venerdì 23 dicembre 2022

NATALE A HOGWARTS - CHRISTMAS COUNTDOWN #5

 Spazio Scrittura Creativa: dicembre 2022




Cari lettori, benvenuti all'appuntamento di dicembre con la rubrica Spazio Scrittura Creativa! 


Per il mese di dicembre ho pensato di farci gli auguri e di "ritornare alle origini" con un classico con cui mi dilettavo ai tempi dell'Università: la fan fiction su Harry Potter! Un tempo erano celeberrime, ora sono state soppiantate da altre saghe ed altri modi di esprimere la propria creatività. 

Io quest'anno avevo proprio voglia di tornare a Hogwarts con voi, quindi... eccovi il mio racconto!



NATALE A HOGWARTS


18 dicembre 1992


Non era così che Harry si immaginava il suo secondo Natale ad Hogwarts. L’anno scorso gli sembra ormai un sogno lontano, una sorta di girandola fatta di maglioni di lana sformati, Cioccorane saltellanti, Gelatine Tuttigusti+1 sparse sul letto, feste in Sala Grande, scherzi e giochi con Ron.


Ora Harry si sente braccato. Tutta la scuola ha paura di lui, o almeno questa è la sua impressione. E dire che egli si sente lo stesso di sempre: un ragazzetto spaurito, troppo magro dopo tanti anni di amorevole cura dei suoi zii, con i capelli scuri ed arruffati e gli occhiali rattoppati con lo scotch. Nonché una cicatrice che in un’altra vita era un semplice segno in fronte ed ora sembra essere diventata la causa primaria di tutti i suoi guai.


Harry ha aizzato un serpente contro Justin, sente mormorare nei corridoi. Harry parla il serpentese, è sicuramente l’erede di Serpeverde. Harry vorrebbe gridare che lui non si sente l’erede proprio di niente, nemmeno dei mucchi di galeoni che ha trovato con sua grande sorpresa in una grotta appartenente alla più strana banca del mondo, neanche della terribile storia che tutti sembrano provare gusto nel rievocare insieme a lui, neppure di quei ricci ribelli che appartenevano a James e di quegli occhi che per tutti sono un ricordo di Lily.


Quel che gli fa più male è pensare che tanti suoi compagni lo credano capace di un gesto del genere. Inseguire le persone di nascosto, tendere loro un terribile agguato utilizzando un mostro (quale mostro possa essere, egli non lo sa e non lo vuole sapere), trasformarle in simulacri di pietra. Harry non avrebbe avuto nemmeno cuore di immaginarsi uno scenario del genere, figuriamoci metterlo in atto. Qualunque cosa egli faccia, finisce sempre per essere il cattivo ragazzo, il soggetto da punire, l’esempio da non seguire. Ancora una volta egli sente di star subendo una punizione per un “Dudley” che invece ha compiuto malefatte all’insaputa di tutti.


Il guaio è che Harry teme di sapere, anzi, è certo di conoscere l’identità del vero erede di Serpeverde: non può essere altri che Malfoy. Ed è per questo motivo che ora egli si trova seduto per terra, a bagnarsi le gambe su delle mattonelle umide ed appiccicose, mescolando il contenuto di un calderone dal quale si sprigiona un odore pestilenziale, insieme ad un Ron dall’aria sconsolata e ad un’Hermione a cui sono esplosi tutti i ricci.


Non il modo ideale di trascorrere la Vigilia. Eppure c’è qualcosa di confortante nel passare del tempo insieme alle uniche due persone che continuano a credergli ed a fidarsi di lui e nel complottare insieme per la notte di Natale più strana di sempre. Qualcosa di molto simile alla felicità.


* * *


19 dicembre 1993


Un altro Natale solitario. Quasi è stato meglio l’anno scorso, chiusa in un gabinetto insieme al fantasma di Mirtilla Malcontenta che la prendeva in giro senza pietà, biecamente soddisfatta che qualcuna avesse un aspetto peggiore di lei, una volta tanto. Hermione scambierebbe al volo questo senso di cupa solitudine e desolazione con orecchie da gatto ed una grossa coda pelosa.


Non è stato Grattastinchi a mangiare Crosta, ne è più che sicura. In verità, ella dubita che Crosta si sia fatto mangiare. È un animale troppo sciocco e pavido per ingaggiare una lotta con qualche altra creatura e correre anche soltanto un minimo rischio di uscirne perdente. Di sicuro si è nascosto da qualche parte con un gustoso bottino che non vuole dividere con nessuno, e rispunterà fuori quando non avrà più niente da mangiare. Davvero non riesce a capire che cosa ci trovi Ron in quella creatura.


