giovedì 29 febbraio 2024

I PREFERITI DI FEBBRAIO 2024

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese



Cari lettori,

il 2024 è un anno bisestile, e così, in via del tutto eccezionale, il giorno 29 febbraio c’è un post, dedicato proprio ai nostri “Preferiti del mese”!


Febbraio non è stato un mese propriamente facile. L’anno nuovo era iniziato bene, e sotto tanti punti di vista sta continuando ad essere buono, ma altre cose che non sono sono andate come volevo mi hanno spinto a riflettere, soprattutto sui miei passi futuri. Sono una persona che indossa gli occhiali rosa un po’ troppo spesso, ma anche le ottimiste più tenaci a volte hanno bisogno di considerare la realtà nella sua interezza.


Nel frattempo ricapitoliamo insieme tutto quello che è successo di positivo, dai libri ai film, dalla musica alla poesia ai bei momenti di queste ultime settimane!



Il libro del mese


Nord – Est italiano, regione della Carnia, Prima Guerra Mondiale in pieno svolgimento.


Agata Primus non ha nemmeno vent’anni ed ha già alle spalle una vita di dolore ed indigenza. Il padre, un umile lavoratore, è da tempo costretto a letto a causa di una malattia irreversibile, e lei è l’unica che può occuparsi di lui. La madre, maestra, è morta anni prima, ed i suoi due fratelli maggiori, probabilmente disertori, sono spariti. Agata ed il padre vivono nella fame e nella miseria. Una soluzione potrebbe essere un buon matrimonio, ma Francesco, il ricco pretendente della protagonista, figlio dello speziale, è un ragazzo rozzo e violento con una vena di follia, ed Agata non si sente per niente sicura quand’è con lui.


L’unico conforto della vita di Agata sono le altre donne del paese, alcune delle quali sue amiche, altre figure materne: Caterina, la più anziana, che spesso si occupa di tutte le altre; Maria, una donna di straordinaria sensibilità, quasi dotata di una sorta di preveggenza; Lucia, una madre che sta ancora allattando il suo bambino ma non si tira indietro dai lavori pesanti; infine Viola, la migliore amica di Agata, una ragazza dal carattere un po’ irruento: inizialmente gelosa di Francesco, cambia idea quando vede il modo in cui si comporta con la sua amica.


Giorno dopo giorno, la guerra di trincea si fa più logorante e pericolosa. Ai soldati ed agli alpini, accampati sui monti tra neve e ghiaccio, mancano sempre più non solo le munizioni ed il necessario per difendersi, ma anche il cibo e tutto quel che serve per sostentarsi. Su sollecitazione di Don Nereo, il parroco del paese di Agata e delle sue amiche, si decide di costituire una squadra speciale: le donne del paese riempiranno le loro gerle – strumenti solitamente utilizzati per portare spesa o panni da lavare – con quel che serve, dalle razioni ai proiettili, dalle patate agli esplosivi, e le porteranno ai soldati. Le difficoltà sono innumerevoli: il gelo aggredisce i piedi, il carico fiacca la schiena, la strada è impervia e soprattutto disseminata di “diavoli bianchi”, i cecchini dell’Impero Austro-Ungarico, il nemico. Agata e le altre, però, hanno disperato bisogno di racimolare qualche soldo, e soprattutto hanno delle persone care lì a combattere sulle montagne, così accettano.


Quando però Agata ferisce accidentalmente uno dei “diavoli bianchi” e decide di soccorrerlo, tanti equilibri si incrinano.



Fiore di roccia è uno di quei romanzi che avevo in lista da tempo. Per combinazione mi è arrivato proprio prima della partenza per il weekend lungo di Carnevale e, sarà la circostanza allegra, ma mi sono proprio goduta la lettura, anche perché è un libro che si divora.


