giovedì 27 febbraio 2025

I PREFERITI DI FEBBRAIO 2025

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

penultimo giorno di questo mese di febbraio così insospettabilmente breve!

Si sa, gennaio è piuttosto lungo da far passare. Febbraio, invece, in un attimo ci ha portati a metà mese. Solitamente esso porta con sé la piccola pausa di Carnevale e qualche timido segno della stagione che in marzo cambierà.


Quest’anno, la prima delle due cose è rimandata: Carnevale, per noi in zona ambrosiana, si festeggerà tra il 7 e l’8 marzo. Quanto all’arrivo della primavera, la prima metà del mese ci siamo trasformati in funghi, e non ne potevo più; poi un po’ di sole, a sprazzi, ci ha sorpreso, ma c’è poco da fare, siamo ancora in inverno.


Personalmente però, nonostante l’assenza di “stacchi” e la stagione non sempre entusiasmante, è stato un mese più che accettabile. Intanto oggi, come al solito, ricapitoliamo insieme i miei “Preferiti”, dai libri ai film, dalla musica alla poesia alle foto del periodo!



Il libro del mese


Ostia, piena estate. L’ispettore Ferraro, a corto di finanze come sempre – ed ancor più dopo il divorzio - , è riuscito a trovare una soluzione tutto sommato indolore e non troppo dispendiosa per la sua parte di estate e vacanze insieme alla figlia adolescente Giulia.


Mentre padre e figlia si stanno godendo una bella nuotata al largo, però, accade un evento imprevedibile. Una piccola barca da pesca, che sembra non essere governata da nessuno, quasi si scontra con la ragazza. L’ispettore riesce a bloccare il mezzo ed a salirvi sopra, ma non c’è niente e nessuno, se non un portafoglio consumato dall’acqua. Non soldi all’interno, ma un biglietto che sembra la confessione di un suicida, e qualche documento che attesta la proprietà del portafoglio a Giovanni Tolusso, professionista milanese.


Ferraro contatta subito le autorità locali e le mette in guardia: nel mezzo del mare ostiense potrebbe esserci il corpo di un probabile suicida. Dopodiché, finita la vacanza, torna a Milano con Giulia, città dove anch’egli vive e lavora, e, tra una corsa in bicicletta ed una passeggiata con la figlia, inizia ad indagare sull’esistenza di Giovanni Tolusso, che effettivamente non si trova più nel palazzo dove abitava.

L’unica persona che si curava davvero di lui è la moglie, con la quale però era rimasto solo un grande affetto. Da tempo i due facevano vite separate.

Pochi giorni dopo, il mare restituisce il corpo. Sembrano non esserci dubbi: suicidio. A poco a poco, Ferraro ricostruisce la storia della vittima, che potremmo definire “banalmente tragica”.


L’esistenza di Giovanni Tolusso è quella di una persona che ha sempre voluto riscattarsi dalle umili origini della famiglia e dagli studi che le erano stati imposti. Il padre, manovale in trasferta, lo aveva infatti convinto ad intraprendere scuola e carriera da geometra, che per lui era il meglio a cui aspirare. Giovanni, invece, dopo un primo periodo di incertezza giovanile, era riuscito a seguire le sue ispirazioni creative ed a diventare sceneggiatore.


Qualcosa, però, è andato storto, a partire da una cartella di Equitalia contenente una multa esorbitante. Forse una gestione sbagliata della partita IVA. Un commercialista che da serio e preparato si è fatto sempre più sfuggente. Pagamenti e fatture continue che rendevano il totale delle sue uscite molto più alto di quello delle sue entrate. Persino le spese condominiali erano diventate un peso insostenibile. Una catena di tragedie economiche che sembrerebbe aver portato l’uomo a compiere il tragico gesto. Eppure nulla, davvero nulla è come sembra…



Fino a Cronaca di un suicidio, non avevo ancora mai letto niente di Gianni Biondillo, autore che non conoscevo affatto. A quanto ho capito, quella dell’ispettore Ferraro, squattrinato poliziotto che ama la “vecchia Milano” ed ha tanti utili contatti per risolvere le sue indagini, è una serie, ma io sono partita dal volume un po’ più stravagante.