Già, Ron. Vorrebbe che con lui fosse facile come lo è con Harry, il fratello che non ha mai avuto. Invece Ron è difficile, cupo, scontroso. Talvolta è ancora bambino, vuole tutto come dice lui e quando lo desidera. Continua a ripeterle che non sarà mai più scortese con lei, eppure è lì di nuovo ogni volta, con il suo broncio un po’ petulante, a chiederle aiuto per i compiti.


Hermione si sente molto stanca. L’anno è terminato e lei ha la sensazione di averne passata buona parte ad occuparsi degli altri invece che di se stessa. Harry, che ha appena scoperto di essere il figlioccio del pazzo criminale che gli sta dando la caccia ed ha tanto bisogno di una spalla su cui piangere. Ron, per cui ogni compito in classe è sinonimo di tragedia e che evidentemente sente così tanto la mancanza di Molly da cercare una sua sostituta in lei. Le ragazze della Casa di Grifondoro che aiuta con i compiti, perché si sa che se sei la prima della classe e commetti il grave torto di tenere per te i frutti del tuo duro lavoro non avrai mai amiche. I suoi genitori, che le inviano lettere preoccupate ad intervalli sempre più brevi: sono convinti che Sirius Black sia armato di pistola e per fortuna non sanno che il suo obiettivo è Harry, ma la notizia dell’evasione ha raggiunto anche i telegiornali babbani e di certo non è rassicurante.


Hermione sospira, chiudendo il borsone in cui ha infilato tutti i libri di scuola e le sue letture leggere di mille pagine con un Incantesimo Restringente. Attraversa la Sala Grande guardando con mestizia i dodici alberi addobbati e gli gnomi canterini appesi sulle balaustre. Passerà le feste a casa, lontana dal mondo magico per un po’. Forse, nell’angolo di mondo che appartiene alla sua vecchia vita, riuscirà a trovare una risposta al quesito che la assilla di più negli ultimi tempi: lei si preoccupa di tutti, ma chi si preoccupa di lei?


Forse Hagrid, che offre sempre the, biscotti rocciosi, conforto e chiacchiere, come uno zio premuroso. Forse Harry, che si è offerto di mediare tra lei e Ron, che ha insistito perché lei restasse ad Hogwarts. Forse persino Ron, che esprime il suo affetto nei modi più impensati ed imprevedibili.


Magari rimettere al centro se stessa aiuterà Hermione a capire chi le vuole davvero bene.


* * *


20 dicembre 1994


È fatta. E così, a quanto pare, andrà a quel maledetto Ballo del Ceppo, con o senza Harry. A tutte le amiche Ginny ha detto che è molto contenta di andare al ballo con Neville, perché, essendo del terzo anno, non sarebbe potuta andare, non senza l’invito di un ragazzo più grande. È vero solo in parte.


Certo, Neville è un amico ed anche un ottimo ballerino, e di sicuro non le farà fare tappezzeria al bar come sicuramente farà Ron con la sua sfortunata accompagnatrice. La curiosità di scoprire com’è questo Ballo del Ceppo di cui anche i suoi genitori parlano con tono sognante, poi, non manca. Ma nessuno di questi è il motivo principale per cui Ginny si ritrova segretamente felice di avere questo impegno natalizio.


Si vergogna persino ad ammetterlo a se stessa, ma anche così, in qualche modo, è una serata con Harry. Harry che pensa soltanto a Cho Chang ed a come invitarla al ballo senza che le viscere gli si annodino ogni volta, Harry che non sa che lei è già fidanzata con Cedric, Harry che di nuovo non riesce a vederla diversamente e continua a considerarla la sorellina del suo migliore amico.


A volte Ginny farebbe suoi gli insegnamenti di quei film babbani sdolcinati che sua madre si concede da quando i suoi sette pargoli sono tutti cresciuti (e l’ottavo, cioè Arthur, ha sviluppato un’insana fissazione per tutti i marchingegni non magici). La maggior parte delle storie d’amore racconta di due persone che si innamorano a vicenda, ma che cosa succede quando una persona si innamora da sola? Perché nessuno, sia nel mondo magico che in altri mondi, si prende la briga di scrivere due misere righe consolatorie su chi non è ricambiato?


Ecco, lei ed Harry sono così. Un groviglio di fiato corto, cuore che salta nel petto, pensieri pesanti come un calderone pieno, viscere contorte, gambe che cedono. Una sintomatologia dell’amore in piena regola, assurdamente accompagnata da una speranza che non svanisce proprio mai: “Magari oggi lui...” “Forse domani lei...”