Ilaria Tuti scrive sempre benissimo, ma qui la prosa è davvero splendida: immaginifica e poetica, specie per quanto riguarda le descrizioni della zona carnica:


La tempesta si incuneava sibilando fin negli anfratti, era una sinfonia furibonda. Poteva riconoscere tutti gli strumenti perfettamente accordati della natura: gli archi fatti di rami, con i primi e i secondi violini, i violoncelli e i contrabbassi, più carichi di fronde…”


E proprio le “portatrici carniche” sono le protagoniste di questa storia: una pagina piuttosto sottovalutata, per non dire trascurata, della Prima Guerra Mondiale. L’autrice ha fatto uno studio accurato ed è riuscita a trattare la materia con grande delicatezza, rendendo appieno tutte le emozioni che provano queste donne, al tempo stesso disperate e speranzose, spaventate e coraggiose:


Continuo a cantare. Non voglio far tornare il silenzio su questa valle di fosse, voglio colmarle di vita finché posso, finché la finzione reggerà sulle gracili gambe della mia ostinazione.”


Questo libro è, al tempo stesso, un romanzo storico, una storia d’amore ed una coraggiosa denuncia delle atrocità commesse durante la Grande Guerra, e in tutti i conflitti.


Io mangio radici, questi uomini escono da antri bui per predare altri uomini alla luce di torce. Sembra che il conflitto abbia riavvolto le ere, riportando in superficie usi primordiali. È una constatazione che mi inquieta, perché suggerisce che siamo solo all’inizio della barbarie.”



Il film del mese


Bianca è una donna di più di quarant’anni che si trova in gravi difficoltà professionali e personali.


La sua attività da giornalista langue dopo che ella ha perso la sua rubrica fissa, ed il romanzo che vuole scrivere da troppo tempo sembra un sogno irrealizzabile. Quello che però l’ha mandata in crisi definitivamente è il divorzio: il marito, dopo una vita condivisa insieme fin da studenti, l’ha lasciata per un’altra donna, accusandola di essere egoista ed insensibile.


Bianca sulle prime non comprende e si lascia completamente travolgere dal dolore: rischia l’incidente d’auto, tenta il suicidio, viene ricoverata in psichiatria. Quando però le cose iniziano ad andare un po’ meglio, la sua terapista, una primaria dal carattere duro e severo, le propone un insolito percorso. Ogni giorno, per un minimo di dieci minuti, Bianca dovrà fare qualcosa di diverso dal suo solito, qualcosa che non ha mai fatto.


All’inizio Bianca non sa bene cosa fare, alterna esperienze poco incisive (come la manicure) ad altre estreme (come contattare un fidanzato di gioventù e frequentarlo senza prima informarsi sulla sua situazione sentimentale). Poi pian piano inizia a risolvere alcune questioni importanti della sua vita: quello che di “non detto” era rimasto con l'ex marito, un problema familiare che si portava dietro da troppo, ed altro ancora.



La trama è tutta qui, perché Dieci minuti è un film improntato più che altro sulla riflessione psicologica, sui sentimenti, sull’introspezione. Per questo motivo, mentre lo guardavo, ho fatto due riflessioni.



La prima è che il film nel complesso mi è piaciuto, però, come si suol dire, “il libro era meglio”. Ho letto Per dieci minuti di Chiara Gamberale qualche anno fa (a questo link trovate la recensione) e secondo me c’è una differenza importante. Il romanzo della Gamberale è quasi del tutto autobiografico, e più realistico. I “dieci minuti” messi in pratica dalla protagonista sono le classiche azioni che in teoria non costerebbero niente ma di fatto, finché non c’è un buon proposito, non si attuano: nuovi hobbies, viaggi diversi, piccole idee per spezzare la routine… Per esempio, ricordo un capitolo in cui la protagonista, appassionata di arte classica, decide invece, per una volta, di andare ad una mostra di arte contemporanea, e lì trova un contatto utile per il lavoro. Ecco, questo sì che rende un romanzo di questo tipo una lettura motivazionale, e per davvero, non solo per mezzo di frasette di vuota teoria. Nel film, invece, come spesso accade in casi come questo, si calca troppo la mano: segreti di famiglia, incidenti, avventure squallide… tutte cose pure un po’ già viste. L’idea di base resta buona, però così è un po’ un peccato.