Leggendo qualche altra trama sulle quarte di copertina, mi è sembrato di capire che altre sue indagini seguano la linea tradizionale del giallo classico. Cronaca di un suicidio, invece, per restare curiosamente in tema con quello che poi vi proporrò come film del mese, è una sorta di tragedia pirandelliana, un assurdo che però si rivela essere drammaticamente vero.


In un Paese in cui fior fior di criminali si ritrovano ad essere indagati più e più volte ma grazie ad avvocati ammanicati ed “agganci” vari riescono ad avere notevoli sconti di pena, un onesto professionista che a volte, in questi tempi di crisi, lavora pure “per la gloria” e attende un pagamento che arriverà chissà quando, commette un paio di errori burocratici accidentali… e viene travolto da una valanga di disgrazie.


Questo è un romanzo che vi stringerà lo stomaco, che ad ogni capitolo vi farà sperare che non accada esattamente quel che temete stia accadendo. E sono certa che i notevoli colpi di scena non vi lasceranno delusi.


Lo stile di Biondillo mi è piaciuto molto (non posso negare di essere stata trascinata!), ed anche il personaggio dell’ispettore Ferraro, per quanto non propriamente nuovo, potrebbe essere una nuova, discreta guida alla scoperta di un universo milanese poco conosciuto.


Per ora non so se leggerò altri gialli della serie perché tra gennaio e febbraio mi sono dedicata parecchio ad intrighi e delitti e vorrei tornare su altri generi, ma senz’altro lo terrò in considerazione per il prossimo futuro.



Il film del mese


La storia del biopic Eterno visionario ha inizio ad Amburgo, nella notte tra l’8 e il 9 dicembre del 1934. Luigi Pirandello sta andando a Stoccolma per ritirare il Premio Nobel per la Letteratura, che ha appena saputo di aver vinto.


Ad accompagnarlo c’è solo il suo agente letterario, una figura a metà strada tra un confidente in materia lavorativa ed un segretario particolare, l’unico che, con la sua riservatezza, possa interagire al meglio con il carattere schivo del maestro.


Mentre il treno scorre, ora dopo ora, egli, dopo aver rifiutato sia di mangiare che di dormire (con grande sconforto del suo accompagnatore), resta solo e si trova a trascorrere quel momento, di agitazione ed emozione al tempo stesso, ripercorrendo la sua vita e la sua carriera.


I momenti dolorosi, segnati soprattutto dalla scoperta della malattia della moglie Antonietta Portulano; la donna era sicuramente affetta da qualche patologia psichica che ai nostri tempi avrebbe un nome ed una terapia indicata, ma i medici di allora la bollarono come “pazza” ed invitarono il marito a farla rinchiudere. Lo spettro della pazzia inseguirà Pirandello per tutta la vita e diventerà una delle tematiche ricorrenti nelle sue opere.


Il rapporto molto travagliato con i tre figli: soprattutto la femmina, Lietta, sarà sempre molto dura con lui, anche se, da un certo punto di vista, sarà anche la più legata. Per questo Pirandello soffrirà immensamente quando, dopo sposata, ella andrà a vivere in Sudamerica.


Il periodo berlinese e l’illusione di far diventare film una delle sue opere: purtroppo il cinema resterà un sogno, ma Pirandello finirà per innamorarsi una volta di più del teatro, la sua dimensione ideale.


L’amore complesso e tormentato per la giovane attrice Marta Abba: un sentimento che Pirandello si nega più e più volte, sia per la differenza d’età che per il senso di colpa nei confronti della sua famiglia (e soprattutto della moglie).


La disastrosa serata della prima de Sei personaggi in cerca d’autore, da lui vissuta – comprensibilmente – come un grande fallimento, oggi un esempio immortale di quel che accade quando una persona è davvero artista ed anticipa i tempi.


