Due titoli perfetti per Halloween
Cari lettori,
ottobre è a buon punto e la prossima settimana sarà Halloween!
Per festeggiare insieme ho pensato di dedicare i post di questa settimana a questa festa. Giovedì spero di stupirvi con qualcosa di creativo, ma restate connessi per saperne di più.
Oggi, invece, vi lascio dei consigli di lettura… tradizionali ed inusuali al tempo stesso. Dedicare un post ottobrino ai libri che hanno un’atmosfera in qualche modo legata ad Halloween è un classico di quasi tutti i blog. Tuttavia, ormai mi conoscete bene e saprete che non sono esattamente una fan di quel che va più di moda in questo periodo: io e gli horror siamo due binari paralleli, e, quanto ai fantasy, ne leggo pochi, e mi ci vuole una motivazione che mi convinca (come la challenge dell’anno scorso, che mi ha fatto scoprire Percy Jackson in colpevole ritardo).
Ho pensato così di restare su uno dei miei generi preferiti, il giallo/thriller, e di proporvi due titoli che secondo me hanno delle vibe piuttosto inquietanti, o soprannaturali. Il primo è un romanzo di Pulixi che lascia senza fiato e che è perfetto già nel titolo. Il secondo è invece un giallo storico di Malvaldi, principalmente conosciuto come il creatore dei vecchietti del BarLume, qui invece alle prese con una storia che riguarda la scienza e lo studio del tempo e delle stelle.
Spero che come “letture stregate” possano convincervi comunque!
La libreria dei gatti neri, di Piergiorgio Pulixi
Marzio Montecristo è un ex maestro elementare che ha perso tutto ciò che amava. Dopo aver aggredito il padre violento di uno dei suoi piccoli alunni, ha dovuto subire delle pesanti conseguenze legali ed è diventato difficile per lui poter lavorare ancora a scuola.
Da qualche anno egli ha deciso di ripiegare sul suo secondo amore, i romanzi gialli, ed ha aperto una libreria specializzata nella sua città, Cagliari. I primi anni sono stati difficili, al punto che egli non dormiva la notte al pensiero di far quadrare i conti.
Tre sono stati i fattori che gli hanno cambiato la vita. Il primo è l’arrivo di due gatti neri, da lui chiamati Poirot e Miss Marple, che hanno deciso di “adottare” lui e la libreria e, prendendo residenza lì, hanno reso il luogo popolare anche sui social. Il secondo è Patricia, la sua assistente, che riesce a trattare gentilmente con tutti quei clienti che Marzio, non essendo molto affabile, caccerebbe via volentieri a calci.
Il terzo e più importante è la creazione di un club del libro nello scantinato della libreria, che ha dato linfa e respiro per molto tempo. Per anni esso è stato gestito da un’anziana e brillante signora, ma da qualche mese ella è ricoverata in una struttura con un’aggressiva forma di Alzheimer. Marzio non ha la stessa verve della sua ex aiutante, e così i fedeli “investigatori del martedì”, come essi amano chiamarsi, sono rimasti solo quattro: un sessantenne neo pensionato costantemente in cappotto e cappello ed esperto di vini, un giovane frate pieno di vita, la migliore amica ottantenne della signora ricoverata ed una ragazza dai look dark. Un quartetto insolito, che, messo insieme, ricorda a Marzio le quattro stagioni.
Un giorno Marzio viene contattato da una poliziotta, sua amica d’infanzia, di cui è sempre stato innamorato. La donna, Angela Dimase, non solo sembra aver rotto con lo storico fidanzato – il che fa scattare subito le antenne del nostro protagonista – ma è anche in difficoltà con il suo lavoro. Da qualche tempo, infatti, Cagliari è terrorizzata da quello che è ormai chiamato da tutti “l’assassino delle clessidre”. Un uomo incappucciato e misterioso piomba in casa delle sue vittime, tutte con una famiglia a carico, e le obbliga ad una scelta terribile in un minuto: salvare la vita all’anziano padre o alla madre? Alla moglie o al figlio? In caso di non scelta, egli uccide entrambi gli ostaggi, lasciando la vittima nella più cupa disperazione e congedandosi con una frase del genere “non li ho uccisi io, ma tu”. In un caso, la vittima si è suicidata subito dopo.