La seconda è che Bianca, sostanzialmente, scopre di essere una donna egoista, concentrata su se stessa, sempre tesa a rimarcare la propria sofferenza. Più la guardavo e più mi venivano in mente le frasi che spesso mi hanno detto persone care: sei troppo altruista, pensi agli altri prima che a te stessa, invece di parlare di te rispondi parlando dei problemi degli altri… ecco, i due opposti non vanno bene. Come sempre, la virtù sta nel mezzo.



La musica del mese


Continuiamo il nostro percorso alla (ri)scoperta delle musiche sulle quali ho danzato!


Febbraio ha due “facce”, una romantica con San Valentino ed una giocosa con Carnevale.



Nel 2017 abbiamo messo in scena un bel trio – io ed altre due “veterane”, Sara e Camilla – sulle note di Love me forever di Elisa (Link). Romantico, ma anche allegro!



Non abbiamo esattamente un balletto di Carnevale nel nostro repertorio, ma ci siamo travestite tante volte in modo fantasioso. In particolare, nel 2019, con Hollywood di Michael Bublé (Link), ognuna di noi ha scelto di omaggiare un film, un genere o un cartone animato. C’era davvero di tutto: gli hippie, i pirati, Morticia Addams, Trilli, Audrey Hepburn, Sailor Moon… io ho puntato sul western!



La poesia del mese


Per il mese di febbraio, l’ultimo pienamente invernale prima che marzo ci porti la primavera, ho scelto un componimento di Salvatore Quasimodo, dal titolo Antico inverno.


Desiderio delle tue mani chiare

nella penombra della fiamma:

sapevano di rovere e di rose;

di morte. Antico inverno.

Cercavano il miglio gli uccelli

ed erano subito di neve;

così le parole.

Un po’ di sole, una raggera d’angelo,

e poi la nebbia; e gli alberi,

e noi fatti d’aria al mattino.



Le foto del mese


Anche l’hinterland milanese riserva delle sorprese! Incontro ravvicinato con uno scoiattolo :-)



Per San Valentino ho portato a casa un dolcetto speciale: una doppia mousse (frutti di bosco e cioccolato) su base di frolla! A volte ci vuole una coccola, specie nei giorni di festa!



Il mese è stato un po’ impegnativo e non sempre il tempo ci ha aiutato, però avevo un giorno di ferie per Carnevale (il 16) e così, insieme alla mia famiglia, ho fatto una scappata nella mia solita Varazze! Sono stati tre giorni fantastici: sole, mare, camminate, atmosfera primaverile, tanto buon cibo e soprattutto tempo in famiglia.



Guardate che acqua spettacolare! I colori del mare d’inverno (ormai quasi primavera) tolgono il fiato…




E questo è stato il mio febbraio!

Tante cose belle, tra un ostacolo e l’altro, quindi bene così.

Voi che cosa mi raccontate? Com’è andato il vostro mese?

Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in marzo :-)


lunedì 26 febbraio 2024

ULTIME LETTURE THRILLER

 Due romanzi di Stefano Cosmo ed Eleonora Carta




Cari lettori,

purtroppo ci tocca archiviare sia San Valentino che il Carnevale… e fino all’arrivo della primavera non credo che ci saranno temi particolari da toccare!


Oggi ho pensato di iniziare quest’ultima settimana di febbraio – nella quale, in realtà, marzo fa capolino verso il weekend – con le nostre “Letture a tema”!


Sul finire del 2023 avevo letto due romanzi, due thriller dalle tinte piuttosto fosche, due letture forse un po’ lontane dai miei standard ma molto coinvolgenti. Purtroppo, tra un post a tema ed un racconto, il periodo natalizio e le piccole feste di febbraio, sono andati entrambi a finire tra le recensioni arretrate.


Oggi finalmente riesco a parlarvene, e spero proprio di interessarvi!



Dentro la gabbia, di Stefano Cosmo


A poca distanza dagli splendori di Venezia, tra le star del Lido e i capolavori dell’arte e della storia, c’è un vero inferno. La periferia di Marghera è composta da palazzoni, fabbriche mezzo abbandonate, vie ad ampio scorrimento, locali scalcagnati. La maggior parte della popolazione locale è povera, disperata e spesso pronta a cedere alla pericolosa tentazione della criminalità. Già durante l’anno la vita è difficile; in piena estate, però, l’inferno è anche meteorologico.


