I film più divertenti sul matrimonio
Cari
lettori,
per
il nuovo appuntamento con la nostra rubrica “Consigli cinematografici” ho
pensato di proporvi qualcosa che fosse in stagione: le cerimonie!
Come
tutti sanno, il periodo che va da maggio a ottobre viene considerato, in
generale, il più adatto per i matrimoni.
Le
reazioni delle persone davanti a questo tipo di invito, in genere, sono
contrastanti: c’è chi si diverte e non vede l’ora di festeggiare, chi lo vede
come un appuntamento in con famiglia e/o amici più o meno piacevole o gravoso e
chi preferirebbe persino chiudersi in ufficio piuttosto che andarvi.
I
matrimoni costituiscono sicuramente una situazione molto particolare: spesso,
infatti, tante persone che si conoscono appena sono costrette a trascorrere
insieme un’intera giornata, tra cerimonia e ricevimento, tra brindisi festosi e
commozione.
Per
questo motivo il cinema, specie la commedia, si è davvero scatenato, proponendo
tante storie diverse che hanno come unico denominatore comune proprio le nozze.
Vediamo insieme i più famosi, cercando di accontentare i gusti di tutti…
Per le quasi-spose
indecise
Se
scappi ti sposo, di Garry Marshall (1999)
Questa
romantica commedia del (da me moltissimo) compianto regista Garry Marshall è
ormai un classico, grazie anche all’impeccabile interpretazione di Julia
Roberts e di Richard Gere, che erano già molto in armonia tra loro in Pretty Woman.
Il
protagonista della storia, Ike Graham, è un giornalista di New York a cui serve
una storia interessante per ravvivare la rubrica che scrive regolarmente. Quasi
per caso egli viene a conoscere la storia di Maggie Carpenter, un’operaia del
Maryland che è già scappata all’altare di fronte a tre uomini e che ora sembra
intenzionata a “tentare il matrimonio” una quarta volta.
Ike
scrive l’articolo denigrando la donna e la sua supposta crudeltà nei confronti
degli uomini, ma esagera e finisce con l’attirarsi le ire dell’opinione
pubblica e della stessa Maggie, che scrive una lettera di protesta. Licenziato
dal suo capo (che è anche la sua ex moglie), egli si trasferisce nel paesino di
campagna della donna cercando, in qualche modo, di fargliela pagare.
L’aspetto
più interessante di questa pellicola è il fatto che lo spettatore riesca a
conoscere, a poco a poco, il vero carattere di Ike e Maggie, che emerge pian
piano al di là delle tante schermaglie e battutine.
Il
primo si presenta come il classico divorziato piuttosto cinico ed arrabbiato
con tutte le donne (specie con quelle più seduttive) e finisce per rivelarsi
una persona molto attenta, sensibile e solitaria (la ex moglie ed il nuovo
marito di lei sono, in definitiva, i suoi unici amici).
La
seconda, invece, rivela a poco a poco la sua fragilità ed il desiderio di
uniformarsi, di volta in volta, all’uomo che ama (o che crede di amare), assecondandolo in tutto, fino
a perdere di vista le sue reali ispirazioni e perfino i suoi gusti. Il più
intimo desiderio di Maggie è trovare qualcuno che si innamori non dell’idea di
lei, ma di quello che è veramente, e sembra davvero un sogno impossibile… fino
all’incontro con Ike (forse).
Come
ho già detto un’altra volta, consigliando Notting Hill, le commedie
degli anni ’90 con Hugh Grant, Julia Roberts e Richard Gere sono forse un
classico della “mia generazione”, ma mi sento di consigliarle di cuore anche ai
giovanissimi.
Per chi ritiene inutile
avere una “wedding planner”
Prima
o poi mi sposo, di Adam Shankman (2000)
L’italo
– americana Mary Fiore (Jennifer Lopez) è una wedding planner, ovvero
un’organizzatrice di matrimoni di professione. Conduce un’esistenza che sembra
sempre sotto i riflettori, tra le pretese dell’ereditiera di turno ed i
ricevimenti milionari di chi la ingaggia.
Appena
il matrimonio di turno finisce, però, Mary si ritrova a casa da sola, tra una
cena consumata davanti alla tv ed una partita a scarabeo con gli amici di suo
padre. Mary sta bene in questa situazione, ma il vecchio genitore è spaventato
dalla prospettiva che la figlia rimanga sola e la spinge a frequentare Massimo,
un ragazzo italiano arrivato negli Stati Uniti da poco.
Mary,
però, una sera conosce un ragazzo chiamato Steve, con cui sembra esserci
attrazione, ma che poi non riesce a rivedere. Pochi giorni dopo, però, ella lo
incontra nuovamente e scopre non solo che è un pediatra, ma anche e soprattutto
che è il promesso sposo di Fran, la ricchissima donna che l’ha appena assunta
come wedding planner. …Che fare?
Anche
questa commedia è ormai un classico a tema “matrimonio”: in tv è replicatissima
e credo che siano rimasti in pochi a non averla vista.
Io
mi sento comunque di consigliarla perché i tanti equivoci sono sempre
divertenti e perché credo che Jennifer Lopez riesca a dar vita ad una
protagonista molto credibile. Molto simpatici anche gli amici di famiglia, uno
più stravagante dell’altro.
Sono
invece le figure del padre e di Massimo a risultare un po’ stereotipate,
soprattutto per un’italiana che vede questa pellicola.
