Due romanzi di Marco Malvaldi/Samantha Bruzzone e Santo Piazzese
Cari lettori,
inauguriamo marzo con le nostre “Letture… a tema”!
Oggi vi racconto due romanzi che ho letto durante quest’inverno, entrambi targati Sellerio. Come sapete è una casa editrice di cui leggo molto: sono tanti gli autori che apprezzo tra quelli che scrivono i “libri blu”.
I protagonisti odierni sono Marco Malvaldi, autore conosciutissimo per la serie dei Vecchietti del BarLume e qui in coppia con la moglie Samantha Bruzzone per una nuova storia, e Santo Piazzese, scrittore di cui l’anno scorso avevo letto due romanzi che mi erano piaciuti molto.
Vediamoli meglio insieme!
Chi si ferma è perduto, di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone
Serena è una dottoressa in Chimica che vive in un paesino dell’entroterra toscano insieme al marito Virgilio, un professore universitario con la testa tra le nuvole, ed ai loro due figli maschi, uno alle elementari e l’altro alle medie, iscritti entrambi in un comprensivo privato gestito dalle suore. È una scuola gettonatissima nonostante l’ateismo conclamato della stragrande maggioranza degli abitanti del paese (compresi Serena e Virgilio), che però, da bravi toscani, sono tanto miscredenti quanto pragmatici, e non hanno problemi a mandare i figli nell’unica scuola che faccia il tempo prolungato. A Serena serviva molto fino a qualche tempo fa, ora purtroppo un po’ meno: dopo tanti anni con una buona posizione in azienda, un giorno si è licenziata, delusa e disgustata dall’ennesimo episodio maschilista. Da qualche tempo ella si occupa full time della sua famiglia, ha stretto amicizia con altre madri e si è persino presa l’impegno di fare la rappresentante dei genitori.
Per questo motivo, quando un giorno ella perde il suo vecchio badge del lavoro durante una passeggiata in campagna e torna a cercarlo battendo gli angoli più isolati, e si imbatte in un cadavere, lo riconosce subito. Si tratta del professor Caroselli, insegnante di musica alle medie del comprensivo dei suoi figli, noto per essere tanto bravo e preparato quanto un uomo dal carattere insopportabile.
Serena telefona subito alle autorità, e pochi minuti dopo sul luogo del delitto arriva il vicequestore Corinna Stelea, una donna che più che un poliziotto sembra un incrocio tra una modella ed un giocatore di basket. La nostra protagonista, da brava testimone, fornisce le poche informazioni che ha in possesso agli inquirenti, però non è del tutto d’accordo con le loro conclusioni.
Il Caroselli, infatti, sembrerebbe essere stato ucciso in una zona battuta dai cacciatori, e la tesi iniziale del vicequestore Stelea è quella dell’incidente, con omicidio colposo e conseguente fuga del cacciatore terrorizzato. In effetti il paesino è popolato da cacciatori, anche tra i vegetariani, ma Serena è un naso, espertissima nel riconoscere gli odori, e quel che sente nell’aria non è lo strascico di un’arma da caccia.
Nel riferire i suoi dubbi al vicequestore Stelea, ella ha paura di essere presa per pazza, e sulle prime la poliziotta prende con le pinze le sensazioni di quella che ritiene una madre casalinga un po’ annoiata. Quando però arrivano riscontri dalla Scientifica che confermano i sospetti di Serena, la donna diventa all’improvviso una collaboratrice preziosa.
Tra le novità per lo scorso Natale, Chi si ferma è perduto è, proprio come nello stile dei Vecchietti del Barlume, a metà strada tra la commedia e il giallo. L’impronta di Malvaldi si vede nell’ambientazione toscana, nei personaggi dai modi spicci e diretti ma di cuore, nei momenti di (anche involontaria) comicità. La scrittura a quattro mani con Samantha Bruzzone dà vita ad una nuova protagonista femminile, anzi due, che forse diventeranno amiche nei prossimi episodi della serie. Non che una continuazione sia scontata – al momento non ci sono notizie certe – però credo che Serena abbia ancora molto su cui riflettere a proposito del suo futuro lavorativo, e che Corinna Stelea nasconda un bel po’ al suo lettore a proposito del settore privato.
Mi sembra di aver visto qualcosa di autobiografico sia nelle distrazioni quotidiane di Virgilio che nelle spiacevoli situazioni che Serena ha affrontato sul lavoro, ma è pur sempre un’impressione da lettrice.
Di certo ciò che unisce la coppia Malvaldi/Bruzzone, oltre alla scrittura, è la scienza: il romanzo è ricco di digressioni di carattere chimico, tanto interessanti e coerenti con il filo dell’indagine quanto un po’ ostici da decifrare per una letterata come me. Sono approfondimenti che però non rallentano per niente la lettura, che procede gradevole e spedita e di certo piacerà ai fan dell’autore.
