Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori,
eccoci arrivati all’ultimo giorno di marzo!
Questo mese ci ha portato la primavera, giornate più lunghe e, incrociando le dita, qualche restrizione in meno. Purtroppo continua ad essere un periodo difficile per svariati motivi e non sempre l’umore è alto. Anche oggi cerchiamo di restare almeno un po’ positivi e di consolarci con tutto quello che ci è piaciuto nelle ultime settimane, dai libri ai film, dalla musica alla poesia! Questi sono i miei “Preferiti del mese”, e i vostri?
Il libro del mese
Ti regalo le stelle di JoJo Moyes è ambientato in Kentucky nel 1937. La protagonista, Alice Wright, è una ragazza arrivata da poco dall’Inghilterra dopo aver sposato Bennett Van Cleeve, un giovane uomo che, durante il corteggiamento, le era sembrato bello, simpatico, romantico, galante. Non appena la giovane coppia è arrivata nel Kentucky, però, la musica è cambiata: il padre di Bennett, proprietario delle miniere di carbone che danno lavoro a metà paese, è un uomo dispotico e molto severo; Bennett non mostra un briciolo di passione nei suoi confronti, anzi, a volte si disinteressa totalmente a lei; Alice è costretta a passare le sue giornate in un’enorme casa che sembra più che altro un mausoleo della defunta signora Van Cleeve, con l’unica compagnia di un’anziana domestica che sembra detestarla.
Per questo motivo, quando, nel corso di un consiglio comunale, una nota benefattrice propone l’idea di una biblioteca itinerante gestita da sole donne, Alice, suscitando lo sdegno di marito e suocero, si offre volontaria. Chi invece la accoglie molto bene è Margery O’ Hare, la donna a cui è stato affidato il progetto, una persona che in paese è spesso osservata con occhio critico. Figlia di un uomo alcoolizzato e violento che i suoi concittadini ricordano ancora, ella ha sempre vissuto da sola e lavorato per mantenersi. È segretamente fidanzata da tempo con Sven, il responsabile della sicurezza delle miniere di carbone, ma, sebbene in cuor suo sappia di aver trovato un uomo buono e sensibile che non ha nulla a vedere con suo padre, ella continua ad avere paura di farsi una famiglia e rifiuta le ripetute proposte di matrimonio di lui.
Margery ed Alice diventano amiche quasi subito e mettono su una squadra di bibliotecarie itineranti davvero composita. C’è Izzie, la figlia della loro benefattrice, una giovanissima poliomielitica che sogna di fare la cantante; Beth, una ragazza che vive in una fattoria con tanti fratelli e moltissimo lavoro a cui badare; Kathleen, una madre di famiglia che si unisce a loro per alcuni periodi; Sophia, una donna di colore che purtroppo non può viaggiare a cavallo da sola per via del razzismo di cui è permeato il paese e fa da “custode” della biblioteca, riparando i libri rotti.
Il compito delle bibliotecarie itineranti è tutt’altro che leggero: si tratta di attraversare a cavallo un territorio montuoso, impervio ed ancora in parte inesplorato, partendo molto presto al mattino e tornando per ora di cena, con una bisaccia piena di libri da consegnare all’andata e da restituire alla biblioteca al ritorno.
L’iniziativa, che i più retrogradi del paese avevano bollato come inutile, si rivela ben presto un successone. Per Alice, avere un lavoro ed aver trovato delle vere amiche si rivela una svolta: ella comprende che il suo matrimonio non ha davvero senso di esistere, va a vivere da Margery (che convive con Sven, scelta molto scandalosa per i tempi) ed inizia un’amicizia con Fred, il fattore che affitta loro l’edificio per la biblioteca. Sarà allora che il suo quasi ex suocero mostrerà la sua natura crudele e giurerà vendetta per l’affronto subito.
Tratto da una storia vera, Ti regalo le stelle è un romanzo di lotta femminista, che affronta la questione della parità di genere da diversi punti di vista: le protagoniste, infatti, si battono per poter lavorare e guadagnare, acculturarsi ed insegnare questa cultura ad altri, sposare chi davvero amano (o non sposarsi affatto) e soprattutto per essere libere ogni giorno. Sebbene sia una storia ambientata nel 1937, oserei dire che JoJo Moyes si è ispirata alla corrente contemporanea del femminismo intersezionale, perché, oltre che di parità di genere, si parla molto anche di razzismo, abilismo, sfruttamento dei lavoratori, classismo e tendenza alla prevaricazione di chi è povero, ignorante e non sa difendersi.