Solo che, mentre lei prova tutto questo per Harry, lui è impegnato a rincorrere Cho. A Ginny non resta che pensare che se solo lui si accorgesse di lei sarebbero felici entrambi. Si sente molto sconfortata, ma quella assurda speranza che ogni notte parla al suo cuore la convince che forse, un giorno non lontano, Harry la vedrà con altri occhi.


* * *


21 dicembre 1995


Prendi un altro biscotto, Potter.”

Ecco, a Potter avrebbe giovato un altro Zenzerotto. È giovane, ha bisogno di mantenersi in forze, soprattutto dopo aver perso – non per sua volontà – una certa quantità di sangue. A lui sarebbero serviti un po’ di zuccheri. Non a lei. O forse sì?


Minerva lo ha promesso a se stessa tanti anni prima: basta con la politica. I suoi anni al Ministero sono morti e sepolti, il suo matrimonio con Elphinstone si è concluso con la sua scomparsa. Eppure si dice che, appena prima di Natale, le “sedie vuote” compaiano all’improvviso nella mente, talvolta in modo inaspettato, persino a tradimento. Forse è per questo che, da una settimana a questa parte, a Minerva ritorna in mente, nei momenti più impensati, il sorriso bonario del marito, simbolo della sua sempiterna pazienza. Le sembra di essere ancora lì, nell’ufficio di Elphinstone, a rubacchiare uno zenzerotto dietro l’altro dal suo barattolo, ed a lamentarsi di tutto quello che al Ministero non va.


Perché sei così irrequieta, Minerva?”

Perché qui dentro nessuno mai si ribella. Al Ministero continua a funzionare tutto come ai tempi di Merlino, e non c’è una persona che muova un dito! Tutti stanno chini sulle loro carte, aspettando la fine della settimana… e non si rendono conto di chi fa i propri comodi sotto il naso, approfittandosi della loro ottusità!”

Ti riferisci a Cornelius, immagino.”

Non mi piace, Elphinstone. Tu sai che cosa intendo. Con la sua aria da Babbo Natale ed il suo eloquio preconfezionato. Arriverà dove vuole, e cambierà tutto perché nulla cambi.”

Sai una cosa, Minerva? Finché ha avversari ostinati come te, dubito che riuscirà ad avere l’appoggio di tutti.”

Qui mi ascolti solo tu, e sei pure mio marito.”

Ah, grazie per la considerazione.”

Parlo sul serio, Elphinstone. Qua dentro sono solo un numero. Lo sai quante volte accarezzo l’idea di cambiare lavoro.”

Me lo hai detto tante volte, Minerva. Però non ho ancora capito che cosa ti piacerebbe fare esattamente.”

Oh, non so. Da ragazza ero una buona Cacciatrice, lo sai. Forse mi ci vuole qualcosa di pericoloso. Qualcosa che mi faccia provare il gusto del brivido.”


Detto, fatto. In tanti anni di insegnamento non c’è stato un giorno che sia stato uguale ad un altro. E questo è uno degli anni più duri e pesanti della sua carriera. Minerva ripensa per l’ennesima volta a Dolores Umbridge, al fastidio che le provoca anche solo vedere un angolino del suo cardigan rosa, alle punizioni medioevali che si permette di infliggere agli alunni. Ma è proprio in quel momento, mentre, seduta nel suo ufficio, intinge l’ennesimo biscotto nel the e soffoca un principio di emicrania, che realizza di essere finalmente arrivata dove desiderava tanti anni fa. Che la megera in rosa continui a pretendere ordine, non le fa paura. Ora è nel posto giusto per lei, ed ha tutta l’intenzione di ribellarsi e di proteggere chi le è stato affidato.


* * *


22 dicembre 1996


Il Natale. È vero che ha avuto una lunga vita, eppure è incredibile pensare a quante volte questa ricorrenza abbia cambiato significato per lui.


Per pochi anni, che ricorda a fatica e con un misto di dolore e nostalgia, è stata una festa felice. Il momento in cui lui, suo fratello e sua sorella, come tutti gli altri bambini, scartavano i regali e sognavano guardando la neve fuori dalla finestra. Poi sono arrivati gli anni da studente, forzatamente allegri e fintamente sereni, in realtà in fuga da una famiglia che non riconosceva più. Natali in cui giocava a fare il leader del suo gruppetto d’elezione e brindava all’arrivo delle feste cercando di scacciare in un angolo della sua mente la sorella che aveva perso il senno, la madre costretta a fare da carceriera ed il padre che, chiuso in carcere, non li avrebbe mai più raggiunti. Infine i tantissimi Natali da insegnante e da preside: anni in cui, a furia di fare finta, ha finito per apprezzare davvero la festa, grazie ai colleghi ed agli studenti.