Angela ha la sensazione che un gruppo di appassionati di gialli, abituati a pensare “come i serial killer”, potrebbe essere utile con la sua fertile fantasia, perché questo è un caso che esula dalla normale amministrazione delle forze dell’ordine (rapine, criminalità organizzata, truffe…). È difficile comprendere lo scopo di un tale comportamento criminale, e con quale criterio questo temibile e misterioso assassino scelga le sue vittime. Ma Marzio ed il suo gruppetto di fedelissimi non si arrendono alla prima difficoltà.
La libreria dei gatti neri è un thriller che nelle prime pagine sembra molto crudele. Le vittime sembrano innocenti a cui è capitata la peggiore delle disgrazie, il killer sembra uno psicopatico che vuole imporre una tortura emotiva scegliendo a casaccio, la situazione sembra senza uscita. Ma in questo romanzo nulla, davvero, è come sembra.
Per quanto la parte thriller sia quella più importante di questo romanzo – e di sicuro è quella che dà un senso alla storia – non è però l’unica presente. C’è anche tanta ironia nel descrivere il personaggio di questo libraio che è tutto tranne che aderente ai soliti cliché della categoria, anzi, non ha poi molta voglia di istruire i suoi clienti, che spesso entrano per comprare un regalo o perché scambiano il suo locale – inspiegabilmente – per una libreria delle grandi catene. C’è una parte pseudo-sentimentale, nel senso che fa una certa tenerezza vedere il burbero Marzio diventare così impacciato di fronte alla determinata Angela Dimase.
L’indagine “in team” condotta dagli investigatori del martedì è senza dubbio uno degli elementi più originali della narrazione: l’idea del book club impiccione è stata declinata in molti modi ed in vari romanzi, ma qui il gruppo è così variegato ed interessante che stupisce vedere i vari componenti andare così d’accordo (nonostante il caratteraccio di Marzio).
Non avevo mai letto i romanzi di Pulixi perché me li avevano sempre presentati come piuttosto forti, e devo dire che certe pagine di questo libro non sono certo leggere. Tuttavia, io credo che sia un libro godibile anche per chi non conosce l’autore. E le atmosfere sono sicuramente un po’ spooky (a volte tanto)!
Oscura e celeste, di Marco Malvaldi
Toscana, inizio dell’età moderna. Cent’anni prima Martin Lutero ha dato vita alla scissione protestante. L’epoca della Controriforma e dell’Inquisizione è stata difficile da vivere, e non è ancora finita. Tutte le persone che hanno un ruolo di qualche importanza all’interno della società temono di essere rovesciate dalla loro posizione e di passare dei guai grossi qualora si trovassero inavvertitamente ad offendere la Chiesa. Anche gli intellettuali, che in epoca rinascimentale erano stati così laicamente liberi e si erano dilettati nella riscoperta del mondo classico, ora scrivono le loro opere con prudenza, temendo che il frutto delle loro fatiche finisca all’indice dei libri proibiti.
A peggiorare la situazione c’è la peste, che è scoppiata a Firenze e si è diffusa presto in tutta la Toscana. Appena fuori città si sta meglio, ed è per questo che i cittadini più ricchi si sono rifugiati in isolati rustici di campagna, andando in centro solo se strettamente necessario.
Tra questi c’è una personalità di primissimo piano: Galileo Galilei. Egli si è profondamente pentito di aver fatto monache le sue due figlie per motivi economici e perché illegittime, soprattutto perché la seconda gli porta molto rancore, così si è stabilito lì vicino al loro convento per recuperare i rapporti almeno con la prima, Virginia. È a lei che affida da ricopiare le pagine in “brutta copia” di un’opera monumentale: il Dialogo sopra i due massimi sistemi, in cui egli confronta la teoria sul sistema solare elaborata secoli prima da Tolomeo e quella teorizzata di recente da Copernico, dando, di fatto, ragione alla seconda. Un’opera estremamente pericolosa da proporre in tempi di Controriforma, dal momento che attaccare Tolomeo significa attaccare la conformazione del Paradiso e quindi la Chiesa stessa. Galileo, però, è convinto di avere sia la protezione del Granduca che quella del Papa, che gli sembrano personaggi un po’ più illuminati dei loro predecessori e ben disposti nei suoi confronti, quindi si sente sicuro.