Più ombre che luci, insomma. Eppure l’artista sta andando verso il più grande, innegabile trionfo della sua vita…



Ho già visto, abbastanza recentemente, un altro biopic su Luigi Pirandello, La stranezza (ve ne avevo parlato qui), e devo ammettere che un po’ l’ho preferito. Mi è piaciuta un po’ di più la malinconica ironia di Toni Servillo, insieme a Ficarra e Picone, con la regia di Roberto Andò, rispetto all’atmosfera decisamente più drammatica che avvolge la storia diretta da Michele Placido.


Però Eterno visionario è comunque un ottimo film, una chicca per chi è appassionato o lavora con la letteratura, e, nonostante qualche momento più lento, la visione regala delle scene molto emozionanti.


In autunno ho visto forse un po’ più film del mio solito, l’inverno è stato più nella norma (ovvero: purtroppo meno film visti di quanti vorrei), però sono contenta di aver avuto tempo e modo di vedere questa pellicola.



La musica del mese


Continuiamo il nostro giro in macchina un po’ vintage con una canzone che omaggia San Valentino! Più di vent’anni fa (eh già, siamo così anziani!) Latin lover di Cesare Cremonini, tratta dal suo primo album da solista dopo il periodo di debutto con il Lunapop, è stato un successo! La potete ascoltare a questo link.


Fidati di me, un latin lover

non canta l’amore, lo vuole per sé!

Ecco perché non sono un latin lover:

io canto l’amore sì, ma solo per donarlo a te!


Vuoi ballare con me?

Non mi dire che poi, giocherò, con te

vuoi parlare con me?

Senza dire che poi, ci proverò…


Se gli amori passati non contano niente

e sono lontani da noi

gli errori che ho fatto col senno di poi…

Baciami adesso, se vuoi!

Amore, baciami adesso, se vuoi!



La poesia del mese


Prima di passare all’atmosfera festosa del Carnevale e poi a quella primaverile, salutiamo l’inverno con Fior di neve di Umberto Saba.


Dal cielo tutti gli Angeli

videro i campi brulli

senza fronde né fiori

e lessero nel cuore dei fanciulli

che amano le cose bianche.

Scossero le ali stanche di volare

e allora discese lieve lieve

la fiorita neve.



Le foto del mese


Ogni tanto c’è voluta qualche dolce consolazione! Una piccola pausa aiuta a ritrovare concentrazione ed energia. In foto con un succo, un’ottima torta di mele!



I giorni di sole non sono stati tanti, ahinoi, ma almeno qualche volta sono capitati nel weekend. Così sono potuta tornare al parco qui a Cernusco, e mi sono goduta un po’ di luce e di verde. La terra è ancora “a riposo”, ma presto torneranno le aiuole fiorite…



Lo ammetto: il più delle volte sono stata in maglione e jeans al lavoro, e con tute sportive o pile nel weekend. Ma un paio di domeniche sono riuscita a tirare fuori qualche outfit elegante! 



Questo mese non sono riuscita ad andare nella mia cara Liguria, ma una sera mi è venuto in soccorso il polpettone della zia! Si tratta di una ricetta tipica genovese, a base di patate, fagiolini e basilico con parmigiano, uovo e pangrattato. Prima o poi imparerò a cucinarlo anche io... 



Ecco il mio tranquillo febbraio! 

Raccontatemi com'è stato il vostro, se vi va... sono sempre in cerca di consigli a tema libri, film, musica! 

Grazie per la lettura, ci sentiamo in marzo :-)



lunedì 24 febbraio 2025

RISOTTI E PASTE INVERNALI

Tre primi piatti per fare il pieno di energia




Cari lettori,

primo appuntamento dell’anno con la nostra rubrica “Menù e ricette”!


