...questa volta qualcosa non ha funzionato!
Cari lettori,
iniziamo la settimana con un certo brio e con una rubrica che porto su questi schermi un po’ troppo poco: gli “S-consigli libreschi”. Chi mi segue da tempo sa che sono una lettrice che difficilmente stronca al 100%; cerco sempre di vedere il lato positivo, di valutare pro e contro, e di base tento di non essere una persona snob: ci sono tante letture che apprezzo che so benissimo essere leggere e di intrattenimento.
Invece stavolta, ahinoi, ci tocca proprio. E per ben due volte!
Queste letture risalgono all’inizio dell’autunno, ma ho voluto aspettare un po’ perché una delle due è a tema natalizio e volevo almeno che passasse Halloween. Non vi nego che ho anche voluto rifletterci un po’ per vedere se con il tempo avrei rivalutato alcuni aspetti dei romanzi, ma purtroppo no… davvero, come dico nel sottotitolo, stavolta qualcosa non ha funzionato. Parecchie cose, per la verità.
E dire che le premesse erano buone: siamo nel campo dei romance, uno dei generi che leggo di più, ed uno dei due romanzi è l’opera natalizia di una delle autrici italiane più apprezzate, l’altro un ebook di un’autrice self che mi aveva fatto un’ottima impressione sui social a livello di promozione e presentazione. Peccato, davvero peccato. Ma entriamo un po’ più nel dettaglio!
Il mio regalo inaspettato, di Felicia Kingsley
Siamo in Scozia, a Dunfermline. È arrivata la Vigilia di Natale e nella sede locale di Amazing, servizio di consegna pacchi per i clienti, c’è un gran caos: gli ultimi regali devono essere portati ai giusti destinatari!
Freya, trentenne scozzese, lavora per Amazing da un bel po’, e con un posto di responsabilità. Il lavoro è tutto quello che le è rimasto dopo che il suo quasi marito l’ha lasciata, e la prospettiva di un’eventuale promozione l’anno prossimo è troppo allettante per riposarsi in prossimità del Natale. Per di più la attendono delle feste solitarie, perché, per non sprecare denaro, ha finito per regalare ai suoi genitori i biglietti di quello che avrebbe dovuto essere il suo viaggio di nozze.
Finalmente arriva l’ora di chiusura ed anche per Freya è il momento di andare a casa. Quando ella sta per andarsene, però, si rende conto di qualcosa di terribile: un camioncino per le consegne, guasto già dalla mattina, è rimasto inutilizzato tutto il giorno, e nessuno ha pensato di prelevare i pacchi che conteneva e consegnarli con altri camion.
Il risultato è che ora ci sono dei pacchi dono, da consegnare assolutamente entro mezzanotte, che giacciono lì, in mezzo alla neve ed al freddo, dentro un camioncino guasto.
Disperata all’idea che la responsabilità ricada su di lei, Freya decide di trasformarsi in Babbo Natale e di effettuare lei le consegne. In un primo momento ella pensa di ricorrere ad un altro camioncino, ma finisce per trovarsi senza più benzina in mezzo ad una strada innevata. Per fortuna le viene l’idea di chiamare un Uber.
Peccato che l’autista del furgone che ha chiamato si riveli essere Kyle, una sua vecchia cotta del liceo che l’aveva abbandonata proprio prima del ballo di fine anno.
Freya e Kyle stanno per andare incontro alla più incredibile delle notti di Natale: già l’atmosfera all’interno della macchina non è il massimo… in più ogni consegna si rivelerà un’avventura.
La trama sembra pure divertente, no? Eh, e invece Il mio regalo inaspettato si rivela una delusione dietro l’altra. Ho letto altri romanzi di Felicia Kingsley e, pur non avendoli adorati come tanti altri lettori tra blog e social, li ho comunque apprezzati, al netto di piccoli difetti, che qui purtroppo si ingigantiscono. Questa è un’opera che non le rende giustizia, probabilmente scritta in fretta, o per essere in libreria giusto in tempo per Natale, o per la necessità di fare una pubblicità – neanche troppo occulta – ad “Amazing” (chissà quale sarà il vero nome di questa azienda, mah).
