lunedì 30 settembre 2024

I PREFERITI DI SETTEMBRE 2024

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

siamo all’ultimissimo giorno di settembre, un mese che è veramente scivolato tra le dita. Ogni anno è così: gli ultimi giorni di agosto, appena tornata dalla trasferta marittima, sembrano lunghissimi e ti fanno pure sentire un po’ spaesata. Poi all’improvviso, in pochi giorni, ritorni ad abituarti alla tua routine casalinga… ed ecco che settembre vola via in un attimo.


Vi ho già parlato in abbondanza settimana scorsa di che cosa mi piace e non mi piace di questo periodo dell’anno. Oggi, come al solito, ci concentriamo sui “Preferiti del mese”, ovvero su tutto quello che mi è piaciuto nelle ultime quattro settimane.

Vediamolo insieme!



Il libro del mese


La protagonista di questa storia è Linda, una donna nata a Verona sul finire degli anni ‘70, che nel 1995 inizia il fatidico ultimo anno di liceo. Quando la sua storia ha inizio, ella è una ragazza come tante altre: figlia di un’insegnante e di un modesto impiegato, ha una casa dignitosa e la serenità di non avere preoccupazioni economiche, ma niente più di questo.


Quando arriva in classe Corinna, per Linda è difficile non sentirsi da meno. Corinna è figlia di un ricchissimo imprenditore (sempre in giro per affari), ha una madre bella e sempre impegnata ma piuttosto indifferente, vive in una reggia fuori Verona ed è costantemente affidata alle cure dell’autista e della governante. Linda pensa che una ragazza così diventerà subito amica delle più popolari, ma Corinna non è per niente snob, anzi, è in cerca di amicizie sincere e, come le altre ragazze della sua età, si diverte con quei semplici pomeriggi in cui si fanno un po’ di compiti ed un po’ di chiacchiere, proprio come Linda. Tra le due ragazze nasce subito un legame molto forte.


La loro amicizia, però, non è facile: la famiglia di Corinna non accoglie propriamente bene Linda, tra l’indifferenza dei genitori ed il comportamento manipolatorio del fratello mezzano, Bebo; i genitori di Linda sostengono che “quella gente non faccia bene a nessuno”; Linda stessa, in mezzo a feste da sogno e macchine sgargianti, si sente spesso fuori luogo.


Un giorno, però, torna a casa Leonardo, il fratello maggiore di Corinna, e per lui e Linda è amore a prima vista. Essi cercano di vivere la loro storia con semplicità, tra una passeggiata per Verona, le vacanze al mare post Maturità ed una mini fuga a Londra per vedere gli Oasis, ma il mondo che sta loro intorno è molto più cinico e cattivo di quello che essi immaginano. E poi, all’improvviso, un rovescio della vita li costringe a prendere strade diverse.


Linda rinuncia all’Università, fugge a Parigi dalla sorella del padre – quella zia Sofia che era stata cacciata dalla famiglia perché lesbica e rivoluzionaria – e crea pian piano una nuova vita, iniziando una carriera come giornalista. Con il tempo, ella incontra un altro uomo e mette su una famiglia tutta sua, ma una parte di lei ripensa continuamente a quello che ha lasciato a Verona, alla sua adolescenza che si è conclusa così bruscamente, a tutto quello che l’ha allontanata dal suo primo grande amore. La sua storia è ancora lunga e piena di colpi di scena…



Sono stata un po’ indecisa su quale romanzo inserire per il post dei preferiti di settembre. All’inizio del mese vi avevo accennato a qualche altra mia lettura estiva che avrebbe potuto essere una buona candidata (e di cui comunque arriveranno le recensioni durante l’autunno… come vi ho già detto, ho un po’ di arretrati). Alla fine, però, è arrivata Federica Bosco, che sarà sempre una delle mie autrici preferite, e la sua ultima storia mi ha davvero conquistato.


