Spazio Scrittura Creativa: novembre 2022
Cari lettori,
benvenuti all’appuntamento di novembre con la rubrica Spazio Scrittura Creativa!
Per chi si fosse perso qualche pezzetto: dopo circa due anni e mezzo di fruttuosa collaborazione con le altre partecipanti al gruppo Storytelling Chronicles, ho deciso di “mettermi in proprio” e di creare questa nuova rubrica nella quale inserire racconti, fan fiction, poesie, tutto quello che mi suggerisce la fantasia!
Per questo mese di novembre, ho pensato di far ritornare due vecchi amici, Luna e Lorenzo, che avevamo conosciuto a luglio ed avevamo lasciato a Siviglia, pronti a vivere un’estate insieme.
Per chi non avesse letto Incontrami a Siviglia (che comunque potete trovare a questo link): Luna è una trentacinquenne supplente di matematica e fisica, Lorenzo è un professore di storia e filosofia del medesimo liceo, cinquantenne, divorziato e con la figlia Isabella a carico. Se son rose fioriranno? Non resta che leggere!
La casa stregata
Aah, novembre, il mese d’intersezione tra Halloween e Natale!
Com’è che era? Case coloniche di campagna, balconcini fatti tutti di legno, calde bibite da poggiare sulla balaustra, una colazione con i pancakes da consumare in vestaglia di pelliccia sintetica pantofole e – vai a sapere perché – calzoncini che mettano in mostra delle gambe ancora abbronzate.
Questo è il novembre di Luna? Eh no, questo è quello che compare nel feed di Instagram di Luna ogni volta che ha la malaugurata idea di mettere like a qualche post di creator che abbia a che fare con l’autunno, il Natale o entrambi, insomma, con tutto quello che, a detta loro, è il momento più bello dell’anno.
Con buona pace dei creatori indefessi di reels, però, Luna sente di star vivendo un mese di novembre non proprio glamour. Con grande sorpresa di tutti (soprattutto di se stessa), a fine settembre ella è stata riconfermata nello stesso liceo dell’anno scorso, riprendendo addirittura le medesime classi, ed il lavoro non è mancato. Soprattutto non manca a novembre, appunto, mese in cui la burocrazia lavorativa si moltiplica. E quindi eccolo qui, il novembre spettacolare di Luna: computer perennemente aperto sulla documentazione da compilare, pile di fogli protocollo con logaritmi e problemi di geometria che certo non si correggono da soli, il tavolo della sala da pranzo ingombro per metà di libri di scuola misti a letture per diletto che sono state chiuse al termine del ponte di Halloween e mai più riaperti, la cesta dei panni sporchi che trabocca e le mensole un po’ impolverate che le ricordano che insomma, dovrebbe fare le pulizie più spesso. Quando è possibile vederla, la polvere. Perché all’ora di merenda diventa notte all’improvviso e a Luna non resta che farsi un the caldo, senza il privilegio del balconcino di legno e della vista sui boschi, anzi, senza proprio il privilegio di vederci un accidente con questo buio, e riscaldarsi come può, continuando a lavorare al computer o a correggere compiti direttamente dal divano, sotto un paio di coperte.
Per fortuna che, nel mare magnum di sudate carte e pagellini di metà quadrimestre, c’è un’ancora di salvezza.
* * *
“Vorrei che fosse ancora luglio.”
“Cosa hai detto, scusa?” risponde Lorenzo rimestando tra le pentole.
“Vorrei-che-fosse-ancora-luglio” ripete Luna scandendo ogni parola. “Rivorrei i quarantasette gradi, io e te a Siviglia, le tapas all’ombra dei teli bianchi, il flamenco in piazza."
“Rivorresti i quarantasette gradi? Ma sei seria?” si volta verso di lei Lorenzo, ridendo.
“Cioè, io ho fatto un viaggio nei ricordi e tu ricordi soltanto le prime quattro parole?”
“Ma no, no. Tutto il resto ha perfettamente senso. Sono le prime quattro parole ad essere prive di logica. Pensavo che tu fossi una fan della scienza e della razionalità.”
Luna sbuffa, prendendo a sgranocchiare un grissino al sesamo insieme al vino rosso che sta sorseggiando. Lei e Lorenzo stanno insieme da quattro mesi e ancora non c’è giorno in cui lui non la punzecchi. Gli piace giocare sul fatto che lui, anche dopo tutti questi anni, resta un filosofo ed un curioso osservatore del passato, mentre lei è una scienziata orientata al futuro. In effetti, questo indugiare sull’estate e sui bei tempi andati è un atteggiamento curioso da parte di Luna. Forse tra filosofia e scienza ci possono essere dei contatti inaspettati.
“Era un’iperbole, no? Tu che sei un umanista, dovresti conoscere le figure retoriche. Volevo soltanto dire che sono talmente stufa del buio e del freddo che tornerei a sudare volentieri. Tu no?”