Tanto per cominciare, i personaggi. Freya è la classica “ragazza dei film Hallmark”: donna in carriera ma in crisi, single e/o appena piantata dal fidanzato, sola sotto le feste. Ma lei è il meno peggio, considerato che comunque questo romanzo è di fatto una versione scritta dei famosi film romance natalizi di Hallmark e dintorni. Il peggio è Kyle. Non è la prima volta che mi capita di imbattermi in un personaggio come lui, e davvero non capisco come facciano gli autori a cadere in un errore così banale. Detto in parole semplici: l’intento avrebbe dovuto essere quello di renderlo un personaggio ironico e scanzonato che non esita a flirtare con la protagonista, ma l’effetto è quello di un tizio con idee più retrive dello Stato Pontificio nell’800 che cerca di rimorchiare una vecchia compagna di scuola con l’ormai superato spauracchio del “se no rimani sola” (anche lui, comunque, se va avanti così, per essere proprio oneste). Ancora nel 2023 battute sulle zitelle e sui gatti, vecchi rancori risalenti al liceo che non hanno più neanche senso di esistere, cattiverie gratuite nei confronti di una persona che ormai è diventata per lui una perfetta sconosciuta, un machismo degno dei film dei Vanzina. Tutto questo, per quanto mi riguarda, non fa proprio l’effetto “scintille” o “enemies to lovers”. Ad essere sincera, mi è parso bullismo puro e semplice.
Poi, l’idea del “tutto in una notte” è un classico natalizio e sinceramente perché no, se fosse stata gestita meglio. Ma, tanto per cominciare, non è poi così verosimile che tutti, dico tutti i destinatari dei pacchi, non abbiano 10 secondi di tempo per ascoltare la semplice frase “Buonasera, sono il corriere, questo è il suo pacco, una firma qui, arrivederci” e finiscano tutti per afferrare per un braccio Freya, Kyle o entrambi e trascinarli dentro in casa per coinvolgerli in questa o quella disavventura natalizia. Non mi sembra che l’arrivo di un corriere sia uno strano fenomeno per la società contemporanea, tanto da confonderlo ogni volta o quasi con un amico che è venuto in visita, oltre al fatto che si continua a ripetere il medesimo stratagemma narrativo, o a variarlo di molto poco.
Arriviamo – con dolore – a quello che è il più grande difetto di questo libro: le avventure in cui Freya e Kyle vengono coinvolti sono così… assurde… che definirle assurde sarebbe un eufemismo.
Una “casa stregata” in cui compare solo un bimbo in camicia da notte – una visione orribile, non è vero? - e due adulti fatti e finiti, invece che chiedere al piccolo dove siano i genitori, scappano urlando e, vedendo che il cancello si è chiuso (forse si potrebbe anche considerare che in una notte di dicembre in Scozia c’è tanto vento, ma io sono un’anima semplice), invece che scendere e tentare di riaprirlo lo abbattono con il furgone. Un cancellone di ferro battuto. Ma certamente!
Un club a luci rosse i cui gestori, di certo per nulla abituati a ricevere sex toys in scatole anonime da corrieri, non trovano niente di meglio da fare che coinvolgere Freya e Kyle nei loro giochini natalizi. Tra l’altro, questa parte è di una volgarità imbarazzante. Chi mi conosce nella vita e nella blogosfera sa che non sono il prototipo della puritana, anzi, ho appena detto che mi danno fastidio le idee anni ‘60 su amore e sesso nel 2023, ma queste pagine sono brutte e basta. Così triviali che in confronto Aristofane era un Lord inglese, e senza nemmeno la scusa della concezione della commedia in epoca classica.
Una vecchia rockstar ovviamente alcoolizzata e depressa, che vuole buttarsi dallo scalone di casa sua ogni volta che la radio passa gli One Direction o Justin Bieber. All’inizio era pure abbastanza divertente, ma poi Freya e Kyle pensano bene di portarsi dietro l’eccentrico rocker, rendendo il suo personaggio sempre più ridicolo.
E poi la solita proposta di matrimonio plateale, la solita situazione “combinata”, e l’immancabile incontro con l’ex di Freya, sposatosi in fretta e furia con una ragazza gentile e buona che probabilmente è vittima del più grande inganno della sua vita ed invece viene perculata e basta. Il bullismo continua.
Non basta un mini capitolo sull’amore che dura per sempre e su chi è malato a Natale per riequilibrare questa serie di assurdità.
Lieto fine scontato, e questo ok, ci poteva stare – anzi, direi che è un obbligo in una commedia natalizia -, ma che grande fatica. Ho visto in biblioteca che sono arrivati altri romanzi di Felicia Kingsley e, vi dico la verità, sono combattuta. Si tratta di titoli molto molto amati da altri bloggers, bookstagrammers e dintorni, ma se il rischio è quello di trovarsi di fronte ad un’opera simile a questa… aiuto.
Mi sa che per un po’ non ne voglio più sapere.