Moreno Zanon è uno dei tanti. Ha un passato di cui non va fiero, perennemente in bilico tra legalità ed illegalità. Lui e il fratello hanno “collaborato” una volta di troppo con la criminalità organizzata del luogo e la conseguenza è stata la morte di un uomo, accaduta a causa sua, ma per la quale si è preso la responsabilità il fratello. Quello che quest’ultimo non sa, però, è che Moreno è da tempo innamorato della madre di sua figlia, ora inconsolabile per via della carcerazione del compagno, e sempre in cerca del conforto del cognato, del quale sembra, però, non ricambiare l’amore.


Per buttarsi tutto alle spalle e mantenere tutte le persone che dipendono da lui, Moreno è diventato un campione di Mma, una disciplina di arti marziali dura e senza esclusione di colpi. Il suo allenatore, un operaio a pochi anni di distanza dalla pensione, un tipo burbero ma onesto, è il suo unico vero amico.


Un giorno, però, egli viene fermato per strada da una persona che non ha proprio piacere a reincontrare: il maresciallo Di Ciolla, un poliziotto che conosce il segreto dei due fratelli e da tempo gli sta addosso, sperando in un suo passo falso.


Egli ha una pessima notizia per lui: suo fratello Marco è stato accoltellato in carcere. Ha avuto salva la vita, ma l’uomo che ha ordinato la sua aggressione, un ex appartenente alla mala del Brenta, vuole che il suo debito sia saldato. Su ordine del Maresciallo, che gli chiede poco gentilmente di infiltrarsi, Moreno è costretto ad avere a che fare con il pericoloso criminale. Quest’ultimo sa di avere in pugno un lottatore eccezionale e gli ingiunge, come forma di pagamento del debito, di diventare il campione del Combat Circus, un suo localaccio di combattimenti clandestini.


Da una parte i peggiori criminali della zona ed il concreto pericolo di venire ucciso a forza di botte, dall’altro il rischio di finire in galera e di lasciare senza sostentamento la donna amata – nonché cognata – e sua figlia.


L’unica strada per uscirne è allearsi con chi è più disperato di lui: colossi arrivati dall’Africa per guadagnarsi da vivere facendo i moderni gladiatori, proprietari di negozi cinesi che sembrano invisibili ma nutrono anche loro dei rancori verso la mala locale… tutti gli ultimi che inseguono un desiderio di riscatto.



Sarò sincera: Dentro la gabbia, come mi capita praticamente sempre quando mi imbatto in un thriller, è una lettura “di famiglia” che probabilmente io da sola non avrei scelto in biblioteca. Resto sempre un po’ perplessa, di primo acchito, di fronte a storie così violente; quasi sempre, però, finisco per rendermi conto che ogni tanto ci sta. Non leggere mai questo tipo di storie, perdersi sempre in qualche meraviglia del passato e/o nel mondo più easy della commedia – con tutto il rispetto per questi generi, che sempre amerò – significherebbe chiudere gli occhi di fronte a certe realtà e situazioni. Realtà che, nel caso di questa scuola del thriller del Nord-Est (il cui esponente più noto è Massimo Carlotto, autore di cui ho letto tanti romanzi) non è nemmeno così lontana.


Anche la “mia” Milano, al di là del brillio del centro, dei luoghi storici e dei bei quartieri dove ho studiato e lavorato, è fatta anche di posti così. Luoghi a pochi km da me, dove però vivono delle persone che, detto terra terra, la mia vita da principessa se la sognano. E so che non è la cosa che più mi fa onore, ma a volte sono così presa dai miei alti e bassi quotidiani che non mi soffermo poi tanto a pensarci.


Moreno secondo me non è cattivo, ma è pieno di rabbia che gli è stata buttata addosso, prigioniero di situazioni che un po’ gli sono piovute dal cielo e un po’ sì, sono state provocate da lui, però c’è anche da considerare che non aveva tante alternative. È un personaggio grigio, così come la polizia (se mediamente avete in mente il maresciallo Cecchini, scordatevelo) e le donne che frequenta, che hanno dovuto imparare troppo presto l’arte della sopravvivenza.


