Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori,
il 2024 è un anno bisestile, e così, in via del tutto eccezionale, il giorno 29 febbraio c’è un post, dedicato proprio ai nostri “Preferiti del mese”!
Febbraio non è stato un mese propriamente facile. L’anno nuovo era iniziato bene, e sotto tanti punti di vista sta continuando ad essere buono, ma altre cose che non sono sono andate come volevo mi hanno spinto a riflettere, soprattutto sui miei passi futuri. Sono una persona che indossa gli occhiali rosa un po’ troppo spesso, ma anche le ottimiste più tenaci a volte hanno bisogno di considerare la realtà nella sua interezza.
Nel frattempo ricapitoliamo insieme tutto quello che è successo di positivo, dai libri ai film, dalla musica alla poesia ai bei momenti di queste ultime settimane!
Il libro del mese
Nord – Est italiano, regione della Carnia, Prima Guerra Mondiale in pieno svolgimento.
Agata Primus non ha nemmeno vent’anni ed ha già alle spalle una vita di dolore ed indigenza. Il padre, un umile lavoratore, è da tempo costretto a letto a causa di una malattia irreversibile, e lei è l’unica che può occuparsi di lui. La madre, maestra, è morta anni prima, ed i suoi due fratelli maggiori, probabilmente disertori, sono spariti. Agata ed il padre vivono nella fame e nella miseria. Una soluzione potrebbe essere un buon matrimonio, ma Francesco, il ricco pretendente della protagonista, figlio dello speziale, è un ragazzo rozzo e violento con una vena di follia, ed Agata non si sente per niente sicura quand’è con lui.
L’unico conforto della vita di Agata sono le altre donne del paese, alcune delle quali sue amiche, altre figure materne: Caterina, la più anziana, che spesso si occupa di tutte le altre; Maria, una donna di straordinaria sensibilità, quasi dotata di una sorta di preveggenza; Lucia, una madre che sta ancora allattando il suo bambino ma non si tira indietro dai lavori pesanti; infine Viola, la migliore amica di Agata, una ragazza dal carattere un po’ irruento: inizialmente gelosa di Francesco, cambia idea quando vede il modo in cui si comporta con la sua amica.
Giorno dopo giorno, la guerra di trincea si fa più logorante e pericolosa. Ai soldati ed agli alpini, accampati sui monti tra neve e ghiaccio, mancano sempre più non solo le munizioni ed il necessario per difendersi, ma anche il cibo e tutto quel che serve per sostentarsi. Su sollecitazione di Don Nereo, il parroco del paese di Agata e delle sue amiche, si decide di costituire una squadra speciale: le donne del paese riempiranno le loro gerle – strumenti solitamente utilizzati per portare spesa o panni da lavare – con quel che serve, dalle razioni ai proiettili, dalle patate agli esplosivi, e le porteranno ai soldati. Le difficoltà sono innumerevoli: il gelo aggredisce i piedi, il carico fiacca la schiena, la strada è impervia e soprattutto disseminata di “diavoli bianchi”, i cecchini dell’Impero Austro-Ungarico, il nemico. Agata e le altre, però, hanno disperato bisogno di racimolare qualche soldo, e soprattutto hanno delle persone care lì a combattere sulle montagne, così accettano.
Quando però Agata ferisce accidentalmente uno dei “diavoli bianchi” e decide di soccorrerlo, tanti equilibri si incrinano.
Fiore di roccia è uno di quei romanzi che avevo in lista da tempo. Per combinazione mi è arrivato proprio prima della partenza per il weekend lungo di Carnevale e, sarà la circostanza allegra, ma mi sono proprio goduta la lettura, anche perché è un libro che si divora.
Ilaria Tuti scrive sempre benissimo, ma qui la prosa è davvero splendida: immaginifica e poetica, specie per quanto riguarda le descrizioni della zona carnica:
“La tempesta si incuneava sibilando fin negli anfratti, era una sinfonia furibonda. Poteva riconoscere tutti gli strumenti perfettamente accordati della natura: gli archi fatti di rami, con i primi e i secondi violini, i violoncelli e i contrabbassi, più carichi di fronde…”
E proprio le “portatrici carniche” sono le protagoniste di questa storia: una pagina piuttosto sottovalutata, per non dire trascurata, della Prima Guerra Mondiale. L’autrice ha fatto uno studio accurato ed è riuscita a trattare la materia con grande delicatezza, rendendo appieno tutte le emozioni che provano queste donne, al tempo stesso disperate e speranzose, spaventate e coraggiose:
“Continuo a cantare. Non voglio far tornare il silenzio su questa valle di fosse, voglio colmarle di vita finché posso, finché la finzione reggerà sulle gracili gambe della mia ostinazione.”
Questo libro è, al tempo stesso, un romanzo storico, una storia d’amore ed una coraggiosa denuncia delle atrocità commesse durante la Grande Guerra, e in tutti i conflitti.
“Io mangio radici, questi uomini escono da antri bui per predare altri uomini alla luce di torce. Sembra che il conflitto abbia riavvolto le ere, riportando in superficie usi primordiali. È una constatazione che mi inquieta, perché suggerisce che siamo solo all’inizio della barbarie.”
Il film del mese
Bianca è una donna di più di quarant’anni che si trova in gravi difficoltà professionali e personali.