Bee – La principessa ribelle, di Raffaella Spano
La protagonista di questa storia è Beatrice detta Bee, una ragazza dal passato difficile che è riuscita a costruirsi una carriera da sola, prima come modella e poi come influencer.
Da qualche tempo ha iniziato una relazione con un personaggio di primissimo piano: il principe ereditario al trono d’Inghilterra, Robert. Lo scandalo della “principessa del popolo” ha raggiunto Buckingham Palace e da allora la coppia, malvista dalla Regina, gira il mondo, compatibilmente con i viaggi di lavoro di Bee.
Una notte, però, si verifica un attentato e solo Robert viene portato subito in salvo. Bee viene recuperata in un secondo momento dalle guardie reali e si trova di fronte l’ultima persona che avrebbe voluto vedere: Mark Sinner detto Sin, suo travagliato amore di gioventù, che ha appena preso servizio tra le guardie del corpo.
Dopo l’attentato i genitori di Robert decidono – anche se piuttosto malvolentieri – di provare ad includere Bee nella famiglia reale. Il principe le fa una proposta ufficiale, Bee viene costretta a seguire il protocollo e le attività della famiglia reale trascurando sempre più il suo lavoro, e le viene affiancata una guardia del corpo, che ovviamente è Sin.
Pagina dopo pagina, i due si renderanno conto che la vita a Buckingham Palace non è quella che avevano sognato. Un passato doloroso li divide, ma il comune odio per la gabbia dorata in cui entrambi sono rinchiusi li spingerà a cercare una via d’uscita insieme.
La trama è tutta qui, anche se si snoda per moltissime pagine e con tantissimi espedienti. Ho preso questo ebook perché apprezzo il lavoro sui social che fa l’autrice, promuovendo i suoi romanzi più che bene… e così, il giorno in cui Bee – La principessa ribelle è andato in promozione gratuita, mi sono decisa. Che grande delusione! L’ho letto subito dopo il romanzo della Kingsley, e me l’ha fatto rivalutare, il che purtroppo è tutto dire.
Per dirlo con parole non proprio mie, pensavo che fosse romance, invece è un casellario penale.
E non mi riferisco alle caratteristiche peculiari dei dark romance, che alternano momenti di romanticismo a scene d’azione in stile Steven Seagal – e comunque ammetto che dovrei lasciar perdere questo genere, non fa proprio per me.
Mi riferisco al fatto che persino una lettrice negata in diritto come me ha visto configurarsi, pagina dopo pagina, una serie di reati da far accapponare la pelle. In ordine sparso: terrorismo, ripetuti tentati omicidi, omicidio di un’innocente con scambio di persona, falsa accusa di stupro, coercizione, omicidio stradale, occultamento di cadavere, calunnia (i protagonisti lasciano che la responsabilità di un delitto ricada su un innocente, per di più non in grado di difendersi perché tossicodipendente e con conclamato ritardo cognitivo, tanto per far capire di che belle personcine stiamo parlando), rapimento e segregazione (ad opera della famiglia reale???), mobbing, abuso di potere (no, mi dispiace, anche se sei un pubblico ufficiale non puoi prendere a schiaffoni con gusto una cameriera sospettata di furto, specie se lei non oppone resistenza) e poi ovviamente risse ogni tre pagine, che, si sa, non guastano mai.
Partiamo dai delitti commessi dai due protagonisti: leggere per inorridire, perché va bene non essere due santi, ma a tutto c’è un limite. Mi sento solo di spendere due parole su uno di essi, la falsa accusa di stupro.
Sarà la duecentesima volta che faccio questo appello, ma non mi stancherò mai di farlo: basta inserire un simile reato in romanzi, film e fiction. Distorce la realtà. Sappiamo bene che le false accuse di stupro, pur esistendo, sono pochissime e sono mosse da donne in posizioni di potere. Non è verisimile che la figlia di una donna delle pulizie vedova si inventi un’accusa simile contro il figlio di due ricconi, e che sia lui a doversene andare dopo essere stato malmenato dai compaesani. Credo che tutti noi abbiamo visto abbastanza tg per comprendere che nella realtà, se anche la violenza fosse avvenuta davvero, la ragazza non avrebbe avuto il coraggio di denunciare. E se anche l’avesse avuto, avrebbe subito una tremenda vittimizzazione secondaria e sarebbe stata costretta, lei sì, a lasciare il paese con la madre, mentre lui avrebbe continuato a fare festini e ad importunare donne. Credetemi, non sono felice di scrivere questa cosa, però penso che tutti siamo coscienti del mondo bacato in cui viviamo ed anche basta vivere nel regno degli unicorni.
