Due romanzi di Valeria Corciolani ed Emilio Martini
Cari lettori,
per la nostra rubrica “Letture… a tema”, oggi torno nella mia seconda casa, la mia amata Liguria!
Quest’estate ho letto due romanzi gialli ambientati proprio in Riviera: due storie con un tocco di commedia e splendidi scenari a fare da sfondo! Quello della Corciolani è stata una delle mie letture sotto l’ombrellone, mentre quello di Martini mi ha fatto un po’ sognare mentre stavo per partire…
Vediamoli meglio insieme!
Con l’arte e con l’inganno, di Valeria Corciolani
Protagonista di questa insolita storia gialla è Edna Silvera, una donna di cinquantasette anni che ha lavorato come restauratrice e più di recente è rientrata nel mondo accademico come insegnante di storia dell’arte.
Edna ama profondamente i suoi studi e le materie di cui si occupa, ma ha sempre mal tollerato le formalità e lo snobismo di alcuni ambienti culturali, e di recente ha anche litigato con alcune autorità universitarie a causa delle borse di studio per i dottorati. Triste e sconfortata, ella si è isolata nella sua casetta nell’entroterra di Chiavari, occupandosi del gatto Cagliostro, delle sue galline nutrite a mangime e musica pop, e della madre, ex violoncellista che non si rassegna alla calata del sipario e litiga con tutte le badanti. L’unico amico con il quale riesce ancora a parlare di attività culturali è Ottavio, esperto di musica e “ultima salvezza” quando la madre resta sola e senza assistenza da un momento all’altro.
Da un giorno all’altro, però, due persone riescono ad espugnare la sua fortezza. Il primo è Leonardo, il giovane ingegnere informatico che va a vivere nella villetta di campagna accanto alla sua e rende il quartiere un po’ meno tranquillo. La seconda è Edoardo, direttore della Facoltà in cui Edna lavora e suo amore di gioventù, che, con grande pazienza e perseveranza, la persuade a partecipare ad un convegno per i 700 anni dalla morte di Dante.
Edna parte armata di utilitaria e rancore nei confronti del mondo accademico, e con queste premesse il suo viaggio non può che essere travagliato: tra sbaglio di location, temporali settembrini e rami che si infilano nel semiasse, ella non si fa mancare nulla. La disgrazia peggiore, tuttavia, si verifica a poca distanza dalla meta: Edna ed una gentile ed intrepida assessora al turismo, entrate in un negozio di antiquariato per chiedere informazioni, trovano il cadavere dell’antiquario stesso.
L’uomo, Nando Folli, era un cinquantenne molto esperto di arte e restauro, ma anche propenso a traffici poco leciti. Edna individua subito, all’interno del negozio, una tavola di legno dipinta che potrebbe far parte di una tela più grande, e quindi essere di notevole valore. Tuttavia, ella non ha tempo di approfondire, perché sulla scena irrompe subito il Pm Jacopo Bassi, un uomo integerrimo e recentemente scottato dall’affossamento di un caso di traffici d’arte.
Il Pm, una volta chiarito che la stravagante professoressa è capitata per caso sulla scena del delitto, preferirebbe che ella andasse per la sua strada, ma Edna, ormai incuriosita dalla pala misteriosa, non fa altro che intromettersi nelle indagini degli inquirenti, arrivando persino a forzare di nascosto un magazzino comunale (con la complicità dell’assessora). Troppe cose non le tornano: simboli incongruenti con il resto dell’iconografia, il taglio inusuale del legno, l’utilizzo del colore giallo – che solitamente indica personaggi maligni… A sorpresa, ella riesce a coinvolgere nelle sue indagini non autorizzate anche il vicino Leonardo, che si offre di aiutarla con ingrandimenti ed archivi on line. Inutili perdite di tempo, o risorse inaspettate per le forze dell’Ordine?