Questo Natale si preannuncia come il più triste di tutti, ma, mentre Albus osserva gli allievi della scuola che giocano a palle di neve in cortile, si chiede se invece non si tratti del più felice. Solo nel pensare questo si vergogna e si chiede se non stia impazzendo. Sarebbe comprensibile. Il mago oscuro più temibile di tutti i tempi – nonché il suo ex alunno che l’ha fatto più preoccupare in tutti questi anni – è tornato dopo tanti anni di silenzio e velate minacce, e fuori da scuola già regna il terrore; i germi del male hanno attecchito anche a scuola, e già qualche studente è dovuto tornare a casa da Hogwarts perché è successa una disgrazia alla sua famiglia; e poi, naturalmente, anche se questo è un segreto per tutti – tranne che per il più scorbutico dei suoi amici -, a lui non rimane più molto tempo.


Albus guarda la mano nera e venata di cicatrici da anatema. La malattia lo sta corrodendo dall’interno. Ad essere brutalmente onesti, egli dubita che vedrà un altro Natale.


Però è anche la prima volta in cui arriva questa festività e lui può godersene ogni attimo. In cui può pensare solo e soltanto a quello che farà giorno dopo giorno, perché programmare qualcosa è inutile (tristemente inutile, ma non ci vuole pensare ora). In cui può permettersi di esprimere tutto l’affetto che prova per Harry e di insegnargli tutto quello che sa, perché ormai il tempo è così risicato che non c’è più spazio per le tattiche e le strategie, ci sono solo i consigli che vengono dall’esperienza e dal cuore. In cui può finalmente deporre le armi contro il Ministero, le sue manipolazioni, i suoi repentini cambi di bandiera: ci provi pure, Scrimgeour, ad attraversare il gelido vialetto davanti alla Tana; non ha ancora capito che in questo frangente così delicato è necessario essere tutti uniti. In cui può, anzi deve, smetterla di controllare tutti, persino se stesso, e provare il brivido inedito di affidarsi, anche se ad una persona che non avrebbe mai pensato di poter chiamare amico, e per il più ingrato dei compiti.


Sì, il suo ultimo Natale. Il suo Natale più bello.


* * *


23 dicembre 1997


L’Hogwarts Express, o quel che ne rimane, entra in stazione fischiando debolmente. Neville fissa tristemente la locomotiva, inspiegabilmente tinta di nero, e quelle tre carrozze attaccate, così misere rispetto ai tempi in cui tutti gli studenti frequentavano la scuola. Un tempo quello era il treno che li conduceva verso un anno di nuove avventure dopo un’estate rigenerante, o che li riportava a casa per festeggiare Natale o Pasqua con le famiglie. Ora sembra una vecchia caffettiera stanca, obbligata a fare il suo dovere, ma senza più forze. Un po’ come si sente lui in questo momento.


Hogwarts è cambiata. Non si scherza né si ride più, ma si marcia a ranghi compatti, attraversando il cortile con rapidità, come se una minima insubordinazione costasse una maledizione… e purtroppo nessuno è molto lontano dalla realtà. Persino Pix il burlone sembra sparito: nei corridoi regna un silenzio spettrale. I nuovi insegnanti sono carcerieri, i vecchi resistono ma sembrano aver perso le speranze.


I tempi in cui si giocava con la magia, si facevano nuove amicizie, si sognava in grande sembrano così lontani che a volte Neville ha la sensazione che appartengano ad un altro. Gli scorsi anni il ritorno a casa per le vacanze di Natale era gioioso per gli altri, e segretamente triste per lui. Nessuno degli amici che stava imparando a conoscere nonostante il suo carattere introverso avrebbe minimamente sospettato che lui e sua nonna avrebbero passato il Natale nel Reparto per feriti speciali del San Mungo, insieme ai suoi genitori privi di senno. Quei pochi che lo sapevano – come Harry – mantenevano il segreto, e Neville era molto grato di questo.


Ora, però, guardando il gruppetto di studenti del primo anno che si aiuta a vicenda con i bagagli sulla scaletta del treno, Neville si sente più dispiaciuto per gli altri che per se stesso. Questo pensiero gli è costato parecchie notti insonni, ma non può negare la realtà dei fatti: tante, decisamente troppe persone hanno iniziato a considerarlo un punto di riferimento. Lui è uno dei più grandi; un caro amico di Harry, Ron ed Hermione, che tutti danno per dispersi ma che anche così continuano a costituire la più grande speranza; qualcuno, addirittura, rievoca la battaglia avvenuta all’Ufficio Misteri del Ministero un anno prima.