Ormai è da un po’ che non vi propongo qualche nuova ricetta, e mi è sembrato appropriato farlo oggi. Non so voi, ma io arrivo sempre a questo punto dell’anno che inizio a non sopportare più l’inverno, e desidero la primavera con tutto il cuore.


Se dall’autunno a Natale solitamente riesco a ritagliarmi più spazi per attività sia culturali che rilassanti, gennaio e febbraio si rivelano sempre due mesi un pochino noiosi: il lavoro non manca; i weekend spesso sono freddi o di maltempo e tante volte non vado oltre la semplice passeggiata, il tempo in famiglia e/o hobbies casalinghi; per fortuna nel mio caso continuano ad esserci le due sere a settimana a scuola di danza, altrimenti anche l’attività fisica – a parte qualche camminata – si stempererebbe in un po’ di pigrizia stagionale.


Tutto questo per dirvi che a volte energia ed entusiasmo calano un po’. Ma, in attesa della primavera, visto che le temperature sono ancora basse, possiamo tirarci su con qualche primo piatto sostanzioso! Ne ho scelti tre abbastanza classici e oggi ve li ripropongo “a modo mio”. Sapete che le mie ricette non sono mai troppo complicate… spero che vi possano interessare!



Risotto alla zucca



Ingredienti (x 4)


250 gr circa di zucca

400 gr di riso

Brodo vegetale

Cipolla surgelata a dadini

Vino bianco a piacere

Olio

Burro e parmigiano a piacere



Preparazione


  • In un pentolino a parte (bollilatte), far bollire un po' d'acqua con il brodo vegetale.

  • Pulire la zucca, tagliarla a pezzi piccoli e farla cuocere a fuoco dolce in una pentola con un po' d'olio.

  • Dopo 15-20 minuti, quando la zucca è un po' appassita, aggiungere la cipolla a cubetti e mescolare.

  • Aggiungere riso e vino e far tostare.

  • Versare un po' di brodo pronto ed aspettare che si asciughi. Ripetere l'operazione mescolando finché il risotto non è pronto.

  • Spegnere il fuoco, mantecare con burro e parmigiano e servire ben caldo.



Risotto con erbette ed olive


Ingredienti (x 4)


1 confezione da 100 gr di olive nere e verdi a rondelle (io uso quelle della Conad)

4 cubetti di erbette/biete surgelate

400 gr di riso

Brodo vegetale

Misto per soffritto surgelato a dadini (cipolla, carota, sedano)

Vino bianco a piacere

Olio

Burro e parmigiano a piacere



Preparazione


  • In un pentolino a parte (bollilatte), far bollire un po' d'acqua con il brodo vegetale.

  • Fare cuocere a fuoco dolce, con un po' di olio, il misto surgelato e le erbette finché queste ultime non si scongelano e possono essere mescolate al resto.

  • Aggiungere riso e vino e far tostare.

  • Versare un po' di brodo pronto ed aspettare che si asciughi. Ripetere l'operazione mescolando finché il risotto non è pronto.

  • Spegnere il fuoco, aggiungere le olive lavate e sgocciolate, mantecare con burro e parmigiano e servire ben caldo.



Spaghetti con ragù di salsiccia al finocchietto


Ingredienti (x 4)


300 gr circa di passata di pomodoro

Olio

Misto soffritto surgelato a cubetti (cipolla, carota, sedano)

Origano fresco

20 cm circa di salsiccia al finocchietto (si può sostituire con quella classica o con quella piccante, a seconda dei gusti)

400 gr di spaghetti

Sale grosso



Preparazione


  • Far rosolare in una padella antiaderente la salsiccia (spremuta fuori dal budello e spezzettata) con olio e misto soffritto.

  • Versare la passata ed aggiungere l’origano. Cuocere a fuoco basso finché il ragù non è pronto.

  • Buttare gli spaghetti in abbondante acqua salata e cuocere secondo le indicazioni sulla confezione.

  • Far saltare gli spaghetti al dente nel ragù, quindi servire ben caldi.