Il suo romanzo prima di questo, Non dimenticarlo mai (a questo link trovate la mia recensione), era stata una lettura molto intensa e dolorosa, una storia sul compimento dei cinquant’anni e sulle trappole che quest’età può riservare, tra un desiderio di maternità frustrato ed amori solo apparentemente maturi.


Volevamo prendere il cielo parte in modo apparentemente più leggero, ed in tanti momenti sembra proprio – come l’autrice stessa scrive nei ringraziamenti – un omaggio alla generazione dei tardi anni settanta, che è praticamente a metà strada tra la mia e quella dei miei genitori. È proprio questo “omaggio”, però, a rivelarsi tutt’altro che superficiale man mano che il romanzo procede.


Vero, sono tanti i ricordi positivi che Federica Bosco rievoca raccontando i personaggi di Linda, Corinna e Leonardo. L’intrattenimento “analogico” per noi giovani, con quei pomeriggi infiniti passati a ritagliare foto dalle riviste e incollarli sulle Smemoranda, insieme alla radio di sottofondo e vestiti da scegliere per uscire più tardi (io ho fatto in tempo a viverlo alle medie ed alle superiori, poi con i social tutto ha iniziato pian piano a cambiare). Il boom ed il benessere, che portavano i ricchi a sentirsi adagiati sugli allori ed i meno ricchi a credere che comunque sarebbe stato possibile “farsi da soli”. Tante modernità e libertà che anche solo i nati negli anni ‘60 potevano sognarsi.


Tutto questo fino circa alla fine degli studi, però. Perché poi sono subentrati Mani pulite, il mondo digitale che ha reso tutto apparentemente più facile ma in realtà molto più complicato, la progressiva stasi che si è trasformata in una crisi economica, il mondo del lavoro che è diventato praticamente impossibile dopo il crack del 2008, i figli più in difficoltà dei genitori per la prima volta nella storia, le cattive abitudini dettate dal benessere che si sono trasformate in problemi di salute cronici, persino la pandemia.


Per me questo romanzo è soprattutto la storia di persone buone ed ottimiste – il trio protagonista in particolare – che si sono trovate in quel tritacarne che purtroppo spesso e volentieri diventa la vita. Persone che “volevano prendere il cielo” e che invece hanno assistito al crollo di imperi economici che sembravano eterni, che hanno dovuto affrontare per prime un caos sentimentale che per la generazione precedente non era nemmeno immaginabile, che hanno dovuto imparare a chiamare “casa” il mondo intero. Tuttavia, si tratta anche di una storia di rinascita, di tenacia, di desiderio di non mollare, anche quando la vita diventa una lunga sequenza di giorni tristi e crudeli.


Non mi sento di dire di più, perché il libro è pieno di svolte narrative ed occorre davvero leggerlo per capire. Sono sicura che lo divorerete e vorrete saperne di più sul destino dei protagonisti.


Federica Bosco mi piaceva molto anche quindici anni fa, quando scriveva in modo molto più ironico ed ispirato ai “chick-lit” che andavano di moda al tempo, ma 8/9 anni fa, da quando ha iniziato a scrivere romanzi per la Garzanti, secondo me ha fatto una vera e propria svolta. Li ho letti tutti – credo – e sono storie davvero profonde e mature, senza rinunciare ad ironia e leggerezza. Davvero da non perdere.



Il film del mese


Siamo a Vigevano, negli anni ‘60. Walter Vismara è un ragioniere di trent’anni che lavora in una piccola azienda, gestita da un amico di famiglia. La sua vita è molto ordinaria, tra la giornata in ufficio e le sere e le domeniche passate a casa con i genitori, ma egli è una persona piuttosto timida e gli va bene così.


Da un giorno all’altro, però, il titolare va in pensione e l’azienda chiude. Per Walter l’ex capo ha pensato ad un nuovo lavoro a Milano, in una grande realtà capitanata dal cavalier Tosetto.