Forse i personaggi più “puri” sono gli immigrati, che però, da italiana, mi fanno sentire ancora più uno schifo… perché, insomma, che vita schifosa che imponiamo loro con la nostra indifferenza.


Insomma, una lettura non facile. Tutto sommato, però, necessaria.



Piani inclinati, di Eleonora Carta


Una mattina d’estate come tante, nel cuore della Sardegna, a poca distanza da Olbia, l’ispettore della Forestale Daniele Fois, un uomo schivo che ama più la natura delle persone, sta iniziando uno dei suoi soliti percorsi di trekking con la sua cagnolona.


Il suo angolo di Paradiso viene però distrutto da una scoperta straziante: il cadavere di un bimbo. Si tratta di Niccolò Solinas, un piccolo di sette anni, scomparso pochi giorni prima dal suo paese. L’ultima volta era stato visto avviarsi con il suo panino verso l’oratorio, poi più nulla.


Pochi giorni dopo, mentre Daniele, che è conosciuto ed apprezzato in zona, tenta di collaborare con gli inquirenti senza sovrapporsi a loro, si verifica un altro caso grave. Scompare un altro bambino, questa volta di famiglia abbiente, e con un padre coinvolto in affari poco chiari. Supponendo che questo secondo bambino sia ancora vivo e che ci sia in atto un rapimento per ottenere un riscatto, la polizia ed i Carabinieri temono un ritorno dell’Anonima Sequestri, che tanto terrore ha già gettato sull’isola anni fa.


Per questo motivo vengono richiesti degli aiuti di Roma. Dal ministero arriva Linda De Falco, maggiore del ROS, una donna che si rivela subito severa, a tratti inflessibile. I contrasti tra lei e gli inquirenti sono immediati, ma anche produttivi: le indagini ripartono con rinnovata energia.


L’unica persona con cui Linda sembra andare davvero d’accordo è proprio Daniele Fois, un altro outsider come lei, che preferisce lavorare da solo. Per quanto, però, la loro collaborazione sia fruttuosa, l’uomo non sa che ella ha un segreto doloroso, un passato traumatico che ha cercato a lungo di dimenticare, senza purtroppo riuscirci.


Lo stress post traumatico di cui Linda soffre da anni, senza farne menzione con nessuno, la porta ben presto ad una scelta folle. Ella, infatti, comprende prima di tutti gli altri chi potrebbe esserci dietro ai rapimenti… ed agisce in modo imprevisto.



Piani inclinati è un giallo/thriller “regionale”, ambientato in una Sardegna descritta benissimo, una terra aspra e poetica che è un rifugio sicuro per chi la conosce bene, un mondo da scoprire per chi arriva da una grande città come Roma ed una trappola se si finisce nelle mani sbagliate.


I due protagonisti riescono a risultare interessanti anche se, va detto, a prima vista risultano un po’ stereotipati. Daniele Fois sembra la versione sarda di alcuni protagonisti di Un passo dal Cielo, mentre Linda De Falco è la classica bella donna che deve dimostrare (anche eccessiva) determinazione sul lavoro per essere rispettata. Alcuni risvolti della loro personalità e degli aspetti della loro storia, però, li rendono comunque, almeno in parte, sorprendenti.


Il che ci porta a quella che per me è stata la sorpresa più grossa nella lettura di questo romanzo. Sarebbe facile supporre che la connessione di anime, i due famosi “piani inclinati” che danno il titolo al romanzo, sia, per l’appunto, quella tra Linda e Daniele, ma… non è così. L’autrice, in questo, si è rivelata veramente audace, e devo dire che sono rimasta molto sorpresa.


Faccio sempre fatica, soprattutto per ragioni professionali, a leggere storie in cui si fa del male ai bambini. In questo caso, però, forse perché l’autrice scrive veramente bene, forse perché oltre al fatto compiuto non ci sono scene spaventose, sono riuscita ad arrivare alla conclusione piuttosto indenne.