Non
è credibile immaginare che nel 2000 un genitore italiano spinga la figlia ad un
matrimonio combinato: va bene essere un paese famoso per essere cattolico ed un
po’ all’antica, ma qui si esagera!
Per
non parlare del fatto che nessun, ripeto, nessun ragazzo italiano degno di
questo nome toccherebbe con la punta del dito mignolo il mac’n’cheese americano in scatola.
Per chi deve
partecipare ad un matrimonio interculturale
Il
mio grosso grasso matrimonio greco, di Joel Zwick (2002)
La
protagonista di questa storia è Toula, una trentenne un po’ trascurata ed in
sovrappeso, che lavora nel ristorante di famiglia e ne subisce l’atteggiamento
chiassoso, invadente e piuttosto all’antica.
Stanca
di aver sopportato questa situazione per anni, ella riesce a persuadere il
padre a frequentare un corso di informatica ed a lavorare con la zia in un
ufficio aperto al pubblico.
Proprio
lì incontra Ian, professore di Lettere americano, molto intelligente e
riservato. La relazione tra i due inizia con grande entusiasmo, ma le
differenze culturali sono tante ed innegabili, e non solo perché Ian proviene
da una famiglia piccola e silenziosa, mentre quella di Toula è enorme e sfrutta
ogni occasione per fare festa. Per far sì che i due protagonisti arrivino al
matrimonio saranno necessari tanti cambiamenti, dalla religione alle abitudini
alimentari, ma ci saranno anche sorprese inaspettate e, per lo spettatore,
tanto divertimento.
Il
messaggio di questa pellicola è sempre attuale: per aprirsi al mondo e far sì
che si presentino nuove possibilità, è necessario mettersi sempre in gioco,
essere disposti a conoscere nuove realtà ed a trovare un compromesso.
Questo
film è consigliato anche a tutti coloro che hanno a che fare con una famiglia
un po’ stressante e che magari hanno pensato più volte di avere dei “parenti
serpenti”: credetemi, vi consolerete parecchio!
Per chi eviterebbe
volentieri tutta la cerimonia
The
wedding date – L’amore ha il suo prezzo, di Clare Kilner (2005)
Al
centro di questa romantica e pungente commedia americana c’è Kat, una giovane
donna che non è ancora riuscita a dimenticare Jeffrey, l’uomo che avrebbe
dovuto sposare e che l’ha lasciata.
Dovendo
tornare a casa per il matrimonio della sorellastra, ella scopre con disappunto
che il futuro marito di quest’ultima ha scelto come testimone proprio Jeffrey e
decide di presentarsi alla cerimonia con un uomo, chiunque esso sia.
Ella
contatta così Nick, un accompagnatore di professione dall’aspetto elegante e
dai modi cortesi, che conquista subito la simpatia di tutta la famiglia di Kat.
Tra
un addio al nubilato ed una corsa sul parco, tra un cocktail ed una cena, i due
protagonisti impareranno a conoscersi meglio e Kat inizierà a capire che forse
non è Jeffrey la persona che vuole. Un segreto di famiglia non ancora venuto a
galla, però, rischia di compromettere tutto.
Rivedo
sempre con piacere questa commedia, che trovo divertente e spiritosa. Credo
che, a parte i protagonisti, siano stati ben caratterizzati anche alcuni
personaggi minori, come l’ironica cugina di Kat o il suo premuroso patrigno
(con il quale ella ha un rapporto più stretto di quello che ha con la madre).
Se
non l’avete ancora visto, dategli un’opportunità!
Per chi vive i
matrimoni da vera “amica del cuore”
27
volte in bianco, di Anne Fletcher (2008)
Vi
è mai capitato di essere così coinvolte nell’organizzazione di un matrimonio da
avere l’impressione di essere più indaffarate degli sposi stessi? È ciò che
capita a Jane, la protagonista di questa storia, sempre pronta ad aiutare
amiche, conoscenti, colleghe con i preparativi. La sua passione per le
cerimonie è così forte che ella è stata damigella ben 27 volte, e conserva tutti
gli abiti che ha utilizzato per i matrimoni nel suo armadio, in attesa del
giorno in cui sarà finalmente la sposa e non più solo una testimone.
Da
anni Jane è innamorata del suo capo, un tipo affidabile, atletico e dedito a
cause sportive ed animaliste, ma egli, come da copione, non la considera niente
di più di una dipendente molto affidabile e di una buona amica.
L’imprevisto
arrivo della sorella minore Tess si rivela una tragedia per la nostra
protagonista: il suo capo, infatti, si innamora di quest'ultima, ed i due si
rivolgono proprio a Jane affinché organizzi loro il matrimonio.
Nel
frattempo Kevin, un brillante ed ironico cronista, tenta in tutti i modi di
avvicinare la ragazza, per farsi raccontare per quale motivo ella continui ad
organizzare matrimoni altrui…
Questa
commedia in bilico tra risate e frustrazione, tra litigi familiari e
riconciliazioni, tra romanticismo e cinismo è condotta alla perfezione da
Katherine Heigl, ormai diventata una delle icone più celebri della commedia
rosa americana.
È
davvero troppo difficile restringere il campo tra tutte le commedie che hanno
dato spazio alla tematica del matrimonio. Per questo motivo non escludo di
riparlarne, magari in un altro post, con un differente filo conduttore.
Nel
frattempo, fatemi sapere se avete visto questi film, se vi sono piaciuti, se me
ne consigliate altri a tema!
Grazie
per la lettura!
Ci diamo appuntamento ai primi di agosto con l'ultimo post prima della pausa per le vacanze :-)