Walter fa i bagagli e va a vivere a casa della sorella, che si è sposata e lavora in città in un negozio di scarpe. L’impatto con la grande città è un po’ destabilizzante: ci sono fin troppe persone per il suo carattere introverso e non tutte sono proprio amichevoli. Il nuovo capo di Walter, poi, ha l’ossessione del calcio, uno sport che lui odia. Purtroppo non ci sono alternative: al nostro protagonista tocca la partitella ogni giovedì, nel ruolo non troppo gradito di portiere, e soprattutto una lunga preparazione in vista del match del 1 maggio, al quale il cavaliere tiene tantissimo.


Le prime partite sono un disastro: le palle arrivano tutte o in rete o in faccia e un ingegnere dell’azienda lo ha proprio preso di mira.


Su consiglio della sorella, Walter decide di prendere lezioni da qualcuno che ne sa di più, e riesce a contattare proprio uno dei migliori portieri di Milano, Giorgio Cavazzoni, un tempo leggenda del calcio, ora dimenticato da tutti a causa di uno scandalo.


L’inaspettata amicizia che nascerà tra i due spingerà Walter a riconsiderare sia il calcio che altri aspetti della sua vita.



Zamora è tratto da un romanzo di Roberto Perrone, scrittore e giornalista sportivo di cui ho letto solo un libro, Averti trovato ora, che vi avevo raccontato qui (e che comunque mi era proprio piaciuto). Rispetto alla mia lettura, però, questa storia considera l’argomento calcio non dal punto di vista dei professionisti, bensì da quello degli appassionati a cui questa stessa “passione” sfugge tra le mani trasformandosi in ossessione: il capo di Walter ne è un perfetto esempio. Purtroppo c’è anche chi subisce questa fissazione, come il nostro protagonista.


Si potrebbe dire che questa è una storia di formazione, come direbbe chi si occupa di letteratura, o un coming of age, come preferiscono affermare gli appassionati di cinema. Devo ammettere che personalmente mi sono sentita un po’ dalla parte di Walter, perché insomma, so come ci si sente quando si è timidi, studiosi, forse troppo abitudinari, e la gente intorno si prende la briga di dirti che ti devi “svegliare” (per fare cosa, poi, non si è ben capito… per diventare come quelli che ci bullizzano, come fa l’ingegner Gusperti con Walter, anche no). 

Però Walter è un personaggio che ha bisogno di crescere, e non per quello che gli altri gli criticano, ma solo perché i suoi momenti di paura e di infelicità gli comunicano che è giunto il momento di fare un passo in più, di non avere timore nel mostrarsi come si è, di provare ogni tanto anche qualcosa di nuovo e di diverso. L’amicizia con una persona che ha avuto più anni ed esperienze, non tutte belle, ed i nuovi legami che egli stringe in città saranno le chiavi per scoprire un nuovo se stesso.


Al di là di queste mie considerazioni, comunque, devo ammettere che ho anche riso più del previsto. Consiglio per una serata leggera ma non troppo!



La musica del mese


Dopo una lunga estate si torna alla routine e quindi… anche a scuola di danza!

In realtà settembre è più un mese di “preparazione atletica” che di ripresa vera e propria. Abbiamo sempre ricominciato il 1 ottobre, ed in settembre io ho sempre cercato di prepararmi sia con le camminate che con qualche allenamento su YouTube. Quest’anno, però, abbiamo ripreso una settimana prima, e così ho già fatto le prime due lezioni.



Settembre a Milano significa, tra i tanti eventi, anche fashion week – io ci sono passata un giorno, ma la mia direzione era un’altra – e sicuramente la canzone più glamour tra quelle su cui abbiamo danzato è Vogue di Madonna (la potete ascoltare qui). È stata una doppia esibizione: nel giugno del 2017 l’abbiamo portata al nostro solito saggio, con un gruppo di ragazze più giovani; nel febbraio dello stesso anno, però, io ed altre due “veterane”, insieme alla mia insegnante, abbiamo pensato di proporre il pezzo – che era già più o meno pronto – al centro commerciale di San Giuliano, per un pomeriggio danzante. Guest star della giornata: Stefano De Martino!