È una storia molto coinvolgente, che forse meriterebbe un seguito. O almeno un’altra indagine dei due protagonisti. Vedremo…





Queste sono state le mie letture thriller degli ultimi tempi!

Che ne dite? Conoscete questi autori?

Avete letto questi libri? Vi sono piaciuti?

Fatemi sapere che ne pensate!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


venerdì 23 febbraio 2024

CANZONI E BUONUMORE

 Qualche testo allegro per un ultimo saluto al Carnevale




Cari lettori,

oggi ascoltiamo insieme un po’ di canzoni con i nostri “Consigli musicali”!


Settimana scorsa ci siamo dedicati a San Valentino, prima con un racconto, poi con la recensione di due suspense romance.


Questa settimana, anche se con un pochino di ritardo vista la coincidenza delle due feste quest’anno, è invece pervasa dall’atmosfera carnevalesca.


Martedì vi ho proposto un booktag, oggi ho pensato di condividere qualche canzone che porti l’allegria. Premetto che ho attinto dalla mia playlist “Buonumore” su Spotify, e che, trattandosi di brani scelti da me, sono quasi tutti un pochino datati. Che ci volete fare, sono vecchia dentro e penso che lo abbiate capito!


Però tra queste canzoni ce ne sono alcune che sono in assoluto tra le mie preferite e che mi fanno tornare sempre il sorriso. Spero che piaceranno anche a voi!



Good time, Owl City & Carly Rae Jepsen


Mi sono svegliata dalla parte giusta del letto

e non so perché, ho una canzone di Prince nella testa

alza le mani se hai voglia di ballare stanotte

perché è sempre un buon momento


L’altra notte mi sono addormentata vestita, ma pazienza.

Sono saltata su un taxi e gli ho chiesto di portarmi ovunque

anche io voglio ballare stanotte

perché è sempre un buon momento!


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Solo una volta, Alex Britti


C’era la luna, c’erano le stelle

c’era una nuova emozione sulla pelle

c’era la notte, c’erano i fiori

anche al buio si vedevano i colori

c’era la voglia di stare ancora insieme

forse per gioco comunque ci viene

andare in giro mano nella mano

e raccontarci che per noi il mondo è strano…


e mentre gli altri ancora dormono

magari sognano di noi

e mentre il cielo si schiarisce

noi guarderemo stanotte che finisce


Il tempo va, passano le ore

e finalmente faremo l’amore

solo una volta o tutta la vita

speriamo prima che l’estate sia finita!


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Something beautiful, Robbie Williams


Tutti i tuoi amici pensano che tu sia soddisfatto

ma non possono vedere la tua anima

hanno dimenticato il tempo in cui si sentivano pietrificati

quando vivevano da soli


Se non riesci a svegliarti la mattina

perché il tuo letto resta vuoto la notte

se sei perso, ferito, stanco o solo,

non puoi controllarlo, fai del tuo meglio

che tu possa trovare l’amore che non ti lascerà

che tu possa trovarlo alla fine del giorno

non sarai perso, ferito, stanco o solo,

qualcosa di bello arriverà sulla tua strada


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Smile, Avril Lavigne


Tu hai detto: “Ehi, come ti chiami?”

è bastato uno sguardo

ed ora non sono più la stessa

sì, tu hai detto ehi!

E da quel giorno

mi hai rubato il cuore

e sei l’unico da incolpare


Ed è per questo che sorride

era passato un po’

dall’ultima volta in cui ogni giorno

tutto andava così bene

ed ora tu hai ribaltato tutto

ed all’improvviso tu sei tutto quello di cui ho bisogno

il motivo per cui sorrido!