Valeria Corciolani, nota al pubblico per una serie definita “la colf e l’ispettore” (che non ho ancora letto ma che non mi dispiacerebbe conoscere), scrivendo Con l’arte e con l’inganno ha creato un nuovo personaggio che secondo me è a sua volta destinato alla serialità (a giudicare dalla conclusione, credo proprio che rivedremo Edna).
Qualche mese fa ho letto un altro romanzo in cui la protagonista si era presa una pausa dal mondo accademico (trovate la recensione in questo post), ed avevo scritto le mie riflessioni in merito al divario che ogni tanto si crea tra le meraviglie che si possono scoprire studiando materie umanistiche e creative e la giungla di burocrazia, occasioni mancate e sterili litigi nella quale queste meraviglie si perdono.
In questo romanzo si ritrovano alcune riflessioni di questo stampo, ma con una scrittura ironica e scorrevole che pervade tutto il libro e rende la lettura molto piacevole.
La nostra Edna sembra costantemente in guerra con i colleghi accademici e con il modo in cui essi considerano lo studio dell’arte, ma più il romanzo procede e più i motivi di questa sua rabbia si fanno consistenti e motivati. Ella, inaspettatamente, torna ad appassionarsi alla sua materia come ai vecchi tempi… nel modo più insolito: analizzando le opere artistiche accatastate nel negozio del fu Nando Folli, l’antiquario ucciso. Per questo motivo il romanzo è ricchissimo di approfondimenti sulla storia dell’arte, sull’iconografia medioevale (soprattutto quella di Bosch), su Dante e sul restauro: nozioni e curiosità che sicuramente interesseranno anche a chi, come la sottoscritta, ha già fatto un bel po’ di studi umanistici.
La Liguria di questo romanzo è quella meno turistica dell’entroterra, tra Chiavari e Siestri: le collinette della campagna, la striscia di mare blu in fondo ai campi, le stradine punteggiate da macchia mediterranea ed i colori di un settembre ancora caldo sono i protagonisti dell’ambientazione.
Volendo definire questo romanzo, direi che è un giallo con elementi di commedia ed interessanti approfondimenti culturali. Sicuramente consigliato!
La Regina del catrame, di Emilio Martini
A Lungariva, paesino ligure troppo affollato d’estate e tristemente vuoto in inverno, è arrivato il mese di luglio, e con esso il clou della stagione turistica.
È la prima estate in Riviera per il commissario Gigi Berté, un uomo solitario ed un po’ scontroso arrivato da Milano in trasferimento punitivo dopo un incidente disciplinare. Il commissario Berté non è nordico al 100%, ma ormai da tempo si sente parte integrante della metropoli milanese e ne ama ogni sfumatura, comprese le estati torride ed un po’ deserte in mezzo all’asfalto.
Per questo motivo, egli non è propriamente contento di lavorare in mezzo a stabilimenti balneari, villeggianti stagionali che a suo parere si dedicano “più a parlare che a nuotare” e sovraffollamenti ogni weekend. Lui stesso, in questo periodo, sta facendo un po’ la parte del turista, anche se suo malgrado: non avendo ancora trovato una casa di suo gradimento, infatti, egli sta soggiornando presso la pensione di Marzia, una donna affascinante ma lontana dal suo ideale, e che comunque è sposata, anche se il marito è sempre via per lavoro.
Tutto solo nella sua camera d’albergo, egli si può dedicare al suo hobby: la scrittura di racconti gialli ed avventurosi, preferibilmente ambientati nel passato, tra i pirati, nel bel mezzo di un mare in tempesta che tanto contrasta con la placida riva ligure.
A rovinare il quadretto di questo luglio – tutto sommato più idilliaco del previsto – ci pensa purtroppo la morte violenta di una villeggiante. La donna, che veniva tutti gli anni in luglio ed agosto nel medesimo stabilimento, è stata ritrovata in una spiaggetta poco distante, colpita alla testa da alcuni sassi impregnati di catrame.
Il commissario Berté comprende subito che si trattava di un personaggio molto chiacchierato nel tranquillo paesino di Lungariva. Il movente passionale viene subito preso in considerazione, ma ci sono anche altri elementi da considerare, come la lavanderia che la vittima gestiva in società con un’amica (attività dalla quale, in estate, si assentava fin troppo) o il suo passato.