(Sì, aveva assistito anche al nostro spettacolo vestite da hostess a Vimodrone, di cui vi ho parlato qui. Sì, per un po’ di anni ha presenziato a questo tipo di eventi e noi lo abbiamo praticamente seguito in giro per l’hinterland. Siamo fan, che ci volete fare!)



Settembre significa anche, come già detto, ritorno allo sport del cuore. Difficilmente gli altri sport entrano nel nostro mondo ballerino, ma nel 2010 li abbiamo celebrati interpretando la colonna sonora di Momenti di gloria (che potete trovare a questo link). Ci siamo vestite integralmente di nero ed abbiamo cucito delle fasce rotonde di tessuto bianco sintetico in cui potevamo persino entrare. Abbiamo spento tutte le luci ed acceso soltanto le lampade speciali che illuminano il bianco… un effetto davvero molto bello!



La poesia del mese


Per il mese di settembre ho scelto un breve componimento di Giorgio Caproni dal titolo Generalizzando, che descrive bene il sentimento di nostalgia che spesso pervade questo mese.


Tutti riceviamo un dono.

Poi, non ricordiamo più

né da chi né che sia.

Soltanto ne conserviamo

- pungente e senza condono -

la spina della nostalgia.



Le foto del mese


Penso di avervi già raccontato che una delle mie tradizioni post-ferie è tornare al parco cittadino in qualche mattinata che inizia ad essere un po’ meno calda. Durante l’estate difficilmente vado: prima le temperature si scaldano fino ad essere insopportabili, poi parto. Quest’anno però, già i primi del mese, mi sono ritrovata davanti ad uno spettacolo insolito. Di solito a settembre è ancora tutto tanto verde, e solo ad ottobre inoltrato – sempre più inoltrato, visto l’innalzamento delle temperature – si può assistere ad un vero e proprio paesaggio autunnale. Ma quest’estate è stata così rovente, pur nella sua brevità rispetto ad altri anni… che tante foglie sono bruciate. Così sembrava di essere già in pieno autunno il primo settembre. Purtroppo ci tocca aggiungere questo fenomeno a tutti quelli inquietanti che testimoniano il cambiamento climatico…



La prima metà del mese il tempo era ancora piacevolmente caldo, senza le esagerazioni che hanno fatto boccheggiare tutto il Nord Italia da metà luglio a metà agosto. Ho fatto tante camminate, soprattutto perché io ed i miei genitori abbiamo fatto dog sitting a Otto, il bassotto di famiglia, quando gli zii sono partiti. All’ora di cena, purtroppo, il tramonto scendeva sempre più presto… ma una sera è stato davvero spettacolare!



La domenica di metà mese ho fatto un giro a Carugate, un paese accanto al mio, per la festa del santo patrono. C’erano bancarelle, mostre fotografiche, negozi aperti, macchine agricole e d’epoca ed alcune decorazioni creative in giro per il centro storico, come per esempio queste ninfee di carta nella fontana della piazza principale.



Nella seconda metà del mese mi sono concessa una delle “giornate artistiche” a spasso per Milano che mi piacciono tanto. Sono stata a Palazzo Reale ed ho visto sia la mostra gratuita del contemporaneo Valerio Adami, che purtroppo è rimasta aperta solo per l’estate ed ha appena chiuso, che quella di Edvard Munch, che invece resterà in città fino a gennaio. Dovrei riuscire a parlarvi di entrambe in ottobre!



