Challenge La donna verde #6
Cari lettori,
benvenuti al sesto ed ultimo appuntamento con la challenge di lettura “La donna verde”, creata da Seli Rowan, Alemagikfantasy, I libri di Cristina e Stefania Siano!
È ormai l’ultima tappa di questo percorso che prevedeva la lettura di sei libri nell’arco del 2022, ognuno dei quali era riferito ad un tema come la figura femminile, la magia e la natura. Ecco il riepilogo degli scorsi post:
- Gennaio/febbraio: Il realismo magico, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore di Luìs Sepùlveda;
- Marzo/aprile: Creature fantastiche, Percy Jackson e gli dèi dell’Olimpo – Il ladro di fulmini di Rick Riordan;
- Maggio/giugno: donne coraggiose, Ninfa dormiente di Ilaria Tuti;
- Luglio/agosto: in contatto con la natura, La felicità del lupo di Paolo Cognetti;
- Settembre/ottobre: Donna magica e magia naturale, La custode del miele e delle api, di Cristina Caboni.
Oggi siamo arrivati all’ultima tappa, quella relativa ai mesi di novembre e di dicembre!
Il tema di novembre e dicembre: la stregoneria
L’ultimo tema di questa challenge era, dal mio punto di vista, il più impegnativo: la stregoneria, intesa non dal punto di vista fantasy bensì storico, quindi in riferimento alla caccia alle streghe avvenuta in Europa e nel mondo occidentale, soprattutto nel Medioevo e nel periodo della Controriforma. Ho studiato, come penso tutti noi, questo tema sia in letteratura che in storia a scuola, e l’ho sempre trovato una delle – tante, purtroppo – grandi vergogne dell’umanità. Per questo motivo inizialmente non mi attirava molto l’idea di leggere un romanzo che sapevo già mi avrebbe provocato indignazione. Inoltre, novembre è stato un mese super impegnativo per me, come vi raccontavo settimana scorsa in questo post, e volevo essere accompagnata da un autore che sapevo mi sarebbe piaciuto.
Fortunatamente ho trovato la soluzione perfetta con Sebastiano Vassalli, un autore che amo – già protagonista di questo post – ed il suo romanzo-saggio La chimera.
La mia scelta: “La Chimera” di Sebastiano Vassalli
Il libro, che è la rielaborazione romanzata di un fatto realmente accaduto, racconta l’infelice storia di Antonia Spagnolini (adottata Nidasio), una ragazza nata nel 1590 nel Novarese e morta nel 1610 nel paese di Zardino, che oggi non esiste più. Purtroppo la sua morte è tra le peggiori che si possano immaginare: ella fu arsa viva sul rogo, bruciata come strega dopo un lungo ed offensivo processo in cui viene anche torturata.
Vassalli ripercorre la breve e drammatica storia della ragazza, portando a sostegno della sua narrazione una amplissima documentazione. I primi anni di Antonia, una “esposta” abbandonata in convento, costretta ad essere vestita con un sacco ed a svolgere umili compiti in chiesa; il suo incontro con Rosalina, una giovane prostituta che sarà la prima a parlarle con schiettezza della difficile condizione delle “esposte” e della fragilità della vita delle donne; l’arrivo al convento di Francesca e Bartolo Nidasio, due umili contadini che non hanno avuto figli e decidono di adottare Antonia come se fosse figlia loro e di portarla a Zardino.
Mi hanno molto colpito le pagine in cui Antonia arriva nella sua nuova casa: Zardino è descritta con tutte le caratteristiche del locus amoenus, invece diverrà il suo inferno personale.
Il microcosmo di Zardino
Sebastiano Vassalli, scrivendo questo romanzo, fa un’operazione di critica sociale molto lucida. Antonia viene accusata di essere una strega sulla base di voci di paese che alle nostre orecchie di contemporanei suonano assurde, ridicole, testimonianze dell’ignoranza più becera: aver impedito con un maleficio l’arrivo della pioggia, aver affogato dei bambini, avere partecipato a dei “sabba” ai quali era presente anche il Diavolo… L’autore sembra perfino vergognarsi nel riportare queste accuse, e di certo non ha torto. Ad una lettura più attenta, però, le ragioni sono altre.