Che ne dite? Possono andare bene per fare il pieno di energia in una fredda giornata invernale?

Fatemi sapere quale ricetta vi ha più incuriosito e quale sareste felici di replicare.

Scrivetemi anche, se mi va, quali sono i vostri primi piatti preferiti per l’inverno… così rubo qualche idea!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 20 febbraio 2025

POESIE PER IL MESE DEGLI INNAMORATI

 Spazio Scrittura Creativa: febbraio 2025




Cari lettori,

oggi, salvo imprevisti, concludiamo la nostra carrellata di post di febbraio dedicata al mondo rosa. Tra autrici famose di romance, nomi importanti del mondo self, classici senza tempo e booktag abbiamo visto davvero un po’ di tutto, ma mi avrebbe fatto piacere concludere con qualcosa di mio, e così eccoci con il nostro “Spazio Scrittura Creativa” di febbraio!


Come già fatto in altre occasioni (l’ultima volta durante il mese di settembre), ho pensato di proporvi due delle mie poesie. Ho scritto componimenti per anni, poi ho iniziato a preferire la prosa, in varie forme. Chi ha già letto questi miei post poetici sa che le idee per questi componimenti mi sono venute in parte qualche anno fa, in parte quando ero proprio ragazza, ma, in ogni caso, c’è stato un piccolo – talvolta grande – lavoro di editing. Ritornare sulla propria scrittura e capire che cosa funziona ancora e che cosa invece è stato figlio dei tempi è importante per me.


Oggi è il turno di due poesie a tema amore! 

Spero che vi possano emozionare almeno un po’…



Innamorarsi


Avvertire una dolcezza che conquista

e scioglie il cuore e la mente scalda,

e sentirsi parte di un cammino che non si arresta

come un tiepido fiume che rallenta il tuo paesaggio.


Provare un immenso affetto per qualcosa di non tuo,

sentire come appartenente a te quel che non conoscevi,

avviarsi lungo una strada sapendo che porterà solo a lui,

condurre l’esistenza di un fiore che danza nel vento.


È come un lungo viaggio senza ritorno:

crescita e coraggio ti sono compagne

e il cambiamento è la tua unica meta

...anche se è difficile traversar quel fiume!


Ma non avere paura, non provare a fuggire:

questa di tutte è la più grande e più bella meraviglia!

Anche tu un giorno scoprirai che innamorarsi

è inneggiare alla vita.



E tu…


Il tempo è trascorso, son passati molti anni

e mai il pensiero infinito verso di te

ha desiderato placarsi o cambiare:

sono ancora qui…


Impossibile non vedere

quanto sai tirare fuori il meglio di me!


E tu

che di sorpresa ti presenti,

che di ridere mai ti scordi,

pieno d’impeto e all’improvviso gentile,

sembri pensare soltanto a te,

eppure trabocchi d’altruismo…


E tu

da tutti criticato e da me sola apprezzato,

forte e fragile, dolce e severo,

vicino e lontano, amico e nemico…


E tu…

senza di te, sarebbe stata forse diversa

la mia vita…




Eccoci arrivati alla fine di questo post poetico!

Disclaimer molto importante: sono stata ispirata da situazioni ampiamente passate, e la base di esperienza personale è stata parecchio romanzata, come tutti gli autori fanno. A differenza di altri casi (ad esempio, sapete che nei preferiti del mese vi parlo parecchio di me), quando si parla di relazioni romantiche ci tengo ad intrecciare qualche avvenimento reale alla fantasia, ed anche a non parlare del presente, per preservare la privacy sia mia che di altri.


Per il resto, spero che l’angolino creativo di febbraio vi sia piaciuto. Vi confesso che questo lavoro di editing mi sta facendo considerare sempre più l’idea di tornare a scrivere poesie ex novo, ma, come per ogni ambito creativo, ci vuole l’ispirazione giusta. Però prometto di pensarci!