Ho trovato l’ebook di La regina del catrame in promozione gratuita l’anno scorso, grazie all’iniziativa “Milano da leggere”, che nel 2021 era tutta dedicata al romanzo giallo ambientato in Italia. Ho già visto che è il primo romanzo di una serie, e che i casi di Gigi Berté sono già in buon numero.
Piccola curiosità: “Emilio Martini” è uno pseudonimo dietro cui si nascondono due sorelle scrittrici, Elena e Michela Martignoni.
Devo ammettere che per buona parte del romanzo mi sono sentita decisamente in disaccordo con il commissario Berté: come lui, anche io sono legata a Milano, perché, pur essendo Cernusco sul Naviglio la mia città, lì ci sono stati i miei studi, alcune esperienze lavorative, tante attività culturali… però, come ormai quasi tutti saprete, mi piace tanto anche la Liguria, soprattutto in estate, quindi molte delle cose che il nostro protagonista considera “scocciature” per me sono bei sogni che mi riempiono d’aspettativa a maggio, oppure ricordi che mi rallegrano in autunno.
In questo libro c’è proprio la Riviera che amo, tra villeggianti che si ritrovano tutti gli anni, lungomare che diventano salotti, centri storici e caruggi sempre affollati e piatti tipici (una delle poche particolarità della Liguria che il commissario sembra apprezzare davvero).
Un’altra caratteristica interessante de La regina del catrame è il fatto che ci sia una sorta di “romanzo nel romanzo”: man mano che il caso procede, infatti, anche il lungo racconto che il commissario Berté sta scrivendo prende forma. Così, da un momento all’altro, il lettore si trova in mezzo ai pirati, con un capitano che assomiglia curiosamente al nostro protagonista, tra assassinii sanguinosi, spie a bordo ed una nave costantemente in tempesta. Una storia sicuramente un po’ surreale, forse con qualche intento comico nella narrazione, ma piacevole da leggere.
Quello che invece mi piacerebbe leggere nelle prossime indagini del commissario Berté è qualche complicazione in più in corso d’indagine. La lettura è davvero agevole – una classica lettura da ombrellone – ma scorre fin troppo, e qualche colpo di scena in più non mi sarebbe dispiaciuto. Si tratta anche di un romanzo piuttosto breve, ed ho avuto l’impressione di finirlo fin troppo in fretta. Per le prossime volte, qualche pagina in più insieme al commissario Berté sarebbe gradita…!
Comunque, appunto, trattandosi dell’inizio di una serie, è un difetto perdonabile.
Per il resto consiglio questo romanzo, anche e soprattutto ai nostalgici che in settembre/ottobre continuano ad apprezzare la riviera ligure, anche se il tempo dei lunghissimi bagni è finito e la luce è diventata più autunnale. Quelli come me, insomma.
Ragazzi, che nostalgia!
Scrivere un post tutto dedicato alla Liguria a settembre, dopo un’estate passata lì, ti fa ripensare a tutti i momenti belli. Ma pazienza, l’importante è che ci siano stati, no?
Voi che ne dite? Conoscete questi romanzi o questi autori?
Vi sono piaciuti? Vi ho incuriosito?
Fatemi sapere che cosa ne pensate!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Non conoscevo questi libri ma condivido con te sia l'amore per la Liguria (luogo prediletto delle mie vacanze d'infanzia) e per Milano dove abitano mia zia e mia cugina, due persone davvero speciali quindi ho trovato molto interessanti le tue letture. Mi interessano entrambe sinceramente, forse un po' di più la prima perché mi piacerebbe conoscere la Liguria meno turistica. La seconda invece mi attira molto per le tematiche ❤️. Come sempre un bellissimo post, è sempre un piacere leggere il tuo blog ❤️
RispondiEliminaCiao Enrica! Sono contenta che anche tu conosca sia la Liguria che Milano :-) Spero che questi libri ti piaceranno!
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