Last but not least… due giorni fa, il 28, ho spento 35 candeline! Ragazzi, che cifrone… la prima metà dei 30 se n’è andata, e vorrei dire “in un attimo”, ma la verità è che da quel 28 settembre del 2019 mi sembra di aver avuto una valanga di vite diverse e di essere cresciuta moltissimo. Forse per questo, nonostante qualche fatica che non manca mai e tutti gli alti e bassi, mi sento positiva. Dopo una serie di montagne russe (positive e negative) a cui già mi avevano sottoposto i 33 anni, lo scorso autunno mi sono illusa che i 34 sarebbero stato un capitolo più “tranquillo”, ma… no, decisamente no. Però le strettoie mi hanno anche mostrato quante persone mi vogliono bene e quante cose belle fanno parte della mia quotidianità. E così non mi resta che dire a me stessa… avanti tutta! E vediamo come la vita mi sorprenderà in questa seconda metà dei 30…





Ecco il mio settembre in breve!

Nel complesso ne sono soddisfatta: dopo una calda estate passata altrove, sono riuscita a godermi di più la mia città, ho ripreso a fare un po’ di cose che – per quanto il periodo di vacanza sia stato splendido – mi erano mancate, e poi c’è da dire che concludo sempre questo mese con una giornata dedicata a me stessa medesima, quindi non potrei chiedere di meglio.

Il vostro settembre, invece? Raccontatemi un po’, se vi va!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 26 settembre 2024

POESIE DI SETTEMBRE

 Spazio Scrittura Creativa: settembre 2024




Cari lettori,

bentornati all’appuntamento con la rubrica Spazio Scrittura Creativa!

Ci eravamo lasciati a giugno con una sorta di “pagina di diario” dedicata alla mia passione per la danza (la trovate qui).


In luglio ho fatto pausa, ad agosto ho chiuso proprio il blog… e così eccoci arrivati a settembre!


Come ormai saprete, ogni tanto mi piace proporvi qualcosa dall’archivio delle mie poesie. Mi sono resa conto che vi ho raccontato un po’ tutte le stagioni, tranne quella autunnale, che è appena cominciata (a questo link trovate una mia TBR ideale per questo periodo).


Così oggi ho pensato di proporvi due piccoli componimenti che per me parlano proprio di settembre. La maggior parte del tempo sono proprio come gli altri booklover: mi piacciono le atmosfere tra estate ed autunno, accolgo con piacere il ritorno alla routine, a breve festeggio pure il mio compleanno… quindi settembre è, per la maggior parte del tempo, un mese positivo.


Però ci sono anche un ricordo personale piuttosto difficile – e quest’anno un anniversario importante – e un po’ di amarezza, perché sapete che comunque la mia stagione preferita resta l’estate. Oggi vi vorrei parlare proprio di questi due aspetti, sperando di non intristire nessuno, ma solo di condividere qualche emozione con voi.

Vi lascio alla lettura!



4 settembre 1994


Piccoli passi solcano la via stretta e leggera.

Ti porto un ciclamino, d’affetto un semplice dono.

Da me forse non l’aspettavi, vero?

E chissà se da qualche parte il ricordo conservi…


Ferma, davanti a te, eccomi. Un forte vento tira:

sì, certo, questo punge gli occhi, nient’altro.

E, chissà perché, un sasso scaccio col piede;

ed esso veloce scivola via, ma non quel pensiero.


Lo so, caro zio, ero una piccola bambina

Quando tu giungevi sulla tua bianca Mercedes, lunga carrozza,

ed entravi, e il tuo cappotto posavi, e certo sapevi

ch’io presto a veder lì, tra le tasche, sarei corsa,

in attesa di dolci sorprese…


e poi più nulla; io non ricordo,

e a volte cosa darei per avere altro

che incredula rabbia e dolore inspiegabile.

Ed ancora io ti penso, e continuo a chiedermelo:

dove sei?



La stagione del pensiero


Estate, solare e frizzante, so già che

tra mille dorati guizzi ormai te ne sei andata!

Il cupo autunno, nei suoi vari colori,

è vivo e presente in ogni nostro giorno,

a ricordarci pronto quei suoi piccoli comandamenti.


Autunno, del pensiero tu sei la stagione:

d’un vellutato manto copri caldi tramonti,

verdi foglie con te in ramate lamine si tramutano,

e già l’aria tutta è pervasa da un nuovo odore.