Nel frattempo, fatemi sapere che ne pensate voi!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


lunedì 17 febbraio 2025

STORIE D'AMORE TRA L'ITALIA E GLI USA

 Due romanzi di Elisa Gioia e Raffaella Spano




Cari lettori,

oggi, per le nostre “Letture…a tema”, continuiamo la nostra carrellata di romance in onore del mese di San Valentino.


Considerate le mie letture del periodo, credo che più ci avvicineremo alla primavera e più vedrete un ritorno ai gialli ed anche qualcosa di storico. Nel frattempo, però, proseguo nel raccontarvi qualche bella storia d’amore.


Oggi vi presento due ebook di autrici italiane self molto note che ho trovato in promozione gratuita rispettivamente quest’estate e quest’autunno. Il primo, di Elisa Gioia, si è rivelato una conferma, dal momento che qualche anno fa avevo già letto un altro suo romanzo, Non fa più rumore (Link recensione), e mi era piaciuto; il secondo, di Raffaella Spano, è stata invece una bella sorpresa, visto che un altro suo libro (Bee – La principessa ribelle, a questo link) mi aveva deluso. La sua scrittura, però, mi aveva comunque in qualche modo catturato, così ho dato un’altra opportunità all’autrice e penso di aver fatto bene.


Il titolo di Elisa Gioia è ambientato in Italia (Veneto), ma ci sono vari riferimenti a New York, città d’origine del protagonista maschile; le vicende raccontate da Raffaella Spano si svolgono invece interamente a Las Vegas.


Vediamo meglio queste due storie!



So che ci sei, di Elisa Gioia


Gioia Caputi è una ragazza che deve ricominciare da capo. Le è bastato lasciare l’Italia per sei mesi – per uno stage in Inghilterra – perché la sua vita sentimentale andasse a rotoli. Il suo fidanzato, Matteo, frontman di un gruppo musicale emergente, i Sounds, si è montato la testa un po’ troppo con la fama, e l’ha lasciata con un misero messaggio scritto su un foglio A4.


Così Gioia si ritrova single e seppellita nel suo appartamento italiano. Non c’è tempo, però, per la commiserazione. Innanzitutto sua sorella Melissa e le sue amiche Beatrice (che poi sarà protagonista di Non fa più rumore) e Ludovica fanno il possibile per starle vicino e tirarla fuori dalla sua tana. Poi, dopo poche settimane ella inizia un nuovo lavoro alla Dreamsart, un’agenzia di comunicazione e pubblicità. Il lavoro le piace molto e con il suo collega Marco entra subito in sintonia, ma il suo capo, Sabrina, fa concorrenza alla boss de Il diavolo veste Prada.


Dopo alcune infernali settimane di lavoro, Gioia decide di partire con le sue amiche per un weekend lungo a Barcellona. Ma durante una serata karaoke, complice una serie di imprevisti, un incontro con Christian, un uomo affascinante che lei aveva già adocchiato sul suo stesso aereo, mescola tutte le carte. Tra i due c’è solo un bacio; quanto basta per far rimuginare Gioia a proposito di cosa sia rimasto dei suoi sentimenti per Matteo.


La nostra protagonista, però, non sa ancora che cosa l’attende il lunedì successivo, in ufficio. Alla prima riunione del mattino ella si ritrova di fronte proprio lo sconosciuto di Barcellona. Christian Kelly è il nipote del suo temibile capo ed il proprietario della casa discografica Sound&K, uno dei più importanti clienti della Dreamsart. Non solo, ma la band che Christian sta per mettere sotto contratto… sono i Sounds, il gruppo di Matteo.


Le vite di Gioia e del “non più sconosciuto” di Barcellona, che in verità è americano e proviene da New York, sono destinate ad incontrarsi più e più volte. All’inizio Gioia è molto sulla difensiva ed il suo rapporto con Christian è decisamente alla enemies to lovers. Poi pian piano ella smette di non sentirsi all’altezza di fronte ad un uomo che considera troppo ricco e potente per lei, soprattutto perché egli si rivela una persona decisamente alla mano. Giorno dopo giorno, Christian conquista la fiducia di Gioia, accettando di fare la parte del “fidanzato di copertura” con l’ansiosa madre di lei, difendendola dall’atteggiamento manipolatorio di Matteo e sostenendo il suo lavoro di fronte alla boss/zia Sabrina.