Il genere principale a cui appartiene questo romanzo è lo storico, anche se non manca il romance e ad un certo punto c’è anche un’inaspettata svolta gialla. Lo stile è scorrevole e, nonostante il libro sia corposo, la lettura procede abbastanza rapidamente. Momenti romantici e colpi di scena ad alta tensione si alternano alle descrizioni dei luoghi, tra montagne incontaminate e campagne verdeggianti. Il Kentucky è uno stato americano sicuramente pittoresco ed affascinante, ma, come dice l’autrice stessa, temo che un secolo fa fosse ancora decisamente arretrato.
L’idea chiave del romanzo – la passione per la lettura che unisce persone diverse, istruisce e dà la forza per combattere le ingiustizie – non può non avere conquistato un’amante dei libri come me. Ti regalo le stelle è un romanzo che consiglierei proprio a tutti!
Il film del mese
La giovane pianista Alma, che vive a New York e studia in un’importante Accademia musicale, viene richiamata bruscamente a casa poche settimane prima di un’audizione per la quale si preparava da tempo.
Dopo un lungo viaggio, ella torna nei boschi canadesi dove ha trascorso infanzia ed adolescenza. Purtroppo è venuto a mancare il suo amatissimo nonno, l’uomo che l’ha cresciuta dopo la scomparsa dei genitori, un naturalista che viveva in una grande casa su un’isola privata, nel cuore di un enorme lago. Alma, sulle prime, sembra intenzionata a restare a casa del nonno solo il tempo necessario di prepararsi al suo esame, ma alcuni eventi imprevisti sconvolgono la sua vita.
Il primo è l’atterraggio d’emergenza sull’isola di un piccolo aereo che trasportava un cucciolo di leone destinato al circo. Il secondo è la fuga di una mamma lupo con il suo piccolo, spaventata da alcuni scienziati dalle buone intenzioni, ma troppo “cittadini” e chiassosi.
I tre animali finiscono per trovare rifugio proprio a casa di Alma, che è al tempo stesso terrorizzata ed affascinata dai suoi nuovi coinquilini. Finché mamma lupo torna ogni sera ad allattare i due cuccioli, Alma è tranquilla, ma quando essa viene catturata dagli scienziati, che la portano con loro in un’oasi per la preservazione del lupo artico, iniziano i guai veri. Tra un biberon di latte per neonati e una cuccia vicino al letto, ad Alma sembra di dover improvvisare, ma ben presto ella capisce di star inseguendo il sogno di suo nonno, che era anche il suo da bambina.
Alma decide così di mettere in pausa la sua carriera da pianista, che le dava soddisfazioni ma la spingeva sempre a giudicarsi con perfezionismo, e di adottare Mozart e Dreamer, come ha chiamato rispettivamente il lupo ed il leone. Con l’aiuto del suo padrino di battesimo, l’unica figura paterna che le è rimasta, e di alcuni amici inaspettati, cercherà di dare vita al sogno di un’oasi naturalistica. Il suo percorso sarà però irto di ostacoli.
Il lupo e il leone è una splendida commedia per famiglie e per amanti di animali. Il regista è lo stesso di Mia e il leone bianco (di cui vi avevo parlato in questo post) ed ammetto che questo è uno dei motivi che mi ha spinto ad andare al cinema. Come tutte le storie d’interazione tra l’uomo e gli animali, non mancano i momenti di commozione e quelli che fanno trattenere il fiato, ma si tratta nel complesso di una pellicola leggera, sognante, a tratti divertente.
Alma viene considerata da tutti una svitata perché alla maggior parte delle persone sembra impossibile pensare che un essere umano (soprattutto una ragazza sola) possa fare da “mamma” a due belve selvatiche, enormi e carnivore, ma lei mostra grande tenacia nell’allevare Mozart e Dreamer, ed ha anche il coraggio di cambiare vita quando riceve un’offerta di lavoro perfetta sulla carta, ma non realmente adatta a lei. Dovrà affrontare l’avidità di chi vuole sfruttare gli animali e l’indifferenza delle istituzioni, ma non si perderà d’animo.