Perché dietro ai sorrisi miei a volte un’ostinata lacrima

si nasconde, e porta il segno di tutti i miei errori?


Pur so che tu, Autunno, sei la stagione del pensiero;

ma io di star ferma ormai ho noia,

vorrei muovermi, è vero, ma come?

Consigli aspetto da te, stagione del pensiero,

per poter finalmente su quella grigia parte della mia vita

aprirmi in un sorriso.





Due “note dell’autore”.


Partiamo dalla seconda poesia, La stagione del pensiero. Ho scritto questo componimento da ragazza (e prima di proporvelo l’ho editato un po’): anche allora le mie estati – passate soprattutto a Varazze - erano molto sportive e movimentate, e tornare a casa e chiudermi sui libri non erano proprio le mie idee preferite in settembre (come per tutti i ragazzi della mia età, credo). Rileggendo questa mia poesia mi sono però stupita del fatto che avessi già colto la sensazione tipica di quasi tutti i settembri della mia vita: quella di stare in bilico tra una quiete autunnale che non mi andava tanto giù dopo i divertimenti estivi ed un desiderio di “fare qualcosa” perché il periodo di pausa mi aveva restituito energie. L’ho provato dopo la fine della scuola, con la sessione settembrina che era un ponte tra un anno accademico ed un altro, e poi durante l’autunno in cui avevo finito i corsi ma ero in Università con modalità diverse per la Tesi della Magistrale (momento di passaggio per eccellenza). Lo provo ancora adesso con la precarietà lavorativa, tra attese e ripartenze (spesso con il botto). Probabilmente da questo deriva il mio rapporto “a luci ed ombre” con questo periodo dell’anno.



La prima, 4 settembre 1994, mi rendo conto, non è di facile lettura, ma per me è stata in un certo senso necessaria. Ci sono stati quattro giorni terribili nella mia vita: quando ho perso mio nonno, le mie due nonne e la mia prozia (la moglie dello zio, appunto). Ho avuto bisogno di scriverne e l’ho fatto più volte, anche per un concorso letterario. Anche se non è piaciuto molto, è servito a me per mettere nero su bianco quel che avevo nel cuore. Però da un certo punto di vista è stato più facile, perché al tempo avevo tra i 20 e i 26 anni e ricordavo tutto. L’impresa più impegnativa è stata proprio provare a scrivere di una perdita che ho vissuto a neanche cinque anni, quando “ricordi ma non ricordi”, quando tutto ti sembra un sogno e ti rendi conto di aver rimosso la parte che per te era inspiegabile. Non sono riuscita a tirar fuori di più di questi pochi versi, ormai qualche anno fa, ma è già un successo per me.


Credo di avervi raccontato abbastanza “retroscena”, quindi, come al solito, aspetto i vostri commenti!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


lunedì 23 settembre 2024

LA TBR DELL' AUTUNNO

 Consigli stagionali di lettura




Cari lettori,

siamo già all’Equinozio d’autunno!


Chi segue il blog da un po’ sa che ogni anno, per le quattro stagioni ed a partire da questa, vi propongo dei post a tema con il periodo in arrivo. Ci sono stati booktag, decaloghi con consigli, chiacchiere più personali e poesie con dipinti.


Questa volta ho pensato a qualcosa di più classico, ispirandomi anche alle liste che ho trovato in giro per i social, tra un reel ed una serie di foto su Instagram. Vi propongo i tradizionali consigli di lettura per la stagione, ma, invece che rispondere alle domande di un booktag, scelgo io quella che potrebbe essere una TBR (una lista di lettura) basata sulle atmosfere dell’autunno. Ho cercato di inserire generi e storie un po’ per tutti i gusti, ed ho inserito anche i link alle recensioni più dettagliate.