“Ti stupirà, ma no. Anche se vederti sudare tentando di imparare il flamenco è stato esilarante.”
“E va bene, allora pensiamo al futuro. Quanto manca alle vacanze di Natale?”
“Più ci pensi, e più mancherà. Vado a chiamare Isabella, c’è pronto.”
“Sono qui, pa’.” Isabella sembra comparire dal nulla, ciabattando in cucina. È stata insolitamente silenziosa tutto il pomeriggio, in camera sua a fare i compiti. Si è già messa un piuttosto incongruo pigiama con le renne, i capelli neri – uguali a quelli di Lorenzo da giovane - sono disordinati, e negli occhi brilla una luce strana. La luce della figlia ormai adolescente che vuole chiedere qualcosa all’ignaro papà.
“Buonissimo il risotto al melograno, pa’.”
“Grazie! Ci ho messo una vita a spremerlo. Anche tu ti sei spremuta? Hai finito tutti i compiti? Eri chiusa in camera...”
“No. Cioè, sì, ho fatto i compiti. Ma poi ha chiamato Federica.”
Ahia. Quando chiama Federica di giovedì sera, la parola in codice mediamente è: programmi per il weekend.
“E quindi?” chiede con cautela Lorenzo. “Fate un altro dolcetto e scherzetto domani sera?”
“Ma no, pa’, come sei antico!” E ti pareva. Se Lorenzo avesse avuto un euro ogni volta che si è preso dell’antico da sua figlia, ne avrebbero già ricavato un soggiorno alle terme.
“Avremmo pensato di andare al Luna Park domenica pomeriggio. È l’ultima settimana con le decorazioni di Halloween, poi mettono tutte quelle cose di Natale per bambini” conclude Isabella con una nota piuttosto schifata. Il messaggio è chiaro: ha compiuto tredici anni in agosto, non è più una bambina.
Lorenzo sembra soppesare la richiesta della figlia con la consueta, pensosa ironia. “Ma con che macchina avreste pensato di andare, piccoletta? [smorfia di Isabella sentendo il soprannome paterno duro a morire] No, perché se il Luna Park è il solito, ci sono un po’ di chilometri da fare, e non mi pare che nessuna di voi amiche abbia la patente” conclude con un mezzo sorriso.
Il silenzio che segue è esplicativo.
“Con la tua” balbetta infine Isabella. Ah, ecco che cosa chiedeva già con gli occhi: un passaggio. Niente di sorprendente, in realtà. Non è la prima volta che le mamme delle amiche di Isabella sfruttano Lorenzo come accompagnatore. Lui è tanto bravo a guidare e poi ha solo lei, mentre loro hanno fratellini piccoli a cui badare, e mariti, e sempre tanto da fare a casa. Di solito Lorenzo accetta di buon grado di accompagnare Isabella e le sue amiche in qualche avventura. Solo che stavolta, stranamente, non sta sorridendo.
“Piccoletta, mi dispiace. Domenica pomeriggio devo aiutare Sebastiano con la presentazione del libro. Gliel’ho promesso tanto tempo fa.”
Già, la conferenza sulle Crociate. Anche Luna se n’era dimenticata.
“Ma no, pa’! Io ho già detto a Federica di stare tranquilla! E ora che si fa?”
Già, ora che si fa?
* * *
“Stai scherzando, spero” ripete Emma dall’altra parte della cornetta.
“Ti sento un po’ troppo allarmista, Emma. Dai, cosa vuoi che sia? Andrà bene.”
“Mah, bene può anche andar bene. Ma ne uscirai con le ossa rotte. Devo ricordarti che domani inizia un’altra settimana del novembre da incubo?”
“Ossa rotte, esagerata! Al Luna Park mi divertivo tanto pure io.”
“Sì, tu da sola o con gli amici dieci anni fa, mia cara. Non stando dietro tutto il pomeriggio alla tua figliastra ed alle sue amiche.”
“Che cosa impressionante che hai detto.”
“Quale, dieci anni fa?”
“No. Figliastra.”
Luna non ha mai pensato ad Isabella in questi termini. Isabella è la figlia di Lorenzo, e Lorenzo è l’uomo con cui sta da pochi mesi. Isabella ha un’altra madre, e questo è quanto. Ma pensarla come figliastra cambierebbe le carte in tavola. Non è che pian piano, giorno dopo giorno, lei sta iniziando a mettere su famiglia con Lorenzo e Isabella?
“Luna, mi senti?” ripete la voce incerta di Emma.
“Sì, scusa, Emma. Devo mettermi in macchina. Ci vediamo domani.”
Non più di mezz’ora dopo sono tutte in macchina.
Luna e Isabella davanti, tre ragazze tredicenni dall’aria ridanciana ed eccitata sul sedile posteriore.
“Allora” chiede Luna tanto per fare conversazione (e scoprire a cosa andrà incontro): “Che cosa c’è di bello da provare al Luna Park?”
“Un sacco di roba!” strilla Isabella al culmine dell’euforia.