I paesaggi sono spettacolari: sono sicura che la natura selvaggia del Canada, tra boschi, laghi che ghiacciano in inverno ed isole incontaminate, vi conquisterà anche dallo schermo!
La musica del mese
Marzo non può che avere, come parola chiave, i fiori!
Per quanto riguarda la musica classica, a parte il Valzer dei fiori tratto da Lo Schiaccianoci che vi ho consigliato più e più volte (e che trovate qui), per il post odierno vi propongo Flowers del noto pianista contemporaneo Giovanni Allevi, che trovate a questo link.
Quanto alla musica leggera, il mese di marzo chiama un grande classico: Fiori rosa, fiori di pesco di Lucio Battisti! La trovate qui.
Fiori rosa, fiori di pesco, c’eri tu
Fiori nuovi, stasera esco, ho un anno di più
Stessa strada, stessa porta
Scusa se son venuto qui questa sera
Da solo non riuscivo a dormire perché
Di notte ho ancor bisogno di te
Fammi entrare per favore,
Solo, credevo di volare e non volo,
Credevo che l’azzurro dei tuoi occhi per me
Fosse sempre cielo, non è
Fosse sempre cielo, non è
Posso stringerti le mani?
Come sono fredde, tu tremi
No, non sto sbagliando, mi ami
Dimmi che è vero...
La poesia del mese
Per il mese di marzo ho pensato al componimento della scrittrice danese Tove Ditlevsen, dal titolo Ci sono due uomini nel mondo. Una poesia in bilico tra la nostalgia per ciò che è passato ed il desiderio di cambiamento tipico della primavera!
Ci sono due uomini nel mondo, che
costantemente m’incrociano la strada,
l’uno è colui che amo,
l’altro colui che mi ama.
L’uno è un sogno notturno
e abita nella mia mente buia,
l’altro sta alla porta del mio cuore
ed io mai gli apro.
L’uno mi ha dato un primaverile soffio
di felicità che subito dispariva,
l’altro mi ha dato tutta la sua vita
e non è stato mai ripagato di un’ora.
L’uno freme del canto del sangue
dove l’amore è puro e libero,
l’altro ha a che fare con il triste giorno
in cui affogano i sogni.
Ogni donna si trova tra questi due,
innamorata e amata e pura…
una volta ogni cent’anni può succedere
che essi si fondano in uno.
Le foto del mese
Il primo weekend del mese è stato quello del Carnevale ambrosiano e, siccome avevo il venerdì libero, giovedì pomeriggio sono salita sul treno ed ho raggiunto i miei che già erano nella casetta di Varazze da qualche giorno. È stato solo un assaggio di sole, mare, buon cibo ed aria di primavera, ma mi ha rimesso al mondo!
Non è la Festa del Papà senza la tradizionale zeppola! Dopo due anni in cui non siamo riusciti a festeggiare molto, sabato 19 siamo riusciti a fare un bel pranzetto di famiglia: antipasto con salame, caprino ed altri stuzzichini; ravioli di brasato con ragù di cinghiale; dolcetto d’obbligo per finire! Anche i regali sono stati apprezzati da papà :-)
Domenica 20 è venuta a trovarmi la mia amica Mara ed insieme abbiamo rispolverato una tradizione cernuschese che era stata sospesa negli ultimi due anni: la festa san Giuseppe! Abbiamo passeggiato tra le bancarelle, fatto qualche acquisto dagli hobbisti locali e mangiato il primo gelato della stagione. Il giardino del Comune era pieno di fiori meravigliosi!
Ogni anno a marzo fioriscono le camelie nel giardino dei miei: un mix artistico di rosa, fuxia e bianco!
Questo è il mio marzo in breve… fatemi sapere com’è stato il vostro!
Vi mando un grande abbraccio e vi auguro, ancora una volta, una primavera di speranza e di rinascita.
Grazie per la lettura, ci rileggiamo in aprile :-)