La prima è l’odio innato, frutto di un atroce bigottismo, nei confronti di tutti gli “esposti”, nati dal crimine del tradimento (ritenuto allora uno dei più vergognosi), ed in particolare nei confronti di quelli di sesso femminile. Il che, purtroppo, ci porta dritti alla seconda motivazione di diffidenza nei confronti di Antonia: la sua “eccessiva” bellezza, ritenuta pericolosa. In questo caso, Vassalli fa comprendere che gli piacerebbe che gli piacerebbe poter dire che la gelosia nei confronti delle belle donne si sia estinta nel XX secolo, ma purtroppo non è proprio così.
Un terzo motivo di odio nei confronti di Antonia è la sua relazione con un cosiddetto “camminante”, un vagabondo che vive di espedienti, il quale non ci mette niente a prometterle un matrimonio e poi a sparire. La libertà sentimentale delle donne spesso è osteggiata ancora adesso, figurarsi nel XVII secolo.
Ultimo ma non meno importante, il paese di Zardino cova un rancore mai sopito nei confronti di Bartolo e Francesca Nidasio, rei sostanzialmente di ragionare con la propria testa e di non integrarsi nelle meschine dinamiche di paese. La vendetta di un microcosmo chiuso, ignorante e retrivo nei confronti di chi non sta alle sue regole sarà la più crudele.
L’accusa nei confronti della Chiesa
Cari amici, vi ho ormai già parlato qualche volta del mio percorso di allontanamento dalla Chiesa e dalla religione avvenuto negli ultimi anni. Devo confessarvi che leggere questo romanzo è stato come buttare benzina sul fuoco.
C’è di tutto: preti che si spingono sin sulla porta di casa per pur di dire alla gente come deve vivere; chierici che piangono miseria soltanto per poter incassare soldi, sempre più soldi; pressione e sensi di colpa sui fedeli per poter imporre così nuove tasse; vendette personali orrende che non hanno proprio nulla di cristiano, ma neanche di umano; il Tribunale dell’Inquisizione che si serve dei peggiori farabutti… e tanto altro ancora.
È una condanna della Controriforma, voluta da asceti come il vescovo Bascapè – che ha larga parte nella storia – ma poi sfuggita di mano e trasformatasi in una lotta senza esclusione di colpi per riconquistare il potere perduto durante il Rinascimento.
La cosa peggiore è che, se devo giudicare dai miei trascorsi, beh… non è che sia cambiato molto. Certo non si arriva al rogo – e ci mancherebbe pure – ma i motivi di esclusione e di derisione di certe persone (soprattutto di certe donne) negli ambienti cattolici sono sempre gli stessi; i tentativi di manipolazione dei fedeli da parte del clero sono più sottili, ma comunque infiniti; e di certo il dio denaro non ha perso la sua attrattiva.
Insomma, devo proprio confessarvi che leggendo questo libro mi sono sentita piena di rabbia, ed anche sciocca e credulona; però ringrazierò sempre Sebastiano Vassalli per quest’opera magistrale.
Fine del post… e fine della challenge!
Se avete seguito il mio percorso, saprete che il mio bilancio è più che positivo: ho scoperto dei classici che vanno proprio letti, ho conosciuto un Premio Strega, ho proseguito serie che avevo già in TBR ed ho iniziato una nuova ed entusiasmante saga. Non so ancora se parteciperò ad una challenge nel 2023, ma spero di trovarne una altrettanto interessante!
L’inizio di dicembre, tra questo post e Antigone, è stato un po’ tosto, lo so. Da giovedì, però, indosseremo il nostro vestito natalizio e parleremo solo di feste!
Nel frattempo, attendo i vostri commenti.
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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