Poi, i reati commessi dalla famiglia reale. Mi rendo conto che l’autrice non ha inventato su due piedi l’ipotesi di una regina che ricorre al crimine, ma ha attinto a quelle teorie secondo cui la famiglia reale avrebbe ordinato un particolare incidente. Però, anche ammesso e non concesso che ci sia qualcosa di vero, ricorderete tutti bene che i morti sono stati solo gli obiettivi designati. Non mi sembra possibile immaginare una reale inglese che per far fuori l’odiata quasi nuora provoca un attentato in un altro paese – un paese europeo alleato, poi – e finisce per causare la morte della figlia di un importante personaggio locale, solo perché “assomigliava”. Io pensavo che certe istituzioni si avvalessero dei Servizi, non di sicari da tre soldi reclutati nei peggiori bar di Caracas.
Infine, i reati commessi da Robert e da Kara, la compagna di Sin. Abbiamo capito tutti che Bee e Sin non sono dei personaggi positivi, ma devono pur stare insieme, no? Quindi, che soluzione escogitare? Ma è semplice! Trasformare i due rispettivi fidanzati, che per anni sono stati due cuccioli di golden retriever, in serpenti a tre teste nel giro di poche pagine! Così loro due sono giustificati! Ma certo…
Ora, immagino che voi mi direte: ma in tutto questo casellario penale, dov’è il romance? Purtroppo non so darvi una risposta esauriente, perché spesso me lo sono chiesta anche io. Ho visto una passione distruttiva, un rapporto malato che travolge sulla sua strada cose e persone che non c’entravano proprio niente e che avrebbero meritato di continuare a campare tranquille.
Quello che ho tollerato di meno è il paragone di Bee con la principessa Diana. Io non sono mai stata e non sarò mai una fan della famiglia reale. Però non penso occorra esserlo per comprendere che Diana, lasciando perdere il mistero della sua morte, abbia finito per divorziare da Carlo perché aveva provato per anni a cambiare dall’interno un sistema decisamente troppo più grande di lei. Una persona sicuramente non esente da difetti e sbagli, che però ha almeno provato a mettere un pezzetto di cuore, ed infatti il popolo inglese la ricorda con affetto. Caratteristica che non riesco a vedere in Bee, che è solo ammirata per i suoi look e la sua vita da sogno come tutte le influencer, e per il resto è cattiva, fino al midollo e gratuitamente.
Last but not least: ho trovato un buon numero di refusi ed anche errori di grammatica e sintassi che non mi sarei aspettata. Comprendo che il romanzo è lunghissimo e che la revisione è stata fatta all’interno del mondo self, quindi posso lasciar passare i primi, ma i secondi… insomma. Mi dispiace, ma non credo che leggerò altro di questa autrice.
Non credo che mi abbiate mai letto in una veste così infuriata, ma insomma, per me quando ci vuole ci vuole.
Sarei veramente curiosa di leggere i vostri pareri su questi romanzi o, in generale, su queste autrici. Non abbiate timore di scrivere qualcosa di positivo perché mi sarebbe pure d’aiuto ed eviterei di pensare che con queste due letture ho proprio toppato.
Fatemi sapere che ne pensate.
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Grazie per i consigli di lettura.
RispondiEliminaSereno giorno.
Ciao! Purtroppo oggi sono più che altro sconsigli... pazienza, a volte capita. Buona giornata a te.
Eliminaoh mamma silvia!
RispondiEliminanon ho letto questi romanzi e della Kinsley ho letto solo un romance ed era carino; ho ancora un suo libro in casa, più in là sicuramente lo leggerò, ma starò lontana da questo.
Io già non stra-amo le commedie romantiche ma per carità, le leggo talvolta e se son scritte bene, le apprezzo, ma mi sa che non è questo il caso.
Succede di incappare in libri deludenti e, arrivata alla fine di essi, a me personalmente sembra solo di aver perso tempo in letture che mi hanno fatta più innervosire che divertire o svagare.
Comunque grazie per gli s-consigli, li ascolto di sicuro!!
Ciao Angela! Anche io ho letto due romance della Kingsley e li ho trovati carini, infatti ero contenta di aver trovato in biblioteca il suo romanzo natalizio... e sì, ti do ragione, la delusione fa restare male. Però dai, ci rifacciamo in fretta!
EliminaInsomma, non sono state grandi e belle letture. Ciao Silvia. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Eh no, purtroppo stavolta no, cara Sinforosa. Pazienza! Buona giornata
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