Neville si è sempre giudicato piuttosto severamente e mai avrebbe pensato di considerarsi un leader. Eppure sente che questo sta accadendo, e ne sente tutta la responsabilità. Alcuni giorni Harry, l’amico più sincero che abbia mai avuto, gli manca terribilmente. Sa che se ci fosse lo conforterebbe e lo spronerebbe a proseguire su questa strada. Che gli direbbe: renderemo orgogliosi i nostri genitori, Neville, te lo prometto.


Neville non sa se è la voce di Harry a parlargli o la sua, quasi non riuscisse ad ammettere a se stesso quante volte è stato capace di farsi coraggio da solo. Ma quello che ha appena pensato diventerà una promessa.


* * *



24 dicembre 2011


...ma quello che ha appena pensato diventerà una promessa.”

Luna chiude il pesante quaderno ed infila la penna d’oca nel calamaio. Si era ripromessa di non lavorare la Vigilia di Natale, ma quando l’ispirazione chiama, almeno un’oretta si trova sempre.


Con il ricordo di Neville anche il capitolo riguardante il suo sesto anno a Hogwarts, il più difficile, quello culminato nella terribile battaglia a scuola, è inaugurato. Natale a Hogwarts è ambientato in una scuola un po’ diversa da quella che lei ricorda, con dei nomi di fantasia, ma lei lo sa che amici, compagni, professori si riconosceranno nel momento giusto.


Si dicono tante cose degli scrittori. Gli scrittori sono presi da ispirazione di notte, alternano giorni di blocco ad altri in cui si dimenticano di pranzare mentre lavorano, sono artisti e creativi, un po’ inaffidabili ma persone tanto piacevoli, e come tali vanno presi. Ma c’è qualcosa che si dice ben poche volte: lo scrittore è l’osservatore che non ti aspetti. Qualcuno che al primo anno si perde e finisce nell’angolo meno amato della scuola, che passa ore in Sala Grande a fantasticare ed a guardare chi passa, che si preoccupa dei turbamenti sul volto di una delle poche persone che si rivelano sue amiche. Una ragazza che nota un uscio socchiuso e si preoccupa se legge sconforto negli occhi della severissima vicepreside, che ha avuto una madre esperta di esperimenti di Medimagia e riconosce una maledizione terminale, che chiusa in una prigione ha sentito con chiarezza come dovesse sentirsi uno dei suoi più cari amici.


Nessuno si aspettava che la scrittrice fosse lei, Luna. Luna vive in un mondo tutto suo, si sa. Saltella, sorride scioccamente, vede cose assurde, legge giornali improbabili, non vive la realtà di tutti.


Anche Luna ha creduto a queste voci su di lei, per troppo tempo. Scrivere, però, le ha dato la possibilità di sorprendere persino se stessa.


Il romanzo non vedrà la luce prima di qualche mese. Ma Luna è un’ottimista di natura, ed è convinta che già domani sarà il miglior Natale di sempre.



FINE



Qualche nota dell’autrice:


1) Tutti i frammenti, a parte l’ultimo, fanno riferimento ad un romanzo della serie di Harry Potter, a partire dalla Camera dei segreti fino ad arrivare ai Doni della morte. Ho omesso la Pietra filosofale per il semplice motivo che Luna ha un anno in meno di Harry e non è ancora ad Hogwarts!


2) Nel frammento di Ginny ci sono dei riferimenti alla classica rom-com natalizia L’amore non va in vacanza.


3) Le informazioni su Minerva McGranitt, sul suo matrimonio e sul suo lavoro al Ministero da giovane, sono state rilasciate dalla Rowling in tempi recenti. Credo che ci sia anche un volumetto in proposito. Non l’ho letto, ma me l’ha raccontato un po’ la mia amica Mara, che ringrazio!


4) C’è una musica che si intitola proprio Christmas at Hogwarts e fa parte della colonna sonora dei film. La trovate a questo link.  




Eccoci arrivati alla fine! 

Fatemi sentire che cosa ne pensate di questa mia follia prenatalizia :-) 

Con questo mio raccontino vi saluto, almeno per qualche giorno, e vi auguro un Natale sereno, sia a voi che alle vostre famiglie ed ai vostri amici. Ce lo meritiamo, dopo le traversie degli ultimi anni! 

Ci riaggiorniamo settimana prossima per le consuete classifiche di fine anno e per i preferiti di dicembre. Grazie per la lettura, tantissimi auguri!!!


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