Ma la data del ritorno a New York di Christian si avvicina, e nella Grande Mela lo attende una super modella, Chantal, che forse non è stata sempre e solo un’amica per lui…



Romanzo a metà strada tra il contemporary, l’office e il music romance (un mix di sottogeneri che rende il libro unico ed interessante), So che ci sei è l’opera prima di Elisa Gioia, un’autrice che seguo da anni con piacere sui social e che ho sempre apprezzato per i suoi contenuti. Dopo aver letto la storia di Beatrice con Non fa più rumore, ero curiosa di leggere quella di Gioia… anche se vi avverto fin da ora che si tratta della prima parte di una dilogia, e che il finale vi farà correre a comprare il secondo volume, Il mio lieto fine sei tu. Per me è ancora in TBR, ma spero di riuscire a leggerlo presto.


Rispetto ad altre sue storie – sia l’altra che ho letto, sia quelle che ho visto pubblicizzate sui social e di cui conosco già un po’ di estratti -, questa mi dà l’impressione di essere la storia più autobiografica dell’autrice, un po’ per ambientazione ed un po’ per caratterizzazione. Da un lato, quindi, le sue storie successive sono sicuramente ancor più curate; dall’altro, il romanzo risulta fresco e spontaneo, come una scommessa andata bene.


Gioia e le sue amiche incarnano le classiche ragazze di provincia che vorrebbero una vita “alla Sex and the city” ma non sempre il mondo reale consente loro di realizzarla. Christian Kelly, invece, ne ha abbastanza dell’universo patinato americano da cui proviene e si avvicina volentieri ad una persona più semplice come Gioia.


Le difficili circostanze – tra lavoro ed ex ingombranti – fanno sì che i due neghino a lungo il nascere di un sentimento, ma… è l’amore stesso a trovarti, anche quando non vuoi.


Molto carina la colonna sonora, che mi ha fatto tornare indietro di circa un decennio, quando seguivo il mondo pop con molto più entusiasmo (o erano le canzoni ad essere effettivamente un po’ più belle? Mi consentite questa frecciatina da millennial nostalgica?)


Vi farò sapere quando riuscirò a leggere la seconda parte di questa romantica, ma anche divertente storia!



Deadly Sins vol.1 – Pride, di Raffaella Spano


Las Vegas, giorni nostri. Victoria, una giovane organizzatrice di eventi privati, è appena atterrata dopo aver siglato un contratto con Lucifer Bedlam, un uomo d’affari tanto ricco quanto misterioso. Il suo nuovo cliente le ha chiesto di organizzare una ricca festa per il diciottesimo anniversario di apertura del suo club notturno, il Deadly Sins, ma ella sospetta che ci sia da mettere in discussione anche un piano di restyling.


Ambiziosa e determinata, Victoria è decisa a fare una buona impressione su quello che, anche per un breve periodo, sarà il suo nuovo datore di lavoro. Ma quello che non sa è che Lucifer non è solo.


L’uomo, che è rimasto deturpato da cicatrici dopo un traumatico passato e preferisce gestire il club direttamente dal suo attico, ha delegato la gestione di tante aree del locale ai suoi sette figli adottivi, sette ex bambini orfani che egli ha portato via da situazioni terribili e che ora sono uomini potenti e pericolosi.


Dalla gestione del patrimonio alla security, dal bar alle esibizioni di spogliarello, dal gioco d’azzardo ai divertimenti con la moto fuori dal club: niente è lasciato al caso, tutto ha un suo responsabile. Ma l’erede di Lucifer, colui che ha in mano le responsabilità più grosse, è Reed, il primogenito.