Chi mi conosce sa che in questo momento sto ancora rimpiangendo le giornate in spiaggia, ma in questo modo spero che entreremo insieme nell’autunno con un po’ più di allegria :-)



Una storia settembrina tra ritorno agli studi e misteri da risolvere


Con l’arte e con l’inganno, di Valeria Corciolani


Con l’arte e con l’inganno è il primo romanzo della serie che ha per protagonista Edna Silvera, restauratrice e professoressa di storia dell’arte, una donna che ha sempre mal tollerato le formalità e lo snobismo del suo ambiente e preferisce passare il suo tempo libero nel suo casolare di campagna nell’entroterra di Chiavari, occupandosi del gatto e delle galline.


In un settembre ligure ancora piuttosto caldo, però, uno dei dirigenti dell’Università la convince a presenziare ad una conferenza per l’anno dantesco. Edna parte armata di utilitaria e rabbia verso il mondo accademico, ma ancora non sa che il viaggio si rivelerà un’odissea e che lungo la strada si imbatterà nel laboratorio di un antiquario… e nel cadavere del proprietario.


Link recensione



Un romance ambientato nel mondo della vinificazione


La vigna di Angelica, di Sveva Casati Modignani


La vigna di Angelica è un romanzo di Sveva Casati Modignani, una delle mie autrici preferite di sempre (l’ho anche incontrata, poco dopo aver aperto questo blog). Ciò che amo maggiormente di questa scrittrice è il fatto che, con ogni romanzo, ella ci porti in un mondo differente: l’editoria, il giornalismo, la lavorazione del corallo, l’aviazione, la scuola…


Questo romanzo approfondisce invece i mondi dell’enologia e della cucina, da sempre vicini, e negli ultimi anni oggetto della curiosità anche di chi non è “addetto ai lavori”. Il cuore della storia, come spesso accade nei romanzi dell’autrice, sono le passioni, le importanti decisioni, i momenti di svolta di più di una generazione di donne.


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Un thriller senza fiato… ed un libraio come detective


La libreria dei gatti neri, di Piergiorgio Pulixi


La libreria dei gatti neri è un romanzo dall’atmosfera un po’ spooky, ideale per Halloween!


Il protagonista Marzio è un ex maestro che si è reinventato aprendo una libreria di gialli ed ha raggiunto il successo solo grazie a due fattori determinanti. Il primo sono due gatti neri che hanno preso residenza proprio in libreria (e per loro libera scelta). Il secondo è la creazione di un club di lettura, da tempo ridotto a soli quattro elementi, ma appassionati e tenaci.


È proprio a loro che Angela, una vecchia amica di Marzio che è poliziotta, si rivolge per avere una consulenza su un caso agghiacciante. Un misterioso killer ha distrutto alcune famiglie imponendo alle sue vittime una terribile scelta di morte. Chi potrebbe arrivare a tanto?


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Un historical romance per i bibliofili


La rilegatrice di storie perdute, di Cristina Caboni


La rilegatrice di storie perdute di Cristina Caboni è una storia al femminile sospesa tra presente e passato.


Sofia, la protagonista di questa storia, vive a Roma e si sente persa e del tutto sola dopo la fine del suo matrimonio. Decisa a ricostruire la sua vita, ella riprende a lavorare come rilegatrice e si ritrova tra le mani il primo volume della trilogia di uno scrittore romantico tedesco, Christian Fohr.


Nella cucitura della copertina, però, c’è qualcosa di insolito: la lunga lettera di una donna, Clarice, vissuta tra Austria e Germania nel XIX secolo, anche lei rilegatrice. Pian piano Sofia porterà alla luce un segreto lungo quasi due secoli…


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Una storia delicata per la ricorrenza del 2 novembre


Cambiare l’acqua ai fiori, di Valérie Perrin


Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin è stata una delle letture più belle del 2023.


Il romanzo racconta la storia di Violette, che è custode del cimitero di un piccolo paesino della Bretagna. Un giorno arriva un commissario di polizia con una strana richiesta: sua madre, scomparsa da poco, ha chiesto di essere sepolta accanto ad un uomo che non è il padre.


