Cinque buoni motivi per (ri)leggere "Canto di Natale"
Cari lettori,
non
è un mistero che ci stiamo avvicinando a grandi passi al Natale.
Le
grandi città si riempiono, le strade diventano trafficate, i centri
storici sono impraticabili durante il fine settimana e, per quanto a
molti di noi le feste piacciano e le vacanze siano imminenti, capita
che lo stress aumenti invece di diminuire.
Fidatevi:
in questi casi non c'è niente di meglio che rifugiarsi in poltrona
(o sul divano, si sta ancora più comodi) con un buon libro.
Visto
il periodo, mi sento di consigliarvi di cuore il romanzo per
eccellenza dedicato al 25 dicembre: “Canto di Natale” (in inglese
A Christmas carol) di Charles Dickens.
Questo
racconto è stato usato, re-interpretato ed anche riprodotto in molte
versioni cinematografiche ed animate (celeberrima quella disneyana).
Penso
che la storia della redenzione dell'avaro Scrooge sia di dominio
pubblico, e che persino un bambino sia in grado di poterla
raccontare.
Tuttavia,
mi sento, ancora una volta, di consigliare la lettura di “Canto di
Natale”.
Io
stessa ho perso il conto di quante volte lo abbia riletto, e, ciò
nonostante, quando riapro quel volumetto che ormai conosco quasi a
memoria rimango piacevolmente stupita da qualche sfumatura che
precedentemente avevo dimenticato o non avevo colto appieno.
Inutile
ribadire che un grande classico è tale solo quando ha qualcosa da
comunicare ancora oggi e ad ogni rilettura, e che Dickens è
annoverato tra di essi proprio per questa ragione.
Ecco
invece una breve lista di ottimi motivi per cui dedicare un
pomeriggio o una sera delle vacanze di Natale a questo libro:
1)
“Canto di Natale” ci impone una pausa dai nostri affari
quotidiani.
Nel momento in cui
Scrooge incontra lo spettro di Marley, è tangibile il suo stupore
nel constatare che il suo amico deceduto sette anni prima sia
incatenato.
Ancora
incredulo, infatti, egli non comprende la ragione per cui l'anima
dell'ex collega si senta tanto abbattuta e e frustrata, e gli fa
notare che in vita egli è stato un ottimo uomo d'affari.
Lo
spirito di Marley, però, con somma costernazione, fa presente a
Scrooge che i suoi “affari” avrebbero dovuto essere gli affetti,
la ricerca della felicità e, in generale, prendersi cura
dell'umanità.
Ogni
volta che rileggo questo brano, mi capita di fermarmi a pensare.
Molti
tra noi svolgono dei mestieri che impongono di correre, di essere
indaffarati, di essere sempre concentrati sulla mossa successiva, che
sia concludere un accordo finanziario, ultimare un progetto entro la
scadenza prevista, o, nel mio caso, insegnare a studiare a qualche
dodicenne riluttante.
Eppure,
nel momento in cui lo spirito di Marley parla a Scrooge, e dunque
anche a noi, ci rendiamo conto che i nostri affari sono, come il
personaggio stesso afferma, “una goccia nell'oceano”.
Le
nostre carriere sono importanti e possono darci tanto, ma la gioia
che può darci il sorriso di un amico, la gratitudine di una persona
a cui abbiamo fatto un piccolo favore o la soddisfazione dopo una
giornata in cui ci siamo dedicati ad una nostra passione sono davvero
impagabili. Quale occasione è migliore del Natale per fermarci un
po'?
2)
“Canto di Natale” è un'esplosione di gioia, di spirito natalizio
e persino di consigli per i festeggiamenti.
Tra
tutti i piccoli capitoli dei quali è composto il racconto, il mio
preferito è sempre stato quello dedicato allo Spirito del Natale
presente.
In
compagnia di quest'ultimo, infatti, Scrooge compie una lunga
passeggiata attraverso il piccolo paese nel quale vive, e scopre
motivi di insospettabile felicità.
Egli
scopre che, se si è pervasi dallo spirito natalizio, si può essere
pieni di gioia anche nel bel mezzo di un quartiere popolare, mentre
si spala neve e carbone, o mentre si fa la fila in un negozio
affollato e caotico, o, ancora, mentre si chiacchiera tranquillamente
di fronte ad un semplice fuoco in una casa modesta.
Ogni
volta che lo Spirito, come uno stravagante Babbo Natale, cosparge
cose e persone con il magico contenuto della sua torcia, anche il
lettore ha l'impressione di essere coinvolto.
Sfido
persino i più scettici a non ritrovare la voglia di festeggiare
osservando dalla finestra, proprio come fa Scrooge, il pranzo
organizzato da Fred.