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Piano, Ariana Grande


Potrei scrivere una canzone con il mio nuovo pianoforte,

potrei cantare di come l’amore sia una battaglia persa, non è difficile,

e potrei cantare di Cupido e di una freccia che uccide,

alla fine, tu capirai che il mio cuore poteva essere il meglio per te,

ed è così difficile


Ma preferirei fare una canzone che si possa trasmettere alla radio

qualcosa che faccia venir voglia di ballare

ma preferirei fare una canzone che si possa trasmettere alla radio

che faccia venire voglia di prendere per mano il tuo amante


Quindi stai allegro e attraversa la notte

ed anche noi ti seguiremo e pian piano sarà tutto giusto

quindi prendiamoci per mano

voglio vedervi ballare intorno al pianoforte…


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Vivere a colori, Alessandra Amoroso


Baci pensati e mai spesi

sguardi volti ad orologi appesi

alla stazione, un’emozione

alla vita che si fa sognare


Sento il suono del metallo che stride

mentre passo qualcuno sorride

frena il treno e mi sposta un po’

adesso lo so, sto arrivando da te


Niente di più semplice

niente più da chiedere


Rimanderò tutto a domani

sono di carta tutti gli aeroplani

sei tu il mio re, io la tua regina

in un’eterna Roma

E all’aria tutti i piani

riavviciniamo i sogni più lontani

e tu lo sai che non c’è un segreto per vivere a colori!


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Non vivo più senza te, Biagio Antonacci


Non vivo più senza te, anche se, anche se

tanti papaveri rossi come il sangue inebriano

non vivo più senza te, anche se, anche se

la luce cala puntuale sulla vecchia torre al mare


Sarà che il vino cala forte più veloce del sole

sarà che sono come un dolce che non riesci a evitare

sarà che ballano sta pizzica, sta pizzica…


Succedono, le cose poi succedono

il mondo è un buco piccolo

ci si ritroverà

le mode, i tempi galoppano tra i vortici

e i sogni pettinandosi ritarderanno un po’…


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Buon viaggio (Share the love), Cesare Cremonini


Buon viaggio

che sia un’andata o un ritorno

che sia una vita o solo un giorno

che sia per sempre o un secondo

l’incanto sarà godersi un po’ la strada

amore mio, comunque vada

fai le valigie e chiudi le luci di casa


Coraggio, lasciare tutto indietro e andare

partire per ricominciare

che non c’è niente di più vero di un miraggio

e per quanta strada ancora c’è da fare… amerai il finale!


Il mondo è solo un mare di parole

e come un pesce puoi nuotare solamente quando le onde sono buone

e per quanto sia difficile spiegare

non è importante dove, conta solamente andare

comunque vada, per quanta strada ancora c’è da fare!


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Un giorno così, 883


Scorre piano piano la statale 526

passa posti che io mai e poi mai

avrei pensato fossero così

ancora come quando qui

il cinquantino mi portava via dai guai


Invece di svoltare a scuola

andava giù alla ferrovia

due minuti di paura… poi pronti, via!


Basta un giorno così

a cancellare 120 giorni stronzi e

basta un giorno così

a cacciarmi via tutti gli sbattimenti che

ogni giorno sembran sempre di più

ogni giorno fan paura di più

ogni giorno però non adesso, adesso, adesso

che c’è un giorno così!


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Stay stay stay, Taylor Swift


Prima di te, sono uscita solo

con uomini troppo indulgenti con se stessi

che buttavano i loro problemi su di me

ma tu mi porti la spesa ed ora rido sempre

e ti amo perché non mi hai dato altra scelta

se non


Restare, restare, restare

ti amo ormai da tanto tempo

tu pensi che sia divertente quando sono arrabbiata

ma penso che sia la cosa migliore se entrambi restiamo


Ti sei preso il tempo di memorizzarmi

le mie paure, le mie speranze, i miei sogni

semplicemente mi piace stare in giro con te

tutto il tempo

e tutte queste volte in cui non te ne sei andato

mi hanno fatto capire

che vorrei stare insieme a te

tutta la vita


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Che ne dite? Conoscevate già queste canzoni? Vi piacciono?

Personalmente non vi nascondo che febbraio si sta rivelando un mese impegnativo e che Something beautiful di Robbie Williams in questo periodo mi è abbastanza di conforto. Però la canzone “del cuore” tra queste è forse Un giorno così degli 883, un mio classico del buonumore.

Fatemi sapere che cosa ne pensate voi!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)