scrivendo questa recensione sul balcone con tanto di profumo di mare, eppure vi garantisco che non appena aprivo le pagine mi trovavo nel bel mezzo del bosco, oppure su un ghiacciaio. Da brava adepta del “team mare” faccio fatica a capire la mia omonima, perché continuo a pensare che trascorrere la nostra bella estate italiana a lavorare in un rifugio piazzato esattamente sopra un ghiacciaio sia una follia bella e buona. Però qualcuno giustamente potrebbe obiettare che con questo caldo fuori norma è un’idea comprensibile.


Scherzi a parte, credo di aver centrato appieno il tema di questa tappa della challenge, e per la quarta volta mi considero soddisfatta.




Eccoci giunti alla fine!

Per la tappa di settembre/ottobre e per quella di novembre/dicembre ho già intravisto che ci sarà da puntare maggiormente sulla magia e sul fantasy, ma c’è tempo… come fanno Fausto e Silvia, ci penserò quando sarà arrivata una nuova stagione!

Nel frattempo aspetto i vostri pareri: conoscete Paolo Cognetti?

Avete letto questo romanzo? Che ne pensate?

Fatemi anche sapere se avete già partecipato alla challenge con qualche altro libro.

Grazie della lettura, al prossimo post :-)


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