Molto
del merito, tuttavia, è da attribuirsi allo stile di Dickens, che,
in questo capitolo, ci delizia e si diverte, descrivendo con tanta
precisione ed abbondanza di particolari pranzi, cene e vetrine di
alimentari, al punto da far venire l'acquolina in bocca.
3)
“Canto di Natale” dimostra che le festività sono per tutti,
anche indipendentemente dalla religione.
La
prima volta che ho letto il racconto ho amato fin da subito il
discorso che Fred, il nipote di Scrooge, fa al suo recalcitrante zio
per convincerlo a prendere parte ai festeggiamenti insieme a lui.
Fred
ribadisce che non ha alcuna importanza chi siamo, da dove proveniamo,
quale sia la nostra storia e le nostre tradizioni, anche religiose:
di fronte al Natale, ogni uomo ha un'occasione straordinaria per
venire incontro all'altro.
Alla
luce dei recenti avvenimenti di cronaca, io non posso che augurarmi
che molti di noi abbiano letto con attenzione le parole di Fred.
Tutti
noi sappiamo bene che l'origine del Natale risiede in un avvenimento
religioso; tuttavia, si tratta di una festività che può essere
comunque vissuta in modo del tutto laico, proponendo a noi stessi ed
agli altri di abbattere le barriere che ci siamo costruiti e di
guardare al futuro con maggiore ottimismo e solidarietà.
4)
“Canto di Natale” ci insegna a non aver paura se stiamo
affrontando un lutto.
Nel corso
del capitolo dedicato allo Spirito dei Natali futuri, Scrooge si
trova in un camera mortuaria, anche se non sa ancora che il morto è
il se stesso futuro. In quel momento, Dickens
compie una piccola digressione, facendo notare al lettore come la
camera mortuaria di Scrooge sia spoglia ed abbandonata, e come,
invece, chi è stato amato in vita venga omaggiato anche dopo la
morte.
Sinceramente,
credo che l'insegnamento di Dickens in queste pagine sia fortemente
significativo. Quello che l'autore ci comunica è che nessuno di noi
deve avere paura di una mano fredda, di due occhi chiusi, di un corpo
che non accoglie più in sé la vita. Che importanza può avere,
infatti, nel momento in cui quella mano è stata aperta e generosa,
gli occhi hanno visto il mondo, ed i ricordi di quell'anima sono in
ognuno di noi?
Secondo
una tradizione anglosassone e del Nord Europa, le persone che non ci
sono più devono essere ricordate con più forza ed intensità
proprio nel periodo delle feste natalizie, e, forse, nel modo
migliore: non piangendo la loro scomparsa, bensì festeggiando come
loro ci hanno precedentemente insegnato a fare.
5)
“Canto di Natale” ci fa sentire un po' tutti Scrooge.
Siamo
onesti: quanti di noi hanno pensato, almeno una volta, che Scrooge
non abbia poi tutti i torti?
Natale
“arriva quando arriva” e noi non sempre abbiamo mente e cuore
pronti per accoglierlo.
A
Dicembre molti luoghi che frequentiamo abitualmente diventano una
sorta di girone dell'Inferno per via dell'onnipresente – ed a volte
un po' disperata – caccia al regalo.
Ci
aspettano settimane di pranzi, cene, colazioni e merende, e noi, dopo
il quarto o quinto giorno, cominciamo a desiderare con struggente
intensità un'insalatina scondita.
La
quantità di impegni presi per le feste ci fanno pensare che stiamo
andando incontro, più che ad un periodo di vacanza, ad una sorta di
lavoro alternativo.
In
questo caso, ognuno di noi
vorrebbe essere “un piccolo Scrooge” e desidera soltanto
essere lasciato in pace.
Ecco,
leggere “Canto di Natale” ci fa viaggiare insieme al nostro
avarastro preferito ed ai suoi amici spiriti, e, pagina dopo pagina,
ci ricorda tutti i motivi per cui vale ancora la pena di festeggiare
il Natale, e di essere felici che esso sia arrivato per l'ennesima
volta. Niente male per un romanzo che ha due secoli di vita, no?!?
Ringrazio
di cuore chiunque abbia letto questa mia “recensione
personalizzata”.
Le
visualizzazioni crescono sempre di più ed io ne sono felicissima!
Sentitevi
liberi di lasciare un commento, se vi va.
Nel
caso siate in cerca di libri da leggere durante le vacanze (oltre a
Dickens, ovviamente) e di mostre da visitare/luoghi da vedere a
Milano, vi consiglio di dare un occhio ai miei post precedenti.
Vi
auguro di trascorrere un lieto Natale e delle splendide feste.
A
presto :-)