Mentre Violette aiuta l’uomo a fare luce su una storia di tanti anni prima, ella si ritrova a sua volta a pensare al suo passato: un ex marito che non è mai voluto crescere, anni di lotta per la sopravvivenza ed un terribile segreto…


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La caccia alle streghe: un romanzo docu-fiction di denuncia


La chimera, di Sebastiano Vassalli


La chimera è il romanzo che ho scelto per l’ultima tappa del percorso di lettura “La donna verde”, una mini challenge bimestrale di sei romanzi a tema femminilità, natura e magia.


Per il bimestre novembre/dicembre il tema era la stregoneria.


È un romanzo-saggio ambientato agli inizi del 1600 nel novarese e ricostruisce con grande perizia la storia vera della “strega di Zardino”, ovvero una ragazza molto giovane e sfortunata, Antonia, che fu vittima della Chiesa e delle meschinità di paese.


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La nostalgia di un’esperienza di gioventù


Blues di mezz’autunno, di Santo Piazzese


Blues di mezz’autunno è più un racconto lungo che un vero e proprio romanzo. Chi già conosce il professor Lorenzo La Marca, protagonista dei libri gialli dell’autore, sarà felice di ritrovarlo in questa storia, che è una sorta di memoir della sua gioventù.


La Marca ripercorre i suoi anni da studente universitario, tra una Tesi da completare, un’esperienza su un peschereccio ed un’isola che non è più riuscito a dimenticare.


I ricordi di quei tempi sono ancora nitidi ed hanno contribuito a renderlo l’uomo che è oggi.


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Ritrovare se stessi in autunno, in una cornice speciale


La locanda degli amori sospesi, di Viviana Picchiarelli


La locanda degli amori sospesi è ambientata in una bellissima villa sul lago Trasimeno, trasformata in un originale albergo per gli amanti della lettura e della scrittura, tra librerie suddivise per genere, seminari di scrittura ed incontri con gli autori.


A gestirlo sono due signore di mezza età, Emma e Matilde, che hanno dato una svolta alle loro vite dopo pensionamenti, divorzi e lutti.


Dopo un’estate turistica, la tranquillità dell’autunno alla locanda viene sconvolta quando arriva Matteo, avvocato di successo, autore di una serie di gialli e primo amore di Matilde.


Un romanzo sulle seconde occasioni ideale per chi sogna una vacanza!


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Un giallo dalle tinte spaventose perfetto per Halloween


Musica sull’abisso, di Marilù Oliva


Musica sull’abisso, la seconda indagine dell’ispettrice Micol Medici, ha inizio poco dopo il suo trasferimento alla Sezione Omicidi di Bologna.


Il ritrovamento in mare del corpo di un’imprenditrice fa venire alla luce una storia inquietante. Gli ex componenti di una classe di liceo di quindici anni prima sembrano avere un destino maledetto: uno scomparso, una caduta da un balcone in gita, un suicidio, un’overdose, un doppio incidente d’auto…


Tutti avvenimenti terribili, avvenuti il 21 febbraio di anni diversi. Una coincidenza troppo strana per esserlo davvero. Brividi garantiti!


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In ricordo dell’alluvione di Firenze del novembre ‘66


L’angelo del fango, di Leonardo Gori


L’angelo del fango, come altri romanzi della serie che ha per protagonista il colonnello Arcieri, sono ambientati negli anni ‘60, e raccontano le (dis)avventure di un uomo ormai maturo, che cerca di andare incontro ad una nuova serenità ma viene continuamente inseguito dalla sua vita precedente.


Questo romanzo descrive la terribile situazione in cui Firenze si è trovata durante l’alluvione del 1966 e comprende la collaborazione di un altro personaggio del giallo toscano: il commissario Bordelli, nato dalla penna di Marco Vichi.


Link recensione





Spero di aver inserito consigli di lettura per tutti i gusti! 

Se vi va, fatemi sapere quali sono i vostri titoli del cuore per questo periodo dell'anno, oppure che cosa c'è nella TBR del vostro autunno! 

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)