La sua sicurezza vacilla, però, nel momento in cui al convento accade un terribile incidente. Suor Agnese, una giovane donna intelligente e studiosa, di buon carattere e benvoluta da entrambe le sue figlie, sembra essersi buttata dalla finestra della sua camera, andando così incontro alla morte. Galileo comprende subito che si tratta di un “suicidio sospetto”: la traiettoria del corpo non è compatibile con la caduta dalla camera da letto, che è molto in alto. È più verisimile che Suor Agnese si sia trovata dove non doveva, ad un piano più basso, e che, sorpresa da un ladro o malfattore, sia stata uccisa. Ma chi potrebbe volere il male di una giovane suora tanto virtuosa? E perché le consorelle, solitamente molto disponibili nei confronti del grande scienziato, all’improvviso sembrano reticenti?
Tra un’indagine a Pineta e l’altra, capita che Marco Malvaldi abbandoni il sole, il bar in riva al mare ed i pensionati impiccioni per fare qualche tuffo nel passato ed omaggiare i grandi scienziati dei secoli che furono. È capitato con Leonardo da Vinci, con l’esperto di gastronomia Pellegrino Artusi e con altri personaggi ancora.
Quasi sempre ho seguito l’autore in questi “tuffi” ed il motivo principale per cui non me ne sono mai pentita è il fatto che per Malvaldi il passato non è mai un’entità polverosa da trattare in modo manieristico. I personaggi storici reinventati dall’autore vengono mostrati mentre vivono alla giornata, godono dei piaceri della tavola, fanno battute anche fuori luogo, invitano gli amici, covano passioni segrete, hanno giramenti si scatole… come tutti noi. È un passato per niente morto, con tutta la verve che Malvaldi dimostra nell’altra sua serie.
Galileo è un personaggio a tutto tondo, che passa dal discettare di complicati temi scientifici ad accapigliarsi con un amico a proposito della cottura della cacciagione, che prova profondi rimorsi per il rapporto per le figlie e poi si diverte a fregare i potenti come il più classico dei burloni.
Anche il convento è un piccolo mondo a sé, un mondo forzatamente chiuso di cui la Chiesa si fa vanto ma che nasconde tante magagne, dalle più banali (la disperata povertà in cui vivono le suore) alle più profonde, che toccherà allo scienziato scoprire.
A questo proposito, mi pare corretto avvisarvi: la maggior parte delle pagine di questo romanzo è scritta nello stile arguto e scorrevole a cui Malvaldi ci ha abituato, ma ci sono capitoletti – con tanto di grafico e disegni – strettamente scientifici. Da donna di Lettere/Filologia Moderna, è stata un po’ difficile… ma secondo me ne vale la pena. Poi magari alcuni di voi hanno studiato Fisica o Astronomia e li ho appena invitati a nozze. Come ogni cosa, va un po’ a gusti.
Quanto alle vibes di Halloween, forse ce ne sono meno rispetto all’altro romanzo che vi ho consigliato. Però è comunque una storia notturna, una storia di osservazione del cielo e di brividi tra le mura di un convento, di assassini che agiscono al calar del sole e di suore rinchiuse che nascondono segreti. E poi ci sono gli spettri della peste e dell’Inquisizione. Insomma, mi è sembrata una scelta adeguata per il post odierno. Poi ditemi voi che ne pensate!
Ecco le mie letture “spooky”!
Che ne pensate? Conoscete questi autori?
Avete letto questi romanzi? Vi sono piaciuti?
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Nessun commento :
Posta un commento