Personalmente l’ho trovata una lettura piacevole ed interessante, una gradita conferma per chi già apprezza i Vecchietti. Vedremo se ci sarà un seguito…
Blues di mezz'autunno, di Santo Piazzese
Lorenzo La Marca, professore ordinario al Dipartimento di Biologia di Palermo, è costretto da necessità accademiche a partecipare ad un convegno scientifico in piena estate. In pausa pranzo, mentre le sue accompagnatrici sono a fare shopping, egli trova un baretto in cui prendere un po’ di fresco.
Non ha fatto i conti con l’imprevisto: proprio lì egli trova un ex compagno di studi che non vedeva da moltissimo tempo, con il quale rievoca i “vecchi tempi”.
Questa è la cornice di quello che è il cuore di questo romanzo breve (o racconto lungo): un flashback dei suoi mesi da tesista.
Il giovane Lorenzo La Marca, in procinto di laurearsi in Biologia Marina, aveva trovato un relatore fidato ma tosto, che gli aveva commissionato una Tesi complessa. Per raccogliere le informazioni, infatti, egli aveva dovuto imbarcarsi su una motopesca, lavorando duramente a fianco dei marinai e nel frattempo raccogliendo dati e catalogandoli.
Come punto di ristoro, per la motopesca, c’era un’isola siciliana chiamata La Spada dei Turchi, abitata da personaggi originali: uomini e donne che avevano perso tutto in guerra, studiosi solitari, lavoratori in viaggio che passavano lì per rigenerarsi.
Anche una volta conclusa la sua esperienza sulla motopesca, La Marca era tornato lì per studiare, concludere la Tesi e vivere l’atmosfera rilassata dell’isola.
Purtroppo, però, c’è un però. Il ricordo dell’isola è indelebile per il nostro protagonista non solo per i momenti felici che ha vissuto, ma anche per un giorno particolare che ha brutalmente concluso l’idillio. Qualcosa che lo ha strappato alle sue ultime ingenuità da studente e lo ha proiettato nel mondo degli adulti.
Di Piazzese ho letto tempo fa I delitti di via Medina-Sidonia, che mi era piaciuto molto (ve ne avevo parlato in questo post di preferiti), e Il soffio della valanga, che avevo apprezzato, anche se il punto di vista del vicequestore Spotorno mi era sembrato un più semplice ed asciutto rispetto a quello arguto, colto – ed esperto di gastronomia – di La Marca.
Purtroppo l’autore ha pubblicato solo quattro romanzi con Sellerio – pochi ma buoni – e perciò mi manca solo La doppia vita di M.Laurent, che non è escluso recuperi a breve.
Blues di mezz'autunno è un memoir di Lorenzo La Marca giovane: tanto stanziale, abitudinario ed affezionato a Palermo è l’uomo maturo, tanto intraprendente e desideroso di nuove esperienze era il ragazzo.
Volendo togliermi un sassolino dalla scarpa, devo dire che io già ai tempi dell’Università non apprezzavo per niente questa abitudine dei professori universitari di appioppare tesi con viaggio/esperienza a carico. Un paio di mie amiche avevano accettato, io ed altre avevamo svicolato; comunque tutte, per fortuna, avevamo avuto la possibilità di scegliere tra due/tre proposte per la Tesi, non una sola come il povero La Marca. Voglio dire, già noi studenti pagavamo profumatamente ed avevamo l’acqua alla gola tra lezioni ed esami; in più avremmo dovuto chiedere alle nostre famiglie l’onere di un viaggio che evidentemente i nostri professori non avevano voglia di fare, affrontare un’avventura completamente soli (che non a tutti può andare, a me no di sicuro) e perdere lezioni/settimane di sessioni? Le trasferte sul lavoro sono retribuite e comunque riguardano lavoratori adulti che hanno firmato un contratto che lo prevede; questa mi sembrava un po’ una forma di sfruttamento di ragazzi che dovevano pur laurearsi ed avevano alle spalle genitori paganti…
È buffo, ogni volta che vi recensisco un libro sul mondo universitario rifletto molto sui miei anni lì. Sinceramente credo di aver vissuto quei tempi con gli “occhi dell’amore”, come si suol dire, perché ero giovanissima e di belle speranze e poi mi piaceva davvero stare lì. Ora che sono immersa da un bel po’ nella vita adulta, alcune cose e persone con il senno del poi sono ancora più nel mio cuore, altre insomma… mi fanno pensare che il mondo accademico, purtroppo, sia troppo chiuso in se stesso per i tempi che corrono.
Ora, so che questa è una riflessione personale, ma vi assicuro che quello che ho appena fatto non si discosta poi molto da quello che fa il giovane La Marca in questo video. Questa è la storia di un ragazzo che diventa uomo uscendo dalle stanze in cui ha studiato per anni e conoscendo un’umanità variegata, scoprendo che anche il mondo degli adulti non è sempre fatto di persone mature e sincere.
Sono sempre più conquistata dalla capacità di narrazione e di introspezione di questo autore. Spero di completare presto la mini-serie!
Ecco le mie due ultime letture Sellerio!
Come avete visto, mi sono molto piaciute. Voi che ne dite?
Conoscete gli autori? Avete letto questi libri? Vi sono piaciuti?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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