La sua attività da giornalista langue dopo che ella ha perso la sua rubrica fissa, ed il romanzo che vuole scrivere da troppo tempo sembra un sogno irrealizzabile. Quello che però l’ha mandata in crisi definitivamente è il divorzio: il marito, dopo una vita condivisa insieme fin da studenti, l’ha lasciata per un’altra donna, accusandola di essere egoista ed insensibile.
Bianca sulle prime non comprende e si lascia completamente travolgere dal dolore: rischia l’incidente d’auto, tenta il suicidio, viene ricoverata in psichiatria. Quando però le cose iniziano ad andare un po’ meglio, la sua terapista, una primaria dal carattere duro e severo, le propone un insolito percorso. Ogni giorno, per un minimo di dieci minuti, Bianca dovrà fare qualcosa di diverso dal suo solito, qualcosa che non ha mai fatto.
All’inizio Bianca non sa bene cosa fare, alterna esperienze poco incisive (come la manicure) ad altre estreme (come contattare un fidanzato di gioventù e frequentarlo senza prima informarsi sulla sua situazione sentimentale). Poi pian piano inizia a risolvere alcune questioni importanti della sua vita: quello che di “non detto” era rimasto con l'ex marito, un problema familiare che si portava dietro da troppo, ed altro ancora.
La trama è tutta qui, perché Dieci minuti è un film improntato più che altro sulla riflessione psicologica, sui sentimenti, sull’introspezione. Per questo motivo, mentre lo guardavo, ho fatto due riflessioni.
La prima è che il film nel complesso mi è piaciuto, però, come si suol dire, “il libro era meglio”. Ho letto Per dieci minuti di Chiara Gamberale qualche anno fa (a questo link trovate la recensione) e secondo me c’è una differenza importante. Il romanzo della Gamberale è quasi del tutto autobiografico, e più realistico. I “dieci minuti” messi in pratica dalla protagonista sono le classiche azioni che in teoria non costerebbero niente ma di fatto, finché non c’è un buon proposito, non si attuano: nuovi hobbies, viaggi diversi, piccole idee per spezzare la routine… Per esempio, ricordo un capitolo in cui la protagonista, appassionata di arte classica, decide invece, per una volta, di andare ad una mostra di arte contemporanea, e lì trova un contatto utile per il lavoro. Ecco, questo sì che rende un romanzo di questo tipo una lettura motivazionale, e per davvero, non solo per mezzo di frasette di vuota teoria. Nel film, invece, come spesso accade in casi come questo, si calca troppo la mano: segreti di famiglia, incidenti, avventure squallide… tutte cose pure un po’ già viste. L’idea di base resta buona, però così è un po’ un peccato.
La seconda è che Bianca, sostanzialmente, scopre di essere una donna egoista, concentrata su se stessa, sempre tesa a rimarcare la propria sofferenza. Più la guardavo e più mi venivano in mente le frasi che spesso mi hanno detto persone care: sei troppo altruista, pensi agli altri prima che a te stessa, invece di parlare di te rispondi parlando dei problemi degli altri… ecco, i due opposti non vanno bene. Come sempre, la virtù sta nel mezzo.
La musica del mese
Continuiamo il nostro percorso alla (ri)scoperta delle musiche sulle quali ho danzato!
Febbraio ha due “facce”, una romantica con San Valentino ed una giocosa con Carnevale.
Nel 2017 abbiamo messo in scena un bel trio – io ed altre due “veterane”, Sara e Camilla – sulle note di Love me forever di Elisa (Link). Romantico, ma anche allegro!
Non abbiamo esattamente un balletto di Carnevale nel nostro repertorio, ma ci siamo travestite tante volte in modo fantasioso. In particolare, nel 2019, con Hollywood di Michael Bublé (Link), ognuna di noi ha scelto di omaggiare un film, un genere o un cartone animato. C’era davvero di tutto: gli hippie, i pirati, Morticia Addams, Trilli, Audrey Hepburn, Sailor Moon… io ho puntato sul western!
La poesia del mese
Per il mese di febbraio, l’ultimo pienamente invernale prima che marzo ci porti la primavera, ho scelto un componimento di Salvatore Quasimodo, dal titolo Antico inverno.
Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole.
Un po’ di sole, una raggera d’angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d’aria al mattino.
Le foto del mese
Anche l’hinterland milanese riserva delle sorprese! Incontro ravvicinato con uno scoiattolo :-)
Per San Valentino ho portato a casa un dolcetto speciale: una doppia mousse (frutti di bosco e cioccolato) su base di frolla! A volte ci vuole una coccola, specie nei giorni di festa!
Il mese è stato un po’ impegnativo e non sempre il tempo ci ha aiutato, però avevo un giorno di ferie per Carnevale (il 16) e così, insieme alla mia famiglia, ho fatto una scappata nella mia solita Varazze! Sono stati tre giorni fantastici: sole, mare, camminate, atmosfera primaverile, tanto buon cibo e soprattutto tempo in famiglia.
Guardate che acqua spettacolare! I colori del mare d’inverno (ormai quasi primavera) tolgono il fiato…
E questo è stato il mio febbraio!
Tante cose belle, tra un ostacolo e l’altro, quindi bene così.
Voi che cosa mi raccontate? Com’è andato il vostro mese?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, ci rileggiamo in marzo :-)