giovedì 9 novembre 2023

EL GRECO

 Un giro alla mostra di Palazzo Reale




Cari lettori,

eccoci tornati ai nostri “Consigli artistici”!

È una stagione molto ricca di mostre a Milano, c’è solo l’imbarazzo della scelta.


Ho deciso di partire dall’esposizione di Palazzo Reale dedicata a El Greco, un artista che conoscevo davvero poco, un caso di studio dell’epoca della Controriforma.


La mostra è stata presentata dai curatori come un’opportunità davvero esclusiva, perché, come vedremo meglio insieme, l’artista ha una storia molto particolare. Nato a Creta, tra le isole greche (da cui il suo soprannome), egli ha a lungo studiato qui in Italia ma, non essendo riuscito ad imporsi, ha finito per prendere residenza in Spagna, soprattutto a Toledo. Le sue opere, a quanto ho capito, sono sparse per l’Europa, ed il fatto che tante siano state messe in esposizione qui a Milano mi è sembrata un’occasione troppo ghiotta per lasciarla perdere!


Come vedrete, ho fatto un po’ di scatti alle opere in mostra e spero che questo mi possa essere utile a raccontarvela molto. L’esposizione è di medie dimensioni, di sicuro non tra le più grandi che ho visto, ma molto significativa e… densa, in un certo senso.


Proviamo a fare questo giro virtuale insieme!



La scuola bizantina


Creta ed in generale la Grecia sono più vicini, sia dal punto di vista geografico che da quello culturale, all’Asia minore rispetto che all’Italia ed all’Europa Occidentale.


Nel Cinquecento l’Impero Romano d’Oriente, resistito ben un millennio in più del suo fratello d’Occidente, non è caduto da molto, e l’influsso di Bisanzio sull’arte e sulla cultura è ancora importante.



La prima sala della mostra espone proprio la scuola bizantina, quella che è stata d’ispirazione per El Greco, più un suo primo trittico che segue chiaramente questa linea espressiva.


Gli stucchi, le dorature, la spazialità bidimensionale ci riportano indietro di qualche secolo. I corpi umani che risaltano sullo sfondo e l’attenzione per i dettagli, però, fanno già intuire che presto l’artista cambierà direzione.



L’influenza del Rinascimento italiano


Quando El Greco arriva in Italia, l’epoca rinascimentale, con la sua riscoperta dei classici e la sua visione laica del mondo, sta lasciando posto all’austerità della Controriforma.


Si ritorna ai soggetti religiosi, ma non con gli strumenti del Medioevo. Lo studio della prospettiva classica e delle parti del corpo umano ha ormai operato una rivoluzione e le opere del tardo Cinquecento e del Seicento lo dimostrano.




El Greco prende esempio dai grandi maestri – in particolare Tiziano e Tintoretto – e le sue prime opere, dall’Annunciazione ai Doni dei Magi, sembrano quasi quelle di loro allievi. Anche se me ne intendo fino ad un certo punto, però, permettetemi di dirvi che sono opere magnetiche: se anche fosse stato un ragazzo di bottega dei maestri sopra citati, sono certa che sarebbe stato il più bravo, quello destinato a trovare presto uno stile tutto suo (come presto sarà).



Ed ecco che il cambiamento arriva subito, nella sala successiva. Due Madonne con Bambino a confronto, una di un grande maestro italiano, l’altra proprio di El Greco.

La prima per me è magnifica, ma più tradizionale. La modernità di quella di El Greco è innegabile: colori chiari, sfondo arioso e sereno, colli allungati che ricordano un po’ il Parmigianino (e che saranno il suo marchio di fabbrica), un’espressività accentuata. L’artista stesso, con ogni probabilità, si è reso conto che la svolta è in atto ed è irreversibile.



Toledo e il culmine della carriera di El Greco


Forte di tutto ciò che ha appreso in Italia, El Greco arriva in Spagna, stabilendosi a Toledo, ma lavorando anche per altre committenze. È qui che dipinge i capolavori della sua carriera.


Una sala dell’esposizione presenta un breve ma efficace video in cui si analizza con precisione l’abilità pittorica dell’artista e le tecniche utilizzate, e ve lo consiglio per una spiegazione più tecnica.



Quanto a me, consentitemi di essere un po’ più soggettiva. Da persona che da circa tre anni ha intrapreso un percorso di allontanamento da tutto quello che concerne la Chiesa ed ha abbracciato una visione laica del mondo, tutto quello che posso dire è che sono veramente ammirata da questo artista che non conosco, e ne faccio ammenda. Se davvero esiste qualcosa di ultraterreno, di sicuro lui ci credeva con tutto se stesso.


Le sue opere danno un senso di sacralità e meraviglia che solo chi è veramente ispirato può trasmettere.



San Martino in versione cavaliere seicentesco, Cristo crocifisso sopra una Toledo notturna, Gesù che caccia i mercanti da un tempio barocco, molti studi sulla Maddalena e San Francesco (figure penitenti): è veramente difficile unire le Sacre Scritture ed il contesto tardo rinascimentale/seicentesco senza risultare pedanti o di maniera (come è purtroppo accaduto ad altri artisti della Controriforma), ma lui, per me, ci riesce benissimo.


C’è una leggerezza, una naturalezza nelle sue opere, che davvero fa venire voglia di restare tra le sale dell’esposizione a godersi tanta pace.



Una conclusione tra sacro e mitologico


Ahinoi, l’esposizione finisce, così come, purtroppo, la straordinaria vita di questo artista.


Nella fine c’è il principio, e così le ultime opere di El Greco ripresentano elementi della scuola bizantina che si erano persi lungo la strada.


Sono soprattutto, ancora una volta, dipinti religiosi, incentrati sul Cristo prima del martirio o sulla figura della Veronica.



C’è però una sorprendente eccezione mitologica: il Lacoonte ed i suoi figli che vengono sbranati e portati in mare da due enormi serpenti. Mi piace pensare che il soggetto sia stato scelto per mandare un messaggio di avvertimento in tempi di Controriforma. È un po’ come se l’artista dicesse: cari amici, io sono un artista al servizio della Controriforma e conosco l’equivalente seicentesco degli “dèi capricciosi”. Quindi, anche se conoscete la verità, tenetela per voi, proteggetevi e mettete in salvo i vostri cari: è una battaglia impari e se vi esponete da soli non la vincerete.


Però magari è la fantasia di una visitatrice entusiasta!





Avete ancora un bel po’ di tempo per visitare questa mostra, fino all’11 di febbraio! Fatemi sapere se avete in programma di andarci e se vi ho incuriosito.

Io vi consiglio moltissimo la mostra, e mi piacerebbe anche sapere se qualcuno di voi, invece, ha visitato quella di Morandi o quella di Van Gogh, o altro di interessante a Milano, perché prossimamente vorrei vedere almeno un’altra esposizione… ma tutto dipende dagli impegni, ahinoi.

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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