“Ci sono le autoscontro con gli scheletri!”
“E le montagne russe con i tunnel della paura!”
“E la casa stregata!” fanno eco le sue amiche.
“Ah sì?” chiede debolmente Luna, a cui tornano in mente, tutt’a un tratto, lo sguardo perplesso di Lorenzo ed il tono concitato di Emma al telefono.
“Sì, la casa stregata dev’essere bellissima! Ci sono stati i nostri amici sabato scorso. Andiamo lì subito!”
* * *
In effetti, la casa stregata si presenta molto bene. Se sei una tredicenne con amiche al seguito che è convinta che Halloween non sia ancora passato, ovviamente.
“Quelle mura hanno un’aria un po’ cadente” afferma infine Luna, ben consapevole che è tutto finto, che si tratta di un’installazione di solida plastica che tra due settimane lascerà il posto ad una giostra con le renne, e soprattutto che Isabella e le sue amiche entrerebbero anche se le pareti stessero crollando per davvero.
Infatti la risposta è un coro di: “Dai, entriamo!”
Fa così male adesso
È quello a cui stavo pensando
tutto il tempo
Inspira, respira ancora,
respira profondamente, espira
Mi ci vorrà tutta la vita per dimenticarti
Sai quanto ho paura degli ascensori
Non mi fido se salgono troppo in fretta
Non può durare
Buio e silenzio.
“Iih! Un vampiro fuori dalla bara!”
Uscire fuori, tutti insieme. Tornare da Siviglia, recuperare Isabella che è ancora dalla madre dopo la vacanza in Sardegna. Andare a mangiare una pizza, conoscersi meglio.
Urla e luci a occhio di bue.
“Eeh! Un esercito di mummie!”
Tanti giorni, l’uno dopo l’altro. Accompagnare Isabella a scuola il giovedì, quando Lorenzo deve entrare alla prima ora e Luna può dormire. Andare a cena da lui e trovarli entrambi, con una ricetta mezza pronta e delle buffe tute casalinghe. Il buio che ogni sera arriva sempre un po’ più presto, ma stranamente a Luna non mette angoscia come al solito.
Grida di ragazzine terrorizzate e rumori sinistri.
“Uuh! Delle mani di zombie che escono dalle tombe!”
Allontanare sempre di più il timore che Isabella prenda male la sua entrata in scena. Scoprire che Isabella è proprio come Lorenzo: quieta, ironica, curiosa nei confronti di ciò che non conosce. E, proprio come vuol bene a Lorenzo, Luna vuol bene anche ad Isabella.
Nonostante la vicinanza di quattro tredicenni urlanti, il luogo non proprio confortevole e le ragnatele finte che si sono posate sulla sua schiena, Luna non ha mai avuto meno paura in vita sua.
Sembra soltanto così difficile adesso
Persa nel labirinto della mia mente
Allontanarsi, tornare libera,
affrontare la realtà e crollare,
ti romperesti la schiena pur di farmi esplodere un sorriso
e sai quanto odio che tutti si aspettino
solo che io reagisca proprio così
“Allora, com’è andata la gita? Hai tutti gli arti al loro posto?” ride Lorenzo nel telefono.
“Ma smettila! Sì, adesso aspetto che finiscano di mangiare lo zucchero filato e poi le riporto a casa.”
“E dove ti sei nascosta per parlarmi?”
“Nascosta, dai! … Vabbè, mi sono seduta sulla panchina dietro un cespuglio. Comunque da qui le vedo.”
“Che hai? Sento una voce strana. Non è che hai pianto per i troppi mostri del Luna Park?” il tono di Lorenzo è leggero, ma venato di preoccupazione.
“No, non per i mostri, direi. Comunque tutto ok. Sono molto felice. Cioè, loro sono molto felici, ovviamente.”
“Sì, lo sapevo.”
“Che si sarebbero divertite in libera uscita? Non c’erano dubbi, direi.”
“No. Sapevo che anche tu avresti amato Isabella.”
Uh oh, mi sto innamorando
Oh no, mi sto innamorando di nuovo
Eh sì, mi sto innamorando.
FINE
Siamo di nuovo arrivati alla conclusione!
Se avete letto fin qui, vi ringrazio molto. So che, quando lascio parlare liberamente i miei personaggi (quasi sempre, in effetti), tendo un po’ a dilungarmi, quindi grazie se avete avuto la pazienza di seguirmi!
Luna e Lorenzo sono sempre più uniti e oggi è entrata in gioco anche Isabella! Questi personaggi si sono presi un bello spazietto all’interno della mia testa e potrebbero ricomparire, anche se non credo proprio il prossimo mese (che sarà quasi sicuramente dedicato a Natale&dintorni).
I versi alla fine del racconto sono tratti dalla canzone Labirynth di Taylor Swift, che trovate a questo link.
Se vi va, fatemi sapere che ne pensate di questo mio nuovo racconto!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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