È proprio con lui che Victoria dovrebbe collaborare… ma non è facile. Reed è orgoglioso, sospettoso, e teme che l’impronta troppo innovativa di Victoria snaturerà il club e comporterà l’allontanamento della clientela. Lucifer però è irremovibile: un cambiamento è necessario.


Mentre Reed e Victoria, con alterne fortune, provano a collaborare sia all’organizzazione della festa che ad un progetto di restyling, la ragazza inizia a risiedere proprio al Deadly Sins… e quello che scopre la lascia sempre più perplessa ed impaurita.


I fratelli Bedlam sono temuti nella zona, della quale detengono il controllo con mezzi non proprio leciti, e spesso si scontrano in modo molto violento con un’altra banda rivale, soprattutto perché quest’ultima pratica lo spaccio di droga, un’attività che tutti loro (e in particolare Lucifer) detestano: l’abuso di sostanze ha portato alla rovina quasi tutte le loro famiglie d’origine.


Ci sono membri della famiglia che sembrano (relativamente) più innocui, come il minore Damon, l’enfant terrible che pensa solo alle moto e poco alla famiglia, o lo spogliarellista Blade, che risulta scanzonato e quasi simpatico. Ma l’incontro con la moglie di Drake, un altro fratello, la lascia sconvolta: è chiaro che quel matrimonio ormai è finito e che entrare a far parte di quella famiglia non è una passeggiata.


Più di tutti, Victoria è spaventata da Reed, che però, inevitabilmente, la affascina…



Come dicevo poco prima, ho letto un altro romanzo dell’autrice, uno stand alone sempre del genere “dark romance”, che però mi ha deluso da un po’ di punti di vista. Tuttavia ritenevo un po’ un peccato non dare un’altra opportunità all’autrice, perché anche lei è molto brava e curata con la promozione sui social, e soprattutto, nonostante il contenuto non mi abbia entusiasmato, lo stile del libro che ho letto era comunque trascinante. Così ho approfittato di una promozione per fare un altro tentativo, e devo dire che nel complesso è riuscito.


Sia chiaro: qui ci allontaniamo completamente dalle atmosfere romantiche con cui avevamo iniziato il post. I personaggi maschili sono tremendi: avranno pure una loro “etica”, ma i fatti contano molto più dei discorsi, e personalmente ho passato un sacco di capitoli a pensare: Victoria, scappa, che vuoi fare, la donna del boss?


Però no, mettetevi il cuore in pace, nessuna fuga, la sventurata risponde, pure con una certa passione e fantasia. E devo dire che, se dal punto di vista razionale ho fatto un po’ più fatica ad ambientarmi in questo mondo oscuro, da quello più emotivo ho trovato effettivamente convincente la “discesa negli abissi” a cui la protagonista viene sottoposta. Questo è proprio uno di quei romanzi guilty pleasure, quelle storie dark e passionali in cui ti immergi quando sei in cerca di evasione, quando hai voglia di pensare ad un Altrove dove tutto è possibile, persino che Lucifero sia sceso sulla Terra per metterci di fronte alle nostre ipocrisie. Credo sia questo che mi ha convinto: la parte “oscura” del romanzo è strutturata e ben motivata.


Non so ancora se in un prossimo futuro leggerò altri romanzi della serie. Da un lato la storia mi ha intrigato; dall’altra si tratta di tanti volumi (penso che l’autrice voglia pubblicarne 8, e per ora è in fase di stesura del numero 5) e il “dark” resta uno dei sottogeneri del romance più lontani da me. Però mi piace l’idea che, per ogni fratello Bedlam, l’autrice stia pensando ad un trope diverso: la rivalità tra le bande, la contrapposizione “grumpy and sunshine”, un padre single… vedremo se mi ricapiterà l’occasione!




Allora, cosa preferite? Luce o oscurità? La tratta Venezia – New York o i club di Las Vegas? Il music/office romance o le atmosfere dark? Fatemi sapere che ne pensate!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)